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Il film che ho visto (prima di postare leggere le regole in prima pagina)


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5763 replies to this topic

#101 corey

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Inviato 18 gennaio 2008 - 10:40

http://giotto.ibs.it...e=8017229050169

Friend (2001) di Kwak Kyung-taek

Terzo lungometraggio di Kwak Kyung-taek, Friend, oltre ad essere un toccante spaccato autobiografico, è uno dei film più importanti del cinema coreano contemporaneo. Alla sua uscita, nel 2001, ha difatti disintegrato ogni record nazionale di incassi, totalizzando qualcosa come 8,2 milioni di spettatori e suscitando l'immediato interesse del mercato internazionale. E' anche grazie a questa pellicola che il cinema sudcoreano ha guadagnato visibilità in tutto il mondo.

La storia di quattro amici d'infanzia che crescendo seguono strade divergenti e talvolta contrastanti (Joon-suk e Dong-su si trovano a capeggiare bande rivali, mentre Joong-ho e il narratore Sang-taek, vero e proprio auctor in fabula, scelgono i meno emozionanti studi universitari) diventa il pretesto per fotografare la deriva violenta e aggressiva di un'intera società. Il benessere stordisce, il potere inebria, il sangue imbratta i marciapiedi mescolandosi alla pioggia battente.

Filtrato attraverso la prospettiva memoriale in voce over, lo sguardo di Kwak sfrutta l'impalcatura narrativa del dramma di sapore malavitoso per restituire ai coreani un'immagine collettiva (auto)critica e commovente al tempo stesso. Finale luminosamente "pickpocketiano". Gran bel film che a suo tempo avevo un po' superficialmente sottovalutato.
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i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#102 Guest_LoriVarney_*

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Inviato 23 gennaio 2008 - 10:45

Immagine inserita
Stay [2005]


di Marc Forster
con Ewan McGregor, Ryan Gosling, Naomi Watts


Uno psichiatra (McGregor) prende in cura un ragazzo (Gosling) sopravvissuto ad un incidente stradale, e lentamente si ritrova fare parte sempre di piu' del mondo fatto di allucinazioni del suo paziente.


Non avevo nemmeno mai sentito nominare questo film fino a quando mi e' stato prestato il dvd e detto "guardalo, e' bello".
Che sorpresa! Fin da subito sono stata catturata dalla storia, dall'interazione tra McGregor e Gosling (quest'ultimo in particolare talmente convincente da far paura) e dagli effetti visivi. C'e' una tensione costante, e gli sviluppi della trama sono sempre originali e mai banali. Piu' mi addentravo nel film piu' avevo la sensazione di stare assistendo ad un capolavoro! E mi sono detta: "com'e' possibile che io non ne avessi mai sentito parlare!?!??!?".

[(SEMI-SPOILER)
Poi, verso la fine, quando gli intrecci si sono fatti sempre piu' ricorrenti, ho cominciato a capire come sarebbe andata a finire, e la tensione e' scesa. Alla fine mi sono ritrovata in bilico... La sensazione di aver assisistito ad un capolavoro e' svanita e mi sono sentita un po' tradita:

[(FULL-SPOILER!)]
Ok, niente di cio' che ha costiuito il film e' veramente accaduto. Era tutto nell'immaginazione di Gosling, che, negli istanti post-incidente, crea questa realta' in cui ci infila le persone che sta vedendo attorno a se', radunatesi per soccorrerlo, in cui si interroga sulla sua colpevolezza e sul lasciarsi morire o meno.
Pero' e' anche vero che, prima di scoprire la verita', il film mi ha regalato emozioni forti, inquietanti, bellissime, e non mi andava di ignorarle. Ho rianalizzato il film nella mia testa e mi sono accorta di quanto accurate fossero molte delle istanze che a prima vista mi sembrarono casuali, nell'ottica di una persona che sta sognando, e nel sogno sta cercando di capire se sara' perdonato per quallo che ha fatto, se la sua ragazza lo sposera', se suo padre l'abbia mai veramente capito, se ora valga la pena vivere.

In sostanza, si', la totalita' del film non e' ma accaduta, ma "non e' accaduta" in modo bellissimo.

[(/SPOILER)]

un film da vedere e rivedere, curato nei minimi particolari, in cui perfino i piu' piccoli dettagli sono utili a comporre il mosaico finale. Dettagli che sono dissemitati ovunque, e mi chiedo quanti di essi io sia stata in grado di afferrare alla mia prima visione.
...Mi sovviene ora la sua similarita' con Mulholland Drive!
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#103 Guest_vegeta_*

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Inviato 23 gennaio 2008 - 11:05

Immagine inserita
Stay [2005]


di Marc Forster
con Ewan McGregor, Ryan Gosling, Naomi Watts

un film da vedere e rivedere


Sorry, l'ho trovato orribile. Nonostante cast e regista in gamba
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#104 Guest_LoriVarney_*

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Inviato 23 gennaio 2008 - 11:48


Sorry, l'ho trovato orribile. Nonostante cast e regista in gamba


Addirittura orribile?
Come mai? Sono curiosa di questa divergenza...
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#105 Guest_vegeta_*

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Inviato 23 gennaio 2008 - 13:25



Sorry, l'ho trovato orribile. Nonostante cast e regista in gamba


Addirittura orribile?
Come mai? Sono curiosa di questa divergenza...


Mi è parso il solito film up to date, che cavalca l'onda delle pellicole a finale a sorpresa, in cui per tre quarti non si capisce nulla, e alla fine nulla è ciò che sembra. Diciamo che è arrivato con estremo ritardo rispetto ai vari "Mulholland Dr.", "Fight Club", "Memento" ecc...ma a parte questo l'ho trovato pure noioso, poco coinvolgente, con inutili virtuosismi visivi da spot pubblicitario, musiche fighette (ricordo una sequenza coi Massive Attack) e un cast di bravi attori che qui però si impegnano poco.

Ripeto però, Marc Forster mi piace come regista, consiglio a chi non li ha ancora visti "Monster's Ball" e "Vero come la finzione".


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#106 RandolphCarter

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Inviato 23 gennaio 2008 - 20:19




Sorry, l'ho trovato orribile. Nonostante cast e regista in gamba


Addirittura orribile?
Come mai? Sono curiosa di questa divergenza...


Mi è parso il solito film up to date, che cavalca l'onda delle pellicole a finale a sorpresa, in cui per tre quarti non si capisce nulla, e alla fine nulla è ciò che sembra. Diciamo che è arrivato con estremo ritardo rispetto ai vari "Mulholland Dr.", "Fight Club", "Memento" ecc...ma a parte questo l'ho trovato pure noioso, poco coinvolgente, con inutili virtuosismi visivi da spot pubblicitario, musiche fighette (ricordo una sequenza coi Massive Attack) e un cast di bravi attori che qui però si impegnano poco.

Ripeto però, Marc Forster mi piace come regista, consiglio a chi non li ha ancora visti "Monster's Ball" e "Vero come la finzione".



L'ho visto al cinema quand'era uscito quindi non ce l'ho molto presente, tuttavia ricordo belle atmosfere, sì forse un po' plasticoso e autocompiaciuto.
Comunque l'idea o il "colpo di scena" di base è la stessa di [possibile SPOILER]        Jacob's Ladder          [/possibile SPOILER], o sbaglio?
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The sound of something important disappearing.

#107 Guest_LoriVarney_*

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Inviato 23 gennaio 2008 - 22:55

Comunque l'idea o il "colpo di scena" di base è la stessa di [possibile SPOILER]        Jacob's Ladder           [/possibile SPOILER], o sbaglio?


non sbagli  ;D
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#108 nicholas_angel

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Inviato 24 gennaio 2008 - 13:26

I Viceré
Immagine inseritaDi Roberto Faenza con Alessandro Preziosi, Cristina Capotondi, Lando Buzzanca
Incredibile. Nonostante il mattone di De Roberto, il film è un capolavoro del genere con un grande cast...  :DAh,ah scherzavo, questo è pure peggio del libro, almeno quello aveva un sottile cinismo nei confronti della politica del tempo, che rimane attuale ancora adesso. Faenza è il peggio del peggio, ancora paggio di parenti, Vanzina e company. Si autocompiace di sé, si crede al livello dei grandi maestri (andatelo a sentire nei cineforum e sparategli per favore) ma il suo cinema è fiction con la f minuscola (ricordiamoci che anche la meglio gioventù è stata concepita dapprima come fiction). Peggio di Elisa di Rivombrosa, di cui abbiamo il protagonista nel ruolo di Consalvo. Cristina Capotondi sembra uscita da Notte prima degli esami e Lando Buzzanca è irritante per la sua gigioneria. Manco fosse Nicholson. Musiche banali (inseriamoci pure Lacrymosa va'), scenografie viscontiniane ma di cattivo gusto.
Il cinema italiano è morto? Non generalizziamo, ma qui siamo nel clima da tv-canale 5 di pomeriggio. Si salva qualche comprimario, attore di teatro ( come l'attore che interpreta Don Blasco identico a come lo immaginavo). Peccato perché l'inizio prometteva bene: i primi due minuti diciamo...
3/4

Riguardo al libro io non sono andato oltre pagina 400.
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#109 corey

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Inviato 31 gennaio 2008 - 09:04

Immagine inserita

The Railroad (2007) di Park Heung-sik

Un uomo sale su un treno e si addormenta. Una donna sale sullo stesso treno e si addormenta. Lui è Man-soo, conducente di metropolitana in permesso dopo un incidente sul lavoro. Lei è Hanna, lettrice universitaria in piena confusione mentale in seguito a un trauma sentimentale. Si risvegliano alla stazione di Imjingang (52 km a nord di Seoul, 209 a sud di Pyongyang), ultima fermata prima della Zona Demilitarizzata  e, causa violenta nevicata, nessun taxi è disponibile…

La distanza come espressione sentimentale, è questa la chiave di lettura di The Railroad, opera seconda di Park Heung-sik presentata al 25° Torino Film Festival, dove ha ottenuto due importanti riconoscimenti: il premio per il miglior attore al protagonista maschile (Kim Kang-woo) e il Premio Fipresci. In The Railroad i sentimenti nascono da chi gira le spalle: un film sulla fragilità, soggetto meno frequente di quanto si immagini.
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i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#110 popten

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Inviato 31 gennaio 2008 - 11:14

Immagine inserita

The Railroad (2007) di Park Heung-sik

Un uomo sale su un treno e si addormenta. Una donna sale sullo stesso treno e si addormenta. Lui è Man-soo, conducente di metropolitana in permesso dopo un incidente sul lavoro. Lei è Hanna, lettrice universitaria in piena confusione mentale in seguito a un trauma sentimentale. Si risvegliano alla stazione di Imjingang (52 km a nord di Seoul, 209 a sud di Pyongyang), ultima fermata prima della Zona Demilitarizzata  e, causa violenta nevicata, nessun taxi è disponibileâ?¦

La distanza come espressione sentimentale, è questa la chiave di lettura di The Railroad, opera seconda di Park Heung-sik presentata al 25° Torino Film Festival, dove ha ottenuto due importanti riconoscimenti: il premio per il miglior attore al protagonista maschile (Kim Kang-woo) e il Premio Fipresci. In The Railroad i sentimenti nascono da chi gira le spalle: un film sulla fragilità, soggetto meno frequente di quanto si immagini.


dal tema illustrato e dall'immagine allegata , mi sembra un film di stampo 'classico', confermi? (no, è che mi incuriosisce ma vorrei capire, perchè personalmente non amo particolarmente quel cinema orientale occidentalizzato tipo chessò chan woo park o anche wong kar wai, almeno non quanto il primo Zhang Yimou o Tsai Ming-liang)
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#111 corey

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Inviato 31 gennaio 2008 - 14:15

L'etichetta "classico" (come quella speculare di "moderno" del resto) mi ripugna, sicché non confermo né smentisco.
Cercherei altrove per definire il film: per quanto riguarda il voltaggio emotivo guarderei alla tradizione mélo coreana (molto forte e radicata anche se personalmente la conosco pochissimo), mentre per la rarefazione stilistica, in mancanza di meglio, chiamerei in causa cineasti quali Kim Jee-woon o Song Il-gon (ma sono convinto che si potrebbero e dovrebbero trovare riferimenti molto più pertinenti). Considera inoltre che ci troviamo di fronte a un film che ha un'impronta raffinata ma non altezzosa o sprezzantemente estetizzante, il che, ai miei occhi, lo rende un oggetto interessantissimo.
Insomma, almeno a mio avviso, The Railroad va collocato senza mezzi termini nel sistema culturale di provenienza: di "occidentalizzato" ha ben poco nello sguardo e nella grammatica sentimentale, non è come i blockbuster coreani (che comunque in quanto a complessità e ricchezza niente hanno a che vedere con quelli a stelle e strisce) tipo JSA di Park Chan-wook o The Host di Bong Joon-ho. E' un tipico mélo coreano (vale a dire "smorzato, fiammeggiante e dolentissimo") che gioca di sponda con le metafore della separazione per parlare (anche) della divisione nazionale. E d'altro canto questo allegorizzare (e sublimare) il dolore della separazione nei destini di due anime sole è caratteristico della declinazione coreana del genere. Ancora più caratteristico (ma non è questo il caso) è poi l'utilizzo delle figure e dei corpi femminili come metafore di un paese maltrattato e umiliato (si dice addirittura che la penisola coreana abbia un profilo femminile).
Per inciso neanch'io amo particolarmente Park Chan-wook, fatta eccezione per il magnifico Sympathy for Lady Vengeance, che considero indubbiamente il suo capo d'opera.
Se però ti interessa davvero il cinema coreano in generale e The Railroad in particolare, dal 7 al 15 marzo a Firenze ci sarà il sesto Samsung Korea Film Fest, dove il film di Park Heung-sik verrà proiettato.
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#112 popten

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Inviato 31 gennaio 2008 - 14:34

L'etichetta "classico" (come quella speculare di "moderno" del resto) mi ripugna, sicché non confermo né smentisco.
Cercherei altrove per definire il film: per quanto riguarda il voltaggio emotivo guarderei alla tradizione mélo coreana (molto forte e radicata anche se personalmente la conosco pochissimo), mentre per la rarefazione stilistica, in mancanza di meglio, chiamerei in causa cineasti quali Kim Jee-woon o Song Il-gon (ma sono convinto che si potrebbero e dovrebbero trovare riferimenti molto più pertinenti). Considera inoltre che ci troviamo di fronte a un film che ha un'impronta raffinata ma non altezzosa o sprezzantemente estetizzante, il che, ai miei occhi, lo rende un oggetto interessantissimo.
Insomma, almeno a mio avviso, The Railroad va collocato senza mezzi termini nel sistema culturale di provenienza: di "occidentalizzato" ha ben poco nello sguardo e nella grammatica sentimentale, non è come i blockbuster coreani (che comunque in quanto a complessità e ricchezza niente hanno a che vedere con quelli a stelle e strisce) tipo JSA di Park Chan-wook o The Host di Bong Joon-ho. E' un tipico mélo coreano (vale a dire "smorzato, fiammeggiante e dolentissimo") che gioca di sponda con le metafore della separazione per parlare (anche) della divisione nazionale. E d'altro canto questo allegorizzare (e sublimare) il dolore della separazione nei destini di due anime sole è caratteristico della declinazione coreana del genere. Ancora più caratteristico (ma non è questo il caso) è poi l'utilizzo delle figure e dei corpi femminili come metafore di un paese maltrattato e umiliato (si dice addirittura che la penisola coreana abbia un profilo femminile).
Per inciso neanch'io amo particolarmente Park Chan-wook, fatta eccezione per il magnifico Sympathy for Lady Vengeance, che considero indubbiamente il suo capo d'opera.
Se però ti interessa davvero il cinema coreano, dal 7 al 15 marzo a Firenze ci sarà il sesto Samsung Korea Film Fest...

comprendimi, stando al lavoro non ho trovato di meglio per cercare di spiegarmi sinteticamente..! e poi con le parole in generale faccio fatica.
Comunque ad occhio e croce dovrebbe piacermi esteticamente, e già è un buon inizio.

Sympathy for Lady Vengeance dici, che è Lady Vendetta giusto? a me francamente non è piaciuto esteticamente, menter chiaramente alcune sequenze mi hanno colpito. in generale, non provo particolare simpatia per i film troppo espliciti, specie poi se ad essere esplicita è la violenza. le eccezioni poi è chiaro ci sono sempre!

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#113 corey

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Inviato 31 gennaio 2008 - 14:48

Ecco, su questo posso rassicurarti: in The Railroad di esplicito c'è pochissimo. Anzi, uno degli aspetti più rilevanti e affascinanti del film è proprio la reticenza. Le informazioni, almeno fino a un certo punto, vengono dispensate col contagocce. E' un sapere distillato quello che arriva allo spettatore: il gioco non è virtuosistico perché viene recuperato emotivamente in un finale così cristallino e generoso da mettere i brividi. Non esito a confessare che ho pianto calde lacrime. Non so se ti piacerebbe, ma senz'altro non lo tacceresti di "occidentalismo" (brutta accusa, lasciamelo dire).

Di SFLV ho parlato soltanto per puntualizzare che è il solo film di Park ad avermi entusiasmato, gli altri non mi sono certo dispiaciuti ma non li incenserei più di tanto. Comunque The Railroad col cinema di Park Chan-wook non ha assolutamente niente a che fare. Ma proprio assolutamente. Né col cinema degli altri cineasti asiatici che hai citato: personalmente non accosterei il cinema di Taiwan a quello coreano, neanche per esigenze di chiarezza. Ma non voglio fare il rompicazzo a tutti i costi, è ok per me :)
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#114 popten

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Inviato 31 gennaio 2008 - 14:55

...ma senz'altro non lo tacceresti di "occidentalismo" (brutta accusa, lasciamelo dire).

ma non è affatto un'accusa! solo una constatazione oggettiva, che poi può piacere o meno e a me la cosa non piace. d'altronde,voglio dire,è anche una conseguenza dell'occidentalizzazione(...) di molte aree orientali. è chiaro che chi fa film impontati sulla realtà che vive, necessariamente filma delle immagini di un certo tipo. il punto è che a me questo non interessa, ma è un fatto mio, non direi che è un'accusa o discriminante;o almeno se lo è lo è solo per me..!
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#115 Aurora

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Inviato 31 gennaio 2008 - 14:57

I am Legend , è ooooooooooooooooooooooooorenddo!!!
"che gente frequento" - mi sono chiesta quando mi hanno costretta a scaricarlo dal mulo... .. . my god!
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#116 corey

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Inviato 31 gennaio 2008 - 16:10

I am Legend , è ooooooooooooooooooooooooorenddo!!!
"che gente frequento" - mi sono chiesta quando mi hanno costretta a scaricarlo dal mulo... .. . my god!


E tu scarica loro, è più semplice. Esiste il supevamento.
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#117 corey

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Inviato 31 gennaio 2008 - 16:15


...ma senz'altro non lo tacceresti di "occidentalismo" (brutta accusa, lasciamelo dire).

ma non è affatto un'accusa! solo una constatazione oggettiva, che poi può piacere o meno e a me la cosa non piace. d'altronde,voglio dire,è anche una conseguenza dell'occidentalizzazione(...) di molte aree orientali. è chiaro che chi fa film impontati sulla realtà che vive, necessariamente filma delle immagini di un certo tipo. il punto è che a me questo non interessa, ma è un fatto mio, non direi che è un'accusa o discriminante;o almeno se lo è lo è solo per me..!


constatazioni oggettive, occidentalizzazioni, immagini di un certo tipo... non ti seguo più, ma, ribadisco, è ok per me.  ;)
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#118 nicholas_angel

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Inviato 01 febbraio 2008 - 11:27

The Savages di Tamara Jenkins (rigorosamente in v.o.)
Con Laura Linney, Philip Seymour Hoffman, Philip Bosco
Ecco un altro film statunitense che tratta temi 'atipici' sulla scia de Il calamaro e la balena di Baumbach.
La storia dei due fratelli che si ritrovano per affrontare la demenza del padre che scrive con la propria merda sui muri(...) è amarissima, a tratti ricorda il cinema di Cassavetes -per il realismo cinematografico-, altrimenti Le invasioni barbariche di Arcand, con alcune scene surreali/grottesche di derivazione wesandersoniana (come quella del cuscino rosso).
Non si ride a crepapelle, si sorride più che altro, per soffocare quel senso di malinconia reale legata al distacco dai propri cari, alla difficoltà di esprimere i propri sentimenti, ecc.
Happy ending assicurato, ma siamo comunque lontani dai toni solari di Little miss sunshine e compagnia bella. La Linney è candidata all'oscar, ma io le preferisco i due comprimari maschili, soprattutto la 'rivelazione' Philip Bosco (altro che Alan Arkin).

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#119 nicholas_angel

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Inviato 02 febbraio 2008 - 11:23

The crazies (la città verrà distrutta all'alba)- di George A. Romero con attori sconosciuti
Con la febbre che sale pian piano da 37 a 38,5, la cosa migliore da fare è vedersi un bel film su un virus che rende la gente pazza con l'esercito che tenta di mettere a posto la situazione. Si respira lo stesso clima di paranoia post-11 settembre che si ritrova anche ne La terra dei morti viventi, ma il film è degli anni '70. Un pugno nello stomaco, con poco splatter (ma quando c'è, è efficace), personaggi reali, con una psicologia ben definita e una riflessione sulla politica statunitense che piacerebbe tanto a Bush.
L'ho visto in inglese senza sottotitoli e viste le mie condizioni non ho afferrato tutto... ad ogni modo The crazies è angosciante, anche se con alcune scene divertenti come quella della nonna che uccide il soldato, le pecore che corrono mentre arriva l'esercito... Non è che Tim Burton si sia ispirato un pochino per il suo Mars attacks?
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#120 nicholas_angel

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Inviato 02 febbraio 2008 - 21:08

Pensare che oggi mi sono rivisto quel capolavoro di Romero, Dawn of the dead. :)
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#121 nicholas_angel

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Inviato 03 febbraio 2008 - 16:07

Visti ieri dopo Zombie
Una notte all'opera dei Fratelli Marx
Divertimento allo stato puro come in ogni film dei tre fratelli (Zeppo e l'altro non ci sono più): è sempre un piacere poi sentire le battute di quel Groucho che Sclavi tenta miseramente di imitare nella sua famosa serie di fumetti. Oltre a un'efficace ricostruzione del mondo dell'opera, il film vale per i virtuosismi musicali di Harpo e Chico che qui si mostrano al loro meglio (musicalmente parlando... sono sempre in gran forma quando recitano). Bellissima la scena dell'ordinazione nella nave... mi raccomando 2 uova molto sode.

Ecceziunale veramente di Carlo Vanzina :-X con Diego Abatantuono
Sarà pure una cazzata, ma Diego Abatantuono è un mostro di bravura: come dice Morandini, vale più del film. Spassosissima la scena svolta a Parigi... Certo che è proprio una bella cittadina, Parigi... Certo non è Ascoli, non è Foggia, ma è proprio una bella cittadina

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#122 ergen

    Roadie

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Inviato 03 febbraio 2008 - 18:35

Se però ti interessa davvero il cinema coreano dal 7 al 15 marzo a Firenze ci sarà il sesto Samsung Korea Film Fest



arrrgh, vedi che me l'ero già dimenticato!!
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#123 Mia

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Inviato 03 febbraio 2008 - 19:14

Planet Terror (2007) di Robert Rodriguez.

Finalmente recuperato il secondo film del dittico firmato Tarantino - Rodriguez.
L'avessi visto 5,6 anni fa, avrei detto che si tratta di una stronzata colossale. Non che nel frattempo io mi sia dedicata allo studio e alla visione del cinema di genere dagli anni '60 ad oggi, anzi, il materiale è a dir poco sterminato e io non l'ho praticamente mai bazzicato. Questa breve premessa per dire che, nonostante il film non sia, almeno secondo me, all'altezza del capolavoro di Tarantino, mi è sembrato una vera e propria genialata, uno scatenata dimostrazione di humor, fantasia e ritmo. Fenomenale il trailer iniziale del film Machete, così come è fenomenale Quentin nel ruolo del laido schifoso marine contagiato.  Un'altra finestra aperta su un mondo (il cinema di genere, e di idee) che ho sempre più voglia di scoprire.
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#124 Homer

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Inviato 03 febbraio 2008 - 19:43

Ma infatti il film di Rodriguez è divertente!
E, magari qualcuno mi lincerà, per me è questo il vero film grind.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#125 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 03 febbraio 2008 - 19:59

Ma anche no...cioè, volendo stare a fare i puntigliosi, Rodriguez ha fatto un lavoro formalmente e sostanzialmente più aderente all'obiettivo rispetto a Tarantino...mentre Quentin, come al solito, dice che omaggia un genere, ma alla fine continua ad andare per la sua strada (che è una strada che nessuno ha mai praticato prima e nessuno riesce tuttora a emulare), Robert ha realmente riplasmato il genere grind..
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#126 Haggard

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Inviato 04 febbraio 2008 - 00:58

Torniamo al cinema (che sentire gridare al capolavoro per Planet Terror mi fa venire i brividi, lì l'esercizio metacinematografico è ancora più sterile che in Death Proof):

Immagine inserita

The Yakuza, di Sidney Pollack, 1975. Un thriller violento (violentissimo per l'epoca), ma anche e soprattutto un commovente percorso d'avvicinamento fra due uomini divisi da tutto, da due culture e da due storie agli antipodi, che fra un bagno di sangue e l'altro riescono ad instaurare un'amicizia fondata un senso dell'onore estremo, fatta di silenzi e di dolore interiorizzato. Attori bravissimi  e una sceneggiatura non invasiva, vecchio stampo, contribuiscono a definire i tratti di un film memorabile.
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#127 corey

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Inviato 04 febbraio 2008 - 06:39

Grandissimo film, Vanquish, mi hai fatto venire una gran voglia di rivederlo!

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Traces of Love (2006) di Kim Dae-sung

Ecco un altro mélo coreano che declina una storia d'amore impossibile rimandando, per via di metafora, alla separazione nazionale. A differenza del ben più interessante The Railroad, questo Traces of Love, terzo film di Kim Dae-sung (già autore di Bungee Jumping of Their Own e Blood Rain), parte da un evento reale per tracciare una parabola universale sulla possibilità di curare le ferite d'amore tramite il movimento (letterale e metaforico). Lo spunto reale è il crollo, avvenuto nel giugno del 1995, del Sampoong Department Store di Seoul: una catastrofe che ha causato 501 vittime, 6 dispersi e 937 feriti.

Nella finzione del film, la tizia che doveva sposarsi col bellimbusto della locandina crepa sotto le macerie. E lui si sente in colpa assai perché, costretto a trattenersi sul posto di lavoro, le ha suggerito di aspettarlo proprio nel caffè sotterraneo del centro commerciale. Dopo la morte di lei, egli è sempre più incazzato e, siccome fa il procuratore, il suo obiettivo diventa quello di fare il culo ai responsabili diretti e indiretti del crollo (chiara proiezione del proprio senso di colpa). Ovviamente viene fermato sul più bello dal suo superiore e, ironia della sorte, si becca anche le uova marce dell'opinione pubblica, che lo accusa di essere il principale artefice della sentenza-farsa che sostanzialmente assolve cani e porci.

Poi la trama continua in modo sempre più sorprendente: spuntano le suore ninja e le carote giganti che guidano i motorini con la sella lunga. Ma non vorrei dislocarvi oltre.
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#128 popten

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Inviato 04 febbraio 2008 - 08:24

L'ombra del passato - di Edward Dmytryk - 1944
con Dick Powell; Claire Trevor; Anne Shirley; Otto Kruger.


non sono un grande amante dei noir. intendo dire che dei vari noir che ho visto solo alcuni mi hanno veramente lasciato qualcosa (penso a L'Infernale Quinlan di Welles, Il grande Caldo di Lang) mentre molti altri li ho 'solo' apprezzati. Questo di Dmytryk lo porrei probabilmente al centro. E dunque lo consiglio caldamente a tutti gli amanti del genere e comunque lo raccomando in generale, perchè è sicuramente un film suggestivo, che grazie ad ottimi regia/fotografia/cast riesce a rendere molto bene una certa atmosfera un po' torbida; la trama è abbastanza intrecciata ma non troppo e quindi si lascia anche ben seguire.
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#129 Homer

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Inviato 04 febbraio 2008 - 09:11

Ma anche no...cioè, volendo stare a fare i puntigliosi, Rodriguez ha fatto un lavoro formalmente e sostanzialmente più aderente all'obiettivo rispetto a Tarantino...mentre Quentin, come al solito, dice che omaggia un genere, ma alla fine continua ad andare per la sua strada (che è una strada che nessuno ha mai praticato prima e nessuno riesce tuttora a emulare), Robert ha realmente riplasmato il genere grind..


Ma lo vedi che abbiamo in fondo detto la stessa cosa? ;)


Torniamo al cinema (che sentire gridare al capolavoro per Planet Terror mi fa venire i brividi, lì l'esercizio metacinematografico è ancora più sterile che in Death Proof)


???
Se qui si usa la parola capolavoro spesso e a proposito, non sono di certo io a farlo.
Io non ho gridato e nemmeno al capolavoro, ho solo detto che è un film divertente.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#130 nicholas_angel

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Inviato 04 febbraio 2008 - 09:58

The Yakuza, di Sidney Pollack, 1975. Un thriller violento (violentissimo per l'epoca), ma anche e soprattutto un commovente percorso d'avvicinamento fra due uomini divisi da tutto(...)


naah, per me uno dei minori di Pollack tra quelli che ho visto (I tre giorni del condor, Corvo rosso non avrai il mio scalpo ad esempio sono autentici capolavori). C'è una freddezza di fondo abbastanza irritante, tipica SOPRATTUTTO dei film di Mann, regista che non apprezzo particolarmente. Grande cast comunque. Passabile. Ho preferito Black Rain più o meno sullo stesso tema
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#131 Jules

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Inviato 04 febbraio 2008 - 10:34

Torniamo al cinema (che sentire gridare al capolavoro per Planet Terror mi fa venire i brividi, lì l'esercizio metacinematografico è ancora più sterile che in Death Proof):


Non vedo perchè un esercizio metacinematografico dovrebbe essere sterile, per favore accettiamo tutti i nostri limiti, i nostri pregiudizi, le nostre idiosincrasie e fermiamoci lì..
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#132 Guest_vegeta_*

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Inviato 04 febbraio 2008 - 10:49


The Yakuza, di Sidney Pollack, 1975. Un thriller violento (violentissimo per l'epoca), ma anche e soprattutto un commovente percorso d'avvicinamento fra due uomini divisi da tutto(...)


naah, per me uno dei minori di Pollack


se vabbè
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#133 nicholas_angel

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Inviato 04 febbraio 2008 - 18:21



The Yakuza, di Sidney Pollack, 1975. Un thriller violento (violentissimo per l'epoca), ma anche e soprattutto un commovente percorso d'avvicinamento fra due uomini divisi da tutto(...)


naah, per me uno dei minori di Pollack


se vabbè


bang bang
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#134 popten

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Inviato 08 febbraio 2008 - 09:53

OASIS. COREA 2002 di Lee Chang-dong con Sol Kyung-gu, Moon So-ri

Un film coreano del 2002 che Capajanca insiste per farmi vedere? 'mi ha riempito il cuore di gioia, lo devi vedere al più presto!'.
Sapendo che lui è assolutamente avverso a molto cinema asiatico moderno, da queste sue parola mi prefiguro un film sullo stile di kurosawa,ozu.
Invece non sarà casì, Oasis è un film che a me lascia principalmente un senso del dramma addosso. Ho capito però cosa intendeva per 'mi ha riempito il cuore di gioia', perchè è sicuramente un film che va a toccare gli animi sensibili. Il tema che tratta è un rapporto tra emarginati, un disadattato e una portatrice di handicap. Il tutto con una forte accusa alla società contemporanea, finto-perbenista e indifferente, che discrimina le diversità. Con di tanto in tanto dei momenti 'onirici' per spezzare il tutto. Grande coppia di attori, la regia è molto bella, il film offre delle sequenze stupende. C'è forse un eccessivo senso del dramma-non si scade mai però nel melò, tuttaltro-.
Lo raccomando anche io!
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#135 corey

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Inviato 08 febbraio 2008 - 11:38

OASIS. COREA 2002 di Lee Chang-dong con Sol Kyung-gu, Moon So-ri

Un film coreano del 2002 che Capajanca insiste per farmi vedere? 'mi ha riempito il cuore di gioia, lo devi vedere al più presto!'.
Sapendo che lui è assolutamente avverso a molto cinema asiatico moderno, da queste sue parola mi prefiguro un film sullo stile di kurosawa,ozu.
Invece non sarà casì, Oasis è un film che a me lascia principalmente un senso del dramma addosso. Ho capito però cosa intendeva per 'mi ha riempito il cuore di gioia', perchè è sicuramente un film che va a toccare gli animi sensibili. Il tema che tratta è un rapporto tra emarginati, un disadattato e una portatrice di handicap. Il tutto con una forte accusa alla società contemporanea, finto-perbenista e indifferente, che discrimina le diversità. Con di tanto in tanto dei momenti 'onirici' per spezzare il tutto. Grande coppia di attori, la regia è molto bella, il film offre delle sequenze stupende. C'è forse un eccessivo senso del dramma-non si scade mai però nel melò, tuttaltro-.
Lo raccomando anche io!


Grandissimo film! Ne approfitto per segnalare anche l'ultimo film di Lee Chang-dong, quel Secret Sunshine che è valso il premio per la miglior attrice a Cannes a Jeon Do-yeon e che secondo alcuni è un mezzo passo falso. A me è sembrato un film di una bellezza terrificante, col finale più polverizzante che abbia mai visto. Da recuperare in ogni modo (anche perché c'è quell'adorabile cialtrone di Song Kang-ho come coprotagonista)!
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#136 popten

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Inviato 08 febbraio 2008 - 11:47

Grandissimo film! Ne approfitto per segnalare anche l'ultimo film di Lee Chang-dong, quel Secret Sunshine che è valso il premio per la miglior attrice a Cannes a Jeon Do-yeon e che secondo alcuni è un mezzo passo falso. A me è sembrato un film di una bellezza terrificante, col finale più polverizzante che abbia mai visto. Da recuperare in ogni modo (anche perché c'è quell'adorabile cialtrone di Song Kang-ho come coprotagonista)!

Questo mi è piaciuto hai visto?!!!!
banalizzando, i temi trattati in molto cinema orientale moderno che ho visto sono tutti temi 'difficili', cose tragiche della società moderna. immagino che sia così perchè loro boh forse sono stati 'investiti' da un profondo cambiamento.
però io noto una differenza tra lo stile che si usa per rappresentare queste situazioni. questo oasis quindi lo affianco più a Tsai Ming-liang che a chan woo park per esempio.
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#137 Aurora

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Inviato 08 febbraio 2008 - 12:03

corey,ma come racconti le trame? lol
anch'io sono una grande divoratrice di film coreani. :)

ieri però ho visto "Cemento Armato" - di Martani,con N.Vaporidis e G.Faletti.
un noir all'italiana.carino.

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#138 corey

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Inviato 08 febbraio 2008 - 12:11


Grandissimo film! Ne approfitto per segnalare anche l'ultimo film di Lee Chang-dong, quel Secret Sunshine che è valso il premio per la miglior attrice a Cannes a Jeon Do-yeon e che secondo alcuni è un mezzo passo falso. A me è sembrato un film di una bellezza terrificante, col finale più polverizzante che abbia mai visto. Da recuperare in ogni modo (anche perché c'è quell'adorabile cialtrone di Song Kang-ho come coprotagonista)!

Questo mi è piaciuto hai visto?!!!!
banalizzando, i temi trattati in molto cinema orientale moderno che ho visto sono tutti temi 'difficili', cose tragiche della società moderna. immagino che sia così perchè loro boh forse sono stati 'investiti' da un profondo cambiamento.
però io noto una differenza tra lo stile che si usa per rappresentare queste situazioni. questo oasis quindi lo affianco più a Tsai Ming-liang che a chan woo park per esempio.


ho visto ho visto. credo anch'io che la trasformazione sia la chiave di lettura  adatta, almeno per il cinema coreano (per le altre realtà limitrofe non mi sbilancio perché le conosco un po' meno): dai primi anni '90 ad oggi (le recentissime elezioni hanno però visto il ritorno alla presidenza si un conservatore) la società coreana ha subito mutamenti epocali e il cinema ha senz'altro riscritto questi cambiamenti inserendoli in una sensibilità estetica dai tratti originalissimi. per intenderci, diversamente dalla grammatica sentimentale genericamente orientale basata sul pudore e sulla sottrazione, il cinema coreano ha un'intensità drammatica straordinariamente diretta. questa "violenza emotiva" è forse il tratto macroscopico che lo caratterizza e che a mio avviso lo rende più compatibile con gli schemi culturali occidentali. è un'ipotesi la mia, ma è il motivo per cui mi riesce sempre difficile assimilare film coreani ad altri film "orientali" (aggettivo davvero troppo generico), quand'anche si possano riscontrare affinità di qualsiasi tipo (come fai tu accostando il film di lee al cinema di tsai ming-liang). è un'analogia che rispetto (eccimancherebe!) ma che non condivido affatto: secondo me tra il cinema di lee chang-dong (di cui a dire il vero ho visto soltanto questi due film) e quello di tsai (che invece conosco pressoché integralmente, tranne I Don't Want to Sleep Alone) non ci sono grandi affinità. almeno io non le vedo.
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#139 corey

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Inviato 08 febbraio 2008 - 12:21

corey,ma come racconti le trame? lol
anch'io sono una grande divoratrice di film coreani. :)

ieri però ho visto "Cemento Armato" - di Martani,con N.Vaporidis e G.Faletti.
un noir all'italiana.carino.


aurora, mica intendevo raccontare la trama!  ;D

La sinossi di Secret Sunshine, se proprio la vuoi leggere, è la seguente. Rimasta vedova di recente, una donna si trasferisce col figlio nel paese natale del marito (centro che si chiama Milyang, "segreto splendore") come atto di devozione nei confronti del marito scomparso. Qui tenta di rifarsi una vita e integrarsi nella comunità, aprendo una scuola di piano. Nei suoi tentativi di integrazione è aiutata da un uomo che mostra subito un certo interesse per lei, ma che lei sostanzialmente tiene alla larga. Una sera la donna esce con delle amiche per distrarsi e socializzare un po', lasciando il figlioletto a casa, ma quando rientra questo non c'è più: è stato rapito. Per riaverlo dovrà pagare un pesantissimo riscatto...

Non svelo altro per ovvi motivi.

E' chiaro adesso?  ;)
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#140 corey

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Inviato 08 febbraio 2008 - 12:35

stavo leggendo "Traces of Love" ,lol.
la tizia
bellimbusto
crepa
incassao
mi hai fatto morir dal ridere.  :D


;D
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#141 popten

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Inviato 08 febbraio 2008 - 13:11

...secondo me tra il cinema di lee chang-dong (di cui a dire il vero ho visto soltanto questi due film) e quello di tsai (che invece conosco pressoché integralmente, tranne I Don't Want to Sleep Alone) non ci sono grandi affinità. almeno io non le vedo.

ed io credo che tu abbia probabilmente ragione, per il semplice fatto che io sono decisamente ignorante sul cinema orientale. ho scritto questo semplicemente perchè molto banalmente ho pensato alle sezioni di 'intermezzo/sogno' che ho visto in questo film e nei film di tsaiml che ho avuto il piacere di vedere -il buco,il gusto dell'anguria-
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#142 corey

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Inviato 08 febbraio 2008 - 13:23


...secondo me tra il cinema di lee chang-dong (di cui a dire il vero ho visto soltanto questi due film) e quello di tsai (che invece conosco pressoché integralmente, tranne I Don't Want to Sleep Alone) non ci sono grandi affinità. almeno io non le vedo.

ed io credo che tu abbia probabilmente ragione, per il semplice fatto che io sono decisamente ignorante sul cinema orientale. ho scritto questo semplicemente perchè molto banalmente ho pensato alle sezioni di 'intermezzo/sogno' che ho visto in questo film e nei film di tsaiml che ho avuto il piacere di vedere -il buco,il gusto dell'anguria-


So che è superfluo e ridondante ribadirlo, ma trovo più che sensato fare analogie di qualsiasi tipo. Sicché ben vengano le tue considerazioni, permettono di dialogare e confrontare i punti di vista. Vabbè per oggi sono stato lapalissiano a sufficienza :)
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#143 Guest_Oyuki_*

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Inviato 09 febbraio 2008 - 11:36

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Dopo la visione di Cloverfield l'altra sera, ho deciso di dare un'altra possibilità a questi "mostri" venuti dall'acqua e mi sono vista The Host, horror-monster movie uscito nel 2006 e diretto dallo stesso regista di Memories of murder, Joon-ho Bong.

Un patologo americano ordina al suo assistente coreano di rovesciare un centinaio di bottiglie di formaldeide nello scarico, dopo qualche anno, nel fiume Han (Seoul) viene trovato da dei pescatori una creaturina malformata che, però, riesce a scappargli. Dopo qualche anno ancora, ecco che dal fiume esce un vero e proprio mostro, a caccia di vittime con una famiglia in particolare che sarà al centro della vicenda.
Non racconto di più per non rovinarvi il film.

A me è piaciuto abbastanza, direi che per il genere gli darei anche un 7, se proprio vogliamo parlare di voti.

Questo il trailer:
http://www.apple.com...hehost/trailer/

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#144 thom

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Inviato 09 febbraio 2008 - 17:08

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Amsterdamned, Dick Maas, Olanda [1987], 105'

Dietro un titolo così geniale non può che nascondersi un thriller/poliziesco altrettanto geniale.
I canali di Amsterdam sono popolati da un pazzo maniaco che spunta improvvisamente fuori dall'acqua e accoltella senza pietà le sue vittime. Gli sparano addosso, anche in testa, per tutto il film, ma lui è sempre vivo.
Il film per interpretazioni e fotografia sembra una puntata troppo lunga di Rex.
L'inseguimento finale tra motoscafi raggiunge vette di demenzialità eccelse (durante la corsa compaiono gli ostacoli più topici possibili, dai canoisti, a orde di turisti in pedalò, passando per una banda di studenti che suona nel canale più lercio di Amsterdam).

Un film squisitamente suicida.
Da vedere solo in caso di intossicazione alimentare.
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#145 corey

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Inviato 09 febbraio 2008 - 23:33

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Amsterdamned, Dick Maas, Olanda [1987], 105'

Dietro un titolo così geniale non può che nascondersi un thriller/poliziesco altrettanto geniale.
I canali di Amsterdam sono popolati da un pazzo maniaco che spunta improvvisamente fuori dall'acqua e accoltella senza pietà le sue vittime. Gli sparano addosso, anche in testa, per tutto il film, ma lui è sempre vivo.
Il film per interpretazioni e fotografia sembra una puntata troppo lunga di Rex.
L'inseguimento finale tra motoscafi raggiunge vette di demenzialità eccelse (durante la corsa compaiono gli ostacoli più topici possibili, dai canoisti, a orde di turisti in pedalò, passando per una banda di studenti che suona nel canale più lercio di Amsterdam).

Un film squisitamente suicida.
Da vedere solo in caso di intossicazione alimentare.


Se è un film squisitamente suicida, senz'alttro mi piacerà. Provvedo ad intossicarmi e lo vedo.
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#146 Homer

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Inviato 11 febbraio 2008 - 09:16

Boogie Nights - L'altra Hollywood (1997)
Un film di Paul Thomas Anderson, con Burt Reynolds, Julianne Moore, Mark Wahlberg, Philip Seymour Hoffman

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POSSIBILI SPOILER

A metà tra il racconto corale alla Altman ed il cinema di Scorsese (con quei lunghi piani sequenza ed i veloci movimenti di camera), con Boogie Nights  -a differenza del successivo Magnolia (che pure mi era piaciuto, ma che alla luce di questo ora ridimensiono)-  Anderson, oltre ad essere più compatto nel modo di raccontare (spesso c'è unità di luogo e di tempo nelle vicende di tutti i personaggi principali, mentre il secondo risuta più dispersivo), si prende anche meno sul serio e gestisce molte situazioni con la giusta dose di ironia. La possibile "redenzione finale" (tutto pare funzionare per ogni singolo personaggio) però non nasconde una certa amarezza di fondo. Perchè, per esempio, la situazione in cui Anderson ci mostra Wahlberg alla fine (a provare le battute in camerino), è la stessa che ci aveva mostrato all'inizio dell'ascesa (e del conseguente declino artistico e morale) del giovane attore.
Cast a dir poco impressionante: (quasi) tutti bravissimi, da Wahlberg a Hoffman.

Voto: 8
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#147 Jules

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Inviato 11 febbraio 2008 - 16:51

Purtroppo non ho molto tempo per commentare le mie visioni...però ho visto pochi grandissimi film al cinema e molte fetecchie...

Lussuria Premetto che non l'ho rivisto però continuo a ritenerlo un'eccessiva esibizione di perizia calligrafica, fin troppo estremo  (5)

Halloween: the beginning Che Zombie non fosse Carpenter lo sapevamo già, però io mi aspettavo comunque un rilettura intelligente, da vero appassionato...questo stile "horror metal" mi comincia a stufare, come diceva vegeta non so se ha un gran futuro il buon Rob  (5)

Lars e un ragazza tutta sua Allora, primo, Ryan Gosling sta diventando un attorone, peccato che il film suoni un pò troppo Sundance, ormai le commedie americane finto-indipendenti sono più numerose dei tinelli domestici italiani  (5)

Cous Cous basta commenti (anche se nel thread apposito si battibecca di più sui sottotitoli che sul film)  (9)

Io sono leggenda il delitto dell'anno, uno prende un romanzo dalle implicazioni tematiche complesse e variegate e poi lo si utilizza biecamente per la solita baracconata...dovevano farlo dirigere a Romero  (3)

L'allenatore del pallone 2 Oscar per il film più triste del'anno...il cinema italiano continua a sedersi sulla becera cronaca giornaliera, su calciopoli e sulla D'Amico...il volto malinconico di Banfi sembra dire "che tocca fare per campa'"  (1)
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#148 thom

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Inviato 11 febbraio 2008 - 20:22

Allora, primo, Ryan Gosling sta diventando un attorone


Lo è sempre stato.
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#149 Homer

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Inviato 11 febbraio 2008 - 23:29

Lussuria Premetto che non l'ho rivisto però continuo a ritenerlo un'eccessiva esibizione di perizia calligrafica, fin troppo estremo  (5)


Un film ridondante, in cui Ang Lee dimostra chiaramente di avere interesse solo per il lato passionale della storia più che del contesto in cui questa è inserita...e forse anche questo meritava un approfondimento diverso. Un bel compitino svolto con molta eleganza e precisione, ma (scene di sesso a parte) un pò privo di emozioni.
Nota positiva: la bella e bravissima protagonista.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#150 corey

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Inviato 13 febbraio 2008 - 20:23

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Basquiat (1996) di Julian Schnabel.

Film semplicemente insopportabile. Vi è Jean-Michel Basquiat (dinoccolatamente interpretato da Jeffrey Wright) che è identico a Yannick Noah, tanto che ti aspetti una volée o una veronica da un momento all'altro. Invece tocca "sciropparsi" i suoi virtuosismi pittorici un po' dovunque: dai tavolini dei caffè ai vestiti della bistrattata Gina (l'angelica Claire Forlani), passando per una pila di pneumatici (già, perché l'ispirazione dell'artista si manifesta all'improvviso e mica può essere sottoposta a limitazioni). Il film va avanti un po' così, chaplinianamente, punteggiato per giunta da interventi della voce over che ci tengono davvero tanto a spiegarci il senso profondo dell'arte e della libertà.
Cast da capogiro (David Bowie, Benicio Del Toro, Gary Oldman, Dennis Hopper, Christopher Walken + cameo di Willem Dafoe Vincent Gallo Sam Rockwell and so on) e  juke-box ipertrofico (Rolling Stones, The Pogues, Iggy Pop, Miles, Bird, Tom Waits, Psychedelic Furs, John Cale e compagnia cantante), ma di sostanza nemmeno l'ombra. Pare che Schnabel si sia ritratto nel personaggio di Albert Milo, trasportando di peso nel film anche suo padre, sua madre e sua sorella. Cui prodest? Un film non è un raduno familiare né una pattumiera. Reset.
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