Cosa c'è di più cinematografico nel mettere in scena la potenza straniante del cinema nei confronti di chi lo fa sul set, che perde la cognizione di sè e non distingue più (per troppo amore? troppo odio? troppa ingenuità ?) la vita vera dalla vita scritta su un copione? E quale invenzione più efficace per raccontare ciò ci può essere che un copione vero e proprio non scriverlo neanche?
Io vorrei poter dire le stesse cose che dici tu, ma non mi sono minimamente accorta che il film parlasse di questo. Se non ricordo male, dopo circa la metà della prima parte, si parte per la tangente abbandonando del tutto la trama. Solo all'inizio, che infatti mi è piaciuto, ci sono di mezzo un film maledetto da girare, un set e un'attrice che deve interpretare il film, ma poi tutto questo rimane sospeso, si perde, e inizia una sequenza infinita di scene, che per me possono essere riempite di significato solo da parte dello spettatore, con grande sforzo creativo e con un atto di fiducia cieca.
Potrei allora dire che sono io a non aver capito il film, ma secondo me i film di Lynch non vanno capiti, vanno semplicemente guardati e interiorizzati, e INLAND EMPIRE semplicemente è finito dopo i suoi 172 minuti senza lasciarmi niente dentro, a differenza ad esempio di quel capolavoro di Mulholland Drive.
Come dice Lynch in un'intervista che credo di aver visto nei contenuti extra del dvd di Mulholland, il significato dei suoi film è quello che cogliamo intimamente dopo averli visti, è l'impressione che ne abbiamo avuto, non c'è nulla da capire, perché? Semplicemente perché per Lynch è la realtà stessa ad essere così, il modo di raccontare i fatti secondo un determinato ordine logico e cronologico è semplicemente un modo di raccontare, è un artificio della mente umana, che usa ordinare così i fatti per comprenderli, per trasformarli in storie. Le storie di Lynch invece sono diverse, sono raccontate in un altro modo, diciamo pure a flusso di coscienza, mettono in scena dei personaggi e poi li raccontano, mettendo sullo stesso piano sogni, ricordi distorti da più punti di vista, impressioni, cose mai avvenute e paure che fanno parte di questi personaggi, che li rendono quello che vediamo, quello che siamo in grado di apprendere sul loro conto. Invece di dirci Tizia è andata a Hollywood per fare l'attrice e poi i suoi sogni si sono scontrati con la frustrante realtà , portandola quasi alla follia ecc, Lynch fa Mulholland Drive.
Lynch, quando parla del suo cinema, parla molto di Los Angeles, della strana atmosfera di quella città piena di energia, dove tutti vogliono fare successo, dove tutti a loro modo si comportano come se fossero in un set anche quando fanno i benzinai, alcuni vanno travestiti da cowboy o da diva per la strada, sperando che qualcuno li noti e faccia loro un contratto. Anche di questo - dell'importanza di Los Angeles per il nutrimento del suo immaginario â?? Lynch stesso parla in un'intervista.
E' dall'osservazione della realtà , e soprattutto dell'umanità , che la mente straniante dell'autore produce certe visioni, certi personaggi eccentrici e spaventosi. E questa sua sensibilità , unita alla sua arte come regista, mostra, senza spiegarlo (senza volerlo e forse senza neanche saperlo fare), l'orrorifico mistero e la paura metafisica che permeano la vita dell'uomo.
La stupefacente caratteristica di Lynch secondo me è che il mistero metafisico che lui fa sgorgare da una riunione di lavoro tra produttori cinematografici, da un concerto in un teatro, da un pranzo in un fastfood, di solito è sempre associato alla Natura, all'ascetismo che riporta l'uomo a contatto con le sue radici ancestrali. Invece no, Lynch riesce a vedere e a mostrare il mistero anche e soprattutto sull'asfalto di una metropoli, perché il mistero è proprio nell'uomo, la specie animale più mostruosa. Nei film di Lynch a me fa paura un semplice primo piano che si dilunga più del dovuto, mi fa paura più di tutto il volto umano, perché la parola "umano" per Lynch deve avere un significato molto diverso da quello comunemente inteso.
Il film più umano che mi viene in mente è Una Storia Vera, questo sì ambientato in mezzo alla Natura e con un protagonista più "canonico", ma del tutto privo di visioni, semplice, lungo e faticoso come il viaggio che l'uomo sceglie di intraprendere quando vive insediato nel suo contesto originale.
Ok, il mio pippone delirante l'ho fatto, per tornare su IE e concludere, visto che Lynch dice che la prima impressione sui suoi film è quella giusta, caro Lynch, temo che con INLAND EMPIRE tu ti sia divertito un po' a prendere tutti per i fondelli.
Edit: effettivamente ephe era un post quasi illeggibile, spero che così si capisca meglio.