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[Monografia] David Lynch


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513 replies to this topic

#351 satyajit

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Inviato 02 ottobre 2010 - 17:01

Arte minore perchè, semplicemente, il cinema non ha mai espresso delle intelligenze, delle visioni del mondo del calibro di Dostojevskji, Dalì, Cezànne, Le Corbusier, Rodin, Cèline, Joyce, Beckett, Brancusi, Ionesco e cento altri. Parlo di persone che avevano idee, una profondità di pensiero e una capacità sintetica che i migliori tra i cineasti (per me quelli del muto)si sono sempre sognati. anche i critici cinematografici professionisti pagano lo stesso dazio: puoi dirmi di un'idea originale espressa da un Canova, Mereghetti, aristarco, rondolino, costa eccetera? Cero, quando parlano sembra che vanno a pescare concetti da qualche abisso (spesso nicciano, soprattutto da quando lo hanno sdoganato a sinistra) ma poi in realtà?
Secondo me, chiaramente  ???


Beh, intanto qualcuno degli artisti che hai nominato ha sentito il bisogno di fare del cinema (a vari livelli). Poi queste sono tue opinioni personali che io non condivido: per me l'artista più importante del secolo scorso è Chaplin, pochi hanno descritto la crisi della borghesia come Antonioni, Kubrick è un'intellettuale di primissimo piano, Metropolis una opera d'arte geniale e profetica, Bunuel è più grande di Dalì - e di molto - eccetera. Inoltre, il cinema è un'arte pressoché neonata e potrebbe aver bisogno di tempo. Tu infatti parli di artisti (a tuo parere) minori ma non spieghi perché il cinema non possa partorirne uno più grande di loro e di quelli che hai nominato.

Quanto alla critica, credo sia un altro discorso. Ultimamente mi sto un po' interessando di critica letteraria e non mi pare che sia popolata di cervelloni...
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#352 William Blake

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Inviato 02 ottobre 2010 - 17:39

Inoltre, il cinema è un'arte pressoché neonata e potrebbe aver bisogno di tempo.


quoto tutto ciò che ha detto Claudio e vorrei sottolineare che nessuna espressione artistica ha avuto un'evoluzione rapida quanto il cinema, nessuna ha prodotto una quantità tale di opere e geni in così poco tempo (quando nell'Ottocento ci fu la definitiva affermazione del romanzo, c'erano più di seicento anni di letteratura alle spalle). e nessun'altra è stata "contemporanea" non a una sola area-continente ma a tutto il globo.
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#353 piersa

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Inviato 02 ottobre 2010 - 18:07


Arte minore perchè, semplicemente, il cinema non ha mai espresso delle intelligenze, delle visioni del mondo del calibro di Dostojevskji, Dalì, Cezànne, Le Corbusier, Rodin, Cèline, Joyce, Beckett, Brancusi, Ionesco e cento altri. Parlo di persone che avevano idee, una profondità di pensiero e una capacità sintetica che i migliori tra i cineasti (per me quelli del muto)si sono sempre sognati. anche i critici cinematografici professionisti pagano lo stesso dazio: puoi dirmi di un'idea originale espressa da un Canova, Mereghetti, aristarco, rondolino, costa eccetera? Cero, quando parlano sembra che vanno a pescare concetti da qualche abisso (spesso nicciano, soprattutto da quando lo hanno sdoganato a sinistra) ma poi in realtà?
Secondo me, chiaramente  ???


Beh, intanto qualcuno degli artisti che hai nominato ha sentito il bisogno di fare del cinema (a vari livelli). Poi queste sono tue opinioni personali che io non condivido: per me l'artista più importante del secolo scorso è Chaplin, pochi hanno descritto la crisi della borghesia come Antonioni, Kubrick è un'intellettuale di primissimo piano, Metropolis una opera d'arte geniale e profetica, Bunuel è più grande di Dalì - e di molto - eccetera. Inoltre, il cinema è un'arte pressoché neonata e potrebbe aver bisogno di tempo. Tu infatti parli di artisti (a tuo parere) minori ma non spieghi perché il cinema non possa partorirne uno più grande di loro e di quelli che hai nominato.

Quanto alla critica, credo sia un altro discorso. Ultimamente mi sto un po' interessando di critica letteraria e non mi pare che sia popolata di cervelloni...


E' una mia opinione, l'ho detto all'inizio. Onestamente con tutto il bene che voglio a Bunuel, Dalì era un genio (l'ha detto Bunuel, "dei miei sospiri estremi" pag. 127). La crisi della borghesia raccontata nel 900 è già cronaca; Balzac prima e Zola dopo l'hanno descritta in tempi non sospetti; lo schianto di antonioni rispetto a Kafka è poca roba. Comunque, ripeto, è una mia opinione  ;)
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#354 satyajit

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Inviato 03 ottobre 2010 - 10:21

Sto (ri)leggendo Che cosa è il cinema di Bazin, e vorrei riportare un passo in cui evidenzia le enormi potenzialità del mezzo-cinema:

E assurdo trattare per esempio Charlot da clown geniale. Se il cinema non fosse esistito, Charlot sarebbe stato, in effetti, senza dubbio un clown geniale, ma il cinema gli ha permesso di innalzare la comicità del circo e del music-hall al più alto livello estetico. Chaplin aveva bisogno dei mezzi del cinema per liberare al massimo la comicità dalle servitù dello spazio e del tempo imposte dal palcoscenico o dalla pista del circo. Grazie alla macchina da presa, potendo l'evoluzione dell'effetto comico essere presentata in tutta la sua lunghezza con la più grande chiarezza, non solo non c'è più bisogno di gonfiarlo perché tutta la sala lo capisca, ma si può al contrario anche affinare la gag all'estremo, limitare e assottigliare gli ingranaggi per farne un meccanismo di alta precisione (...) La sorpresa (...), esaurita alla prima visione, lascia il posto a un piacere molto più raffinato che è l'attesa e il riconoscimento di una perfezione.

Onestamente con tutto il bene che voglio a Bunuel, Dalì era un genio (l'ha detto Bunuel, "dei miei sospiri estremi" pag. 127).


Bunuel ha sfornato capolavori per cinquant'anni, radiografando con lucidità ogni epoca in cui si è imbattuto, mantenendo una straordinaria coerenza tematica con una certa versatilità stilistica. Dalì ha bruciato presto il suo genio, ripiegando poi su una produzione commerciale (non imposta come nel caso del Bunuel messicano, ma scelta), autoreferenziale e senz'anima (svolta riassunta benissimo nell'anagramma creato da Breton: Salvador Dalì diventa Avida Dollars).

p.s.: bella la tua pietra de I sette samurai. Opera minore?
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#355 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 03 ottobre 2010 - 16:27

Su dalì ti vedo prevenuto e lo capisco perché non era una buona persona ma prima di Warhol ha strappato un velo di ipocrisia senza il quale questo forum sarebbe fuorilegge, date le opinioni spesso incendiarie e non solo mie  asd

Su Kurosawa ti dico grazie, anche io ho il mio orgoglio  asd asd

ps: su bunuel hai scritto trenta pagine (io 4) e non mi pare che nessuno abbia detto bravo, mi pare... ecco, questo mi sturba un po', te lo dico io: bravo 
:-[

ppss: Bazin aveva una marcia in più, anche rispetto agli autori di cui parlava con entusiasmo e i critici che allevava. Persino truffaut è un grande critico ma un regista molto medio. E vai, si ricomincia  ;D
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#356 dick laurent

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Inviato 03 ottobre 2010 - 16:37

Su dalì ti vedo prevenuto


non c'entra granchè con la discussione ma su dalì la vedo come satyajit, anzi nonostante abbia fatto anche cose fighe spesso penso che sia (almeno come pittore) uno dei surrealisti meno interessanti, anche se spicca per gli atteggiamenti da "rockstar", spesso teso verso provocazioni gratuite e superficiali che però gli garantivano l'attenzione che da narciso qual era non dovevano mancargli. Anche per me un sacco di roba dipinta da dalì è assolutamente di maniera
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#357 piersa

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Inviato 03 ottobre 2010 - 16:43


Su dalì ti vedo prevenuto


non c'entra granchè con la discussione ma su dalì la vedo come satyajit, anzi nonostante abbia fatto anche cose fighe spesso penso che sia (almeno come pittore) uno dei surrealisti meno interessanti, anche se spicca per gli atteggiamenti da "rockstar", spesso teso verso provocazioni gratuite e superficiali che però gli garantivano l'attenzione che da narciso qual era non dovevano mancargli. Anche per me un sacco di roba dipinta da dalì è assolutamente di maniera


la sua pecca è stata di essere in possesso di una tecnica pittorica straordinaria e da lì a definirla manierata il passo è breve; ma oltre quello è stato un uomo di idee (molte di queste pessime) che hanno smosso molta palude di una cultura "umanistica", fine a se stessa, popolare a parole ma elitaria nei fatti, insomma quello che gira di 'sti tempi. Io sono contro dalì ma definitivamente dalla sua parte
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#358 satyajit

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Inviato 03 ottobre 2010 - 17:01

Guarda, su Dalì sono tutto sommato d'accordo. Un po' meno sull'artista, per me grande ma non così tanto (la pittura di Magritte mi è ad esempio più simpatica), specie quello del dopoguerra. Completamente sull'uomo.

Idem su Bazin, su cui non aggiungo altro per non gonfiare ulteriormente l'off-topic.

Sulla mono di Bunuel tu ringrazio, effettivamente mi era dispiaciuto il silenzio-non-necessariamente-assenso dei lettori. A loro "discolpa" si può dire che è veramente tosta da leggere tutta. Ma d'altronde sintetizzare di più era impossibile, ferma restando la scelta di parlare di tutti i film.
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#359 dick laurent

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Inviato 03 ottobre 2010 - 17:31



Su dalì ti vedo prevenuto


non c'entra granchè con la discussione ma su dalì la vedo come satyajit, anzi nonostante abbia fatto anche cose fighe spesso penso che sia (almeno come pittore) uno dei surrealisti meno interessanti, anche se spicca per gli atteggiamenti da "rockstar", spesso teso verso provocazioni gratuite e superficiali che però gli garantivano l'attenzione che da narciso qual era non dovevano mancargli. Anche per me un sacco di roba dipinta da dalì è assolutamente di maniera


la sua pecca è stata di essere in possesso di una tecnica pittorica straordinaria e da lì a definirla manierata il passo è breve;


questa cosa della tecnica non è la prima volta che la sento ma francamente non ho mai capito perchè, se penso a pittori dalla grande tecnica mi vengono in mente tantissimi altri (ingres, velazquez, un botto di iperrealisti, ma anche pittori che facevano cose sbavatissime che però riescono a essere potenti) ma non lui (non mi piace la sua scelta di colori e non mi sembra nemmeno questo disegnatore eccezionale, almeno rapportato a tanti altri) Ma al di là dell'aspetto "tecnico", quello che dicevo è che ci sono quadri che trovo affascinanti ma molti altri soprattutto tardi dove mi sembra che ormai vada col pilota automatico (l'accostamento surrealista di cose che non c'entrano, le immagini nascoste ecc) però senza l'efficacia delle sue cose migliori.

ma oltre quello è stato un uomo di idee (molte di queste pessime) che hanno smosso molta palude di una cultura "umanistica", fine a se stessa, popolare a parole ma elitaria nei fatti, insomma quello che gira di 'sti tempi.
Io sono contro dalì ma definitivamente dalla sua parte


il problema nell'arte del novecento non è mai stato però lo "smuovere le acque", le provocazioni in termini di popolarità hanno sempre pagato, bisogna vedere se poi c'è qualcosa di concreto. Adesso non ricordo esattamente ma mi pare che avesse detto notevoli minchiate da attention whore di prima categoria sul nazismo per esempio.
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#360 Eraserhead

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Inviato 04 ottobre 2010 - 10:13

ragazzi, io mi sono appena sparato Eraserhead, e volevo solo dire che adesso sto seriamente male.
la domanda che mi faccio è: c'è veramente qualcuno che si guarda 'sto film e ci gode e se lo gusta come una tazza di caffè alla mattina appena svegli? cosa c'è dietro?*, solo sete di ricerca simbolista-esoterica, un reale appagamento nel vedere qualcosa di diverso e di giocarsela sul piano strettamente ludico oppure una commistione fra i due atteggiamenti?
io faccio davvero fatica a dire che Eraserhead sia un bel film, nonostante ci siano diversi elementi che me lo fanno parzialmente apprezzare; intendo sequenze disturbanti, particolari sfuggenti, dialoghi alienanti, e così via.
però insomma, rimane il resto.

* e mi riferisco allo spettatore


Guarda, il mio nick dice già abbastanza. Avrò visto Eraserhead almeno una decina di volte e ti posso assicurare che di darmi pose da alternativo masochista non me ne potrebbe fregare di meno.
E un film che mi ha aiutato in alcuni momenti difficili della mia vita e non scherzo. Ti fa "star male" ma è anche un'esperienza liberatoria, o almeno così è per me.

Forse per apprezzare Lynch bisogna condividere almeno un pò i suoi incubi e le sue ossessioni (cosa non difficile credo perchè sono gli incubi e le ossessioni di un'intera società -in questo caso l'orrore di una quotidianità grigia ed opprimente-), altrimenti tutto, effettivamente, può diventare un'inutile tortura psicologica.

Ah, e non vi permetto di dare del "manierista" ad IE ;D (che tra l'altro credo sia il suo film meno manierista ed estetizzante dopo Eraserhead)
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#361 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 04 ottobre 2010 - 10:28

Su Eraserhead nulla da dire: un opera visuale (se Cinema a qualcuno può sembrare troppo stretta o troppo larga come definizione) allucinatoria, malsana e (soprattutto, e "per me") coinvolgente. Non era Kubrick che ne aveva una copia personale e la proiettava in continuazione?

Su Inland Empire invece la penso piuttosto diversamente. Secondo me la grandezza di Lynch nei suoi due "rompicapi" precedenti (Strade Perdute e Mullholland Drive) era di restare magicamente e in modo da mozzare il fiato sul crinale tra comprensibilità / incomprensibilità - giocando con gli stilemi del cinema "classico", rispettandolo e al tempo stesso tradendolo. Con Iland Empire straborda di netto invece, si lascia andare, mi pare un film che gli sia sfuggito di mano e da cui si sia fatto trasportare. Resta un'orgia visiva intensissima (e un esempio su come usare il digitale) ma dal punto di vista della scrittura (o delal non-scrittura) è la prima volta che trovo un film di Lynch "goffo" (forse Duel? ma non l'ho visto).

Menzione a parte per la sequenza pre-finale della ragazza che spira lentamente tra i barboni; di una "umanità" quasi insopportabile e soprattutto anomala per il Lynch più recente (poi però pensi che ha fatto Straight Story e le cose si rimettono a posto).

Dubbio / timore finale: non è che Lynch tra lavoretti scaricabili dal sito gadgets e minchiate varie stia un po' diventando l'impresario di se stesso a scapito della sua verve artistica?

P.S. Guardate DUMBLAND!
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A chemistry of commotion and style

#362 dick laurent

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Inviato 04 ottobre 2010 - 10:39

Su Inland Empire invece la penso piuttosto diversamente. Secondo me la grandezza di Lynch nei suoi due "rompicapi" precedenti (Strade Perdute e Mullholland Drive) era di restare magicamente e in modo da mozzare il fiato sul crinale tra comprensibilità / incomprensibilità - giocando con gli stilemi del cinema "classico", rispettandolo e al tempo stesso tradendolo. Con Iland Empire straborda di netto invece, si lascia andare, mi pare un film che gli sia sfuggito di mano e da cui si sia fatto trasportare. Resta un'orgia visiva intensissima (e un esempio su come usare il digitale) ma dal punto di vista della scrittura (o delal non-scrittura) è la prima volta che trovo un film di Lynch "goffo" (forse Duel? ma non l'ho visto).


la penso esattamente allo stesso modo
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#363 Eraserhead

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Inviato 04 ottobre 2010 - 11:05

Su Inland Empire invece la penso piuttosto diversamente. Secondo me la grandezza di Lynch nei suoi due "rompicapi" precedenti (Strade Perdute e Mullholland Drive) era di restare magicamente e in modo da mozzare il fiato sul crinale tra comprensibilità / incomprensibilità - giocando con gli stilemi del cinema "classico", rispettandolo e al tempo stesso tradendolo. Con Iland Empire straborda di netto invece, si lascia andare, mi pare un film che gli sia sfuggito di mano e da cui si sia fatto trasportare. Resta un'orgia visiva intensissima (e un esempio su come usare il digitale) ma dal punto di vista della scrittura (o delal non-scrittura) è la prima volta che trovo un film di Lynch "goffo" (forse Duel? ma non l'ho visto).


Guarda io quoto tutto e ti dico che quelli che trovi "difetti" per me sono "pregi". MD era una costruzione perfetta in cui ogni tassello andava al suo posto, IE è un fiume in piena che strasborda, prende stecche e qualche volta si perde in lungaggini ma ne guadagna nell'esplosione di idee e di emozioni. La scrittura direi che non c'è proprio dato che non c'è una sceneggiatura e tutto è stato improvvisato giorno per giorno.
E il digitale grezzo e dinamico è il veicolo assolutamente perfetto per un simile modo di fare cinema.

Menzione a parte per la sequenza pre-finale della ragazza che spira lentamente tra i barboni; di una "umanità" quasi insopportabile e soprattutto anomala per il Lynch più recente


Per quanto mi riguarda, insieme al club silencio quella è una delle più belle scene che lynch abbia regalato alla storia del cinema :)

ps.
correggo lo strafalcione mostruoso del post precedente :-[

che tralaltro


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#364 Guest_ale_*

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Inviato 14 maggio 2011 - 18:53

David Lynch è uno dei grandi registi della nostra contemporaneità. Una delle sue particolarità è che pur ponendosi all'interno dei moduli dello spettacolo hollywoodiano, allo stesso tempo finisce per porsi al di fuori di essi, per originalità di forme e contenuti, per lo stile inimitabile, per quel gusto dell'orrido, del deforme e del malsano che i suoi film contengono. Il suo sguardo indagatore si è sempre mosso a ridosso di quell'esile filo che divide la normalità dall'anormalità, tra "spaccati" di quotidianità che rivelano sorprese sconvolgenti e viaggi labirintici nell'inconscio umano.
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#365 Auguste

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Inviato 14 maggio 2011 - 19:13

In attesa di poter forumulare un giudizio più articolato(ora devo scappare), mi limito a dire i miei voti, senza pensarci troppo!  :)

Eraserhead - La mente che cancella (1977) 8
The Elephant Man (1980) 8
Dune (1984) Non visto
Velluto blu (Blue Velvet) (1986) 8
Cuore selvaggio (Wild at Heart) (1990) 7 - 7,5
Fuoco cammina con me (Twin Peaks: Fire Walk with Me) (1992) 7
Strade perdute (Lost Highway) (1997) 8,5
Una storia vera (The Straight Story) (1999) 9
Mulholland Drive (2001) 9,5
Inland Empire - L'impero della mente (2006) 8
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#366 William Blake

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Inviato 14 maggio 2011 - 19:19

visto che si è rispolverato il tema e mi sono ricordato di questa dissertazione del buon your bloody valentine, gli rispondo a distanza


"Inland empire" ha una struttura formale che complica all'inverosimile quella di "MD" ma solo per accumulazione (ripete all'infinito lo stesso schema di rpetizione-ribaltamento), e che alla fine diventa scoordinata; una struttura narrativa a livello di film praticamente inesistente, visto che si tratta di una accumularsi di eventi che potrebbe terminare in qualsiasi punto; e una struttura narrativa a livello di singoli eventi davvero peculiare, visto che sembra ripetersi di continuo un singolo modello, ma gli elementi essenziali per comprendere il singolo evento sono di solito taciuti (è come una fila di stanze che si succedono l'una all'altra, arredate con gli stessi mobili, ma ognuna con una forma così complicata che non si può vederla tutta con un solo colpo d'occhio): ed infatti il più delle volte non si capisce cosa succede. Per quanto riguarda il procedere logico, a livello dell'intero film è fin troppo rigido e meccanico, ma cervelloticamente complicato (abbiamo tre piani di realtà, i cui componenti fondamentali sono combinati in una forma fondamentalmente congruente); a livello di singoli eventi, abbiamo un abbandono totale di ogni consequenzialità, l'unico procedere ammesso è una tecnica a ??caleidoscopio? (si passa da una ??stanza? a un altra, e gli stessi elementi si ricombinano in maniera sempre nuova) che alla fine diventa piatta e meccanica, sin troppo ??lineare?. A metà film si è capito il trucco e ormai "ce lo si aspetta". Dato che abolisce ogni tipo di raccordo logico e causale, si preclude la possibilità di essere ??tridimensionale?, e alla fine gli manca quella profondità che ??MD? invece aveva; punta a essere complesso e multidimensionale (basta vedere i tre piani di realtà) ma a furia di non voler essere ??lineare? almeno in qualche snodo gli mancano gli elementi architettonici per coordinare questi piani, che risultano quindi buttati lì l'uno sull'altro.


per me il percorso che Lynch ha sviluppato da "Velluto blu" in poi (di cui "Eraserhead" è una sorta di punto zero) è stato un continuo progredire in uno scavare erodendo i codici narrativi, utilizzando quasi sempre come scalpello il noir, il genere perturbante per eccellenza, fino a penetrare dentro i personaggi. praticamente da "Fuoco cammina con me" l'interiorità si manifesta, si visualizza: lo stesso spirito Bob non è altro che un elemento di un mondo altro, di un sottomondo (la Loggia etc), che si impossessa dei personaggi sconvolgendone le dinamiche. questo in "Strade perdute" diventa teorema anti-narrativo perfetto (anello di Mobius) e in "Mulholland drive" ingrandisce ancora di più le ambizione, costruendo l'intera impalcatura su un cambio di piani in corso (l'hai spiegato benissimo tu, quindi non mi dilungo). INLAND EMPIRE è l'ultimo (e, forse mi ripeto, non è un caso che Lynch non abbia niente in cantiere già da 5 anni) film di David Lynch ma è al contempo l'ultimo film possibile, un'opera liminare. d'altronde cosa poteva fare per superare "Mulholland drive" (e non parlo sotto il profilo del risultato, ma proprio degli intenti)? tu dici che IE si basa solo sull'accumulo e bisogna ammettere che il rischio di ridondanza lo corre, sotto un profilo squisitamente del "racconto". il fatto è che a questo punto (e da un punto in avanti nel film) il racconto non sussiste più: c'è direttamente l'inconscio. per ogni scena si potrebbe aprire un intero capitolo, un intero film; e nell'insieme disegnano l'interiorità di un personaggio perduto (nella finzione del cinema, nella propria stessa psiche), su cui dominano tutti i colori (e i suoni) dell'inquietudine. in tal senso INLAND EMPIRE è un film astratto, e ancora, una delle opere che si avvicinano di più alla pittura pura. questo fatto lo disancora alla narrazione tradizione, visto che essa si sbriciola in mille rivoli tramici, interamente percorribili: però questo è il contenuto estetico-teorico, cioè quello che contiene un involucro che è fondato su presupposti narrativi: l'attrice ascoltando la vicina che le parla comincia un percorso di interiorizzazione che noi seguiamo passo passo(a sua volta lei può essere la proiezione della cosiddetta lostgirl, oppure un suo doppio liberatore). alla fine ritorniamo al punto di partenza.

se non sbaglia pagine fa corey parla di percorso catartico della protagonista, che va affrontando tutti i conflitti interiori. ecco sono alquanto d'accordo con questa visione dell'opera...


e quindi si appiattisce, diventa, nel suo ripetere all'infinito lo stesso atto onirico, ??troppo semplice? (e qui si fa spesso un'altra equazione, ??non ci capisco un cazzo? = ??è complesso? [e quindi nasce il pregiudizio ??capisco qualcosa? = ??è semplice? = ??non è originale?], quando magari a volte ??non ci capisco un cazzo? = ??non c'è niente da capire, è caos?. E nulla è più ??semplice? del caos).


questo è ovvio. però appunto il caos di Lynch è calcolato, non casuale. se costruisce un film su un libero flusso di coscienza, andando a scavare nell'inconscio, non può che non far affiorare il caso che domina la mente. come per la logica per certi versi ferrea che legava il racconto di "Mulholland drive", bisogna anche accettare la premessa di INLAND EMPIRE.

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#367 Twin アメ

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Inviato 15 maggio 2011 - 00:35

bisogna anche accettare la premessa di INLAND EMPIRE.


Quello che si dice poco spesso è che IE è un film di immagini, di scene.
Un MARASMA di straordinarie immagini che si susseguono con un'estetica totalmente sfilacciata e disomogenea eppure tutte capaci di stuzzicare qualcosa nell'osservatore di cinema.

Il grandangolo sulla vegliarda, le scene al buio, il "fantasma" con la lampadina in bocca (!), il tizio della stanzetta con gli occhiali storti (genio), la sit-com con le risate sfasate, la danza delle prostitute ecc. ecc. Semplicemente una pura esplosione di Cinema, una detonazione in tutte le direzioni.

Il tutto permeato da quel senso di sottile inquietudine che permane costante, senza particolari picchi, altra peculiarità Lynchiana.
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#368 Auguste

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Inviato 15 maggio 2011 - 08:56

Ringrazio di aver rispolverato il topic su IE, così magari se ne parla nel dettaglio!  ;)
Premesso che, come detto altrove, parlo comunque da fan di Lynch e che INLAND EMPIRE mi è piaciuto, devo però dire di non essere del tutto d'accordo sul giudizio del film.
Mi trovo d'accordo con Px quando descrive la bellezza di alcune scene e di alcune immagini, talvolta davvero suggestive(come quella della Dern che si avvicina pericolosamente alla telecamera). Il finale del film è poi tra i migliori della carriera di Lynch, probabilmente, ma il problema principale di IE è che a mio avviso nell'insieme non regge bene quanto altri film che lo hanno preceduto, "Mulholland Dr." in primis.
Adesso formalmente parlando "Mulholland Dr." è il meno innovativo della trilogia dell'inconscio: in pratica segue le stesse strade(perdute?)di "Lost Highway", laddove "INLAND EMPIRE" rappresenta sotto questo punto di vista una sorta di innovazione.
Ad ogni modo, credo di averlo già detto, Mulholland Dr. lo reputo ugualmente il più riuscito; quello in grado di rendere il "mischione" di generi, di personaggi "giustificato" e di costruire un plot coerente, interessante, senza perdere nulla dell'atmosfera onirica basilare e al tempo stesso riuscendo a creare una drammaticità di fondo maggiore che nel precedente e in grado di surclassare IE, che per l'appunto consta soltanto di scene interessanti e particolari, ma, ripeto, nell'insieme non mi ha del tutto convinto.
Troppo frammentato, troppo disomogeneo e - soprattutto - troppo astratto.
Mi andrebbe anche bene un film così purché non lo si definisca innovativo o geniale: quando in passato ho detto che INLAND EMPIRE è "troppo oltre", non è per sottolineare la genialità di Lynch(come farei invece con "Nostra Signora dei Turchi" di Carmelo Bene), ma semplicemente per indicare quanto il film sia debordante. Ciò non costituisce necessariamente un difetto compromettente, a patto però che lo si accetti per quello che è.
Domandiamoci in effetti cosa abbia poi di così innovativo: del resto io stesso poche righe fa l'ho definito più innovativo di MD. L'innovazione di cui tanto si parla consiste molto semplicemente nell'assenza di un copione antecedente le riprese. Un metodo di scrittura di matrice surrealista, dunque.
Se negli altri film la struttura narrativa era ferrea, in IE, pur non mancando, è maggiormente impercettibile perché Lynch ha semplicemente reso maggiormente complessi simili intrecci.
Non che il metodo sia sbagliato in sé, ma il problema è che molto semplicemente mi sembra un po' fine a se stesso, laddove un film come "L'année dernière à Marienbad" in questo senso è un film molto sperimentale e non ingiustificato(ma lo dovrei rivedere), eppure l'accusa d'essere un mero esercizio di stile non è certo mancata... oppure potrei presentarvi il caso di uno dei film degli anni '80 di Ruiz, autore decisamente più "consapevole" di Lynch: meno bravo e meno lineare(ha sfornato troppe opere anche inutili), ma di grande cultura e che certo non faceva le cose tanto per!
Quel che critico non è tanto il film in sé, ma l'approccio che hanno avuto molti nel giudicarlo e mi riferisco in particolar modo ad una certa parte della critica che non ha perso occasione per scrivere saggi enormi su IE parlando di semiologia... insomma, tra i vari approcci possibili con Lynch, l'unico che io definirei sbagliato!
Lynch non è un autore intellettuale, né un intellettualoide e non vuole fare film "complessi", nonostante abbia fama di essere "incomprensibile" o "complesso". A Lynch interessa filmare l'inconscio, ma non alla maniera dei surrealisti, bensì adottando un suo stile, tipico e riconoscibile.
Fin qui sono anche d'accordo. Il problema secondo me è quando nel parlare di IE si tirano in ballo nomi e contro-nomi che detto francamente, secondo me non c'entrano nulla! C'era gente che per parlare del film ha scomodato metà dei filosofi del '900 e dell'800!
Senza parlare dei paragoni con film come "2001" di Kubrick e quelli di Godard, che a mio avviso sono abbastanza ingiustificati.
Di certo IE ha diversi paralleli con un altro film di Kubrick - Shining - e lì un paragone è possibile. Ma ci sono in molti che hanno visto in IE il film più rivoluzionario della storia del cinema!
Non è che me la prendo(anzi!), è solo che mi sembra strano che in molti abbiano accolto il film come una novità assoluta: ripeto, lo stile di Lynch è unico nel suo genere, ma non è assolutamente l'unico sperimentatore del mondo, né tantomeno il più geniale o fuori dal comune.
Se davvero dovessi dire qualcosa completamente a favore di INLAND EMPIRE, direi che è ottimo come film-summa della carriera di Lynch, riassumendo in sé tutte le ossessioni e i luoghi tipicamente lynchani attingendo a piene mani da quasi tutte le opere antecedenti del regista, Twin Peaks compreso.
Poi ci sono inserti anche della serie "Rabbits", una mini-serie di 8 cortometraggi realizzata dal regista nel 2002.
Laura Dern ha confezionato un'interpretazione davvero eccezionale, ma secondo me non basta a creare quella drammaticità che distingueva gli altri film di Lynch: è il prezzo da pagare per una così accentuata frammentazione dell'impianto narrativo.
Poi continuo a sostenere che in questo senso il film non è completo perché la narrazione sussiste! Non si tratta di creare un film anti-narrativo(ammesso che sia possibile!), ma di scardinare completamente la narrazione in quanto elemento fondamentale del film: INLAND EMPIRE rappresenta forse il tentativo più riuscito del regista, in questo senso, ricongiungendo la stratificazione di LH e MD con l'assurdo di Eraserhead, però a mio avviso parzialmente fallisce, tanto è vero che ricostruire la trama del film non è impossibile come in molti hanno detto. Lasciamo perdere che si può benissimo godere del film anche senza ricostruirla: il problema però è che alla base una trama c'è e per trama intendo proprio uno sviluppo narrativo, cosa che magari in un film come Marienbad non c'è(e non mi riferisco alla vicenda di base)!
Detto questo il film lo si può certamente visionare senza l'ossessione di volerci capire qualcosa(ma non c'è niente da capire, a mio avviso)ed è probabilmente l'approccio più sensato: non bisogna accusare Lynch di snobismo quando disse "il mio film è chiarissimo". Certo era un'affermazione volutamente provocatoria, ma che probabilmente riassume benissimo il senso dell'operazione del film: filmare l'inconscio. Potremmo dire che ci è anche riuscito, ma non per questo lo reputo un capolavoro o un film epocale e secondo me film meno "eccessivi" come MD o LH rappresentano tentativi migliori perché non "lasciano da parte" l'immedesimazione spettatoriale che se in IE c'è, è minata da una struttura troppo disarticolata.
Poi, ripeto, il risultato può piacere eccome(è anche il mio caso), ma ciò non significa che Lynch abbia creato qualcosa di impossibile da creare: si è infatti limitato a filmare senza avere un copione pre-scritto e la storia di fondo è probabilmente prodotto del suo inconscio, non di un'attenta meditazione(per fortuna!)e al resto ci ha pensato la sua enorme fantasia. Tutto qui.
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#369 William Blake

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Inviato 15 maggio 2011 - 09:38

(...) ma ciò non significa che Lynch abbia creato qualcosa di impossibile da creare: si è infatti limitato a filmare senza avere un copione pre-scritto e la storia di fondo è probabilmente prodotto del suo inconscio, non di un'attenta meditazione(per fortuna!)e al resto ci ha pensato la sua enorme fantasia. Tutto qui.


intanto un film del genere personalmente non l'avevo visto (ma magari è un mio limite, eh): un tentativo così vicino alla videoarte eppure tremendamente cinematografico, tremendamente pregno di cinema e d'infinite derive metatestuali, quindi che non travalica mai i limiti della settima arte. Lynch non è un surrealista, non per sua volontà, come ho detto inizialmente era un pittore astratto; ma il suo è l'ultimo cinema surrealista possibile oggi. poi prendi una bella cantonata dicendo che Lynch fa i film tanto per fare: David Lynch è innanzitutto una delle figure artistiche a mio avviso più importanti degli ultimi trent'anni. è esperto di esoterismo, filosofia e misticismo orientale (pratica meditazione trascendentale da anni...) etc. insomma tutt'altro che uno che fa le cose alla cazzo di cane o che non ha un proprio background culturale.
inoltre la questione dell'andare avanti senza copione la leggi in maniera fuorviante: non è questo il punto, non è questo che disarticola la narrazione nè c'è niente di innovativo. vogliamo parlare di film senza copione? "A bout de souffle": iniziato con 5 pagine di soggetto. praticamente tutti i film di Robert Altman: iniziava a scrivere e poi al momento delle riprese gettava la sceneggiatura nel cesso e scriveva il copione giorno dopo giorno. continuiamo?  :P
infine ritorniamo alla questione della narrazione sulla quale mi pare tu abbia un po' di confusione: prima dici che il film è troppo frammentato e disomogeneo quindi non si capisce, ed è un grosso problema; poi però dici che invece è possibile ricostruirlo e quindi, sotto questo aspetto, c'è di meglio, come il film di Resnais. alla fine ritorni a dire che non c'è niente da capire. insomma deciditi asd

riguardo alle infinite seghe mentali che un'opera come INLAND EMPIRE può portare: dici che l'analisi semiotica è sbagliata per un film del genere. però essa scatta sempre, nel senso che si può fare in ogni caso, volontà o meno dell'autore (e ripeto, proprio Lynch è un bacino enorme per i semiologi).

poi su tutte le altre etichette "film più rivoluzionario della storia del cinema", "film più bello della storia", "non si capisce un cazzo quindi è un capolavoro", non mi esprimo perchè non sono espressioni che mi appartengono  :P
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#370 Auguste

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Inviato 15 maggio 2011 - 10:39

Sulla questione delle etichette chiaramente non mi riferivo a te che mi sembri davvero uno dei pochi in grado di discutere costruttivamente sul film(ci mancherebbe! ^^)senza utilizzare etichette!
La questione della scrittura senza un copione - se è a quello che ti riferivi - non è poi così nuova, eh! Già per "Un chien andalou" mi sembra che Bunuel abbia adottato un procedimento simile, ma posso dire con certezza che è il metodo usato da Raoul Ruiz per "La ville des pirates"(film a mio avviso bellissimo, ma neanche il migliore di Ruiz).
Non dico che faccia i film a cazzo di cane, ma semplicemente che la maggior parte dei critici inseriscano le sue opere in contesti culturali del tutto differenti: ad esempio, accostarlo al post-strutturalismo filosofico o a filosofi vari(ultimamente ho letto un po' l'analisi di Bonico - o meglio, l'inizio - che abbondava di riferimenti assurdi!).
Insomma, quel che dico non è che Lynch sia un ignorante, ma che attinga da tutt'altre fonti e secondo me è abbastanza palese: si tratta effettivamente di esoterismo, di meditazione trascendentale, di peculiari pratiche spirituali, non di filosofia occidentale!
La questione dell'analisi semiotica a mio avviso è abbastanza complessa da discutere, però io credo che sia il peggiore approccio ad un autore come Lynch per il semplice motivo che lui stesso non mi sembra né interessato a certe tematiche, né tantomeno credo che siano davvero in tanti i registi che usano con la massima consapevolezza il linguaggio cinematografico!  ::)
Il punto è che a mio avviso Lynch è interessato principalmente a creare mistero e mondi in cui gli spettatori possano perdersi - e fin qui niente di male, anzi! - e fare accedere gli spettatori ad un livello di coscienza superiore(ma non sono informato su queste pratiche, non vorre dire cavolate!  asd)
Adesso nessuno nega ai critici di fare analisi del genere, ma a mio avviso significa fraintedere quelli che sono gli intenti di Lynch, facilmente ravvisabili e magari non meno profondi, semplicemente molto meno intellettualoidi!
Scusami se insisto, non è per presunzione che lo dico, ma secondo me tra un Godard e un Lynch non esiste neanche poi tanto il paragone: Godard è uno di quei registi che il linguaggio cinematografico lo usa con la massima consapevolezza e con dei fini ben precisi.
Con questo non dico che Lynch non abbia intenti, ma che semplicemente non riflette sul mezzo cinematografico come invece ha fatto Godard a partire dal suo lungometraggio d'esordio. Lynch, ripeto, non può essere paragonato non tanto per una questione di qualità(non è certo da meno), ma proprio perché secondo me erano molto differenti e la disarticolazione narrativa aveva tutt'altri fini e con l'inconscio non credo c'entri molto poi.
Non dico che un film senza copione o con un copione improvvisato non possa essere un capolavoro, ma che dipende sempre dal metodo utilizzato e dagli obiettivi. Poi "A bout de souffle" non è mica così destrutturato, anzi!
In Altman l'assenza di un copione era giustificatissima dalla volontà di creare un insieme "polifonico", una struttura "ad arborescenza" priva di un centro(come in "Nashville" o "Shortcuts")e a mio avviso riesce pienamente a rendere la caoticità e l'assenza di punti di riferimento "stabili".
Tuttavia in quel caso il "disorientamento spettatoriale" mi sembra comunque molto più particolare e "costruttivo" che non in INLAND EMPIRE, poi se ne dovrebbe discutere nel dettaglio circa Altman.
Più che avere confusione è probabile che mi sia spiegato in maniera erronea: riassumo la questione. Per me INLAND EMPIRE non è riuscito quanto altri di Lynch per il semplice motivo che non riesce né ad essere privo di una trama(per quanto destrutturata è stata ricostruita pezzo dopo pezzo, quasi), né riesce come altri film di Lynch ad essere "potente" proprio a causa di questa eccessiva frammentazione che invece in film come MD era più contenuta.
Insomma, si deve sudare e vederlo più volte(cosa che non ho fatto)per ricostruire il plot, cosa a mio avviso anche non necessaria per poter godere del film... solo che a mio avviso il troppo storpia e secondo me gli eccessi di IE(l'impercettibilità della trama, se non per grandi linee, che non consente d'altra parte neanche una identificazione spettatoriale come negli altri)pregiudicano parzialmente il risultato.
Ogni approccio(tranne quello semiotico)lo condivido, però ribadisco la mia: bisogna sempre cercare di non andare troppo oltre gli intenti di un autore e secondo me cercare di leggere troppo tra le pieghe del film alla lunga finisce per produrre risultati quantomeno fuorvianti rispetto alle intenzioni dichiarate di Lynch, alla sua cultura(che è di tutt'altro orientamento da quel che ho visto)e soprattutto finisce per non far apprezzare il film per le sue qualità maggiori.
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#371 Twin アメ

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Inviato 15 maggio 2011 - 10:39

riguardo alle infinite seghe mentali che un'opera come INLAND EMPIRE può portare: dici che l'analisi semiotica è sbagliata per un film del genere. però essa scatta sempre, nel senso che si può fare in ogni caso, volontà o meno dell'autore (e ripeto, proprio Lynch è un bacino enorme per i semiologi).


Semiologia e altre scienze applicate al cinema per me sono sempre una sorta di "abuso di capacità critica" ed eccesso di specificità.
E' come la barzelletta dell'architetto, dell'ingegnere, dell'informatico... tutti affrontano il problema secondo il loro rigido punto di vista, per questo io dico torniamo alla potenza delle immagini, che è quanto di più cinematografico possa esistere  :-*

Per esempio, si taglia sempre corto dicendo che INLAND EMPIRE è girato in digitale a basso costo, ma nessuno sottolinea come invece ci sia un grande lavoro di fotografia e postproduzione, praticamente ogni scena ha un look-and-feel diverso dall'altra e un accurato studio cei colori. Si passa dal buio pesto e granuloso, a immagini sbiaditissime e sovraesposte, al duotone su colori freddi (l'inizio) e poi caldi, e poi Lynch è un grandissimo regista di interni, le sue stanze, la sua disposizione degli oggetti, anche qui i colori splendidamente contrastanti, il rosso della lampada e il verde acidognolo della moquette.

Io penso che Lynch sia principalmente un artista visivo e il suo flusso di coscienza visionario vada soprattutto in questa direzione.

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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#372 William Blake

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Inviato 15 maggio 2011 - 10:46

il fatto Px è che il tuo dire "Un MARASMA di straordinarie immagini che si susseguono con un'estetica totalmente sfilacciata e disomogenea eppure tutte capaci di stuzzicare qualcosa nell'osservatore di cinema. etc" io non lo contraddico (e sono d'accordo su come viene usato il digitale).
però fermarsi qui, significa fare un torto al film e a Lynch. oltre a spalancare le porte per le critiche dei detrattori. poi vabè ho già spiegato, spero, come la vedo io...
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#373 Auguste

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Inviato 15 maggio 2011 - 10:53

Esattamente, concordo con Px.
Nessuno dice che Lynch sia un ignorante(anzi!) o che non abbia una sua cultura, ma dico soltanto che film come IE sono sovrainterpretati(o meglio, mis-interpretati), impedendo in questo modo di cogliere gli aspetti migliori del film, come la visionarietà, la bellezza delle scene o l'assurdità di alcune situazioni.
La trama alla base c'è(possibilmente prodotto dell'inconscio di Lynch e non frutto di un copione, stando alle sue dichiarazioni, che mi sembrano ben più che plausibili), solo che è più astratta che in altri film di Lynch e produce un maggiore straniamento dello spettatore, che è forse la ragione(durata a parte)che non me lo fa amare come altri tipo MD.
Per questo dico che il fatto che non sia riuscito ad affrancarsi totalmente dal plot un po' non mi ha convinto ed avrei preferito a questo punto un film dove effettivamente l'astrazione fosse avviata da una situazione mentale ben precisa(la fuga psicogena, il sogno, ecc...), ma poi è questione anche di gusti!
Nessuno qua dice che sia una ciofeca, ma solo che di epocale secondo me non ha moltissimo, né deve avere molto per poter essere considerato un ottimo film!
L'analisi semiotica - e ne ho lette - finisce per guastare il film in sé a favore di teorie che di per sé sarebbero anche interessanti, ma che non andrebbero applicate - secondo me - con tanta rigidità ad un film creato per altre ragioni.
Poi ognuno è libero di fruire l'opera come meglio crede; dico soltanto che secondo me lo stesso Lynch(che pure lascia piena libertà agli spettatori)non sarebbe molto d'accordo con queste pippe intellettuali(che pure mi affascinano per quel poco che ci capisco).
Come dice Px, prendiamo Lynch come un artista visivo e in grado di creare immagini e scene molto suggestive, non è necessario scavare poi tanto per poter apprezzare il film(come invece si dovrebbe fare con un Godard, che in questo senso trova anche il suo limite).
Poi la mia non è una critica neanche "agguerrita", nel senso che ognuno è libero di considerare l'oggetto filmico come meglio crede. Solo che io preferisco non distaccarmi del tutto dagli intenti autoriali e dalla poetica.
Lynch crea immagini e lo fa con una propria logica secondo me, tuttavia cercare di andare troppo oltre e vederci molte implicazioni metatestuali secondo me un po' "snatura" la bellezza del film. Poi sono opinioni, eh!  ;)
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#374 debaser

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Inviato 15 maggio 2011 - 10:57

Auguste devo farti i miei sinceri complimenti per la percentuale dei tuoi post che trovo troppo lunghi da leggere, sfiori il 97%
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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#375 dick laurent

    ...

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Inviato 15 maggio 2011 - 11:00

ma visto che sostenete che la trama di INLAND EMPIRE si può ricostruire, sapete per caso darmi un linkino per leggere questa benedetta soluzione del rebus?
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#376 Twin アメ

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Inviato 15 maggio 2011 - 11:02

però fermarsi qui, significa fare un torto al film e a Lynch. oltre a spalancare le porte per le critiche dei detrattori.


Non concordo sullo spalancare le porte ad alcunché, se servisse veramente  un approccio scientifico per giustificare l'apprezzamento di INLAND EMPIRE, vorrebbe dire che è un fallimento clamoroso.
I detrattori resteranno tali anche con le spiegazioni semiologiche.
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#377 William Blake

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Inviato 15 maggio 2011 - 11:07

Solo che io preferisco non distaccarmi del tutto dagli intenti autoriali e dalla poetica.


ma scusa chi si è distaccato dalla poetica o dagli intenti dell'autore? (almeno intorno a questa discussione). premettendo che ciò che deve essere raccolto è quello che l'autore dice nella sua opera e non riguardo la sua opera, che può essere molto spesso fuorviante per vari motivi...


Non concordo sullo spalancare le porte ad alcunché, se servisse veramente  un approccio scientifico per giustificare l'apprezzamento di INLAND EMPIRE, vorrebbe dire che è un fallimento clamoroso.


nessuna pretesa scientifica (non da parte mia, almeno :P). solo che il fermarsi a dire "è bello: ci sono molte immagini suggestive. lynch è un autore molto visionario" (non è il tuo caso, lo so) oltre a essere veramente riduttivo rispetto a IE, mi suona anche un po' ridicolo: insomma, discutiamo di un film, non di una mostra fotografica...non basta questo per determinare la riuscita di un'opera



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#378 Auguste

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Inviato 15 maggio 2011 - 11:13

La sintesi non è il mio forte, con il rischio di "perdermi" in dissertazioni inutili e fuorvianti!  :D
Ad ogni modo - non per essere ripetitivo - credo che il discorso su INLAND EMPIRE alla base sia molto semplice: questione di gusti! C'è chi lo vede come un capolavoro, chi come una ciofeca e c'è anche chi - come me - lo ha apprezzato, ma con delle riserve.
La questione di prima, quella della semiotica, riconduce ad un dibattito in realtà indipendente dal film stesso, riguardante appunto l'interpretazione di un'opera(argomento abbastanza difficile da affrontare in poco tempo).
Ad ogni modo la mia personalissima idea è che l'approccio più naturale ad un film di Lynch sia non quello necessariamente migliore, ma quello più soddisfacente ed autentico, per quanto "effimero"(perché basato sulle sensazioni).

@dick laurent: http://scatterbrain....opic=8037&st=60
@Px: Concordo! Il giudizio su un film a mio avviso deve essere "unitario", forma/estetica e contenuti devono coincidere alla perfezione.
Insomma, per dirla tutta, la forma e i contenuti non devono essere in squilibrio, ma funzionare reciprocamente in quanto "percetti"(penso sia il termine esatto?  ::)), per cui "sapere" che c'è una certa profondità non deve influenzare il giudizio di chi il film a prima vista non lo ha amato, né tantomeno sapere che è "puro inconscio" dovrebbe inficiare troppo sul giudizio del film post-visione. Non so se mi sono spiegato su questo punto!

@William Blake: Comprendo le tue argomentazioni, ma ripeto, secondo me mettere in mezzo analisi semiotiche significa andare comunque oltre quella che è la poetica di Lynch, al di là delle sue semplici dichiarazioni.
A me sembra che sia intenzionato maggiormente a fare film visionari, onirici e non capisco perché dovrebbe essere un limite!
Non sono uno che in genere si ferma alla bellezza delle immagini o delle scene - se ti riferivi a me nello specifico - ma semplicemente credo che sia fuorviante vederci troppe cose in film come INLAND EMPIRE. E' chiaro che parlando ad esempio di un Godard ci sarebbe molto da discutere a proposito di ciascuno dei suoi film, ma sono sicuro che Lynch non sia interessato a fare intellettualismi di maniera e non credo che questo costituisca un limite.
E poi l'ho già detto prima che secondo me il problema di INLAND EMPIRE è che 3 ore sono troppo ed il film è un po' troppo "diluito" per poter essere nell'insieme potente quanto altri come "Mulholland Dr.", che è un capolavoro.
Non è che un'opera vada giudicata solo per la bellezza delle scene; è solo che secondo me Lynch non è il tipo di autore interessato a riflettere sul mezzo cinematografico come in molti hanno sostenuto con convizione certo maggiore di quella con cui scrivo questa risposta.
Poi magari mi sbaglio, ma sono opinioni.
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#379 William Blake

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Inviato 15 maggio 2011 - 11:41

E' chiaro che parlando ad esempio di un Godard ci sarebbe molto da discutere a proposito di ciascuno dei suoi film, ma sono sicuro che Lynch non sia interessato a fare intellettualismi di maniera e non credo che questo costituisca un limite.



su questo sono d'accordo. ma la visionarietà di Lynch non è mai stata fine a se stessa, non è stata mai un giochino per masturbarsi. ha avuto sempre un nesso col film che stava facendo, con la storia che stava raccontando. partire dalle immagini per me è fondamentale, però, ecco, per me veramente c'è altro qiando Laura Dern scosta quel velo e dietro il quale c'è un altro mondo :P
poi ecco: non vuole riflettere sul cinema? allora com'è che Mulholland drive è ambientato a Hollywood? che INLAND EMPIRE sia basato su un film "che si sta facendo" davanti ai nostri occhi (e che si sta montando e per altri versi si sta vedendo)? certo se si sposa la tesi "sono immagini accumulate a caso", ci poteva stare qualsiasi cosa... però poi non si capisce perchè si ritrovino citazioni dirette di "Viale del tramonto" o un finale che più felliniano non si può :P comunque, vabè, discorso chiuso.
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#380 Auguste

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Inviato 15 maggio 2011 - 12:03

Di citazioni cinematografiche in IE se ne possono trovare diverse: "Viale del tramonto" in particolar modo è tra i film che Lynch ama maggiormente, anche se lo citava maggiormente in "Mulholland Drive".
Per me le citazioni più interessanti sono quelle kubrickiane: quando un annetto fa vidi il film - che allora mi entusiasmò moltissimo - ricordo che annotai su un quaderno tutte le citazioni dell'opera di Kubrick e in particolar modo di Shining(ma volendo anche di 2001)e credo anche consapevoli.
Lynch per sua stessa ammissione non è un cinefilo doc o che abbia visto tantissimi film, però su questa sua dichiarazione qualche dubbio ce l'avrei, visto che conosce opere "underground" come Possession, l'opera-omnia di Maya Deren(cui "Strade Perdute" e "Mulholland Dr." sono parzialmente ispirati)e forse anche qualcosa di Wojciech Has, regista di cui non ho ancora visto nulla(ma provvederò).
Il finale felliniano(che ricorderebbe "8 1/2")l'hanno tirato in ballo molti ed è possibile che sia una citazione, però a mio avviso - non volermene - "8 1/2" è un film di una profondità davvero inarrivabile imho e secondo me Lynch per quanto possa aver citato il film di Fellini(lui però paragona IE a "La dolce vita", ma boh...)a mio avviso tra i due film, metacinema a parte ,non ci sono poi tante somiglianze o comunque non sono sviluppate benissimo.
Attenzione: quando dico "riflettere sul cinema" intendo dire sul linguaggio cinematografico. Mulholland Dr. rappresenta tra le altre cose un'acuta riflessione sul sistema hollywoodiano, una critica potremmo dire, laddove in IE le vicende si prestano maggiormente ad un'analisi di tipo semiotico: l'attrice che si perde nel copione(o, specularmente, la donna reclusa che si inventa un alter ego "cinematografico per vincere i propri fantasmi)sicuramente deve aver indotto molti a volerci vedere una riflessione sul cinema, ma a mio avviso non era questo l'intento di Lynch.
Al massimo si può parlare per l'appunto di "catarsi" della Lost Girl tramite lo spettro cinematografico(faccenda abbastanza interessante), ma non ci vedo molto in più(tale da equilibrare le analisi linguistiche), né tantomeno vi è uno sviluppo molto differente da quello degli altri due film in cui i protagonisti cercano una via di fuga dai propri fantasmi interiori: in "Lost Highway" attraverso la follia(almeno così ricordo), in "Mulholland Dr." attraverso il sogno. In INLAND EMPIRE ciò avviene tramite il mezzo cinematografico, ma non per questo sto sostendendo che ci sia una riflessione profondissima alla base. Da quel che ho capito leggendo le interviste fatte a Lynch e vedendo i suoi film - ma non ne sono sicuro(ripeto, sono opinioni) - per Lynch il cinema è sogno, dunque fuga dalla realtà e anche il suo modo di vedere ed intendere il cinema credo traspaia dai suoi film.

Mi scuso per la prolissità; riducendo all'osso, quel che sto dicendo è che semplicemente il film non è così complesso o "profondo"(non sotto determinati aspetti)come sembra, ma non per questo non è un ottimo film o non ha i suoi momenti(forse un po' indeboliti dalla lunghezza del film).
Solo che ad un certo tipo di cinema - non a tutto il cinema - io credo che certe analisi stanno un po' scomode: non perché non calzino con l'opera stessa, ma perché si finisce per far sembrare il tutto più complesso di quanto in realtà non lo sia e non apprezzando il film per le sue qualità "principali".
Ad ogni modo volendo si potrebbe anche chiudere qui la discussione su IE dicendo che è questione di "gusti", tuttavia la divergenza di opinioni è anche giusto che ci sia e rende il dibattito sensato e non fine a se stesso: sarebbe troppo facile dire INLAND EMPIRE è un capolavoro o è una ciofeca e chiuderla così, mentre invece è interessante discuterne, possibilmente in maniera costruttiva.
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#381 woody

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Inviato 20 novembre 2011 - 12:00

Sto cdrcando i sottotitoli di Velluto Blu, vorrei vederlo in lingua originale coi sottotitoli in italiano, qualcuno sa aiutarmi?
  • 0

#382 woody

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Inviato 20 novembre 2011 - 12:53

Grazie :))
Avevo già provato, è un file sub invece che srt, ho provato ad aprirlo con vlc (sia senza cambiare estnsione che cambiandola in srt) ma non me li legge. Io ho un semplice file avi da 700 mega e tutti i sub trovati non me li legge.
Qualche soluzione?
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#383 coby

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Inviato 20 novembre 2011 - 13:10

questo?
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incantato da simon tout court


#384 woody

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Inviato 20 novembre 2011 - 15:04

Niente. Già provato anche quello. Non capisco se è un problema dei sottotitoli o è un problema mio. POssibile sia un file per il formato dvd e non per un avi?
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#385 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 30 giugno 2012 - 15:31

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Ho rivisto recentemente Strade Perdute e continuo a ritenerlo il mio Lynch preferito. Quello che mi affascina è la capacità che possiede questo film di agguantare lo spettatore e di trascinarlo in una sorta di vortice, in cui si gira gira gira e sembra non ci sia mai fine. Qualcuno paragonò questo film all'anello di Moebius che si avvolge su di sè, ma va bene anche il paragone con una fuga musicale. Come spesso accade nei film di Lynch, è la quotidianità a nascondere un lato misterioso, inquietante, a trasformarsi in incubo. Come la porta dell'appartamento di Isabella Rossellini in Velluto Blu, la porta per un altro mondo, fatto di violenza, follia e depravazione. In Strade Perdute quel mondo è ormai "il" mondo, anche se la villa in stile hollywoodiano dove il vecchio gangster ama far girare i filmini pornografici, è un po' la mecca di questo viaggio nella dissoluzione. Ma la dissoluzione principale è quella dell'Io: caso più unico che raro di film in cui il fondamento di ogni narrazione - l'identità del personaggio - è scardinata. Un uomo che viene arrestato e si sveglia in cella che è un altro uomo, per poi comparire di nuovo nel finale. Lo stile di Lynch sembra essere l'unico ad essere riuscito a dare una forma alle angosce contemporanee. Chi se ne frega delle spiegazioni, della logica - che comunque è presente, basta rimettere insieme i pezzi del mosaico. Bisogna perdersi per ritrovarsi.
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#386 lazzaro

    música universal

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Inviato 01 luglio 2012 - 13:38

Ma la dissoluzione principale è quella dell'Io: caso più unico che raro di film in cui il fondamento di ogni narrazione - l'identità del personaggio - è scardinata.


Buttate via l'identità diceva Bene. Scardinatela
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#387 ucca

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Inviato 02 luglio 2012 - 11:23

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Ho rivisto recentemente Strade Perdute e continuo a ritenerlo il mio Lynch preferito. Quello che mi affascina è la capacità che possiede questo film di agguantare lo spettatore e di trascinarlo in una sorta di vortice, in cui si gira gira gira e sembra non ci sia mai fine. Qualcuno paragonò questo film all'anello di Moebius che si avvolge su di sè, ma va bene anche il paragone con una fuga musicale. Come spesso accade nei film di Lynch, è la quotidianità a nascondere un lato misterioso, inquietante, a trasformarsi in incubo. Come la porta dell'appartamento di Isabella Rossellini in Velluto Blu, la porta per un altro mondo, fatto di violenza, follia e depravazione. In Strade Perdute quel mondo è ormai "il" mondo, anche se la villa in stile hollywoodiano dove il vecchio gangster ama far girare i filmini pornografici, è un po' la mecca di questo viaggio nella dissoluzione. Ma la dissoluzione principale è quella dell'Io: caso più unico che raro di film in cui il fondamento di ogni narrazione - l'identità del personaggio - è scardinata. Un uomo che viene arrestato e si sveglia in cella che è un altro uomo, per poi comparire di nuovo nel finale. Lo stile di Lynch sembra essere l'unico ad essere riuscito a dare una forma alle angosce contemporanee. Chi se ne frega delle spiegazioni, della logica - che comunque è presente, basta rimettere insieme i pezzi del mosaico. Bisogna perdersi per ritrovarsi.


E' vero, stesso gioco fatto poi in Mulholland Drive, solo che in Strade Perdute è meno schematico non torna tutto. Ci si perde proprio. Per questo concettualmente lo preferisco, anche se Mulholland Drive ha delle scene indimenticabili
che da sole valgono piu' del film (il teatro, la scena del sogno-muretto, la scena lesbo, quella della prova-caffè anche)
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Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#388 Farzan

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Inviato 13 ottobre 2012 - 16:20

cerco rivista, libro, inserto di rivista, un approfondimento critico su lynch, qualcuno ha qualcosa da consigliarmi?
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#389 Fitzcarraldo

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Inviato 13 ottobre 2012 - 16:27

Beh c'è il bel volume di Moviement dedicato a lui (http://www.ibs.it/co...avid-lynch.html), ottimo anche Pierluigi Basso Fossali, Interpretazione tra mondi. Il pensiero figurale di David Lynch, ETS, Pisa 2006 (http://www.edizionie...978-884671671-2) e breve ma molto interessante anche S. Zizek, Lynch: il ridicolo sublime, Mimesis, Milano 2011 (online non lo trovo, comunque l'ho comprato in feltrinelli)

edit poi ci sarebbe anche il punto di vista molto particolare di Agostinelli, David Lynch e il grande fratello, Besa, Lecce 2011 (http://www.lafeltrin...gostinelli.html); anche se alcune riflessioni sono un po' datate trovo sempre interessanti i saggi di Ghezzi in Paura e desiderio, Bompiani, Milano 2000 (http://www.ibs.it/co...derio-cose.html) dove parla anche di Lynch e mi ero dimenticato pure il volumetto di Chion edito dalla Lindau (http://www.libreriau...o/9788871803111).
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#390 paloz

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Inviato 14 ottobre 2012 - 08:54

Approfitto per segnalare la recente uscita presso Minimum Fax di:

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http://www.minimumfa...cheda_libro/577
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I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


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Inviato 14 ottobre 2012 - 09:37

e mi ero dimenticato pure il volumetto di Chion edito dalla Lindau (http://www.libreriau...o/9788871803111).


questo è fuori produzione/commercio/esaurito/in attesa di ristampa da anni
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#392 Fitzcarraldo

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Inviato 14 ottobre 2012 - 10:52


e mi ero dimenticato pure il volumetto di Chion edito dalla Lindau (http://www.libreriau...o/9788871803111).


questo è fuori produzione/commercio/esaurito/in attesa di ristampa da anni


io l'ho preso in un negozio di libri usati (con pure quello di Ghezzi e il mitico "L'audiovisione" a qualcosa tipo 10 euro in totale :D), ma alla fine lo si trova in ogni biblioteca universitaria
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#393 William Blake

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Inviato 14 ottobre 2012 - 11:13



e mi ero dimenticato pure il volumetto di Chion edito dalla Lindau (http://www.libreriau...o/9788871803111).


questo è fuori produzione/commercio/esaurito/in attesa di ristampa da anni


io l'ho preso in un negozio di libri usati (con pure quello di Ghezzi e il mitico "L'audiovisione" a qualcosa tipo 10 euro in totale :D), ma alla fine lo si trova in ogni biblioteca universitaria


sì ma se vado in libreria non lo posso acquistare :(
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Inviato 15 dicembre 2012 - 00:01

Autore di pellicole che imprimono ossessioni e perversioni, deformità e devianze, inquietudini e orrori, David Lynch ci ha confezionato un reale di percezioni deformanti avvinto in vortici onirici. Regista completo, capace di immergersi nell'incubo come nelle placide strade dell'Iowa, Lynch si è imposto come uno dei talenti più rivoluzionari dell'ultimo trentennio.

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La monografia di OndaCinema
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Inviato 16 dicembre 2012 - 13:48

bravi bravi bravi!!!! Mono meravigliosa!
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#396 William Blake

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Inviato 16 dicembre 2012 - 16:06

bravi bravi bravi!!!! Mono meravigliosa!


grazie caro
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Inviato 18 dicembre 2012 - 11:55

riporto quanto letto nelle interviste rilasciate da Jennyfer Lynch al Torino Film Festival. che, riguardo al futuro del padre, risponde...



Gli ha chiesto se tornerà a girare un film?
L'ho davvero stressato su questo argomento, glielo chiedo sempre, ma stavolta forse è quella giusta. Lui ha bisogno di innamorarsi di una storia per più di due settimane e ora sta succedendo. Forse il prossimo anno si metterà al lavoro.
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#398 paloz

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Inviato 17 giugno 2014 - 14:54

Sul set di Eraserhead.


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Inviato 16 dicembre 2015 - 23:32

David Lynch’s Movies Reimagined And Recast In Vintage Posters

 

eraserhead-charlie-chaplin-1932-peter-st


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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#400 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 30 settembre 2016 - 23:32

Essere David Lynch

 


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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"





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