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[Monografia] David Lynch


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513 replies to this topic

#201 Jules

    Pietra MIliare

  • Redattore OndaCinema
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Inviato 19 marzo 2007 - 12:20

Quello che dici tu è perfettamente condivisible e plausibile (anche se personalmente sono in disaccordo)...ciò che contestavo è l'assunto che nel cinema ci sarebbero regole..
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#202 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 19 marzo 2007 - 12:45


Quali regole? Quale pubblico?


Ogni forma di espressione ha le sue regole. Anche noi parliamo secondo dei codici. E' bellissimo cercare di infrangerle, tra l'altro facendo leva su una tecnica registica pazzesca. Ma alla fine, al di là dell'affetto, della stima che Lynch merita in tutto e per tutto, l'abilità del genio sta nel riconvertire verso qualcosa di sensato le fratture attuate in maniera così palese. E' la descrizione di un incubo, la fascinazione dell'onirico spinta all'eccesso, ma l'esempio di Strade Perdute e MD conducevano alla fine sempre verso qualcosa di chiaro. Qui, per quanto mi riguarda, siamo nel campo del masturbatorio, coscenziosamente abbracciato e promulgato. Il pubblico è chi paga. Esiste non si può non tenerne conto. Quando si avanza l'ipotesi che quello di Lynch non possa neanche più essere descritto come cinema si deve anche pensare al mezzo con cui Lynch si esprime e al luogo dove lo rende visibile a tutti. Il cinema.


" Se la vita non ha regole, perchè dovrebbe averle il cinema? "
David Lynch.
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#203 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 19 marzo 2007 - 15:36

  Se la vita non ha regole, perchè dovrebbe averle il cinema? "
David Lynch.



Ma la vita ha le sue regole altrimenti vivremo nell'anarchia più totale. La vita onirica non ha regole. Ma quello che proietti per un pubblico è reale, concreto, anche quando deriva dall'inconscio più irreale. E per comunicare qualche cosa deve basarsi su alcuni punti fermi.
Cinematograficamente parlando stavolta Lynch non porta alla matematica conclusione alcuni punti focali, mandando in vacca il film. Creando confusione e fatica. Il che potrebbe essere vista come naturale predisposizione artistica a dare fastidio, a creare indisposizione nel pubblico. Purtroppo altre volte era riuscito nell'intento molto meglio. O ha spinto troppo sull'acceleratore della follia (consapevolmente), o giunto alla resa dei conti non ha saputo ritrovare il bandolo della matassa. Il risultato è che il film può essere sconvolgente, emozionante, rivoltante. Ma soprattutto confuso. Proprio a livello tecnico. E ciò rende difficile quando non impossibile la fruizione.
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#204 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 19 marzo 2007 - 15:53

  Se la vita non ha regole, perchè dovrebbe averle il cinema? "
David Lynch.



Ma la vita ha le sue regole altrimenti vivremo nell'anarchia più totale. La vita onirica non ha regole. Ma quello che proietti per un pubblico è reale, concreto, anche quando deriva dall'inconscio più irreale. E per comunicare qualche cosa deve basarsi su alcuni punti fermi.
Cinematograficamente parlando stavolta Lynch non porta alla matematica conclusione alcuni punti focali, mandando in vacca il film. Creando confusione e fatica. Il che potrebbe essere vista come naturale predisposizione artistica a dare fastidio, a creare indisposizione nel pubblico. Purtroppo altre volte era riuscito nell'intento molto meglio. O ha spinto troppo sull'acceleratore della follia (consapevolmente), o giunto alla resa dei conti non ha saputo ritrovare il bandolo della matassa. Il risultato è che il film può essere sconvolgente, emozionante, rivoltante. Ma soprattutto confuso. Proprio a livello tecnico. E ciò rende difficile quando non impossibile la fruizione.


Mi dispiace, ma non sono d'accordo con te.
Soprattutto a livello tecnico, al di là di gusti personali in materia di cinema,                                                        trovo che l'ultima fatica di Lynch sia veramente riuscita.
C'è uno sforzo mostruoso dietro la sceneggiatura, proprio laddove ti sembra più confuso e inconsistente.
Credo che i continui enjambements, i continui salti temporali, la trama ad anelli concetrici siano perfetti.
Questo film può essere  visto e rivisto più volte, senza perdere l'effetto di smarrimento.
Non è pasticciato: è curatissimo nei minimi dettagli.
Se in Mulholland Drive e in Strade Perdute, Lynch ha buttato un senso qua e là per dare il contentino al suo pubblico, questo film è la sua opera più radicale e  quindi sincera.
L'estetica di Lynch ora è al suo apogeo.
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#205 blackwater

    Scaruffiano

  • Redattore OndaRock
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Inviato 19 marzo 2007 - 16:11


  Se la vita non ha regole, perchè dovrebbe averle il cinema? "
David Lynch.



Ma la vita ha le sue regole altrimenti vivremo nell'anarchia più totale. La vita onirica non ha regole. Ma quello che proietti per un pubblico è reale, concreto, anche quando deriva dall'inconscio più irreale. E per comunicare qualche cosa deve basarsi su alcuni punti fermi.
Cinematograficamente parlando stavolta Lynch non porta alla matematica conclusione alcuni punti focali, mandando in vacca il film. Creando confusione e fatica. Il che potrebbe essere vista come naturale predisposizione artistica a dare fastidio, a creare indisposizione nel pubblico. Purtroppo altre volte era riuscito nell'intento molto meglio. O ha spinto troppo sull'acceleratore della follia (consapevolmente), o giunto alla resa dei conti non ha saputo ritrovare il bandolo della matassa. Il risultato è che il film può essere sconvolgente, emozionante, rivoltante. Ma soprattutto confuso. Proprio a livello tecnico. E ciò rende difficile quando non impossibile la fruizione.


Mi dispiace, ma non sono d'accordo con te.
Soprattutto a livello tecnico, al di là di gusti personali in materia di cinema,                                                         trovo che l'ultima fatica di Lynch sia veramente riuscita.
C'è uno sforzo mostrouso dietro la sceneggiatura, proprio laddove ti sembra confuso e inconsistente.
Credo che i continui enjambements, i continui salti temporali ad anelli
concetrici siano perfetti.
Questo film può essere  visto e rivisto più volte, senza perdere l'effetto di smarrimento.
Non è pasticciato: è curatissimo nei minimi dettagli.
Se in Muholland Drive e in Strade Perdute, Lynch ha buttato un senso qua e là per dare il contentino al suo pubblico, questo film è la sua opera più radicale e  quindi sincera.
L'estetica di Lynch ora è al suo apogeo.


L'estetica in Lynch era già al suo massimo nei due precedenti, come pure nella svolta bucolica del vecchio sul trattore. Non ho mai creduto al detto "più radicale ovvero più sincero". Continuo a propendere per la presenza di determinati punti fermi, che non sono contentini (e dai, su... ) gli stessi su cui anche Lynch ha costruito la sua arte e che sono oggetto di studio approfondito. Piuttosto, il tizio comincia a ripetersi: il cinema è le sue storture, aspirazioni e delusioni che portano alla foliia, la stessa che si fa film nel film e si dispiega in altre duecento strade. Per forza di cose perdute: Preferirei che mi analizzasse uno o due elementi senza disperderli nel nulla.
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#206 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 19 marzo 2007 - 16:20

Pur essendo uno dei miei film preferiti in assoluto, Una storia vera non è stata una svolta bucolica, semmai una piccola, brillante, commovente parentesi del cinema del vecchio, semmai una specie di riconcilazione al mai dimenticato Elephant man.
Non sono ancora d'accordo con te, perchè i punti fermi del cinema di Lynch sono gli incubi celati dalla tranquillità e dalla sicurezza.
Questo film ne è la rappresentazione massima.
Le ultime due fatiche mi avevano lasciato parecchio perplessa, altro che Inland Empire.
Lynch è vecchio, non poteva fare di meglio.
I continui riferimenti alla morte di questo film sono struggenti.
Per me,questo rappresenta il suo testamento.
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#207 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 19 marzo 2007 - 16:21


Questo è il suo testamento.


Oddio speriamo di no..
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#208 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 19 marzo 2007 - 16:23



Questo è il suo testamento.


Oddio speriamo di no..


:D
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#209 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 19 marzo 2007 - 16:34

Pur essendo uno dei miei film preferiti in assoluto, Una storia vera non è stata una svolta bucolica, semmai una piccola, brillante, commovente parentesi del cinema del vecchio, semmai una specie di riconcilazione al mai dimenticato Elephant man.
Non sono ancora d'accordo con te, perchè i punti fermi del cinema di Lynch sono gli incubi celati dalla tranquillità e dalla sicurezza.
Questo film ne è la rappresentazione massima.
Le ultime due fatiche mi avevano lasciato parecchio perplessa, altro che Inland Empire.
Lynch è vecchio, non poteva fare di meglio.
I continui riferimenti alla morte di questo film sono struggenti.
Per me,questo rappresenta il suo testamento.



Ha fatto di meglio e, soprattutto, può fare molto di più (auguriamocelo!!!). Paragonerei questa sua ultima, e per me indigesta, fatica, a uno dei tuoi dischi preferiti, "The Ascension" di Glen Branca, ovvero un mostruoso sforzo intellettuale verso il nulla, vuotamente estetizzato. :-\
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#210 ucca

    CRM

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Inviato 19 marzo 2007 - 16:57


Quali regole? Quale pubblico?


Ogni forma di espressione ha le sue regole. Anche noi parliamo secondo dei codici. E' bellissimo cercare di infrangerle, tra l'altro facendo leva su una tecnica registica pazzesca. Ma alla fine, al di là dell'affetto, della stima che Lynch merita in tutto e per tutto, l'abilità del genio sta nel riconvertire verso qualcosa di sensato le fratture attuate in maniera così palese. E' la descrizione di un incubo, la fascinazione dell'onirico spinta all'eccesso, ma l'esempio di Strade Perdute e MD conducevano alla fine sempre verso qualcosa di chiaro. Qui, per quanto mi riguarda, siamo nel campo del masturbatorio, coscenziosamente abbracciato e promulgato. Il pubblico è chi paga. Esiste non si può non tenerne conto. Quando si avanza l'ipotesi che quello di Lynch non possa neanche più essere descritto come cinema si deve anche pensare al mezzo con cui Lynch si esprime e al luogo dove lo rende visibile a tutti. Il cinema.



il problema non è essere chiari, ma fare un film decente.
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www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#211 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 19 marzo 2007 - 17:06

Ha fatto di meglio e, soprattutto, può fare molto di più (auguriamocelo!!!). Paragonerei questa sua ultima, e per me indigesta, fatica, a uno dei tuoi dischi preferiti, "The Ascension" di Glen Branca, ovvero un mostruoso sforzo intellettuale verso il nulla, vuotamente estetizzato. :-\


Questa è davvero bella!  :D

Complimenti per la memoria, soprattutto perchè cambio idea sul disco della mia vita ogni due giorni!

;D
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#212 Dead Man

    pivello

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Inviato 24 marzo 2007 - 17:17


Quali regole? Quale pubblico?


Ma alla fine, al di là dell'affetto, della stima che Lynch merita in tutto e per tutto, l'abilità del genio sta nel riconvertire verso qualcosa di sensato le fratture attuate in maniera così palese.

se per "riconvertire verso qualcosa di sensato" intendi dare forma e espressione in un modo autentico e allo stesso tempo pregnante a delle idee individuabili e riconoscibili non vedo in che modo inland empire possa dirsi insensato (questo stesso topic dimostra che le tematiche affrontate del film tutto sommate non sono risultate affatto incomprese dal pubblico); se invece fai riferimento alla impossibilità di dare un senso logico all'intreccio credo che sia sbagliato ritenerlo un movente per dare un giudizio qualitativo sull'opera, in quanto parlando di dare forma a dei contenuti mi sembra alquanto scontato che l'artista possa procedere come meglio gli aggrada.
vuoi fare un film sul mondo del cinema, sul modo di fare cinema, su quali siano i fili che legano cinema  e realtà, sulle ossessioni che dominano chi del cinema ha fatto la propria ragione di esistere e di vivere, o anche solo sulle perenne tensione tra essere e apparire
non importa che tu faccia un "otto e mezzo", un "sunset boulevard", un "persona", un "mullholland drive" o un "inland empire"
il timbro in tutti questi casi è quello del genio.
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#213 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 18 giugno 2007 - 10:05

Riesumo questro thread solo per accodarmi alle critiche entusiastiche di buona parte degli spettatori di tale, enorme film.
Visto ieri sera all'interno di una rassegna di film d'essai non posso che denunciare un profondo turbamento che persiste tutt'ora, come la sensazione di aver assistito a qualcosa di irripetibile. Se devo giudicare il film in base alla capacità di generare stupore e meraviglia, è indiscutibilmente il capolavoro di Lynch, una specie di "L'Arrivèe d'un train en gare de La Ciotat dei Lumière" sopravvissuto per più di cent'anni grazie ad innesti androidi ed iniezioni massicce di allucinogeni.

Il finale è qualcosa di incredibile, con i livelli metanarrativi che si allargano a spirale, tutto ciò che sembra racconto di realtà diverse viene assorbito da un unico flusso, con lo stravolgimento della presunta idea dello spettatore del rapporto sogno-realtà. Raramente ho provato una sensazione talmente profonda di spaesamento, sono uscito dalla sala con la sensazione di aver scopato con qualcosa di solo vagamente umano. Il virus della finzione infetta ogni impianto narrativo, in una progressione che sembra minacciare la tua stessa, fino ad allora scontata, percezione di ciò che è reale.

L'unica parte relativamente debole (che ho effettivamente faticato a seguire) è stata l'inizio di quella che potrebbe essere considerata la seconda parte (dopo che Devon/Billy va a controllare il set), in cui si verfica un'esplosione della frammentazione per me eccessiva.
Per il resto, intoccabile.
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#214 Flight

    cosa rimane dentro noi

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Inviato 18 giugno 2007 - 19:32

quoto thom e quanti altri sono riusciti a cogliere in queste tre ore l'incrollabile devozione, l'irriducibilità dell'arte lynchana di fronte a nulla nel privilegiare il proprio possente linguaggio, nessun compromesso quando urge nell'artista il fervore creativo, straripante e guidato da ossessioni e percorsi di fantasia: non ammette ingiunzioni di sorta.

Inland Empire resterà il testamento più libero, fervido, non prevedibile di un grande artista affermato, che certo se lo può permettere (quanti altri avrebbero potuto realizzare in queste dimensioni, con questo budget, un'opera simile? E'stata una sfida, vinta, per questo ancora più lo ringrazio).

Aggiungo che un recupero domestico consentirebbe, rivedendo, soffermandoci, di assimilare al meglio questo traboccante lavoro, come permette dividendo per capitoli, la lettura di un libro. Credo che insomma la sua traduzione  dvd giovi ancor più all'apprezzamento di quest'opera.
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fabio

#215 Guest_vegeta_*

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Inviato 18 giugno 2007 - 19:34



Aggiungo che un recupero domestico consentirebbe, rivedendo, soffermandoci, di assimilare al meglio questo traboccante lavoro, come permette dividendo per capitoli, la lettura di un libro. Credo che insomma la sua traduzione  dvd giovi ancor più all'appezzamento di quest'opera.


il dvd esce per la vendita il 3 luglio. Da comprare!
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#216 Maldon

    Groupie

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Inviato 15 agosto 2007 - 22:52

Post-cinema, collasso dell'immaginario filmico.
Questo è, primariamente, INLAND EMPIRE.
"Tutto ok, stai solo morendo", la donna di colore con cinica dolcezza rassicura Laura "Cinema" Dern.
INLAND EMPIRE riassunto in una sola, fulminante battuta;
ma è un tutto che non chiude alcunché, piuttosto apre lo spettatore a un'esperienza affatto nuova.
In "Cecità" di Saramago una donna ricordava al marito cieco che "le immagini guardano con gli occhi di chi le guarda" (vado a memoria).
La citazione di questo passaggio di Cecità porta la firma di
un critico che ho sempre apprezzato.
Non potrebbe esserci commento migliore per INLAND EMPIRE,
e sono persuaso che Lynch sottoscriverebbe in pieno.

saluti
krisis


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[4.48 Psychosis]
«Omaggio a Sarah Kane. Le corde vocali di Staples diventano marmo su cui scivolano le parole della drammaturga britannica. Il mood Velvet Underground aleggia su questo brano...
è il miglior momento di Waiting for the Moon.»
Maldon

#217 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 16 agosto 2007 - 01:42

Certo che di interpretazioni di Lynch è possibile farne...però ricordiamoci che così facendo stiamo superando lo stesso autore della pellicola...la famosa frase dell'ufficio postale gli scappò proprio, se non erro, durante un incontro con i giornalisti in cui gli si chiedeva lumi sull'interpretazione proprio di Mulholland Drive, che invece a parere di quasi tutti, compreso me, risulta il più intrepretabile della trilogia dell'incomprensibile..


Beccati sta cosa che beccai su un altro forum tempo addietro.

Ecco il senso del film:Diane Selwyn (interpretata da Naomi Watts, attrice bionda) arriva a Los Angeles proveniente da Deep River, Ontario che, come lei stessa la definisce, è una piccola città: non certo il posto ideale per una giovane attrice lesbica con l ambizione di sfondare nel cinema. Non essendo supportata dai genitori nel suo tentativo di diventare una stella di Hollywood, Diane (come spiega a CoCo) ha usato l eredità di sua zia (anch essa inserita nell industria del cinema) per finanziare il suo trasferimento da Deep River a Los Angeles.
A Los Angeles Diane partecipa all audizione per il ruolo di protagonista in un film intitolato The Sylvia North Story. Si tratta di un musical ambientato nel 1950 diretto da un certo Bob Brooker. Diane vuole veramente questa parte e si sente la candidata ideale per il ruolo, forte anche del fatto di avere vinto a suo tempo una gara di ballo. Tuttavia non fa colpo sul regista e questi assegna la parte a Camilla Rhodes (interpretata da Laura Harring, l attrice mora). E quindi sul set di questo film che Diane e Camilla si conoscono e divengono amanti. Lo stile di vita modesto di Diane ci lascia intendere quanto faccia fatica ad ottenere parti ed è per questo che Camilla si offre per aiutarla ad averne alcune minori in qualche altro film. Sfortunatamente per Diane, Camilla incontra Adam Kesher, un giovane regista di successo, e si innamora di lui. La conseguenza è che Camilla gradualmente esclude Diane dalla sua vita. Diane viene invitata ad un party a casa di Adam Kesher su Mulholland Drive..il suo viaggio verso la casa viene però interrotto da Camilla che la accompagna a destinazione. Diane è scossa dall atteggiamento di Camilla al party, infatti questa flirta con Adam e bacia un altra donna davanti ai suoi occhi. L alienazione di Diane è poi spinta ai massimi livelli dall anziana madre di Adam, CoCo, che le porge domande sulla sua vita e sul suo background, domande alle quali Diane risponde in modo imbarazzato dal momento che le fanno ricordare i suoi fallimenti nel tentativo di sfondare ad Hollywood. Tutto ciò ha come effetto di accrescere il risentimento di Diane nei confronti di Camilla, Adam e più in generale di tutto il business cinematografico di Hollywood.
Quando Adam e Camilla annunciano il loro fidanzamento, Diane fatica a mantenere l autocontrollo, e i suoi occhi girano introno alla stanza: in questo modo vede fugacemente alcune figure presenti come il cowboy, l attraente bionda, alcuni personaggi simili a dei gangster e CoCo.
A questo punto Diane decide di assumere un assassino, e lo fa presso il Winkie Caffè, su Sunset Blvd.. Diane vuole che lui uccida Camilla Rhodes. Ci sono sei importanti elementi in questa scena:
1. Il Winkie caffè stesso e quello che rappresenterà
2. L assassino
3. la fotografia di Camilla (sempre interpretata da Laura Herring) accompagnata dalla frase è lei la ragazza
4. La borsa dei soldi
5. La chiave blu
6. L uomo coi capelli scuri vicino al bancone
A seguito di questo incontro Diane ritorna a casa e si addormenta l inizio del suo sogno è di fatto l inizio del film
La prima immagine che ci viene proposta è relativa al successo ottenuto da Diane in una gara di recitazione nella quale appaiono i suoi genitori (orgogliosi) posizionati in piedi al suo fianco.
Adesso riceviamo un veloce flash-back della realtà, infatti si vede un passaggio di camera sul letto su cui sta dormendo Diane, il respiro amplificato indica che è nel bel mezzo di un sogno.
Torniamo poi al sogno con la scena in cui Laura Herring (Camilla nella realtà, come abbiamo detto) viene condotta in auto nella stessa parte della Mulholland Drive dalla quale Diane si era diretta al party.
Il tragitto viene interrotto nel medesimo punto e la reazione di Camilla rispecchia quella che era stata di Diane nella realtà (questa non è la nostra fermata). Ora appare per la prima volta nel sogno un riferimento all assunzione da parte di Diane dell assassino, tale riferimento è rappresentato dall autista che tenta di uccidere Camilla. Tuttavia la fantasia di Diane non permette che ciò accada capita quindi un incidente stradale in cui rimangono uccisi gli assassini ma non Camilla che fugge.
Seguono una serie di sequenze che mostrano il disorientamento e la paura di Camilla. Camilla decide poi di infilarsi in una casa dove una signora coi capelli rossi si sta preparando per un lungo viaggio (scopriremo più tardi che questa donna è Ruth, la zia di Diane che nella realtà è morta).
La scena successiva ha luogo da Winkie Caffè ed è fonte di molta confusione per lo spettatore del film. L uomo con i capelli scuri che era in piedi vicino al bancone quando Diane ha assunto l assassino sta raccontando ora ad un conoscente un incubo che recentemente lo tormenta. Tale incubo ha luogo sempre nel ristorante e riguarda un uomo mostruoso nascosto dietro il ristorante stesso. Apparentemente l uomo con i capelli scuri, esasperato ed atterrito dall incubo, si è recato da Winkie allo scopo di verificare l effettiva presenza di quel mostro. Così i due uomini (l uomo con i capelli scuri e l amico) si incamminano sul retro e scoprono che la grottesca figura si trova effettivamente lì. Questa scena simboleggia il fatto che è impossibile fuggire dalla realtà, infatti l orrore è per l uomo con i capelli scuri presente tanto nel sogno quanto nella realtà. Lo stesso succede a Diane visto che la sua realtà è il fallimento ed anche la sua fantasia sarà caratterizzata dal fallimento: è la realtà che forgia le fantasie il mostruoso viandante rappresenta questo. Le scene che hanno luogo da Winkie sono una metafora della realtà, in questo film.
La scena seguente è quella di Diane che arriva a Los Angeles. Ovviamente siamo sempre nel sogno e si tratta di una idealizzazione di se stessa (luci scintillanti, soft music e dialogo sobrio ce lo indicano chiaramente). Inoltre Diane si ri-nomina Betty; ed è qui accompagnata dall anziana coppia già vista in precedenza (ovvero i genitori, che qui vengono considerati come due persone qualsiasi incontrate casualmente in viaggio), coppia che le porge gli auguri per il suo lavoro di attrice nella quale vuole sfondare. Anche questa scena è disseminata di elementi che hanno radice nella realtà, come ad esempio il fatto che i due coniugi ridono alle spalle di Betty una volta averla lasciata: ciò simboleggia il presentimento dei genitori circa il fallimento di Diane, motivo per il quale l avevano scoraggiata riguardo al trasferimento ad Hollywood).
Ci ritroviamo poi nell appartamento nel quale Camilla è nascosta quando Betty arriva viene accolta con calore da CoCo, che nel sogno di Diane si presenta come un personaggio molto materno e disponibile. Betty va alla scoperta del magnifico appartamento fino a che trova Camilla nel bagno. Camilla le spiega di essere rimasta coinvolta in un incidente ma di non ricordarsi nulla a parte questo. Camilla adotta il nome di Rita, prendendo spunto dalla locandina di Gilda (con Rita Hayworth, per l appunto) che è appesa al muro. A questo punto Betty ci dà una mano a capire quello che sta succedendo implicitamente nel film, quando dice: sono arrivata qui da Deep River, Ontario, ed ora mi trovo in questo posto da sogno. Rita si sente debole e Betty gentilmente si offre di darle una mano. E evidente come Diane stia cercando nella fantasia di tramutare in positive le cose negative della sua vita reale: ha creato nuove identità per se stessa e per la donna che ama e si è costruita una promettente carriera di attrice; inoltre sta per sognare cose negative sulle persone che hanno avuto un ruolo attivo nei suoi fallimenti della vita reale, ovvero Bob Brooker ed Adam Kesher.
Si materializza così un meeting tra Adam, il suo team di produzione e il gangster che era presente al party di Adam. In questa bizzarra scena i gangsters estraggono una foto di una attraente bionda (alla quale viene attribuito il nome di Camilla Rhodes, che nella realtà come abbiamo visto è della mora), e dicono al team di Kesher che è lei la ragazza; (la stessa frase pronunciata da Diane al killer da Winkie). Adam rifiuta di assumerla nel cast ed abbandona sdegnato il meeting. Il rifiuto di Adam ha come conseguenza che i gangsters fanno interrompere il suo progetto e quando questi torna a casa trova la moglie intenta ad amoreggiare con l uomo che pulisce la piscina (in realtà Adam è divorziato, ma allo scopo di distruggerne la vita Diane ne ha creato questa immagine).
L inesorabile rovina in cui è caduta la vita di Adam è inframmezzata da una sequenza comica nel quale il killer combina un buffo pasticcio nel tentativo di portare a termine un omicidio: Diane crea questa scena a causa della segreta speranza che questi fallisca nel suo intento nei confronti di Camilla infatti lo vediamo anche chiedere ad una prostituta notizie di Camilla e questo rassicura Diane che il killer sta cercando nella direzione sbagliata.
Nel frattempo Betty si è resa conto del fatto che Rita in realtà è sconosciuta a sua zia e scopre che l incidente ha fatto dimenticare a Rita la propria identità. Nel tentativo di scoprire chi è Rita in realtà e cercando di individuare qualche modo per identificarla, si accorgono che nella borsa di Rita non c è altro che soldi divisi in mazzette ed una chiave blu.
Vediamo come tutte queste immagini che stiamo descrivendo abbiano un forte richiamo nella realtà, e nella fattispecie nella scena in cui Diane assume il killer: abbiamo infatti l assassino stesso, la foto accompagnata dalla frase è lei la ragazza, il danaro, la chiave e la consapevolezza che il vero nome di Rita non è Rita.
Diane nasconde la roba di Rita in una cappelliera: Rita improvvisamente ricorda che la sera dell incidente stava viaggiando sulla Mulholland Drive. Betty vuole saperne di più e decide di chiamare la polizia anonimamente come nei film fingendo di essere qualcun altro, e questo è un altro indizio che ci viene dato per capire la struttura del film.
Le due donne chiamano la polizia dal chiosco di fronte a Winkie prima di entrare nel locale. Nuovamente Winkie provoca una collisione tra la realtà ed il sogno quando la cameriera, che si chiama Diane, fa ricordare a Rita il nome Diane Selwyn (che naturalmente nella realtà è il nome di Betty). Ritenendo che Diane Selwyn sia dunque il nome di Rita, la trovano nell elenco del telefono .quando chiamano il numero Rita non riconosce la voce della donna che risponde. Decidono quindi di recarsi all indirizzo il giorno seguente.
Nel frattempo Diane continua ad immaginare la vita di Adam Kesher travolta in una spirale di eventi negativi. Ha preso residenza in un hotel di basso profilo in periferia e Cookie, il proprietario, lo informa che è in bancarotta. Inoltre la segretaria gli comunica che si deve incontrare con un misterioso personaggio chiamato il Cowboy (di nuovo il richiamo alla festa). E chiaro che Diane intende descrivere che la vita di Adam è nelle mani di forze che agiscono al di là del suo controllo. Adam si incontra con il Cowboy in preda ad uno stato di completa confusione , è ansioso di capire cosa diavolo sta succedendo (un po come chi guarda il film). Il Cowboy lo informa che deve ripensare all assunzione della ragazza che non aveva voluto. E evidente che la vita di Adam passa dalle pressioni dei gangsters a quelle del Cowboy: in sintesi non è sotto il suo controllo. Con questa scena sicuramente Lynch vuole anche fare un riferimento a quanto l industria cinematografica di Hollywood sia soggetta alla corruzione ed alla piaga dei favoritismi.
Di nuovo la realtà entra nella fantasia di Diane la sera prima che Betty e Rita visitino l appartamento di Diane Selwyn. Ciò accade quando la visionaria Louise Bonner dice ;qualcuno è nei guai e quando Betty prova a replicare con gentilezza non ti conosco, io sono Betty, la nipote di Ruth” Louise le risponde: non è vero, non lo sei... Sono poi interrotte da CoCo che segnala a Betty un audizione per uno sceneggiato (un allusione a come I genitori proteggono I figli dagli incubi e li rassicurano, d altro canto CoCo nel sogno è presentata come una figura molto materna), ma prima che la scena finisca Louise dice: No. Ha detto che è qualcun altro ad essere in pericolo. Si riferisce evidentemente al fatto che è Rita ad essere nei guai: infatti il personaggio che nella realtà rappresenta Betty, ovvero Diane, ha commissionato l omicidio di Camilla, il personaggio che nella realtà rappresenta Rita.
Nella scena successiva, Betty e Rita recitano insieme prima dell audizione di Betty: si tratta di un idealizzazione della parte di Betty. Ciò è dimostrato dal fatto che Rita è pessima mentre Betty è superba ciò rivela l amarezza da parte di Diane di essere stata sopraffatta da Camilla nell assegnazione della parte nel film The Sylvia North Story
Betty si reca all audizione: qui vediamo la sua percezione di Bob Brooker, l uomo al quale nella realtà non era piaciuta. Egli infatti sta dirigendo uno sceneggiato di quarta serie per la tv e viene presentato come un pretenzioso idiota. Di nuovo Betty esegue una performance straordinaria ed ha la fortuna di essere notata da un agente talent-scout che le offre un audizione per una parte in The Sylvia North Story (che nella fantasia è diretto da Adam Kesher). Sulla strada per l audizione scopriamo che il produttore dello sceneggiato era un amico della zia di Betty ciò dimostra che Diane avrebbe voluto che sua zia la aiutasse nei propositi di sfondare nel cinema ad Hollywood ed anche la mancanza di supporto ricevuto dagli altri componenti della famiglia. All audizione, nonostante le sue credenziali fossero eccellenti (abilità di recitazione e talento nella danza) per avere la parte, la corruzione dell industria cinematografica le impedisce di aver la parte (sappiamo infatti che tale parte è già assegnata alla ragazza segnalata dai gangsters)..è chiaro che anche qui I fallimenti della sua vita reale sono presenti nel sogno.
Betty ritorna da Rita e le due si recano all appartamento di Diane Selwyn, dove scoprono che Diane e la vicina hanno scambiato le reciproche abitazioni. Entrano nel nuovo appartamento di Diane e scoprono un corpo nella camera da letto (una premonizione di ciò che sta per accadere nel finale del film). Il ritrovamento del corpo sconvolge Rita, mentre Diane rimane relativamente calma e cerca di rassicurarla. Quando le due ritornano all appartamento di Ruth, Rita comincia a tagliarsi I capelli Betty di nuovo cerca di calmarla dicendo:So cosa devi fare, lascia fare a me; e acconcia I capelli di Rita corredandoli con una parrucca bionda. Diane qui sta cercando in tutti I modi di rimanere nella finzione del sogno, nascondendosi dalla realtà nel sogno stesso. Sfortunatamente per Diane la susseguente sequenza con il coinvolgimento emotivo che la contraddistingue, ovvero la scena d amore tra Betty e Rita, fa emergere in Diane il senso di colpa per le sue azioni, gettando le basi per la scena nel Club Silencio (la scena centrale del film).
Il Silencio è un club notturno situato in una zona malfamata di Hollywood. Qui Lynch evidenzia la natura fantasiosa degli eventi inserendo frasi come non c è orchestra, se vogliamo sentire un clarinetto, ascoltiamo.. , è tutta un illusione , infine suggella il tutto con la versione di Crying in spagnolo. In questa scena le due amanti sono rappresentate mentre si abbracciano strette con le lacrime che solcano I loro volti: le due, al pari del pubblico che guarda il film, si stanno rendendo conto di essere parte di una fantasia che però sta per terminare. La scena inoltre stigmatizza una volta di più l Hollywood system: infatti immenso talento della cantante spagnola è apprezzato solo in un posto miserabile come questo Club.
Betty poi scopre nella borsa una scatola blu (rappresentazione del mondo dei sogni) la cui serratura si adatta perfettamente alla chiave di Rita. Ritornano all appartamento di Ruth e Betty scompare (la fantasia di Diane si sta disintegrando). Rita apre la scatola e la cinepresa si inserisce all interno della scatola stessa. Ci ritroviamo nella medesima stanza, ma ora anche Rita è scomparsa la zia Ruth mette la testa nella stanza e la osserva: la stanza non è stata vissuta, cioè nulla di ciò che abbiamo visto vi è accaduto. Diane capisce così che nessuna delle sue fantasie si è effettivamente verificata, tuttavia sta ancora sognando perché in realtà la zia Ruth, come sappiamo, è morta. E effettivamente perfetto che Diane termini il suo sogno con un immagine della zia Ruth, dal momento che in origine è stata proprio l eredità di quest ultima ad offrirle l opportunità di provare a vivere la sua ambizione.
Il sogno termina definitivamente con un immagine del Cowboy (che rappresenta una figura di comando, nella fantasia) che dice a Betty di svegliarsi (è ora di svegliarsi).
Quando Diane, nell atto di sollevare il portacenere, nota la chiave blu sul bordo del tavolo, gli eventi reali le tornano tutti in mente e capisce che omicidio che ha commissionato è stato portato a termine. Ciò, dopo un attimo di smarrimento, le fa perdere il controllo. Diane visualizza il mostruoso viandante con la scatola blu (una rappresentazione del fallimento e dei sogni, con il fallimento in posizione predominante) e la terribile allucinazione dei genitori. A seguito di ciò, corre nella sua stanza e si uccide, lasciando il proprio corpo in uno stato simile a quello che avevamo visto nel sogno.

Rivedendo il film freschi di lettura si resta allibiti per la qualità della ricostruzione.
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#218 juL fu Sig.M.

    Utente paraolimpionico

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Inviato 16 agosto 2007 - 07:47

Che Mulholland Drive è "costruito" e con le "pennellate oniriche" del pittore Lynch ben in vista lo si nota anche solo dalla grana e della colorazione della pellicola che cambia a seconda delle parti del film . SOGNO (satura e meno nitida) REALTA' (da quando si sveglia e vede la chiave - più nitida, meno satura) RICORDO (quando si ricorda della cena - quasi come il sogno).
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#219 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 16 agosto 2007 - 09:17


Beccati sta cosa che beccai su un altro forum tempo addietro.

...

Rivedendo il film freschi di lettura si resta allibiti per la qualità della ricostruzione.


Ok tutto giusto, tutto encomiabile, tutto perfetto...ma sarebbe contento il Maestro di sentire certe elucubrazioni razionalizzanti sui suoi film?
  • 0

#220 juL fu Sig.M.

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Inviato 16 agosto 2007 - 11:28



Beccati sta cosa che beccai su un altro forum tempo addietro.

...

Rivedendo il film freschi di lettura si resta allibiti per la qualità della ricostruzione.


Ok tutto giusto, tutto encomiabile, tutto perfetto...ma sarebbe contento il Maestro di sentire certe elucubrazioni razionalizzanti sui suoi film?


Sono talmente evidenti che se non voleva dar adito a razionalizzazioni non le avrebbe messe (come ha fatto con Inland Empire dove ha confuso di più le carte). Pensa solo - tra le tante cose - al cuscino sul quale si schiaccia la telecamera pima dell'inizio del film e quindi prima della parte onirica...che poi, guardacaso torna fuori nella scena successiva alle parole "sveglia" sussurrate dall'uomo col cappello (durante sogno è diverso).

Certo, se ti aspetti che sia lui a suggerirle... campa cavallo che l'erba cresce...e mano male!
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#221 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 16 agosto 2007 - 11:49



Beccati sta cosa che beccai su un altro forum tempo addietro.

...

Rivedendo il film freschi di lettura si resta allibiti per la qualità della ricostruzione.


Ok tutto giusto, tutto encomiabile, tutto perfetto...ma sarebbe contento il Maestro di sentire certe elucubrazioni razionalizzanti sui suoi film?


Se, e per me questo è sicuro, la ricostruzione è fedele, e questi elementi erano connessi così anche nella sua mente, beh, certamente ne sarà felice. Ogni artista che nasconde un segreto lo fa per essere scoperto, anche perchè succede (quasi) sempre.
Robbe Grillet fu contento quando Lucentini disegnò la mappa della casa della Gelosia. E aveva più ragioni di Lynch a incazzarsi.
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#222 Brucaliffa

    mainstream Star

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Inviato 24 agosto 2007 - 20:20

Finalmente ho visto INLAND EMPIRE, e devo dire che sono rimasta delusa. Tutti quelli che l'avevano visto mi parlavano di un'esperienza che quasi ti stordisce e ti lascia confuso, ora che l'ho visto non mi sembra affatto un pregio, e mi sembra che questo effetto sia in parte imputabile alla durata e all'indeterminatezza del film. Riconosco un valore al film soltanto in quanto rappresenta un po' la summa dell'estetica e delle tematiche della fase che inizia con Strade Perdute ma che include anche Twin Peaks. Ci sono le stesse soggettive metafisiche, i volti che diventano disumani e inquietanti, i sogni dello spettacolo e i drappeggi rossi delle tende che nascondono angoli di mistero, c'è anche l'utilizzo di attori lynchani come quella che interpretava la madre di Laura Palmer, o la protagonista mora di Mulholland che compare per i titoli di coda. Questa volta però non ho capito cosa il film volesse rappresentare. Non ho mai avuto la pretesa di dare ai film di Lynch una spiegazione logica o di rimettere in ordine cronologico scene collocate fuori dalla dimensione temporale, li guardo così come sono e solitamente mi trasmettono delle forti suggestioni, come nel caso di Mulholland, ma in questo caso non capisco che cosa volesse trasmettere il film, questa confusa successione di scene quasi prive di sviluppi mi lascia piuttosto indifferente e annoiata. La musa lynchana Laura Dern, che apprezzo moltissimo generalmente, si porta sempre attorno un'aura melodrammatica, quasi leggera, da commedia classica, secondo la mia impressione rende il personaggio una maschera troppo statica e priva di mistero. Anche questa volta mi sono spaventata in alcuni momenti, ma è stata la semplice messa in atto delle tecniche della paura lynchana, quasi svuotate di potere semantico. Sinceramente spero che con il prossimo film Lynch dimostri di sapersi rinnovare. 
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Better Call Saul!

#223 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 24 agosto 2007 - 20:27

Lynch è uno dei registi più sopravvalutati di sempre, secondo me.
Inland non è male, anche se lìho visto solo una volta, ma il cinema che mi "acchiappa" è tutt'altro.
  • 0
« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#224 Guest_justin_timberlake_*

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Inviato 25 agosto 2007 - 01:18

E' il primo film di Lynch che vedo e devo dire che la visione, seppur frammentata in tre puntate, mi ha lasciato abbastanza provato, anche se il senso d'inquietudine viene molto alleggerito nel finale.

Il momento più sconvolgente è quando, al minuto 112, la Dern corre nell'oscurità con solo una luce puntata su di lei ma che lascia in penombra il viso, e quando giunge in primo piano ha un'espressione che definirei demoniaca.
Ho dovuto tornarci perchè nonostante l'inquadratura prolungata sono rimasto talmente spiazzato da non capire se fosse una maschera o in che modo il volto fosse deformato.
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#225 Guest_Benner_*

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Inviato 27 agosto 2007 - 13:14


Pur essendo uno dei miei film preferiti in assoluto, Una storia vera non è stata una svolta bucolica, semmai una piccola, brillante, commovente parentesi del cinema del vecchio, semmai una specie di riconcilazione al mai dimenticato Elephant man.
Non sono ancora d'accordo con te, perchè i punti fermi del cinema di Lynch sono gli incubi celati dalla tranquillità e dalla sicurezza.
Questo film ne è la rappresentazione massima.
Le ultime due fatiche mi avevano lasciato parecchio perplessa, altro che Inland Empire.
Lynch è vecchio, non poteva fare di meglio.
I continui riferimenti alla morte di questo film sono struggenti.
Per me,questo rappresenta il suo testamento.



Ha fatto di meglio e, soprattutto, può fare molto di più (auguriamocelo!!!). Paragonerei questa sua ultima, e per me indigesta, fatica, a uno dei tuoi dischi preferiti, "The Ascension" di Glen Branca, ovvero un mostruoso sforzo intellettuale verso il nulla, vuotamente estetizzato. :-\


perfetto...

p.s.

La cosa migliore sono i titoli di coda...
  • 0

#226 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 27 agosto 2007 - 19:40



Ha fatto di meglio e, soprattutto, può fare molto di più (auguriamocelo!!!). Paragonerei questa sua ultima, e per me indigesta, fatica, a uno dei tuoi dischi preferiti, "The Ascension" di Glen Branca, ovvero un mostruoso sforzo intellettuale verso il nulla, vuotamente estetizzato. :-\


Quest'intervento, e tanti di questo tipo mi sorprendono sempre. Credo che dietro ci sia o una profonda spocchia o una mancanza di stima verso gli autori(in questo caso Lynch) a cui vengono rivolte questo tipo di critiche.
Parlo soprattutto dell'espressione "può fare molto di più". Ora forse sono io che sono fuori dal mondo ma vi rendete conto che Lynch ormai fa un film ogni 5 anni, che dietro ognuno dei suoi ultimi film c'è uno sforzo, un lavoro, una dedizione incredibile, che sono film in molti casi che cova dentro da anni anni e anni. E questo vale per tanti tanti altri autori. Quando si ha a che fare con autori come Lynch, che pensano a lungo le proprie pellicole, che non si muovono nello stile della politique(fissato un linguaggio, uno stile, calarlo in storie e sceneggiature diverse) è veramente assurdo pensare che abbiano "sbagliato/pisciato" il film, che questo possa in qualche modo non essere esattamente la trasposizione segnica di quel momento della vita, delle idee e del linguaggio dell'autore stesso. Ora certo esiste il gusto, ci mancherebbe altro, ma che non è nient'altro che l'interfacciarsi della pellicola con chi la guarda e la fa sua. Pensare per un autore come Lynch, ma anche che so, come Mallick o come Kubrick, che il film possa risultare inferiore alle capacità ai mezzi del cineasta in questione vuol dire avere molta poca stime del lavoro altrui.
Voglio essere chiaro, la frase "un mostruoso sforzo intellettuale verso il nulla, vuotamente estetizzato." è più che accettabile, è una valutazione sul segno totalmente leggittima, ma, ripeto, trovo incredibile che qualcuno possa pensare che Inland Empire non sia esattamente ciò che Lynch voleva, poteva, desiderava,intendeva fare in questo preciso momento.

p.s. è una valutazione relativa rigorosamente a un certo tipo di cineasti, non a tutti figuriamoci.
  • 0

#227 Guest_Benner_*

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Inviato 28 agosto 2007 - 08:28




Ha fatto di meglio e, soprattutto, può fare molto di più (auguriamocelo!!!). Paragonerei questa sua ultima, e per me indigesta, fatica, a uno dei tuoi dischi preferiti, "The Ascension" di Glen Branca, ovvero un mostruoso sforzo intellettuale verso il nulla, vuotamente estetizzato. :-\


Quest'intervento, e tanti di questo tipo mi sorprendono sempre. Credo che dietro ci sia o una profonda spocchia o una mancanza di stima verso gli autori(in questo caso Lynch) a cui vengono rivolte questo tipo di critiche.
Parlo soprattutto dell'espressione "può fare molto di più". Ora forse sono io che sono fuori dal mondo ma vi rendete conto che Lynch ormai fa un film ogni 5 anni, che dietro ognuno dei suoi ultimi film c'è uno sforzo, un lavoro, una dedizione incredibile, che sono film in molti casi che cova dentro da anni anni e anni. E questo vale per tanti tanti altri autori. Quando si ha a che fare con autori come Lynch, che pensano a lungo le proprie pellicole, che non si muovono nello stile della politique(fissato un linguaggio, uno stile, calarlo in storie e sceneggiature diverse) è veramente assurdo pensare che abbiano "sbagliato/pisciato" il film, che questo possa in qualche modo non essere esattamente la trasposizione segnica di quel momento della vita, delle idee e del linguaggio dell'autore stesso. Ora certo esiste il gusto, ci mancherebbe altro, ma che non è nient'altro che l'interfacciarsi della pellicola con chi la guarda e la fa sua. Pensare per un autore come Lynch, ma anche che so, come Mallick o come Kubrick, che il film possa risultare inferiore alle capacità ai mezzi del cineasta in questione vuol dire avere molta poca stime del lavoro altrui.
Voglio essere chiaro, la frase "un mostruoso sforzo intellettuale verso il nulla, vuotamente estetizzato." è più che accettabile, è una valutazione sul segno totalmente leggittima, ma, ripeto, trovo incredibile che qualcuno possa pensare che Inland Empire non sia esattamente ciò che Lynch voleva, poteva, desiderava,intendeva fare in questo preciso momento.

p.s. è una valutazione relativa rigorosamente a un certo tipo di cineasti, non a tutti figuriamoci.


Ho adorato ed adoro tutt'ora Mr.David Linch in modo quasi viscerale, ho amato ogni suo cortometraggio, anche gli spot pubblicitari, ogni suo film , ogni sua foto, ogni suo dipinto...insomma, lo seguo dai tempi dell'uscita di Velluto Blu che vidi in prima al cinema.
Ho avuto modo di avvicinarlo a Venezia...insomma, trovo che sia uno dei massimi cineasti in circolazione, insieme a Spike Lee.
Ma INLAND EMPIRE non mi ha soddisfatto.
L'ho trovato troppo slegato...inconcludente.
Anche se contiene magici momenti...
Non c'è spocchia pertanto, ci può aver messo anche 15 anni, non è un discorso di tempo, è che a volte, anche i grandi, non riescono a far quadrare il cerchio.
Non è un problema d'incomprensione di linguaggio, ho amato Mullholland Drive alla follia.
Tu puoi trovare incredibile che IE possa essere il risultato di un qualcosa sfuggito di mano...ma ti assicuro che a volte, anche i geni, possono sbagliare.
Per cui non è il caso di scandalizzarsi per un affermazione fatta da Blackwater che ho condiviso in pieno.

  • 0

#228 Homer

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Inviato 28 agosto 2007 - 11:34

Ma secondo me non è questione tanto di tempo, di quanto un regista ci mette a realizzare un suo progetto. Nessuno mette in dubbio che un Autore come Lynch non abbia pensato, vissuto visceralmente ed abbia dedicato tutto se stesso a lavorare su IE; ma anche ci avesse messo 6 mesi, se il film riusciva lo stesso, avrebbe avuto un identico valore.
Detto questo, per me IE è un film decisamente complesso, difficile da vedere, ma che va soprattutto vissuto. E' certamente un'esperienza e, per quanto possa piacere o meno, resta comunque un film enorme per il modo in cui riflette sul Cinema e per come probabilmente influenzerà la settima arte negli anni a venire.
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#229 Nekokuma

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Inviato 28 agosto 2007 - 11:58

resta comunque un film enorme per il modo in cui riflette sul Cinema e per come probabilmente influenzerà la settima arte negli anni a venire.


io sinceramente non sono d'accordo nemmeno su questo, Inland Empire è talmente esasperato che, se non rimane un caso a sè e invece comincia a fare proseliti, qua si rischia di avviare una corrente che al do it yourself dei mezzi tecnici associa vuotezza di contenuto (perchè non tutti sono Lynch), assenza di piani narrativi etc etc e questo non può essere il "dove" verso il quale il cinema sta andando, al massimo può essere una nuova frangia sperimentale che a me onestamente sembra vecchia già nelle premesse, altro che novità. Quello che Lynch ha dato al cinema e che rimarrà per sempre e che può influenzare perchè è un modo di fare cinema e non un'unica opera speimentale e inimitabile, è l'applicazione di quel tipo di girato, di raccordi temporali, di sotto-argomenti che sono sue personali ossessioni a storie, e quando quelle cose si collegano alle storie allora un significato in chi le guarda lo fanno nascere, indipendentemente da quale questo significato sia o dal fatto se questo significato ci sia o no. Ma un film come Inland Empire, in cui c'è talmente poco di "terreno" a cui appigliarsi, la funzione dell'integrazione della magia con la realtà dei film di Lynch scompare, si affievolisce anche l'orrore, diventa tutto troppo sacro e lontano da noi. Inland Empire si può giudicare positivamente (e quasi esclusivamente sul piano concettuale) solo se lo si inquadra nel tutto dell'opera di Lynch e lo si considera come il punto di arrivo di un percorso artistico, ma come film in sè a me non è parso proprio un granchè se non il peggiore.
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#230 juL fu Sig.M.

    Utente paraolimpionico

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Inviato 28 agosto 2007 - 12:16


resta comunque un film enorme per il modo in cui riflette sul Cinema e per come probabilmente influenzerà la settima arte negli anni a venire.


io sinceramente non sono d'accordo nemmeno su questo, Inland Empire è talmente esasperato che, se non rimane un caso a sè e invece comincia a fare proseliti, qua si rischia di avviare una corrente che al do it yourself dei mezzi tecnici associa vuotezza di contenuto (perchè non tutti sono Lynch), assenza di piani narrativi etc etc e questo non può essere il "dove" verso il quale il cinema sta andando, al massimo può essere una nuova frangia sperimentale che a me onestamente sembra vecchia già nelle premesse, altro che novità. Quello che Lynch ha dato al cinema e che rimarrà per sempre e che può influenzare perchè è un modo di fare cinema e non un'unica opera speimentale e inimitabile, è l'applicazione di quel tipo di girato, di raccordi temporali, di sotto-argomenti che sono sue personali ossessioni a storie, e quando quelle cose si collegano alle storie allora un significato in chi le guarda lo fanno nascere, indipendentemente da quale questo significato sia o dal fatto se questo significato ci sia o no. Ma un film come Inland Empire, in cui c'è talmente poco di "terreno" a cui appigliarsi, la funzione dell'integrazione della magia con la realtà dei film di Lynch scompare, si affievolisce anche l'orrore, diventa tutto troppo sacro e lontano da noi. Inland Empire si può giudicare positivamente (e quasi esclusivamente sul piano concettuale) solo se lo si inquadra nel tutto dell'opera di Lynch e lo si considera come il punto di arrivo di un percorso artistico, ma come film in sè a me non è parso proprio un granchè se non il peggiore.


No, il peggiore no dài... Dune e Fuoco cammina con me sono imparagonabili.

Concordo un po' con il tuo ragionamento, ma Inland Empire non è semplice estetizzazione del non senso, disegna un mondo con delle regole all'interno, come in un quadro cubista di picasso non c'è una realtà, ma c'è una sommatoria di percezioni e punti di vista te la fanno immaginare quella realtà...immaginare, appunto, non ricostruire più o meno plausibilmente, come era possibile fare in Strade Perdute ed in Mulholland Drive.
In questo senso è il punto di arivo ed il punto di non ritorno insieme e certamente anch'io, che l'ho molto apprezzato, spero che dal prossimo si torni al narrativo o comunque ad una storia meno disintegrata.
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#231 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 11 settembre 2007 - 18:39

Una notizia che tranquillizzerà gli scettici...o li allarmerà?


David Lynch to direct "My Little Pony"
Los Angeles, CA--(BUSINESS WIRE)-- April 1, 2007
David Lynch will be directing a live-action film based on "My Little Pony." The "Eraserhead" and "Inland Empire" director will direct the feature for DreamWorks, with Steven Spielberg serving in an executive producer role. A script has been written for the My Little Pony adaptation by oscar winner Akiva Goldsman, which will be released next summer.
"My Little Pony" was a pop culture phenomenon in the 1980s which originated as a product line of colorful toy ponies marketed to young girls, and is produced by Hasbro. The toys later spawned several cartoons and even an oscar winning 1986 animated film.
"With the current successful film comebacks of 'The Transformers' and the 'Teenage Mutant Ninja Turtles,' it seemed natural to explore other hot 80's toy properties, said Hugh Jass, President of Production at DreamWorks. "After viewing Lynch's current film, 'Inland Empire,' it was obvious to us that he was the natural person to bring My Little Pony to the big screen. With Lynch attached to the film, we're certain he'll bring in the same masses that made Teenage Mutant Ninja Turtles, and his own Inland Empire, box office blockbusters, as well as tap into his core family-friendly audience."
"We're thrilled to have entered into an agreement with the very talented and accomplished David Lynch," said Mike Rotch, President of Hasbro's U.S. toys group. "My Little Pony is a natural for the big screen, and David has the track record and skill to bring to life a My Little Pony movie that will be action-packed and fun for audiences of all ages. The My Little Pony franchise has been successful in many entertainment arenas and we are thrilled to give millions of fans an extraordinary experience that's never been done in the history of the brand."
The "My Little Pony" movie is expected to be CGI heavy with lots of visual effects. Voice actors for the main ponies have already been cast, including Nicole Kidman, Julia Roberts, Jodie Foster and Dame Judi Dench. Multi-award winning and critically acclaimed actress Tori Spelling will play the main human role. Production on the DreamWorks film will begin this summer.
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#232 Guest_vegeta_*

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Inviato 11 settembre 2007 - 20:14

Una notizia che tranquillizzerà gli scettici...o li allarmerà?


David Lynch to direct "My Little Pony"


naaaaaaaaaaaaa....non ci credo! ;D :o asd
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#233 Embryo

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Inviato 11 settembre 2007 - 20:21

Multi-award winning and critically acclaimed actress Tori Spelling will play the main human role.

Questa frase mi insospettisce alquanto...
  • 0
nobody knows if it really happened

At this range, I'm a real Frederick Zoller.

La birra è un perfetto scenario da sovrappopolazione: metti una manciata di organismi in uno spazio chiuso con più carboidrati di quanti ne abbiano mai visti e guardali sterminarsi con gli scarti che producono - nel caso specifico, anidride carbonica e alcol. E poi, alla salute!

#234 Homer

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Inviato 12 settembre 2007 - 11:11

E quali premi avrebbe vinto Tori Spelling?  ???
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#235 nim

    Roadie

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Inviato 13 settembre 2007 - 14:46


David Lynch to direct "My Little Pony"
Los Angeles, CA--(BUSINESS WIRE)-- April 1, 2007


asd
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#236 scirocco

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Inviato 05 ottobre 2007 - 12:57

Segnalo una mostra su Lynch alla Triennale di Milano:
http://www.corriere....triennale.shtml
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#237 juL fu Sig.M.

    Utente paraolimpionico

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Inviato 08 ottobre 2007 - 15:47

Per chi non l'avesse visto...

lo spot di Gucci firmato dal grande vecchio...

http://youtube.com/watch?v=DOGNyV9ngMk
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#238 Guest_charliesantiago_*

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Inviato 08 ottobre 2007 - 16:49

Leggiucchiando in questo thread noto che parecchi sono rimasti delusi da "Inland empire".
Per fortuna, pensavo di essere l'unico!
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#239 Guest_vegeta_*

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Inviato 08 ottobre 2007 - 17:21

Leggiucchiando in questo thread noto che parecchi sono rimasti delusi...


non così tanti dai...
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#240 Guest_charliesantiago_*

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Inviato 14 ottobre 2007 - 18:32


Leggiucchiando in questo thread noto che parecchi sono rimasti delusi...


non così tanti dai...

Beh, piu' di quelli che mi aspettassi asd
Piu' che altro, visto che 'parecchi' di quelli con cui ho parlato lo ritengono il capolavoro sommo di Lynch, cominciavo a pensare di essere un emerito coglione.
(cioe', probabilmente lo sono, ma per altri motivi... asd)
  • 0

#241 Homer

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Inviato 14 ottobre 2007 - 19:15

Non si è coglioni o meno a seconda di come si giudica INLAND EMPIRE, suvvia.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#242 ucca

    CRM

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Inviato 14 ottobre 2007 - 19:34

Segnalo una mostra su Lynch alla Triennale di Milano:
http://www.corriere....triennale.shtml


come pittore non mi dice niente. Sono curioso di sapere qualcosa in piu' su questo my little pony..considero Lynch "L'artista" per eccellenza..è veramente un esempio.
Anche se fa cazzate, tipo l'ultimo film, non smette mai di ricercare..insomma
non vedo l'ora di vedere qualcosa di nuovo, sono sicuro ci spiazzerà ancora.
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www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#243 Homer

    Classic Rocker

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Inviato 02 novembre 2007 - 13:01

Ho visto la mostra Domenica scorsa e secondo me una visita, anche veloce, la merita.

Bellissime le fotografie, la cosa migliore che ci sia in tutta la mostra, in bianco e nero.
I quadri sono tutti un pò simili, realizzati alla fine quasi con la stessa tecnica, anche se decisamente inquietanti (tipo quello con la mano nera che copre la casa, o quelli con protagonista tale Tom, esposti nella prima parte).
Tra i disegni, invece, più che la qualità degli stessi, due cose mi hanno colpito: Lynch ama disegnare su qualsiasi cosa gli capiti sotto mano (fazzoletti, fogli di Hotel, scatole di fiammiferi!!!) e pare avere una forte ossessione per l'industria, le macchine in generale (cosa che traspare anche in molti quadri) e le trasformazioni/mutazioni dei corpi.
Dei corti ho visto solo parte del cartone animato (surreale, angosciante) e alcuni dei lavori sperimentali degli ultimi anni (un pò pesanti da reggere, ma interessanti).
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#244 Maldon

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Inviato 08 novembre 2007 - 12:33

Non si è coglioni o meno a seconda di come si giudica INLAND EMPIRE, suvvia.


Verissimo. Non si può essere "coglioni" per una pellicola.
Ma, al di là del giudizio, non è augurabile che un qualsiasi amante del cinema(cinefilo?) possa sotto-stimare il ruolo teorico dell'ultima fatica di D. Lynch.
Inland Empire non è pensabile se non in termini di "oltre", "al-di-là", "posteriore", "in-determinato", "de-presentificato".
Il "non-ancora" del futuro è in realtà già accaduto,
e I.E. ne traccia le coordinate fottendosene del transeunte quotidiano.
E' così che si diventa immortali.

cordialità
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#245 Claudio

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Inviato 05 gennaio 2008 - 00:29

Rivisto ieri (con più fatica  :P), tento di dire qualcosa anche io.
L'impressione è quella di essere di fronte a un monolite accecante e illuminante. Un flusso di coscienza tumultuoso, che non lascia scampo ai protagonisti e allo spettatore.
"Inland Empire" sembra davvero segnare uno spartiacque, un "prima e dopo" per un certo modo di fare "arte visiva", un approdo totale, finale ed estremo di tutte le intuizioni portate avanti da Lynch in anni di grande cinema.
Per questo ho ritenuto di "tributargli" il n.1 dell'anno e per questo ritengo tuttora si tratti di un'opera unica, anche se forse ingiudicabile con i parametri consueti di analisi cinematografica. E' IL film dell'anno, come dimostra anche una discussione-fiume come questa, anche solo per i dubbi che insinua, per l'angoscia che scatena in tutte le sue tre ore.

Mi pare però più interessante capire le ragioni - che per me, paradossalmente, sono sono tutt'altro che infondate - di chi lo contesta.
E l'argomento principale mi sembra quello che ho visto ricorrere negli interventi di Blackwater e Brucaliffa e nel commento di Luca Baroncini, recensore di raro equilibrio su spietati.it:

Quando si avanza l'ipotesi che quello di Lynch non possa neanche più essere descritto come cinema si deve anche pensare al mezzo con cui Lynch si esprime e al luogo dove lo rende visibile a tutti. Il cinema.


INLAND EMPIRE ha più attinenza con la video-arte che con il cinema. Una dimostrazione delle molteplici possibilità del mezzo espressivo che rischia di stare stretta alla sala cinematografica. Anche perché è vero che viviamo nell'epoca in cui tutto pare avere la didascalia interpretativa per essere facilmente venduto alla più ampia fetta di pubblico, ma negare l'esistenza di un pubblico, pur nella forte personalità del risultato, è un peccato di ego, e non da poco.


Insomma, è davvero "cinema" o no? Io stesso non saprei darmi una risposta e mi trovo a pensare che non siano "cinematografiche", in fondo, le ragioni del suo gradimento.
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#246 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 05 gennaio 2008 - 08:50

Nel mio caso, invece, sono molto cinematografiche le ragioni del gradimento...

Cosa c'è di più cinematografico nel mettere in scena la potenza straniante del cinema nei confronti di chi lo fa sul set, che perde la cognizione di sè e non distingue più (per troppo amore? troppo odio? troppa ingenuità?) la vita vera dalla vita scritta su un copione? E quale invenzione più efficace per raccontare ciò ci può essere che un copione vero e proprio non scriverlo neanche?

Io ancora non l'ho visto in dvd perchè ho paura di non reggere fisicamente...devo farlo una sera che sono completamente rilassato, di buon umore e pronto a sentirmi malinconico alla fine della visione..
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#247 Homer

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Inviato 05 gennaio 2008 - 11:46

Anche io ho paura a rivederlo e mi baso ancora sulla prima (intensa e disturbante) visione, in un piccolo e -fino ad allora- sconosciuto cinema nel centro di Milano, quasi un anno fa (era Febbraio)...
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#248 sanctio

    Michele Saran

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Inviato 05 gennaio 2008 - 11:59

mi trovo a pensare che non siano "cinematografiche", in fondo, le ragioni del suo gradimento.


per quanto mi riguarda lo sono eccome. in primis, semplicemente perchè le immagini - o le concatenazioni di immagini -  sono potenti al punto da diventare altro (non semplici sequenze). non un semplice montaggio, ma un vero flusso di coscienza al pari della letteratura del primo novecento. uno dei primi film a farsi reale corrispettivo di romanzi in forma libera come "la coscienza di zeno", "i buddenbrook", "ulisse" o "alla ricerca del tempo perduto", dove la psicanalisi diventa metafisica dell'esistenza e i piani spazio-temporali si comportano come personaggi senza vincoli di forma, o generatori di nuovi piani di narrazione (quando non vere e proprie variabili impazzite a causare una sorta di caos).

da un punto di vista canonico, è anche il film di Lynch con la miglior recitazione (e il peggior doppiaggio), e le interpretazioni più intelligentemente amalgamate a quel tutto (anti-)scorrevole che è il corpus filmico.

mik

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#249 thom

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Inviato 05 gennaio 2008 - 12:22

Cosa c'è di più cinematografico nel mettere in scena la potenza straniante del cinema nei confronti di chi lo fa sul set, che perde la cognizione di sè e non distingue più (per troppo amore? troppo odio? troppa ingenuità?) la vita vera dalla vita scritta su un copione?


Sono d'accordo anch'io. Inland Empire mi sembra quasi il dna (mutante) del cinema; il suo procedere maestoso, inglobando nel corso dell'opera tutti i vari piani narrativi, mi ha lasciato il sentore di un virus che attacca inesorabile la realtà (e chi meglio di Lynch può essere il portatore (in)sano di tale malattia?).

Di video-arte non concosco praticamente nulla, ma l'associo, nella mia esperienza, alle installazioni della Biennale, opere con una fruibilità, sulla lunga distanza, circa pari a zero (e giuro che guardando IE mi sono enusiasmato come poche volte in sala), una complessità limitata (qui è inutile un confronto), ed una portata concettuale importante (qui sicuramente il punto in comune con IE. E' anche vero, però, che l'opera di Lynch per esprimere il suo (possibile) significato agisce attraverso meccanismi meta-cinematografici, mentre la video-arte, nella mia infima conoscenza, usa generalmente vie dirette e/o metaforiche).

Nella rubrica Amenic di BU di questo mese (che riesce nell'impresa di superare i suoi canoni di inutilità già sesquipedali) è nominata l'opera Seven Intellectuals in Bamboo Forest di Yan Fudong, presente nei padiglioni dell'Arsenale della Biennale.
Credo che questo (pur non distanziandosi in maniera sostanziale dal canoni del cinema-verità di Rouch) possa essere un caso abbastanza limite di video-arte.

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#250 Guest_Articulate Silence_*

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Inviato 05 gennaio 2008 - 12:39

Cosa c'è di più cinematografico nel mettere in scena la potenza straniante del cinema nei confronti di chi lo fa sul set, che perde la cognizione di sè e non distingue più (per troppo amore? troppo odio? troppa ingenuità?) la vita vera dalla vita scritta su un copione? E quale invenzione più efficace per raccontare ciò ci può essere che un copione vero e proprio non scriverlo neanche?


Quoto al massimo.



Quando si avanza l'ipotesi che quello di Lynch non possa neanche più essere descritto come cinema si deve anche pensare al mezzo con cui Lynch si esprime e al luogo dove lo rende visibile a tutti. Il cinema.


INLAND EMPIRE ha più attinenza con la video-arte che con il cinema. Una dimostrazione delle molteplici possibilità del mezzo espressivo che rischia di stare stretta alla sala cinematografica. Anche perché è vero che viviamo nell'epoca in cui tutto pare avere la didascalia interpretativa per essere facilmente venduto alla più ampia fetta di pubblico, ma negare l'esistenza di un pubblico, pur nella forte personalità del risultato, è un peccato di ego, e non da poco.


Insomma, è davvero "cinema" o no? Io stesso non saprei darmi una risposta e mi trovo a pensare che non siano "cinematografiche", in fondo, le ragioni del suo gradimento.


Ma sopratutto è davvero importante? Lynch si esprime prima di tutto tramite l' arte, e le arti, come i generi, non sono compartimenti stagni (perdonate la retorica spicciola). Sarà cinema, sarà video arte, sarà qualcosa di oltre al cinema...chissenefrega. Personalmente, interessa anche a me sapere quali siano i motivi del suo non piacere ma la questione di "cinema sì, cinema  no" mi sa parecchio di sega mentale (per carità, pure divertente farsele qualche volta).

Per il resto non sono in grado di fare considerazione di carattere tecnico, dato che seguo il cinema da quest' anno proprio in seguito alla visione di INLAND EMPIRE (strano approccio eh?) e un paio di vecchio classiconi. Posso solo dire che il film è un' esperienza multisensoriale sconvolgente all' ennesimo livello.

sono uscito dalla sala con la sensazione di aver scopato con qualcosa di solo vagamente umano.


Genio.
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