L' album che sto ascoltando (jazz,classica & avanguardie)
#101
Inviato 17 settembre 2006 - 07:01
NMPERIGN/JASON LESCALLEET-love me two times
L'avevo comprato in maniera molto svogliata, quasi sapendo in anticipo di aver buttato via dei soldi e invece, album straordinario. Pensavo avessero detto tutto ma in realtà cose da dire ce ne sono eccome: due cd e 23 "brani" che spaziano in lungo, in largo e (soprattutto) di traverso. Assolutamente godibile sin dal primo ascolto (ma ovviamente devono piacervi questo genere di cose), per me uno dei dischi dell'anno.
#102 Guest_Julian_*
Inviato 17 settembre 2006 - 11:31
Fra le cose più interessanti ed al contempo sconvolgenti che abbia mai ascoltato. Di norma Mitchell viene accostato a Braxton e pochi altri quale genio assoluto della fase "post" del free-jazz; ed infatti in questo disco, in cui la matrice è chiaramente il jazz libero, si giunge a sconvolgere le sue stesse coordinate (se mai ci sono) di riferimento, si giunge a far suonare il vuoto. Il sax nelle due lunge "Sound" e "Sound II" urla, gremisce....roba che manco Ornette Coleman (omaggiato in due pezzi fantastici)..l'unico paragone plausibile che mi viene in mente è quello per l'appunto con Braxton, anche se non mancano differenze di rilievo.
In ogni caso...qualcuno fra voi grandi conoscitori del genere mi sa dire di più su questo enorme artista??
#103
Inviato 17 settembre 2006 - 17:26
L'iniziale "Theme de Yoyo" vale da sola l'intero prezzo del biglietto....................
#104 Guest_Mattia_*
Inviato 17 settembre 2006 - 18:04
appena ho letto il tuo post, ho risentito questo cd
L'iniziale "Theme de Voyo" vale da sola l'intero prezzo del biglietto....................
In quell'edizione, forse. Les Stances A Sophie è stato recentemente inglobato in un album intitolato The Pathe Sessions: Americans Swinging In Paris (EMI, 2002), in cui il piatto forte (nonchè il capolavoro tout court di Bowie, Mitchell & co.) è People In Sorrow (Part I)... Ragazzi, che roba!
#105 Guest_Julian_*
Inviato 17 settembre 2006 - 18:15
appena ho letto il tuo post, ho risentito questo cd
L'iniziale "Theme de Yoyo" vale da sola l'intero prezzo del biglietto....................
Sono d'accordissimo...del resto questo è fra i miei dischi jazz preferiti in assoluto.
Nessuno però che sappai dirmi qualcosa di più su Mitchell solista?
#106
Inviato 17 settembre 2006 - 22:09
Nine to get ready
Suonato da un'esemble di nove musicisti (oltre a Mitchell troviamo Hugh Ragin, George Lewis, Matthew Shipp, Craig Taborn, Jaribu Shahid, William Parker, Tani Tabbal, e Gerald Cleaver) che danno la versione "notturna" del free-jazz.
Sostanzialmente si tratta di un doppio trio che funge da (doppia) sezione ritmica, sulla quale hanno buon gioco i sax e il flauto del leader, la tromba di Ragin e il trombone di Lewis.
Bellissima la lenta introduzione di "Leola" con un sapore quasi romantico, commovente il blues omaggio a Lester Bowie "For Lester B", molto propulsiva "Hop hip bip bir rip". In questo disco troviamo echi delle orchestrazioni di Duke Ellington, ma anche di Oliver Nelson - soprattutto in "Bessie harris".
Gran disco, questo, godibilissimo all'ascolto e davvero di profonda ispirazione.
non sono asociale...sono socialmente selettivo
#107 Guest_Julian_*
Inviato 20 settembre 2006 - 14:32
Comunque sì, alludevo a Mitchell senza l'Art Ensemble, "solista" è in effetti una definizione poco adatta.
Comunque, per restare in topic, ora sto ascoltando:
MAR ROACH - WE INSIST! FREEDOM NOW SUITE
Anche sull'artista in questione sono graditissime informazioni. Il disco in questione è veramente interessante e so che viene considerato fra i lavori più importanti in territori hard-bop. Però si tratta di confusi ricordi di Polilliana memoria, potrei anche aver detto assurdità...
#108
Inviato 23 settembre 2006 - 11:41
beh, dopo un primo ascolto, posso dire che non è affatto male, anche se c'è più Metheny che Mehldau.
#109
Inviato 23 settembre 2006 - 16:30
MAX ROACH - WE INSIST! FREEDOM NOW SUITE
Anche sull'artista in questione sono graditissime informazioni.
Roach nasce come bopper, tanto che si può associare a Parker e Gillespie (e più tardi a Bud Powell) nell'aver creato questo genere, anche se, effettivamente, non ha lavorato molto a livello temporale nel bop. Lo si trova in molte registrazioni con i già citati Parker e Gillespie, ma anche con Monk (fondamentale la sua presenza in "Brilliant corners"), con Powell (ottimo "The amazing Bud Powell") e con Davis. Ben presto Roach si emancipa dal bop per andare alla ricerca di una dimensione del tutto personale che vada oltre i poliritmi del bop, fino ad assegnare un ruolo anche melodico ad uno strumento che melodico proprio non è.
Il primo gruppo a proprio nome, all'insegna dell'hard-bop, era un effimero quintetto con Clifford Brown, Sonny Rollins, Richie Powell (fratello di Bud) e George Morrow con il quale ha inciso davvero poco a causa della prematura morte di Brown che verrà sostituito da Kenny Dorham. Interessante il disco "Roach plus four".
La migliore incisione di Roach è senza dubbio proprio "We insist! Freedom now suite" - che segue dopo due anni lo splendido "Freedom suite" di Rollins - dove Roach mette in campo istanze che vanno ben oltre dalla semplice materia musicale, e che va a toccare elementi politici. Roach riesce a far convivere un "classico" come Coleman Hawkins e percussionisti come Michael Olatunji e Ray Mantilla creando un mondo musicale del tutto originale.
Molto interessante anche "Streams of consciousness", registrazione in duo con Abdullah Ibrahim del 1977, ma uscito solo nel 2003.
Roach ha inciso tantissimo su dischi di altri; creco che quelli dove ha lasciato in modo particolare il suo segno sono:
"Study in brown" di Clifford Brown
"Saxophone colossus" di Rollins
"Money jungle" di Duke Ellington
non sono asociale...sono socialmente selettivo
#110
Inviato 23 settembre 2006 - 18:28
Shostakovich - Piano concertos 1 & 2, Sonata 2 (Elisabeth leonskaja, The saint paul chamber orchestra, hugh wolff)
Registrato nel 1991, su questo dischetto sono raccolti i due concerti per piano composti dal maestro russo e la famosa sonata per pianoforte n.2 scritta in memoria di Leonid Nikolajev: maestro di Shostakovich stesso. Volevo parlare dei due concerti per piano che a parere mio insieme ai concerti di Bartok e di Prokofiev possono essere tranquillamente annoverati tra le vette del 900 per quel che riguarda la tal tipologia di composizione.
Il primo dei due op.35 è stato composto nel 1933. Importante questo riferimento cronologico perchè gli anni trenta è il periodo più sperimentale nella produzione shostakovich-iana; E' il periodo delle jazz suites per intenderci. In questo periodo l'arte del compositore non è stata ancora sottoposta a quelle pesanti e insensate accuse di formalismo da parte del regime sovietico, accuse che da Lady Macbeth in poi portarono alla censura di diverse opere del maestro. Possiamo dire che è un'opera genuina e nei circa 22 min di durata lo si sente eccome. Concepito inizialmente per tromba, piano e orchestra, il suddetto concerto è una dei tanti capolavori di Shostakovich: fresco, brillante, ma anche irriverente e satirico (quest'ultima è una della caratteristiche basilari dell'arte di Shostakovich). Sentire l'allegretto iniziale e il guizzante allegro con brio finale per credere.
Il concerto n.2 op.102 è stato scritto nel 1957 (se non erro, non me lo ricordo bene). Questo è il periodo post bellico nel quale sorgono le prime composizioni con cui il maestro mette in musica i suoi interrogativi sulla fugacità della vita e sulle atrocità della guerra e che sfoceranno nelle splendide sinfonie, nel concerto per violoncello e negli ultimi soffertissimi quartetti d'archi. Il concerto in questione è molto più composto, più lineare nella sua macro-struttura tripartita e senza quella carica sperimentale che perneava la composizione precedente. Da sentire lo struggente andante posto a secondo movimento. La melanconicità dell'orchestra e la densità della struttura armonica mi hanno sempre portato alla mente Brahms.
Due parole infine sull'interpretazione. Offuscata come è giusto che sia dalla coeva registrazione del concerto n.1 della Argerich (stellare!!!), rimane comunque una registrazione ottima che dal mio punto di vista coglie appieno quello che è lo spirito del compositore.
#111
Inviato 24 settembre 2006 - 00:47
Nessuno però che sappai dirmi qualcosa di più su Mitchell solista?
In linea di massima, i primissimi lavori dell'AEC rappresentano una sorta di evoluzione del discorso iniziato da Mitchell con l'epocale Sound, vera e propria rivoluzione per un certo modo di intendere e vivere la maniera jazz (se si decidono ad parire la sezione jazz, sarà pure il caso che incominci a lavorare sulla "pietra miliare!). Dilatazioni, oscuri rituali, scale matematiche, interplay rarefatto: una miniera di piccole, grandi intuizioni che saranno di lì a poco ulteriormente rielaborate da un altro grande esordio, 3 Compositions Of New Jazz di Braxton. Old/ Quartet porta avanti quel discorso, lavorando per sottrazioni successive, verso una sorta di primitivismo sempre più maturo. Congliptious presenta tre spettacolari solo: Tutankhamen, Tkhke e Jazz Death?, pietre miliari di un approccio che è ormai sulla rampa di lancio definitiva (ancora Braxton: For Alto, 1968). Sbocco decisivo del Nostro, in tal senso, è lo spettacolare tour de force del Solo Saxophone Concerts. Dopo l'ottimo Quartet, è la volta di un'altra opera fondamentale: Nonaah, con l'omonima, lunghissima composizione, affresco intensissimo di un lirismo geometrico che ha ormai raggiunto la piena maturità. Il resto si divide tra esperimenti vari e sempre più decisi a non lasciare nulla di intentato. Sulla scia di Nonaah, arriva nel 1978 LRG/ The Maze/ S2 Examples, le cui tre composizioni chiudono davvero un'epoca: il solo per sax soprano di S2 Examples, il nonetto alle prese con le percussioni assortite di The Maze e, infine, i 36 minuti di LRG, estremo baluardo del jazz da camera così come poteva essere allora inteso da tre mostri sacri come Wadada Leo Smith, George Lewis e lo stesso Mitchell. Da questo momento in poi la carriera del Nostro è tutta rivolta alla rivisitazione di quanto era stato capace di dire in circa dieci anni d'attività. Dischi come More Cutouts (1981), Live At Muhle Hunziker (1986; con altre interessantissme prove sei suoi soli), il nonetto di Song For My Sister, lo stesso Nine To Get Ready e il triplo Solo 3 (2004; apoteosi definitiva dei suoi esperimenti in solitaria) hanno continuato a dimostrare che Roscoe Mitchell, oltre ad essere la mente della più grande "jazz-band" della storia, è stato uno dei più grandi innovatori del genere, lavorando al pari di Braxton su una concezione "razionalistica" eppure "lirica" della musica afro-americana, anche se, a differenza di Braxton, cercando di sprofondare sempre più nell'antico solco della stessa, senza troppo concedere al connubio esplosivo tra jazz e contemporanea di matrice europea.
Spero di esserti stato d'aiuto.
TYPE O NEGATIVE. SLOW, DEEP AND HARD. Parole, musica e gesta di PETER STEELE
C A P T A I N M A S K R E P L I C A. Vita e arte di Don Van Vliet, CAPTAIN BEEFHEART
MEET AROUND THE ROCK - BEST OF ROCK (con Claudio Dosa & Federico Frusciante)
三生石
#112
Inviato 24 settembre 2006 - 01:22
Dato che domani 25 settembre si festeggia il centenario della nascita di Dmitri Shostakovich, per commemorare l'evento sto or ora, ascoltando questo cd:
Shostakovich - Piano concertos 1 & 2, Sonata 2 (Elisabeth leonskaja, The saint paul chamber orchestra, hugh wolff)
Registrato nel 1991, su questo dischetto sono raccolti i due concerti per piano composti dal maestro russo e la famosa sonata per pianoforte n.2 scritta in memoria di Leonid Nikolajev: maestro di Shostakovich stesso. Volevo parlare dei due concerti per piano che a parere mio insieme ai concerti di Bartok e di Prokofiev possono essere tranquillamente annoverati tra le vette del 900 per quel che riguarda la tal tipologia di composizione.
Il primo dei due op.35 è stato composto nel 1933. Importante questo riferimento cronologico perchè gli anni trenta è il periodo più sperimentale nella produzione shostakovich-iana; E' il periodo delle jazz suites per intenderci. In questo periodo l'arte del compositore non è stata ancora sottoposta a quelle pesanti e insensate accuse di formalismo da parte del regime sovietico, accuse che da Lady Macbeth in poi portarono alla censura di diverse opere del maestro. Possiamo dire che è un'opera genuina e nei circa 22 min di durata lo si sente eccome. Concepito inizialmente per tromba, piano e orchestra, il suddetto concerto è una dei tanti capolavori di Shostakovich: fresco, brillante, ma anche irriverente e satirico (quest'ultima è una della caratteristiche basilari dell'arte di Shostakovich). Sentire l'allegretto iniziale e il guizzante allegro con brio finale per credere.
Il concerto n.2 op.102 è stato scritto nel 1957 (se non erro, non me lo ricordo bene). Questo è il periodo post bellico nel quale sorgono le prime composizioni con cui il maestro mette in musica i suoi interrogativi sulla fugacità della vita e sulle atrocità della guerra e che sfoceranno nelle splendide sinfonie, nel concerto per violoncello e negli ultimi soffertissimi quartetti d'archi. Il concerto in questione è molto più composto, più lineare nella sua macro-struttura tripartita e senza quella carica sperimentale che perneava la composizione precedente. Da sentire lo struggente andante posto a secondo movimento. La melanconicità dell'orchestra e la densità della struttura armonica mi hanno sempre portato alla mente Brahms.
Due parole infine sull'interpretazione. Offuscata come è giusto che sia dalla coeva registrazione del concerto n.1 della Argerich (stellare!!!), rimane comunque una registrazione ottima che dal mio punto di vista coglie appieno quello che è lo spirito del compositore.
Enorme!
Che mi dici delle sinfonie? La numero quindici in particolare...
#113
Inviato 24 settembre 2006 - 07:49
Che mi dici delle sinfonie? La numero quindici in particolare...
le ultime sinfonie di Shostakovic, purtroppo, soffrono di degli eventi successivi al coseddetto "rapporto Ždanov" del 1948. si era all'alba delle nuove purghe staliniane e la benchè minima concessione a modelli stilistici che non fossero celebrativi del regime era passibile di forzata autocritica... se ti andava bene...
i rapporti tra Shostakovic e il regime staliniano furono terribili, ben peggiori anche di quelli tra Prokofiev (suo mentore) e Stalin.
a seguito dell'autocritica del '48 Shostakovic fu "costretto" ad adeguarsi agli impianti monumentali del sinfonismo tardoromantico e, soprattutto, ai toni oratori e celebrativi del regime bolscevico.
Le ultime sinfonie, dalla n.10 alla n.15, offrono una esplicita adesione ai programmi ideali e rievocativi (richiamado gli eventi epici della Rivoluzione e del bolscevismo).
divincolarsi tra queste catene non era affatto semplice ma Shostakovic riuscì comunque a mantenere a livello più che dignitoso le sue composizioni, l'indulgenza forzata all'enfasi e all'accademismo non bloccarono del tutto gli stimoli della sua vigorosa fantasia (come dimostra la Sinfonia n.14, forse la migliore delle ultime).
Purtroppo, considerando il contesto musicale dell'epoca (si va dal 1953, n.10, al 1971, n.15) si deve constatare come l'ingerenza del regime nella vita e nell'arte del compositore abbia finito con il tenere "lontano" il maestro dall'affrontare i problemi attuali del linguaggio musicale che stavano "sconvolgendo" la musica occidentale.
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#114 Guest_Julian_*
Inviato 24 settembre 2006 - 07:50
Beh direi di sì!! A questo punto non posso che essere ansioso di leggere sto benedette pietre miliari della sezione jazz...
Ringrazio anche Jazzer per le informazioni su Roach.
Ah, il disco di Mitchell da te consigliato ("Nine to get ready") ad un primo ascolto mi è sembrato notevole. Meno visionario e forse meno geniale di "Sound", ma comunque interessante. Certo, per comprenderlo meglio dovrei in ogni caso conoscere anche il resto della discografia del grande Roscoe.
#115
Inviato 24 settembre 2006 - 10:10
Che mi dici delle sinfonie? La numero quindici in particolare...
Assodato ormai il discorso sul rapporto tra Shostakovich e il regime aggiungo due parole sulle sinfonie.
fondamentalmente bisogna tenere presente come Shostakovich musicalmente sia un grande assimilatore.
Come Carter, per l'america o Prokofiev per la Russia, anche Shostakovich è un compositore che più che anticipare la musica che verrà (non a caso era lontano anni luce dalle avanguardie europee dei vari Boulez, Ligeti, Stockhausen e compania bella...) riassume la musica del passato. Per andare a ritroso nel tempo, possiamo trovare altri due esempi famosi (con le dovute proporzioni ovviamente) in Palestrina e in Bach.
Per quel che concertne l'opera sinfonica del maestro nodale a questo punto appare la sinfonia 6 (la meno conosciuta). La tal sinfonia (in tre movimenti) è stata scritta dopo la censura alla sua opera Lady Macbeth e trasuda tutto il risentimento del maestro per il trattamento riservatogli dal regime. Non a caso le prime cinque sinfonie sono le più sperimentali, perchè scritte negli anni 30 (periodo del Concerto per piano n.1) periodo nel quale l'arte di Shostakovich era ancora libera di esprimersi. Le sinfonie seguenti a questa sono pesantemene influenzate dal regime e, come già detto, in quelle post 48 dove è notevole il recupero di dettatmi tardo-romantici.
Uno specchio più fedele al compositore, per questo motivo, sono i 15 quartetti d'archi, composizionei per natura più private di una sinfonia, dove si può notare tutta la grandezza del maestro nel padroneggiare tutte le tradizioni musicali del primo novecento.
Ciò non toglie che Shostakovich resti uno dei piùgrandi compositori di tutto il 900!!
P.S. Riguardo la sinfonia 15: ho letto su Scaruffi (non mi icordo dove) che per il sottoscritto è l'opera musicale più importante del 2 dopoguerra.
#116 Guest_Mattia_*
Inviato 24 settembre 2006 - 10:20
P.S. Riguardo la sinfonia 15: ho letto su Scaruffi (non mi icordo dove) che per il sottoscritto è l'opera musicale più importante del 2 dopoguerra.
Scaruffi afferma che sia l'opera più importante del secondo dopoguerra secondo Kingink!?
#117 Guest_Eugenetic Axe_*
Inviato 24 settembre 2006 - 10:37
#118
Inviato 24 settembre 2006 - 10:38
Lionel Marchetti/Emmanuel Petit - Docteur Kramer (you are not you)
Bellissimo lavoro del "concretista" francese Marchetti che utilizza materiali dal film Satantango di Bela Tarr e li mescola alla chitarra di Emmanuel Petit.
#119
Inviato 24 settembre 2006 - 10:59
P.S. Riguardo la sinfonia 15: ho letto su Scaruffi (non mi icordo dove) che per il sottoscritto è l'opera musicale più importante del 2 dopoguerra.
la citazione fattadi questa sinfonia faceva chiaramente riferimanto a Scaruffi... avevo evutato accuratamente di citarlo, ma... vabè...
accetto le opinioni di chiunque se sono supportate da motivazioni esclusivamente personali (i gusti, ad es.) ma non quando si pretende di conferirgli il "dono" dell'oggettività.
in questo caso non ho la più pallida idea per cui un "critico" musicale debba ritenere, oltre ai propri gusti, che la Sinfonia n.15 di Shostakovich sia il "capolavoro del 900".
secondo me... e secondo tutta la musicologia accreditata che mi son dato la pena di leggere negli ultimi 25 anni, questo giudizio non sta nè in cielo nè in terra.
chiariamoci subito, la suddetta Sinfonia è bella e gradevola da ascoltare e contiene molti riferimenti importanti ma, dico io, se la n.15 è un capolavoro, la n.7 "Leningrad" che cos'è? fantascienza?
e opere come Sagre du Printemps di Stravinskij o Pierrot Luinaire di Schonberg (tanto per citare lavori che hanno cambiato per sempre la musica) cosa sono?
in Scaruffi ho certamente trovato indirizzi importanti per il rock... ma il jazz e la classica non sono proprio mestiere suo, fidatevi...
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#120
Inviato 24 settembre 2006 - 11:01
W. A. Mozart - EINE KLEINE NACHTMUSIK & OUVERTURES - Columbia Simphony Orchestra diretta da Bruno Walter (registrazioni -le ultime per il Maestro Walter- effettutate nel marzo del '61, tranne che la NACHTMUSIK, che risale al 17 dicembre del '58). Ora sto alla fine del disco (MARCIA FUNEBRE MASSONICA).
ottima, eccellente scelta... brava la mia ascia, continua così.
Walter è, secondo me, il maggior interprete del 900 della musica mozartiana.
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#121
Inviato 24 settembre 2006 - 11:22
P.S. Riguardo la sinfonia 15: ho letto su Scaruffi (non mi icordo dove) che per il sottoscritto è l'opera musicale più importante del 2 dopoguerra.
Con questa frase, peraltro scritta con un italiano alquanto ambiguo, volevo soltanto porre all'attenzione dell'utenza una curiosità (tra l'altro già nota ai più). Tutto qua. Se non si era capito: non rappresenta una mia adesione alla convinzione scaruffiana. Assolutamente!!!!!!!
@Gagà: non cerdo che la sinfonia 15 di Shostakovich sia per Scaruffi la migliore composizione di tutto il 900, ma limitatamente la migliore dal secondo dopoguerra fino agli anni novanta (almeno, così recita l'elenco che ho letto io).
#122
Inviato 24 settembre 2006 - 11:36
Concordo in pieno!...se la n.15 è un capolavoro, la n.7 "Leningrad" che cos'è? fantascienza?
...
F.Nietzsche, La nascita della tragedia
#123 Guest_Eugenetic Axe_*
Inviato 24 settembre 2006 - 15:56
W. A. Mozart - EINE KLEINE NACHTMUSIK & OUVERTURES - Columbia Simphony Orchestra diretta da Bruno Walter (registrazioni -le ultime per il Maestro Walter- effettutate nel marzo del '61, tranne che la NACHTMUSIK, che risale al 17 dicembre del '58). Ora sto alla fine del disco (MARCIA FUNEBRE MASSONICA).
ottima, eccellente scelta... brava la mia ascia, continua così.
Walter è, secondo me, il maggior interprete del 900 della musica mozartiana.
Da quello che sino ad adesso ho potuto sentire, anche secondo me. Comunque, questo LP ce l'ho da quando avevo 15 anni e negli anni seguenti ho continuato ad andare a fondo; Mozart lo apprezzo più oggi di prima.
#124 Guest_Eugenetic Axe_*
Inviato 24 settembre 2006 - 16:10
#125
Inviato 24 settembre 2006 - 16:23
Aldo Ciccolini che, se non erro, è stato maestro di un Ondarocker (Gagà/Notker ??? ).
non esageriamo... ho fatto solo alcune lezioni di perfezionamento dopo il diploma.
Ciccolini, diversamente da tante star della tastiera, ha concentrato la sua carriera nell'incidere partiture che hanno sempre avuto poco spazio.
Da antologia, oltre al Mephisto Waltz che citavi, è anche la trascrizione da concerto di Liszt del Rigoletto di Verdi.
(Arturo Toscanini)
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#126
Inviato 24 settembre 2006 - 18:57
Ciccolini, diversamente da tante star della tastiera, ha concentrato la sua carriera nell'incidere partiture che hanno sempre avuto poco spazio.
Da antologia, oltre al Mephisto Waltz che citavi, è anche la trascrizione da concerto di Liszt del Rigoletto di Verdi.
... e il lavoro fatto con l'integrale di Eric Satie! :-*
non sono asociale...sono socialmente selettivo
#127 Guest_Julian_*
Inviato 24 settembre 2006 - 19:12
Questo disco è fra i più piacevoli che mi sia capitato di ascoltare in territori "latin-jazz", oltre che una pietra miliare del genere (cui non a caso avrebbe dato il nome).
Il lavoro della sessione ritmica è ovviamente fondamentale, ma è da sottolineare anche il tentativo riuscito di Byrd di trasporre nel proprio stile il ritmo della samba o anche del bossa-nova. Su tutto si stagliano il sax tenore di Getz, autorevole esponente del cool-jazz che sembra totalmente a proprio agio nella "saudade".
Per me questo disco è un piccolo gioiello, ha poco-nulla da invidiare ad un lavoro come "Afro-cuban jazz woods" del sommo Dizzy Gillespie.
#128
Inviato 25 settembre 2006 - 10:06
STAN GETZ & CHARLIE BYRD - JAZZ SAMBA (1962)
Gran bel discuzzo, quello... ma spero tu conosca quest'altra meraviglia, perché siamo a livelli davvero altissimi:
Getz / Gilberto
con Stan Getz + Joao Gilberto + Antonio Carlos Jobim + Astrud Gilberto + Milton Banana + Tommy Williams
non sono asociale...sono socialmente selettivo
#129
Inviato 25 settembre 2006 - 11:54
Getz / Gilberto
con Stan Getz + Joao Gilberto + Antonio Carlos Jobim + Astrud Gilberto + Milton Banana + Tommy Williams
... e me cojoni...
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#130
Inviato 25 settembre 2006 - 12:06
Getz / Gilberto
con Stan Getz + Joao Gilberto + Antonio Carlos Jobim + Astrud Gilberto + Milton Banana + Tommy Williams
... e me cojoni...
Ma sbaglio o c'èra anche Pepp 'o stuort al clavicembalo?
P.s.: quel disco è stellare!
TYPE O NEGATIVE. SLOW, DEEP AND HARD. Parole, musica e gesta di PETER STEELE
C A P T A I N M A S K R E P L I C A. Vita e arte di Don Van Vliet, CAPTAIN BEEFHEART
MEET AROUND THE ROCK - BEST OF ROCK (con Claudio Dosa & Federico Frusciante)
三生石
#131
Inviato 25 settembre 2006 - 16:21
Getz / Gilberto
con Stan Getz + Joao Gilberto + Antonio Carlos Jobim + Astrud Gilberto + Milton Banana + Tommy Williams
... e me cojoni...
Ma sbaglio o c'èra anche Pepp 'o stuort al clavicembalo?
no, ti confondi con Art Ensemble of Rake...
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#132 Guest_runciter_*
Inviato 25 settembre 2006 - 16:44
Dato che domani 25 settembre si festeggia il centenario della nascita di Dmitri Shostakovich, per commemorare l'evento sto or ora, ascoltando questo cd:
Shostakovich - Piano concertos 1 & 2, Sonata 2 (Elisabeth leonskaja, The saint paul chamber orchestra, hugh wolff)
se non lo conosci, ti segnalo questo ciddì:
qui al pianoforte c'e mister s. in persona, dirige l'ottimo cluytens, e in più ci sono 5 preludi e fughe dall'op. 87 e le tre danze fantastiche op. 5 (le registrazioni sono dei tardi anni cinquanta, monofoniche ma pulite e ascoltabilissime).
ottima, eccellente scelta... brava la mia ascia, continua così.
Walter è, secondo me, il maggior interprete del 900 della musica mozartiana.
walter è l'unico uomo che riesce a farmi amare mahler.
#133
Inviato 25 settembre 2006 - 16:55
walter è l'unico uomo che riesce a farmi amare mahler.
io Mahler lo idolatro a prescendire da che lo dirige.........
resta il fatto che walter sia uno dei giganti delle interpretazioni mahleriane (non a caso ha lavorato con Mahler stesso) ed è a lui e a Mengelberg che si deve la divulgazione dell'opera sinfonica di mahler.
ultimamente mi piacciono tantissimo le registrazioni di Claudio Abbado. Il suo Mahler, per me, oggi è il migliore.
#134
Inviato 25 settembre 2006 - 17:05
Getz / Gilberto
con Stan Getz + Joao Gilberto + Antonio Carlos Jobim + Astrud Gilberto + Milton Banana + Tommy Williams
... e me cojoni...
Ma sbaglio o c'èra anche Pepp 'o stuort al clavicembalo?
no, ti confondi con Art Ensemble of Rake...
8)
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三生石
#135
Inviato 25 settembre 2006 - 18:30
resta il fatto che walter sia uno dei giganti delle interpretazioni mahleriane (non a caso ha lavorato con Mahler stesso) ed è a lui e a Mengelberg che si deve la divulgazione dell'opera sinfonica di mahler.
altrochè... è stato allievo di von Bülow e divenne il pupillo di Mahler... e me cojoni...
le interpretazioni mozartiane e brahmsiane di Walter sono ritenute, e giustissimamente, leggendarie!
ultimamente mi piacciono tantissimo le registrazioni di Claudio Abbado. Il suo Mahler, per me, oggi è il migliore.
concordo al 3000%!!
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#136
Inviato 25 settembre 2006 - 19:52
Quanto a Mahler, oltre che agli ottimi Abbado, Bernstein e Ozawa, il direttore che maggiormente apprezzo è Inbal che secondo me rappresenta una sorta di punto di riferimento.
non sono asociale...sono socialmente selettivo
#137
Inviato 26 settembre 2006 - 07:29
...il secondo in particolare (è anche il mio batterista preferito).
#138 Guest_absolutelyRUBEN_*
Inviato 26 settembre 2006 - 08:38
Concordo in pieno!
...se la n.15 è un capolavoro, la n.7 "Leningrad" che cos'è? fantascienza?
...
io ci metterei anche la n. 5, la 8 e la 10 tra le più belle e già che ci siamo ci aggiungo il concerto per violino n. 1 op. 77 che mi piace un sacco
#139
Inviato 26 settembre 2006 - 11:24
ultimamente mi piacciono tantissimo le registrazioni di Claudio Abbado. Il suo Mahler, per me, oggi è il migliore.
concordo al 3000%!!
penso che la sinfonia 9 di Mahler (l'adagio finale è da scioglimento cutaneo), insieme alla 7 di Shostakovich, sia la sinfonia più bella del XX sec
#140 Guest_Eugenetic Axe_*
Inviato 26 settembre 2006 - 13:41
Che dire? Ora sono all'altezza dell'ESTATE (la mia 'stagione' preferita, da un punto di vista musicale s'intende), i Solisti, ancora molto giovani nel '68, proponevano un modo inedito e un po' di rottura nell'interpretare la grande tradizione veneta (non solo Vivaldi, ma anche Tartini, autore con cui debuttarono) e, più in generale, quella settecentottocentesca. Nell'intervista nel retro della copertina Scimone spiega il perché negli Allegri suonassero così veloci: "E' un'idea errata che gli antichi non sapessero suonare svelto: ci sono testimonianze secondo cui Vivaldi suonava ad una velocità pazzesca, così vicino al ponticello che non passava neanche l'arco" (me' cojoni , ndA).
#141
Inviato 26 settembre 2006 - 16:14
VIVALDI - LE STAGIONI, OP. 8 - SOLISTI VENETI diretti da CLAUDIO SCIMONE, primo Violino PIERO TOSO (CBS, 1968).
Conosci "Le quattro stagioni" di Fabio Biondi per la Opus111 (1991). Dovresti!
Ecco cosa avevo scritto da qualche parte su questo disco:
Le Quattro stagioni sono una di quelle opere che fanno oramai parte dell'immaginario collettivo travalicando lo stesso concetto di "musica classica". Questa sovra-esposizione va a nuocere all'opera stessa, non percepita più per quello che è, ovvero quattro concerti per violino, ma ascoltata come si trattasse di "rumore di fondo", cosa che per la sua bellezza non merita. Il talentuoso violinista Fabio Biondi e alla sua ensemble Europa galante hanno il merito di restituire con brio e fantasia tutta la freschezza del lavoro vivaldiano e, pur rimanendo fedeli alla partitura, a darne una lettura moderna, lucida e coinvolgente, in modo da regalare un nuovo ascolto.
non sono asociale...sono socialmente selettivo
#142
Inviato 27 settembre 2006 - 16:23
ci sono testimonianze secondo cui Vivaldi suonava ad una velocità pazzesca, così vicino al ponticello che non passava neanche l'arco"[/i] (me' cojoni , ndA).
In che senso non passava? Forse vuol dire che più ti avvicini al ponticello e più le corde sono dure (e quandi è più facile andare veloce, come faceva Pastorius), ma allo stesso tempo l'angolo tra di esse aumenta rendendo più difficile cambiare corda (problema che negli strumenti elettrici non hai)?
Comunque la musica barocca e pre-barocca è unica. Qualcuno (forse Jarrett), diceva che "ascoltare Bach è come entrare in una stanza bianca e piena di luce", e credo che lo stessa possa valere per Vivaldi.
Le Quattro stagioni sono una di quelle opere che fanno oramai parte dell'immaginario collettivo travalicando lo stesso concetto di "musica classica".
Come non concordare? Il primo movimento de L'inverno in particolare, secondo me, è rock ante litteram. Il presto de L'estate è ugualmente esaltante. L'ultima parte dell'allegro de L'inverno è grandiosa e il largo che lo precede ha una delle melodie più belle di tutti i tempi.
#143
Inviato 27 settembre 2006 - 18:27
Le Quattro stagioni sono una di quelle opere che fanno oramai parte dell'immaginario collettivo travalicando lo stesso concetto di "musica classica".
Come non concordare? Il primo movimento de L'inverno in particolare, secondo me, è rock ante litteram. Il presto de L'estate è ugualmente esaltante. L'ultima parte dell'allegro de L'inverno è grandiosa e il largo che lo precede ha una delle melodie più belle di tutti i tempi.
Le quattro stagioni: una goduria infinita. Una delle composizioni con cui sono cresciuto.
#144
Inviato 28 settembre 2006 - 10:26
Keith Jarrett - The Carnegie Hall Concert
Mi sono "procurato" l'ultimo doppio CD di Jarrett... (ma in negozio c'è gia?)... ebbene sì, confesso, sono anch'io caduto nel tunnel degli "Sharity"... certo che tornare a casa e aprire la confezione del CD è un'altra cosa... però i CD costano!
Allora, prime impressioni: un primo CD breve (circa 30 minuti se ho fatto tutto per bene...); strano perchè i brani intitolati "Part" con numero progressivo continuano nel 2° CD, di lunghezza normale (5 brani nel primo cd, 5 nel secondo).
Il secondo CD contiene anche 5 brani "con titolo" tra cui "My song" e "Time on my hands".
Le parti "numerate", ad un primo ascolto abbastanza superficiale, mi sembrano ricalcare grossomodo l'alternanza di atmosfere e umori di "Radiance"... il brano Part 3 mi sembra particolarmente azzeccato.
Sempre dopo un ascolto superficiale, mi sembrano più interessanti le 5 ballad/blues del secondo CD: "My song" è sempre molto toccante e rimane uno tra i miei motivi Jarrettiani preferiti...
A risentirci tra qualche ascolto in più!
#145
Inviato 28 settembre 2006 - 14:58
Due capolavori assoluti.....
Recita in maniera esemplare una nota del libretto del cd. Cito il contenuto con riferimento all' "Also Sprach Zarathustra": Il simbolismo tonale così carico di tensioni, che sta ad indicare le sfere correlate dell'uomo e della natura, è un momento centrale della composizione. L'accostamento contrastante, che nel "Canto del pellegrino notturno" diviene simultaneità, delle due tonalità di do maggiore e si maggiore è un modulo applicato non indifferentemente, ma con piena consapevolezza. Per Stauss questo alternarsi di tonalità rappresentava anche un problema che intendeva qui risolvere. Molto tempo prima di Schoenberg, egli pure "sperimentava" con un tema di docici note, e significativamente nella sezione in forma di fuga "La scienza". Ma Struss non ndò oltre il tentativo: questo tipo di musica-scienza non poteva indicare al compositore l'ulteriore via da percorrere.
Wagner e la sua arte hanno aperto una voraggine di dimensioni enorme con la quale il giovane Strauss dovette fare subito i conti. Queste due opere sono tra gli esempi di tentativo di superamento del cromatismo wagneriano.
#146 Guest_runciter_*
Inviato 28 settembre 2006 - 16:18
morte alla deutsche grammophon!
#147
Inviato 28 settembre 2006 - 16:26
troppo mainstream karajanesco nella sezione classica! voglio la rivincita dell'underground, dei gioielli nascosti e dei geni(i) misconosciuti!
morte alla deutsche grammophon!
come osi, vile marrano!
cmq, eccoti accontentato... or ora stavo gustandomelo
tu intanto procuratelo, poi ne parliamo...
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#148 Guest_runciter_*
Inviato 28 settembre 2006 - 16:49
#149
Inviato 28 settembre 2006 - 16:58
cosa diavolo è quello?
capra! sei un'oca! [cit. Sgarbi vs. Mussolini]
trattasi di una delle più affascinanti composizioni sacre del rinascimento: Josquin Desprèz, compositore fiammingo erede della grande tradizione tardo-gotica di Guillaume de Machault, ovvero colui che inaugurò la stagione della "polifonia dotta", culminata in Bach passando per Frescobaldi e Pergolesi.
Nel disco si può ammirare l'architettura sapiente ("simbolica", appunto) della Missa Gaudeamus che è uno dei primi esempi in assoluto di messa canonica musicata (Kyrie, Credo, Symbolum Nicenum, Sanctus e Agnus Dei).
Il disco è della etichetta italiana "Stradivarius" e l'ensemble che esegue il lavoro si chiama "De Labyrintho".
il disco costa una cazzata (? 6,50 da Feltrinelli) ed è bellissimo.
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#150
Inviato 28 settembre 2006 - 18:04
Se mi trovo un giorno in zona Feltrinelli, potrebbe benissimo scapparci l'acquisto............
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