Nessuno però che sappai dirmi qualcosa di più su Mitchell solista?
In linea di massima, i primissimi lavori dell'AEC rappresentano una sorta di evoluzione del discorso iniziato da
Mitchell con l'epocale
Sound, vera e propria rivoluzione per un certo modo di intendere e vivere la maniera jazz (se si decidono ad parire la sezione jazz, sarà pure il caso che incominci a lavorare sulla "pietra miliare!). Dilatazioni, oscuri rituali, scale matematiche, interplay rarefatto: una miniera di piccole, grandi intuizioni che saranno di lì a poco ulteriormente rielaborate da un altro grande esordio,
3 Compositions Of New Jazz di
Braxton.
Old/ Quartet porta avanti quel discorso, lavorando per sottrazioni successive, verso una sorta di primitivismo sempre più maturo.
Congliptious presenta tre spettacolari solo:
Tutankhamen, Tkhke e
Jazz Death?, pietre miliari di un approccio che è ormai sulla rampa di lancio definitiva (ancora
Braxton:
For Alto, 1968). Sbocco decisivo del Nostro, in tal senso, è lo spettacolare tour de force del
Solo Saxophone Concerts. Dopo l'ottimo
Quartet, è la volta di un'altra opera fondamentale:
Nonaah, con l'omonima, lunghissima composizione, affresco intensissimo di un lirismo geometrico che ha ormai raggiunto la piena maturità. Il resto si divide tra esperimenti vari e sempre più decisi a non lasciare nulla di intentato. Sulla scia di Nonaah, arriva nel 1978
LRG/ The Maze/ S2 Examples, le cui tre composizioni chiudono davvero un'epoca: il solo per sax soprano di
S2 Examples, il nonetto alle prese con le percussioni assortite di
The Maze e, infine, i 36 minuti di LRG, estremo baluardo del jazz da camera così come poteva essere allora inteso da tre mostri sacri come Wadada Leo Smith, George Lewis e lo stesso Mitchell. Da questo momento in poi la carriera del Nostro è tutta rivolta alla rivisitazione di quanto era stato capace di dire in circa dieci anni d'attività. Dischi come
More Cutouts (1981),
Live At Muhle Hunziker (1986; con altre interessantissme prove sei suoi soli), il nonetto di
Song For My Sister, lo stesso
Nine To Get Ready e il triplo
Solo 3 (2004; apoteosi definitiva dei suoi esperimenti in solitaria) hanno continuato a dimostrare che Roscoe Mitchell, oltre ad essere la mente della più grande "jazz-band" della storia, è stato uno dei più grandi innovatori del genere, lavorando al pari di Braxton su una concezione "razionalistica" eppure "lirica" della musica afro-americana, anche se, a differenza di Braxton, cercando di sprofondare sempre più nell'antico solco della stessa, senza troppo concedere al connubio esplosivo tra jazz e contemporanea di matrice europea.
Spero di esserti stato d'aiuto.