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L' album che sto ascoltando (jazz,classica & avanguardie)


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#151 kingink

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Inviato 29 settembre 2006 - 15:06

Immagine inserita
Philip Glass: Concerto For Violin And Orchestra + Alfred Schnittke: Concerto Grosso No. 5, for Violin, an Invisible Piano & Orchestra - Gidon Kremer - Wiener Philharmoniker

Questo cd è un gioellino...............................
Contiene inanzitutto due spendide compozioni: Il concerto per violino di philip Glass e il concerto grosso n. 5 di Alfred Scnhittke. Secondariamente il musicista che esegue le due opere è uno dei più grandi violinisti di sempre: il lettone Gidon Kremer.
Composto da Glass nel 1987 il concerto per violino è una delle opere più gustose del compositore americano. Ma non voglio soffermarmi sull'opera di Glass, perchè trattasi di un musicista ai più conosciuto, ma piuttosto soffermarmi e porre il mio consiglio su Schnittke, compositore russo morto nel 1998 troppo spesso dimentacato non tanto dalla critica, che ne ha ampiamente riconosciuto la portata musicale, quanto dal pubblico.
Purtroppo anch'io sono un neofita di questo compositore, e lasciandomi consigliare dalla critica di settore mi sono buttato a capofitto nell'ascolto di questo concerto grosso (1988). Non posso che associarmi nel considerarlo un capolavoro. Schnittke fondamentalmente è un classicista, basti citare i suoi grandi modelli, a mio avviso Bartok e Shostakovich. Un altro di quei compositori che con l'avanguardia hanno poco con cui spartire, ma la cui opera rappresenta un imponente summa di quello che è già sato fatto. Un po' come l'arte dei contemporanei Carter in america e Lutoslawski in Polonia. Il problema è che oggi l'avanguardia tira molto di più.
Un musicista così non deve essere assolutamente accantonato. Da scoprire.
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#152 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 30 settembre 2006 - 20:13

segnalazione che ritengo importante a chi vuole approfondire anche il tema trattato nel thread "opera lirica" (infatti ero incerto su dove postare).
Adam de la Halle è un troviero francese del XIII secolo, trapintato in Italia dove raggiunse vette di maestria nella composizione da influenzare tutta la musica vocale successiva in Italia, ossia in tutto il mondo.
L'opera Le jeu de Robin et Marion è ritenuto il primo esempio assoluto di opera, genere musicale che verrà poi chiamato anche melodramma.
anticipa di ben 300 anni la nascita ufficiale del melodramma italiano, avvenuto con Dafne (libretto di Rinuccini e musiche di Corsi e Peri, ovvero la cosiddetta Camerata Bardi).
L'opera del francese è importante perchè in essa sono ravvisabili i primi nuclei strutturali che saranno definiti secoli dopo dalla Camerata Bardi e che, in pratica, dureranno fino al Verdi dell'Aida.
la primadi quest'opera rivoluzionaria fu data a Napoli (città dove s'era trasferito al servizio di Carlo d'Angiò.
Immagine inserita
l'esecuzione (splendida!) è affidata a un ensemble italiano specializzato in musica medioevale, Micrologus Ensemble, inciso per la Zig Zag e distribuito dalla Harmonia Mundi.
comprate, comprate e... ascoltate, vi si aprirà un universo che ignoravate del tutto.
  • 0
« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#153 gigirictus

    ï͂͑̉͆ͧͮͩ̓ͧ̒͒̉̎̂̊͆͑͐̊̓̊̅ͭ͗̐̄̏̾̄͊

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Inviato 01 ottobre 2006 - 01:49

David Tudor & Rashaan Roland Kirk - "Sound" (1966-67)

http://www.youtube.c...h?v=AUYtlMuN_V4
http://www.youtube.c...h?v=aHE6AL3BEYQ
http://www.youtube.c...h?v=7SD6tYyrjSQ


L'ho trovato per caso, attualmente non so cosa dire. Guardatelo, dura meno di mezz'ora (è ancora più suggestivo se ascoltate tutti e tre i pezzi contemporaneamente).
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rym |


#154 woody

    Classic Rocker

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Inviato 01 ottobre 2006 - 11:23

C'è lo stesso video su ubuweb.com, l' avevo già linkato in un thread su Kirk, ma forse il thread era nel vecchio forum.
E' interessante e l' altro non è Tudor ma John Cage, che a un certo punto si incazza chiedendosi perchè la gente, quando ascolta la sua musica, anzichè ascoltare inizia a parlare!

Si torva in questa pagina insieme all' esecuzione di 4' 33" per orchestra.
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#155 Guest_runciter_*

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Inviato 01 ottobre 2006 - 11:25

Io continuo a sostenere che il miglior interprete di Chopin al pianoforte - senza togliere nulla gli altri grandissimi che avere nominato - è il polacco Vlado Perlemuter. Peccato sia abbastanza problematico trovare i suoi dischi. Tra le cose meno complicate da trovare c'è un cofanetto Nimbus (6 CD ad un buon prezzo) contenente: le 4 ballate, i 24 preludi, una buona selezione dei notturni, gli Studi, la 2 e 3 sonata, una selezione di mazurke e polacche e altre opere "sparse". Cercatelo, ne vale davvero la pena.


ho rimediato (...) un suo cd contenente 10 notturni, e penso che forse hai ragione: da quel che ho sentito potrebbe davvero essere l'interprete più equilibrato e allo stesso tempo il più spontaneo, se ha senso fare delle graduatorie.

per rendere chiari i miei gusti: parlando delle integrali dei notturni, mi piacciono le versioni di ivan moravec, dino ciani e samson francois; apprezzo moderatamente quella di arrau; pollini invece no (non me ne vogliano i polliniani).

e... be', secondo me ci sono alcune registrazioni chopiniane di richter che mandano tutti a casa, e parlo soprattutto di roba risalente agli anni '50 e '60 (vedi per es. il cd del mio avatar, in cui specialmente i 4 scherzi si sentono maluccio ma fanno davvero paura).

edit: ho paura che il mio "maluccio" per molti possa diventare un "davvero male", il fatto è che nonostante tutto le sfumature dell'interpretazione si colgono piuttosto bene... e poi le mie orecchie non sono deutschegrammophonicamente viziate come le vostre!
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#156 kingink

    mainstream Star

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Inviato 01 ottobre 2006 - 12:09

e poi le mie orecchie non sono deutschegrammophonicamente viziate come le vostre!

una mia curiosità: perchè questo astio verso la DG ???
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#157 Guest_runciter_*

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Inviato 01 ottobre 2006 - 17:10

una mia curiosità: perchè questo astio verso la DG ???


è più una semplice antipatia... comunque, in ordine sparso:

- mi stanno sulle balle karajan e horowitz, per motivi diversi ma non troppo.

- le registrazioni di bernstein per la sony/cbs le ascolto senza problemi, ma quelle per la dg non mi dicono proprio niente, mi sanno di pretenzioso.

- quando entro in un negozio di dischi non voglio vedere tutto quel giallo, mi puzza troppo di monopolio commercial-culturale (qui è vero che sono un po' paranoico, ma ripensate un attimo alla funzione fagocitante che ha avuto, e in parte ha tuttora, il karajanesimo).

- stimo abbado, ma troppo spesso mi lascia freddo.

- non ho mai capito, a parte la tecnica, cosa abbia di speciale pollini.

- si può vivere meravigliosamente senza.

- ha un'aura di accademicità che altre etichette non hanno, quindi potrebbe rappresentare quel qualcosa che tiene lontana molta gente dalla musica classica.

e così via...  ;D
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#158 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 01 ottobre 2006 - 21:03

- mi stanno sulle balle karajan e horowitz, per motivi diversi ma non troppo.


posso capire (ma non giustificare) su karajan ma il povero vladimir, così docile...

- le registrazioni di bernstein per la sony/cbs le ascolto senza problemi, ma quelle per la dg non mi dicono proprio niente, mi sanno di pretenzioso.


non capisco davvero il termine "pretenzioso", forse per l'estrema accuratezza delle registrazioni? e poi Bernstein direttore, almeno io, lo digerisco davvero poco... troppo stars&stripes per i miei gusti... in fondo parliamo di gusti, no?

- quando entro in un negozio di dischi non voglio vedere tutto quel giallo, mi puzza troppo di monopolio commercial-culturale (qui è vero che sono un po' paranoico, ma ripensate un attimo alla funzione fagocitante che ha avuto, e in parte ha tuttora, il karajanesimo).


a fine ottocento si diceva la stessa cosa del wagnerismo... dietro quella "funzione fagocitante" c'è semplicemente l'incredibile ascendente che il maestro tedesco ha avuto sulle generazioni contamporanee e successive.
sul monopolio DG, beh... in questo qualcosa di vero sembra esserci...

- stimo abbado, ma troppo spesso mi lascia freddo.


:o sei pazzo?

- non ho mai capito, a parte la tecnica, cosa abbia di speciale pollini.


>:( sì, sei pazzo!

- si può vivere meravigliosamente senza.


e ci mancherebbe altro... :D

- ha un'aura di accademicità che altre etichette non hanno, quindi potrebbe rappresentare quel qualcosa che tiene lontana molta gente dalla musica classica.


questa è una st... vabè, stavi scherzando, vero?
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(Arturo Toscanini)

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#159 Guest_runciter_*

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Inviato 02 ottobre 2006 - 15:39

me ne sono venute in mente altre due:

- amo molto le registrazioni di giulini per la emi, alcune sono tra le mie preferite in assoluto (il requiem di verdi; la prima sinfonia di mahler; la quarta di brahms; le overtures di rossini), ma quelle per la dg mi creano non poche difficoltà... forse si tratta solo delle loro tecniche di registrazione, ma io ho la sensazione che ci sia anche una tendenza, da parte di chi passa a registrare per i tedesconi, ad "appesantire" sensibilmente il proprio stile interpretativo (un po' come dicevo di bernstein, che da stars & stripes era diventato lethally soporific).

- le copertine spesso fanno cacare, l'ultima che ho notato è questa:

Immagine inserita

il culo della mutter.


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#160 Jazzer

    Utente anziano

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Inviato 02 ottobre 2006 - 19:15

il culo della mutter.


Beh, buttala via!  ;D
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non sono asociale...sono socialmente selettivo


#161 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 02 ottobre 2006 - 19:31


il culo della mutter.


Beh, buttala via!  ;D


anche perchè Mozart era un porcellone, si sa...
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#162 kingink

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Inviato 03 ottobre 2006 - 14:03

Immagine inserita
Lennie Tristano - Tristano/The new Tristano

Basta una sola parola per descrivere questo album: Capolavoro!
Il pezzo Requiem è qualcosa di inimmaginabile. Non so il perchè ma ogni volta che lo sento, mi viene naturale l'accostamento con Bach.
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#163 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 03 ottobre 2006 - 15:22

Immagine inserita
Cage: Concert for Piano and Orchestra, Atlas Eclipticalis [Wergo, 1995]

il Concerto è un lavoro folle, nel quale un'intera grande orchestra viene trattata semplicemente come un insieme di solisti che si aggiungono al pianista; in pratica si annulla tutto ciò che storicamente significa il concerto per solista e orchestra.
il tutto "ruota" attorno al solo for piano che funge da perno dell'intera composizione mentre gli altri "solisti" d'orchestra hanno in consegna parti singole definite nel tempo ma non ordinate (esempio di "alea controllata" cagiana).
l'altra composizione, Atlas è ancora più "incomprensibile", anche se esercita un fascino grandissimo. è considerato il capolavoro orchestrale (?) di Cage. Secondo le intenzioni del maestro le parti componenti la composizione "vanno suonate in tutto o in parte, con durata indefinita, per qualsivoglia ensemble, da camera od orchestrale... con o senza la "Winter Music" (un brano aleatorio per piano, composto poco prima, che funge da "core" della composizione).
il tutto, secondo lo stesso Cage, è stato ispirato dalla poesia haiku che fa riferimento al concetto orientale di "nirvana".
penetrare la mente folle ma lucida di Cage è, almeno per me, un'impresa pressocchè impossibile... del resto anche il suo maestro, Schoenberg, aveva le medesime difficoltà, quindi... ragazzi che roba... un puntillismo talmente rarefatto che queste opere sembrano scritte da Webern e passate in forno per farne un soufflè.
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

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#164 kingink

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Inviato 03 ottobre 2006 - 16:30

penetrare la mente folle ma lucida di Cage è, almeno per me, un'impresa pressocchè impossibile


non sei l'unico che ha questo problema
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#165 Paz

    Roadie

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Inviato 03 ottobre 2006 - 17:42

penetrare la mente folle ma lucida di Cage è, almeno per me, un'impresa pressocchè impossibile


non sei l'unico che ha questo problema

allora vedete che il mio exploit finale qui non è del tutto campato per aria? ;)
  • 0
« Ohne Musik wäre das Leben ein Irrtum » (F. Nietzsche, Götzen-Dämmerung, 1888, cap. I, af. 33).

#166 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 04 ottobre 2006 - 17:09

la discussione sull'opera lirica mi ha stimolato un po' di ascolti in questi giorni.
in particolare sono andato a ripescare (erano un po' di anni, cacchio!) questo favoloso doppio cd:
Immagine inserita
e il termine "Legends" sulla copertina non è affatto usato a sproposito.
questa è la prima opera di Britten e segna una delle vette del teatro lirico inglese del 900 e una delle composizioni più valide del maestro inglese.
inutile dire che il Wozzeck di Berg rappresenta anche per quest'opera un riferimento più che importante, visto che la logica espressiva di quel capolavoro teatrale permea, soprattutto nelle parti vocali, le pagine del Grimes.
questa è la registrazione, rimasterizzata, della leggendaria esecuzione dal vivo (in forma di concerto) del 1958, che vede il tenore Peter Pears (interprete di rara intelligenza), già collaboratore di Britten, in una delle sue migliori performance in assoluto.
alla guida dell'orchestra lo stesso Britten che, in vita, fu più apprezzato come direttore che come compositore; oggi le cose sono ben diverse e quest'opera dimostra quale grande, grandissimo compositore egli sia stato.
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
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#167 kingink

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Inviato 04 ottobre 2006 - 19:09

Immagine inserita
Johannes Brahms: The 3 Violin Sonatas / Perlman (Violin), Barenboim (Piano)

Dato l'imminente concerto che si terrà venerdì al conservatorio di Milano con Kremer e Zimerman che si cimenteranno nell'integrale delle tre sonate per violino di Brahms, ho deciso di ripassare queste bellissime composizioni.
Le prima delle tre sonate op.78, completata nel 1879 ha avuto una gestazione abbastanza lunga e segue come n. di opus uno dei grandi capolavori del genio di amburgo: il concerto per violino. Di lunga gestazione fu accolta calorosamente dal pubblico. La sonata è oggi nota come sonata della pioggia perchè riprende due lieder dello stesso Brahms:il Nachklang, op. 59, n.4 e Ril egenlied, op. 59, n.3
La seconda sonata in la maggiore op.100 fu composta nel 1886 durante un soggiorno sul lago svizzero di Thun.
La terza ed ultima sonata, "op. 108 in re minore" è sicuramente la più nota al grande pubblico, soprattutto  per l'adagio centrale, uno dei movimenti più belli di tutta la produzione brahmsiana. Ovviamente la sonata n.3 è la mia ptreferita.
Resta fuori discussione come il livello qualitativo di queste tre composizione sia altissimo. Delicate, profonde, struggenti. Assolutamente da sentire.

Ora attendoo con ansia il concerto.
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#168 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 07 ottobre 2006 - 07:10

Johannes Brahms: The 3 Violin Sonatas / Perlman (Violin), Barenboim (Piano)

Dato l'imminente concerto che si terrà venerdì al conservatorio di Milano con Kremer e Zimerman [...]


bene bene... concerto a dir poco eccezionale quello di ieri sera, vero? per chi conosce Kremer non stupisce la scelta apertamente "lirica" dell'esecuzione che, in alcuni casi (come il I mov. della Sonata n.1) ha imposto una "mortificazione" al tempo metronomico.
ma, come è noto, Brahms non era certo musicista che amava concedersi al virtuosismo "strappacapelli" di un Liszt (tanto per fare un nome), il cui incontro avvenuto nel '53 lo lasciò praticamente indifferente.
eh no, le funamboliche digressioni di quel concertismo (che comunque ha una sua importanza nella storia) non gli potevano riguardare.
dunque, anche se non molto è stato concesso allo "spettacolo", la scelta interpretativa di Kremer e Zimerman pare azzeccata.
un salutissimo a Kingink, Mattia e le rispettive signore con i quali ho ascoltato questo fenomenale concerto.

dove c'è Mattia c'è il banchetto con la vendita dei cd... anche al Conservatorio! secondo me i banchettari sentono l'odore del Paneroni a 1 km di distanza e... obladì obladà... ecco il banchetto!
e anch'io non mi sono sottratto al rituale acquisto:
Immagine inserita
che sto ascoltando proprio in questo momento.
nonostante la mia "diffidenza" verso Bernstein, devo dire che questa esecuzione è eccezionale. da brividi soprattutto per l'intensità passionale profusa dal (allora) giovane pianista; lo Scherzo appassionato è a dir poco vibrante e l'Andante è da sogno, come nelle intenzioni del compositore che al piano solista ha affiancato un violoncello estremamente lirico... oserei dire wagneriano (e qui Brahms s'è rivoltato nella tomba :D )
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#169 kingink

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Inviato 07 ottobre 2006 - 09:50

Ricambio i saluti!!!! :D
Per descrivere il concerto di ieri sera rubo l'aggettivo che Mattia mi ha sussurrato appena terminato il concerto: Notevole!!!!!!
E non posso far altro che associarmi a quanto detto da Gaetano sulla qualità dell'interpretazione sia da parte di Kremer che di Zimerman. Ridotto all'osso l'impatto "spettacolo", il duo riesce comunque a far rivivere al meglio lo spirito anti-virtuoso del compositore tedesco che con queste tre compèosizioni ha dato la mazzata finale alla forma sonata. Emblematica è la terza sonata, dove nell' allegro iniziale l'esposizione del soggetto non esiste quasi più, sostituita addirittura da soggetti nascosto, slegati con quello principale di riferimento. Molto moderne per l'appunto e infatti Kremer lo rende al meglio.
Fantastica appunto l'interpretazione della terza (come scritto la mia preferita) e dell'adagio della seconda.
Ma credo che pochi tra i presenti siano rimasti insoddisfatti del concerto, a parte il vecchio dietro di me che se l'è dormita beatamente per tutta la durata dello spettacolo :D

Ora sulla scia dell'ascolto bernstein-iano di Gagà sto sentendo questa esecuzione della terza sinfonia :
Immagine inserita
Niente male davvero!
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#170 Notker

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Inviato 07 ottobre 2006 - 09:55

Ora sulla scia dell'ascolto bernstein-iano di Gagà sto sentendo questa esecuzione della terza sinfonia :
Immagine inserita
Niente male davvero!


si, però, ora basta con Bernstein... sennò ci toccherà dare ragione a quella capra di Pinzon ;D
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Inviato 07 ottobre 2006 - 09:57

si, però, ora basta con Bernstein... sennò ci toccherà dare ragione a quella capra di Pinzon ;D

tranquillo, tanto non ho molti cd con bernstein interprete.  ;D
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#172 Guest_Mattia_*

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Inviato 07 ottobre 2006 - 10:10

In questo momento sto ascoltando l'omonimo capolavoro degli ? (Die Schachtel, 2006), di cui forse dovrei parlare nell'altra sezione del forum. Vorrei però ricambiare i saluti all'anfitrionico gagàrone Notker (al quale sarò eternamente grato per avermi fatto rimuovere più d'un pregiudizio sulla musica classica) e al simpatico accompagnatore della deliziosa signora con i quali ieri sera, assieme alla mia dolce metà (a proposito: dove diavolo sei finita, che dobbiamo andare a comprare i tortellini!?), abbiamo assistito ad un'esibizione profondamente toccante assimilabile ad una carezza corroborante. Spero sia l'inizio di una lunga serie di concerti da vedere assieme!
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#173 kingink

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Inviato 07 ottobre 2006 - 10:18

Spero sia l'inizio di una lunga serie di concerti da vedere assieme!

Sicuramente! Ho l'opuscolo "Milano musica", lo studio e segnalo tutto quello che mi sembra interessante.
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#174 Notker

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Inviato 07 ottobre 2006 - 10:22

mia dolce metà (a proposito: dove diavolo sei finita, che dobbiamo andare a comprare i tortellini!?)


sei sempre il solito porco!... a tavola, s'intende... ;)

Spero sia l'inizio di una lunga serie di concerti da vedere assieme!


ho già aperto una finanziaria a riguardo
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Inviato 07 ottobre 2006 - 10:23


Spero sia l'inizio di una lunga serie di concerti da vedere assieme!

Sicuramente! Ho l'opuscolo "Milano musica", lo studio e segnalo tutto quello che mi sembra interessante.


lascia perdere, piuttosto vedi di organizzarti come fare a reperire biglietti a ? 1,00  >:(
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(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
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#176 kingink

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Inviato 07 ottobre 2006 - 10:32

lascia perdere, piuttosto vedi di organizzarti come fare a reperire biglietti a € 1,00  >:(

ma che a 1?, era gratis, come ti ho detto me lo ha dato una signora che ne aveva uno in esubero (i famosi inviti per gli abbonati). Ero alla cassa, mi ha tirato per la giacca e me lo ha dato. Una botta di culo gigante.
Ma non sai quante volte ho fatto così: sui concerti di Schiff sono sempre entrato a scrocco; ieri sera che c'era meno gente ahimè ne ho rimediato solo uno  ;D :P

ho già aperto una finanziaria a riguardo

c'è il 10 quello du Brendel sempre al conservatorio. solo che costa 40 ? e un eventuale finanziaria non riuscirebbe a reggere l'urto di questa spesa.
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#177 kingink

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Inviato 08 ottobre 2006 - 09:37

Oramai in pieno periodo brahmsiano consiglio un'altra interpretazione del mirabile concerto per pianoforte n.2, composizione a cui sono molto legato
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Interpretazione a dir poco eccezionale quella del duo Abbado-Pollini che riescono in pieno a trasporre quello che è lo spirito del compositore di Amburgo e a sintetizzare la quantità enorme di idee e sentimento di cui questa composizione trasuda. Sentite il poderoso Allegro appassionato con una scelta felice nel mettere quasi in secondo piano l'orchestra e di dare maggior enfasi alla potenza del pianoforte. E inoltre in tutta la partitura si sente (specialmente nel allegro non troppo iniziale) la volontà di ridurre al minimo ogni sorta di effetto ridondante, sia da un punto di vista puramente pianistico che orchestrale; insomma seguendo appieno la volontà anti-virtuosistica del genio tedesco.

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#178 Lorenzovic

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Inviato 09 ottobre 2006 - 21:39

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Pat Metheny & Brad Mehldau (Nonesuch 2006)

Un disco che non aggiungerà probabilmente molto alla carriera ed alla fama di entrambi, compreso il fatto che... strasuonano!
Ho pensato se esistesse un altro lavoro di Metheny con un pianista, ma questo (fatti salvi eventuali vuoti di memoria) mi sa che è proprio un battesimo.
Comunque non un battesimo del fuoco, vista la sostanziale "tranquillità" dell'operazione.
Ad occhio i brani già conosciuti sono Unrequited di Mehldau (da Vol. 3 - Songs) e Say the brother's name di Metheny, dal disco con Scofield, preso però ad un allegro tempo di bossanova, e suonato da un quartetto in cui si aggiungono Ballard e Grenadier, cioè gli attuali accompagnatori di Mehldau, visto l'anno sabbatico di Rossy. Il quartetto suona solo in un altro brano, in cui Metheny risfodera il synth in un ambito prettamente jazzistico.
Per il resto, le chitarre sono alternativamente acustiche ed elettriche in un disco sostanzialmente composto da ballad, adatte al temperamento romantico di entrambi. L'ultimo brano, "Make Peace", uno tra i più suggestivi, ha l'aria di essere stato improvvisato in studio e Metheny mi pare alla chitarra baritono, che fa pensare a tratti all'accompagnamento di un basso.

Non posso esprimermi sulla qualità della registrazione, avendo trovato il disco "in giro"...
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#179 kingink

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Inviato 10 ottobre 2006 - 11:01

Sempre in preda a folgorazioni brahmsiane mi sono procurato per vie traverse questo compact.
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Brahms - Piano Concerto No.1 (Helene Grimaud - Kurt Sanderling - Staatskapelle Berlin)

Tra i due concerti per pianoforte scritti da Brahms sicuramente la mia preferenza va al secondo che ancora oggi emana un fascino e una freschezza compositiva fuori dall'ordinario.
Orbene, veniamo all'interpretazione. Sono sincero con voi che mi sono procurato questo cd fondamentalmente per la pianista (una gnocca mostruosa); credo che in questo caso un'eventuale bravura passi irrimediabilmente in secondo piano. La registrazione non è niente male, niente di trascendentale sia chiaro. La pianista francese è brava, precisa e pulita nell'esecuzione, la stessa cosa non si può dire per il direttore di turno che offre all'ascoltatore un suono orchestrale abbastanza confusionale e poco nitido nella definizione dei vari strumenti. E non mi soddisfa neanche la scelta di dilatare fino all'incirca a 24m. la durata del primo movimento.
Vorrei porvi una domanda: qualcuno di voi conosce altre registrazioni valide di questa pianista?
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#180 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 10 ottobre 2006 - 12:29

Tra i due concerti per pianoforte scritti da Brahms sicuramente la mia preferenza va al secondo


ah si?... invece io ho sempre preferito il primo, soprattutto il primo movimento che ritengo una delle pagine più grandiose per il pianoforte. di questo concerto ho l'interpretazione di Buckbinder che, nel sontuoso gioco di salti d'ottava, emana un'energia difficilmente riscontrabile altrove.
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#181 kingink

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Inviato 10 ottobre 2006 - 13:12

ah si?... invece io ho sempre preferito il primo, soprattutto il primo movimento che ritengo una delle pagine più grandiose per il pianoforte.

Trattasi ambedue di capolavori; come dici tu il primo movimento del concerto n.1 è qualcosa di magnifico, ma se devo scegliere scelgo il secondo per lo strordinario Allegro appassionato posto come secondo movimento: una delle pagine più belle del genio di Amburgo. Mi ha sempre emozionato l'alternarsi tra la potenza emanata dall'orchestra e l'impeto delicato del pianismo.
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#182 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 12 ottobre 2006 - 17:37


Path Metheny Group: The Way Up

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... mi sa che vado a riascoltarlo ora che torno a casa...


finalmente l'ho ascoltato tutto!
mi devo ricredere, è un lavoro eccellente! mi è piaciuto tantissimo, molto più che l'altra volta... Metheny è uno che riesce sempre e comunque a toccarmi l'anima.
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#183 kingink

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Inviato 12 ottobre 2006 - 18:57

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Jonannes Brahms - Ein Deutches Requiem Op.45 (Berliner Philharmoniker - Claudio Abbado)

Che immensa meraviglia!
Il Requiem tedesco è la mia composizione preferita di Brahms e universalmente riconosciuta come una dei capisaldi della musica moderna. Poche, ma davvero poche opere mi hanno scombussolato come questa. Prima di tutto, per introdurre questa opera, dobbiamo considerare che questo non è il Requiem di Brahms, ma "un" Requiem Di Brahms. L'importanza della distinzione aggettivale va a peculiarizzare l'opera anche con riferimento ai Requiem precedenti e perlomeno contemporanei a questo. Uno non è una messa da Requiem perchè Brahms non rispetta assolutamente la ripartizione cristiana delle parti e del testo, secondo come climax generale non ha nulla a cui spartire con il Requiem di un Mozart, di un Berlioz, di un Verdi tanto per citare esempi di aiutori che si sono dedicati a questo tipo di composizione.
Portato a termine definitivamente nel 1869, ma i primi abbozzi risalgono addirittura a nove anni prima, questo composizione è stata dedicata da Brahms alla madre scomprsa nel 1865, persona alla quale il compositore era legatissimo. Il Requiem "sereno" è stato "soprannominato" dalla critica ed è quanto mai appropriato perchè è un Requiem dolce, malinconico, compassato nella sua unitarietà compositiva. Non ha nulla a cui sparire (ribadisco e ci tengo a farlo come climax) con il Requiem sanguinolente e angoscioso di Mozart, con quello grandioso e statico di Berlioz o con quello solenne e universale del maestro di Busseto. E' un requiem privato, personale, familire intimo in tutto e per tutto.
Se quanto descritto rappresenta a prima vista la grande anomalia di questa composizione i modelli di riferimento sono assai chiari. Tra quelli contemporaei il Paulus di Mendelssohn e Il Paradiso e la Peri di Schumann, tra i precesìdenti tutta la produzione oratoriana e contrappuntistica che vede in Bach l'indiscusso maestro. Importante è anche la forte religiosità di Brahms che usa come testo versi della Bibbia da lui accuratemente scelti. Vi è tutta la Sacra Scrittura: dall'antico al nuovo testamento.
La composizione infatti è un trionfo dell'arte contrappuntistica (carattere peculiare di Brahms che Schoenberg porrà in rislto nel suo saggio Brahms il progressivo. La scrittura è fitta, densa di contrappunto soprattutto nelle parti centrali dei vari movimenti.

Il primo tempo, affidato al coro, introduce una tematica che accomuna i tre movimenti iniziali, cioè la descrizione delle miserie della vita terrena e la sua brevità. Scuro il timbro dell??orchestra, determinato dalla mancanza dei violini nella sezione degli archi, e grave l??incedere del canto, trattato secondo lo stile del corale protestante, sopra un movimento quasi ostinato di semiminime ribattute.
Questa tangibile rappresentazione del fluire dell??esistenza, diviene ossessiva nella prima parte del tempo successivo. L??orchestra torna a ranghi completi, e proprio ai violini è affidato il tema iniziale, in Si bemolle minore. L??indicazione agogica di Brahms prescrive un tempo «lento, di marcia moderata», ma in luogo della tradizionale divisione binaria viene impiegato il 3/4. Questo espediente rafforza l??incalzante incedere della musica, scandito dai colpi del timpano,  mentre i versetti paragonano l??uomo all??erba e ai fiori. Il  passaggio alla dominante maggiore (Fa), conferisce un aspetto  consolatorio alla metafora del testo, che ricorda come l??erba si  dissecchi e i fiori appassiscano. Dopo un episodio centrale in Sl bemolle maggiore, Un poco più animato, il cui carattere  pastorale ben si adatta all??immagine del contadino che attende il  frutto della terra, il coro riprende la quartina iniziale in  fortissimo, producendo l??effetto psicologico del manifestarsi di  un destino implacabile. Poi la parte conclusiva del brano propone  l??idea della salvezza dell??uomo: dopo un breve stacco sulla parola «eternità» ha inizio un fugato in Si bemolle maggiore animato dallo slancio conferitogli dalla lunga frase d??apertura dei bassi «I redenti dal Signore ritorneranno e andranno verso Sion con giubilo». Nel trattamento di questo finale Brahms evita ogni eccessivo rigore formale, aderendo liberamente alla gioia proclamata dal coro.
Nel terzo tempo la voce del baritono s??unisce a quella collettiva: il suo atto di sottomissione alla volontà  del Signore è uno dei due momenti dell??opera in cui si possa cogliere un indefinito sentimento di terrore dell??uomo per il proprio destino. Il morbido canto in Re minore del solista viene raccolto dai coristi, che ripetono le sue frasi in tono sommesso, poi fanno da sfondo alla sua voce che ripete la frase iniziale. Dopo un episodio centrale concluso da un ampio fugato, ha inizio una gigantesca fuga in re maggiore sugli ultimi versi «Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore e nessun tormento le tocca» appoggiata, per tutto l??arco delle sua durata, su un pedale inferiore Re, che pare simboleggi la ferma volontà del Signore.
I movimenti successivi, nello schema generale, formano la seconda parte del Requiem tedesco. Li accomuna il testo, che ora si volge alla felicità della vita eterna, alla consolazione del Paradiso che attende l??uomo dopo le sofferenze dei suoi giorni terreni.
Il quarto brano, in Mi bemolle maggiore, è ancora affidato al coro. Aperto da un??ampia melodia dei soprani, che evoca la dolcezza della dimora divina, è retto da una forma di Rondò, nei cui episodi centrali il trattamento contrappuntistico s??infittisce, in corrispondenza al carattere affermativo del testo.
Nonostante sia stato inserito dopo che l??opera era già stata completata, il quinto movimento in Sol maggiore, per soprano solista e coro, trova una perfetta collocazione all??interno della struttura. Si è attribuito al desiderio di rendere omaggio alla madre, morta nel 1865, l??impulso creativo, lungamente meditato, di Brahms, e questa interpretazione si rivela legittima alla lettura del testo. La prima quartina del soprano è il consolatorio commiato di Gesù ai suoi apostoli durante l??ultima cena (Giovanni, 16.22), con la promessa della resurrezione, mentre il coro accompagna la solista con altri versetti, tratti da Isaia  (66.13), una metafora dell??amore divino paragonato a quello materno. Il brano è in forma tripartita, e dopo l??episodio centrale torna la prima parte, col suo melodizzare disteso, che significativamente si conclude con le parole «vi rivedrò».
Il sesto movimento, in Mi bemolle maggiore, è formalmente il più complesso. Anche in questo caso è il testo a fornire la traccia precisa per l??articolazione musicale in otto episodi, in cui il coro risponde agli interrogativi del baritono solista. Dalla certezza iniziale di una «città futura» si passa al drammatico momento centrale in Do minore, dove le parole richiamano il giorno del giudizio, come nel Dies irae: la frase del baritono che evoca la vittoria sulla morte è posta tra due blocchi corali, dominati dal movimento ostinato degli archi e dallo squillo degli ottoni. Ma anche questo secondo momento dell??opera, dove trapela un indefinito terrore per la morte, viene risolto nella certezza, ed è ancora una volta un brano contrappuntistico, una fuga accompagnata a due soggetti, che si lega semanticamente all??espressione della serenità con cui il coro loda la potenza creatrice del Signore, nella radiosa tonalità di Do maggiore.
La conclusione dell??opera si riallaccia all??affermazione iniziale dopo il compimento della peripezia. Se prima era «Beato chi vive nel dolore», ora lo è «chi muore nel Signore». Anche la tonalità  è la stessa del primo movimento, Fa maggiore. L??ampia ed estatica melodia dei soprani viene echeggiata dai bassi, poi  ripresa a corale. Ancora più lirico il tono della sezione centrale in La maggiore, in cui la morte viene paragonata al riposo dal lavoro, e precede la ripresa della prima sezione da parte dei tenori, che conclude il Requiem tedesco.
Questo finale sembra affermare con largo anticipo sulle poetiche composizioni degli ultimi anni, un punto di contatto fra Brahms e i suoi futuri avversari «neotedeschi», tramite il ricorso a una struttura ciclica, definita da precisi legami formali. Obbedendo alle eterne leggi della parola, Brahms non si comportò  in modo dissimile da chi, guardando alle esigenze del teatro, sarebbe divenuto poi, forse al di là dei suoi stessi intendimenti e soprattutto in virtù di una polemica e faziosa pubblicistica, un suo acerrimo nemico.
Per aver rivelato in modo pressoché  unico questa capacità di tradurre in musica l??espressione della morte, il Requiem tedesco occupa, fra tutte le composizioni di Brahms, un posto particolare. Dette al suo autore quella fama che nessuna opera lirica, genere che egli stesso si vietò di praticare, gli avrebbe potuto conferire. Forse perché solo l??incontro con la concezione protestante della morte, aliena da eccessivi contrasti drammatici, ma ricca di delicate sfumature, poteva permettere a Brahms di coniugare in modo irripetibile la sua olimpica concezione della forma al contenuto di un testo che ha, come punto d??approdo, il raggiungimento di una vera serenità.


Michele Girardi

Su tutti cito due movimenti: il secondo (Denn alles fleisch, es ist wie gras ), giocato su un alternanza di registro dolente e solenne e il quinto (Denn wir haben hie keine bleibende statt), il movimento su cui gira l'intera composizione perchè movimento di aggancio e movimento in cui Brahms anela tutto il suo cordoglio e amore per la madre.

Se non lo conoscete procuravetelo!!!! tra le interpretazioni: questa di Abbado è ottima, se no Karajan oppure klemperer che si può giovare di mr fischer-dieskau come solista.


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#184 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 12 ottobre 2006 - 19:14

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Jonannes Brahms - Ein Deutches Requiem Op.45 (Berliner Philharmoniker - Claudio Abbado)
...
Se non lo conoscete procuravetelo!!!! tra le interpretazioni: questa di Abbado è ottima, se no Karajan oppure klemperer che si può giovare di mr fischer-dieskau come solista.


opera magnifica e terribile, di un'oscurità che fa quasi impressione. Lutero aleggia su tutta la composizione... e si sente!

per l'appunto io ho l'interpretazione di Karajan per la DG... per la gioia di Pinzon... ;D

ps: giorgetto, ti manca solo la musica da camera e poi avrai esurito Brahms... :D e ti sarai esaurito tu, immagino ;) ;D
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#185 kingink

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Inviato 12 ottobre 2006 - 19:31

ps: giorgetto,


mamma mia, mi chiamavano così le mie maestre alle elementari......e di tempo ne è passato!!!!! ;D ;D ;D

ti manca solo la musica da camera e poi avrai esurito Brahms... :D e ti sarai esaurito tu, immagino ;) ;D


per fortuna non mi sono mai esaurito a sentire Brahms, anzi.................... :D
ma lo sai che forse avrei dovuto aprire un topic? mi sa che qualcuno si è rotto di leggere dei miei ascolti brahmsiani........ ??? :P
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#186 kingink

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Inviato 15 ottobre 2006 - 11:33

ps: giorgetto, ti manca solo la musica da camera

avevi ragione......

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Cast stellare, per un'interpretazione stellare, di una composizione stellare..... ;D
Mi fermo qua.
Sentirlo diventa un obbligo
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#187 Jazzer

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Inviato 15 ottobre 2006 - 12:02

Grandissimo "quel" Requiem! Possiedo anch'io la stessa edizione e la ascolto sempre con piacere.

Visto che sei passato alla musica da camera, se non lo conosci già, ti consiglio di non perderti questo disco:
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Johannes Brahms: Le sonate per pianoforte e violoncello
Mstislav Rostropovich e Rudolf Serkin


In queste sonate Brahms dà pari importanza sia alla parte del violoncello - come è logico - che a quella del pianoforte che non è solo accompagnatore, ma che anzi svolge un ruolo paritario. In particolare nella seconda sonata è possibile apprezzare lo stile quasi sinfonico con cui Brahms costruisce il brano, con una netta contrapposizione dei temi esposti in una sorta di crescendo d'energia che si risolve solo nel finale con la citazione di un canto popolare. Tra la composizione delle due sonate intercorrono 24 anni nei quali Brahms ha composto le due sinfonie quindi non è un caso che proprio la seconda sia più "sinfonica", mentre la prima, scritta proprio in "forma-sonata" è pensata come una sorta di ballata, più lirica e melancolica, con un finale che portebbe essere preso da uno dei contrappunti dell'Arte della fuga di Bach.
Amo molto questo disco e te lo consiglio.
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non sono asociale...sono socialmente selettivo


#188 kingink

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Inviato 15 ottobre 2006 - 12:23

Visto che sei passato alla musica da camera, se non lo conosci già, ti consiglio di non perderti questo disco:
Johannes Brahms: Le sonate per pianoforte e violoncello
Mstislav Rostropovich e Rudolf Serkin


Conosco le sonate per violoncello, so dell'esistenza di questa registrazione ma ahimè non l'ho mai sentita....
Sicuramente due come Serkin e Rostropovich sono un ottima garanzia......

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#189 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 15 ottobre 2006 - 12:36

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Cast stellare, per un'interpretazione stellare, di una composizione stellare..... ;D
Mi fermo qua.


e fai bene... a volare troppo in alto potresti soffrire di vertigini ;) ;D
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#190 kingink

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Inviato 15 ottobre 2006 - 13:03

e fai bene... a volare troppo in alto potresti soffrire di vertigini ;) ;D

ma sai che faccio una faticaccia........soprattutto all'ascolto del mirabile Scherzo

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#191 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 15 ottobre 2006 - 16:44

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Pergolesi è un caso strano nella storia della musica; anzi, si può dire che, dopo Mozart, Pergolesi è il mistero più affascinante della storia della musica.
Nato nel 1710 a Jesi, napoletano d'adozione, giovanissimo definì gli standard del teatro comico, anzi buffo del settecento con opere come Lo frate 'nnammorato e Il Flaminio o l'intermezzo La serva padrona, i cui influssi si potranno sentire fino a Rossini, e compose una delle opere sacre più limpide e toccanti di tutta la musica classica europea, lo Stabat Mater.
la cosa ha dello stupefacente se si considera che costui morì a soli 26 anni!
le opere presentate nel cd (che si trova a un prezzo irrisorio) sono proprio le più famose uscite dalla sua penna.
vale la pena spendere qualche parolina, anche se forse la cosa non potrà interessare più di tanto.
la genesi e soprattutto il successo de La serva padrona sono molto curiosi; come sorprendenti sono le conseguenze che ebbe questo "scherzo".
dovete sapere che prima di Verdi e Wagner, andare all'opera non significava necessariamente fare un percorso artistico omogeneo, quasi rituale (con Wagner, togliamo pure il quasi); con e dopo Verdi e Wagner al teatro si andava (e si va) eleganti, si sta in silenzio il più possibile, si rappresenta solo un'opera che viene eseguita tutta per intero.
prima non era affatto così; il teatro somigliava più a un bivacco, ci si andava per passare tutto il pomeriggio sino a notte, si eseguivano più opere e non necessariamente in modo omogeneo, si tolleravano addirittura i cavalli in platea, signori che con la scusa dell'opera magari s'impegnavano in incontri, diciamo, galanti, ecc. ecc. certo, nei teatri di corte le cose non erano proprio così profane, esisteva un contegno, ma nei teatri popolari accadeva di tutto. in ogni caso, teatri di corte o popolari, era usuale inserire, tra un atto e l'altro di un'opera, intermezzi che potevano essere cantati o strumentali.
I Concerti per organo di Haendel nacquero per questo scopo, ad esempio.
Anche La serva padrona nacque per le medesime ragioni. Essa non era altro che un intermezzo da eseguirsi tra i due atti de Il prigionier superbo, sempre di Pergolesi, per la rappresentazione al teatro S. Bartolomeo per il compleanno della regina Cristina Elisabetta, consorte di Re Carlo VI.
incredibilmente l'intermezzo ebbe un successo tale da oscurare l'opera principale.
e la "magia" si ripetè a Parigi quando fu rappresentata tra polemiche ferocissime sollevate dai fautori di Rameau, ostili allo stile italiano (napoletano e veneziano) allora imperante in tutta Europa.

l'altra opera è, come scritto, lo Stabat Mater.
"Stabat Mater dolorosa, iuxta Crucem lacrimosa..." - "Stava la Madre dolente, in lacrime ai piedi della Croce..." queste parole fissano lo spirito di tutta l'opera, diventano per Pergolesi il motore dell'azione.
Pergolesi, come per l'opera buffa, per la musica sacra non fu un innovatore, nel senso stretto del termine.
la cosa stupefacente fu la limpidezza e la ricchezza inventiva profusa nelle sue poche opere. La melodia dolente di questa preghiera si diffonde nel cuore di colui che l'ascolta, con un piglio quasi drammatico, soprattutto nella linea di canto, che si inerpica tra ghirigoli, abbellimenti, scale in uno stile lirico teatrale ma non meno sacro.
per riascoltare musica sacra così emozionante bisognerà aspettare il Requiem di Mozart o la Missa Solemnis di Beethoven; ma è soprattutto nel Requiem di Verdi che sarà fatto tesoro della lezione pergolesiana... e non senza polemiche da parte del Vaticano che ha sempre ostentato questa "teatralità" nella musica sacra (in occasione della grande messa in suffragio di Giovanni Paolo II si preferì il Requiem di Mozart a quello di Verdi proprio per questo motivo).

mi sono dilungato forse un po' troppo... scusate se v'ho tediato.
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#192 kingink

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Inviato 15 ottobre 2006 - 17:49

bella e interessante la disamina sul teatro settecentesco..............

per riascoltare musica sacra così emozionante bisognerà aspettare il Requiem di Mozart o la Missa Solemnis di Beethoven

.....e dici poco!!!!
penso che (opinione personale) la Missa solemnis di Beethoven sia in primis la messa più bella mai composta (addirittura più bella della Messa in B di Bach), e una delle composizioni sacre più toccanti....trasuda una metafisicità e un senso di iiraggiungibilità divina assolutamente catartico....

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#193 Mark Lanegan

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Inviato 17 ottobre 2006 - 11:05

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ieri ascoltando la prima traccia, a cavallo tra il 7° e l'8° minuto, mi sono commosso; una sensazione incredibile, inaspettata e bellissima.
sarà un disco straconosciuto e strasentito, magari sopravvalutato, ma quando la musica mi regala certe emozioni è sempre un momento da ricordare e sottolineare.


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#194 Notker

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Inviato 17 ottobre 2006 - 11:16

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ieri ascoltando la prima traccia, a cavallo tra il 7° e l'8° minuto, mi sono commosso; una sensazione incredibile, inaspettata e bellissima.
sarà un disco straconosciuto e strasentito, magari sopravvalutato, ma quando la musica mi regala certe emozioni è sempre un momento da ricordare e sottolineare.


eh sì, la musica di Jarrett è spesso fortemente evocativa e, quiandi, risulta qualche volta anche commovente.
inoltre quella performance è figlia di circostanze molto particolari (tra l'altro descritte nella scheda di OndaJazz) e gode quindi di un fattore "ambientale" molto caratterizzante.
da non sottovalutare, poi, l'uso anche cinematografico che s'è fatto di quella musica, che aggiunge altro pathos (indimenticabile è la sequenza di "Pasolini" in Caro diario di Moretti).
grandissimo disco, non c'è dubbio... unodei capolavori del pianismo improvvisativo jazz di sempre.
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#195 kingink

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Inviato 17 ottobre 2006 - 12:08

Concordo con voi a proposito del "The Koln Concert" di Jarrett.........veramente un capolavoro. C'era un mio amico, bravo al piano, che si era messo in testa di volerlo imparare tutto. Chissà se ci è riuscito ???

Io rimandgo fedele invece ai miei ascolti classici:
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Johann Sebastian Bach - English Suites BWV 806-811 (Glenn Gould)

Tra le pagine più belle per tastiera del genio di Eisenach sono sicuramente da annoverare queste sei suite Inglesi.

La data di composizione delle sei Suites Inglesi BWV 806-811 di Johann Sebastian Bach non è conosciuta con esattezza, ma gli studiosi tendono a collocare l??inizio della stesura della raccolta intorno al 1715, all??epoca del soggiorno bachiano alla corte di Weimar, e il suo completamento a Cöthen, tra il 1717 e il 1723. La disparità degli elementi stilistici presenti nelle sei opere ha fatto pensare ad una composizione diluita nel tempo. Del tutto ignoto è poi il motivo per cui Bach intitolò Suites Inglesi i sei pezzi: in questo caso, l??unico elemento (relativamente) chiarificante è costituito dalla loro contrapposizione con le sei Suites Francesi BWV 812-817. Quale che sia la vera origine del loro titolo, le Suites Inglesi mostrano una scrittura strumentale più ardua e complessa rispetto alle Suites Francesi.

Non voglio essere banale, ma reputo l'interpretazione del sommo pianista canadese la migliore di sempre.

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#196 Notker

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Inviato 17 ottobre 2006 - 12:26

Concordo con voi a proposito del "The Koln Concert" di Jarrett.........veramente un capolavoro. C'era un mio amico, bravo al piano, che si era messo in testa di volerlo imparare tutto. Chissà se ci è riuscito ???


pensa che qualche anno fa ho trovato da Feltrinelli l'intera partitura del Koln Concert trascritta, a orecchio, da un folle giapponese!
la riproduzione è fedelissima, tanto che lo stesso Jarrett, nelle note di prefazione, si dichiara esterrefatto da questa trascrizione.
non è per vantarmi, ma io la so suonare dall'inizio alla fine.
tecnicamente non è difficilissima, anzi... ma è nell'espressione che è una vetta incredibile e, ahimè, la mia lettura è lontana 1.000.000 di miglia da quella di Jarrett (e vorrei vedere... direte voi).
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#197 kingink

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Inviato 17 ottobre 2006 - 13:57

non è per vantarmi, ma io la so suonare dall'inizio alla fine.

ottimo!!!!!!
facciamo così, un giorno ti invito a casa mia, ti siedi al piano, io mi svacco in religioso silenzio sul divano e tu cominci a suonarmelo....... ;)
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#198 Jazzer

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Inviato 17 ottobre 2006 - 17:14


non è per vantarmi, ma io la so suonare dall'inizio alla fine.

ottimo!!!!!!
facciamo così, un giorno ti invito a casa mia, ti siedi al piano, io mi svacco in religioso silenzio sul divano e tu cominci a suonarmelo....... ;)


e io porto le birre e i salatini!  ;)
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non sono asociale...sono socialmente selettivo


#199 kingink

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Inviato 17 ottobre 2006 - 17:17

e io porto le birre e i salatini!  ;)

con questo tipo di musica preferisco sempre un buon bicchiere di vino rosso ;D
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#200 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 17 ottobre 2006 - 18:00


e io porto le birre e i salatini!  ;)

con questo tipo di musica preferisco sempre un buon bicchiere di vino rosso ;D


magari!! accetto volentierissimamente!! :D
il problema è che lo spartito l'ho lasciato a napoli, non avendo qua a milano il pianoforte. :'( :'( :'(
purtroppo non lo ricordo a memoria ::)
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
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