307 replies to this topic

[Ukrainian Roulette]

Ti do un'anteprima, non voterò nessuno del presente governo, come dovrebbero fare tutti.

[Mr Repetto]

Ti do un'anteprima, non voterò nessuno del presente governo, come dovrebbero fare tutti.

MI sa che non ci capiamo. Sto dicendo che i fasci, che sono FdI, che voterai tu, come si aspettava credo chiunque, vinceranno le elezioni e governeranno insieme ad altri fasci, cioè la Lega. E sarà la coalizione di destra più becera che si sia vista in Europa, Paesi dell'est europa forse esclusi.

[solaris]

Fai bene Russian, anzi non votare proprio

[Operación Puerto]

Segnalo un ottimo e condivisibile voto per Silvio Baldini

 

[Ukrainian Roulette]

Ti do un'anteprima, non voterò nessuno del presente governo, come dovrebbero fare tutti.

MI sa che non ci capiamo. Sto dicendo che i fasci, che sono FdI, che voterai tu, come si aspettava credo chiunque, vinceranno le elezioni e governeranno insieme ad altri fasci, cioè la Lega. E sarà la coalizione di destra più becera che si sia vista in Europa, Paesi dell'est europa forse esclusi.

Ah ok, come se adesso fossimo in democrazia, con le leggi razziali. Ho sempre detto che avete un concetto di fascismo tutto particolare.

Nostalgia di Cossiga, quantomeno uno dei pochi con il coraggio di descrivere Draghi per quello che era ed è, che rappresentava e rappresenta e per aver anticipato piu di dieci anni fa cosa avrebbe fatto.
Visto che parliamo di presidenti e non andiamo fuori tema. Perchè qui i democratici se vado O T chiedono il ban e mi augurano la morte prospettando bicchierate.

[Jazzbo Brown]

Nostalgia di Cossiga

 

Parliamo dello stesso Cossiga membro fondatore di Gladio, quella fantastica e democraticissima organizzazione paramilitare che prevedeva il rovesciamento dell'ordine costituito nel caso il PCI avesse preso uno 0,5% di troppo a qualche elezione? A me Cincinnato sta tutto fuorchè simpatico ma riabilitare quel  nevrastenico reazionario in base ai suoi giudizi sull'attuale primo ministro (che ti sta sui coglioni) è davvero significativo di un certo modo di pensare da parte di una bella fetta di elettorato: basta che ci diano ragione (o anche solo facciano finta di) e vanno benone pure i criminali e malati di mente.

[pasquale]

Cossiga a fine mandato previde esattamente tutto quello che sarebbe capitato negli anni successivi. Ma l'unico sano in un mondo di pazzi viene sempre preso per il più pazzo dei pazzi. Allora dieci, cento, mille pazzi più pazzi di Cossiga, che aveva le palle di sfanculare CSM e Associazione Nazionale Magistrati quando la sinistra e i suoi elettori ne celebravano le gesta, elevando i suoi membri ingenuamente, se non pateticamente, a eroi senza macchia dalla superba caratura morale, quando erano solo degli arrivisti ipocriti assetati di potere. Come i politici, diranno alcuni. Con la differenza che il politico lo puoi mandare a casa, salvo alcune eccezioni. Il magistrato mai.

http://youtu.be/IkXVc6nIL_8

[Ukrainian Roulette]

 

Nostalgia di Cossiga

 

Parliamo dello stesso Cossiga membro fondatore di Gladio, quella fantastica e democraticissima organizzazione paramilitare che prevedeva il rovesciamento dell'ordine costituito nel caso il PCI avesse preso uno 0,5% di troppo a qualche elezione? A me Cincinnato sta tutto fuorchè simpatico ma riabilitare quel  nevrastenico reazionario in base ai suoi giudizi sull'attuale primo ministro (che ti sta sui coglioni) è davvero significativo di un certo modo di pensare da parte di una bella fetta di elettorato: basta che ci diano ragione (o anche solo facciano finta di) e vanno benone pure i criminali e malati di mente.

 

 

Fai un semplice ragionamento : chiediti perchè questo personaggio riesce a dire una serie di castronerie o a fare previsioni di scenari apocalittici senza spiegare su quali basi e nessun politico o giornalista ha il coraggio di chiedergli conto.

 

Non che l'utente medio qui dentro sia più coraggioso eh...ma ne va dell' onestà intellettuale. Per questo apprezzo il fatto che Cossiga abbia avuto il coraggio  ( credo bernabè, un altro, per esempio, quando ad una commissione d'inchiesta riuscì a dire che Draghi aveva minacciato la sua famiglia se non si atteneva alle direttive sulla svendita telecom ) che in molto pochi hanno avuto

 

[ucca]

Buon appetito!

[corrigan]

 

Nostalgia di Cossiga

 

Parliamo dello stesso Cossiga membro fondatore di Gladio, quella fantastica e democraticissima organizzazione paramilitare che prevedeva il rovesciamento dell'ordine costituito nel caso il PCI avesse preso uno 0,5% di troppo a qualche elezione? 

 

Comunque, per mettere i puntini sulle i, Gladio era la sezione italiana del network Stay Behind della NATO. Fu fondata nel '56. Il compito delle varie sezioni SB esistenti nei paesi NATO (e nei paesi occidentali teoricamente neutri) era di iniziare attività di guerriglia e organizzare il supporto logistico per le truppe anglo-americane in caso di invasione sovietica. Cossiga probabilmente ne fu un membro fin dalle primissime fasi, ma non uno dei membri fondatori, se intendiamo il termine come nucleo o direttivo - in fin dei conti aveva 28 anni nel '56. La figura principale in Gladio era Paolo Emilio Taviani. Per farla breve, Gladio non aveva il compito di iniziare una guerra civile in caso di vittoria elettorale del PCI.

Gladio invece divenne una piattaforma, un punto di incontro e di partenza, per tutto il milieu politico-militare-intelligence anticomunista che partecipò a vario titolo e con diversi obiettivi (chi per la svolta autoritaria in stile greco, chi invece per "destabilizzare per stabilizzare") alla strategia della tensione, i cui molteplici "centri di aggregazione" rimasero paralleli a Gladio stessa. Che poi elementi dentro la NATO e i servizi segreti occidentali fossero, in vari momenti, in contatto con questo milieu è certo - soprattutto negli anni anni '60 e nel lungo prodromo a Piazza Fontana.

Al contrario, la sezione belga Stay Behind (quindi la Gladio belga) fu quasi certamente coinvolta nella strategia della tensione che avvenen nel paese durante gli anni '80, se non direttamente al centro di essa. Mi riferisco alle Cellules Communistes Combattantes di Pierre Carette e ai tueurs fous du Brabant wallon.

Cossiga, come ha scritto atlas prima, era matto come King Lear, ma anche l'uomo di stato migliore espresso dalla DC e la sua figura più tragica - dopo Moro ovviamente. Dal 1990 in poi ha volutamente mischiato fregnacce, auto-mitopoiesi, e segreti di stato rivelati, in un gioco di specchi che probabilmente lo divertiva profondamente.

[dirac]

Bel post! Potresti se ti va approfondire la tragicità di Cossiga?

[ucca]

Ascoltiamo il vecchio pazzo su Draghi "vile affarista".

https://m.youtube.co...h?v=StsYZwVTRr0

[bluetrain]

 

Al contrario, la sezione belga Stay Behind (quindi la Gladio belga) fu quasi certamente coinvolta nella strategia della tensione che avvenen nel paese durante gli anni '80, se non direttamente al centro di essa. Mi riferisco alle Cellules Communistes Combattantes di Pierre Carette 

 

Corry non ho capito questo passaggio, in che senso la Gladio belga è collegata attivamente al terrorismo rosso? Una roba tipo rapporti tra servizi segreti deviati e BR?

[corrigan]

Ascoltiamo il vecchio pazzo su Draghi "vile affarista".

https://m.youtube.co...h?v=StsYZwVTRr0

 

segreti inconfessabili custoditi solo su Youtube:

Spoiler

4. «Dear Italy, Can I help you?» Dal panfilo Britannia una ciambella di salvataggio per il Belpaese.

Il terzo aspetto che determinò la fine della «Repubblica dei partiti» riguardò il vincolo esterno dell’Italia, ossia i suoi rapporti con il processo di costruzione europea. Il 2 giugno 1992, al largo delle coste di Civitavecchia, a bordo della nave Britannia, il panfilo della regina Elisabetta II, si tenne un incontro riservato promosso da un’associazione finanziaria inglese esperta in investimenti, fusioni e acquisizioni. I promotori dell’iniziativa invitarono a bordo i vertici delle principali banche italiane come Giovanni Bazoli (Ambroveneta), Rainer Masera (Imi), Mario Arcari (Comit), i manager pubblici e privati dell’Eni, dell’Iri, dell’Ina, dell’Efim, dell’Agip, della Snam, il direttore generale di Confindustria Innocenzo Cipolletta, il direttore generale del ministero del Tesoro Mario Draghi, il quale introdusse i lavori e ridiscese a terra, e una selezionata rosa di personalità del mondo politico, economico e accademico nazionale come Andreatta e l’economista Mario Baldassarri. Nel corso della breve crociera al largo dell’Argentario gli ospiti britannici prospettarono agli invitati la necessità di diminuire il peso dell’industria pubblica, l’utilità di realizzare un piano di privatizzazioni e di liberalizzazioni cosí da recuperare risorse per ridurre il debito pubblico italiano e per adeguare l’economia del Paese ai nuovi assetti dei mercati internazionali definitisi dopo la fine del mondo bipolare.

Il ridimensionamento dell’intervento pubblico in economia passava inevitabilmente attraverso l’affossamento del sistema dei partiti, che aveva caratterizzato la storia repubblicana fino a quel momento, investito da una campagna mediatica (giornalistica e televisiva) di discredito senza precedenti. Nello stesso mese di giugno 1992 entrò in carica il governo guidato da Giuliano Amato che, come ministro del Bilancio e della programmazione economica, scelse l’ex presidente dell’Eni Franco Reviglio, in seguito sostituito proprio da Andreatta.

Amato, dopo la crisi della lira, aggredí, forse per la prima volta con la necessaria determinazione, il debito pubblico con una manovra finanziaria «lacrime e sangue» che sfiorò i centomila miliardi di lire. Il suo governo, nel luglio 1992, realizzò un prelievo forzoso e straordinario del 6 per mille su tutti i depositi bancari e postali degli italiani, che, sul piano economico, ebbe un effetto regressivo e, in piú, su quello politico, gli alienò il consenso di buona parte dell’opinione pubblica nazionale. Infine, avviò un processo di privatizzazione delle aziende pubbliche nazionali secondo gli indirizzi discussi sul Britannia.

Amato si dimise dopo i referendum indetti da Mario Segni in materia elettorale e gli successe nella carica l’ex governatore della Banca d’Italia Ciampi, il quale varò, nel maggio 1993, un governo tecnico che si resse per un anno anche grazie all’astensione degli ex comunisti del Pds. È indicativo che in questa temperie politica per la prima volta un non parlamentare divenne presidente del Consiglio, forte del sostegno diretto del presidente della Repubblica Scalfaro (succeduto a Cossiga nel maggio 1992), il quale ravvisò la necessità di affidarsi a un tecnico di comprovata capacità come Ciampi. Ciò sembrò l’unica soluzione possibile davanti a un Parlamento in buona parte delegittimato dall’azione di Tangentopoli e di fronte all’esigenza di compiere un robusto, e troppe volte rimandato, risanamento finanziario, un passo necessario per stabilizzare la lira in vista della formazione della moneta unica europea avviata con il trattato di Maastricht.

Questo «governo del presidente» pose le basi per il rilancio dell’economia intorno al metodo della concertazione, ossia la ricerca di un accordo preliminare complessivo tra esecutivo, sindacati e imprese. L’obiettivo che bisognava assolutamente cogliere era il rispetto dei parametri economici fissati dal trattato di Maastricht, firmato anche dall’Italia nel febbraio 1992, che sarebbe entrato in vigore il 1^o novembre 1993. Tali vincoli riguardavano l’inflazione, il livello del debito pubblico, i tassi d’interesse e quelli di cambio. In particolare, si stabilí che il rapporto tra deficit e Pil non dovesse superare il 3 per cento, mentre il debito pubblico accumulato complessivamente non poteva sforare il 60 per cento dello stesso Pil, una condizione da cui il Belgio e l’Italia vennero esentate. L’impegno di rispettare entrambi i parametri, una strada obbligata da seguire se nel 1998 l’Italia avesse voluto aderire al nuovo sistema monetario dell’euro, obbligava a contenere la spesa pubblica e a combattere l’evasione fiscale, l’autentica anomalia del sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi del Vecchio continente.

Il Pentapartito entrò in crisi anche a causa dei vincoli esterni imposti dalla costruzione dell’Unione europea perché negli anni Ottanta seguí una strategia opposta, fondata sull’aumento della spesa pubblica a fini elettorali e su una certa tolleranza in ambito fiscale.

Era come se dal panfilo Britannia fosse stata lanciata un’interessata ciambella di salvataggio per l’Italia, al cui mercato la stessa Europa non poteva rinunciare, con il perentorio invito a lasciare le acque conosciute, dove il Paese aveva imparato a nuotare ma ora stava rischiando di affogare, per spostarsi nell’oceano della globalizzazione ormai alle porte, verso nuovi approdi ed equilibri europei tutti da costruire. Una sfida, ma anche un’incognita.

 

da L'Italia nel Novecento: Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon, Einaudi, 2019, scritto dal noto storico di destra Miguel Gotor

[corrigan]

 

 

Al contrario, la sezione belga Stay Behind (quindi la Gladio belga) fu quasi certamente coinvolta nella strategia della tensione che avvenen nel paese durante gli anni '80, se non direttamente al centro di essa. Mi riferisco alle Cellules Communistes Combattantes di Pierre Carette 

 

Corry non ho capito questo passaggio, in che senso la Gladio belga è collegata attivamente al terrorismo rosso? Una roba tipo rapporti tra servizi segreti deviati e BR?

 

Esattamente. Le CCC spuntarono improvvisamente dal nulla. In Belgio non c'era una radicata cultura di violenza politica come in italia e Germania e Carette era un signor nessuno, un editore alla Giovanni Ventura senza particolari contatti col resto della sinistra belga che che non faceva parte di collettivi o movimenti.

Tuttavia all'improvviso, a partire dal 1985, comincia a guidare un gruppo di terroristi capaci di attuare operazioni molto complesse contro obiettivi NATO e non durante la crisi dei missili. A ciò si dovrebbero aggiungere alcune note di colore: Carette era stato in realtà schedato dalla polizia fin dal '79; era figlio di un agente degli apparati di sicurezza belga e, soprattutto, suo fratello era un ex-commando dell'esercito facente parte di Westland New Post, l'organizzazione di estrema destra sicuramente dietro ai banditi del Brabante-Vallone (al punto che i "banditi" potrebbero essere stati semplicemente un commando di WPN). Inoltre alcune rapine imputate a CCC ebbero la stesse modalità di quelle dei banditi. Per finire, le CCC compiono la loro prima rivendicata azione terroristica rivendicata esattamente in mezzo ai due maggiori massacri compiuti dai banditi. 

[Syddharta]

Ma la Casellati perché è nota all'americana col cognome del marito e non col proprio?

[Gozer]

Perché all'americana? Si fa, o almeno si faceva, anche da noi. Io ricordo grosso delle mie professoresse col cognome del marito.

[ucca]

 

Ascoltiamo il vecchio pazzo su Draghi "vile affarista".

https://m.youtube.co...h?v=StsYZwVTRr0

 

segreti inconfessabili custoditi solo su Youtube:

Spoiler

4. «Dear Italy, Can I help you?» Dal panfilo Britannia una ciambella di salvataggio per il Belpaese.

Il terzo aspetto che determinò la fine della «Repubblica dei partiti» riguardò il vincolo esterno dell’Italia, ossia i suoi rapporti con il processo di costruzione europea. Il 2 giugno 1992, al largo delle coste di Civitavecchia, a bordo della nave Britannia, il panfilo della regina Elisabetta II, si tenne un incontro riservato promosso da un’associazione finanziaria inglese esperta in investimenti, fusioni e acquisizioni. I promotori dell’iniziativa invitarono a bordo i vertici delle principali banche italiane come Giovanni Bazoli (Ambroveneta), Rainer Masera (Imi), Mario Arcari (Comit), i manager pubblici e privati dell’Eni, dell’Iri, dell’Ina, dell’Efim, dell’Agip, della Snam, il direttore generale di Confindustria Innocenzo Cipolletta, il direttore generale del ministero del Tesoro Mario Draghi, il quale introdusse i lavori e ridiscese a terra, e una selezionata rosa di personalità del mondo politico, economico e accademico nazionale come Andreatta e l’economista Mario Baldassarri. Nel corso della breve crociera al largo dell’Argentario gli ospiti britannici prospettarono agli invitati la necessità di diminuire il peso dell’industria pubblica, l’utilità di realizzare un piano di privatizzazioni e di liberalizzazioni cosí da recuperare risorse per ridurre il debito pubblico italiano e per adeguare l’economia del Paese ai nuovi assetti dei mercati internazionali definitisi dopo la fine del mondo bipolare.

Il ridimensionamento dell’intervento pubblico in economia passava inevitabilmente attraverso l’affossamento del sistema dei partiti, che aveva caratterizzato la storia repubblicana fino a quel momento, investito da una campagna mediatica (giornalistica e televisiva) di discredito senza precedenti. Nello stesso mese di giugno 1992 entrò in carica il governo guidato da Giuliano Amato che, come ministro del Bilancio e della programmazione economica, scelse l’ex presidente dell’Eni Franco Reviglio, in seguito sostituito proprio da Andreatta.

Amato, dopo la crisi della lira, aggredí, forse per la prima volta con la necessaria determinazione, il debito pubblico con una manovra finanziaria «lacrime e sangue» che sfiorò i centomila miliardi di lire. Il suo governo, nel luglio 1992, realizzò un prelievo forzoso e straordinario del 6 per mille su tutti i depositi bancari e postali degli italiani, che, sul piano economico, ebbe un effetto regressivo e, in piú, su quello politico, gli alienò il consenso di buona parte dell’opinione pubblica nazionale. Infine, avviò un processo di privatizzazione delle aziende pubbliche nazionali secondo gli indirizzi discussi sul Britannia.

Amato si dimise dopo i referendum indetti da Mario Segni in materia elettorale e gli successe nella carica l’ex governatore della Banca d’Italia Ciampi, il quale varò, nel maggio 1993, un governo tecnico che si resse per un anno anche grazie all’astensione degli ex comunisti del Pds. È indicativo che in questa temperie politica per la prima volta un non parlamentare divenne presidente del Consiglio, forte del sostegno diretto del presidente della Repubblica Scalfaro (succeduto a Cossiga nel maggio 1992), il quale ravvisò la necessità di affidarsi a un tecnico di comprovata capacità come Ciampi. Ciò sembrò l’unica soluzione possibile davanti a un Parlamento in buona parte delegittimato dall’azione di Tangentopoli e di fronte all’esigenza di compiere un robusto, e troppe volte rimandato, risanamento finanziario, un passo necessario per stabilizzare la lira in vista della formazione della moneta unica europea avviata con il trattato di Maastricht.

Questo «governo del presidente» pose le basi per il rilancio dell’economia intorno al metodo della concertazione, ossia la ricerca di un accordo preliminare complessivo tra esecutivo, sindacati e imprese. L’obiettivo che bisognava assolutamente cogliere era il rispetto dei parametri economici fissati dal trattato di Maastricht, firmato anche dall’Italia nel febbraio 1992, che sarebbe entrato in vigore il 1^o novembre 1993. Tali vincoli riguardavano l’inflazione, il livello del debito pubblico, i tassi d’interesse e quelli di cambio. In particolare, si stabilí che il rapporto tra deficit e Pil non dovesse superare il 3 per cento, mentre il debito pubblico accumulato complessivamente non poteva sforare il 60 per cento dello stesso Pil, una condizione da cui il Belgio e l’Italia vennero esentate. L’impegno di rispettare entrambi i parametri, una strada obbligata da seguire se nel 1998 l’Italia avesse voluto aderire al nuovo sistema monetario dell’euro, obbligava a contenere la spesa pubblica e a combattere l’evasione fiscale, l’autentica anomalia del sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi del Vecchio continente.

Il Pentapartito entrò in crisi anche a causa dei vincoli esterni imposti dalla costruzione dell’Unione europea perché negli anni Ottanta seguí una strategia opposta, fondata sull’aumento della spesa pubblica a fini elettorali e su una certa tolleranza in ambito fiscale.

Era come se dal panfilo Britannia fosse stata lanciata un’interessata ciambella di salvataggio per l’Italia, al cui mercato la stessa Europa non poteva rinunciare, con il perentorio invito a lasciare le acque conosciute, dove il Paese aveva imparato a nuotare ma ora stava rischiando di affogare, per spostarsi nell’oceano della globalizzazione ormai alle porte, verso nuovi approdi ed equilibri europei tutti da costruire. Una sfida, ma anche un’incognita.

 

da L'Italia nel Novecento: Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon, Einaudi, 2019, scritto dal noto storico di destra Miguel Gotor

 

 

Una visione un pò rosea della vicenda, che in realtà può essere vista anche in altro modo. Crollato il muro, non avevamo più il ruolo di prima e siamo rimasti col piattino in bocca. Un pesce grosso e sanguinante in mezzo ad una vasca di squali. Va poi ricordato che poi Draghi nel 2002 divenne vicepresidente di Goldman Sachs per l’Europa, cioè vice presidente di una banca d’affari coinvolta nelle privatizzazioni. Questo modo di fare come lo vogliamo definire? Cioè ci ubriachiamo di concetti astratti come libero mercato, la concorrenza, la meritocrazia e poi ci dimentichiamo (ma stranamente eh) l'importanza dei conflitti di interesse o dell'interesse pubblico. Se una persona tratta con il suo prossimo datore di lavoro, di chi farà l'interesse? Ma vabbè, sono discorsi fuori moda credo sia un percorso alla fine abbastanza comune.

[Claudio]

Alle luce delle cose grottesche che stanno succedendo, possiamo dire che la mossa della autocandidatura da parte di Draghi ("il governo ha raggiunto il suo risultato", "chiunque lo può portare avanti al posto mio", "sono un nonno al servizio delle istituzioni") sia stata una leggerezza quasi imperdonabile? Io ero sicuro che avesse detto quelle cose con in tasca un accordo già stretto con i leader della maggioranza per andare al Colle. Così, invece, finisce che si ritrova una Casellati o chi per lei al Quirinale al suo posto e una sfiducia di fatto da parte delle forze politiche che non l'hanno voluto votare contro la sua volontà. A me il governo Draghi pare già fortemente indebolito, comunque vada a finire. Mi pare anche folle che non abbiano trovato un accordo su Draghi al Colle e una persona di garanzia (Cartabia, Belloni, lo stesso Amato) a Palazzo Chigi.

[Ukrainian Roulette]

Ascoltiamo il vecchio pazzo su Draghi "vile affarista".https://m.youtube.co...h?v=StsYZwVTRr0

segreti inconfessabili custoditi solo su Youtube:

Spoiler

4. «Dear Italy, Can I help you?» Dal panfilo Britannia una ciambella di salvataggio per il Belpaese.
Il terzo aspetto che determinò la fine della «Repubblica dei partiti» riguardò il vincolo esterno dell’Italia, ossia i suoi rapporti con il processo di costruzione europea. Il 2 giugno 1992, al largo delle coste di Civitavecchia, a bordo della nave Britannia, il panfilo della regina Elisabetta II, si tenne un incontro riservato promosso da un’associazione finanziaria inglese esperta in investimenti, fusioni e acquisizioni. I promotori dell’iniziativa invitarono a bordo i vertici delle principali banche italiane come Giovanni Bazoli (Ambroveneta), Rainer Masera (Imi), Mario Arcari (Comit), i manager pubblici e privati dell’Eni, dell’Iri, dell’Ina, dell’Efim, dell’Agip, della Snam, il direttore generale di Confindustria Innocenzo Cipolletta, il direttore generale del ministero del Tesoro Mario Draghi, il quale introdusse i lavori e ridiscese a terra, e una selezionata rosa di personalità del mondo politico, economico e accademico nazionale come Andreatta e l’economista Mario Baldassarri. Nel corso della breve crociera al largo dell’Argentario gli ospiti britannici prospettarono agli invitati la necessità di diminuire il peso dell’industria pubblica, l’utilità di realizzare un piano di privatizzazioni e di liberalizzazioni cosí da recuperare risorse per ridurre il debito pubblico italiano e per adeguare l’economia del Paese ai nuovi assetti dei mercati internazionali definitisi dopo la fine del mondo bipolare.
Il ridimensionamento dell’intervento pubblico in economia passava inevitabilmente attraverso l’affossamento del sistema dei partiti, che aveva caratterizzato la storia repubblicana fino a quel momento, investito da una campagna mediatica (giornalistica e televisiva) di discredito senza precedenti. Nello stesso mese di giugno 1992 entrò in carica il governo guidato da Giuliano Amato che, come ministro del Bilancio e della programmazione economica, scelse l’ex presidente dell’Eni Franco Reviglio, in seguito sostituito proprio da Andreatta.
Amato, dopo la crisi della lira, aggredí, forse per la prima volta con la necessaria determinazione, il debito pubblico con una manovra finanziaria «lacrime e sangue» che sfiorò i centomila miliardi di lire. Il suo governo, nel luglio 1992, realizzò un prelievo forzoso e straordinario del 6 per mille su tutti i depositi bancari e postali degli italiani, che, sul piano economico, ebbe un effetto regressivo e, in piú, su quello politico, gli alienò il consenso di buona parte dell’opinione pubblica nazionale. Infine, avviò un processo di privatizzazione delle aziende pubbliche nazionali secondo gli indirizzi discussi sul Britannia.
Amato si dimise dopo i referendum indetti da Mario Segni in materia elettorale e gli successe nella carica l’ex governatore della Banca d’Italia Ciampi, il quale varò, nel maggio 1993, un governo tecnico che si resse per un anno anche grazie all’astensione degli ex comunisti del Pds. È indicativo che in questa temperie politica per la prima volta un non parlamentare divenne presidente del Consiglio, forte del sostegno diretto del presidente della Repubblica Scalfaro (succeduto a Cossiga nel maggio 1992), il quale ravvisò la necessità di affidarsi a un tecnico di comprovata capacità come Ciampi. Ciò sembrò l’unica soluzione possibile davanti a un Parlamento in buona parte delegittimato dall’azione di Tangentopoli e di fronte all’esigenza di compiere un robusto, e troppe volte rimandato, risanamento finanziario, un passo necessario per stabilizzare la lira in vista della formazione della moneta unica europea avviata con il trattato di Maastricht.
Questo «governo del presidente» pose le basi per il rilancio dell’economia intorno al metodo della concertazione, ossia la ricerca di un accordo preliminare complessivo tra esecutivo, sindacati e imprese. L’obiettivo che bisognava assolutamente cogliere era il rispetto dei parametri economici fissati dal trattato di Maastricht, firmato anche dall’Italia nel febbraio 1992, che sarebbe entrato in vigore il 1^o novembre 1993. Tali vincoli riguardavano l’inflazione, il livello del debito pubblico, i tassi d’interesse e quelli di cambio. In particolare, si stabilí che il rapporto tra deficit e Pil non dovesse superare il 3 per cento, mentre il debito pubblico accumulato complessivamente non poteva sforare il 60 per cento dello stesso Pil, una condizione da cui il Belgio e l’Italia vennero esentate. L’impegno di rispettare entrambi i parametri, una strada obbligata da seguire se nel 1998 l’Italia avesse voluto aderire al nuovo sistema monetario dell’euro, obbligava a contenere la spesa pubblica e a combattere l’evasione fiscale, l’autentica anomalia del sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi del Vecchio continente.
Il Pentapartito entrò in crisi anche a causa dei vincoli esterni imposti dalla costruzione dell’Unione europea perché negli anni Ottanta seguí una strategia opposta, fondata sull’aumento della spesa pubblica a fini elettorali e su una certa tolleranza in ambito fiscale.
Era come se dal panfilo Britannia fosse stata lanciata un’interessata ciambella di salvataggio per l’Italia, al cui mercato la stessa Europa non poteva rinunciare, con il perentorio invito a lasciare le acque conosciute, dove il Paese aveva imparato a nuotare ma ora stava rischiando di affogare, per spostarsi nell’oceano della globalizzazione ormai alle porte, verso nuovi approdi ed equilibri europei tutti da costruire. Una sfida, ma anche un’incognita.
 
da L'Italia nel Novecento: Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon, Einaudi, 2019, scritto dal noto storico di destra Miguel Gotor

 
Una visione un pò rosea della vicenda, che in realtà può essere vista anche in altro modo. Crollato il muro, non avevamo più il ruolo di prima e siamo rimasti col piattino in bocca. Un pesce grosso e sanguinante in mezzo ad una vasca di squali. Va poi ricordato che poi Draghi nel 2002 divenne vicepresidente di Goldman Sachs per l’Europa, cioè vice presidente di una banca d’affari coinvolta nelle privatizzazioni. Questo modo di fare come lo vogliamo definire? Cioè ci ubriachiamo di concetti astratti come libero mercato, la concorrenza, la meritocrazia e poi ci dimentichiamo (ma stranamente eh) l'importanza dei conflitti di interesse o dell'interesse pubblico. Se una persona tratta con il suo prossimo datore di lavoro, di chi farà l'interesse? Ma vabbè, sono discorsi fuori moda credo sia un percorso alla fine abbastanza comune.

Alla fine sarà presidente lui.

Il suo grande socio in quegli affari, Ciampi, fu premiato in quel modo.

[Bara dei pupi_]

Draghi ("il governo ha raggiunto il suo risultato", .

Non ricordo, quale era l'obiettivo? Gli obiettivi

[ucca]

Alle luce delle cose grottesche che stanno succedendo, possiamo dire che la mossa della autocandidatura da parte di Draghi ("il governo ha raggiunto il suo risultato", "chiunque lo può portare avanti al posto mio", "sono un nonno al servizio delle istituzioni") sia stata una leggerezza quasi imperdonabile? Io ero sicuro che avesse detto quelle cose con in tasca un accordo già stretto con i leader della maggioranza per andare al Colle. Così, invece, finisce che si ritrova una Casellati o chi per lei al Quirinale al suo posto e una sfiducia di fatto da parte delle forze politiche che non l'hanno voluto votare contro la sua volontà. A me il governo Draghi pare già fortemente indebolito, comunque vada a finire. Mi pare anche folle che non abbiano trovato un accordo su Draghi al Colle e una persona di garanzia (Cartabia, Belloni, lo stesso Amato) a Palazzo Chigi.

 

Quindi:

- una contessa

- un'ideologia vivente

- AMATO, GIULIANO

- una di comunione e liberazione

- il capo dei servizi segreti

 

"Nomi di qualità".

[Claudio]

 

Alle luce delle cose grottesche che stanno succedendo, possiamo dire che la mossa della autocandidatura da parte di Draghi ("il governo ha raggiunto il suo risultato", "chiunque lo può portare avanti al posto mio", "sono un nonno al servizio delle istituzioni") sia stata una leggerezza quasi imperdonabile? Io ero sicuro che avesse detto quelle cose con in tasca un accordo già stretto con i leader della maggioranza per andare al Colle. Così, invece, finisce che si ritrova una Casellati o chi per lei al Quirinale al suo posto e una sfiducia di fatto da parte delle forze politiche che non l'hanno voluto votare contro la sua volontà. A me il governo Draghi pare già fortemente indebolito, comunque vada a finire. Mi pare anche folle che non abbiano trovato un accordo su Draghi al Colle e una persona di garanzia (Cartabia, Belloni, lo stesso Amato) a Palazzo Chigi.

 

Quindi:

- una contessa

- un'ideologia vivente

- AMATO, GIULIANO

- una di comunione e liberazione

- il capo dei servizi segreti

 

"Nomi di qualità".

 

Vabbe', mi sembra tu sia pienamente inserito nel clima surreale di questi giorni. Chi proponi, Berardi? 

[happiness stan]

. Mi pare anche folle che non abbiano trovato un accordo su Draghi al Colle e una persona di garanzia (Cartabia, Belloni, lo stesso Amato) a Palazzo Chigi.

 

banalmente, i partiti non vogliono avere due tecnici in entrambi i ruoli apicali della politica italiana. poi magari ci si arriverà obtorto collo se permane lo stallo, o saranno costretti a richiamare Mattarella.

[corrigan]

piu che altro devono trovare dei polli nel gruppo misto o tra i cinque stelle contiani che votano per la Casellati per poi perdere il lauto stipendio nelle prossime, immediate elezioni. 

[Zpider]

Se diventa PDR la matrimonialista alle prossime elezioni voto Al-Qaeda

[Kim Il-sung]

Silvio sa che non può sperare di essere eletto ma sicuramente cercherà di piazzare la zampata:

 

 

(Intanto spero de morì prima della proclamazione)

[Bara dei pupi_]

Draghi ("il governo ha raggiunto il suo risultato", .

Ucca, lo chiedo a te: non ricordo, quale era l'obiettivo di Draghi? Gli obiettivi raggiunti

[happiness stan]

piu che altro devono trovare dei polli nel gruppo misto o tra i cinque stelle contiani che votano per la Casellati per poi perdere il lauto stipendio nelle prossime, immediate elezioni. 

 

 

infatti o Salvini ha un accordo sottobanco con i grillini ( giorni fa l hanno beccato con Fraccaro, uno dei tanti grillini di destra ma come dici te dovrebbero suicidarsi) o espone la CAsellati a una figuraccia non consona alla seconda carica dello stato  ( lei pero' ci crede, pare abbia mandato sms a tutti i parlamentari di centro destra con scritto VOTATEMI):

[corrigan]

 espone la CAsellati a una figuraccia non consona alla seconda carica dello stato 

vabbé, nell'anno del Signore 2022, in Italia, queste preoccupazioni sulla dignità delle cariche istituzionali sono poco piu di un riflesso condizionato.

[coby]

premesso che le verginelle non sono di questo mondo, la Casellati, quella dei voli per usi privati completamente a scrocco, ricordiamo.

[bosforo]

Non capisco come facciate ad appassionarvi per quella che è la nomina del supervisore del declino controllato dell'Italia per i prossimi sette anni.

[brachilone]

Io mi appassiono al quando inizierà il declino, se l’anno prossimo o settimana prossima

[coby]

Non capisco come facciate ad appassionarvi per quella che è la nomina del supervisore del declino controllato dell'Italia per i prossimi sette anni.

 

almeno ogni tanto cambiamo la mummia, voi avete la stessa cariatide da 70 anni.

[happiness stan]

 

 espone la CAsellati a una figuraccia non consona alla seconda carica dello stato 

vabbé, nell'anno del Signore 2022, in Italia, queste preoccupazioni sulla dignità delle cariche istituzionali sono poco piu di un riflesso condizionato.

 

 

 

che ti devo dire, sarà che sono cresciuto con Spadolini presidente del Senato e quella carica veniva occupata con ben altro portamento...

 

pessimo pure che assista allo spoglio.

[ucca]

 

Ucca, lo chiedo a te: non ricordo, quale era l'obiettivo di Draghi? Gli obiettivi raggiunti

 

 

Diventare PDR , gestire la pandemia, far contenta confindustria e non sprecare i soldi del Recovery Fund. Risultato: Confindustria è contenta.

[ucca]

 

 

Alle luce delle cose grottesche che stanno succedendo, possiamo dire che la mossa della autocandidatura da parte di Draghi ("il governo ha raggiunto il suo risultato", "chiunque lo può portare avanti al posto mio", "sono un nonno al servizio delle istituzioni") sia stata una leggerezza quasi imperdonabile? Io ero sicuro che avesse detto quelle cose con in tasca un accordo già stretto con i leader della maggioranza per andare al Colle. Così, invece, finisce che si ritrova una Casellati o chi per lei al Quirinale al suo posto e una sfiducia di fatto da parte delle forze politiche che non l'hanno voluto votare contro la sua volontà. A me il governo Draghi pare già fortemente indebolito, comunque vada a finire. Mi pare anche folle che non abbiano trovato un accordo su Draghi al Colle e una persona di garanzia (Cartabia, Belloni, lo stesso Amato) a Palazzo Chigi.

 

Quindi:

- una contessa

- un'ideologia vivente

- AMATO, GIULIANO

- una di comunione e liberazione

- il capo dei servizi segreti

 

"Nomi di qualità".

 

Vabbe', mi sembra tu sia pienamente inserito nel clima surreale di questi giorni. Chi proponi, Berardi? 

 

 

Guarda rispetto ai nomi che hai fatto anche Balotelli sarebbe meglio. Hai riesumato persino Giuliano Amato e ipotizzato il capo dei servizi segreti come presidente del consiglio.

Licio Gelli non avrebbe osato tanto, rispetto  .  

[LM]

Non capisco come facciate ad appassionarvi per quella che è la nomina del supervisore del declino controllato dell'Italia per i prossimi sette anni.

 

Io sono completamente dall'altra parte, non capisco come non ci si possa appassionare a questo momento di folklore, questo circo in diretta. Poi quel che segue è noia e depressione, ma questi sono proprio i momenti che vale la pena guardare.

Ad esempio in questo momento c'è il Presidente della Camera che passa le schede con i voti per l'elezione del Presidente della Repubblica al Presidente del Senato, ma il Presidente del Senato è occupato a mandare messaggi col telefono. Cioè, dai, se non è intrattenimento questo...

 

[oblomov]

io spero ancora nella zampata di silvione, se circo deve essere facciamolo come si deve, nani, elefanti e soprattutto ballerine

[Kim Il-sung]

Gli 8 voti a Berlusconi e i 7 a Tajani sono pizzini di colleghi di partito con scritto "va bene tutto ma quella stronza anche no"?

[Garp Buzzy Power]

 

Non riesco a immaginare niente di più italiano di queste due settimane: il circo dell'elezione del Presidente della Repubblica e poi subito dopo cinque giorni di Sanremo, tutto incastonato tra un Milan-Juve e un Inter-Milan. 

Un paese di musichette, mentre fuori c'è la morte.

Sono estasiato.

 

Non aiutatelo, se no è squalificato!

(cit.)

 

 

 

Io piuttosto mi sto immaginando Ugo Cappellacci portato avanti ed indietro con l'ambulanza per votare con sti cialtroni.

[Sandor]

E ora che fa Salvini?

Non sarebbe male andare avanti con nomi proposti dal geniale politico sempre più idioti per settimane.

[Kim Il-sung]

Potrebbe deliziarci tirando fuori un Calderoli. 

A sto giro lo rimandano a fare l'assessore.

[Kim Il-sung]

[Sandor]

Potrebbe deliziarci tirando fuori un Calderoli. 

A sto giro lo rimandano a fare l'assessore.

Andiamo diretti su Bossi e facciamo tombola.

[happiness stan]

https://m.dagospia.c...tlantico-297821

 

 

   

[Garga Charrua]

 

Elio Vito vent'anni fa era il berlusconiano più insopportabile sulla faccia della Terra, ora ha avuto un mutamento che nemmeno Ebenezer Scrooge. Cose da pazzi.

[Patrono]

 

 

Elio Vito vent'anni fa era il berlusconiano più insopportabile sulla faccia della Terra, ora ha avuto un mutamento che nemmeno Ebenezer Scrooge. Cose da pazzi.

 

 

 

Perchè il berlusconiano era Elio, oggi è Vito.

[bosforo]

 

Non capisco come facciate ad appassionarvi per quella che è la nomina del supervisore del declino controllato dell'Italia per i prossimi sette anni.

 

Io sono completamente dall'altra parte, non capisco come non ci si possa appassionare a questo momento di folklore, questo circo in diretta. Poi quel che segue è noia e depressione, ma questi sono proprio i momenti che vale la pena guardare.

Ad esempio in questo momento c'è il Presidente della Camera che passa le schede con i voti per l'elezione del Presidente della Repubblica al Presidente del Senato, ma il Presidente del Senato è occupato a mandare messaggi col telefono. Cioè, dai, se non è intrattenimento questo...

 

 

 

 

No vabbe' il circo diverte anche me (a parte tutto la votazione del PdR e' una cosa molto peculiare), quando dicevo appassionarvi intendevo invocare candidati migliori o dire "se vince questo voto Al Qaida" ecc.

[.Cyclo]

Momento top del circo dello scrutinio odierno, Fico che si rigira lungamente fra le mani una scheda, chiede un parere al funzionario alla sua sinistra, rilegge ancora la scheda e poi proclama il voto per MARIO ANDRETTI.