Cosa ben nota, per altro dovuta soprattutto all'abbandono di terreno agricolo su alpi e appennini e non certo a un'ipotetica svolta green di popolazione e amministratori, a livello di pianura soprattutto al nord italia abbiamo il livello di consumo del suolo peggiore d'Europa
Ho letto un'intervista interessante a un economista sul controcircuito tutto italiano che lega i fondi europei di rimboschimento e gli incendi. Appena sono da pc lo linko.
Ecco qui: l'economista intervistato fa un parallelo tra Sardegna e Calabria.
Cosa ben nota, per altro dovuta soprattutto all'abbandono di terreno agricolo su alpi e appennini e non certo a un'ipotetica svolta green di popolazione e amministratori, a livello di pianura soprattutto al nord italia abbiamo il livello di consumo del suolo peggiore d'Europa
si che non sia voluta figuriamoci. Ma è una buona notizia lo stesso, per una volta tra l'altro sono aumentati anche i parchi tra regionali e nazionali se non sbaglio, cioè il trend è di aumentare la protezione non diminuirla.
Now the Pentagon tells Bush: climate change will destroy us
A secret report, suppressed by US defence chiefs and obtained by The Observer, warns that major European cities will be sunk beneath rising seas as Britain is plunged into a ‘Siberian’ climate by 2020. Nuclear conflict, mega-droughts, famine and widespread rioting will erupt across the world.
An imminent scenario of catastrophic climate change is ‘plausible and would challenge United States national security in ways that should be considered immediately’, they conclude. As early as next year widespread flooding by a rise in sea levels will create major upheaval for millions.
Already, according to Randall and Schwartz, the planet is carrying a higher population than it can sustain. By 2020 ‘catastrophic’ shortages of water and energy supply will become increasingly harder to overcome, plunging the planet into war. They warn that 8,200 years ago climatic conditions brought widespread crop failure, famine, disease and mass migration of populations that could soon be repeated.
Randall added that it was already possibly too late to prevent a disaster happening. ‘We don’t know exactly where we are in the process. It could start tomorrow and we would not know for another five years,’ he said.
The fact that Marshall is behind its scathing findings will aid Kerry’s cause. Marshall, 82, is a Pentagon legend who heads a secretive think-tank dedicated to weighing risks to national security called the Office of Net Assessment. Dubbed ‘Yoda’ by Pentagon insiders who respect his vast experience, he is credited with being behind the Department of Defence’s push on ballistic-missile defence.
Mi ricollegavo a quello di cui parlavamo l'altro giorno
Traduco mentalmente dall'inglese, ormai il mio italiano è peggio di quello di Lapo
Dick, la scienza è quella che va protetta dai catastrofismi perché se si continuano a fare previsioni sul peggiore scenario e di volta in volta non succede poi hai voglia convincere la gente a cambiare stile di vita.
Per dire un articolo sensibile sul fenomeno è questo qui che solleva altri punti già discussi oltre a quello sopra https://www.wired.co...ate-crisis-doom
A detta sua, una ex catastrofista
questo tipo di previsioni drammatiche esistono anche da molto prima volendo, anche senza tornare indietro a Malthus le stesse cose venivano dette già negli anni sessanta-settanta (un esempio esattamente tipo quello sopra qui a 12:25, è un film ma rende comunque l'idea di coma la si pensava anche all'epoca), e per fortuna è roba che si è rivelata eccessiva. E di sicuro gli oceani non si sono svuotati nel 1990 e la Gran Bretagna non ha un clima siberiano dall'anno scorso, però preso atto che la futurologia con le date spesso non ci azzecca, una tendenza in quella direzione c'è senz'altro. Gli errori della scienza sono sempre da mettere in conto (soprattutto se si azzardano previsioni a distanze di decenni su date precise), ma l'alternativa rischia di essere quella di ridicolizzarla e pensare che delle date sbagliate e quelli che a posteriori si sono rivelati eccessi di allarmismo vogliano dire che le previsioni scientifiche in generale valgano tanto quanto il pendolino di Mosca.
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
Ma infatti sono sicuro che il modello fosse ben più complesso e contemplasse vari risvolti e assegnasse valori probabilistici a ciascuno, ridevo dell'articolo che sicuramente si concentrava selettivamente sul worst case scenario (un classico) per ottenere il massimo livello di sensazionalismo e allarmismo.
Now the Pentagon tells Bush: climate change will destroy us
A secret report, suppressed by US defence chiefs and obtained by The Observer, warns that major European cities will be sunk beneath rising seas as Britain is plunged into a ‘Siberian’ climate by 2020. Nuclear conflict, mega-droughts, famine and widespread rioting will erupt across the world.
An imminent scenario of catastrophic climate change is ‘plausible and would challenge United States national security in ways that should be considered immediately’, they conclude. As early as next year widespread flooding by a rise in sea levels will create major upheaval for millions.
Already, according to Randall and Schwartz, the planet is carrying a higher population than it can sustain. By 2020 ‘catastrophic’ shortages of water and energy supply will become increasingly harder to overcome, plunging the planet into war. They warn that 8,200 years ago climatic conditions brought widespread crop failure, famine, disease and mass migration of populations that could soon be repeated.
Randall added that it was already possibly too late to prevent a disaster happening. ‘We don’t know exactly where we are in the process. It could start tomorrow and we would not know for another five years,’ he said.
The fact that Marshall is behind its scathing findings will aid Kerry’s cause. Marshall, 82, is a Pentagon legend who heads a secretive think-tank dedicated to weighing risks to national security called the Office of Net Assessment. Dubbed ‘Yoda’ by Pentagon insiders who respect his vast experience, he is credited with being behind the Department of Defence’s push on ballistic-missile defence.
Io andrei a soppesare l'impronta carbonica dell'andare a cercare un articolo di 17 anni fa il quale mostra solamente che "negli archivi del Guardian possiamo trovare articoli scritti male utilizzabili a posteriori per fare disinformazione".
Adesso neghiamo pure che il catastrofismo sia e sia stato la modalita' di default nella comunicazione sul cambiamento climatico? ma li leggete i giornali?
Il tentare di plasmare i dati in modo da aderire alle proprie ideologie è stata la modalità di discussione/comunicazione riguardo la situazione ambientale. E questo è errato qualunque sia la propria ideologia.
Io non leggo i giornali, quando voglio informami sullo stato del clima, ma leggo questo: https://www.ipcc.ch/...Full_Report.pdf
Infatti poi non vengo qui a blaterare di Greta e stronzate associate.
Vedere i grandi della terra a Glasgow parlarsi addosso o rimanere dentro il confortevole recinto del proprio orticello è dieci volte più catastrofico di qualsiasi previsione proiettata nel futuro.
Se davvero credeste ai worst case scenario* (quelli di adesso, che stando a quelli di qualche anno fa saremmo gia' dovuti essere annegati/bruciati vivi/congelati a seconda) non ve ne stareste ancora in citta' a svolgere lavori da ufficio o simili in attesa dell'apocalisse o della provvidenza, ma vi sareste gia' trovati un bel posto a quota medio-alta vicino a un corso d'acqua potabile dove trasferire la famiglia e costruire un rifugio e avreste imparato minimo a cacciare/pescare/sopravvivere dopo il collasso sociale.
*che sarebbero anche possibili se l'umanita' andasse nel senso opposto a quello attuale, ma hanno il 99% dello spazio sui media, a discapito di risvolti piu' probabili, pur sempre negativi ma meno estremi
Io infatti faccio un lavoro che mi diverte, me ne fotto dei soldi, ho creato una famiglia con una donna meravigliosa, cerco di fare solo cose belle, mi dedico con affetto alla masturbazione e bevo parecchio. Per ora in una città, poi mi sposterò.
La questione figli è un fatto animale, di prosecuzione della specie. Ora che la figlia sta crescendo, starà a lei sgomitare e andare a tirare calci nel culo a quelli che continuano a dire che son tutte esagerazioni. Io son troppo vecchio ormai per ste cose.
Vedere i grandi della terra a Glasgow parlarsi addosso o rimanere dentro il confortevole recinto del proprio orticello è dieci volte più catastrofico di qualsiasi previsione proiettata nel futuro.
tutta gente che immagino sia arrivata li con l'elicotterino personale
Il documento non si apre ancora dopo oltre quindici secondi di attesa, immagino sia molto pesante/lungo, si gradirebbe un riassunto.
Nella versione italiana del sito dell'organizzazione ci sono dei comunicati stampa riassuntivi però ti consiglio di pazientare e scaricare il report completo.
studiandoli da vicino per piú di un'anno credo si possa tracciare un dipinto piú o meno azzeccato del nuovo tipo di ambientalista piccolo borghese
mettendo da parte l'irritante e progressiva ricerca del trend, si tratta per lo piú di tutta gente abbastanza benestante che gira ovunque con il macchinone, anche se deve uscire per andare alla farmacia a 200 metri da casa, gente con una lettura superficiale di ogni fenomeno, molto dogmatici e molto pigri di pensiero ma anche fisicamente, persone che non mettono piede su un trasporto pubblico da 10 anni ma spendono soldoni per lo spazzolino da denti di bambu che non inquina, pezzi di merda che sparano sentenze senza conoscere nulla nel dettaglio, gente che vuol ritrovare la "cultura del cibo" pagando 200 euro per ogni fottuto olio abbruzzese e s'incazza quando il povero stronzo non agisce come lui in difesa della buona terra.
Opinione non richiesta: va anche detto che negli ultimi anni per la prima volta nella storia dell'umanità stiamo (più o meno) ragionando concretamente e a livello globale sul da farsi per cercare di contenere il problema o addirittura (utopia) di invertire la rotta intrapresa, quando nel passato non abbiamo fatto altro che consumare, riprodurci, invadere, conquistare, ingrandirci. Può sembrare poco, ma è una cosa che mi dà fiducia, nonostante tutto.
La sensazione è che si stia facendo ancora troppo poco e che le soluzioni più efficaci forse siano anche quelle più "impopolari" (quindi le più difficili da adottare), ma di sicuro non vorrei essere nei panni di chi si ritrova a dover cambiare le sorti dell'umanità.
Io nel frattempo fo la differenziata, mi porto in giro la mia borraccia al posto di comprare chili e chili di bottigliette di plastica, cerco di riflettere sui miei consumi e di provare a capire cosa posso fare come singolo per contribuire ad un miglioramento "dal basso" di questa situazione; ciononostante sono imperfetto come tutti, ma perlomeno ci si prova.
Fusy, nei report che hai linkato non c'è scritto che tra 30 anni saremo sommersi dall'acqua o morendo di sete ma valutano scenari potenziali in relazione al mancato abbassamento delle quote di CO2. Quello che intende Bosforo è che i giornali presentano come irreversibili proiezioni che in realtà anche secondo i report linkati si possono limitare riducendo la quantità di CO2 entro breve tempo. Io non credo che l'Olanda o le Maldive saranno sommerse per sempre e credo che mettendo alle strette il governo brasiliano la foresta amazzonica si possa salvare. Secondo me la vera sfida è invertire il trend legato al sovrappopolamento del pianeta. È quello la causa principale dei problemi che stiamo vivendo.
Fusy, nei report che hai linkato non c'è scritto che tra 30 anni saremo sommersi dall'acqua o morendo di sete ma valutano scenari potenziali in relazione al mancato abbassamento delle quote di CO2. Quello che intende Bosforo è che i giornali presentano come irreversibili proiezioni che in realtà anche secondo i report linkati si possono limitare riducendo la quantità di CO2 entro breve tempo. Io non credo che l'Olanda o le Maldive saranno sommerse per sempre e credo che mettendo alle strette il governo brasiliano la foresta amazzonica si possa salvare. Secondo me la vera sfida è invertire il trend legato al sovrappopolamento del pianeta. È quello la causa principale dei problemi che stiamo vivendo.
mi pare una giusta lettura, alla fine é quello che facciamo un po' tutti
il ricco-pigro-viziato si compra il bambu per lavarsi i denti e beve acqua del rubinetto, compra nel bio-market costosissimo mentre gira tutto il giorno in macchina, per le belle atmosfere natalizie compra pure un po' di legno e pallet, se non si fa una doccia al giorno va in crisi.
Io mi faccio due docce a settimana, piglio sempre il trasporto pubblico o bici, peró devo fare mea culpa per le spese al Carrefour e per le bottiglie di plastica che continuo comprare, anche per la frutta non bio che mi piglio dal verdumaio maledetto
Ahahahaha ma chi è sto ricco viziato che hai in mente? Sarà che vivo in una città de bori tremendi e dell'ambiente semplicemente non gliene frega un cazzo ma mi diverte questo tizio che descrivi. E comunque se giri in bici e poi on ti lavi puzzi eh.
Ahahahaha ma chi è sto ricco viziato che hai in mente? Sarà che vivo in una città de bori tremendi e dell'ambiente semplicemente non gliene frega un cazzo ma mi diverte questo tizio che descrivi. E comunque se giri in bici e poi on ti lavi puzzi eh.
ucca ma guarda che mica tengo problemi nel puzzare, non dovrebbe manco essere tuo se sei un true anarco-waver, al massimo mi posso limitare nel lavarmi i coglioni cosi alla veloce, ma sempre piú spesso evito pure questa routine.
io parlo sopratutto di gente suburbana, decisamente in aumento nel contesto metropolitano, ma la prassi di pigliare la macchina per ogni minima minchiata mi pare cmq ancora in voga anche in cittá.
The Nature journal conducted an anonymous survey of 233 authors who are part of the IPCC working group.
The 92 scientists who took part did so in a personal capacity, not as representatives of the IPCC.
Sixty per cent of respondents said they expect the world will warm by at least 3C by the end of the century, relative to pre-industrial times.
And 88% said they think the world is experiencing a ‘climate crisis’, while nearly as many said they expected to see catastrophic impacts of climate change in their lifetimes.
More than two fifths (41%) said global warming has caused them to reconsider major life decisions, such as where to live, and 17% said it had made them think again about whether to have children.
While more than three fifths (61%) said they experience anxiety, grief or other distress because of concerns over climate change.
But the survey also had some more positive responses.
More than 20% of the scientists said they expect nations to limit global warming to 2C or less, and 4% said the world may meet the target of limiting warming to 1.5C.
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
cerco di riflettere sui miei consumi e di provare a capire cosa posso fare come singolo per contribuire ad un miglioramento "dal basso" di questa situazione; ciononostante sono imperfetto come tutti, ma perlomeno ci si prova.
Questo è quello che cerco di fare anche io. C'è da fare un poco la corsa ad ostacoli per evitare di cadere in pratiche di greenwashing però abbiamo gli strumenti per agire da consumatori informati e responsabili (che non significa attentare al PIL, come crede qualcuno, ma solo consumare meglio).
Mah, non solo ambientalista ma un vero nerd del meteo, ho 2 app, 1 forum, mi manca solo la stazione personale ma rimedierò. Secondo me noi stiamo andando completamente alla cieca, ma è una di quelle sensazioni tipo bruciore di culo che non sai perchè. Ci sono troppe variabili in campo che interagiscono tra loro e non riusciamo minimanente a capire che impatto hanno sul valore che ci interessa. Anche perchè non è che stanno tutte li ferme e una si muove. Se anche facessimo i bravi da oggi al domani, non avremmo idea di quanto ciò impatterà sul clima. Magari domani si interrompe la corrente del golfo (ci sono segnali in tal senso) e l'europa finisce nel freezer. Oppure diventiamo un deserto per altri motivi che ora non si sono palesati o abbiamo sottavalutato. E' dagli anni 70 che l'uomo ne discute, comunque. E sicuramente alcuni passi avanti sono stati fatti nelle protezione dell'ambiente (almeno in Europa). Il problema è anche che abbiamo una paura fottuta della Cina e cerchiamo in un tutti i modi di frenarne la crescita, probabilmente. Ma vado a pensar male perchè in fondo ridurre la protezione dell'ambiente al clima mi dà profondamente fastidio. Se veramente ci interessasse la salute del nostro pianeta parleremmo molto di più di allevamenti intensivi, sfruttamento oceani, biodiversità, accesso alle risorse, e tante altre cose di cui non frega un cazzo a nessuno stranamente in questi dibattiti con tutti i grandi cazzoni della terra. E soprattutto prenderemo quel coglione di Elon Mask e lo appenderemmo per i piedi, altro che Marte.
Interessante perché affronta il problema da tanti punti di vista, economico, ambientale, di tempistiche. Alla fine la conclusione è che la soluzione migliore è il mix di tecnologie pulite e uso limitato delle altre, ripensando il nostro sistema in generale. Leggevo ieri di un progetto di riforestazione di ryad da una parte affascinante dall'altro se penso ai soldi spesi per qualcosa di totalmente contro natura, forse prevale lo sconforto.
qui però Ucca siamo a livello riconversione Ilva a idrogeno e fattorie verticali di Di Maio:
Una delle argomentazioni più ricorrenti tra chi è pro-nucleare riguarda il fatto che le fonti di energia rinnovabili comportino una produzione energetica intermittente; questo vale in particolar modo per il solare, che concentra la produzione nelle ore diurne. Un esempio: in California, uno degli stati americani che più ha investito nelle rinnovabili, l’andamento ondulatorio della produzione elettrica viene compensato da fonti non rinnovabili utilizzate come “stampelle”, varrebbe a dire il gas e il nucleare.
Questo però non significa che la strada scelta dalla California sia l’unica percorribile. Innanzitutto, dobbiamo tenere presente che l’energia solare apre nuove traiettorie nell’ambito della produzione e distribuzione energetica, che aspettano solo di essere percorse. Pensiamo anche solo al ruolo che le blockchain potrebbero avere nella costruzione di una rete elettrica decentralizzata, in cui molti utenti siano allo stesso tempo produttori e consumatori di energia (i cosiddetti prosumer). Già oggi esistono sistemi informatici che consentono di connettere i prosumer in una smart-grid, in cui chi produce energia in eccesso tramite il proprio impianto, e non dispone di un sistema di accumulo, può venderla direttamente al proprio vicino (minimizzando costi e sprechi), oppure riversarla nella rete elettrica (ottenendo una compensazione). Ciò, unitamente a un sistema di accumulo ben congegnato, consentirebbe di sopperire almeno parzialmente all’andamento intermittente della produzione solare.
Mi sto convertendo all'idea che un ritorno al nucleare possa avere molto senso. Non quello con l'uranio ma con il Torio, almeno se si riuscirà a superare gli ostacoli attuali.
Un breve video che, ovviamente semplificando, illustra tutti i vantaggi e anche le attuali problematiche in maniera molto semplice e comprensibile
SIntetizzando un po' per chi non avesse voglia o tempo:
Le centrali a torio non possono avere eventi catastrofici tipo Chernobyl o Fukushima perchè tutti i grossi incidenti storici erano dovuti a problemi col raffreddamento con l'acqua, con il torio se c'è un problema si può interrompere immediatamente la reazione.
La quantità di scorie e da mille a diecimila volte più piccola, e sono scorie con tempi di decadimento di cinquecento anni, contro i diecimila e passa dell'uranio.
L'utilizzo del torio non produce materiali che poi possono essere usati per fabbricare bombe, a differenza dell'uranio che nel decadimento produce plutonio. Che paradossalente pare essere il motivo per cui gli Stati Uniti interruppero la ricerca: volevano una tecnologia che producesse energia e al contempo permettesse di fabbricare testate nucleari.
Il torio è non solo è molto più abbondante dell'uranio in partenza, ma a differenza di quest'ultimo (di cui si utilizza soprattutto un isotopo, che rappresenta una piccola frazione dell'uranio disponibile) è già quasi tutto "pronto all'uso" senza bisogno di arricchimento. E non solo questo, la produzione di energia di una tonnellata di torio equivale a quella di 35 tonnellate di uranio.
Non avendo il bisogno di enormi quantità d'acqua come la tecnologia attuale, le centrali possono essere costruite più o meno ovunque.
I problemi sono legati a costi di costruzione e manutenzione e al fatto che per la mancanza di fondi per la ricerca la tecnologia non è ancora matura, anche se a quanto pare la Cina sta costruendo la prima centrale a torio nel deserto di Gobi.
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
qui però Ucca siamo a livello riconversione Ilva a idrogeno e fattorie verticali di Di Maio:
Una delle argomentazioni più ricorrenti tra chi è pro-nucleare riguarda il fatto che le fonti di energia rinnovabili comportino una produzione energetica intermittente; questo vale in particolar modo per il solare, che concentra la produzione nelle ore diurne. Un esempio: in California, uno degli stati americani che più ha investito nelle rinnovabili, l’andamento ondulatorio della produzione elettrica viene compensato da fonti non rinnovabili utilizzate come “stampelle”, varrebbe a dire il gas e il nucleare.
Questo però non significa che la strada scelta dalla California sia l’unica percorribile. Innanzitutto, dobbiamo tenere presente che l’energia solare apre nuove traiettorie nell’ambito della produzione e distribuzione energetica, che aspettano solo di essere percorse. Pensiamo anche solo al ruolo che le blockchain potrebbero avere nella costruzione di una rete elettrica decentralizzata, in cui molti utenti siano allo stesso tempo produttori e consumatori di energia (i cosiddetti prosumer). Già oggi esistono sistemi informatici che consentono di connettere i prosumer in una smart-grid, in cui chi produce energia in eccesso tramite il proprio impianto, e non dispone di un sistema di accumulo, può venderla direttamente al proprio vicino (minimizzando costi e sprechi), oppure riversarla nella rete elettrica (ottenendo una compensazione). Ciò, unitamente a un sistema di accumulo ben congegnato, consentirebbe di sopperire almeno parzialmente all’andamento intermittente della produzione solare.
"Almeno parzialmente" dai, poi si vede.
Ubik, lo spiega dopo perchè di quel "parzialmente":
Anche concentrarsi sul solare come grande panacea energetica però sarebbe sbagliato. La ricetta più sensata per una transizione il più possibile armonica dovrà necessariamente includere tanti ingredienti diversi Ma c’è un motivo, se continuiamo a cercare una grande soluzione al problema energetico, un bottone da premere per rimettere tutto sul binario giusto, ed è che siamo culturalmente abituati a cercare risposte semplici a problemi complessi.
L’energia nucleare è una risposta semplice, e come abbiamo visto sbagliata, a un problema così complesso che ci è difficile inquadrarne tutti gli aspetti in un solo sguardo. Non solo, se il dibattito sul nucleare continua a fare tanta presa sull’opinione pubblica è perché ci presenta un miraggio fin troppo invitante. Mentre fior di scienziati spiegano in modo puntuale come l’unico modo di arginare la catastrofe climatica sia una riduzione delle emissioni, e dunque della crescita dissennata su cui l’intero sistema economico mondiale è incardinato, chi preme per un ritorno al nucleare fornisce una risposta molto più consolante: non preoccupatevi – si legge tra le righe degli annunci dei nuclearisti – c’è un modo per risolvere questo gran casino in cui ci siamo cacciati, e se non lo adottiamo è solo per colpa di vecchi pregiudizi.
Si tratta di una narrazione tossica già ben sedimentata, ma purtroppo disonesta e fuorviante. La realtà è che la vera sfida di questa epoca non è trovare il modo di rendere sostenibile questo sistema produttivo (non è mai stato sostenibile, e non lo sarà mai), quanto piuttosto modificare strutturalmente questo sistema affinché non richieda quantitativi forsennati di energia per funzionare. Sarà un sistema più efficiente e sostenibile, e probabilmente garantirà anche una qualità della vita migliore, ma renderà molto più difficile sfruttare le risorse naturali per creare ricchezza monetaria. Ed è questo, per quanto sia sconfortante riconoscerlo, l’ostacolo principale che ci impedisce di realizzarlo.
Mi sto convertendo all'idea che un ritorno al nucleare possa avere molto senso. Non quello con l'uranio ma con il Torio, almeno se si riuscirà a superare gli ostacoli attuali.
Un breve video che, ovviamente semplificando, illustra tutti i vantaggi e anche le attuali problematiche in maniera molto semplice e comprensibile
SIntetizzando un po' per chi non avesse voglia o tempo:
Le centrali a torio non possono avere eventi catastrofici tipo Chernobyl o Fukushima perchè tutti i grossi incidenti storici erano dovuti a problemi col raffreddamento con l'acqua, con il torio se c'è un problema si può interrompere immediatamente la reazione.
La quantità di scorie e da mille a diecimila volte più piccola, e sono scorie con tempi di decadimento di cinquecento anni, contro i diecimila e passa dell'uranio.
L'utilizzo del torio non produce materiali che poi possono essere usati per fabbricare bombe, a differenza dell'uranio che nel decadimento produce plutonio. Che paradossalente pare essere il motivo per cui gli Stati Uniti interruppero la ricerca: volevano una tecnologia che producesse energia e al contempo permettesse di fabbricare testate nucleari.
Il torio è non solo è molto più abbondante dell'uranio in partenza, ma a differenza di quest'ultimo (di cui si utilizza soprattutto un isotopo, che rappresenta una piccola frazione dell'uranio disponibile) è già quasi tutto "pronto all'uso" senza bisogno di arricchimento. E non solo questo, la produzione di energia di una tonnellata di torio equivale a quella di 35 tonnellate di uranio.
Non avendo il bisogno di enormi quantità d'acqua come la tecnologia attuale, le centrali possono essere costruite più o meno ovunque.
I problemi sono legati a costi di costruzione e manutenzione e al fatto che per la mancanza di fondi per la ricerca la tecnologia non è ancora matura, anche se a quanto pare la Cina sta costruendo la prima centrale a torio nel deserto di Gobi.
Va benissimo investire nella ricerca sul nucleare però è abbastanza disonesto far credere all'opinione pubblica che sia pronto questo cavallo alato al quale attaccare il carro.
Per i prossimi 30/50 anni la ricetta pare essere mix di fonti + adottare nuove tecnologie che permettono un risparmio (e.g. adeguamento degli edifici che in Italia abbiamo ancora la maggioranza delle abitazioni in classe G...).
Va benissimo investire nella ricerca sul nucleare però è abbastanza disonesto far credere all'opinione pubblica che sia pronto questo cavallo alato al quale attaccare il carro.
Per i prossimi 30/50 anni la ricetta pare essere mix di fonti + adottare nuove tecnologie che permettono un risparmio (e.g. adeguamento degli edifici che in Italia abbiamo ancora la maggioranza delle abitazioni in classe G...).
ma nessuno credo lo faccia credere, solo che appunto sarebbe giusto investire nella ricerca
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
Ma non si è mai smesso di fare ricerca nel settore, nemmeno in Italia dopo il referendum.
e allora di che ciancia il nostro ministro nucleare? Che senso ha parlarne come una soluzione utile a breve, quando l'orizzonte è del tutto diverso? Tra l'altro in un paese che non investe un cazzo nel futuro, che campa di emergenza e decreti.
Si farebbe un'eccezione (ma guarda un pò) solo per il nucleare.
Boh, l'ENEA fa sicuramente ricerca sia su fissione che fusione, il ministro dovrebbe saperlo. Magari potrebbe cominciare con il chiudere la pratica sito unico di stoccaggio che abbiamo rifiuti sparsi da decenni.