o fai gli "Avengers" oppure sei "indie"
Allargherei giusto le alternative a "o fai gli "Avengers" o sei "indie" o stai lavorando per la Asylum", ma è il meccanismo economico e quindi estetico di cui ho tentato di parlare nel topic di It Follows.
Il cinema "indie" può essere una posa e una moda, ma in America* è anche spesso l'unica estetica a portata di mano per fare film tra l'irraggiungibile (il mainstream) e l'infimo (la merda dei dtv rappresentato da case di produzione come la Asylum).
Per dire, ieri ho visto un film indipendente appena uscito, "Echoes Of War". Un po' noiosetto, comunque interessante e ben girato... ma aveva solo otto cazzo di attori (tra cui Maika Monroe, vedi che caso ). Otto attori contati, nemmeno una comparsa. Un film indie? Ovvio. Come cacchio fai a NON essere indie se non hai manco i soldi per pagarti una comparsa? Se hai un minimo di ambizione di tirare fuori un film almeno interessante adegui l'estetica al budget inesistente, stai sull'ultra-minimale, tagli le comparse e ti paghi almeno un attore serio come William Forsythe.
L'unica alternativa sarebbe buttarla sul trash consapevole del vorrei-ma-non-posso e finire nel girone delle Asylum e affini (da cui se ci fate caso non emerge mai nessuno, a differenza di quanto accadeva nella vecchia Troma o nei vari vecchi giri di Corman).
Un esempio più generale sotto gli occhi di tutti: l'abuso dell'espediente del found footage ha rotto i coglioni a tutti (spero), ma è spesso l'unico linguaggio possibile per ovviare a budget inesistenti.
Questo non significa che bisogna giustificare tante fetecchie indie, non riconoscendo il lato conformista di molta di quella estetica, ben espresso dal modello stile Sundance, o peggio giustificare il fatto che il 99% dei found footage sono delle irrimediabili merde, significa leggere questi fenomeni come parte e segni dell'epoca in cui viviamo. Significa che quando si impone un certo tipo di estetica, bella o butta che sia, piaccia o non piaccia, non è liquidabile solo come vezzo o moda.
Per dire, il rifarsi a un'estica anni 70 di molto cimema indie non è solo nostalgia a buon mercato e comodo rifugio nel vintage - è anche quello, ma non solo quello - ma è anche un rifarsi gioco forza ad un cinema e a un linguaggio cinematografico che era fatto con mezzi e risorse limitati.
I discorsi di Cine sui suoi franchise sono giusti, ma lui giustifica come "inevitabile" sempre e solo la parte che gli è simpatica. Ovvero sempre i più ricchi e stronzi.
*non a caso invece in Europa, dove non c'è quella distanza ormai siderale tra serie A e serie B che c'è in America, negli ultimi 15 anni il cinema di genere è stato più interessante di quello americano, con numerosi registi e titoli interessanti usciti da Gran Bretagna, Francia e Spagna. (Non in Italia, dove il loop mortale del commediume e l'immobilismo del cinema da festival ha creato una situazione uguale e peggiore di quella americana, perché livellato ancora più verso il basso, sia esteticamente che economicamente.) Ma anche qui nel vecchio continente un Neil Marshall resta disoccupato, gente come Edgar Wright e Duncan Jones fatica a fare film nuovi, un Gareth Evans deve andare in Indonesia se vuole girare film d'azione e tante promesse del cinema francese (parlo sempre di cinema di genere) non si sono riconfermate. Anche qui quindi la situazione è un po' peggio anche solo rispetto agli anni zero.