Infatti è difficile negare che le produzioni Marvel siano artisticamente vicine al nulla assoluto essendo fatte con lo stampino secondo la formula ormai sicura e consolidata del blockbuster americano classico che prevede un dosaggio standard dei vari ingredienti e la totale assenza di qualsiasi elemento perturbante sia esso la violenza (superedulcorata), il sesso (praticamente assente), i problemi sociali (inesistenti) o personali (risibili) per non parlare della politica (questa sconosciuta) declinando qualunque spunto in maniera infantile o al più adolescenziale tanto da arrivare alla paradossale situazione di avere dei i film tratti da fumetti che alla fine risultano molto più semplici, elementari e soprattutto infinitamente meno interessanti dei fumetti stessi.
Siamo insomma ben lontani dell'approccio ben più lucido e autorale che sinora è sempre riuscito a mantenere il padre nobile Lucas sul mondo di SW da lui creato (che a guardar bene, se teniamo conto dei due film sugli Ewoks è il primo vero caso di universo espanso al cinema) ma anche dagli ottimi film su Batman di Burton e Nolan che al confronto acquistano una dignità quasi shakespeariana.
E' difficile quindi non dare ragione ad Alan Moore che centra anzi con molto acume anche il problema sempre più preoccupante della standardizzazione e infantilizzazione del publico cinematografico.
Tanto per dire se guardiamo i maggiori incassi di ogni anno degli ultimi decenni si passa dall'avere un solo sequel negli anni 70 (il Padrino II) ed un solo film che potremmo definire a propensione per lo più ludica (Star Wars) ad averne rispettivamente 2 e 7 negli anni 80, 2 e 8 negli anni 90 sino ad arrivare a un allarmate 9 e 10 negli anni duemila e a un clamoroso 4 su 4 nel decennio in corso.
(Fermo restando che anche i film di puro intrattenimento sono andati qualitativamente peggiorando in maniera esponenziale e siamo quindi passati dal primo Star Wars che rimane un capolavoro della storia del cinema a Iron Man 3 che rimane una stronzata
