Però questa, permettimi, è un po' la narrazione, la chiacchera da bar dei filosofi contemporanei francesi fine a se stessi (dai, una carriere che culmina con Capitalismo e schizofrenia fine e se stessa? Con La bestia e il sovrano? Spettri di Marx? Sono filosofi politici in senso forte, non della politica ma proprio politici, anche in Della Grammatologia e in Empirismo e soggettività). Che poi Foucault ha uno stile per nulla astruso - teniamo presente che criticare un filosofo per lo stile arzigogolante è scorretto e vizioso in partenza, cfr. la Darstellung speculativa in Hegel.)
verissimo, infatti i bar li frequento, mentre non ho una laurea in filosofia, anche se ho una cultura di tipo umanistico e quindi i filosofi m'interessano, ma li approccio da umile ignorante.
sul primo punto: io in realtà non ho parlato affatto di politica, quindi non ho nulla da contestare a quel che dici.
sul secondo punto: 1) per me infatti anche Hegel rientra fra gli affabulatori cazzari, ma anche qui mi baso sulla chiacchiera, ne ho letto ancor meno che di Foucault & co.; 2) l'arzigogolo fine a sé stesso, che mima con lo stile una profondità vertiginosa del contenuto, è altra cosa dalla complessità che so bene esser inevitabile quando s'affrontano questioni complesse (non dico per forza che F. si macchia di ciò, dico che - per usare una terminologia cara al forum - aborro le riccardonate anche sul piano stilistico); 3) ogni stereotipo, ne son convinto, ha un fondo di verità: che non esaurisce la verità stessa, oltre il quale bisogna procedere, ma che non può non esserci, altrimenti lo stereotipo stesso non esisterebbe; quindi se la vulgata su questi filosofi è tale, ci saranno delle ragioni intrinseche nei loro testi che l'hanno generata.
comunque cose simili alle mie (anzi, anche più pesanti) le dicono anche critici della cultura che questa gente l'hanno letta e meditata appieno, appunto perché a differenza mia lo fanno per mestiere. gli stessi, fra l'altro, che osservano come i nomi dei 'francesi' siano spesso branditi come clave in certo discorso kulturale contemporaneo (anche qui, non dico affatto che lo fai tu, ma succede ed è un altro motivo per cui ne diffido un po').
Non ho più +, puoi elaborare? Io sono andato poco più in là degli studi liceali, quanto a filosofia, però mi sembra di poterci sempre trovare qualcosa, circa i problemi che voleva studiare l'utente tabache.
Per quel poco di cui ho un'idea, mi fido del tuo giudizio su Foucault (infatti non ho mai considerato seriamente di acquisirne qualche scritto). Però l'espressione "philosophes francesi del secondo '900" mi ispira da sempre e probabilmente in modo perverso e indipendente dai contenuti.
Dall'altro lato, di Chomsky non ho ancora letto nulla direttamente, ma qui e lì è in possibile non ritrovarselo, studiando questioni concrete.
Quindi le domande&richieste sono:
-secondo te quali philosophes francesi del secondo '900 non hanno la suddetta tara? Quelli del primo '900 come sono messi? Consiglia libri (o che per essi), anche lontani dal tema di tabache
-Chomsky ti sta sui coglioni anche peggio a causa della sua "estrema fiducia empirica"? Con chi lo metti a confronto, sui temi non prettamente linguistici? Consiglia
Ovviamente per favore, e grazie.
ehm, per la ragione di cui sopra, non sono decisamente la persona giusta a cui fare domande
si tratta davvero d'un campo dove ho vaste lacune e dove sto cercando d'orientarmi. su Chomsky non-linguista non saprei dirti molto anche se trovo stucchevole il noglobalismo+complottismo-ameriKKKaimperodelmale!!!1!!1 dei suoi interventi 'politici' da tempo immemore a questa parte.
[edit: ma nel famoso dibattito televisivo con Foucault la parte della persona ragionevole la faceva senza dubbio lui]
sul piano linguistico, credo che la grammatica generativa sia stata un momento importantissimo della linguistica del '900 ma anche che sia in buona parte superata o smentita, non fosse che per inerzia continua a esercitare un forte potere accademico. le riconosco per esempio il merito d'aver fondato uno studio sistematico e scientifico della sintassi, trascuratissima a favore di fono- e morfologia nei primi 150 anni di scienza linguistica. ma ad esempio in fonologia, campo che conosco meglio, trovo che le varie correnti generativiste e post-generativiste abbiano imboccato notevoli vicoli ciechi. e su tutto l'argomento del Language Organ e dell'innatismo, centrale nella teoria chomskiana, mi risulta che chi studia acquisizione del linguaggio piuttostoché linguistica cognitiva abbia oggi serissime riserve.
(e ad esempio buona parte degli studiosi di linguistica storico-comparativa non può soffrire i generativisti, con buone ragioni a mio avviso).