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opera lirica


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698 replies to this topic

#151 RogerCrimson

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Inviato 01 marzo 2010 - 15:00

Ma quando abbiamo fatto la classifica sulle voci non hai (avete, domanda anche per roger) partecipato vero?


Io ricordo di avere partecipato, invece.
Come voce maschile avevo votato Jon Anderson.
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#152 beignet

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Inviato 01 marzo 2010 - 17:23

Sono quasi sicura di aver partecipato, non so se ho anche commentato la mia scelta. Come voce femminile Aretha Franklin, fra i maschietti Robert Plant e Freddie Mercury. 

si veramente immensa. Anzi graditi consigli.


Irrinunciabile la Tosca del '53 diretta da De Sabata con Di Stefano e Gobbi. Lucia, Traviata, Norma, Medea sono altri personaggi ai quali ha dato un'impronta e una profondità indelebili. Ma ha dato un senso nuovo o rivelato nuovi aspetti di tutti i (molti) personaggi che ha interpretato, nonostante un declino vocale evidente già sul finire degli anni '50.
Grande e non stereotipata, nonostante una voce ormai usurata e difficile da controllare (problemi che però lei riesce spesso a trasformare in risorsa drammatica) anche la sua Carmen, incisa a metà degli anni Sessanta con la direzione di Prètre, purtroppo con il resto del cast poco significativo e in cui anche il grande Gedda come Don José non è particolarmente memorabile.

Incidentalmente, ho sempre trovato stupidissime le diatribe Callas-Tebaldi. Sono due cantanti talmente diverse, seppur contemporanee e con repertorio che ha parti in comune, che non si possono paragonare. E' solo e unicamente una questione di gusti personali, ma sono entrambe eccelse.
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#153 RogerCrimson

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Inviato 02 marzo 2010 - 14:46


Che ne pensi della versione del nessun dorma della Franklin per curiosità?
Ecco secondo me quello è un esempio eccellente di come si possa reinterpretare e rendere assolutamente emozionante un'aria senza utilizzare la tecnica da cantante lirico. Se ci aggiungiamo che è un'aria da tenore cantata da una donna senza cambiare tonalità, e che era tutto molto improvvisato credo faccia riflettere

La trovo divertente e soprattutto non pretenziosa, insomma l'esatto contrario di quel che succede quando Mina si cimenta in arie d'opera in modo che si definisce ironico e raffinato, ma è invece solo una classe posticcia e di facciata e non una vera reinterpretazione, solo una riverniciatura da poco. A quel punto trovo più oneste, anche se ugualmente orrende, le urla di Albano quando cerca di fare il tenore.


Sinceramente trovo quella versione della Franklin bruttina e inutile, al pari di tutte le storpiature di quell'aria, da Bolton a Gillan a Mina a chiunque altro. Il fatto che sia 'meno brutta' dei tre esempi citati non la rende bella, al di là della voce strepitosa di Aretha.
E' un'aria d'opera e non può che essere cantata con vera voce di vero tenore e poi, musicalmente, non sopporta i giochi vocali soul-jazz della Franklin, con le improvvisazioni e variazioni della cantante.

Le domande poste da dick laurent aprono una serie di questioni che necessiterebbero di tanto spazio e tempo per discuterne.

Io insisto nel sostenere l'impermeabilità tra canto leggero-pop-rock 'puro' e canto lirico 'puro'.
I due generi di canto, d'altronde, si incontrano altrove, in una sorta di terra franca costituita da generi musicali intermedi e vastissimi, oltre che molto dignitosi come l'operetta, la canzone napoletana, la film-music e molti musical, oltre che per opere del '900 che stanno su generi 'borderline' tra l'opera lirica e il musical (o addirittura di jazz-opera), specialmente di autori americani.
Un po' di esempi?
"La vedova allegra", i classici della canzone napoletana come "Core 'ngrato", la colonna sonora di "Prospero's books" di Nyman, "Porgy and Bess" o "West side story", "The Phanton of the Opera" o "Les Miserables".
In tutti questi esempi convivono o possono essere intercambiabili il canto impostato e quello c.d. "leggero".

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#154 dick laurent

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Inviato 02 marzo 2010 - 15:07



Che ne pensi della versione del nessun dorma della Franklin per curiosità?
Ecco secondo me quello è un esempio eccellente di come si possa reinterpretare e rendere assolutamente emozionante un'aria senza utilizzare la tecnica da cantante lirico. Se ci aggiungiamo che è un'aria da tenore cantata da una donna senza cambiare tonalità, e che era tutto molto improvvisato credo faccia riflettere

La trovo divertente e soprattutto non pretenziosa, insomma l'esatto contrario di quel che succede quando Mina si cimenta in arie d'opera in modo che si definisce ironico e raffinato, ma è invece solo una classe posticcia e di facciata e non una vera reinterpretazione, solo una riverniciatura da poco. A quel punto trovo più oneste, anche se ugualmente orrende, le urla di Albano quando cerca di fare il tenore.


Sinceramente trovo quella versione della Franklin bruttina e inutile, al pari di tutte le storpiature di quell'aria, da Bolton a Gillan a Mina a chiunque altro. Il fatto che sia 'meno brutta' dei tre esempi citati non la rende bella, al di là della voce strepitosa di Aretha.
E' un'aria d'opera e non può che essere cantata con vera voce di vero tenore e poi, musicalmente, non sopporta i giochi vocali soul-jazz della Franklin, con le improvvisazioni e variazioni della cantante.


a me invece è piaciuta molto. Con tutto che sbaglia persino il testo (la parte in italiano, non quella direttamente tradotta), la spontaneità e la classe innata con cui interpeta per me sono eccezionali, pura emozione. Per me ci stanno benissimo i melismi improvvisati che mette, che troverei insopportabili con cantanti con meno talento. Anzi tutto sommato parlavo anche di quello quando dicevo del fatto che la lirica tende a essere considerata una cosa da museo, per la rigidità di certe convenzioni. Lei invece non si è neppure posta il problema di rispettare perfettamente lo spartito, se lo avesse fatto del resto non sarebbe stata Aretha Franklin.
Invece ho sentito la versione di Mina e quella è davvero un compitino sciapissimo e del tutto inutile. La Franklin secondo me sta davvero su un altro livello.





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#155 beignet

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Inviato 02 marzo 2010 - 15:33

Io insisto nel sostenere l'impermeabilità tra canto leggero-pop-rock 'puro' e canto lirico 'puro'.


Quoto e incornicio e ri-quoto e ri-incornicio.

Forse non trovo brutta la versione Aretha di Nessun Dorma sia per la classe sovrumana dell'interprete sia perché è un'aria che non ho mai particolarmente amato, neanche quando ancora non era diventata "il Vincerò", e perché ormai mi sono abituata a vederla presa a mazzate o coperta di orridi centrini e decori. E forse perché ci vedo dentro uno spirito e una vitalità che altre riletture non hanno, anche perché nessuno di quelli che se la sono messa in bocca ha un'oncia del talento di Aretha Franklin.


 
I due generi di canto, d'altronde, si incontrano altrove, in una sorta di terra franca costituita da generi musicali intermedi e vastissimi, oltre che molto dignitosi come l'operetta, la canzone napoletana, la film-music e molti musical, oltre che per opere del '900 che stanno su generi 'borderline' tra l'opera lirica e il musical (o addirittura di jazz-opera), specialmente di autori americani.
Un po' di esempi?
"La vedova allegra", i classici della canzone napoletana come "Core 'ngrato", la colonna sonora di "Prospero's books" di Nyman, "Porgy and Bess" o "West side story", "The Phanton of the Opera" o "Les Miserables".
In tutti questi esempi convivono o possono essere intercambiabili il canto impostato e quello c.d. "leggero".


D'accordo anche su questo, anche se poi pure lì le sfumature sono più o meno infinite. Ad esempio per l'operetta vedo meglio le voci impostate, ma è un genere che detesto e quindi evito il più possibile.
Per il musical il discorso è ancora più complicato, soprattutto quando si parla di lavori come West Side Story. La versione diretta dallo stesso Bernstein con Carreras, Te Kanawa e Tatiana Troyanos, ad esempio, la trovo per certi versi bellissima, per altri fuori luogo perché i cantanti, ad eccezione della Troyanos, sono troppo ingessati negli schematismi operistici ottocenteschi e quindi si crea uno scollamento evidente fra una parte orchestrale strepitosa e vibrante e una parte vocale che canta WSS come se fosse una Bohème di routine.
Ma lì torniamo al discorso sui limiti dei cantanti stessi. Moltissimi anni fa vidi alla TV britannica una versione credo del Met di On the Town, cantata e recitata da un mix di cantanti d'opera e non e anche non cantanti affatto, ma strepitosa per qualità, ritmo, vivacità e divertimento (del pubblico e degli interpreti medesimi).
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#156 dick laurent

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Inviato 02 marzo 2010 - 15:50

quando ancora non era diventata "il Vincerò"


asd

E forse perché ci vedo dentro uno spirito e una vitalità che altre riletture non hanno


ecco, per me è proprio quello. Con tutto che è "difettosa" (ma va ribadita l'estemporaneità della cosa) la classe è tale che non me la fa suonare neppure kitsch cosa che paradossalmente sarebbe successa se avesse tentato un'interpretazione rigorosa. Mentre scrivevo questo mi è tornata in mente l'immagine di Pavarotti che intona Smoke on the water e Viva Forever con le spice girls, vabbè. Bei momenti.
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#157 beignet

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Inviato 02 marzo 2010 - 20:13


quando ancora non era diventata "il Vincerò"



Nessun Dorma è la tipica aria "da tenore" non solo per il registro vocale ma per tutto l'ambaradàn che comporta, per così dire, In realtà è un pezzo bello di un'opera bella ancorché non finita eccetera, anzi se devo dire la verità Tosca e Turandot sono le uniche opere di Puccini che mi piacciono.
Il cosiddetto grande pubblico è ormai abituato al Vincerò, per l'appunto, cantato da Pavarotti à la Pavarotti: voce estesa e gioviale, comunicativa spontanea, acuti facili e apparentemente infiniti, che è poi quello che piace al pubblico televisivo medio. Ma Nessun Dorma non è solo doremì, è un'aria che ha un ben preciso senso in un ben preciso punto di una ben precisa opera; deve trasmettere, pur nei canoni di una perbenista opera ottocentesca, una sensualità decisamente accentuata, quindi richiede una voce che sia calda, estesa, potente, piena, scura ma non metallica. Come direbbe la Littizzetto, una voce che fa tremare l'elastico delle mutande. Il che potrebbe essere una buona descrizione di Domingo, grande musicista che però ha sempre avuto il problema di una voce corta, se non cortissima.
Ringraziamo tutti gli Dei per averci regalato Corelli.
(e raffrontato a quel che passa oggi il convento televisivo, il terrificante playback Rai diventa un bellissimo vintage! asd)
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#158 123

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Inviato 02 marzo 2010 - 20:21

Mi inserisco fra cotanti vociologi per una curiosità, a proposito di voci impostate e no...  ;D

Qualcuno di voi ha sentito il disco in cui Sting canta Dowland?
Se sì che cosa ne pensate... ?

Ho sentito qualche cosa. Non è male però la voce di Sting oscilla tra il pop  e un'impostazione un po' artificiosa. Mi sarebbe piaciuto  più cantato come Fragile.
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#159 ravel

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Inviato 02 marzo 2010 - 21:46


Qualcuno di voi ha sentito il disco in cui Sting canta Dowland?
Se sì che cosa ne pensate... ?

Nella stessa classe di Richie Blackmore che fa le cose rinascimentali con la moglie. Può essere piacevole da ascoltare, peccato che a Sting e quel che fa viene ormai appiccicata un'aura di intelligenza classe e cultura che non mi sembra poi così fondata.


Scusa ma non capisco tanto l'accostamento...
Ritchie Blackmore vende delle patacche pseudo-rinascimentali che si possono trovare più o meno piacevoli (io, si sarà capito, appartengo al meno... :D) ma comunque "roba sua", mi pare.

Sting canta i songs composti da Dowland.

Allora, abuso della tua pazienza e riformulo la domanda: quando ti viene voglia di ascoltare Dowland prendi in considerazione l'ipotesi di ascoltarlo cantato da Sting o passi subito a un cantante "classico"?
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(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#160 dick laurent

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Inviato 03 marzo 2010 - 13:51



quando ancora non era diventata "il Vincerò"



Nessun Dorma è la tipica aria "da tenore" non solo per il registro vocale ma per tutto l'ambaradàn che comporta, per così dire, In realtà è un pezzo bello di un'opera bella ancorché non finita eccetera, anzi se devo dire la verità Tosca e Turandot sono le uniche opere di Puccini che mi piacciono.
Il cosiddetto grande pubblico è ormai abituato al Vincerò, per l'appunto, cantato da Pavarotti à la Pavarotti: voce estesa e gioviale, comunicativa spontanea, acuti facili e apparentemente infiniti, che è poi quello che piace al pubblico televisivo medio. Ma Nessun Dorma non è solo doremì, è un'aria che ha un ben preciso senso in un ben preciso punto di una ben precisa opera; deve trasmettere, pur nei canoni di una perbenista opera ottocentesca, una sensualità decisamente accentuata, quindi richiede una voce che sia calda, estesa, potente, piena, scura ma non metallica. Come direbbe la Littizzetto, una voce che fa tremare l'elastico delle mutande. Il che potrebbe essere una buona descrizione di Domingo, grande musicista che però ha sempre avuto il problema di una voce corta, se non cortissima.
Ringraziamo tutti gli Dei per averci regalato Corelli.
(e raffrontato a quel che passa oggi il convento televisivo, il terrificante playback Rai diventa un bellissimo vintage! asd)


bello
comunque ridevo solo per il fatto che venga chiamata "vincerò", mi ha fatto venire in mente che è il destino comune di tanti dei pezzi classici (che sono conosciuti un po' da tutti però grazie alla televisione, ai film, alla pubbilicità) quella di venire ribattezzati, mi pare che fosse Per Elisa che a volte ho sentito chiamare "quella dei biscottini Doria". Poi a me il Vincerò piace molto e anche le altre arie celeberrime di Puccini che si sentono ovunque.
Altra curiosità, ma perchè questa cosa della "durata" dei cantanti? A quanto ho letto di solito hanno carriere più brevi di quelle dei calciatori, mentre negli altri generi i cantanti spesso vanno avanti per tutta la vita ad ottimi livelli. Logora così tanto?
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Inviato 03 marzo 2010 - 18:30

Scusa ma non capisco tanto l'accostamento...
Ritchie Blackmore vende delle patacche pseudo-rinascimentali che si possono trovare più o meno piacevoli (io, si sarà capito, appartengo al meno... :D) ma comunque "roba sua", mi pare.

Sting canta i songs composti da Dowland.


Hai ragione, ammetto che la mia lapidarietà liquidatoria ha molto a che fare con quanto entrambi mi stanno antipatici, più Sting che Blackmore in effetti. E il paragone in effetti non è proprio pertinente perché Blackmore crea patacche da fiera mentre Sting ha reinterpretato degli originali&tradizionali.
Il disco non mi fa comunque impazzire, diciamo. Moderatamente (e noiosamente) piacevole nel complesso, ma sa di già sentito, non perché i pezzi sono antichi ma perché gli arrangiamenti sembrano una fotocopia di quelli del glorioso The Dream of the Blue Turtles, ascolti The Howl of Winter e ti aspetti che diventi Moon over Bourbon Street. Da allora però son passati 25 anni, anno più anno meno, le vaghe suggestioni etniche sono ormai luogo comune e la voce un po' nebbiosa che allora era suggestiva  - poca ma intonata - adesso si è seccata e soprattutto le note basse sono fisse con un effetto ??mantice bucato? poco gradevole.

Altra curiosità, ma perchè questa cosa della "durata" dei cantanti? A quanto ho letto di solito hanno carriere più brevi di quelle dei calciatori, mentre negli altri generi i cantanti spesso vanno avanti per tutta la vita ad ottimi livelli. Logora così tanto?

In realtà molti cantanti hanno carriere lunghe e gloriose, e anche in età avanzata riescono a dare grandi prove. Vedi la Freni, la Scotto, Olivero, il grandissimo Alfredo Kraus, Ghiaurov, Siepi, Giuseppe Taddei e tanti altri. Questo si deve non solo alla generosità della natura ma anche e soprattutto al modo in cui il cantante ha saputo amministrarsi. Innanzi tutto, imparando e usando bene la tecnica, e poi rimanendo in un repertorio consono alla sua voce, e non eccedendo con gli impegni. Ad esempio, Carreras era dotato di voce bellissima ma di tecnica tutt'altro che impeccabile, e infatti i suoi anni splendidi sono stati davvero pochi. Inoltre si è lanciato in un territorio troppo pesante per la sua voce: un tenore che ha la voce per fare Elisir d'amore, Bohème o Lucia non dovrebbe fare Aida, Tosca, o Andrea Chénier, perché rischia di farle male e di sicuro danneggia lo strumento. Un cantante meraviglioso come Samuel Ramey, ri-creatore del basso d'agilità da repertorio barocco-rossiniano-mozartiano, ha affrettato di molto il suo declino pretendendo di fare i grandi ruoli verdiani e addirittura Boris Godunov.
Ho tagliato con l'ascia, neanche con l'accetta, perché sono di corsa, ma in genere la durata breve di una carriera è dovuta a bulimia interpretativa (tipico il caso della Callas, che ha fatto tutto, da Wagner a Rosina del Barbiere) e/o tecnica inadeguata.
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Inviato 04 marzo 2010 - 08:02


Scusa ma non capisco tanto l'accostamento...
Ritchie Blackmore vende delle patacche pseudo-rinascimentali che si possono trovare più o meno piacevoli (io, si sarà capito, appartengo al meno... :D) ma comunque "roba sua", mi pare.

Sting canta i songs composti da Dowland.


Hai ragione, ammetto che la mia lapidarietà liquidatoria ha molto a che fare con quanto entrambi mi stanno antipatici, più Sting che Blackmore in effetti. E il paragone in effetti non è proprio pertinente perché Blackmore crea patacche da fiera mentre Sting ha reinterpretato degli originali&tradizionali.
Il disco non mi fa comunque impazzire, diciamo. Moderatamente (e noiosamente) piacevole nel complesso, ma sa di già sentito, non perché i pezzi sono antichi ma perché gli arrangiamenti sembrano una fotocopia di quelli del glorioso The Dream of the Blue Turtles, ascolti The Howl of Winter e ti aspetti che diventi Moon over Bourbon Street. Da allora però son passati 25 anni, anno più anno meno, le vaghe suggestioni etniche sono ormai luogo comune e la voce un po' nebbiosa che allora era suggestiva  - poca ma intonata - adesso si è seccata e soprattutto le note basse sono fisse con un effetto ??mantice bucato? poco gradevole.

Altra curiosità, ma perchè questa cosa della "durata" dei cantanti? A quanto ho letto di solito hanno carriere più brevi di quelle dei calciatori, mentre negli altri generi i cantanti spesso vanno avanti per tutta la vita ad ottimi livelli. Logora così tanto?

In realtà molti cantanti hanno carriere lunghe e gloriose, e anche in età avanzata riescono a dare grandi prove. Vedi la Freni, la Scotto, Olivero, il grandissimo Alfredo Kraus, Ghiaurov, Siepi, Giuseppe Taddei e tanti altri. Questo si deve non solo alla generosità della natura ma anche e soprattutto al modo in cui il cantante ha saputo amministrarsi. Innanzi tutto, imparando e usando bene la tecnica, e poi rimanendo in un repertorio consono alla sua voce, e non eccedendo con gli impegni. Ad esempio, Carreras era dotato di voce bellissima ma di tecnica tutt'altro che impeccabile, e infatti i suoi anni splendidi sono stati davvero pochi. Inoltre si è lanciato in un territorio troppo pesante per la sua voce: un tenore che ha la voce per fare Elisir d'amore, Bohème o Lucia non dovrebbe fare Aida, Tosca, o Andrea Chénier, perché rischia di farle male e di sicuro danneggia lo strumento. Un cantante meraviglioso come Samuel Ramey, ri-creatore del basso d'agilità da repertorio barocco-rossiniano-mozartiano, ha affrettato di molto il suo declino pretendendo di fare i grandi ruoli verdiani e addirittura Boris Godunov.
Ho tagliato con l'ascia, neanche con l'accetta, perché sono di corsa, ma in genere la durata breve di una carriera è dovuta a bulimia interpretativa (tipico il caso della Callas, che ha fatto tutto, da Wagner a Rosina del Barbiere) e/o tecnica inadeguata.


A me onestamente non richiama lavori di 25 anni fa. La voce non è seccata, la sensazione è che per una forma di timore non sia completamente naturale, quasi ad inseguire un'impostazione che rimane molto lontana dalle sue corde.
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#163 ravel

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Inviato 04 marzo 2010 - 16:30



Scusa ma non capisco tanto l'accostamento...
Ritchie Blackmore vende delle patacche pseudo-rinascimentali che si possono trovare più o meno piacevoli (io, si sarà capito, appartengo al meno... :D) ma comunque "roba sua", mi pare.

Sting canta i songs composti da Dowland.


Hai ragione, ammetto che la mia lapidarietà liquidatoria ha molto a che fare con quanto entrambi mi stanno antipatici, più Sting che Blackmore in effetti. E il paragone in effetti non è proprio pertinente perché Blackmore crea patacche da fiera mentre Sting ha reinterpretato degli originali&tradizionali.
Il disco non mi fa comunque impazzire, diciamo. Moderatamente (e noiosamente) piacevole nel complesso, ma sa di già sentito, non perché i pezzi sono antichi ma perché gli arrangiamenti sembrano una fotocopia di quelli del glorioso The Dream of the Blue Turtles, ascolti The Howl of Winter e ti aspetti che diventi Moon over Bourbon Street. Da allora però son passati 25 anni, anno più anno meno, le vaghe suggestioni etniche sono ormai luogo comune e la voce un po' nebbiosa che allora era suggestiva  - poca ma intonata - adesso si è seccata e soprattutto le note basse sono fisse con un effetto ??mantice bucato? poco gradevole.


A me onestamente non richiama lavori di 25 anni fa. La voce non è seccata, la sensazione è che per una forma di timore non sia completamente naturale, quasi ad inseguire un'impostazione che rimane molto lontana dalle sue corde.


Ok, grazie...
Forse intendevi dire "The hounds of winter"...

In realtà io facevo riferimento al precedente disco, Songs from the labyrinth, dove arrangiamenti non ce ne sono, bensì soltanto voce e liuto, ma comunque il tuo giudizio mi pare tu l'abbia dato ugualmente...

Per quanto... , sarei tentato di provare a insistere un po', abusando della tua cortesia e competenza...  ;D

I songs di Dowland sono diversi da una parte d'opera.
Forse una voce non impostata può offrire una performance interessante (financo da un punto di vista - diciamo così... - "filologico". Chi  li cantava ai tempi del compositore?) anche rispetto a quella di un cantante lirico tradizionale (mentre questo sarebbe ben difficile da sostenere per un ruolo verdiano o wagneriano).
E forse anche certa liederistica (quindi musica da camera... ).
Mah, chissà...  :)
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Inviato 04 marzo 2010 - 21:54

Ah ma io non stavo considerando l'alternativa Sting vs. cantante d'opera, stavo esprimendo la mia opinione sulla versione del medesimo Sting e sullo Sting attuale, che mi pare sopravvalutato alla grande mentre trovo che faccia tutto allo stesso modo.
All'epoca di Dowland ovviamente il canto lirico quale noi lo intendiamo ancora non c'era e francamente una versione "operistica" di musica di quell'epoca non mi entusiasma, diciamo. La liederistica è ancora un altro mondo, e per quella la voce lirica ci vuole, ma non un cantante qualsiasi bensì uno che sia musicista e persona di cultura. I grandi liederisti infatti sono stati una manciata.
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Inviato 04 marzo 2010 - 22:08




Scusa ma non capisco tanto l'accostamento...
Ritchie Blackmore vende delle patacche pseudo-rinascimentali che si possono trovare più o meno piacevoli (io, si sarà capito, appartengo al meno... :D) ma comunque "roba sua", mi pare.

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A me onestamente non richiama lavori di 25 anni fa. La voce non è seccata, la sensazione è che per una forma di timore non sia completamente naturale, quasi ad inseguire un'impostazione che rimane molto lontana dalle sue corde.


Ok, grazie...
Forse intendevi dire "The hounds of winter"...

In realtà io facevo riferimento al precedente disco, Songs from the labyrinth, dove arrangiamenti non ce ne sono, bensì soltanto voce e liuto, ma comunque il tuo giudizio mi pare tu l'abbia dato ugualmente...

Per quanto... , sarei tentato di provare a insistere un po', abusando della tua cortesia e competenza...  ;D

I songs di Dowland sono diversi da una parte d'opera.
Forse una voce non impostata può offrire una performance interessante (financo da un punto di vista - diciamo così... - "filologico". Chi  li cantava ai tempi del compositore?) anche rispetto a quella di un cantante lirico tradizionale (mentre questo sarebbe ben difficile da sostenere per un ruolo verdiano o wagneriano).
E forse anche certa liederistica (quindi musica da camera... ).
Mah, chissà...  :)


Dowland lo accosterei più a Monteverdi che all'opera o ai lieder.
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Inviato 05 marzo 2010 - 08:08

Certo che sì! ;D
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#167 dick laurent

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Inviato 24 marzo 2010 - 12:45

altra domanda molto ingenua: ma secondo voi è possibile apprezzare appieno un'opera semplicemente ascoltandola?
Ieri stavo sentendo Peter Grimes di Britten e seguire il testo, tradurre all'istante battute che spesso si sovrappongono, leggere le spiegazioni di quel che succede e prestare orecchio attento alla musica è una faticaccia boia, infatti a un certo punto ho desistito, nonostante si intuisca che la musica sia bella. Cioè ha senso senza anche vederla?
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#168 beignet

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Inviato 24 marzo 2010 - 17:45

Devo uscire quindi rispondo di corsa.
Per me l'apprezzamento passa innanzi tutto per la parte musicale. L'opera a teatro l'apprezzo pienamente solo se già la conosco musicalmente.
Ovviamente in tempi relativamente recenti il discorso allestimento-regia è diventato sempre più rilevante, quindi si va a teatro a vedere "l'Aida di Zeffirelli" e non l'Aida di Verdi o del direttore d'orchestra o dei protagonisti, ma per me il discorso principale resta quello musicale, sono la musica, il suono dell'orchestra, la direzione e le interpretazioni dei cantanti che mi danno il senso e mi trasmettono le emozioni prima e sopra tutto.


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#169 123

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Inviato 24 marzo 2010 - 18:14

Io preferisco ascoltare che vedere. E spesso non mi fermo nemmeno più di tanto a sentire le parole, è la musica quella che mi interessa.
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#170 RogerCrimson

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Inviato 24 marzo 2010 - 23:54

altra domanda molto ingenua: ma secondo voi è possibile apprezzare appieno un'opera semplicemente ascoltandola?
Ieri stavo sentendo Peter Grimes di Britten e seguire il testo, tradurre all'istante battute che spesso si sovrappongono, leggere le spiegazioni di quel che succede e prestare orecchio attento alla musica è una faticaccia boia, infatti a un certo punto ho desistito, nonostante si intuisca che la musica sia bella. Cioè ha senso senza anche vederla?


Secondo ha un senso pieno solo quando si conosce molto bene l'opera. E' chiaro che per me l'ascolto per la 500esima volta di una Manon Lescaut, un Rigoletto, un Otello, un Don Giovanni, una Butterfly, una Lucia di Lammermoor, ma anche un Giulio Cesare di Handel o altre opere che conosco molto bene può avvenire anche in auto. Già per un "Peter Grimes", che peraltro conosco piuttosto bene, il discorso cambia. Lo apprezzo in pieno, se non proprio con un dvd o a teatro, con calma in casa, con il libretto alla mano.
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#171 dick laurent

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Inviato 19 aprile 2010 - 11:15

la classifica sulle canzoni usate nei film mi ha fatto venire in mente quest'altro esempio di canto non lirico usato per musica classica. Nel caso, di nuovo banale, l'ave maria di Schubert. Confesso anzi che è stata la prima versione che ho sentito e mi piacque moltissimo, non sapevo neppure che fosse musica classica... di nuovo sarei sarei curioso di sentire che ne pensate. Il film vabbè, non è certamente nulla di trascendentale

http://www.youtube.c...h?v=-McO9cNu_uE


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#172 Guest_Sophia*_*

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Inviato 20 aprile 2010 - 11:21

Ho ascoltato soprattutto Mozart, di cui amo Die Zauberflote.
Ho intenzione di procurarmi invece una versione delle Nozze di Figaro sia in CD che in DVD...ne consigliereste qualcuna?
Grazie ;)
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#173 beignet

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Inviato 20 aprile 2010 - 14:50

Ce ne sono alcune storiche tipo quella diretta da Erich Kleiber, protagonista Cesare Siepi, quella diretta da Giulini con Taddei Schwarzkopf Moffo ecc., quella diretta da Karl Bohm con i due giganti Hermann Prey e Dietrich Fischer-Dieskau; Karajan con Panerai, Jurinac, Schwarzkopf.
Una cosa più recente e buona è l'edizione (credo Decca) degli anni 80 diretta da Solti con protagonista Samuel Ramey(grande Figaro,con un bel sottofondo di rabbia oltre che di furbizia), Lucia Popp, Frederica von Stade come Cherubino e la Te Kanawa ancora ascoltabile come contessa.
Però ce ne sono molte altre, val la pena anche dare uno sguardo alle offerte speciali Fnac o altri perché magari si trovano edizioni buone a costi ragionevoli.
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#174 Notker

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Inviato 20 aprile 2010 - 14:53

Ho ascoltato soprattutto Mozart, di cui amo Die Zauberflote.
Ho intenzione di procurarmi invece una versione delle Nozze di Figaro sia in CD che in DVD...ne consigliereste qualcuna?
Grazie ;)


io ho una registrazione salisburghese diretta da Muti, un direttore che non raccoglie molti entusiasmi da parte mia ma che in quel caso è stato capace di imprimere una vigorosa verva alla partitura mozartiana... cosa che ha certamente giovato.
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(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#175 beignet

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Inviato 20 aprile 2010 - 14:57

io ho una registrazione salisburghese diretta da Muti, un direttore che non raccoglie molti entusiasmi da parte mia ma che in quel caso è stato capace di imprimere una vigorosa verva alla partitura mozartiana... cosa che ha certamente giovato.

Praticamente Mozart trasformato in concerto della banda dei pompieri di Viggiù ubriachi. ;D
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#176 Notker

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Inviato 20 aprile 2010 - 15:14


io ho una registrazione salisburghese diretta da Muti, un direttore che non raccoglie molti entusiasmi da parte mia ma che in quel caso è stato capace di imprimere una vigorosa verva alla partitura mozartiana... cosa che ha certamente giovato.

Praticamente Mozart trasformato in concerto della banda dei pompieri di Viggiù ubriachi. ;D


come ho scritto io non sono un grande estimatore di Muti ma devo ammettere che la sua "energia" a volte ha dato risultati sorprendenti.
inoltre, direi che non bisogna cadere nei luoghi comuni; Muti nel campo dell'opera lirica ha un posto di indubbio rilievo, così come ce l'ha Pavarotti e persino la Ricciarelli.
ciò non toglie che gli stessi si siano dimostrati del tutto inadeguati in altri contesti; sono, per così dire, artisti che hanno dato il meglio di sé in ambiti ben definiti, per poi "scagazzare" appena fuori.
e poi, la partitura di Mozart è talmente perfetta (io ho visto anche l'autografo, che è impressionante!) che bisogna essere proprio degli animali per trasformarla in una banda di paese.
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#177 beignet

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Inviato 20 aprile 2010 - 15:45

  Muti nel campo dell'opera lirica ha un posto di indubbio rilievo, così come ce l'ha Pavarotti e persino la Ricciarelli.

Decisamente, ma non necessariamente in positivo, se non per gli incassi dei teatri e delle case discografiche.
Ascolto opera da quasi 40 anni e non riesco a pensare a un'interpretazione di ciascuno dei tre citati che mi emozioni o abbia lasciato un'impronta davvero  indimenticabile, o per lo meno proporzionata al loro status divistico.
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#178 Notker

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Inviato 20 aprile 2010 - 15:50

  Muti nel campo dell'opera lirica ha un posto di indubbio rilievo, così come ce l'ha Pavarotti e persino la Ricciarelli.

Decisamente, ma non necessariamente in positivo, se non per gli incassi dei teatri e delle case discografiche.
Ascolto opera da quasi 40 anni e non riesco a pensare a un'interpretazione di ciascuno dei tre citati che mi emozioni o abbia lasciato un'impronta davvero  indimenticabile, o per lo meno proporzionata al loro status divistico.


ma stai scherzando vero?
come definiresti l'interpretazione di Pavarotti nella Turandot del 77?
e quella della Ricciarelli nella Tosca dell'81 diretta da Karajan?
sono momenti passati alla storia, eh...
poi è chiaro che se pensiamo al Pavarotti & Friends oppure alle nozze gossip Baudo-Ricciarelli... vabè...

per quanto riguarda Muti, non dimentichiamo che è stato il successore di Klemperer (!) alla London Philharmonic e di Abbado (!!) alla Scala, nonché invitato spesso da Karajan (!!!) a Salisburgo (vedi l'incisione che citavo nel post precedente).

ragazzi, non scherziamo... ripeto, io non lo adoro, nient'affatto... ma da qua a considerarlo poco più che un mastro di banda di paese ce ne passa.
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#179 RogerCrimson

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Inviato 21 aprile 2010 - 01:18

In effetti la Ricciarelli in quella Tosca è già in declino abbastanza evidente. Pavarotti è nel pieno splendore dei suoi mezzi. Entrambi in quei due titoli si espongono in ruolo un po' al di là delle loro caratteristiche vocali, anche se questo in disco può essere un limite non insuperabile. Il Calaf (discografico) di Pavarotti è magnifico (il disco è del '73 e non del '77), ma il ruolo è stato affrontato in teatro in una sola occasione e con esiti più interlocutori.
Comunque condivido il commento al drastico giudizio di beignet. Oure su Muti, di cui peraltro non sono un particolare ammiratore, ma il cui valore non può essere ridimensionato con una battuta.
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#180 beignet

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Inviato 21 aprile 2010 - 09:14

Se mi è concessa un'opinione, continuo a ritenere Muti uno dei direttori più volgari e fasulli che abbia mai sentito  - parlo di esiti musicali ovviamente, non dell'individuo di cui non m'importa nulla - indipendentemente dal suo curriculum e dai suoi trionfi e di chi sia stato il successore. Full of sound and fury, signifying nothing. Ascoltare un'orchestra diretta da lui è per me una pena e un fastidio, e se questo fa di me un'incompetente pazienza.

E no, certo che quando parlo di Pavarotti non penso ai Pavarotti &Friends, né per la Ricciarelli alle sue performance televisive.
Mi piaceva moltissimo Pavarotti quando avevo 12 anni, e che avesse mezzi vocali strepitosi è un dato di fatto. Ma lo è altrettanto la sua uniformità e superficialità interpretativa. Quella Turandot è stata la prima della mia vita, quindi la conosco benissimo, e quel Calaf è vocalmente sfavillante, anche se non ha la sensualità il calore e il colore che la parte a mio avviso richiede. Ma a me la voce non basta, mi serve un'interpretazione, insomma, un cantante completo.
La Tosca della Ricciarelli mostra una voce usurata e una cantante fuori parte. Peraltro anche la gamma interpretativa della Ricciarelli è sempre stata limitata, anche quando i suoi mezzi vocali erano al culmine, verso inizio-metà anni 70. Voce splendida, commoventi accenti di accorata palpitante trepidazione... e sempre quelli, sempre uguali, Mimì Tosca Desdemona Aida o Leonore assortite. Ovviamente, quando quei palpiti coincidevano con quelli richiesti dalla parte il risultato era molto bello.
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#181 Notker

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Inviato 21 aprile 2010 - 17:03

ripeto, beignet, fermo restando il tuo "disgusto" per Muti come interprete (cosa che, credimi, ci accomuna più di quanto tu posa credere), ritengo errato il giudizio estremo che dai da un punto di vista tecnico.
Ti invito ad ascoltare il Romeo e Giulietta di Prokofiev interpretato da Muti (etichetta EMI se non erro); scoprirai un Muti sorprendente, che riesce a mettere a frutto quel suo caratteristico "wall of sound" classico in modo esemplare.
sono forse eccezioni... può essere, non lo so (non conosco tutta la carriera di Muti)... ma ridurlo a un "maestro di banda da paese" è un giudizio ingiustamente riduttivo e, scusami, superficiale.
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#182 beignet

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Inviato 22 aprile 2010 - 10:28

Ma io non do giudizi tecnici, perché non ne sono in grado e non mi interessa neanche tanto la pratica. Io esprimo un'opinione in base a quanto un'esecuzione mi dà e mi lascia, cosa mi rivela e su cosa mi fa riflettere.
Muti non mi dà niente. Poi è ovvio che una serie di cose le avrà fatte bene, e mi rendo conto che ha un'alta reputazione. Ma per i miei gusti continua a essere un sopravvalutato musicante, quindi lo evito, a costo di perdermi qualche perla.

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#183 Notker

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Inviato 22 aprile 2010 - 16:09

chiaro...
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#184 beignet

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Inviato 06 luglio 2010 - 13:00

Riesumo il thread perché ho letto della morte di Cesare Siepi, che dopo Giulietta Simionato e Giuseppe Taddei è il terzo mostro sacro dell'opera che se ne va nel giro di pochi mesi.

Ovviamente di Siepi giornali e TV parleranno ancor meno che degli altri due perché da molti anni viveva all'estero e ha sempre fatto una vita riservatissima e tranquilla.
Però mi andava di ricordarlo, perché è stato forse il più grande basso di sempre, con una carriera lunghissima e sempre di classe eccelsa.
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#185 Notker

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Inviato 06 luglio 2010 - 13:26

hai fatto bene a ricordarlo
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#186 RogerCrimson

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Inviato 06 settembre 2010 - 00:58

Nessuno ha visto il Rigoletto-soap-kolossal della Rai con Domingo che fa finta di essere un baritono?
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#187 virginia wolf

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Inviato 06 settembre 2010 - 07:08

Nessuno ha visto il Rigoletto-soap-kolossal della Rai con Domingo che fa finta di essere un baritono?


Io, purtroppo  :-[ 

Si salvano solo Mantova e Raimondi.
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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#188 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 06 settembre 2010 - 10:26




invece di corrodere i neuroni con sta merda, vi consiglio di sintonizzarvi ora su Rai1 per seguire Il Rigoletto di Verdi in diretta e dai luoghi originali (Mantova).
riaccendete i neuroni e la passione


E' uno scherzo, vero?


per nulla


Ma se è stata una mezza boiata sia musicalmente che registicamente?
In particolare con un protagonista anziano che canta da tenore una parte scritta da Verdi per baritono? (Chiedo scusa per l'OT; magari è il caso di discuterne in altra sezione)


addirittura boiata?
a me non è sembrata tale, considerando poi la difficoltà organizzativa di una cosa del genere. Non so se hai visto 10 anni fa La Traviata in diretta o anche la Tosca, quasi 20 anni fa, curate da Patroni Griffi; furono estremamente complesse da realizzare e con momenti di "sbavatura" credo inevitabili. Questo sotto il profilo della regia e messa in scena. Oggi è andata molto meglio, grazie anche alle nuove possibilità tecnologiche.
musicalmente, certo, si tratta di un programma pensato per le masse, per cui si utilizzano i nomi celebri, altisonanti, che magari non sempre possono sembrare idonei per questa o quell'opera.
cmq, Domingo (che dei tre tenerones è sempre stato quello che mi piaceva di più) ha un registro che è sempre stato tra i tenorile e il baritonale; io l'ho sentito cantare più di una volta come baritono; ha persino cantato in ruoli wagneriani. Certo è un baritono "leggerino", non ha quella profondità di un Raimondi (anch'egli presente in questo Rigoletto) ma secondo me è stato più che decente; il suo timbro da baritono acido ben si confà con il carattere del personaggio.
Metha... e vabè... siamo sempre lì, è un nome famoso; io non lo amo molto, anzi... però ha dato del Rigoletto almeno una lettura accademica.

cmq, lo so che non è mai un bel discorso da fare ma, in tempi in cui cominciamo a essere di nuovo bombardati da fenomeni da baraccone grotteschi subdolamente fatti passare per programmi musicali (basta leggere il thread su X-factor che macina pagine a tutto spiano, riempito di contenuti anche simpatici ma musicalmente fuorvianti e INQUINANTI), anche un programma come Il Rigoletto, con tutti i suoi limiti, è come aver bevuto un bicchiere di acqua fresca.

peccato che ho perso il terzo atto... troppo tardi per me che sono vecchietto e vado a letto con le galline e mi sveglio con i galli. :(

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#189 satyajit

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Inviato 12 settembre 2010 - 14:23

Visto il primo atto. Pessimo.
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#190 RogerCrimson

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Inviato 17 settembre 2010 - 02:07

Tra gli appassionati d'opera che conosco, almeno il 95% ha espresso critiche severissime su tutta l'operazione, sia sulla regia che sulla qualità musicale. C'è stata qualche voce isolata che ha lodato la cosa.
Mi risulta anche che gli ascolti Tv siano stati molto al di sotto delle aspettative.
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#191 Notker

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Inviato 17 settembre 2010 - 12:48

Mi risulta anche che gli ascolti Tv siano stati molto al di sotto delle aspettative.


beh, questo non mi stupisce affatto...



cmq, per chiarezza, io non ho parlato di capolavoro o scemenze varie.
ho solo fatto notare che, nel panorama televisivo odierno e nel deserto (o quasi) culturale che è la tv italiana di oggi, un'operazione come quella del Rigoletto in diretta (come a suo tempo la Tosca e La Traviata) è da benedire.
poi, siccome si tratta di un prodotto destinato alle masse televisive, è ovvio che devi affidarti a nomi di grido, magari non sempre idonei ai ruoli da ricoprire.
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#192 satyajit

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Inviato 17 settembre 2010 - 13:16

Tra gli appassionati d'opera che conosco, almeno il 95% ha espresso critiche severissime su tutta l'operazione, sia sulla regia che sulla qualità musicale. C'è stata qualche voce isolata che ha lodato la cosa.
Mi risulta anche che gli ascolti Tv siano stati molto al di sotto delle aspettative.


Secondo me la cosa veramente deludente è stata la regia. Intorno alla coppia Bellocchio/Storaro le mie aspettative erano alt®e.
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#193 satyajit

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Inviato 11 ottobre 2010 - 22:42

E' morta la Sutherland, una delle più grandi voci di sempre, dotata di una tecnica sbalorditiva (e di una pronuncia pessima).
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#194 Notker

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Inviato 12 ottobre 2010 - 06:59

E' morta la Sutherland, una delle più grandi voci di sempre, dotata di una tecnica sbalorditiva (e di una pronuncia pessima).


mi dispiace proprio tanto... :(



aggiungo: leggendaria la sua Lucia di Lammermoor, glorificata dalla stessa Callas, che le valse il soprannome de "la Stupenda"

tra l'altro, leggendo su wiki, mi accorgo che aveva un repertorio vastissimo!
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#195 sheikyerbouti

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Inviato 12 ottobre 2010 - 09:47

E' morta la Sutherland, una delle più grandi voci di sempre, dotata di una tecnica sbalorditiva (e di una pronuncia pessima).


r.i.p.
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#196 virginia wolf

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Inviato 12 ottobre 2010 - 12:24

E' morta la Sutherland, una delle più grandi voci di sempre, dotata di una tecnica sbalorditiva (e di una pronuncia pessima).


Una delle più grandi vocaliste in assoluto. Con la Callas ha contribuito alla cosiddetta Bel canto Renaissance.

R.I.P.
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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#197 Slowburn

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Inviato 13 dicembre 2010 - 15:44

Ciao,mi permetto di riesumare il thread, anche se non l'ho letto tutto,per portare un piccolo contributo a chi ama Maria Callas come me.
Premetto che per me la lirica e' prima di tutto Musica,quindi e' fondamentale ascoltare,poi gli allestimenti,le "firme" di questo o quel regista,le scenografie etc. sono importanti per rappresentare in teatro questa particolare "forma" d'Arte che unisce teatralita' e Musica,tuttavia l'Opera va anche e soprattutto ascoltata,e con attenzione,secondo il mio modesto parere.
Riguardo la Callas a me interessano molto le sue interpretazioni delle Opere di Verdi,perche' ritengo che siano davvero uniche e,in alcuni casi,come Violetta nella Traviata,la Callas sia stata l'unica interprete capace davvero di intendere nel profondo il senso del messaggio verdiano.

Azzardo a dire che se Verdi aveva pensato ad una particolare Violetta,questa non poteva che essere la Callas!

A tal proposito riporto un passo tratto da un'intervista alla Callas,all'indomani delle recite londinesi del 1958,perche' ritengo sia un breve e sintetico esempio di come una persona che nasce con un talento puro riesca ad annullare se stessa,per porsi umilmente e con sacrificio alla ricerca della perfetta interpretazione,della perfetta sincronia tra il proprio essere,fatto di personalita',voce,talento ma anche umanita',fisicita'  e l'Opera che va ad affrontare,ad interpretare,a cercare di viverla e renderla fruibile il piu' possibile al pubblico che ascolta e guarda.. .quindi essere il "gancio tra l'intenzione originale (e,quindi,pura) del compositore e la sua proiezione teatrale.

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#198 Slowburn

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Inviato 13 dicembre 2010 - 15:50

Ops. . .sorry,mi e' partito il messaggio!

Ad ogni modo,riporto il passo:

"A proposito della Traviata, i primi tempi nessuno mi capiva.
Mi battevo da anni per infondere un senso di malattia  nella voce di Violetta. Insomma,e' una donna malata. E' tutta questione di fiato,ci vuole una gola molto pulita per sostenere questo modo di cantare.
E cosa hanno detto? 'La Callas e' stanca,la voce e' stanca'.
Ma era proprio l'impressione che volevo creare.
Come puo' Violetta essere in quello stato ed emettere suoni forti e rotondi?
Sarebbe ridicolo. All'ultimo atto e' perfino stato detto 'La Callas ha problemi di fiato'.
Grazie a Dio avevo raggiunto il mio scopo; era la prova che venivo apprezzata.
Adesso le altre Violette criticano se sentono una voce 'sana'.
Vogliono la caratterizzazione.
Ma il merito non te lo attribuiscono subito; a volte non te lo attribuiscono mai." Maria Callas.


. . . . :)
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#199 beignet

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Inviato 13 dicembre 2010 - 16:31

Non passo di qui da parecchio, ma mi associo a chi pensa male e malissimo di quell'imbarazzante Rigoletto passato in tivù e spacciato come operazione culturale. Persin più brutto di quella tremenda Traviata con Cura e la patetica ombra di un ex Grande come Panerai (il nome del soprano l'ho rimosso), e così brutto da far sembrare un capolavoro il primo esperimento della serie, cioè la famosa Tosca nei luoghi e nelle ore di, che almeno qualche bella cartolina di Roma la dava.
In questo Rigoletto non ho trovato alcun valore musicale, e gli aspetti registici, così come quelli visual-cinematografico-televisivi non solo non erano all'altezza dei soldi spesi e dei nomi coinvolti, ma erano di livello dilettantesco - per essere gentili. Credo che neppure le fiction con la Arcuri e Gabriel Garko siano così mal dirette.
Sembrava che non si fosse trovato un modo migliore per continuare a far lavorare cantanti che dovrebbero essere in pensione da molti, molti anni e invece perseverano, sbriciolando la propria dignità artistica e rischiando di compromettere anche il rispetto degli appassionati per la loro carriera.

Mi associo pure al ricordo della Sutherland, suprema emettitrice di suoni incomprensibili, ma di incomparabile bellezza. L'interprete non mi ha mai fatto né caldo né freddo.

La Callas, e uso frasi fatte per far prima e non spataffiare troppo, semplicemente E' la Musica; non canta i personaggi, li crea. 
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#200 Slowburn

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Inviato 14 dicembre 2010 - 16:05

Gia'. . . .certamente e' facile osannare la Callas, molto e' stato scritto e sarebbe tutto troppo semplice dire che era la numero 1 etc. . .
Pero' penso che fintanto che non la si ascolta non si puo' capire,oppure semplicemente immaginare la grandezza,la sua vera unicita'.

Inoltre penso (almeno questo succede a me. . .)che fiumi di parole scritte su di lei non debbano distogliere l'attenzione dalla continua scoperta e stupore riguardo questa artista. Per esempio io ho scoperto,ritornando alla Traviata,che lei e' stata la prima in assoluto a unire,se cosi si puo' dire in parole molto povere,il belcanto e il realismo musicale dell'Opera.La Traviata e' un'Opera che definisce l'inizio del realismo musicale,solo che la continua ricerca del virtuosismo dei cantanti li distoglieva dalla necessaria carica espressiva e reale di cui questa Opera necessita. La Callas fa un'operazione inversa: lei sfoggia il belcanto ma aggiunge quella componente di verita' e drammatica realta' di Violetta,seguendo le indicazioni di Verdi e aggiungendo,creando il personaggio,con tutta se stessa. Questo mi affascina moltissimo,mi intriga,mi incurioscisce,ho ascoltato alcune registrazioni ufficiali e live e debbo dire che questo realismo musicale e' cosi tangibile,cosi vero,che le prime volte mi sconvolgeva!
Da li altre opere di Verdi mi hanno intrigato,sempre nella rappresentazione della Callas,e ho sempre riscontrato quel particolare "momento" di estasiante bellezza. . . .e l'Opera,che prima sentivo lontana,diventa piu' vicina,piu' vera,piu'. . .universale! E' difficile da spiegare. .

Riguardo al Rigoletto fatto alla rai,pure io ho visto qualcosa,ma poi non avevo il tempo. . .beh. . .a me sembrava una storiella da fiction,pero' ho apprezzato il fatto che televisivamente non e' facile (immagino) allestire un'Opera,la stessa tecamera fuorvia tutto il senso,esigenze di ripresa,etc. . . mi e' sembrato (pero' non ho visto tutto. . ) che i cantanti "postassero" troppo di fronte alla tv,facendo,quindi,venir meno il vero senso dell'Opera.

Trovo comunque sia stata una operazione coraggiosa. . . purtroppo gli ascolti bassi non facilitano le cose,allora continuamo ad avere la tv che ci meritiamo va!

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