http://www.ondarock....esdc-dogrel.htm
Metto qui, che dato il chiacchiericcio intorno al disco non mi va di disperderlo nel topic delle uscite del 2019.
Un paio delle più belle:
Inviato 28 aprile 2019 - 11:25
http://www.ondarock....esdc-dogrel.htm
Metto qui, che dato il chiacchiericcio intorno al disco non mi va di disperderlo nel topic delle uscite del 2019.
Un paio delle più belle:
Inviato 29 aprile 2019 - 15:36
Posso dire che mi sembra la solita minestra e non il miracolo che tutti decantano?
Inviato 29 aprile 2019 - 18:09
tra i gruppi post-punk revival 2 la vendetta, i più potabili.
ad ogni modo li evito e cerco di nascondere a me stesso il fatto che il revival anni '90 è agli sgoccioli.
stanno ritornano gli '80, quindi ci rivediamo tra 10 anni.
aloha
Inviato 07 maggio 2019 - 10:11
Francamente eviterei di impelagarmi in discussioni su se l'ennesimo revival sia proprio così necessario, certo che non lo è, però poi si finisce col dire che rievocare non ha nessun senso per poi però entusiasmarsi per il ritorno degli ennesimi dinosauri riuniti.
Io poi personalmente, preferisco dieci ottime canzoni passatiste che un disco dal suono nuovo che però si ferma a due singoloni interessanti.
Detto questo a me i Fontaines D.C. mi sembra vadano abbastanza oltre al revival post punk di Idles e Shame, che mettano nel frullatore un bel po' di elementi in più: i tardi Clash (Sha Sha Sha), i Blur (BIBL), più in generale il divismo del britpop (Big), i Cure (The Lotts), l'inevitabile folk irlandese.
Peraltro li vedo molto più vicini agli Shame, per la loro evidente voglia di melodiare, piuttosto che agli Idles che mi sembrano più punk e basta.
Inviato 23 maggio 2019 - 20:04
bel dischetto alla fine dai, fila via bene.
il cantante e' di quelli che declama, ma alla fine essendo irlandese e' melodico il giusto e non annoia.in roy's tune la cadenza sembra un po' quella di born slippy, e in generale c'e' varieta' in abbondanza.
un po' di rock ogni tanto ci vuole e loro hanno il miscuglio giusto. idoletti locali come la girl band, il solito post punk, ma anche garage 60s, velvet, pogues, etc. tra le influenze. in liberty belle poi sembrano i vaccines. loro sembra abbiano la passione comune per la poesia ed in effetti le parole scivolano via bene. e il cantante proclama con l'attitudine giusta.
i fall e tutto quanto, ma mi chiedo se in quest'ondata di canzonettari che non cantano influisca anche il fatto che il rap e' diventato il linguaggio pop dominante. magari la melodia compiuta interessa meno.
se devo fare un appunto, nell'LP hanno mixato la voce un po' troppo alta e distaccata dal resto, in boys in the better land le chitarre sarebbero perfette un po' piu' alte nel mix.
Inviato 24 maggio 2019 - 19:25
i fall e tutto quanto, ma mi chiedo se in quest'ondata di canzonettari che non cantano influisca anche il fatto che il rap e' diventato il linguaggio pop dominante. magari la melodia compiuta interessa meno.
Non sono d'accordo, quest' approccio negli artisti ai quali Fontaines, Idles guardano cè sempre stato, e se il rap è il linguaggio dominante lo è più che mai, nella sua forma pop, in una maniera che alla melodia non rinuncia mai [insomma l'opposto dei canzonettari che non cantano].
The core principle of freedom
Is the only notion to obey
Inviato 24 maggio 2019 - 22:15
Ma la melodia c’è in abbondanza anche qui eh, solo in secondo piano rispetto alla “parola”.
Comunque sì, l’ho buttata lì come una suggestione, non sono troppo convinto neanch’io. Come riferimenti espliciti loro sono da tutt’altre parti (e se provassi a dirglielo mi riderebbero in faccia).
Inviato 25 settembre 2019 - 08:01
Posso dire che mi sembra la solita minestra e non il miracolo che tutti decantano?
Posso dire che avevo detto una discreta cazzata?
L'ho ripreso nelle scorse settimane e l'ho rivalutato tantissimo. Discreta bomba.
La cosa che mi fa incazzare però è che mi ricordano tantissimo uno dei tanti gruppi usciti a cavallo di quell'ondata post-punk di inizio millennio tipo Art Brut e simili ma mannaia la culonna non ne ricordo il nome. Forse i Futureheads.
Inviato 25 settembre 2019 - 08:48
bravo! pero' non mi ricordano molto i futureheads (piu' wave ed angolari) o gli art brut (piu' arty ed ironici). magari poi fammi sapere quanto lo scopri, e che pezzi in particolare.
Inviato 25 settembre 2019 - 11:08
Visto che vi stanno piacendo, insisto con questi altri dublinesi. Disco un pelo meno bello, più omogeneo, che carica il genere di dark e dramma. Produce Flood e si sente, grazie a tanti adorni dark come archi decadenti e fumi.
Murder Capital - When I Have Fears
https://www.ondarock...nihavefears.htm
Inviato 10 marzo 2020 - 16:12
non hanno ovviamente ricevuto il memorandum artificio vs spontaneita'.
Inviato 08 maggio 2020 - 21:33
Inviato 03 giugno 2021 - 11:13
Ma era stato aperto un topic per A Hero's Death oppure semplicemente non è fregato a nessuno del disco? Non trovo niente...
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
Inviato 03 giugno 2021 - 14:22
Inviato 03 giugno 2021 - 14:29
video fantastico, purtroppo non riesco a dire lo stesso di loro come gruppo, carucci, bravini, innocui. Meglio, molto meglio i cazzutissimi idles che avete già citato.
www.crm-music.com
Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.
Inviato 03 giugno 2021 - 14:43
Inviato 03 giugno 2021 - 20:00
Disco per me di gran lunga inferiore a questo esordio. Qualche bella canzone, ma il resto monotono e incancrenito su questo postpanche trito e ritrito, laddove il primo esuberava in stili e riferimenti.
Il problema di questo per me è che i pezzi partono bene ma poi rimangono pressoché uguali per l’intera durata venendo a noia.
Ok, io tutto questo ma esattamente al contrario.
Poi stando solo ad A Hero's Death mi sembra pigro buttarli nel carrozzone post-punk che ingoia tutto e tutti, alcuni episodi più morbidi sembrano addirittura gli Interpol di Antics. Un lavoro calibrato sulle atmosfere, pezzi acuminati e un trasporto vocale non settato in modalità cavernicolo (senza offesa a Joe Talbot e Jason Williamson, figurarsi).
E' un disco poco debitore a vari riferimenti, coinciso ed evocativo. A un anno di distanza il tempo non ha mostrato nessun fianco.
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
Inviato 03 giugno 2021 - 20:49
Inviato 05 giugno 2021 - 05:35
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
Inviato 05 giugno 2021 - 08:42
Inviato 05 giugno 2021 - 15:14
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
Inviato 24 giugno 2021 - 10:06
Ascoltato Dogrel: nulla di nuovo sotto la luna (Clash, Fall,Cure, persino Maximo park, fate voi), ma disco sempre sul pezzo, asciutto, diretto, concentratissimo e sempre a fuoco, all killer no filler, anche se non impazzisco per il pezzo lento finale.
L'attimo fuggente: quell' aaaaaaAAAAAAAHHhhhaaaaaaaaa all'inizio di Too real
Inviato 12 gennaio 2022 - 19:31
Nuovo singolo per nuovo album.
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
Inviato 12 gennaio 2022 - 21:35
Inviato 12 gennaio 2022 - 22:28
Nuovo singolo per nuovo album.
carina
Inviato 17 febbraio 2022 - 14:38
Nuova
Inviato 18 febbraio 2022 - 15:04
Nulla di nuovo ma almeno sanno arrangiare i pezzi. Certo, nulla che non sia stato fatto tante volte ma hanno un certo tocco cinematografico piu' varie trovate (ad es. il basso chitarroso di Jackie).
Pero' ad esempio quest'ultima perche' deve avere come ritornello quel rant amelodico; alla fine il testo (che e' quello che conta) resta uno sbrocco politicizzato da post-adolescente. Contenti loro ma le strofe sono meglio
Inviato 18 febbraio 2022 - 16:05
Inviato 26 aprile 2022 - 21:27
Inviato 26 aprile 2022 - 21:41
Ehm, tecnicamente non è ancora online. Mi sa che Google ha tirato uno scherzetto.
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 26 aprile 2022 - 22:39
Inviato 26 aprile 2022 - 23:05
AhahahahahaL’irlandese che si integra con difficoltà nel tessuto sociale inglese, non di rado tuttora associato alla drammatica faccenda dell’IRA.
La scelta di vivere nella Old England
Inviato 26 aprile 2022 - 23:18
AhahahahahaL’irlandese che si integra con difficoltà nel tessuto sociale inglese, non di rado tuttora associato alla drammatica faccenda dell’IRA.
La scelta di vivere nella Old England
"old england", ma si può
vabbeh dai, una nuova categoria che ha sostituito "il mancuniano con il cappellino e la voce di Smith"; si cambia
PANCAROTTO + KUEDO = PERFEZIONE
Inviato 27 aprile 2022 - 10:34
Ehm, tecnicamente non è ancora online. Mi sa che Google ha tirato uno scherzetto.
Se non altro già sappiamo quale sarà il disco del mese di maggio.
Inviato 03 maggio 2022 - 17:32
Inviato 03 maggio 2022 - 17:36
Tankian complimenti, hai indovinato!
Grazie, anche se in realtà non ho indovinato. Era specificato nel link di anteprima che la recensione sarebbe stata scelta come disco del mese.
Inviato 03 maggio 2022 - 17:40
Inviato 03 maggio 2022 - 18:08
Per come la vedo io: non sono sopravvalutati.
Non mi piacciono, li trovo poco originali, decisamente piatti dal punto di vista delle cose che cerco in una composizione, e senz'altro lontano dal mio gusto.
Ma nel loro campo non saprei indicare qualcuno che stia facendo meglio. Quale campo? Beh, quello del riciclaggio & riattualizzazione delle sonorità post-punk a uso e consumo del popolo alternativo che, orfano di un po' tutto, oggi stravede per questo genere di revivalismo e per ben poco altro. È in questo senso che credo sia scorretto parlare di sopravvalutazione. Incarnano i valori musicali di quella parte (minoritaria, ma stando ai numeri dello streaming senz'altro non trascurabile) degli ascoltatori che si riconosce in una precisa continuità, che affonda le sue radici negli anni immediatamente a cavallo fra 70 e 80, prosegue con l'indie e poi l'alternative anni 90, si abbevera comunque sia alla fonte del britpop più trad-rockeggiante, e in qualche modo arriva a oggi. Non è il mio percorso e non riesce ad attirarmi, ma posso capire le reazioni: con quello spoken word trascinato che viene dai Fall ma almeno dagli Slint è una mossa profonda e intellettualissima, l'accento che aggiunge artefatta credibilità, il bassone ben in vista, il sound mesto e ripetitivo col ritmetto furbo perché la palpebra non cali troppo, tutti i pezzi si incastrano come in un puzzle. Per chi viene da quella scuola e aveva passato gli ultimi anni a chiedersi dove fossero di colpo spariti i suoi riferimenti, l'avvento di una band di questo tipo è stato ed è ancora, figurativamente, un'apparizione di Babbo Natale quando ormai eri straconvinto non esistesse.
Qualcuno su Facebook, commentando il disco del mese, scriveva che sarebbero "la band più sopravvalutata di sempre": ecco, questa sì mi sembra una sopravvalutazione bella e buona, che identifica l'universo indie/alternative con la totalità dell'esistente e trascura il fatto che, fuori dal circoletto delle testate indie e relativo pubblico, Fontaines & accoliti sono un fenomeno essenzialmente inesistente (questo almeno fino a ieri, con questo nuovo album vedremo).
Certo, diventano sopravvalutati se li si identifica coi salvatori del rock, gli si attribuisce sai quale centralità nell'evoluzione musicale di questi anni: sono fanservice per una specifica comunità, non c'è nulla di male nell'esserlo ma appunto è giusto circostanziare. Questi però sono giudizi di carattere storico, non di apprezzamento, e non credo che occupino più di tanto la mente di chi legittimamente li ammira perché hanno un sound figo e fanno dei dischi capaci di entusiasmare.
Comunque ci ho provato: nonostante la buona partenza corale con "In ár gCroíthe go deo", che mi fa pensare più ai These New Puritans dei tempi d'oro che all'ennesima ventata di squallore metropolitano, e al groove ammetto assai efficace di "Jackie down the line", a me gran parte di questi brani non dice proprio niente, né mi spinge a riascoltare perché chissà mai magari devo solo entrarci un po'. Ma d'altronde mi rompono i coglioni pure i Joy Division, insomma, non è che mi sorprenda troppo di me stesso. Non è un progetto rivolto a me. Fra gli altri episodi in qualche modo soddisfacenti, comunque, ho trovato in generale quelli che spingono la paraculaggine di fondo in territori più Madchester: con una melodia degna del nome "Roman Holiday" probabilmente mi convincerebbe, e anche la title-track spacca finché non parte la voce (e con essa le insopprimibili bestemmie da parte mia).
Nel complesso, visto anche il bacino di utenza di Ondarock, disco mediocre (senza essere davvero brutto) e scelta azzeccatissima.
Inviato 03 maggio 2022 - 19:50
Beh, loro sono proprio il gruppo su misura del lettore di Ondarock, erano un disco del mese pressoché obbligato. L'album gli è peraltro entrato al numero 12 in Italia, risultato pazzesco, anche se la prossima settimana sarà già sprofondato.
Ovviamente è una band che può avere suddetto riscontro solo in questo preciso periodo storico, quindi chapeau a loro per aver indovinato così bene il timing. Su Ondarock vediamo il post-punk venire ripreso ormai da decenni, ma un conto è farlo fra il 2000 e il 2010 col rock in declino ma ancora vivo, e un conto intorno al 2020, con la situazione ridotta a un equivalente delle riverse per i pellerossa.
Non hanno un ventesimo del talento degli Horrors, ma fare post-punk all'epoca significava soltanto copiare i Joy Division, a prescindere che fosse vero o meno (il 95% delle volte non lo era), oggi invece fare post-punk significa evidentemente tenere in vita la "vera musica".
Perché allora questa mania prende solo loro e non altri? Beh, primo non è vero che prende solo loro, si veda gli importanti risultati commerciali delle Wet Leg di cui parlavamo pochi giorni fa, e secondo, come in ogni situazione una band che catalizza l'attenzione più di altre ci deve essere.
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 03 maggio 2022 - 20:12
Buon disco per me, direi un 7. Meglio del precedente, si ascolta con piacere a parte quella palla della canzone con l'organetto che sarebbe dovuta durare la metà e anche Nabokov non mi fa impazzire.
Successo per me comprensibile, rispetto a parecchi altri hanno l'orecchio per la melodia, il cantante ha personalità (non trovo sbagliati i riferimenti a Gallagher) e la band sa come vestire i pezzi con gusto regalando la giusta dose di dramma. Restano poco sorprendenti nello sviluppo dei pezzi, gli manca qualcosa per farmi veramente strappare i capelli ma penso che me lo riascoltero'.
Inviato 03 maggio 2022 - 21:02
Per me invece è un mezzo passo indietro sia rispetto all'esordio (che rimane il loro miglior album) sia rispetto al suo seguito. E mi rammarica il fatto che, nonostante la giovane età, abbiano già perso quella sana componente rock 'n' roll che caratterizzava, per esempio, un brano come "Boys in the Better Land", che per me fu una rivelazione.
Detto questo, loro rimangono bravi e si meritano tutto il successo (anche se, mi ripeto, paradossalmente lo stanno ottenendo con quello che è fin qui il loro lavoro più debole).
Inviato 04 maggio 2022 - 07:29
A me sta piacendo parecchio e non l'avrei mai detto dopo la delusione del secondo. Che però credo andrò a recuperarmi in sti giorni.
Primo inarrivabile.
Inviato 05 maggio 2022 - 00:29
Per come la vedo io: non sono sopravvalutati.
Non mi piacciono, li trovo poco originali, decisamente piatti dal punto di vista delle cose che cerco in una composizione, e senz'altro lontano dal mio gusto.
Ma nel loro campo non saprei indicare qualcuno che stia facendo meglio. Quale campo? Beh, quello del riciclaggio & riattualizzazione delle sonorità post-punk a uso e consumo del popolo alternativo che, orfano di un po' tutto, oggi stravede per questo genere di revivalismo e per ben poco altro. È in questo senso che credo sia scorretto parlare di sopravvalutazione. Incarnano i valori musicali di quella parte (minoritaria, ma stando ai numeri dello streaming senz'altro non trascurabile) degli ascoltatori che si riconosce in una precisa continuità, che affonda le sue radici negli anni immediatamente a cavallo fra 70 e 80, prosegue con l'indie e poi l'alternative anni 90, si abbevera comunque sia alla fonte del britpop più trad-rockeggiante, e in qualche modo arriva a oggi. Non è il mio percorso e non riesce ad attirarmi, ma posso capire le reazioni: con quello spoken word trascinato che viene dai Fall ma almeno dagli Slint è una mossa profonda e intellettualissima, l'accento che aggiunge artefatta credibilità, il bassone ben in vista, il sound mesto e ripetitivo col ritmetto furbo perché la palpebra non cali troppo, tutti i pezzi si incastrano come in un puzzle. Per chi viene da quella scuola e aveva passato gli ultimi anni a chiedersi dove fossero di colpo spariti i suoi riferimenti, l'avvento di una band di questo tipo è stato ed è ancora, figurativamente, un'apparizione di Babbo Natale quando ormai eri straconvinto non esistesse.
Qualcuno su Facebook, commentando il disco del mese, scriveva che sarebbero "la band più sopravvalutata di sempre": ecco, questa sì mi sembra una sopravvalutazione bella e buona, che identifica l'universo indie/alternative con la totalità dell'esistente e trascura il fatto che, fuori dal circoletto delle testate indie e relativo pubblico, Fontaines & accoliti sono un fenomeno essenzialmente inesistente (questo almeno fino a ieri, con questo nuovo album vedremo).
Certo, diventano sopravvalutati se li si identifica coi salvatori del rock, gli si attribuisce sai quale centralità nell'evoluzione musicale di questi anni: sono fanservice per una specifica comunità, non c'è nulla di male nell'esserlo ma appunto è giusto circostanziare. Questi però sono giudizi di carattere storico, non di apprezzamento, e non credo che occupino più di tanto la mente di chi legittimamente li ammira perché hanno un sound figo e fanno dei dischi capaci di entusiasmare.
Comunque ci ho provato: nonostante la buona partenza corale con "In ár gCroíthe go deo", che mi fa pensare più ai These New Puritans dei tempi d'oro che all'ennesima ventata di squallore metropolitano, e al groove ammetto assai efficace di "Jackie down the line", a me gran parte di questi brani non dice proprio niente, né mi spinge a riascoltare perché chissà mai magari devo solo entrarci un po'. Ma d'altronde mi rompono i coglioni pure i Joy Division, insomma, non è che mi sorprenda troppo di me stesso. Non è un progetto rivolto a me. Fra gli altri episodi in qualche modo soddisfacenti, comunque, ho trovato in generale quelli che spingono la paraculaggine di fondo in territori più Madchester: con una melodia degna del nome "Roman Holiday" probabilmente mi convincerebbe, e anche la title-track spacca finché non parte la voce (e con essa le insopprimibili bestemmie da parte mia).
Nel complesso, visto anche il bacino di utenza di Ondarock, disco mediocre (senza essere davvero brutto) e scelta azzeccatissima.
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
Inviato 05 maggio 2022 - 05:29
E invece sbagli. Non so bene chi siano i "vi" con cui polemizzi, ma posso risponderti per me stesso.
La cosa delle "ricettine" non è mica un problema: mi entusiasmo regolarmente per dischi che ne utilizzano, solo che essendo legato a filoni diversi anche le "ricettine" sono diverse. Non c'è niente di male. Giusto qualche settimana fa ho messo un 8 a un album che riscalda la minestra dei Godspeed You! Black Emperor e delle altre band similari, mettendo assieme i pezzi nel modo giusto. Senza essere originale (ma d'altronde non lo sono da tempo nemmeno i Godspeed You! Black Emperor) ma con personalità, proprio come i Fontaines DC. Un disco che risulterà un capolavoro a chi apprezza un certo sound già ben delineato, e dirà poco o niente agli altri. Proprio come.
Quello che si faceva vent'anni fa (ma anche oggi, magari non qui) era sostenere implicitamente o meno che la musica si potesse valutare in modo sostanzialmente obiettivo catalogandola in base all'innovazione e a puttanate come l'"urgenza espressiva" e la "seminalità". Quel che dico oggi è più francamente che in alcune cose l'originalità non la vedo (limite mio, mi sa) e non mi entusiasmano perché non è il mio genere (forse non mi entusiasmerebbero nemmeno se suonassero nuovissime), che in altre non la vedo e mi va benissimo così, e che i dischi originalissimi di questi anni probabilmente mi piaceranno fra venti o mai, e che manco li sto/stiamo ascoltando perché appartengono a generi da cui mi sento/ci sentiamo lontani. A volte però provo a farmi un'idea del perché ciò che a me non piace attragga altri.
Presunzione? Boh, come vuoi. Per me hai letto il post supponendo un certo atteggiamento e hai ignorato le evidenze contrarie. Il "somaro", per dire, è del tutto tuo. Il "retrogrado" no, ma da rimasto sotto terminale degli anni Settanta credo di poter affermare con onestà di esserlo anch'io e fino al midollo. Soprattutto, poi, mi sembra che tu abbia scambiato il giudizio di "artefatto, fatto a misura di X" come una stroncatura in sé, ma non lo è affatto perché il 90% della musica che mi piace è fatta tenendo ben presente il proprio pubblico, atteggiandosi a questo o a quell'altro, e riciclando a man bassa cose già fatte da altri. Mi sa davvero che a leggere il ragionamento con la mentalità di 20 anni fa sei stato tu.
Inviato 05 maggio 2022 - 10:44
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
Inviato 05 maggio 2022 - 10:54
Ovvio che i Russo, Amoroso, Roma e altri se ne sono andati, qua circola ormai un aria viziata e asfissiante.
Mica ho capito cosa c'entri Wago con l'abbandono di gente che è andata via cent'anni fa per tutt'altri motivi...
(so che non gli serve l'avvocato, ma intervengo lo stesso perché in generale la politica del "per colpa tua è andato via tizio o caio" la trovo davvero malsana. Vieppiù se, come in questo caso, è del tutto fuori fuoco. Ma anche fosse stata a fuoco).
Poi non ho capito cosa ci sarebbe di male nell'analizzare il pubblico. A me sembra evidente che i Fontaines D.C. oggi li ascoltino perlopiù nostalgici e/o conservatori (a livello musicale, non di intenzione di voto ), perché non dovrebbe essere detto? Non si tratta di giudizio di merito, si tratta di analisi sociologica della musica, cosa che ormai è tabù da queste parti visto che viene presa come attacco personale manco stessimo parlando a un gruppo di estremisti woke, ma nei fatti esiste eccome.
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 05 maggio 2022 - 11:53
I Fontaines D.C. massacrati? La stampa si farebbe infilare un cactus anche nei più reconditi orifizi dal loro cantante e sarebbe in seguito pronta a giurare di averlo trovato piacevole. Mi sembrano ben altri i gruppi che sono stati massacrati (per esempio, chi faceva post-punk dieci/quindici anni fa).
Tra due anni torniamo per vincere.
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