Inviato 06 gennaio 2019 - 14:07
Per me l'esperimento può dirsi riuscito in pieno, comunque. Un film-commento "strutturalista", che non so se mi sarebbe piaciuto se non avessi visto il film di Dario Argento, anzi: credo proprio di no: Guadagnino ha l'intenzione di rispettare la pellicola di base, comprendendone il senso e analizzandone i rapporti interni, senza scimmiottarla e senza perderne ogni legame, e segue tale intenzione punto per punto. Un esempio di studio dell'opera di partenza in senso etimologico, quasi. Alla fiaba horror del '77 si fanno domande e si interrogano gli spazi vuoti (cosa succederebbe se si facesse affiliare alla RAF una studentessa? Lo psichiatra si interessa di occultismo, perché? Qual è l'organizzazione interna della congregazione delle insegnanti? E soprattutto, il topos dell'innocente americana nella gotica europa: solo un caso? Perché proprio la danza?) e come in ogni fiaba che si rispetti continuano a riconoscersi, seppur diluiti con grande perizia, gli elementi fondanti e i ruoli archetipici: su tutti, la coppia protagonista-antagonista, che si scioglie in una raffinata opposizione tra diversi impostori, e la conseguente sostituzione di un "nuovo" tipo di potere, amorevole, al "vecchio". Il film è geometrico come la danza (fascio)sabbatica del personaggio della Swinton - dallo stesso punto parte più di una linea (il perturbante dell'improvvisazione e della possessione: come si riflette sul resto del film? Domanda). Un ultimo dettaglio che ho apprezzato molto: come in Profondo Rosso, anche in questo rifacimento del successivo lavoro di Argento il finale si svela, allo spettatore attento, sin dall'inizio, e attraverso un dettaglio citazionistico che a quell'altezza non può che sembrare ozioso (per poi scoprire che non lo è). Il finale-finale, piuttosto che buttato lì, mi sembra il punto in cui riannodano le fila tra un'amore che è tutta affettività e la figura materna: da tenere in conto. In De Quincey, Mater suspiriorum è una sorta di dea dell'abiezione, notare.
E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...
... adesso
e la sua voce il grido di un uccello
sconosciuto,
3Jane che rispondeva con una canzone, tre
note, alte e pure.
Un vero nome.