Jeremy Saulnier
Il miglior regista horror che non ha ancora diretto un vero horror. L'orrore nei suoi film e' quello di un'America con troppe armi e troppi tribalismi, piena di linee di confine invisibili e fatali. Ispirato: uno dei miei pupilli.
2007 Murder Party
2013 Blue Ruin
2016 Green Room
2018 Hold the Dark
Su una sceneggiatura dell'amichetto Macon Blair (vedi il mio post qui sopra) tratta da un romanzo, Saulnier alza il tiro con un thriller cerimoniale, cupissimo e apocalittico, una specie di "Wind River" sotto peyote, rimanendo fedele ai suoi temi. Anche qui c'e' il personaggio che sconfina (anche se questa volta volontariamente) in un'Altra America dove le normali regole di convivenza e leggi sembrano non esistere. Conferma quindi in pieno di essere uno dei "miei" registi americani del decennio e, con una grossa mano dei paesaggi dell'Alaska, rilancia pure con una notevole carica visiva.
Detto cio', a un quarto d'ora dalla fine ero convinto di trovarmi davanti a un Signor Filmone, ma poi c'e' appunto il quarto d'ora finale... e boh, devo riflettere se e' una gran presa per il culo, se era finito il budget o se e' un finale coraggiosamente spiazzante.