Già ammazzato dalla distribuzione internazionale ecco finalmente il trailer di uno dei più importanti film di questo 2019
Inviato 06 febbraio 2019 - 09:23
Già ammazzato dalla distribuzione internazionale ecco finalmente il trailer di uno dei più importanti film di questo 2019
Inviato 17 aprile 2019 - 11:54
Visto "Dragged Across Concrete".
Mamma mia.
Ci sarebbe talmente tanto da dire che mi passa la voglia.
Unica certezza a questo punto, per quanto mi riguarda...
Inviato 17 aprile 2019 - 13:52
Non vedo l'ora di vederlo, purtroppo sperare in una sua uscita al cinema ormai penso sia dura, e sì che una volta almeno Mel Gibson era un nome da cartellone ma probabilmente non vogliono togliere sale a capolavori come i vari Acquaman o Captain Marvel.
Inviato 17 aprile 2019 - 13:55
Acquaman
Inviato 17 aprile 2019 - 14:11
...come quelli di Barbie Girl.
Inviato 17 aprile 2019 - 14:21
Non vedo l'ora di vederlo, purtroppo sperare in una sua uscita al cinema ormai penso sia dura, e sì che una volta almeno Mel Gibson era un nome da cartellone
Guarda, avevano piu' chance i film precedenti. Questo e' relativamente il piu' normale e il meno violento (anche se non mancano le badilate in faccia), ma e' il piu' attuale e politico. E Zalher ne ha per tutti, senza concessioni e senza reticenze, ma ovviamente ce l'ha a morte in particolare con il neo-puritanesimo dilagante. C'e' andata gia' di culo che non ha fatto la fine dell'ultimo Allen o del film di Louis CK.
Per quanto riguarda Gibson, e' il suo grande ruolo da vegliardo, anche perche' a suo modo il film e' anche una specie di versione ultra-crepuscolare di "Arma letale", o comunque degli action anni 80 e 90.
Inviato 17 aprile 2019 - 14:43
Scaric... recuperato. Appena ho una serata libera me lo sparo.
Inviato 17 aprile 2019 - 16:01
Vecchia intervista a Zahler molto interessante (gli piace anche Lovecraft of course ):
https://ilmanifesto....er-anima-metal/
Inviato 17 aprile 2019 - 16:38
Inviato 20 aprile 2019 - 11:43
Inviato 20 aprile 2019 - 14:46
Cine, mi hai convinto a guardarlo grazie a tutte le cose che tu reputi orrende.
Inviato 26 aprile 2019 - 19:21
Inviato 29 aprile 2019 - 14:08
Visto anch’io Dragged Across Concrete. Sinteticamente concordo con Tom: grande film con un grande Mel Gibson. Andando più nello specifico però mi sento di condividere paradossalmente anche alcune delle osservazioni di cinemaniaco. Per quanto mi riguarda le prime due ore di film fatte quasi solo di dialoghi, appostamenti e inseguimenti dilatati fino all’esasperazione con le linee narrative che pian piano si incontrano mi hanno tenuto incollato al divano. La resa dei conti invece mi ha completamente spiazzato. Sarà che dopo il crescendo di tensione mi aspettavo qualcosa di esplosivo come in Brawl in Block Cell 99 però la sparatoria finale è veramente lenta, lunghissima, anti-spettacolare (tutte le uccisioni avvengono in campo lungo) e va clamorosamente contro a tutte le regole del cinema d’azione. Insomma, dovrei rivederla. Il messaggio politico è sicuramente arrabbiato però non sono sicuro che mi sia piaciuto. Certo il ritratto dell’America che emerge dal film è spaventoso.
Inviato 29 aprile 2019 - 16:34
Inviato 29 aprile 2019 - 17:11
Va beh dai, spariamole sempre piu' grosse adesso. Il film porta avanti dall'inizio alla fine il suo discorso in maniera chiara: non puoi combattere o arginare il Male senza esserne contaminato e finire tu stesso a spargerne o a esserne vittima. Con la parabola dell'ostaggio rischia quasi il didascalico (e il totale nichilismo) in tal senso. Discorso esistenziale piu' che politico, ma l'attacco e l'aggancio al politicamente corretto e' comunque cruciale: credere di combattare il Male rimuovendolo da ogni discorso, azione e rappresentazione finisce solo per favorirlo e renderlo "invisibile". I due protagonisti seguono e stanano i soliti "diavoli" zahleriani perche' gli unici in grado di vederli, quasi fossero fantasmi.
Il vuoto lo vedi solo perche' ci tieni tanto a vederlo, in questa tua nuova fase "tutto e' noia e delusione".
Kris, vero, l'anti-spettacolarita' del finale ha spiazzato anche a me all'inizio, ma la trovo coerente con l'impianto noir, quasi melvilliano, del tutto. E' il Jackie Brown di Zahler.
Inviato 01 maggio 2019 - 09:28
Kris, vero, l'anti-spettacolarita' del finale ha spiazzato anche a me all'inizio, ma la trovo coerente con l'impianto noir, quasi melvilliano, del tutto. E' il Jackie Brown di Zahler.
Non ho ancora visto il film, ma mentre leggevo le considerazioni di Kristofferson sul finale mi è venuto in mente Melville in maniera pressoché pavloviana (ovviamente per me è un elemento di pregio). Devo vederlo quanto prima.
Inviato 02 maggio 2019 - 11:49
Inviato 06 giugno 2019 - 17:37
I registi-attori Matthew Kennedy, Adam Brooks, Conor Sweeney nella scena che piu' mi ha fatto ridere negli ultimi anni. Giuro.
Astron-6 [Adam Brooks, Jeremy Gillespie, Matthew Kennedy, Steven Kostanski, Conor Sweeney]
Collettivo di zuzzurelloni canadese, seguaci del cinema grindhouse come settato da Tarantino e Rodriguez. "Mansborg" e' gia' un piccolo classico del cinema no-budget del decennio, con il fuori di testa "Father-s Day" (per la Troma) hanno superato i maestri in fatto di follia e radicalita' trash, con "Void" (prodotto esterno al gruppo) hanno dimostrato di saperci fare anche con un prodotto serio. Il bravo della cumpa dovrebbe essere Steven Kostanski, infatti l'unico film in cui manca ("The Editor" - omaggio ai thriller italiani anni 70 e 80) e' il piu' debole, anche se comunque divertente.
2011 Manborg [Steven Kostanski]
2011 Father's Day [Adam Brooks, Jeremy Gillespie, Matthew Kennedy, Steven Kostanski, Conor Sweeney]
2014 The Editor [Adam Brooks, Matthew Kennedy]
2016 The Void [Jeremy Gillespie, Steven Kostanski]
2019 Chowboys [Adam Brooks, Jeremy Gillespie, Matthew Kennedy, Steven Kostanski, Conor Sweeney]
Peter Strickland
Regista inglese con parecchie affinita' con la coppia Catet - Forzani: anche lui ama il cinema weird anni 70, specialmente quello italiano (direttamente omaggiato in "Berberian Sound Studio") e crea film onirici, caleidoscopici e anti-narrativi. Comunque meno ostico e sperimentale della coppia belga, piu' portato all'eleganza che al delirio visivo. Probabilmente nei suoi film c'e' dentro anche molto amore per Polanski.
2012 Berberian Sound Studio
2014 The Duke of Burgundy
2018 In Fabric
Inviato 11 giugno 2019 - 21:15
I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった。」
Inviato 11 giugno 2019 - 22:12
Berberian Studio per me molto interessante, anche se alla fine forse gira un pochino a vuoto.
Poi insomma, oltre all'atmosfera e ad alcune trovate fantastiche (il documentario inglese che esplode e lascia intravedere l'orrore sottostante! le parti doppiate!*), bellissimo il soggetto metacinematografico e soprattutto metasonoro. Sarò di parte, ma a me è piaciuto molto, ora viene pajjo e vi spiega perché.
*a proposito: come si fa a vedere un film simile doppiato, è possibile?
Inviato 11 giugno 2019 - 22:26
Urca, Duke of Burgundy non mi ricordavo di averlo visto.
Era tipo al TFF del 2014 e mi piacque, però a pensarci mi pare che fosse tipo di quei film che poi a un certo punto girano a vuoto e a me mi girano le palle.
All'epoca l'attrice giovane era fidanzata di un mio caro amico.
Inviato 09 luglio 2019 - 07:18
Astron-6 [Adam Brooks, Jeremy Gillespie, Matthew Kennedy, Steven Kostanski, Conor Sweeney]
Collettivo di zuzzurelloni canadese
Gli ho dato il bacio della morte, si sono sciolti.
Inviato 22 agosto 2019 - 10:41
Ho visto ieri Bone Tomahawk, qualche tempo fa Brawl in Cell Block 99 e mi sono piaciuti molto entrambi.
Oggetti strambi, non li definirei cinema di serie B dati i cast, la cura della confezione e la mancanza di quell'orgoglio da cinema sfigato che si puo' permettere più nefandezze rispetto ad Hollywood.
Una visione sicuramente personale del regista é molto presente (io la definirei autoriale), con questa ottusa lentezza Brechtiana e la messa in scena teatrale negli interni (penso ad esempio al saloon).
Difficile non collegare questo stile al Refn di Too Old To Die Young, con una estetica meno patinata of course.
Violenza e sadismo nella media per me, oppure la mancanza di autocompiacimento nel proporla non me l'ha fatta percepire come esagerata. Ogni gesto é presentato come necessario a mio avviso.
Direi che il tipo si merita un topic tutto suo, moderatori se non avete voglia di bannare i fake almeno spostate due messaggi.
Inviato 08 settembre 2019 - 16:55
Mi sono preso coraggio e ho visto la netflixata di Gareth Evans, Apostle.
Dopo un'ora e un quarto stavo gia' rimuginando il post polemico contro le stroncature lette in questo topic: pur con i suoi evidenti difetti, mi stavano intrigando la splendida atmosfera, il tono da esoterico 70s, la costruzione comunque talentuosa di molte sequenze. Ma poi c'e' l'ora successiva e, purtroppo, c'avete ragione voi. Non che il film peggiori chissa' che, ma quando avrebbe dovuto scoppiare si ingolfa e inizia a tergiversare in mezzo a particolari inutili, dialoghi goffi, scene melodrammatiche (e Dan Stevens e' davvero un cagnaccio).Per carita', il suo lavoraccio da onesto horror lo fa, non fosse un film di un regista da cui era lecito aspettarsi molto, moltissimo, di piu' credo saremmo stati tutti piu' clementi. Pero' si', un flop. Non mi fa perdere le speranze su Gareth ma me le fa parecchio ridimensionare, quello si'.
Era meglio se faceva il film di superereroi
The core principle of freedom
Is the only notion to obey
Inviato 15 settembre 2019 - 12:22
Peter Strickland
2018 In Fabric
Fantastico questo, spinto come i film di Panos Cosmatos*, in cui seguiamo le interazioni di questo feticcio con i suoi possessori o meglio posseduti in un clima malsano ma che il regista riesce a far sovente virare sul comico.
Ambientato in un possibile presente ma senza precisi riferimenti temporali, con due o tre personaggi da antologia (in particolare gli impiegati del grande magazzino -tra cui una commessa dalla dialettica assurda- e il capo della ditta di riparazioni) ed una usuale ma non logora, grazie alla disinvoltura con cui viene messa in scena, descrizione/critica delle dinamiche del consumismo.
Molto più agile e leggero del film precedente (un po' troppo compiaciuto a mio avviso), mi spinge a recuperare anche Berberian Sound Studio, evitato per l'impressione che fosse un film di sola rielaborazione stililistica del cinema di genere italiano anni '70.
*entrambi registi di ascendenza ellenica ed entrambi di grande valore, quindi guardatevi 'sti film, so' greci!
Inviato 15 settembre 2019 - 12:49
Mi e' piaciuto, il suo piu' divertente e bunueliano, anche se ho preferito gli altri due.
Prendere una trama da horror di serie Z (o grindhouse vista la divisione netta tra prima e seconda parte quasi fossero due film diversi accostati) e girarla come un'opera di pop art non e' cosa nuova, ma Strickland lo fa particolarmente bene. Anche come horror in se' ha una sua surreale efficacia, sempre in bilico tra l'inquietante e il comico: davanti alla reiterata "gag" dell'idraulico che ipnotizza la gente con la sua noia non sapevo se irritarmi o sganasciarmi. Per come resta sul filo del morboso e del ridicolo in scene come quella del sabba col manichino l'ho trovato molto piu' coraggioso e "streghesco" di... altri esempi recenti di cinema con le streghe.
Il parente piu' stretto che mi viene in mente e' l'ancor piu' assurdo e beckettiano Rubber di Quentin Dupieux, su un copertone assassino.
Inviato 17 settembre 2019 - 15:02
Inviato 28 ottobre 2019 - 21:59
Visto anche io Dragged Across Concrete, molto molto bello e volevo che non finisse mai, ma l'ho trovato meno stentoreo dei due precedenti, dove ogni scena non concedeva replica. Ad esempio durante la scena dell'inizio dell'appostamento, ho trovato mal espresse le motivazioni che adduce il personaggio di Mel Gibson per giustificare il suo proponimento, troppo articolate e con un velo di malinconia.
Forse si voleva instaurare una specie di commozione, che però per me è fuori luogo nei suoi film caratterizzati dal distacco con lo spettatore o forse Zahler non è ancora capace di essere emotivo.
E come questa altre scene che interrompono la magia dell'immersione nell'atmosfera del film.
Comunque ripeto molto bello, in particolare ho apprezzato l'esposizione delle critiche alla political correctness odierna, queste sì sferzanti nella loro brevità e tangenzialità ai dialoghi in corso.
Dialoghi in generale sempre ottimamente caratterizzati da un linguaggio semi-aulico e molto artefatto (anche se dallo scontro finale ne esce fuori vittorioso quello che -ironicamente?- parla volutamente peggio di come potrebbe) in bocca a personaggi che non ce li vedo la sera a leggere la letteratura russa dell'ottocento ma che funzionano alla grande (a differenza di quelli di The Sisters Brothers di Audiard che invece erano proprio fuori luogo).
Inviato 14 dicembre 2019 - 14:42
Peter Strickland
Molto più agile e leggero del film precedente (un po' troppo compiaciuto a mio avviso), mi spinge a recuperare anche Berberian Sound Studio, evitato per l'impressione che fosse un film di sola rielaborazione stililistica del cinema di genere italiano anni '70.
PIù o meno i pregiudizi erano giusti, bella l'atmosfera, belli i personaggi, molti particolari da elogiare (come l'insistenza sui macchinari dello studio di missaggio) ma quando si tratta di giungere al dunque rimane poco, con un finale troppo repentino e che non suscita neanche ipotesi su cosa sia veramente accaduto, ma solo disinteresse.
Inviato 18 dicembre 2019 - 18:51
Ho visto a distanza ravvicinata gli ultimi due di Zahler, Bone Tomahawk lo avevo visto anni fa ma senza la figura del regista bene in mente. Beh che dire, veramente un capo.
The core principle of freedom
Is the only notion to obey
Inviato 29 dicembre 2019 - 23:35
Visto “Dragged across concrete”. Per me filmone-filmone, francamente non gli trovo i difetti che alcuni di voi hanno evidenziato. Anzi, dirò di più: per me è il miglior film di Zahler, quello in cui, pur mantenendo il suo stile peculiare, ha trovato l’equilibrio perfetto tra le svalvolate da b-movie e/o da cinema di genere e una certa impostazione, diciamo così, più autoriale.
Un noir tetrissimo che mi ha ricordato a tratti le atmosfere settantiane del capissimo (e cupissimo) “The friends of Eddie Coyle” di Yates e dell’altrettanto supremo “The killing of a chinese bookie” di Cassavetes: posso capire che chi si aspettava l’azione o le botte da orbi o le splatterate a profusione degli altri 2 film sia in parte rimasto deluso dal finale antispettacolare ed asciutto (o dal ragionare per sottrazione, come nella carneficina nel corso della rapina in banca saltata a piè pari, altro colpo da maestro), per me invece ha fatto il passo in avanti che gli mancava per entrare di diritto fra i grandi registi degli ultimi anni.
Sul piano diegetico, perfetto l’intreccio corale apparentemente a cazzo di cane che va poi a ricomporsi man mano fino a ricucire la linea narrativa senza forzature.
Sul discorso del messaggio politico, francamente lo trovo sovrastimato, mi pare che l’impianto di base (“è tutto una merda”) sia più funzionale allo sviluppo narrativo che non viceversa; ammesso che ci sia la volontà di veicolare un messaggio (e non ne sono affatto certo), resta comunque molto in secondo piano, l’unico vero spunto è la critica all’ipocrisia di certa borghesia progressista che vacilla nel momento in cui si trova a scontrarsi con realtà più crude e meno ovattate.
Finalmente visto pure io questa sera, e mi trovo d'accordo con quanto scrive "blue": filmone, Zahler lavora in modo originale sulla materia, ma senza mai perdere di vista il suo "disegno generale". Notevole e fuori da ogni regola la resa dei conti.
Inviato 01 gennaio 2020 - 19:14
Per quanto mi riguarda con The King e The Lighthouse (entrambi con Pattison, curiosita' di cui mi accorgo ora) Michôd e Eggers sono ormai due certezze.
Inviato 02 gennaio 2020 - 00:47
Devo ancora vedere The Lighthouse (aspettative alle stelle) ma The King ha convinto molto anche me e mi sembra anche una bella boccata d'aria per il genere.
A proposito di Michôd, cosa mi dite del precedente War Machine? Io non so perchè l'avevo saltato a piè pari.
Inviato 02 gennaio 2020 - 09:14
Inviato 02 gennaio 2020 - 14:27
Per quanto mi riguarda con The King e The Lighthouse (entrambi con Pattison, curiosita' di cui mi accorgo ora) Michôd e Eggers sono ormai due certezze.
per me il film di Michod vale un episodio di "Games of thrones" e, anzi, l'ispirazione mi pare chiara. Eggers è troppo pompato da certa critica americana (tutta quella ruota intorno a IndieWire che va in brodo di giuggiole per ogni produzione A24) ma è sicuramente uno destinato a far parlare di sé ancora nel prossimo decennio: i suoi due film paiono percorrere un'idea di cinema e di poetica già chiara. "The Lighthouse" è prolisso e compiaciuto ma è davvero un bel film.
Inviato 02 gennaio 2020 - 15:05
per me il film di Michod vale un episodio di "Games of thrones" e, anzi, l'ispirazione mi pare chiara.
Se si prendono i migliori episodi di GoT non mi sembra neanche una critica (se voleva esserlo).
D'altra parte GoT e' shakespeariana a strafottere.
Comunque riprende molto pure da Welles, con Edgerton che gioca non poco su una vaga somiglianza.
Inviato 02 gennaio 2020 - 15:09
per me il film di Michod vale un episodio di "Games of thrones" e, anzi, l'ispirazione mi pare chiara.
Messaggio modificato da bluetrain il 02 gennaio 2020 - 15:11
Inviato 02 gennaio 2020 - 15:25
Visto che si parla di Falstaff faccio un piccolo OT in omaggio al genio di Welles e vi posto l'impressionante battaglia del film medesimo da cui un po' tutti hanno successivamente preso e scopiazzato ma che oggi viene a stento ricordata....
(aka ebbene sì, le battaglie campali sporche e violente non le hanno inventate nè Mel Gibson nè Riddley Scott)
Inviato 02 gennaio 2020 - 16:50
Se si prendono i migliori episodi di GoT non mi sembra neanche una critica (se voleva esserlo).per me il film di Michod vale un episodio di "Games of thrones" e, anzi, l'ispirazione mi pare chiara.
D'altra parte GoT e' shakespeariana a strafottere.
Comunque riprende molto pure da Welles, con Edgerton che gioca non poco su una vaga somiglianza.
Inviato 02 gennaio 2020 - 17:22
Inviato 08 gennaio 2020 - 15:50
Per quanto mi riguarda LA nuova grande promessa (in realtà già mantenuta) del cinema indipendente russo:
Kantemir Balagov
Lungometraggio d'esordio due anni fa, nella rassegna 'Un certain regard' e vincitore del FIPRESCI a Cannes, poi quest'anno un grandissimo film, sia FIPRESCI che miglior regia. E ha solo 28 anni. Davvero folgorante, come inizio di carriera.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 09 gennaio 2020 - 10:52
Idem, su War Machine. Argomento e trailer poco invitanti, lo devo recuperare anch'io, che oltre Michod pure Pitt mi è salito nella considerazione.
Recuperato ieri sera War Machine.
Vedere un film cosi' nei giorni dell'uccisione di Soleimani inquieta e deprime non poco.
Rispetto alla cupissima tensione che permea gli altri suoi tre film, una commedia satirica surgelata e surgelante. Il personaggio e l'interpretazione di Pitt rischiano continuamente l'effetto marionetta, ma la cosa diventa un pregio quando il film riesce a iniettare umanita' e dubbi in un personaggio cosi' robotico. Anche il film progressivamente si incupisce mostrando come le guerre moderne siano dei paradossi irrisolvibili e la gente al comando una variante irrilevante. Peccato per la solita stracazzo di voce fuori campo che in alcuni momenti spiega agli spettatori quello che stanno vedendo, ma e' l'unico vero difetto di un film spiazzante e riuscito.
Quindi, si', Michod "10's talentone" confermato.
(Certo che, a pensarci, qui parliamo di registi che quando va bene in dieci anni girano quattro film, di la' parliamo di Don Siegel che girava anche due film all'anno e ne giro'... quanti? una trentina?... prima di arrivare alla maturita' dei 60 e 70. I tempi sono diversi, ma da da pensare.)
Non ricordavo che Cine ci avesse aperto persino un topic, salviamo la sua opinione dal cimitero della sezione Film recensiti...
recensione di ondacinema a mio giudizio alquanto ingenerosa, con il povero war machine a cui tocca un po' fare da vittima sacrificale sull'altare della critica a netflix (che di certo non sarò io a difendere, ma ad ogni sede la propria discussione): http://www.ondacinem...ar-machine.html
molto probabilmente sarà un film di cui ci dimenticheremo tra qualche anno, come sottolinea il gangi, ma mi domando quanti film che escono canonicamente al cinema in questi anni faranno la stessa fine: da questo punto di vista war machine è in ottima compagnia. a onor del vero il film non è stato accolto entusiasticamente neppure dalla critica americana che gli ha imputato essenzialmente di essere una satira che non fa ridere. chi ha visto gli altri film di questo talentuoso regista australiano sa però che michod è l'ultima persona da cui aspettarsi humor in dosi massicce. i film di michod sono semmai acidi, ed anche war machine è acido, gelido, amaro come il fiele. credo che difficilmente questo film sarebbe stato prodotto da una major, le stesse major che propagandano il patriottismo alla american sniper o l'antimilitarismo liberal alla spielberg comunque venato sempre da quell'umanesimo che in fondo in fondo la guerra è brutta ma l'umanità è da salvare (soprattutto quella a stelle e strisce), e che sono dopo tutto due facce della stessa medaglia hollywoodiana
michod senza fare un film radicale, urlato od ideologico, smonta pezzo per pezzo la facciata ipocrita delle guerre versione nuovo millennio, le guerre della semantica "ribaltata", le guerre delle medaglie per chi non commette atti eroici, dell'esportazione della democrazia, delle missioni di pace (ci siamo anche noi dentro), di chi prima ti bombarda il tetto e poi ti tende la mano e ti dice "ora ricostruiamo insieme", ecc ed ecc. in questo si inserisce nel filone revisionista dell'epoca obamiana, che in diretta fu venduta come il new new deal, l'epoca della speranza progressista, ed oggi invece viene ripensata soppesando e mettendo a nudo tutte le promesse non mantenute. che a sostenere questo progetto ci sia un divo come brad pitt conferma l'intelligenza ma anche l'anomalia di un uomo, prima che un attore, di cui si è sempre più parlato riguardo i suoi gossip e la sua bellezza che dei suoi meriti lavorativi, ma che a oggi è a tutti gli effetti una delle personalità più importanti ed interessanti di hollywood (in barba all'amico clooney, rivelatosi una figura molto più istituzionale e paracula)
il personaggio del generale mcmahon in effetti sembrerebbe davvero essere uscito da un film dei fratelli coen. è un personaggio più complesso di quel che sembra: ha il tipico background del militare americano, austero, rigoroso, puritano, imbevuto di quell'ideologia militaresca che tanti danni ha fatto, ma è ambiguo, in chiaroscuro, a seconda del frangente muta di fronte ai nostri occhi. ora appare come un idealista, schiacciato dalla real politik di washington; ora invece sembra farsi totale portavoce dell'ipocrisia istituzionale. quel che è certo è che nonostante i suoi tentativi di sopravvivere nello spietato "gioco del trono" politico e la sua alta considerazione di sè e del proprio operato che non hanno tuttavia un riscontro nella realtà, alla fine anche lui si rende amaramente conto di essere solo uno strumento nelle mani del potere, un g.i. joe fatto in serie, che al momento opportuno, quando non serve più, viene scartato e sostituito da un altro esemplare identico (significativo e ficcante a tal proposito il finale con il simpatico cameo di russell crowe)
la voce over è effettivamente uno stratagemma ingombrante, soprattutto nella prima metà del film dove è maggiormente presente. ma non sono di certo qui per dirvi che il film è perfetto. ha le sue debolezze e i suoi punti a favore. la rappresentazione del potere (politico, militare, ma alla fine anche i giornalisti non ne escono benissimo) non fa sconti a nessuno, è sottilmente acida. ma a suo favore il film ha secondo me soprattutto una visione non manichea, non ideologica e molto poco hollywoodiana
Inviato 23 febbraio 2020 - 18:34
Inviato 23 febbraio 2020 - 19:15
A conti fatti è il regista italiano più influente degli ultimi 10 anni, interessante che le cose migliori le abbia fatte per la tv.
ZeroZeroZero devo ancora iniziarla e mi intriga un sacco. Spero non abbia accantonato il progetto della serie antologica western Colt.
Inviato 23 febbraio 2020 - 19:34
cinema
2012 ACAB
2015 suburra
2018 soldado
2020 senza rimorso
Nel 2020 dovrebbe anche uscire Colt.
Inviato 24 febbraio 2020 - 10:36
A conti fatti è il regista italiano più influente degli ultimi 10 anni, interessante che le cose migliori le abbia fatte per la tv.
Inviato 24 febbraio 2020 - 18:56
A conti fatti è il regista italiano più influente degli ultimi 10 anni, interessante che le cose migliori le abbia fatte per la tv.
si, "l'estetica gomorra" - se così possiamo chiamarla - ha creato un piccolo trend che possiamo ritrovare tanto nella musica (la trap, liberato) quanto nella tv (dalle versioni edulcorate delle fiction RAI ai tentativi di rip-off come suburra di netflix), ma il cinema ne è rimasto perlopiù immune, chiuso come è nella dicotomia film da festival da una parte, commedie per il grande pubblico dall'altra. non mi stupisce infatti che in italia sia riuscito ad esprimersi meglio con le serie che con i film
Mmmh, l'unico vero trend nel cinema di genere italiano degli ultimi anni mi pare che sia proprio un certo tipo di crime di chiarissima ispirazione sollimiana (con la frequente tendenza a riciclare gli attori di Romanzo e Gomorra).
(di questi ne ho visti solo due, quindi possibile che abbia sparato qualche titolo che non c'entra niente)
Inviato 24 febbraio 2020 - 20:57
Inviato 25 febbraio 2020 - 09:58
pensa che io ne ho visto solo uno il film di amendola, e più del collegamento tramite de cataldo francamente non vedo… però io non sono un esperto di cinema italiano per cui potrei sottovalutare il fenomeno. però mi sembra una lista parecchio eterogenea: mi chiedo se molti di questi film siano stati influenzati più da gomorra il film che da gomorra la serie. perché ricordiamolo sono due prodotti ben distinti. sicuramente il successo di gomorra e in parte di suburra ha spinto i produttori a produrre film spendibili in questo settore
L'hai visto perchè pensavi omaggiasse Walter Hill [o magari lo fa davvero?]
A conti fatti è il regista italiano più influente degli ultimi 10 anni, interessante che le cose migliori le abbia fatte per la tv.
si, "l'estetica gomorra" - se così possiamo chiamarla - ha creato un piccolo trend che possiamo ritrovare tanto nella musica (la trap, liberato) quanto nella tv (dalle versioni edulcorate delle fiction RAI ai tentativi di rip-off come suburra di netflix), ma il cinema ne è rimasto perlopiù immune, chiuso come è nella dicotomia film da festival da una parte, commedie per il grande pubblico dall'altra. non mi stupisce infatti che in italia sia riuscito ad esprimersi meglio con le serie che con i film
Mmmh, l'unico vero trend nel cinema di genere italiano degli ultimi anni mi pare che sia proprio un certo tipo di crime di chiarissima ispirazione sollimiana (con la frequente tendenza a riciclare gli attori di Romanzo e Gomorra).
Perez. (2014) - Edoardo De AngelisAnime nere (2014) - Francesco MunziSenza nessuna pietà (2014) - Michele AlhaiquePericle il nero (2016) - Stefano MordiniIl permesso - 48 ore fuori (2017) - Claudio AmendolaFalchi (2017) - Toni D'AngeloIl contagio (2017) - Matteo Botrugno, Daniele ColucciniRabbia furiosa - Er Canaro (2018) - Sergio StivalettiLa paranza dei bambini (2019) - Claudio GiovannesiIl sindaco del Rione Sanità (2019) - Mario MartoneNon ci resta che il crimine (2019) - Massimiliano BrunoRitorno al crimine (2020) - Massimiliano BrunoUltras (2020) - Francesco Lettieri
(di questi ne ho visti solo due, quindi possibile che abbia sparato qualche titolo che non c'entra niente)
Non l'ho visto ma forse "La Terra dell' Abbastanza" è uno da aggiungere alla lista.
Perez vale sia come primo utilizzo in pompa magna dei droni in Italia [mi pare] che come valida interpretazione di Zingaretti al di fuori di Montalbano.
The core principle of freedom
Is the only notion to obey
Inviato 25 febbraio 2020 - 10:33
Io ho visto solo Suburra di Sollima, e per fortuna La terra dell'abbastanza non c'entra niente (con gli altri titoli ha in comune solo la criminalità, credo).
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