Rick Ross torna con
God Forgives, I Don't in uscita il 13 dicembre. un titolo che a un italiano non può non far venire in mente qualche spaghetti-western con Sartana

in ogni caso, anche se la citazione è involontaria, penso che più o meno l'umore sia quello. L'anno scorso Ross ha fatto uscire un gran buon album, normale che ora le aspettative sia più alte del solito.
Ma per chi non conoscesse il corpulento Buooss, ecco una micro-monografia.
Eletto nel 2010 da The Source “man of the year”, Rick Ross è sicuramente una delle personalità di spicco dell'hip-hop contemporaneo. È anche una delle più chiacchierate: di lui si sono avanzate ipotesi inquietanti, che sia un musicista costruito a tavolino, con un passato più finto del suo presente. Ogni suo album debutta in 1° posizione nella classifica di Billboard, più che un musicista è una macchina da soldi. Ciò di cui si è certi è che il suo fatturato e il suo impero sono reali.
La carriera del rapper di Miami è iniziata relativamente tardi, a 30 anni, nel 2006 con l'album
Port of Miami, il cui titolo si riferisce ad uno dei maggiori scali per il traffico di cocaina negli States. Rick Ross difatti abbraccia l'estetica gangsta-rap e mutua il suo pseudonimo dal trafficante di droga “Freeway” Ricky Ross. L'immaginario di cui si nutre è quello che fa da sfondo al cult-movie Scarface di Brian De Palma e alla serie tv Miami Vice. Il disco ha degli ottimi beat anche se nel complesso ci sono troppi riempitivi. Contiene però lo street-anthem
Hustlin', un pezzo che è diventato un istant-classic e che lo ha catapultato nello stardom.
Ross fa ancora meglio con i successivi
Trilla (2008) e
Deeper Than Rap (2009), album che presentano una produzione scintillante e sontuosa. Il deus ex machina è J.U.S.T.I.C.E. League, gruppo di produttori che stanno dietro ai brani migliori di questi album. Ross dal canto suo inizia a costruire la propria mitologia di gangster bigga than life. Tuttavia anche su questi album il problema dei filler non è risolto, anche se la qualità generale dei brani sopperisce a questo limite.
Il vero equilibrio Ross lo trova solo con
Teflon Don (2010) che è una sorta di monumento alla sua figura di gangster e come tale è un disco iper-dopato nei suoni. Ross si è contornato di ottimi produttori (J.U.S.T.I.C.E. League, No I.D., Kanye West, Lex Luger) che gli hanno cesellato una serie di brani spettacolari. Un kolossal musicale che potrebbe avere come corrispondente al cinema un blockbuster pieno zeppo dei migliori effetti speciali sulla piazza. La critica è stata tutta favorevole nei suoi confronti e lo ha eletto come uno dei migliori dischi hip-hop degli ultimi anni.
Il giovane produttore Lex Luger, con molta probabilità, gli ha prodotto quello che rimarrà il suo gangsta-anthem per eccellenza:
http://www.youtube.com/watch?v=n2MVzP4MaJ0&ob=av2e