Finalmente ascoltato anche io, che dei vostri commenti davvero c'è da fidarsi zero
Rientro nella schiera abbastanza ampia di amanti dei primi U2 un po' delusi dall'ultimo corso, fatta eccezione per alcuni episodi (Beautiful Day e City of Blinding Lights per me sono alcuni dei loro momenti migliori). C'è anche da fare la considerazione che ogni volta che si ascolta un album nuovo di una band dal passato glorioso si fa il paragone non con un solo album, ma con la produzione tutta, per forza il paragone diventa difficile da sostenere... perché (almeno per quanto mi riguarda) se si prende singolarmente anche un album di spessore come The Unforgettable Fire alcuni pezzi diventano superflui e sono solo alcune le canzoni che davvero rimangono.
Fatta questa doverosa premessa, l'album nuovo mi ha stupito in positivo. E' molto curato, ispirato, i suoni son belli, la produzione è bella (Eno non sbaglia un colpo da questo punto di vista, persino l'ultimo - assai moscio - di Byrne era impreziosito da alcune piccole perle) e la cosa che più spicca, fin dalla copertina, è una certa sobrietà e autorialità molto early 80's. E' piacevole all'ascolto (escludendo, per quanto mi riguarda, Moment of Surrender, troppo lagnosa e prolissa) e privo di una certa "piacioneria" (come diceva prima Litrigol) da vecchichecivoglionoattirareancheiggiovani (quella di Vertigo, per intendersi), ravvisabile solamente nel primo singolo, pezzo senza molto da dire ma che contribuisce un po' a variare il ritmo nel disco.
Mancano forse i pezzoni epocali e da stadio, dubito che tra le 11 tracce si nasconda una Pride o una One, ma è piacevole e interessante. Dignitoso.
Al momento penso ci sia un picco iniziale, No line on the horizon e Magnificent sono le canzoni che per ora mi hanno catturato di più.
Dovendo usare la scala di ondarock sarebbe tra il 6,5 e il 7, considerando anche la severità con cui vengono giudicati i grandi nomi, mentre agli sconosciuti un 7 pieno non viene mai negato, o forse è il voto che si dà il recensore per averli scoperti.
A chi tirava fuori il paragone con i Coldplay (inevitabile): attualmente i Coldplay rappresentano quello che gli U2 rappresentarono ai loro tempi ed è loro la missione di cui Bono si era fatto carico in quegli anni. Gli U2 hanno qualche anno in più, stanchezza, mancanza di energie o attenzione spostata su qualcosa di più particolare e meno universale li ha portati ad esplorare territori più periferici, ma assolutamente degni di rispetto. Questa è, perlomeno, la mia impressione.