Per una volta intervengo.
Prima di tutto: questione temporale.
Se si fosse deciso di recensire il disco ad agosto, quando è stato reso disponibile online, la tracklist andava bene.
Ora, visto che è stato scelto, penso non casualmente (e mi trovava d'accordo) di recensirlo nella settimana di uscita nei negozi, non accetto una recensione a cui mancano 4 tracce, ovvero Flux, Talons (singoli usciti uno prima e uno dopo l'album) e altri due pezzi che sono Letter To my Son e Your Vists Are Getting Shorter.
4 Pezzi su 14, sono un terzo di disco quasi e quindi trovo insensato fare la recensione sui primi 10 pezzi (sennò la si faceva a fine agosto).
Per tacere di altre cose: "melodie sempre più melense di Kele Okereke" è abbastanza assurdo se paragonato a Weekend in The City dove c'era molta meno energia e molto più spazio alla parte vocale; in più melenso mal si adatta ad un gruppo che ha sempre avuto, testualmente, un approccio diverso dalla marmaglia di altri gruppi "indie" anzi Weekend in The City era davvero un bel ritratto generazione di disillusione e storie di giovani di oggi, tutto il contrario dell'approccio festaiolo (niente in contrario, s'intende) di Franz Ferdinand o Kaiser Chief.
Questi sono gli aspetti che è giusto fare emergere, poi sul disco in sè, è giusto lasciare spazio alla libera interpretazione e al gusto personale, sicuramente ho apprezzato molto il coraggio di cambiare strada; all'epoca di Weekend In The City raccogliendo le Bsides emergeva un secondo album, chiamato comunemente Another Weekend in The City che chiariva come loro siano anche ora in grado di fare un secondo silent alarm (
http://it.youtube.co...h?v=0kvBHSWwjQY) (
http://it.youtube.co...h?v=MwwDls8BsoM) ma stiano cercando nuove direzioni.
Quest'anno non è completamente a fuoco, questo è vero, ma è un bel segno di vitalità e coraggio, che non fa per niente ammainare la speranza che di quell'ondata del 2002-2004 rimanga qualcosa, e probabile che siano proprio loro a poter fare, con gli anni, un qualche grande disco, avendo ottime capacità tecniche (dal vivo non è assolutamente vero che la parte di batteria è ridimensionata, anzi, rimane piuttosto incisiva, anche se sicuramente la composizione stessa di alcuni pezzi del secondo album ne avevano abbassato la qualità) e soprattutto la voglia di cambiare.
Al di là delle opinioni, che sono e saranno ovviamente sempre personali, per un sito importante come OndaRock, spererei di non vedere in futuro recensioni così semplicistiche, dimezzate, frettolose.
Approfondire, ascoltare, informarsi, sempre, e se serve mettere pure il quattro, qui nessuno è a fare fanboysmi, ma se si vuole tenere il livello alto, lo si faccia.
D'ora in poi.