comunque sarò noioso e ripetitivo, ma questo piano
- rovesciare la "trimurti" sindacale
- abolire lo statuto dei lavoratori
- piazzare uomini "ben selezionati" nelle "posizioni chiave" dei partiti
- sottoporre la magistratura al controllo del potere esecutivo
- acquisire "alcuni settimanali di battaglia"
- riformare integralmente la Costituzione
con l' evidente complicità del PD oggi è più vicino che mai alla sua totale realizzazione.
indovinate di cosa sto parlando
Sono d'accordo.
Sottolineo come i sindacati siano, però, vergongosamente subalterni e deboli.
Te credo che non godono più dell'appoggio di molti lavoratori: hanno sacfiricato le loro ragioni a quelle di partito (per cui, banalizzando, si sciopera solo se al governo c'è berlusconi, anche se il governo dei centro-sinistra non attua politiche economiche molto differenti).
Io vorrei un partito del lavoro che fosse espressione di un sindacato gestito dai lavoratori e nelle loro mani. Allora sì, la competizione politica verrebbe riequilibrata. Il partito deve essere la longa manu del lavoro e delle sue organizzazioni, non subalterno alle ragioni di una politica molto pseudo-sinistrosa.
Ma, purtroppo, la mentalità e la tradizione culturale non permette certe cose: io invidio, da questo punto di vista, la Francia, ove innanzi alla paventata approvazione del CPF hanno mobilitato (con la tradizionale simpatia dei ceti medi e popolari, l'esatto opposto di quanto non avvenga da noi) mezzo paese, hanno bloccato la produzione (si riuscisse a capire questo fatto, ovvero che bloccando il lavoro a questi trema il terreno sotto le gambe), le università hanno organizzato collettivi addirittura sulla falsariga della Comune di Parigi. E non hanno mollato fino al ritiro della proposta di legge, nonostante la reazione dura e feroce di una borghesia francese tradizionalmente dura e feroce (Sarkozy che parlava di gentaglia, polizia ad usare le maniere forti nelle università e nelle banlieu).
Certo, il mondo non è cambiato, però lì, nonostante la forza repressiva del potere non sia certo più mordiba che in Italia, nonostante una cultura tradizionalmente ultra-nazionalista, la sinistra ha mostrato la propria forza, che sta nel numero dei lavoratori e nel loro peso determinate e fondante per il funzionamento dell'economia e per la ricchezza dei ceti dominanti.
Questioni culturali che hanno radici secolari, e che putroppo da noi non trovano seguito: per prendere voti, devi spostarti al centro e rinnegare tutto ciò che è sinistra. O, di contro, ridurti a forza ultra-minorotaria incapace di incidere sui processi politici.