Intanto un banco di sardine attraversa l'Atlantico e approda a New York, dove sotto l'arco di Washington Square è andato in scena un flash mob. "Non ci sono portavoce, non siamo un'organizzazione ma un insieme di individui che si sono ritrovati su Facebook condividendo le stesse idee", ha spiegato Carmen Petruzzi, dottore di ricerca, originaria di Foggia, una delle ragazze che hanno promosso il flash mob delle "Sardine Atlantiche".
Più di cento, molti italiani qui per turismo e residenti, si sono presentati, grazie al tam tam della rete, andando verso la statua di Garibaldi, cantando "Bella ciao". L'idea è partita mercoledì con il commento scritto su un gruppo Facebook, "Italiani a New York", da una studentessa universitaria di Cagliari, Michela Demelas, che sta facendo un master alla Cuny di New York su studi sociologici di genere. In due giorni hanno creato un gruppo whatsapp, si sono incontrati e lanciato il flash mob.
"Altre sardine - aggiunge Petruzzi - hanno mostrato interesse da altre città, Boston e Toronto". La gente si ritrova qui e il numero cresce. Obbiettivo: "Spingere a occuparsi di problemi veri e passare dalla tastiera alla piazza". Immigrazione, lotta alla corruzione e investimenti nella sanità, istruzione e politica antimafia. La gente ascolta e condivide. Paola Ortensi viene da Roma: "E' importante che questa attenzione resti a lungo".
Anche Maria Theresia Eichner, da Bressanone, Bolzano, è qui per turismo: "Ragazzi - dice rivolta ai promotori - fate bene. I miei due figli sono dovuti emigrare. Ho la vostra stessa rabbia". L'iniziativa non si esaurisce oggi. Altri appuntamenti newyorkesi verranno annunciati nei prossimi giorni.

Possiamo chiudere?