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Israele/Palestina/Medio Oriente


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#3201 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 23 maggio 2021 - 12:50

Some British officials also expressed concern that should their country not offer support for Zionist aspirations in Palestine, Jews might exert their political influence on behalf of Germany in the years ahead. As expressed by Leopold Amery, another assistant secretary in the war cabinet, "It would be a fatal thing if, after the war, the interests of the Jews throughout the world were enlisted on the side of the Germans."

 

 

Questa a pensarci oggi fa spanciare. 


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"Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Gargamella."


#3202 ucca

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Inviato 23 maggio 2021 - 15:19

Non ho capito cosa ci sia di antisemita nell'affermare "state facendo quello che Hitler ha fatto a voi" da vittima a carnefice. Fa male sentirselo dire? È uno stato razziale, o no? Mi sembra al solito si pretenda a chi si sta schiacciando come una merda di non farlo notare con parole troppo dirette.
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#3203 Mr Repetto

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Inviato 24 maggio 2021 - 12:36

 

 

Nella fattispecie mi sembra (per come la so io che non ho fatto approfondimenti storiografici, perciò parliamone), che la dichiarazione Balfour del 1917 in cui gli inglesi simpatizzano per il sionismo e incoraggiano l’immigrazione degli ebrei in Palestina nasca dall’esigenza inglese di ingraziarsi la comunità ebraica in particolare negli Stati Uniti, ma anche poi nella Russia bolscevica. 

E' solo la più immediata, divulgata, e di facile compresione, e guarda caso quella che si presta più facilmente a distorsioni o implicazioni antisemite:

 

Da Mark Tessler, A History of the Israeli-Palestinian Conflict (UIP, 2009), 149-150.

 

Spoiler

 

Sempre interessante capire come sono andate realmente le vicende. Non capisco una cosa però: quello che ho scritto io può essere abbozzato, molto incompleto, perfino fuorviante, ma cosa c'è che si presta maggiormente ad una lettura anti-semita rispetto a quello che hai riportato tu? 

Io vedo che ci sono persone come te o bosforo o Gozer che hanno le antenne molto drizzate sull'antisemitismo  e tutto questo ha purtroppo un fondamento nell'attualità anche di Paesi liberali e ovviamente nella Storia. E capisco pure una posizione che simpatizza per il sionismo sulla base del fatto che uno Stato ebraico avrebbe potuto e forse potrebbe in futuro costituire un approdo sicuro in caso di persecuzioni. Sulla carta il sionismo è un'idea stupenda pure per me. E anche nella realtà è stata una forza straordinaria e che, con sofferenze e rischi enormi in primo luogo per gli stessi cittadini israeliani, sembra in questo momento uscire vincente dalla Storia. 

 

Però ci sono alcuni cose che atlas secondo me ha spiegato benissimo e nessuno gli ha risposto sul punto. Al che vorrei capire se ciò è solo dovuto alla necessità di puntualizzare altre questioni che stanno a cuore, oppure se c'è di fondo una visione diversa. Provo quindi a tirare fuori un po' di argomenti che precedono il 2021.

 

Lo stesso stralcio del libro riportato sopra mi sembra confermare il punto generale che volevo tenere: molti esiti della Storia sono il frutto di convenienze e calcoli  tra grandi potenze, a volte grossolanamente sbagliati, spesso miopi, sempre interessati, sempre condizionati dai rapporti di forza. La nascita dello Stato di Israele, come anche per dire dell'Italia o dei Paesi arabi, non fanno eccezione. Ciò non toglie che il nazionalismo italiano o il sionismo non abbiano una loro forza ideale e concreta che, per come la vedo io, va assolutamente rispettata. 

Alcune scelte delle grandi potenze però sono risultate più miopi, incoerenti e hanno portato maggiore instabilità di altre. Per me l'appoggio inglese al sionismo nel 1917 è stato un errore, non è riuscito a limitare l'Olocausto, e  ha poi rischiato grazie alle premesse che aveva posto di portare gli stessi cittadini israeliani, il Medioriente e in certi momenti quasi il Mondo intero alla catastrofe. Per un motivo alla fine molto semplice: su quelle terre vivevano degli arabi , il Mondo si avviava ad un epoca post-coloniale ed era già pienamente in un'epoca basata sugli Stati-nazione. Il nazionalismo arabo era una forza che non si poteva schiacciare. Gran parte del Mondo non poteva capire ed accettare, se non con la forza, e infatti non ha capito o non ha accettato- Lo Stato di Isreale è potuto nascere e in certi momenti sopravvivere solo grazie alla forza diplomatica, economica e militare degli Stati Uniti.

Il senso di accerchiamento in cui gli israeliani vivono e che storicamente si portano dietro, ed è ancora peraltro giustificato almeno dall'atteggiamento dell'Iran e dal terrorismo di matrice islamica, è la base per il diffondersi di una versione del sionismo sempre più integralista e fanatica. Questo non promette nulla di buono: se va bene solo per i palestinesi che ora vivono in quelle terre e che sono sempre più discriminati di fatto in Israele,  oppressi da un'occupazione militare in Cisgiordania, o devastati da un regime fanatico e da raid militari israeliani a Gaza. Se va male è una brace costantemente accesa il cui fuoco può divampare in tutta la regione.

Di fronte a questo, se la comunità internazionale non mantiene un atteggiamento equilibrato di solidarietà anche verso le sofferenze del popolo palestinese (che in questo momento sono non pari, ma molto maggiori anche di quello israeliano), e  prende le distanze o applica qualche tipo di sanzione per la politiche ormai  di annessione strisciante della Cisgiordania da parte di Israele,  l'intero mondo arabo si sentirà oltraggiato e giustamente. In che cosa non siamo d'accordo su questo?


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#3204 corrigan

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Inviato 24 maggio 2021 - 13:13

 

 

 

Nella fattispecie mi sembra (per come la so io che non ho fatto approfondimenti storiografici, perciò parliamone), che la dichiarazione Balfour del 1917 in cui gli inglesi simpatizzano per il sionismo e incoraggiano l’immigrazione degli ebrei in Palestina nasca dall’esigenza inglese di ingraziarsi la comunità ebraica in particolare negli Stati Uniti, ma anche poi nella Russia bolscevica. 

E' solo la più immediata, divulgata, e di facile compresione, e guarda caso quella che si presta più facilmente a distorsioni o implicazioni antisemite:

 

Da Mark Tessler, A History of the Israeli-Palestinian Conflict (UIP, 2009), 149-150.

 

Spoiler

 

Sempre interessante capire come sono andate realmente le vicende. Non capisco una cosa però: quello che ho scritto io può essere abbozzato, molto incompleto, perfino fuorviante, ma cosa c'è che si presta maggiormente ad una lettura anti-semita rispetto a quello che hai riportato tu? 

 

 

semplicemente è un argomento che si presta facilmente ai ritratti che dipingono gli ebrei come cabala cosmopolita che controlla i maggiori governi internazionali, e in particolare quello americano.

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#3205 ucca

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Inviato 24 maggio 2021 - 14:21

Io vedo che ci sono persone come te o bosforo o Gozer che hanno le antenne molto drizzate sull'antisemitismo  e tutto questo ha purtroppo un fondamento nell'attualità anche di Paesi liberali e ovviamente nella Storia. E capisco pure una posizione che simpatizza per il sionismo sulla base del fatto che uno Stato ebraico avrebbe potuto e forse potrebbe in futuro costituire un approdo sicuro in caso di persecuzioni. Sulla carta il sionismo è un'idea stupenda pure per me. E anche nella realtà è stata una forza straordinaria e che, con sofferenze e rischi enormi in primo luogo per gli stessi cittadini israeliani, sembra in questo momento uscire vincente dalla Storia.

 

 

Il problema di fondo è dare uno Stato ad un popolo perseguitato e mantenere l'equilibrio per non far diventare quello stato un posto che a sua volta discrimina chi ha un credo diverso. Intervenire non vuol dire essere nemico degli ebrei, vuol dire che se vuoi stare in occidente ci devi stare seguendo le regole degli occidentali, cioè il rispetto degli altri popoli e il rifiuto del razzismo. Questo non è affatto condiviso da tutti, gli stessi che poi sono disgustati da Orban o Salvini difendono il sogno di Orban e Salvini cioè lo Stato di un'unica razza.

 

Uno dei principali elementi legali che crea in Israele le circostanze per un “regime istituzionalizzato di oppressione” è la legge sullo stato nazione del 2018, che definisce Israele come lo “stato nazione del popolo ebraico”, Gerusalemme la sua “capitale unita”, e l’ebraico la sola lingua ufficiale. Nessun riferimento a palestinesi, cristiani o musulmani. Questo costituisce una chiara base giuridica di discriminazione a favore degli ebrei israeliani a scapito dei palestinesi d’Israele, che rappresentano peraltro il 21 per cento della popolazione.

 

 

https://www.internaz...inesi-apartheid


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Inviato 24 maggio 2021 - 14:47

 

Io vedo che ci sono persone come te o bosforo o Gozer che hanno le antenne molto drizzate sull'antisemitismo  e tutto questo ha purtroppo un fondamento nell'attualità anche di Paesi liberali e ovviamente nella Storia. E capisco pure una posizione che simpatizza per il sionismo sulla base del fatto che uno Stato ebraico avrebbe potuto e forse potrebbe in futuro costituire un approdo sicuro in caso di persecuzioni. Sulla carta il sionismo è un'idea stupenda pure per me. E anche nella realtà è stata una forza straordinaria e che, con sofferenze e rischi enormi in primo luogo per gli stessi cittadini israeliani, sembra in questo momento uscire vincente dalla Storia.

 

 

Il problema di fondo è dare uno Stato ad un popolo perseguitato e mantenere l'equilibrio per non far diventare quello stato un posto che a sua volta discrimina chi ha un credo diverso. Intervenire non vuol dire essere nemico degli ebrei, vuol dire che se vuoi stare in occidente ci devi stare seguendo le regole degli occidentali, cioè il rispetto degli altri popoli e il rifiuto del razzismo. Questo non è affatto condiviso da tutti, gli stessi che poi sono disgustati da Orban o Salvini difendono il sogno di Orban e Salvini cioè lo Stato di un'unica razza.

 

Uno dei principali elementi legali che crea in Israele le circostanze per un “regime istituzionalizzato di oppressione” è la legge sullo stato nazione del 2018, che definisce Israele come lo “stato nazione del popolo ebraico”, Gerusalemme la sua “capitale unita”, e l’ebraico la sola lingua ufficiale. Nessun riferimento a palestinesi, cristiani o musulmani. Questo costituisce una chiara base giuridica di discriminazione a favore degli ebrei israeliani a scapito dei palestinesi d’Israele, che rappresentano peraltro il 21 per cento della popolazione.

 

 

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Dire che in Israele c'è gente o si vuole gente che appartiene ad un'unica razza proprio non si può. Non so se esiste al Mondo un posto così piccolo altrettanto popolato da gente di provenienze e colori diversi come Israele: ebrei europei, ebrei arabi, ebrei etiopi, americani, arabi palestinesi. Una diversità che ha causato non pochi problemi di integrazione e convivenza anche tra ebrei, tra l'altro.  Tutti votano in Israele, tutti sono rappresentati in un sistema politico che è molto attento, per come è strutturato, a preservare i diritti delle minoranze. Il che non vuol dire, ovviamente, che chi prende il potere all'interno di questo sistema lo sia. Cioè: la Costituzione italiana non è Salvini. Chiaro che comunque per gli arabi palestinesi non sia il massimo fare parte di uno Stato che si dichiara ebraico. E chiaro che negli ultimi anni si sentano più frustrati.

Diversa la situazione in Cisgiordania, ed è a questa mi pare che si faccia riferimento quando si parla di "apartheid" (non so quanto in modo tecnicamente appropriato, ma nei fatti il paragone non mi pare per nulla campato per aria). I palestinesi che hanno la sfortuna di abitare lì fanno una vita molto più difficile, sottto il dominio militare di uno Stato da cui dipendono, in cui spesso lavorano, me verso il quale non  hanno diritti, primo tra tutti quello di spostarsi. Gaza boh, non ci sono mai stato, non ho visto documentari approfonditi, mi sembra un posto assurdo, un ghetto gigantesco, un Inferno sulla Terra e basta.


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#3207 ucca

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Inviato 24 maggio 2021 - 15:52

Ci sono vari rapporti sulla questione, già postati e ri-postati non mi va di tornarci*. Tecnicamente, Israele è colpevole di Apartheid. Politicamente, no. Poi sul fatto che sia in buona compagnia a livello internazionale non c'è dubbio, la convenienza è tutto in diplomazia e non sarà il primo nè l'ultimo paese a trattare in questo modo una minoranza. 

 

*SPOILER (in rosso la parte comica)

https://www.affarint...le-palestinesi/

“Crimes of apartheid and persecution”. Così l’ong Human Rights Watch (Hrw) definisce nel suo ultimo rapporto le politiche discriminatorie praticate dalle autorità israeliane nel territorio che si estende dal Mediterraneo al fiume Giordano. Un territorio in cui il trattamento riservato alla popolazione cambia a seconda dell’etnia e religione e dove da tempo si è consolidata un’unica realtà: quella che dal 27 aprile scorso anche Hrw chiama inequivocabilmente “apartheid”.

Definito “crimine contro l’umanità” dalla Convenzione Onu del 1973 e dallo Statuto di Roma nel 1998 nel tentativo di metabolizzare l’esperienza storica della segregazione in Sudafrica, l’apartheid è oggi una realtà quotidiana per i palestinesi.

Che i palestinesi, indipendentemente dal fatto che si trovino in territorio israeliano, Gerusalemme Est, Cisgiordania o Gaza, siano schiacciati in maniera più o meno pesante dall’oppressione israeliana non è affatto una novità. La notizia è che questa condizione di subordinazione venga ora chiamata con il proprio nome anche da attori cardine del sistema liberale che a lungo hanno preferito smorzare i toni di fronte alla sistematica violazione dei diritti umani in Palestina.

Il rapporto di Hrw
Il rapporto di Human Rights Watch si aggiunge al lavoro di advocacy di tante realtà che da anni spingono affinché le politiche di Israele siano riconosciute in quanto espressamente finalizzate ad ostacolare il diritto all’autodeterminazione palestinese. Lo studio mostra come alla base del controllo demografico, politico e territoriale praticato da Israele vi siano i tre elementi cardine del crimine di apartheid: intento di dominio, istituzionalizzazione delle pratiche di discriminazione e sistematiche violazioni dei diritti fondamentali.

C’è di più. Hrw afferma che non è più possibile differenziare tra le politiche discriminatorie messe in atto nei territori occupati (inclusa Gerusalemme Est) e il trattamento riservato alla minoranza arabo-palestinese dentro Israele. A venire meno è quindi quella narrazione che tenta di discernere ciò che accade in Israele – promossa come democrazia liberale – dalla realtà dei territori occupati, con il rapporto che mette a nudo la profonda disuguaglianza di due comunità solo demograficamente equivalenti – 6,8 milioni di ebrei israeliani e 6,8 milioni di arabi palestinesi -.

202104mena_israelpalestine_separatingpalestinians

Riconoscimento discorsivo, valenza reale
Anche l’organizzazione israeliana B’tselem aveva recentemente pubblicato uno studio che giunge alle stesse conclusioni di Hrw: tra il Mediterraneo e il fiume Giordano esiste un unico regime di supremazia ebraica. Andando indietro negli anni, a marzo 2017, è stata l’agenzia Onu Escwa a definire decenni di politiche discriminatorie, arresti arbitrari, repressione, espulsioni, restrizioni e costruzione degli insediamenti come un “regime di apartheid imposto sul popolo palestinese nella sua interezza”.

Anche personaggi politici come Jimmy Carter, 39° presidente Usa, e Ehud Barak, ex premier israeliano, guardavano con preoccupazione quanto accadeva in Palestina. Quando undici anni fa era alla guida del ministero della difesa, Barak ammonì che in assenza di un accordo con i palestinesi l’apartheid si sarebbe fatto largo in Israele, aspetto ribadito nel 2017. In precedenza, nel 2006, l’ex presidente Carter suscitò scalpore con il suo “Palestine: Peace Not Apartheid”.

Inserendosi in questo processo di riconoscimento discorsivo dall’importanza tutt’altro che simbolica, il report di Hrw è stato pubblicato in una data importante, il 27 aprile, ovvero il Freedom Day sudafricano, anniversario della liberazione. Molti attivisti – tra cui alcuni direttamente coinvolti nella lotta di liberazione sudafricana – hanno da tempo riconosciuto nelle politiche di Israele il crimine di apartheid.

Tra dominio e annessione
I palestinesi però sono ancora lontani dalla loro liberazione, schiacciati dall’estrema destra in Israele e non certo facilitati dall’Autorità nazionale palestinese che appare più interessata a proteggere status e privilegi che promuovere la causa palestinese, come dimostra la decisione di rimandare (ancora una volta) le elezioni.

Tuttavia, è sbagliato parlare di status quo poiché l’occupazione avanza. Dal 2009, sono 7.585 le strutture palestinesi demolite da Israele, la maggior parte in località palestinesi (Area C) che Israele vorrebbe annettere unilateralmente. Tra queste, 1.355 erano state realizzate mediante finanziamenti della comunità internazionale (perlopiù provenienti dall’Unione europea).

Strutture demolite da Israele tra 2009 e 2021
Oltre alle demolizioni, continua la costruzione degli insediamenti. Nel 2020 sono iniziati lavori per 2.433 unità abitative nelle colonie, mentre sono 11 i nuovi insediamenti agricoli che Israele stesso definisce illegali, stabiliti in porzioni di territorio occupato riservate ad un futuro stato palestinese.

Ad oggi, preoccupa in particolare la situazione di Gerusalemme, con i quartieri di Silwan e Sheikh Jarrah che circondano la città vecchia presi particolarmente di mira dal processo di ebraizzazione della Città Santa. Parte di ciò è la recente marcia dell’estrema destra israeliana che al grido di “morte agli arabi”, si è poi scontrata con i residenti arabi della città.

La comunità internazionale
È in un simile contesto di normalizzazione della violenza che il report di Human Rights Watch rappresenta un punto di partenza e non certo di arrivo perché si vada verso la responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti. A tal proposito, lo scorso 5 febbraio, la Corte penale internazionale (Cpi) ha confermato che investigherà crimini di guerra perpetrati nei territori occupati, notizia ufficializzata il 5 marzo, nonostante le proteste di Tel Aviv, Londra, Washington e Berlino.

L’indagine – che considererà le azioni di entrambi le parti in conflitto – rappresenta un passo storico non solo per palestinesi e israeliani, ma per l’intera comunità internazionale, in particolare l’Ue e gli Stati Uniti, paralizzati nella contraddizione tra i propri valori fondamentali e l’incapacità di prendere una posizione chiara a sostegno del diritto internazionale in Palestina.

È in questo contesto che l’Ue dovrebbe sostenere non solo la Cpi ma anche l’agenzia per i rifugiati palestinesi (Unrwa), protegge

ndo l’organizzazione dai costanti attacchi e accuse infondate. Adesso è il momento di tradurre l’attenzione di numerose realtà della società civile in un impegno politico concreto che possa facilitare, o quantomeno non ostacolare, la lotta dei palestinesi per i propri diritti di cittadinanza e al contempo riconfermare il ruolo imprescindibile del diritto internazionale in questo e altri conflitti.

 


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#3208 ucca

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Inviato 25 maggio 2021 - 14:00

Situazione post bombardamenti. Allucinante.

 

https://www.ilfattoq...truire/6209129/


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#3209 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 02 giugno 2021 - 22:45

Cade Netanyahu e nessuno dice niente? 


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"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#3210 corrigan

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Inviato 03 giugno 2021 - 04:44

Situazione affascinante. Per dare un'idea con un esempio "italiano" (prendete con le pinze), ci si dovrebbe immaginare un Salvini al governo con Forza Nuova (immaginateli in parlamento), spodestato da una coalizione con FdI, Italia Viva, Forza Italia, PD, LeU e l'appoggio esterno di La Sinistra (immaginate anche loro in parlamento). 

Le due figure centrali sono Naftali Bennett, a capo del partito di destra nazionalista Yamina (lo stesso partito di Ayelet Shaked) e Yair Lapid, a capo di Yesh Atid, partito centrista e liberale tipicamente telaviviano. Bennett e' figlio di ebrei americani, ex soldato d'elite, ed imprenditore di successo: sara' il prossimo primo ministro nonostante il suo partito abbia solo 7 rappresentanti nella Knesset. Propone l'annessione della Area C della West Bank. Lapid e' un ex giornalista super di successo, ma occasionalmente anche attore e cantante, diventato nell'ultimo decennio un politico "vero". Lui sara' il prossimo alternate Prime Minister. Lapid appoggia una soluzione a due stati, anche se e' abbastanza nebulosa la sua posizione sui dettagli (che contano).

La coalizione include tra i tanti partiti anche il centro-sinistra (i laburisti, ormai una forza politica marginalizzata), la sinistra (Meretz), e Ra'am, l'unico partito arabo islamista (di ascendenza Fratelli Musulmani) disponibile ad intrattenere rapporti con i partiti sionisti.  

Ovviamente la distribuzione su un'asse destra-sinistra in questo caso va fatta soltanto sulla questione palestinese (in maniera simile a paesi come la Corea del Sud e Taiwan). Perché poi, ad esempio, Bennett e' pro-LGBT e ha promesso un piano di rinascita economica per i cittadini arabi di Israele (al contrario di Bibi), mentre Ra'am e' un partito ultra-conservatore e islamista. 


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#3211 bosforo

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Inviato 03 giugno 2021 - 09:01

Non ho ancora letto bene i dettagli, ma in questo accordo cosa impedisce a Lapid di fare la fine di Benny Gantz?
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#3212 ucca

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Inviato 03 giugno 2021 - 09:04

Bel bordello
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#3213 corrigan

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Inviato 03 giugno 2021 - 09:20

Non ho ancora letto bene i dettagli, ma in questo accordo cosa impedisce a Lapid di fare la fine di Benny Gantz?

Se Bennett si rifiuta si torna a votare, e rischiano di avere di nuovo Bibi al governo. La coalizione potrebbe durare fino a quando Netanyahu verrà condannato, o se riusciranno a far passare una legge per porre un limite dei numeri di mandati.  

La mia impressione è che Lapid non sia necessariamente interessato a diventare PM con questa coalizione, il punto era far fuori Bibi e dare la premiership a Bennett era l'unico modo per farlo.


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#3214 bosforo

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Inviato 04 giugno 2021 - 14:04

Post-post-post-tutto

https://youtu.be/JQ1BltDU4iM
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#3215 bosforo

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Inviato 13 giugno 2021 - 07:26

Un bel profilo su Bennett scritto dall'ottimo Anshel Pfeffer

https://www.haaretz....lapid-1.9864203
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#3216 corrigan

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Inviato 13 giugno 2021 - 08:14

Anche questo di Foreign Policy mi sembra ottimo, almeno nell'inquadrare il suo profilo personale e religioso e le sue implicazioni politiche.


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#3217 Farzan

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Inviato 14 agosto 2021 - 07:01

Corri, un articolo sulla situazione in Afghanistan? Ci sono tanti aspetti che mi sfuggono, come è possibile che le forza occidentali siano “sorprese” da questa situazione. L’avran ben previsto.
Come si pongono i paesi confinanti?
Ma soprattutto, i talebani ( qualsiasi cosa questa parola voglia dire ) sono un movimento unito o se le daranno tra di loro appena raggiunto il potere?
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#3218 corrigan

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Inviato 14 agosto 2021 - 07:41

Corri, un articolo sulla situazione in Afghanistan? Ci sono tanti aspetti che mi sfuggono, come è possibile che le forza occidentali siano “sorprese” da questa situazione. L’avran ben previsto.
Come si pongono i paesi confinanti?
Ma soprattutto, i talebani ( qualsiasi cosa questa parola voglia dire ) sono un movimento unito o se le daranno tra di loro appena raggiunto il potere?

1) l'hanno previsto, magari non in maniera così veloce (il Pentagono diceva, pubblicamente, sei mesi), ma lo hanno previsto. semplicemente non conveniva dire guardate che i talebani si prendono tutto appena ce ne andiamo. che poi invece di occidente bisognerebbe parlare di Stati Uniti, hanno fatto un grosso errore di comunicazione con gli alleati NATO. il fatto è che ormai concentreranno tutto sull'Indo-Pacifico, l'Afghanistan ha perso la sua rilevanza geostrategica anni fa, perché l'ha relativamente persa il Medio Oriente. poi lasciano anche una bella gatta da pelare a russi e cinesi, non credo sia stato il motivo principale ma certo lo avranno preso in considerazione. ora se i talebani sono furbi, hanno imparato la lezione del 2001 e non ospiteranno forze jihadiste internazionali, soprattutto Al Qaeda o quello che ne rimane. non vedo come possano ospitare forze ISIS invece. La grande differenza tra Al Qaeda e ISIS è che i primi si concentrano sul far enemy (Occidente) i secondi sul near enemy (qualunque istituzione politiche che impedisce loro di controllare il territorio). Sarà interessante però vedere se rispetteranno o meno le promesse fatte a Pechino di non ospitare milizie uigure dallo Xinjiang. 

2) I talebani sono quasi tutti appartenenti alla maggioranza pashto (popolo cugino degli iraniani) del paese. Fino alle ultimissime conquiste si parlava della possibilità delle milizie tagike (anch'essi iranici) e uzbeche (loro invece turcichi) di guidare una resistenza. Piu che una guerra fratricida tra i talebani mi immagino una insurrezione dei signori della guerra delle minoranze etniche una volta che i talebani controllerano il paese.

 

Poi puoi dare un'occhiata a questi articoli su Foreign Affairs [clicca sull'imagine]

Capture.png

 

Sui paesi confinanti:

Cina: https://www.rand.org...ir-romance.html

Pakistan: https://carnegieendo...order-pub-85152

Paesi post-sovietici: https://www.worldpol...ssia-and-china 

Russia: https://rusi.org/exp...asian-interests

Cina e Russia: https://rusi.org/exp...ctors-new-games

Non ho trovato nulla di specifico (non di taglio giornalistico almeno) sull'Iran, a parte questo che in realtà è abbastanza tangenziale: https://warontherock...n-afghanistan/ 


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#3219 bosforo

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Inviato 14 agosto 2021 - 11:19

Probabilità di una nuova mega crisi migratoria per l'Europa nei prossimi 12 mesi?

Oltre agli afghani "metropolitani" che non penso vogliano perdere i diritti acquisiti si aggiungerebbe l'influx di migranti iracheni che Lukashenko sta sbolognando alla Lituania

Che disastro, dio, per l'Afghanistan prima di tutti ovvio
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#3220 corrigan

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Inviato 14 agosto 2021 - 11:22

Probabilità di una nuova mega crisi migratoria per l'Europa nei prossimi 12 mesi?

99%.

Comunque pare che il governo iracheno abbia accolto le richieste UE. Minsk si è quindi portata avanti eliminando le richieste di visto per i pachistani.


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#3221 bosforo

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Inviato 27 agosto 2021 - 09:47

Qualcuno puo' consigliare una lettura sul collasso del Libano, spiegato bene?


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#3222 corrigan

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Inviato 27 agosto 2021 - 10:21

https://www.crisisgr...lebanon-out-pit
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#3223 bosforo

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Inviato 27 agosto 2021 - 10:22

Grazie, velocissimo

 

asd ma hai un archivio tipo Seattle Sound?


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#3224 corrigan

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Inviato 27 agosto 2021 - 10:26

https://ecfr.eu/publ...ld-lebanon/?amp

@bosfy: yes, pure bello grosso (asd)
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#3225 bosforo

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Inviato 19 settembre 2021 - 12:16

Bell'articolo sulla rigenerazione di uno dei posti piu' interessanti del medioriente

 

 

Building Israel’s Dust City
After decades of great expectations, Beersheba often seems like a lost cause. But a recent visit revealed a city finally on the cusp of a breakthrough.

 

Every city is a battle against entropy, and Beersheba (to paraphrase a famous saying about Jews) is like other cities, but more so. There’s one spot where you can stand on a rise of fresh grass overlooking a lovely new amphitheater that will stage cultural activities for the residents of Israel’s sixth-largest city. Then you turn around, without moving a step, and see electric pylons receding from the edge of town into the dun sea of the desert, the tin-shack Bedouin empire spreading over the slopes.

You can call Beersheba, population 200,000, the “capital of the Negev,” and air-condition spanking new shopping malls until the jeans are cool to the touch. You can open boutique hotels and unfurl the “biggest pride flag in the Middle East.” But the desert will still hem you in, crushing you with heat at 9 a.m. If the sprinklers fail, the green grass by the new amphitheater will be trash-blown sand in a week.

 


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#3226 corrigan

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Inviato 19 settembre 2021 - 12:54

Tablet è tra i migliori magazines in lingua inglese.


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#3227 bosforo

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Inviato 30 marzo 2022 - 16:09

Successa una cosa importante (per gli appassionati di aviazione): il Qatar avra' uno spazio aereo chiamato Doha FIR. In realta' l'ICAO ha ridisegnato gli spazi aerei del golfo, togliendo spazio al Bahrain

https://www.dohanews...ime-in-history/

Ricorderete il blocco dei paesi del Golfo ai danni del Qatar nel 2017. Ora non solo i qatarioti avranno il loro spazio ma ovviamente riscuoteranno pagamenti dalle linee di bandiera che vi transitano (e le ritorsioni come quella di qualche anno fa saranno difficili). Ennesima vittoria diplomatica per la penisola araba che riesce nell'impossibile compito di bilanciare le alleanze piu' assurde e incoerenti del medioriente.
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#3228 corrigan

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Inviato 02 novembre 2022 - 08:59

Per un Bolsonaro che perde ritorna Bibi per un soffio con quello che probabilmente è il peggior governo della storia di Israele, con i kahanisti di Itamar Ben-Gvir e i talebani ortodossi di Bezalel Smotrich. 


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#3229 ucca

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Inviato 22 novembre 2022 - 09:08

Vedo che nessuno commenta la situazione dei curdi. Interessa poco, ma mi sembra piuttosto grave quello che sta facendo Erdogan nel silenzio generale. 

 

https://www.analisid...n-siria-e-iraq/


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#3230 Legolas

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Inviato 22 dicembre 2022 - 19:03

In tutto questo la generazione dei genitori in Iran ridotta a zombi, quei trogloditi fondamentalisti stanno massacrando i loro figli e le loro figlie e nemmeno gli fanno fare la fine di Ceausescu...

 

https://www.msn.com/...ite/ar-AA15x0U3


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#3231 corrigan

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Inviato 19 gennaio 2023 - 14:55

What’s at Stake at Jerusalem’s Holy Esplanade?

Just days after a new Israeli government was sworn in, one of its most extreme members paid a provocative thirteen-minute visit to Jerusalem’s Temple Mount/al-Aqsa Mosque complex.

In this Q&A, Crisis Group expert Mairav Zonszein looks at what is behind this move and what it implies.


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#3232 Gozer

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Inviato 27 marzo 2023 - 12:33

Situazione frizzantina in Israele per via delle proteste contro l'ignobile riforma della giustizia che il governo più a destra nella storia del paese vorrebbe far passare.

Settimane di crescendo e ieri la deflagrazione definitiva dopo che Netanyahu ha fatto fuori il ministro della difesa, che si opponeva alla manovra.

Pare che però qualche ora fa anche Herzog gli abbia scritto di ritirarla.

 

 

np_file_218058.jpeg


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#3233 corrigan

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Inviato 27 marzo 2023 - 12:42

Pare circa 6% della popolazione a manifestare
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#3234 ucca

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Inviato 27 marzo 2023 - 14:10

Gente seria, bravi. Penso la ritirerà quella merda poi magari se smettono di votarlo meglio
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#3235 Sandor

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Inviato 27 marzo 2023 - 15:27

C'è da dire che di riforma della corte suprema si parla da decenni e in fondo sarebbe di dare più potere agli eletti ,il problema 

è che lo propone un governo di estremisti religiosi e di destra guidati da uno che si vuole solo salvare il culo dalle inchieste per 

corruzione ma che prende sempre una caterva di voti.

Insomma un gran casino come al solito in Israele con i palestinesi che ci rimettono in ogni caso. 


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#3236 Gozer

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Inviato 27 marzo 2023 - 15:49

C'è da dire che di riforma della corte suprema si parla da decenni e in fondo sarebbe di dare più potere agli eletti ,il problema 

è che lo propone un governo di estremisti religiosi e di destra guidati da uno che si vuole solo salvare il culo dalle inchieste per 

corruzione ma che prende sempre una caterva di voti.

Insomma un gran casino come al solito in Israele con i palestinesi che ci rimettono in ogni caso. 

 

C'è riforma e riforma. Questi vorrebbero avere il potere di ribaltare le sentenze della Corte con una semplice maggioranza 50%+1 in parlamento.

I palestinesi non c'entrano niente ovviamente, con una roba del genere c'avrebbe rimesso chiunque.


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#3237 Sandor

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Inviato 27 marzo 2023 - 16:07

 

C'è da dire che di riforma della corte suprema si parla da decenni e in fondo sarebbe di dare più potere agli eletti ,il problema 

è che lo propone un governo di estremisti religiosi e di destra guidati da uno che si vuole solo salvare il culo dalle inchieste per 

corruzione ma che prende sempre una caterva di voti.

Insomma un gran casino come al solito in Israele con i palestinesi che ci rimettono in ogni caso. 

 

C'è riforma e riforma. Questi vorrebbero avere il potere di ribaltare le sentenze della Corte con una semplice maggioranza 50%+1 in parlamento.

I palestinesi non c'entrano niente ovviamente, con una roba del genere c'avrebbe rimesso chiunque.

 

Ho capito ma è la maggioranza degli eletti o sbaglio?

Giudici della corte suprema vengono eletti dall'avvocatura e dagli stessi membri

della corte e possono ribaltare con maggioranza semplice qualsiasi decisione del governo e del parlamento ,non un esempio di democrazia.

Il problema che questo governo è pieno di pazzi furiosi e anche molti nel Likud sono preoccupati per la tenuta democratica del paese 

e da lì le grandi proteste.

I palestinesi ci rimetterenno molto probabilmente perchè di solito quando c'è una crisi in Israele una bel attacco ai territori palestinesi non si nega mai .


  • 1

#3238 Zpider

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Inviato 27 marzo 2023 - 18:14

 

 

C'è da dire che di riforma della corte suprema si parla da decenni e in fondo sarebbe di dare più potere agli eletti ,il problema 

è che lo propone un governo di estremisti religiosi e di destra guidati da uno che si vuole solo salvare il culo dalle inchieste per 

corruzione ma che prende sempre una caterva di voti.

Insomma un gran casino come al solito in Israele con i palestinesi che ci rimettono in ogni caso. 

 

C'è riforma e riforma. Questi vorrebbero avere il potere di ribaltare le sentenze della Corte con una semplice maggioranza 50%+1 in parlamento.

I palestinesi non c'entrano niente ovviamente, con una roba del genere c'avrebbe rimesso chiunque.

 

Ho capito ma è la maggioranza degli eletti o sbaglio?

Giudici della corte suprema vengono eletti dall'avvocatura e dagli stessi membri

della corte e possono ribaltare con maggioranza semplice qualsiasi decisione del governo e del parlamento ,non un esempio di democrazia.

 

 

Beh insomma, tralasciando le specificità di Israele, sono più le democrazie che funzionano così che non il contrario (fortunatamente). 

Sono organismi di garanzia perché hanno meccanismi di nomina / durata incarichi indipendenti (temporalmente o per la modalità di nomina/elezione) dal governo/parlamento di turno. E non possono generalmente intervenire su qualsiasi legge ma solo su quelle che toccano punti di rilevanza costituzionale sulla base di motivazioni con qualche validità giuridica.

 

Quale sarebbe il senso di avere una carta costituzionale se non esiste un organo che possa farne valere limiti e i princìpi? 
Poi, Israele è un caso abbastanza particolare, una costituzione nemmeno c'è... ci sono le Basic Laws, e non so se ci siano ragioni per ritenere che la corte abbia accumulato un potere eccessivo, ma eviterei di generalizzare il concetto per il quale un organo non elettivo che può bloccare una legge costituisca un difetto democratico.


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#3239 Mr Repetto

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Inviato 28 marzo 2023 - 08:04

 

 

 

C'è da dire che di riforma della corte suprema si parla da decenni e in fondo sarebbe di dare più potere agli eletti ,il problema 

è che lo propone un governo di estremisti religiosi e di destra guidati da uno che si vuole solo salvare il culo dalle inchieste per 

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Insomma un gran casino come al solito in Israele con i palestinesi che ci rimettono in ogni caso. 

 

C'è riforma e riforma. Questi vorrebbero avere il potere di ribaltare le sentenze della Corte con una semplice maggioranza 50%+1 in parlamento.

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Ho capito ma è la maggioranza degli eletti o sbaglio?

Giudici della corte suprema vengono eletti dall'avvocatura e dagli stessi membri

della corte e possono ribaltare con maggioranza semplice qualsiasi decisione del governo e del parlamento ,non un esempio di democrazia.

 

 

Beh insomma, tralasciando le specificità di Israele, sono più le democrazie che funzionano così che non il contrario (fortunatamente). 

Sono organismi di garanzia perché hanno meccanismi di nomina / durata incarichi indipendenti (temporalmente o per la modalità di nomina/elezione) dal governo/parlamento di turno. E non possono generalmente intervenire su qualsiasi legge ma solo su quelle che toccano punti di rilevanza costituzionale sulla base di motivazioni con qualche validità giuridica.

 

Quale sarebbe il senso di avere una carta costituzionale se non esiste un organo che possa farne valere limiti e i princìpi? 
Poi, Israele è un caso abbastanza particolare, una costituzione nemmeno c'è... ci sono le Basic Laws, e non so se ci siano ragioni per ritenere che la corte abbia accumulato un potere eccessivo, ma eviterei di generalizzare il concetto per il quale un organo non elettivo che può bloccare una legge costituisca un difetto democratico.

 

Sì, ho pensato la stessa cosa. Più o meno è il ruolo della Corte Costituzionale. Se non che là  non c'è una Costituzione e credo che quella Corte possa avere un po' di discrezionalità in più. Non conosco il dibattito sul ruolo della Corte suprema in Israele, ma in generale ci sta di volerne delimitare l'azione. Così però più che delimitare mi pare annullare. Considerato anche quale coalizione lo sta proponendo e in quale clima si trova spesso Israele, il rischio mi pare altissimo.


  • 0

#3240 Sandor

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Inviato 28 marzo 2023 - 09:09

Il buon Bibi per evitare che un partitino di estrema destra con leader condannato per razzismo e vari reati esca dal governo ha promesso la creazione di una guardia civile che potrebbe diventare una milizia armata che molto probabilmente si occuperà di palestinesi e arabi con i soliti metodi . 

Ero stato facile profeta sui palestinesi che ci rimettevano in ogni caso.


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#3241 Gozer

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Inviato 28 marzo 2023 - 11:29

Con un governo del genere ci rimette chiunque, fra le leggi ferme in rampa di lancio - giusto il tempo di esautorare la Corte, che la boccerebbe - ce n'è una che consentirebbe ai medici di rifiutarsi di curare una persona perché omosessuale, per dire.
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#3242 Mr Repetto

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Inviato 30 marzo 2023 - 20:23

La merdaccia non è facile da sconfiggere. Ora pare essersi preso tempo senza concedere nulla, sperando che la protesta si sgonfi. Sembra volersi/doversi giocare il tutto per tutto. La protesta viene descritta come quanto mai trasversale nella società israeliana, mettendo insieme sindacati ma anche tanti padroni. Una bella reazione democratica per un tema tutto sommato abbastanza astratto come una riforma dei meccanismi istituzionali. Speriamo che tengano duro.
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#3243 Myvatn

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Inviato 15 maggio 2023 - 07:57

Erdogan al ballottaggio, ma avrei sperato che l'opposizione ci arrivasse in vantaggio. Così la vedo durissima.


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#3244 Gozer

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Inviato 15 maggio 2023 - 13:01

Meh. Ormai mi domando anche quanto siano regolari le elezioni nella sua Turchia francamente...


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#3245 Myvatn

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Inviato 15 maggio 2023 - 13:42

beh avessero voluto barare magari avrebbero portato Erdogan al 50% più qualcosa (non che non possa succedere, i risultati ufficiali devono pur sempre ancora uscire). 


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#3246 Tom

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Inviato 18 maggio 2023 - 12:47

Ma solo io sono tormentato, e da piu' di un anno, dagli spot turistici di Isreale su youtube?

Stupendo come si promuovano come una specie di Florida da spring break multietnico... senza inquadrare mai neanche per sbaglio una fisionomia araba.


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#3247 ucca

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Inviato 26 luglio 2023 - 09:27

https://stream24.ils...o-drone/AFODuvL

 

Continuano la scaramucce aeree tra USA e Russia in Siria. Una domanda forse ingenua, che cosa ci fanno ancora gli USA in Siria? A rigor di logica, dovremmo sanzionarli e fornire armi al governo siriano per cacciarli, l'autodeterminazione è un valore importante, sacro per noi democratici. Ma la situazione è complessa, li non c'è una democrazia quindi l'autodeterminazione non ci piace. C'è stato un voto di recente sul possibile ritiro delle truppe da uno stato sovrano, curiosamente non si fece. Si decise di restare. Chiedo a chi ne sa di aiutarmi a capire perchè siamo nel giusto, a volte sbando e mi ritrovo nelle parole di un trumpiano.

 

https://greenreport....ano-matt-gaetz/

 

Nel suo intervento al Congresso, il parlamengtare repubblicano haz ricordato che «Gran parte della discussione odierna ruota intorno al fatto che il ritiro dalla Siria possa o meno innescare un nuovo califfato dell’ISIS. Abbiamo sottolineato più e più volte i rapporti dell’Inspector General che affermano che ciò è improbabile, ma non sono del tutto sicuro che avere truppe in Siria scoraggi l’ISIS più di quanto non sia in realtà uno strumento di reclutamento per l’ISIS. Inoltre, il presidente Trump ha affermato che se la Russia volesse uccidere l’ISIS, dovremmo permetterglielo, e penso che ci sia saggezza in questo. Sia Assad che la Turchia sono oggi in posizioni più forti per esercitare una pressione sull’ISIS, e forse se non ci fossero date armi alle persone che sparano ad Assad, Assad avrebbe tutti gli incentivi per essere in grado di coinvolgere l’ISIS in modo da garantire che non torni». Insomma, Gaetz

Propone di fatto un tacito accordo tra regime siriano, Russia e Turchia per far fuori quel che resta dello Stato Islamico Daesh, liberando gli Usa da questa incombenza.  Ma non basta, il deputato del GOP ha girato il coltello nella piaga delle disavventure diplomatiche e militari statunitensi in Medio Oriente:

 

«Dobbiamo anche riconoscere che la Siria e l’Iraq sono i due Paesi del pianeta Terra in cui abbiamo fatto di più per finanziare l’ISIS. Diamo armi a questi cosiddetti ribelli moderati, che in realtà pensavo fosse un ossimoro, e si scopre che non sono così moderati. A volte i ribelli che finanziamo per andare a combattere Assad si rivoltano e alzano la bandiera dell’ISIS. E quindi è abbastanza sciocco dire che dobbiamo ritirarci per fermare l’ISIS quando è la nostra stessa presenza in Siria in alcuni casi che è stata il miglior regalo per l’ISIS. Ci sono gruppi come Al-Nusra e entità associate che sono come i nostri fans quando sono in Siria, e poi attraversano il confine con l’Iraq e diventano jihadisti a tutti gli effetti che si presentano come una cosiddetta minaccia per la patria. Ci sono 1.500 gruppi diversi in Siria. Quindi l’amico di oggi è l’ISIS di domani. Non c’è una vera definizione chiara di cosa significhi la “sconfitta duratura dell’ISIS”. Ad esempio, dobbiamo tenere 900 americani in Siria fino a quando batterà il cuore dell’ultima persona che nutre simpatia per l’ISIS? Sicuramente spero di no. Significherebbe che dovremmo essere lì per sempre».

 


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#3248 Trickster017

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Inviato 27 luglio 2023 - 09:19

Continuano la scaramucce aeree tra USA e Russia in Siria. Una domanda forse ingenua, che cosa ci fanno ancora gli USA in Siria? A rigor di logica, dovremmo sanzionarli e fornire armi al governo siriano per cacciarli, l'autodeterminazione è un valore importante, sacro per noi democratici. Ma la situazione è complessa, li non c'è una democrazia quindi l'autodeterminazione non ci piace. C'è stato un voto di recente sul possibile ritiro delle truppe da uno stato sovrano, curiosamente non si fece. Si decise di restare. Chiedo a chi ne sa di aiutarmi a capire perchè siamo nel giusto, a volte sbando e mi ritrovo nelle parole di un trumpiano.



Sarebbe una tentazione quella di saltare subito alle opinioni-conclusioni sulla presenza americana in Siria, come è di prassi nei bar e sui social, ma purtroppo ti sei messo i bastoni tra le ruote da solo quando hai menzionato (secondo me erroneamente) il principio di autodeterminazione, che è un concetto delicato. A questo punto non te la posso fare breve. asd
Però, dai, è interessante. E soprattutto non mi esimo minimamente dal rispondere alla domanda sul senso della presenza americana.

In principio* fu... John Locke (fine del Seicento), padre del giusnaturalismo liberale secondo cui il diritto connesso alla natura degli uomini supera il diritto scritto dagli uomini. E Locke è fondamentale perché parlò in sostanza di diritto alla resistenza a un potere (la tirannide). Era avanti 300 anni Locke. Saltiamo alla Carta delle Nazioni Unite, che sebbene è una Carta tra Stati (da chiunque retti purché riconosciuti dalla comunità) già all'articolo 1 dice che il rispetto dell'autodeterminazione (dice auto-decisione) dei popoli è uno dei fini dell'ONU. Tale articolo va poi a completarsi con gli articoli 55 e 76.
Altrettanto fondamentale è l'articolo 1 comune ai due Patti internazionali sui diritti umani del 1966, adottati dall'Assemblea generale dell'ONU: "Tutti i popoli hanno il diritto all'autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo..." ecc.
Cosa sono dunque le primavere arabe se non delle sollevazioni popolari per decidere liberamente del proprio statuto contro un tiranno? A maggior ragione valgono per Libia e Siria, dove i rispettivi tiranni scatenarono una ignominiosa repressione violentissima, quando invece avrebbero dovuto saggiamente concedere qualcosa. E' in quei casi che la legittimazione del potere sostanzialmente cessa o viene compromessa, e magari viene meno il sostegno della comunità e il riconoscimento. Motivo per il quale oggi a riconoscere la legittimità del tiranno Assad non ci sono Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e Italia, ad esempio, che hanno negato validità al sospetto risultato plebiscitario delle elezioni presidenziali del 2021. Intanto il regime zoppo di Assad si presenta più come un protettorato russo (alleato tradizionale degli Assad) e inoltre parliamo di un paese ancora molto frammentato, quasi un non Stato, con un territorio su cui sono presenti russi, turchi, israeliani, iraniani, curdi, americani, mille fazioni siriane in lotta e mercenari vari legati ai suddetti paesi (una sorta di Libano degli anni Ottanta).
Ovvio che Assad intende tenersi attaccato al potere con i denti e più guadagna terreno più si legittima, e che il ruolo destabilizzante dell'ISIS gli ha quasi fatto un favore in quanto la priorità americana è cambiata (portando poi Trump a decidere di sganciare una buona parte delle truppe dalla Siria).

Posto dunque che il regime di Assad non lo riconosciamo ed è la negazione dell'autodeterminazione, la presenza americana sul terreno non può essere contraria a tale principio. Probabilmente i meno numerosi sul terreno sono proprio gli americani (me ne risultano appena 900, anche se da qualche fonte non proprio affidabile apprendo che ne sarebbero in arrivo altri 1500?), che fondamentalmente sono lì per dar man forte alle SDF (le Forze democratiche siriane) a maggioranza curde (YPG) il cui scopo è quello di creare una Siria democratica e federale (principio ambizioso ma saggio, considerato il mosaico siriano) e sostenute da un'ampia coalizione internazionale.

Passiamo dal diritto al realismo, che mi è più consono: credo si sia disposti a non mettere in discussione il porto di Tartus, importante base navale russa (così come credo non si voglia mettere in discussione quella di Sebastopoli in Crimea), né si mira a organizzare grandi operazioni militari anti-Assad. Di fatto gli americani lì conservano solo forze speciali congiunte per: lanciare raid contro esponenti di primo-secondo piano dell'ISIS, proteggere le forze curde e impedire nell'area l'infiltrazione iraniana (maligna, secondo la definizione del sito internet del Comando centrale americano, CENTCOM, che vi invito a consultare perché c'è davvero tanto, quasi come fosse un trasparente sito aziendale) e delle milizie affiliate all'Iran.
La faccenda dei pozzi petroliferi (Konako ecc.) è men che secondaria, secondo me, e viene tirata in ballo dalla propaganda antiamericana. Sono portato a considerarla una questione ininfluente.
Strategicamente e realisticamente parlando, la presenza americana credo miri a far sì che nessuna delle potenze regionali (Assad, Turchia, Iran) riesca ad attribuirsi una posizione dominante rispetto alle altre, favorendo dunque l'affermazione di un equilibrio regionale.
Con questi specifici obiettivi dell'operazione Inherent Resolve (con quel numero di forze non potrebbero fare di più), e con il ruolo ben più destabilizzante di altri attori sul terreno, direi che la presenza americana io non la vedo di cattivo occhio, semmai il contrario.

Tecnicamente parlando (quindi senza guardare alle bandiere), però, mi ha fatto sorridere il modo smart con cui il caccia russo ha messo fuori uso il drone americano. I giornali occidentali parlano di razzi sparati contro il drone, ma è una balla: ha semplicemente rilasciato dei flares che non sono armi ma anzi il sistema difensivo di ultima istanza di un aereo militare, e questi hanno danneggiato le eliche. Pulito ed efficace.

*prima di Locke a parlare dei diritto alla resistenza erano i monarcomachi, ma è un'altra storia.
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#3249 Mr Repetto

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Inviato 27 luglio 2023 - 12:27

 
*prima di Locke a parlare dei diritto alla resistenza erano i monarcomachi ma è un'altra storia.

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Inviato 27 luglio 2023 - 16:00

 

Continuano la scaramucce aeree tra USA e Russia in Siria. Una domanda forse ingenua, che cosa ci fanno ancora gli USA in Siria? A rigor di logica, dovremmo sanzionarli e fornire armi al governo siriano per cacciarli, l'autodeterminazione è un valore importante, sacro per noi democratici. Ma la situazione è complessa, li non c'è una democrazia quindi l'autodeterminazione non ci piace. C'è stato un voto di recente sul possibile ritiro delle truppe da uno stato sovrano, curiosamente non si fece. Si decise di restare. Chiedo a chi ne sa di aiutarmi a capire perchè siamo nel giusto, a volte sbando e mi ritrovo nelle parole di un trumpiano.

 

Sarebbe una tentazione quella di saltare subito alle opinioni-conclusioni sulla presenza americana in Siria, come è di prassi nei bar e sui social, ma purtroppo ti sei messo i bastoni tra le ruote da solo quando hai menzionato (secondo me erroneamente) il principio di autodeterminazione, che è un concetto delicato. A questo punto non te la posso fare breve. asd

Però, dai, è interessante. E soprattutto non mi esimo minimamente dal rispondere alla domanda sul senso della presenza americana.

 
In principio* fu... John Locke (fine del Seicento), padre del giusnaturalismo liberale secondo cui il diritto connesso alla natura degli uomini supera il diritto scritto dagli uomini. E Locke è fondamentale perché parlò in sostanza di diritto alla resistenza a un potere (la tirannide). Era avanti 300 anni Locke. Saltiamo alla Carta delle Nazioni Unite, che sebbene è una Carta tra Stati (da chiunque retti purché riconosciuti dalla comunità) già all'articolo 1 dice che il rispetto dell'autodeterminazione (dice auto-decisione) dei popoli è uno dei fini dell'ONU. Tale articolo va poi a completarsi con gli articoli 55 e 76. 
Altrettanto fondamentale è l'articolo 1 comune ai due Patti internazionali sui diritti umani del 1966, adottati dall'Assemblea generale dell'ONU: "Tutti i popoli hanno il diritto all'autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo..." ecc.
Cosa sono dunque le primavere arabe se non delle sollevazioni popolari per decidere liberamente del proprio statuto contro un tiranno? A maggior ragione valgono per Libia e Siria, dove i rispettivi tiranni scatenarono una ignominiosa repressione violentissima, quando invece avrebbero dovuto saggiamente concedere qualcosa. E' in quei casi che la legittimazione del potere sostanzialmente cessa o viene compromessa, e magari viene meno il sostegno della comunità e il riconoscimento. Motivo per il quale oggi a riconoscere la legittimità del tiranno Assad non ci sono Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e Italia, ad esempio, che hanno negato validità al sospetto risultato plebiscitario delle elezioni presidenziali del 2021. Intanto il regime zoppo di Assad si presenta più come un protettorato russo (alleato tradizionale degli Assad) e inoltre parliamo di un paese ancora molto frammentato, quasi un non Stato, con un territorio su cui sono presenti russi, turchi, israeliani, iraniani, curdi, americani, mille fazioni siriane in lotta e mercenari vari legati ai suddetti paesi (una sorta di Libano degli anni Ottanta).
Ovvio che Assad intende tenersi attaccato al potere con i denti e più guadagna terreno più si legittima, e che il ruolo destabilizzante dell'ISIS gli ha quasi fatto un favore in quanto la priorità americana è cambiata (portando poi Trump a decidere di sganciare una buona parte delle truppe dalla Siria). 
 
Posto dunque che il regime di Assad non lo riconosciamo ed è la negazione dell'autodeterminazione, la presenza americana sul terreno non può essere contraria a tale principio. Probabilmente i meno numerosi sul terreno sono proprio gli americani (me ne risultano appena 900, anche se da qualche fonte non proprio affidabile apprendo che ne sarebbero in arrivo altri 1500?), che fondamentalmente sono lì per dar man forte alle SDF (le Forze democratiche siriane) a maggioranza curde (YPG) il cui scopo è quello di creare una Siria democratica e federale (principio ambizioso ma saggio, considerato il mosaico siriano) e sostenute da un'ampia colazione internazionale. 
 
Passiamo dal diritto al realismo, che mi è più consono: credo si sia disposti a non mettere in discussione il porto di Tartus, importante base navale russa (così come credo non si voglia mettere in discussione quella di Sebastopoli in Crimea), né si mira a organizzare grandi operazioni militari anti-Assad. Di fatto gli americani lì conservano solo forze speciali congiunte per: lanciare raid contro esponenti di primo-secondo piano dell'ISIS, proteggere le forze curde e impedire nell'area l'infiltrazione iraniana (maligna, secondo la definizione del sito internet del Comando centrale americano, CENTCOM, che vi invito a consultare perché c'è davvero tanto, quasi come fosse un trasparente sito aziendale) e delle milizie affiliate all'Iran. 
La faccenda dei pozzi petroliferi (Konako ecc.) è men che secondaria, secondo me, e viene tirata in ballo dalla propaganda antiamericana. Sono portato a considerarla una questione ininfluente. 
Strategicamente e realisticamente parlando, la presenza americana credo miri a far sì che nessuna delle potenze regionali (Assad, Turchia, Iran) riesca ad attribuirsi una posizione dominante rispetto alle altre, favorendo dunque l'affermazione di un equilibrio regionale.
Con questi specifici obiettivi dell'operazione Inherent Resolve (con quel numero di forze non potrebbero fare di più), e con il ruolo ben più destabilizzante di altri attori sul terreno, direi che la presenza americana io non la vedo di cattivo occhio, semmai il contrario.
 
Tecnicamente parlando (quindi senza guardare alle bandiere), però, mi ha fatto sorridere il modo smart con cui il caccia russo ha messo fuori uso il drone americano. I giornali occidentali parlano di razzi sparati contro il drone, ma è una balla: ha semplicemente rilasciato dei flares che non sono armi ma anzi il sistema difensivo di ultima istanza di un aereo militare, e questi hanno danneggiato le eliche. Pulito ed efficace.
 
*prima di Locke a parlare dei diritto alla resistenza erano i monarcomachi, ma è un'altra storia. 

 

 

 

Non ci crederai, ma sarà che aspettavo un crodino con le patatine e non sapevo proprio che fare, mi sono letto tutto. Ti dico cosa non mi torna e cosa invece condivido. C'è un fine strategico assolutamente legittimo che è questo:

 

"Strategicamente e realisticamente parlando, la presenza americana credo miri a far sì che nessuna delle potenze regionali (Assad, Turchia, Iran) riesca ad attribuirsi una posizione dominante rispetto alle altre, favorendo dunque l'affermazione di un equilibrio regionale."

 

Assolutamente vero. Ognuno persegue il suo obiettivo, figuriamoci le potenze imperialiste. Cina, Russia, USA, ognuno di loro cura la propria sfera di influenza e cerca di allargarsi controllare etc. Noi cittadini non siamo vittime, siamo parte del tutto e le nostre condizioni di vita ne dipendono. A livello di governi, ognuno poi è assolutamente amico dei dittatori, purchè siano dalla loro parte. Essere un dittatore non è di per sè un male. L'importante è avere un ruolo funzionale all'obiettivo di cui sopra, nel periodo di cui si parla. Poi magari il tempo passa e quel dittatore non serve più. Ora ciò che trovo francamente debolissimo è tutto il discorso sull'autodeterminazione. Chi lo stabilisce? Chi stabilisce quanto sei democratico e cosa succede sopra e sotto? E il fatto che tu non sia uno Stato democratico mi consente di agire liberamente da un punto di vista militare e di intelligence etc perchè io invece sono democratico? Voglio dire qui c'è uno Stato sovrano (schierato dalla parte sbagliata dello scacchiere) che ti ha detto chiaro e tondo che non ti ci vuole sul suo territorio e tu te ne fotti e anzi cerchi di buttarlo giù e armare chi lo vuole rovesciare oltre a restarci in quel territorio con i tuoi militari. Il resto sono giustificazioni politiche. Ma il principio semplicemente non esiste e possiamo passare direttamente agli interessi e le strategie. A te sta bene quella strategia, quindi giustifichi una cosa che altrove riteniamo contraria ai nostri principi (quando è contraria semplicemente ai nostri interessi). Questi principi cioè vanno e vengono per mera propaganda e ci servono di volta in volta per continuare a fare una cosa piuttosto che un'altra. 


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Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.





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