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Sergio Leone


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181 replies to this topic

#51 sokurov

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Inviato 04 febbraio 2012 - 02:03

Visto che in chat si parlava di "C'era una volta in America", copincollo un mio commento di quando ero giovane e ingenuo e scrivevo papielli sui film:

Il tema del gangster, trasformato da Coppola in epica, reso da Scorsese come tragedia (non una tragedia classica, forse più in ambito barocco, da dramma del siglo de oro), diventa in Leone elegia. Rimpianto e ricerca del tempo perduto. Il Proust del gangster movie, sin dall'inizio immerso in quell'ottica di esasperata soggettività.

Alla fine de "L'uomo che uccise Liberty Valance", un giornalista dice a James Stewart: "Nel west, quando la realtà è diversa dal mito, noi scriviamo il mito". La storia di Noodles è la storia di un uomo alla ricerca del suo passato, della verità del passato, e che scopre che ciò che realmente rivuole sono le sue illusioni.

Le tre parti del film prendono tre momenti, relativamente brevi, di un'intera vita, eppure ci mostrano la vita di Noodles nella sua totalità. I tantissimi anni trascorsi tra l'uno e l'altro sono meri spazi bianchi ("Che cosa hai fatto in tutti questi anni?" "Sono andato a letto presto"), riempiti dalle decisioni prese in pochi momenti. Il destino di un uomo legato ad un unico atto, le cui conseguenze lo inchioderanno di fronte all'eternità.

La prima parte è quella che amo di più. La più corale, la più oggettiva, eppure la più illusoria. Il passato (irrecuperabile) a cui agognare. Il paradiso prima della caduta. Non è un caso, secondo me, che il film si svolga in ambiente ebraico. Non manca neppure Eva in questa Genesi profana; solo mi chiedo, chi è il serpente?

La seconda parte è ossessiva, claustrofobica. Luciferina. Comincia la ricerca del passato perduto, ma Noodles dovrà imparare che non si può mai veramente tornare a casa. E la madeleine in questo caso ha un sapore amaro.

La terza parte conclude la ricerca. E canta il suo inno all'illusione, al passato, ma non nella sua realtà. E' per questo che la scena conclusiva non poteva essere se non quella che è. Canta la sua canzone di tristezza e malinconia, chiude un bilancio fallimentare, fa rimpiangere una vita sprecata (o anche due, forse), un mondo perduto. L'ambiente sporco e casalingo del 1921, divenuto quello ripulito e crudele del 1933, è ora asettico e freddo come una bara. La ricerca si conclude in un tono funebre, ma non morboso. E' l'ultimo addio sotto un cielo di monotono grigiore.


Bravo!
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#52 Boces

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Inviato 04 febbraio 2012 - 09:23

ieri mi è preso il matto e mi sono visto "Per un pugno di dollari" "C'era una volta il west" e "C'era una volta in america"

non sono molto d'accordo sulla riflessione riguardo alla scelta dell'ambiente ebraico (non è proprio dell'ebraismo rappresentare "il paradiso prima della caduta" secondo me) e anche riguardo al finale... sono stato colpito diversamente alla radice... quella caratteristica unitaria del film che l'hai sentita come elegiaca, per me è un'appassionata Ode sin dall'inizio immersa in quell'ottica di esasperata soggettività ... dalle scorribande dell'inizio e la vita nella città che non appare diversa da quella del far west o della giungla, dove le sovrastrutture sociali sono perfettamente inquadrate nel mondo naturale.... al finale dove - se tutti (come in qualsiasi altro film di leone) hanno sempre avuto il proprio sogno di libertà da mettere in atto - alla fine della vita potendo fare un bilancio (fallimentare appunto) dei risultati del tentativo di raggiungere quel sogno, il risultato lo conduce non a rimpiangere, ma ad accettare la sua vita sprecata... non ho colto nè rifiuto nè rassegnazione nè orgoglio nel finale, quanto più un'autocoscenza (più o meno distorta) propria della fine del percorso, la chiusura della grande ode in cui provare empatia e partecipazione nei confronti di noodles è quasi obbligatorio...

ma non so se ci ho messo un pò troppo del mio in questo film bho... se dovessi fare un discorso del cazzo direi che non saprei se eleggerlo a uno dei miei preferiti, altrimenti direi che mi è piaciuto tantissimo

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la cardinale non mi aveva mai convinto del tutto ma in c'era una volta il west è proprio folgorante
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#53 Tom

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Inviato 04 febbraio 2012 - 09:51

Se non sbaglio Kurosawa ha intentato anche una causa (che poi vinse) a Leone per plagio.

Sì, Kurosawa vinse i diritti di sfruttamento del film sul mercato orientale... tenendo conto che erano soldi che gli venivano in tasca senza nessun tipo di investimento guadagnò più che con qualsiasi sua opera, nonostante l'enorme successo di alcuni suoi film.
Leone e gli sceneggiatori avevano avvertito i produttori di pagare i diritti ai giapponesi, ma i due produttori, confidando che quel filmetto di terza categoria avebbe fatto al massimo il giro della sale parrocchiali italiane, pensarono di fare i furbi. Fu uno dei tanti motivi per cui Leone litigò a morte con la produzione.

non sono molto d'accordo sulla riflessione riguardo alla scelta dell'ambiente ebraico (non è proprio dell'ebraismo rappresentare "il paradiso prima della caduta" secondo me)

Fermo restando che trovo lecito leggere in un'opera significati che travalicano le intenzioni degli autori, Leone scelse di parlare della mafia ebraica perché non voleva assolutamente dare l'impressione dell'italiano che racconta in modo nostalgico della mafia italoamericana.
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#54 Reynard

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Inviato 04 febbraio 2012 - 12:54

non sono molto d'accordo sulla riflessione riguardo alla scelta dell'ambiente ebraico (non è proprio dell'ebraismo rappresentare "il paradiso prima della caduta" secondo me)

Non e' proprio questo che intendevo, quanto che la rappresentazione del mondo familiare come "paradiso prima della caduta" (ma in cui la caduta e' gia' implicita, pronta ad avvenire) e' un tema molto presente nella cultura e letteratura ebraica.
E' solo una mia associazione mentale, niente di propriamente argomentabile... comunque, non so se hai letto "Chiamalo sonno" di Henry Roth; a me la prima parte di "C'era una volta in America" ha ricordato parecchio le atmosfere di quel romanzo.
Credo sia pacifico che Leone non aveva in mente nulla del genere, ma diciamo che nello scegliere l'ambiente ebraico e' riuscito a coglierlo talmente bene che certe suggestioni culturali funzionano quasi da sole, a mio avviso.
  • 1
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#55 Boces

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Inviato 05 febbraio 2012 - 19:03

Avevo interpretato male la frase allora, credo di aver capito a cosa ti ha suscitato (anche se non ho letto quel libro :P)... D'accordissimo con la tesi di tom sulla libertá nel leggere significati che tra valicano le intenzioni degli autori comunque (come ho detto sopra, ci ho messo molto del mio nel vedere il film e inoltre la lettura di mbv mi ha fatto ripensare a certe caratteristiche che avevo notato poco)

Volevo capire qualcosa in più sul termine Exploitation che è associato a leone o tarantino, ma anche a splatter e b-movies... Viene usato in senso dispregiativo? La definizione di wikipedia "Per film d'exploitation si intende un genere cinematografico che mette da parte i meriti artistici per una estetizzazione più forte" me lo fa pensare... Mi sembra un modo parecchio riduttivo di definire la mentalitá dietro la trilogia del dollaro
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#56 William Blake

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Inviato 05 febbraio 2012 - 19:13

sì, è dispregiativo anche se al giorno d'oggi si è rivalutato ogni cosa. c'è però una distinzione da fare: Leone girava western e aveva l'intenzione di fare western. è il western spaghetti che alla lunga è diventato un genere assimilabile al calderone dell'exploitation
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#57 StuntmanMike

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Inviato 20 ottobre 2012 - 23:49

Dopo la presentazione a Cannes l'edizione finalmente completa di C'era una volta in America arriva in cento sale selezionate - tra cui quelle del circuito The Space- per soli quattro giorni (a dicembre in blu-ray). Il director's cut dura 26 minuti in più (4h e 15'), recupera il doppiaggio originale e inserisce scene mai viste che completano alcuni snodi narrativi del capolavoro di Leone. I negativi dei fotogrammi inediti erano andati perduti e la qualità dei positivi mal conservati è spesso contrastata, l'impatto rimane comunque grandioso.

Come la visionaria sequenza 137 di Deborah che interpreta a teatro la Cleopatra shakespeariana con Noodles tra il pubblico. All'epoca venne tagliata, pazzesco.

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Quello che se ne fotte dei punti sulla patente.

#58 William Blake

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Inviato 21 ottobre 2012 - 00:47

c'è lo speciale sul sito http://www.ondacinem...rector_cut.html e il thread al riguardo aperto: http://forum.ondaroc...gio-leone-1984/
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#59 cinemaniaco

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Inviato 13 ottobre 2014 - 00:11

9669b_il-buono-il-brutto-il-cattivo-viso

 

premetto (anche se non ce ne sarebbe bisogno) che sto parlando di un raro esempio di film epocale, che a distanza di 50 anni continua a tenere incollati allo schermo (e che riguardo sempre ogni volta che passa in tv). ma visto che sono anche un pignolo e che dopo tutto il bello di parlare di cinema in libertà è che appunto non si è qui a fare i tifosi nè i critici lapidari e quindi si può dir quel che si vuole, ammetto che al netto dei grandi momenti il buono, il brutto e il cattivo sconta secondo me un bel po' di difetti

 

ed hai scoperto l'america, qualcuno mi potrebbe dire. al di là delle santificazioni, questo film ha da sempre avuto un sacco di critici. forse non dirò nulla di nuovo, ma lo dico da amante del film quindi forse già di per sè questa è una novità. dire appunto che leone l'ha decisamente fatta fuori dal vasino con il suo terzo western, perdendo la misura, è dire quasi una ovvietà. non è per forza di cose un difetto: è una constatazione. anzi, il gigantismo e la ridondanza diventeranno una vera e propria cifra stilistica. mi viene da dire che con questo film leone si è affrancato dallo spaghetti-western per intraprendere una strada più personale, in questo osando e dunque rischiando. non è più "soltanto" un film di genere, è un film unico e personale. con appunto tutti i pregi e i difetti. sono sempre più convinto che più passano gli anni e più il suo barocchismo delirante ed esasperato invecchia male, ma si sa il tempo non risparmia nessuno. in un certo senso lo squilibrio generale è proprio una delle caratteristiche che mi affascina di più di questo film

 

la cosa principale che mi sento di criticargli maggiormente è l'aver fatto entrare la storia con la "s" maiuscola in questo divertente film d'avventura. il film è disseminato di didascaliche sequenze di pietas verso morti e feriti di guerra. il fatto che tradiscano lo spirito cinico e sadico dello spaghetti è il meno. è semplicemente molto goffa la retorica leoniana (anche e soprattutto quando scenderà nell'ambito politico come in giù la testa): in questo perde in partenza con i maestri americani. adesso così ragionandoci mi viene da dire che il suo allievo/ammiratore quentin tarantino abbia commesso lo stesso errore con i suoi ultimi due film (aveva quindi ragione spike lee? ora come ora mi viene da dire di "si")

 

non voglio fare il noioso, ma parlare bene di questo film è fin troppo facile. ci sono sequenze che continuano a mettere i brividi e non riesco ad immaginare che grande esperienza deve essere stata vederlo al cinema. però nel suo complesso è un grande film imperfetto, come ultimamente mi capita sempre di più di notare anche con gli altri capolavori di leone (penso a c'era una volta in america). si tratta di un film squilibrato e diseguale, un grande film squilibrato e diseguale. ci voleva infatti soltanto il talento di leone per tenere il tutto insieme. ma molto probabilmente questo è leone, questo è il suo cinema. questa è anche la sua cifra, la sua particolarità. grandi sequenze e grandi momenti che monopolizzano la visione, che scavalcano tutto il resto. che sia questa l'essenza del cinema?


  • 3

#60 100000

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Inviato 13 ottobre 2014 - 06:29

Forse capita solo a me, ma i film/libri/album imperfetti sono quelli che preferisco.

Anche in questo caso, ovviamente.


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#61 Hate0rlove

    pivello

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Inviato 13 ottobre 2014 - 08:00

Inutile ribadirlo per la 1000 volta, ma è uno dei registi più apprezzati.

Poi vabbè..questo film visto e rivisto, tutta la trilogia..


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#62 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 13 ottobre 2014 - 08:51

Boh, io devo ancora capire cosa si intende per film perfetto, perché se non lo è "Il buono, il brutto, il cattivo" allora direi che la parola perde un po' di significato.


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#63 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 13 ottobre 2014 - 09:20

Boh, io devo ancora capire cosa si intende per film perfetto, perché se non lo è "Il buono, il brutto, il cattivo" allora direi che la parola perde un po' di significato.

 

scusa la falsa modestia  ashd  ma credo di aver scritto un bel post dal quale si capisce qual è il succo del mio discorso. purtroppo a volte certe parole hanno una valenza molto forte e catalizzano tutta l'attenzione. quando ho scritto "film imperfetto" non volevo darci tanto peso e grande significato, e invece vedo che è il punto su cui vi siete focalizzati tutti. anche perché tirare in ballo perfezione/imperfezione porta ad un discorso dai contorni molto vaghi (infatti, cos'è la perfezione? esiste al cinema?), e adesso mi pento di aver usato quel termine visto che si è perso tutto il resto del mio discorso

 

quindi non definirei il buono, il brutto e il cattivo tanto un film imperfetto (che porta con sè una valenza qualitativa troppo marcata, perché si fa sempre l'analogia imperfetto=brutto, e io non voglio dire questo), quanto semmai un film disarmonico (come ho già scritto secondo me il comico e il tragico non si incorporano granché bene), squilibrato, ridondante. che vive più di grandi momenti e di grande sequenze, che di un tutto unitario. è una percezione che recentemente ho avuto rivedendo c'era una volta in america, con "l'aggravante" che c'era una volta in america non è picaresco e "leggero" come questo film, e infatti pur essendo un film con dei momenti di puro sublime nel complesso non lo definirei il mio leone preferito


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#64 Robert Plant

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Inviato 13 ottobre 2014 - 09:33

Il cinema di Leone è popolare ma è anche cinema d'autore. E' cinema italiano ma allo stesso tempo americano. E' commedia, ma è anche tragedia. E' cinema con poche parole, ma è anche cinema con molta musica. Per questo è difficile da classificare per i critici. In genere, un regista o è popolare o è autore. Lui è entrambi.


  • 0

#65 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 13 ottobre 2014 - 09:35

Io di C'era una Volta in America ho rivisto recentemente la riedizione al cinema e nonostante le aggiunte che sarebbero state adatte al più per degli extra del DVD l'ho trovato a dir poco eccezionale.

E Il Buono, Il Brutto e il Cattivo vive certamente di grandi momenti memorabili ma a me sembra che il ritmo e il tono del racconto non si perda praticamente mai durante le quasi tre ore di film, anzi la sua tenuta per me ha quasi del miracoloso e dimostra l'incredibile livello raggiunto dall'arte affabulatoria di Leone.


  • 0

#66 100000

    Enciclopedista

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Inviato 13 ottobre 2014 - 10:02

 

Boh, io devo ancora capire cosa si intende per film perfetto, perché se non lo è "Il buono, il brutto, il cattivo" allora direi che la parola perde un po' di significato.

 

scusa la falsa modestia  ashd  ma credo di aver scritto un bel post dal quale si capisce qual è il succo del mio discorso. purtroppo a volte certe parole hanno una valenza molto forte e catalizzano tutta l'attenzione. quando ho scritto "film imperfetto" non volevo darci tanto peso e grande significato, e invece vedo che è il punto su cui vi siete focalizzati tutti. anche perché tirare in ballo perfezione/imperfezione porta ad un discorso dai contorni molto vaghi (infatti, cos'è la perfezione? esiste al cinema?), e adesso mi pento di aver usato quel termine visto che si è perso tutto il resto del mio discorso

 

quindi non definirei il buono, il brutto e il cattivo tanto un film imperfetto (che porta con sè una valenza qualitativa troppo marcata, perché si fa sempre l'analogia imperfetto=brutto, e io non voglio dire questo), quanto semmai un film disarmonico (come ho già scritto secondo me il comico e il tragico non si incorporano granché bene), squilibrato, ridondante. che vive più di grandi momenti e di grande sequenze, che di un tutto unitario. è una percezione che recentemente ho avuto rivedendo c'era una volta in america, con "l'aggravante" che c'era una volta in america non è picaresco e "leggero" come questo film, e infatti pur essendo un film con dei momenti di puro sublime nel complesso non lo definirei il mio leone preferito

 

 

Io ho capito bene, mi piace la tua argomentazione (come capita spesso), poi non è detto che condivida completamentamente anche il punto di vista (vabbè, ci mancherebbe).

Ma appunto, ripeterei la stessa frase con "di solito i film/libri/album squilibrati sono quelli che preferisco".


  • 1

#67 cinemaniaco

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Inviato 13 ottobre 2014 - 10:31

Ma appunto, ripeterei la stessa frase con "di solito i film/libri/album squilibrati sono quelli che preferisco".


anche io nutro una simpatia verso le opere debordanti e squilibrate. di certo le preferisco a quei compitini freddi e senz'anima che sembrano fatti apposta per piacere ai critici
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#68 100000

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Inviato 13 ottobre 2014 - 11:16

 

Ma appunto, ripeterei la stessa frase con "di solito i film/libri/album squilibrati sono quelli che preferisco".


anche io nutro una simpatia verso le opere debordanti e squilibrate. di certo le preferisco a quei compitini freddi e senz'anima che sembrano fatti apposta per piacere ai critici al pubblico

 

 

No, in realtà condivido anche la tua.

Ma per farti capire ad esempio la mia posizione sul MCU che invece ti piace tanto.

Vabbè niente di personale eh, mi piace leggerti, ma secondo me c´hai troppo la fissa dei critici ogni tanto.


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#69 cinemaniaco

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Inviato 13 ottobre 2014 - 12:36

secondo me c´hai troppo la fissa dei critici ogni tanto.


si, non posso negare di avere quasi una ossessione in questa inutile crociata alla don chisciotte ashd credo che sia una conseguenza del fatto che per un certo periodo della mia vita cinefila, pendevo abbastanza inconsciamente dalle labbra dei critici. quando finalmente ho ottenuto la mia emancipazione, la rottura è stata violenta


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#70 lazlotoz

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Inviato 13 ottobre 2014 - 13:05

 

secondo me c´hai troppo la fissa dei critici ogni tanto.


si, non posso negare di avere quasi una ossessione in questa inutile crociata alla don chisciotte ashd credo che sia una conseguenza del fatto che per un certo periodo della mia vita cinefila, pendevo abbastanza inconsciamente dalle labbra dei critici. quando finalmente ho ottenuto la mia emancipazione, la rottura è stata violenta

 

Che poi Cine (ti leggo pure io sempre con interesse) dovresti definire un po' questi "critici". Perché certe volte hanno un po' la forma della "KAS$TA".


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#71 cinemaniaco

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Inviato 13 ottobre 2014 - 16:20

 

 quando finalmente ho ottenuto la mia emancipazione,

 

 

cine come hai fatto?

 

 

compiendo un parricidio (metaforico, s'intende ;D ) di tutte le figure che avevano dominato la mia formazione cinefila e non. ho capovolto il "tu devi" nel "io voglio!"


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#72 Earl Bassett

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Inviato 13 ottobre 2014 - 16:31

Però leggendoti sembra che a volte tu ti senta in dovere di andare contro ai cosiddetti critici per partito preso, come per volerti vendicare.

Ergo nonostante quello che credi non ti sei ancora emancipato. asd


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#73 cinemaniaco

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Inviato 13 ottobre 2014 - 17:09

non rimarrà in piedi neanche più un critico da dizionario ]:)

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#74 lazlotoz

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Inviato 13 ottobre 2014 - 18:59

Cine perché non apri un thread sulla questione critica? 

Capisco il tuo odio per i critici da dizionario, da voti, stelline, e robe così. Ma c'è tutto un mondo oltre i dizionari... no?


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#75 cinemaniaco

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Inviato 13 ottobre 2014 - 22:17

Cine perché non apri un thread sulla questione critica? 

Capisco il tuo odio per i critici da dizionario, da voti, stelline, e robe così. Ma c'è tutto un mondo oltre i dizionari... no?

 

se uno vuole un minimo capire, parlare e scrivere di cinema ovviamente la critica deve leggersela. poi una volta appreso l'ABC, può pure scegliersi la propria strada da solo. la critica non è per forza un male. ma quello che occorre è un approccio critico alla critica

 

e su questa chiusa direi che si può chiudere l'ot ;)


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#76 dirac

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Inviato 14 ottobre 2014 - 17:05

non rimarrà in piedi neanche più un critico da dizionario ] :)


se non sbaglio, però, *IL* critico da dizionario non è tanto fan di Leone.
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#77 Matthew30

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Inviato 14 ottobre 2014 - 17:23

Quanto in alto lo mettiamo tra i colossi del western? Lo so che sono classifiche sempre improntrate alla soggettività, ma per voi è stato più grande o più importante di John Ford? Di Sam Peckinpah? Di Howard Hawks? O di Akira Kurosawa?


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#78 cinemaniaco

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Inviato 27 ottobre 2014 - 00:26

MV5BMjNmNWZkMWUtMTVlOC00ZjNkLWEwMzUtZWJk
 
e di giù la testa cosa diciamo? che dei suoi film forse è il meno amato/considerato, sicuramente. io stesso lo avrò visto giusto due volte in vita mia, non di più. ma come tutti i film sottovalutati nasconde più meriti di quelli attribuiti di solito. dei suoi ultimi film è quello che soffre meno di titanismo e gigantismo, in virtù forse anche del tono radicalmente pessimista ed amaro, quasi impietoso, che inevitabilmente demitizza
 
ha una struttura interessante. inizia quasi come un sequel de il buono, il brutto e il cattivo, con rod steiger - non a caso doppiato sempre da carlo romani - che si presenta come un tuco più cinico e laido (tanto per gradire una delle sue prime azioni è uno stupro). poi prosegue giocando un sacco sul primo incontro tra steiger e coburn, quasi comico con coburn che ogni volta cerca di andarsene e steiger che gli fora le ruote della moto. poi più che la storia con la "s" maiuscola, entrano in scena il passato, la memoria. e il film piano piano assume un tono fluviale, funereo e malinconico come tutto l'ultimo leone. sempre straordinario il montaggio alternato/analogico tra la notturna e piovosa esecuzione di rivoluzionari a cui assiste coburn, e il ricordo dell'evento tragico in terra d'irlanda. uno dei momenti più alti di tutto il cinema di leone, secondo me
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#79 Earl Bassett

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Inviato 27 ottobre 2014 - 10:54

Sull'uso della musica Leone era come al solito più avanti di tutti gli altri, in Giù la Testa in particolare crea diverse sequenze memorabili come quella del massacro dei rurales sulle note della musica più soave e angelica mai scritta da Morricone.

Sequenza tra l'altro imitatissisima (non so se vi ricordate per esempio la scena della sparatoria al ritmo di Over the Rainbow in Face Off di John Woo che all'epoca fece spellare le mani a diversi critici) ma del resto basta vedere qualunque film del figlioccio Tarantino per rendersi conto come la lezione Leoniana sia stata fondamentale per il cinema successivo.

Peccato comunque che del film circoli ormai solo la versione restaurata con quell'assurdo flash back aggiunto a posteriori che rovina decisamente il finale secco e in sospeso pensato da Leone.


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#80 simon

    Scaruffiano

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Inviato 29 ottobre 2014 - 08:16

ha trasformato il cinema. se la novelle vague stava divorando il cinema classico divertente in una angustiata dichiarazione d'amore marxista arrivava questo gigante romano e prendeva il western epico e lo trasformava in caduco ma adamantino pezzo d'amore filmico che inglobava la durata interiore bergsoniana e l'estatica bellezza di una claudia cardinale over the tops e il prodotto finito lo proiettava a squarciare l'amletismo bergmaniano e giocava da pari con un orson welles che con lui condivideva oltre il genio ipercosmico anche la panzetta da gattone simpatico.


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„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#81 cinemaniaco

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Inviato 12 settembre 2016 - 11:26

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l'inizio di c’era una volta il west è tra i vertici del cinema di leone. i titoli di testa e l’arrivo di armonica sono una piccola summa di tutto ciò che fa di un film, un film di leone; il massacro della famiglia irlandese, anche questo un capolavoro di intuizioni visive, con la tipica cifra leoniana dell’ossessione per i dettagli (il canto delle cicale alternato ad un soprannaturale silenzio) e quella capacità di creare momenti iconici e bigger than life come il palesarsi dei pistoleri tra la polvere che si solleva, la musica in crescendo, e poi quel geniale movimento di macchina che gira attorno all’attore a svelare il volto di henry fonda che svetta come un titano dell’epica western; le panoramiche nella monument valley con la struggente colonna sonora di ennio morricone

lo schema del film è simile a quello de il buono, il brutto e il cattivo: tre protagonisti, la Storia che si dispiega attorno a loro. nell'equazione entra però un personaggio femminile, forse l'unico vero protagonista femminile in un film di leone. e poi entra in scena l'america, sia con i paesaggi autentici, che con la grandeur epica del western classico. leone resta fedele alla propria visione brutale del west, ma mette in scena una storia dal sapore mitico, leggendario, che ricalca l'idealismo del western americano. armonica, cheyenne, persino il malvagio frank, sono antieroi bigger than life, da leggenda, che si stagliano come superuomini sulla gente comune e che hanno tutta l'ammirazione del regista. non sono corrotti dalla modernità (spariscono non a caso con l'arrivo della ferrovia e della civiltà), né dal denaro (unica arma non a caso di uno storpio gabriele ferzetti). per parafrasare john ford, "se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda". eppure su tutto grava un autentico pessimismo per un'epoca mitica al tramonto

una trama forse eccessivamente complicata - fatta di omicidi, dispute territoriali, ferrovie, vendette ancestrali, triangoli amorosi, sparatorie - e una certa risonanza di quanto già visto nella trilogia del dollaro, posizionano c'era una volta il west magari un gradino sotto ai suoi classici spaghetti. ma resta un altro grande film di un grandissimo regista che riusciva a rendere unico e personale il proprio sguardo sul western
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#82 Folagra

    young signorino di una certa età

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Inviato 17 giugno 2017 - 11:06

Nel 1969 durante un viaggio di lavoro negli USA, Sergio Leone e lo sceneggiatore Luciano Vincenzoni, ricevettero un invito per un dopocena da uno scrittore statunitense amico di Vincenzoni a casa di Sharon Tate (all'epoca, moglie di Roman Polański). A causa di un secondo invito nei confronti di Vincenzoni da parte di un produttore a trascorrere il fine settimana a casa sua, Sergio Leone rimase solo. Il giorno successivo alla serata, Vincenzoni apprese dalla televisione del massacro avvenuto in casa di Sharon Tate nel quale erano stati tutti assassinati dalla banda di Charles Manson e pensò che Leone fosse morto assieme agli altri. Solo più tardi apprese che all'ultimo minuto Sergio aveva rinunciato all'invito perché, parlando male l'inglese, non era andato alla festa.


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When the seagulls follow the trawler, it is because they think that sardines will be thrown into the sea


#83 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 17 giugno 2017 - 14:22

Doveva esserci anche Steve McQueen, ma rinunciò perché poco prima della festa incontrò una bionda disponibile in un bar.
A conti fatti poteva andare molto peggio.
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#84 Fidelio

    mainstream Star

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Inviato 31 ottobre 2018 - 12:07

Per Un Pugno Di Dollari 7.5
Per Qualche Dollaro In Più 8.5
Il Buono Il Brutto Il Cattivo 9
C'era Una Volta Il West 9
Giù La Testa 7.5
C'era Una Volta In America 10


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#85 Tom

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Inviato 29 aprile 2019 - 09:56

Leoniani, che sapete dirmi di "Colt" questa sceneggiatura inedita di Leone che ora pare dirigera' Sollima Jr?

Non mi pare di averne mai sentito parlare.


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#86 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 aprile 2019 - 10:05

Era effettivamente uno degli ultimi progetti di Leone, doveva essere una miniserie televisiva western, una storia corale che aveva come filo conduttore appunto una pistola colt, in diverse interviste ne descrive anche la scena iniziale e si dice volesse Eastwood, Van Cleef e Walach come narratori.

Assieme a Un posto che solo Mary conosce (altra produzione ambiziosa con Richard Gere e Mickey Rourke come protagonisti) doveva segnare il grande ritorno di Leone al western


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#87 Fidelio

    mainstream Star

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Inviato 29 aprile 2019 - 15:09

Nemmeno io ne ho mai sentito parlare. Per curiosità, ci sono state altre sceneggiature postume di Sergione che sono state dirette da altri? 


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#88 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 29 aprile 2019 - 15:25

Ma non c’è nessuna sceneggiatura (anche se Sergio Donati a suo tempo - anni ottanta – mi pare lavorò su un breve trattamento). Solo l’idea iniziale - quella di una serie televisiva basata su una pistola che passa di mano in mano come il fucile di Winchester 73 - è di Leone, ma la serie sarà scritta da Sollima e da Luca Infascelli


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#89 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 aprile 2019 - 15:30

Si, era solo un soggetto con cui si trastullava in effetti, di Un posto che solo Mary conosce invece esiste anche una bozza di una cinquantina di pagine abbastanza dettagliata pubblicata anche su Ciak diversi anni fa su cui avevano lavorato lui e Luca Morsella.


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#90 Tom

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Inviato 29 aprile 2019 - 15:46

Assieme a Un posto che solo Mary conosce (altra produzione ambiziosa con Richard Gere e Mickey Rourke come protagonisti) doveva segnare il grande ritorno di Leone al western


Mai sentito neanche questo. A leggerne in giro mi sembra sinceramente un doppione de Il buono il brutto il cattivo, anche se il finale era suggestivo.

Colt invece sembrerebbe una specie di Winchester 73 in salsa spaghetti. Uhm.

Sarei stato piu' curioso di vedere riprendere Leningrado.


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#91 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 aprile 2019 - 15:55

Il "suo" progetto era effettivamente quello di Leningrado che era già in fase abbastanza avanzata con già diversi preaccordi produttivi e una prima bozza di cast (, progetto che rallentò solo quando capì che non sarebbe arrivato a dirigerlo per i suoi problemi di salute sempre più gravi.

Colt era una serie che voleva solo produrre e Un posto… una bozza per un film ancora tutto da concretizzare.


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#92 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 29 aprile 2019 - 16:06

Ora che mi viene in mente tra i progetti di cui parlava Leone c'era anche Viale Glorioso un film autobiografico ambientato a Roma tra le due guerre che prendeva il nome dalla scalinata in cui lui e i suoi amici erano soliti incontrarsi.

Sarebbe stato molto interessante, il primo film di Leone ambientato in Italia.


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#93 Central Perk

    Il fu Chanandler Bong

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Inviato 30 aprile 2019 - 12:15

30 anni fa ci lasciava il grande Sergio (qui mi fa sciogliere il cuore quando parla della grande voglia di combattere per "C'era una volta in America", sapendo come poi è andata a finire)

 

 


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#94 cinemaniaco

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Inviato 30 aprile 2019 - 15:15

su sky stanno mandando in onda un canale a lui dedicato con in rotazione i suoi film in una nuova versione restaurata

per un pugno di dollari resta un classico cristallino: all'insegna di una coesione, di una coerenza e di una efficacia rara (anche per leone stesso, regista sì magniloquente ed ambizioso a cui i budget limitati tarpavano le ali, ma anche incline al gigantismo e alla ridondanza). si, è un remake, ma che cazzo ce ne frega a noi?

il cinismo, o meglio forse il pessimismo di leone si vede tutto nel momento in cui decide di far compiere una buona azione al suo amorale pistolero, quando salva marisol e la sua famiglia. il risultato? tante di quelle botte che si sarebbe potuto risparmiare e una spaventosa carneficina nel paese. con leone il west diventa un posto decisamente più pericoloso

come cattivo sadico, volonté si supererà soltanto interpretando l'indio: quando si pensa al tipico cattivo da spaghetti-western, non può che venire in mente lui, quasi un archetipo, come del resto tutto per un pugno di dollari

per qualche dollaro in più invece, e qui mi accodo alla tipica visione, l'ho sempre considerato un po' l'anello debole della trilogia. da una parte sembra di vedere lo stesso film perché gli attori son quasi tutti gli stessi e pure i personaggi sembrano quasi essere "resuscitati" dal film precedente, poi ritornano i doppi giochi, le macchinazioni; dall'altra il fatto di introdurre i tipici tre personaggi leoniani, lo fa risultare quasi un film "di prova" per una formula che leone perfezionerà nel film successivo. eppure soltanto al secondo western , leone dice già una miriade di cose nuove sperimentando forme nuove che torneranno nei film successivi

ha il finale con la battuta migliore però


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#95 Cafiero

    Groupie

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Inviato 30 aprile 2019 - 15:49

Pensa che per me alla fine "Per qualche dollaro in più" è il più bello (premesso che per me sono tre capolavori, eh!).

E' più picaresco del primo e meno claustrofobico, introduce il personaggio di Lee Van Cleef che è una della sue intuizioni più geniali e, allo stesso tempo, soffre meno del gigantismo di cui parli, riscontrabile nel terzo, e in generale dal terzo in avanti.

Però ha quel tocco più "maturo", se così si può dire, rispetto al primo.

Ci sono tutti i riferimenti, i rimandi, gli incastri, le citazioni, il divertimento di piazzare l'Indio sul pulpito a predicare in una stanza con 13 banditi ma, soprattutto, almeno per i miei gusti, è il suo capolavoro dal punto di vista dei dialoghi. Secondo me i dialoghi di "Per qualche dollaro in più" superano tutto e tutti, li amo da quando l'ho visto per la prima volta da bambino e non me li sono più tolti dalla testa. Volonté è un fiume in piena, e fa una prova incredibile, amplificando ancor di più la figura del pazzo cattivo ma geniale, che qui si droga anche e forse è anche omosessuale. Lascivo, volgare e eccessivo come non mai, un Mick Jagger del western. I due "buoni", invece, parlano poco, ma ogni volta che parlano fanno la Storia, non ci sono cazzi. Fino ad arrivare al finalone qui sopra che è l'apoteosi.

E poi la trama è più complessa, la musica è ancora più azzeccata con l'invenzione del carillon, c'è un colpo di scena incredibile, il flashback allucinato, ecc...

Poi è vero: sono stili diversi, il primo è più "punk", se così possiamo dire. Ed è bello anche per quello, naturalmente, ma dipende forse anche da quello che uno si aspetta da un film. Per come sono fatto io - sicuramente molto sensibile ai passaggi "epici" - il secondo è insuperabile.

 

Una cosa che ho sempre pensato è il parallelo (anche se poi non c'entra un cazzo) con la prima trilogia di Miller. Che adesso è diventata una quadrilogia ma va beh...:

Il primo sporco e cattivo, con pochi fronzoli, diretto e forse un pò "grezzo" se mi si passa il termine, ma comunque importantissimo perché crea uno stile vero e proprio, una scuola da cui passeranno in tanti.

Il secondo la sintesi perfetta: una storia più articolata, un insieme di personaggi più definiti e tutti indimenticabili... In fondo: un'epopea.

Il terzo è il film "prog", con più mezzi, più ambizioni, con i soldi, i grandi nomi, confini temporali più dilatati, la Storia che entra nella storia (anche in Mad Max succede, in un certo senso), la religione che entra nella storia (in entrambi), e anche un'avventura parallela e "altra" che (come la Monaca di Monza nei Promessi Sposi asd ) si inserisce nella trama infittendola ancor di più. Ne "Il buono, il brutto e il cattivo" mi riferisco alla storia del ponte e del colonnello alcolizzato che lo vuole vedere crollato prima di morire, in "Mad Max oltre la sfera del tuono" mi riferisco, invece, alla storia dei ragazzini che venerano la macchina volante e che vivono isolati dal resto del mondo.

 

Sicuramente questo parallelismo è una coincidenza senza molto senso, però è curioso..


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Entra un ufficiale; mi offre da fumar...
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#96 cinemaniaco

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Inviato 30 aprile 2019 - 16:19

è un film che vive più di momenti che di una vera e propria trama: momenti straordinari, geniali, immensi. ma alla fine mi sembra un film più "dritto" e coeso il primo. anche questa è una caratteristica del cinema di leone, certo. e sì, poi dipende cosa vuoi da un film

i dialoghi nei film di leone sono TUTTI straordinari. faccio davvero fatica a scegliere. e pensare che in giro c'è uno che si chiama tarantino che i dialoghi li sa scrivere direi, ma non si capacita ancora oggi da dove possano essere usciti quelli dei western di leone. e noi con lui

stesso discorso per le musiche. qual è la partitura migliore? perché dovrei scegliere? ad ogni film mi sembra migliore di quella precedente e così via

sul parallelismo con mad max: io non lo vedo così chiaro ashd il terzo film di interceptor è la versione hollywoodiana/spielbergiana/lucasiana dei primi due film. il buono, il brutto e il cattivo segna invece una evoluzione nello stile di leone che diventa sempre più personale ed autoriale, trascendendo lo spaghetti-western stesso. sicuramente in questo per qualche dollaro in più inizia già a contenere molti elementi del cinema successivo (anche il tema della vendetta a cui rimanda l'oggettistica, un carillon in questo film, l'armonica in c'era una volta il west), svolge davvero la funzione di "film di mezzo". il guerriero della strada invece è il punto più alto e allo stesso tempo è già completa evoluzione di quanto visto nel primo film

non so faccio fatica a pensare la trilogia del dollaro senza il buono, il brutto e il cattivo, mentre non ho nessun problema a far finta che oltre la sfera del tuono non esista asd (che poi per carità, non è mica così brutto, peggio fury road :P )
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#97 Earl Bassett

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Inviato 30 aprile 2019 - 16:23

Che Miller si sia ispirato a Leone soprattuto per il secondo film non è una novita comunque.


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#98 cinemaniaco

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Inviato 30 aprile 2019 - 16:27

facciamo prima a dire chi è che NON si è ispirato a leone
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#99 Earl Bassett

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Inviato 30 aprile 2019 - 16:35

Anche questo è vero, ma la sovrapposizione Eastwood/Gibson nei film di Mad Max è particolarmente forte secondo me.


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#100 cinemaniaco

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Inviato 30 aprile 2019 - 16:37

non lo metto in dubbio. ma cafiero faceva parallelismi tra i film più a livello di evoluzioni dello stile e della qualità che tra le tematiche o i personaggi
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