Il cigno nero [Darren Aronofsky, 2010]
#1
Inviato 10 gennaio 2011 - 01:11
Dicevo, non ho abbandonato lo schermo nemmeno per un attimo, ma in sottofondo nella mia mente non potevo fare a meno di confermare i punti di contatto col precedente film, a cominciare dall'esasperata fisicità dei protagonisti di Aronofsky. Pochi dubbi che la Portman sia qui alla sua prova definitiva, quella che con ottime probabilità le varrà il primo meritato (e sicuramente sudato) Oscar. Sono la sua mimica essenziale - perno di tutta la pellicola -, la sua schiena nuda e fragile, i suoi conflitti interiori irrisolti a rendere "Black Swan" pura estetica del dolore, in sequenze dove (troppo) spesso non si distingue la realtà dall'allucinazione, l'occhio esterno da quello interiore. Elemento centrale è secondo me l'erotismo, una tensione continua ed esasperata della sessualità in un ambiente che pare del tutto eviscerato dai sentimenti. Ai deboli di cuore non è data tregua, e pur ritenendomi forte non so se dormirò sereno questa notte.
Ho anche il difetto di perdere per strada tutto quello che penso mentre guardo i film, specialmente se così pregni di sottotesto, ma forse una volta digerito avrò modo di approfondire. Ma sono certo che questo sia davvero grande, grandissimo cinema, niente male per uno che "solo" 12 anni fa entrava in scena con "Il teorema del delirio".
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#3
Inviato 10 gennaio 2011 - 18:47
Grande Jim Carrey
Comunque attendo questo Black Swan (da noi esce a marzo, giusto?), potrebbe essere il film che finalmente darà la possibilità alla sempre brava (molto spesso bravissima) Natalie Portman di vincere l'oscar (ovviamente non posso dirlo con certezza dato che non ho ancora visto il film).
I trailer mi hanno già convinta
#4
Inviato 10 gennaio 2011 - 18:51
niente male per uno che "solo" 12 anni fa entrava in scena con "Il teorema del delirio".
in che senso? :
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
#5
Inviato 10 gennaio 2011 - 23:08
niente male per uno che "solo" 12 anni fa entrava in scena con "Il teorema del delirio".
in che senso? :
In un certo senso Pi era un film essenziale, dove narrazione e regia erano ridotti al minimo (nonostante i contenuti ci fossero già). Nel giro di questi anni direi che le cose si sono evolute parecchio, Aronofsky ha guadagnato una notevole destrezza registica.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#6
Inviato 10 gennaio 2011 - 23:16
In un certo senso Pi era un film essenziale, dove narrazione e regia erano ridotti al minimo (nonostante i contenuti ci fossero già). Nel giro di questi anni direi che le cose si sono evolute parecchio, Aronofsky ha guadagnato una notevole destrezza registica.
Faccio fatica a definire Pi Greco un film con una regia ridotta al minimo, regia+fotografia direi a dir poco particolari, se non ricordo male c'è tanto uso di grandandoli, primi piani, stacchi di montaggio poco lineari. Per me genio fin da subito O_O
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
#7
Inviato 10 gennaio 2011 - 23:42
In un certo senso Pi era un film essenziale, dove narrazione e regia erano ridotti al minimo (nonostante i contenuti ci fossero già). Nel giro di questi anni direi che le cose si sono evolute parecchio, Aronofsky ha guadagnato una notevole destrezza registica.
Faccio fatica a definire Pi Greco un film con una regia ridotta al minimo, regia+fotografia direi a dir poco particolari, se non ricordo male c'è tanto uso di grandandoli, primi piani, stacchi di montaggio poco lineari. Per me genio fin da subito O_O
Ohhh, che bella discussia, ho visto Pi greco proprio sabato sera. Mi ha convinto a metà (quindi un po' meno di Requiem for a Dream, che l'unico suo altro che ho visto).
Le parti che più mi hanno convinto sono quelle in cui si abbandona per un attimo le elucubrazione filosofiche matematiche per seguire la paranoia di Max, con sequenze quasi horror come quella con l'uomo dalla mano insanguinata nella stazione della metro o l'ultimo incontro con la donna di colore e i due scagnozzi.
Quando rientra nei binari del thriller numerologo il film perde la corda. Mi sembra carente proprio sul piano dei contenuti. O perlomeno: rimandi filosofici, religiosi e matematici che si pretenderebbero complessi, contorti, sono in realtà fin troppo espliciti (tipo la citazione di archimede)
Mi viene quindi il dubbio (e sottolineo dubbio), che mi aveva assalito anche dopo Requiem che le scelte visive estreme (e anche ben riuscite eh) siano un'ipertrofia voluta per mascherare questa carenza.
Forse Requiem mi è piaciuto di più proprio perchè meno pretenzioso dal punto di vista dei contenuti.
Per questo attendo impaziente di vedere The Wrestler appena il Mulo avrà compiuto il suo lavoro.
Dekalog 5
#8 Guest_ale_*
Inviato 11 gennaio 2011 - 00:15
#9
Inviato 11 gennaio 2011 - 12:15
messo in scena sapientemente con l'obiettivo della camera a seguire spesso di spalle Rourke come Van Sant aveva fatto con gli studenti di Elephant
Tecnica che riprende anche in Black Swan, dove però i ritmi sono più nervosi, e quindi la ripresa risulta ancor più angosciosa che negli altri due casi (per me Van Sant è il migliore, sotto questo punto di vista).
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#10
Inviato 11 gennaio 2011 - 12:33
Il pedinamento di Van Sant è di ascendenza geometrica, come tali sono le inquadrature e le fredde traiettorie di un film come ??Elephant?. Il pedinamento di ??The wrestler? è molto più fisico, come a voler entrare sulla pelle e nella mente del protagonista. Riesce molto di più nel primo intento che nel secondo, e i modelli stilistici (i fratelli belgi) restano lontani, nonostante resti di gran lunga (e grazie anche a Mickey Rourke) il miglior Aronofsky (non ho ancora visto ??Cigno nero?).
#11 Guest_ale_*
Inviato 11 gennaio 2011 - 12:41
Ma secondo me Van Sant non c??entra nulla con ??The wrestler?. Semmai mi sembra evidente l??occhio che Aronofsky getta sui fratelli Dardenne.
non ci avevo pensato però calza anche questo parallelismo, anche perché durante la visione di The Wrestler e durante quei pianosequenza di spalle solo a Van Sant mi era andata la mente. calza questo parallelismo di "fisicità" tra Aronofsky e i Dardenne, ma io continuo a vederci molto più distacco formale in The Wrestler, come in Elephant o Last Days, mentre nei film dei Dardenne il pathos maggiore viene da quella messa in scena quasi da thriller per il modo in cui ti sa tenere incollato allo schermo anche se poi viene ripresa la banalità quotidiana (penso a Il Figlio, nel quale ad un certo momento riescono persino a creare suspense).
#12
Inviato 11 gennaio 2011 - 13:21
http://rateyourmusic...ceLORDofSILENCE
http://www.anobii.com/people/moro/
http://www.lastfm.it...r/BlackiceLORD/
la mamma dei sottogeneri del metal è sempre incinta
Che poi Hitler è un personaggio così black metal... esteticamente impossibile non restarne colpiti. Stalin è più death-grindcore. Mussolini garage-punk, Mao invece è doom.
#13
Inviato 11 gennaio 2011 - 13:42
questo significa che finalmente stanno distribuendo Black Swan ?
esce il 18 febbraio.
La Fox ha perfortuna anticipato di un mese pure "127 Hours" di Danny Boyle che uscirà il 27 febbario, anzichè fine marzo come deciso inizialmente
#15
Inviato 11 gennaio 2011 - 14:07
Ma secondo me Van Sant non c??entra nulla con ??The wrestler?. Semmai mi sembra evidente l??occhio che Aronofsky getta sui fratelli Dardenne.
non ci avevo pensato però calza anche questo parallelismo, anche perché durante la visione di The Wrestler e durante quei pianosequenza di spalle solo a Van Sant mi era andata la mente. calza questo parallelismo di "fisicità" tra Aronofsky e i Dardenne, ma io continuo a vederci molto più distacco formale in The Wrestler, come in Elephant o Last Days, mentre nei film dei Dardenne il pathos maggiore viene da quella messa in scena quasi da thriller per il modo in cui ti sa tenere incollato allo schermo anche se poi viene ripresa la banalità quotidiana (penso a Il Figlio, nel quale ad un certo momento riescono persino a creare suspense).
Si, è vero, ma io parlavo proprio del modo della mdp di stare addosso ai personaggi, non tanto del risultato finale.
Però non concordo quando parli del presunto distacco che avrebbe Aronofsky nei confronti di Randy. Al contrario, mi sembra che aderisca il più possibile ai suoi sentimenti e patimenti (pure fisici). Senza contare che la derva melodrammatica (non intesa in senso dispregiativo) ?? tutta la fondamentale storia con la figlia ?? ne fa un cinema che si distacca sia da Van Sant che dai Dardenne. Però è l??unico Aronofsky che mi piace (anche se non tantissimo).
#16 Guest_ale_*
Inviato 11 gennaio 2011 - 15:35
Però non concordo quando parli del presunto distacco che avrebbe Aronofsky nei confronti di Randy. Al contrario, mi sembra che aderisca il più possibile ai suoi sentimenti e patimenti (pure fisici). Senza contare che la derva melodrammatica (non intesa in senso dispregiativo) ?? tutta la fondamentale storia con la figlia ?? ne fa un cinema che si distacca sia da Van Sant che dai Dardenne. Però è l??unico Aronofsky che mi piace (anche se non tantissimo).
beh su questo punto divergiamo, ma è bello proprio per questo, vuol dire che il film è aperto e soprattutto si fa recepire in più modi.
io invece è l'unico film di Aronofsky che ho visto e mi è piaciuto veramente. Aronofsky lo conoscevo di fama giusto per π e per il flop The Fountain, ma francamente non mi era mai interessata la loro visione. da quel che ho capito con The Wrestler è incominciata una nuova fase della sua carriera, quindi aspetterò il nuovo film per farmi un'idea più chiara.
#17
Inviato 11 gennaio 2011 - 20:43
Oddio, spero davvero di no.Sì ma davvero traducono in "Cigno Nero"? Chebbrutto!
Comunque, non so perchè, ma mi incuriosisce vedere come se la cava Mila Kunis nel ruolo della "rivale" della protagonista. E voglio vedere anche Vincent Cassel nel ruolo del regista dello spettacolo e la piccola parte (così pare) di Winona Ryder
#18
Inviato 12 gennaio 2011 - 00:11
A mio avviso, si tratta di un artigiano discretamente ruffiano e insopportabilmente effettistico che maschera con una tecnica (attenzione, TECNICA, non stile) pretestuosamente disorientante e pseudoavvenieristica il poco che ha da dire.
Se inizialmente poteva perlomeno sfoggiare una certa coerenza e una indiscutibile linea poetica, molti non hanno visto "The Wrestler" per quello che essenzialmente è: un dannatissimo FILM SU COMMISSIONE.
Ricordate il disastro di "The Fountain"? L'anteprima di Venezia fu uno dei punti più bassi di un'edizione altrimenti di alto profilo, e in molti si accorsero che l'autore di "Requiem for a Dream" era inciampato in un devastante labirinto autoreferenziale ad altissimo tasso di ridicolo involontario. Per quanto mi riguarda, fu il peggior film di tutto il concorso.
Un budget di 35 milioni di dollari seguito da un incasso di ancora meno della metà, e una lavorazione che si protrasse per anni con ridimensionamento del cast e spreco ingente di soldi.
Cosa poteva fare Aronofsky per restare a galla? Ovvio, piegarsi alle regole dell'industria hollywoodiana e confezionare il film adatto alle circostanze, nel caso, l'ennesimo rilancio di Mickey Rourke.
E' un caso che "The Wrestler" sia il primo film dove il regista non è accreditato come sceneggiatore e che "Black Swan" sia proseguito per la medesima via?
I tempi da autore di Aronofsky sono belli che finiti: ora è un onesto, impersonale mestierante, perché di punti di contatto fra "Pi" e "The Wrestler", scusate, non ce ne sono proprio, così come non ce ne sarebbero stati nel remake di Robocop e non ce ne saranno nel sequel di Wolverine. Sarebbe stato sufficiente sostituire Mickey Rourke con un attore a caso e l'accoglienza sarebbe stata diversa: la sua presenza è stata il fulcro dell'attenzione che il pubblico e la critica hanno tributato al film, che in realtà è l'ennesima, stravista parabola del perdente che vuole per l'ultima volta rialzare la testa, uno dei topoi più stantii del cinema hollywoodiano di mezzo secolo prima.
Detto questo, "Black Swan" è stato una delle peggiori pellicole in concorso a Venezia 68: un concentrato chiassoso e sopra le righe di cattivo gusto puro e semplice, con la medesima regia ad impatto che è soltanto capace di produrre inquietudine e suspence con i trucchi più facili, con una palese ignoranza nella rappresentazione delle scene di ballo - perchè, non si citino a sproposito i Dardenne e il loro cinema-verità, le sequenze di danza vengono immortalate non con una macchina a mano traballante per simulare il dinamismo, ma con una dannata camera fissa per evidenziare le coreografie e lo scenario di insieme -, nonchè con una totale assenza di originalità nel descrivere il lato oscuro della passione artistica (mi chiedo quante delle persone che l'hanno acclamato alla Mostra abbiano visto "Scarpette Rosse" di Powell & Pressburger, di cui questo film è praticamente una variante postmoderna). Ed è un film che sotto la compostezza della superficie, nasconde in realtà un kitsch strisciante, che culmina nella terribile metamorfosi fisica in cigno, degna dei peggiori momenti di "The Fountain". L'unico senso dell'operazione sta nella pazzesca interpretazione di Natalie Portman, a servizio di una pellicola esagitata e, ancora una volta, soltanto effettistica, una prova attoriale che supera i limiti del personaggio monocorde di Nina (alla faccia della schizofrenia) e che potrebbe meritoriamente portare l'attrice all'Oscar.
Mettiamoci l'animo in pace: Aronofsky non è un nuovo Cimino, ma, se va bene, uno dei tanti Paul Verhoeven a cui Hollywood si è interessata e che ha col tempo addomesticato prima che gli facesse perdere troppi soldi.
#19
Inviato 12 gennaio 2011 - 00:17
:-*
In un certo senso Pi era un film essenziale, dove narrazione e regia erano ridotti al minimo (nonostante i contenuti ci fossero già). Nel giro di questi anni direi che le cose si sono evolute parecchio, Aronofsky ha guadagnato una notevole destrezza registica.
Faccio fatica a definire Pi Greco un film con una regia ridotta al minimo, regia+fotografia direi a dir poco particolari, se non ricordo male c'è tanto uso di grandandoli, primi piani, stacchi di montaggio poco lineari. Per me genio fin da subito O_O
oddio, non mi pare che ci fosse tutta questa genialità. aveva un'idea paranoide interessante, che utilizzava una tecnica perfetta per il soggetto; alla lunga traballava e tutto sommato diventava anche ridondante. però come esordio notevole e, come dici tu, tutt'altro che un film "essenziale".
altra cosa è "Black Swan": la lezione impartita dalla secchezza di "The Wrestler" è stata evidentemente un passo fondamentale. Altra opera sul sacrificio del proprio corpo, a cui si aggiunge la scissione psicologica dovuta alla doppiezza del personaggio da interpretare (al contrario di Randy, qua Nina deve confrontarsi con due maschere), pertanto Aronofsky libera la sua visionarietà (grazie Kon :-*). interpretazione di Natalie Portman per me epocale, paragonabile al Jake LaMotta di De Niro. comunque da rivedere.
Però non concordo quando parli del presunto distacco che avrebbe Aronofsky nei confronti di Randy. Al contrario, mi sembra che aderisca il più possibile ai suoi sentimenti e patimenti (pure fisici). Senza contare che la derva melodrammatica (non intesa in senso dispregiativo) ?? tutta la fondamentale storia con la figlia ?? ne fa un cinema che si distacca sia da Van Sant che dai Dardenne. Però è l??unico Aronofsky che mi piace (anche se non tantissimo).
beh su questo punto divergiamo, ma è bello proprio per questo, vuol dire che il film è aperto e soprattutto si fa recepire in più modi.
io invece è l'unico film di Aronofsky che ho visto e mi è piaciuto veramente. Aronofsky lo conoscevo di fama giusto per π e per il flop The Fountain, ma francamente non mi era mai interessata la loro visione. da quel che ho capito con The Wrestler è incominciata una nuova fase della sua carriera, quindi aspetterò il nuovo film per farmi un'idea più chiara.
ne avevamo già discusso abbondantemente qua: http://www.ondarock....hp?topic=9395.0
#20
Inviato 12 gennaio 2011 - 10:48
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#21
Inviato 12 gennaio 2011 - 20:25
I tempi da autore di Aronofsky sono belli che finiti: ora è un onesto, impersonale mestierante, perché di punti di contatto fra "Pi" e "The Wrestler", scusate, non ce ne sono proprio,
NO, mi dispiace, sono d'accordo sul fatto che fra Pi Greco e The Wrestler non ci sia molto in comune ma il termine "impersonale" non te lo passo. TW è un film in cui A. riesce a sbatteri letteralmente in faccia l'angoscia e il fallimento del protagonista. Per esempio la scena del banco gastronomia, riprese sporche, fotografia granulosa, quell'insalata gettata nella ciotola... mi ha appiccicato addosso una sensazione davvero notevole e mi succede RARISSIMAMENTE, almeno col cinema degli ultimi anni, non sono certo uno che cede facilmente al melodramma.
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
#22
Inviato 13 gennaio 2011 - 00:19
I tempi da autore di Aronofsky sono belli che finiti: ora è un onesto, impersonale mestierante, perché di punti di contatto fra "Pi" e "The Wrestler", scusate, non ce ne sono proprio,
NO, mi dispiace, sono d'accordo sul fatto che fra Pi Greco e The Wrestler non ci sia molto in comune ma il termine "impersonale" non te lo passo. TW è un film in cui A. riesce a sbatteri letteralmente in faccia l'angoscia e il fallimento del protagonista. Per esempio la scena del banco gastronomia, riprese sporche, fotografia granulosa, quell'insalata gettata nella ciotola... mi ha appiccicato addosso una sensazione davvero notevole e mi succede RARISSIMAMENTE, almeno col cinema degli ultimi anni, non sono certo uno che cede facilmente al melodramma.
Mmm non so, la tesi esposta da zaz mi sovviene tutte le volte che vedo un suo film. Davvero, di uno che vorrebbe ma non ce la fa. Pi mi ha dato l'idea di un film incredibilmente ambizioso ma realizzato da qualcuno che non ha i mezzi per colmare quell'ambizione.
Un pensiero stupendo ma ma pensato da qualcuno con limiti lessicali e grammaticali insormontabili.
E' grave, ma per ora è solo un sospetto. Vedrò i quelli che mi mancano per avere un'idea più chiara
Dekalog 5
#23
Inviato 13 gennaio 2011 - 10:08
interpretazione di Natalie Portman per me epocale, paragonabile al Jake LaMotta di De Niro.
Addirittura?
Cioè, per me quell'interpretazione di De Niro in "Toro scatenato" è tipo tra le 5 migliori interpretazioni della storia del cinema.
Non mettermi addosso aspettative abnormi...
#24
Inviato 13 gennaio 2011 - 14:23
interpretazione di Natalie Portman per me epocale, paragonabile al Jake LaMotta di De Niro.
Addirittura?
Cioè, per me quell'interpretazione di De Niro in "Toro scatenato" è tipo tra le 5 migliori interpretazioni della storia del cinema.
Non mettermi addosso aspettative abnormi...
ah ok...tranquillo, in realtà, fa un po' cacare
sono imparagonabili, lo so. però rende l'idea della "dedizione" della Portman al personaggio, cosa che non si poteva dire per il Mickey Rourke di "The Ram", che era il paragone più facile, visto che Rourke quasiquasi non recitava!
#25
Inviato 14 gennaio 2011 - 21:15
Non ho capito: l'interpretazione della Portman fa un po' cacare (sarebbe davvero un peccato se fosse così :) oppure è addirittura epocale? No, perchè sono due giudizi reciprocamente inconpatibili
interpretazione di Natalie Portman per me epocale, paragonabile al Jake LaMotta di De Niro.
Addirittura?
Cioè, per me quell'interpretazione di De Niro in "Toro scatenato" è tipo tra le 5 migliori interpretazioni della storia del cinema.
Non mettermi addosso aspettative abnormi...
ah ok...tranquillo, in realtà, fa un po' cacare
Oppure è un'interpretazione nella media, senza infamia e senza lode?
#26
Inviato 14 gennaio 2011 - 21:18
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#27
Inviato 14 gennaio 2011 - 21:19
Il paragone con Jake LaMotta, più che sbagliato è improponibile parlando di epoche così diverse - i miti attoriali di oggi non sono certo quelli di una volta.
Invece di crearvi aspettative, guardatevi 'sto film!
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#28
Inviato 14 gennaio 2011 - 21:26
Ovviamente avevo capito che il paragone Portman-De Niro era fuori luogo (anzi, fuori tempo), però alla fine non avevo capito cosa davvero pensasse sull'interpretazione della PortmanNo no, William scherzava. La Portman qui dà in assoluto il meglio di sé.
Il paragone con Jake LaMotta, più che sbagliato è improponibile parlando di epoche così diverse - i miti attoriali di oggi non sono certo quelli di una volta.
Invece di crearvi aspettative, guardatevi 'sto film!
Comunque, appena posso, lo vedrò, questo è certo
#29
Inviato 14 gennaio 2011 - 21:28
Ha detto che fa cacare solo per ridimensionare le aspettative di strangelove.
#30
Inviato 16 gennaio 2011 - 14:29
Detto questo, "Black Swan" è stato una delle peggiori pellicole in concorso a Venezia 68: un concentrato chiassoso e sopra le righe di cattivo gusto puro e semplice, con la medesima regia ad impatto che è soltanto capace di produrre inquietudine e suspence con i trucchi più facili, con una palese ignoranza nella rappresentazione delle scene di ballo - perchè, non si citino a sproposito i Dardenne e il loro cinema-verità, le sequenze di danza vengono immortalate non con una macchina a mano traballante per simulare il dinamismo, ma con una dannata camera fissa per evidenziare le coreografie e lo scenario di insieme -, nonchè con una totale assenza di originalità nel descrivere il lato oscuro della passione artistica (mi chiedo quante delle persone che l'hanno acclamato alla Mostra abbiano visto "Scarpette Rosse" di Powell & Pressburger, di cui questo film è praticamente una variante postmoderna). Ed è un film che sotto la compostezza della superficie, nasconde in realtà un kitsch strisciante, che culmina nella terribile metamorfosi fisica in cigno, degna dei peggiori momenti di "The Fountain". L'unico senso dell'operazione sta nella pazzesca interpretazione di Natalie Portman, a servizio di una pellicola esagitata e, ancora una volta, soltanto effettistica, una prova attoriale che supera i limiti del personaggio monocorde di Nina (alla faccia della schizofrenia) e che potrebbe meritoriamente portare l'attrice all'Oscar.
In linea di massima non sono d'accordo, a me è piaciuto ma lo voglio rivedere quindi per ora passo, nonostante questo devo riconoscere che hai fatto emergere in gran parte gli elementi che mi hanno lasciato perplesso alla fine della visione, sopratutto la deriva kitsch del finale (non la messa in scena però a mio avviso splendida anche se forse eccessiva)...
Mi fa piacere però che concordiamo tutti sulla Portman, quando un interpretazione è davvero di un altro livello è sotto gli occhi di tutti, e il paragone con De Niro/La Motta non è del tutto campato per aria se si prende in considerazione unicamente l'aderenza fisica al personaggio...
#32
Inviato 17 gennaio 2011 - 14:23
Da diversi anni ho un obiettivo stabile, pur godendomi svariati film di svariati generi: ho capito che a lasciarmi davvero il segno sono le opere estreme, i tour de force, le messe in scena che non lasciano scampo; vortici così potenti da provocare un dolore fisico più che psichico, una fitta allo stomaco difficile da ignorare, pur non riuscendo a staccare lo sguardo dallo schermo. Starete di certo pensando a "The Wrestler" - premiatissimo (com'è giusto) e osannato in ogniddove -
sei sarcastico spero
#33
Inviato 17 gennaio 2011 - 14:33
Da diversi anni ho un obiettivo stabile, pur godendomi svariati film di svariati generi: ho capito che a lasciarmi davvero il segno sono le opere estreme, i tour de force, le messe in scena che non lasciano scampo; vortici così potenti da provocare un dolore fisico più che psichico, una fitta allo stomaco difficile da ignorare, pur non riuscendo a staccare lo sguardo dallo schermo. Starete di certo pensando a "The Wrestler" - premiatissimo (com'è giusto) e osannato in ogniddove -
sei sarcastico spero
Certo che no. Dove ti sono sembrato sarcastico?
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#34
Inviato 19 febbraio 2011 - 12:02
Chi aveva detestato i primi Aronofsky e apprezzato ??The wrestler?, tenderà ad attribuire i meriti della riuscita del precedente film a Mickey Rourke più che al regista. Ma il sospetto aleggiava già in giro.
Aronofsky non conosce le mezze misure né le sfumature: il film parte, prosegue e si conclude più o meno nel medesimo modo. Sin dall??inizio lo spettatore è scaraventato nella mente della protagonista. Il regista non si ferma un solo attimo per lasciarci tregua, per concederci l??opportunità di capire cosa stia accadendo alla sua Nina. In questo modo il film è totalmente chiuso in sé stesso, soffocato in una autorialità che non esiste. Alcuni grandi registi che ci hanno saputo raccontare la pazzia, l??ossessione per l??arte, l??ambizione, l??analisi della carne umana, offrivano divagazioni e sfumature, possibilità e interpretazioni.
??Il cigno nero? è sovraccarico di simboli, sadomasochista sin dal suo stile, compiaciuto quando scava nelle ferite corporali (e sempre isterico) e quando richiama l??eros, con effetti orrorifici non richiesti e senza progressioni (sin dalle primissime scene l??horror entra in scena), trucchetti (ed effetti digitali) e ribaltamenti non certo inediti. Volendo esagerare, dopo la prima metà, c??è addirittura il rischio/ sospetto di ridicolo involontario.
Prima della visione mi sono detto: se non mi piacerà, invocherò ??Scarpette rosse?. Ma per Aronofsky non vale certamente la pena invocare i grandi Powell e Pressburger.
La prestazione di Natalie Portman mi ha trovato disinteressato: vincerà l'Oscar, ma non tiferò nè contro nè a favore. Semplicemente indifferente.
Resta da capire come mai sia stata presa in considerazione dai premi, quando solitamente interpretazioni di una certa tipologia (vedi Laura Dern in INLAND EMPIRE) non sono mai state prese in considerazione.
#35
Inviato 19 febbraio 2011 - 12:53
Siamo vittime di una trovata retorica.
#36
Inviato 19 febbraio 2011 - 12:56
Per me, un pastrocchione.
Chi aveva detestato i primi Aronofsky e apprezzato ??The wrestler?.....
Volevo scrivere la stessa cosa, mi hai risparmiato un'ora e l'umiliazione nel rendersi conto di non riuscire a spiegare così chiaramente il mio disappunto.
#37 Guest_Maedhros_*
Inviato 19 febbraio 2011 - 13:06
Aronofsky non conosce le mezze misure né le sfumature
è esattamente ciò che ai miei occhi lo rende ammirevole, è implacabile al tempo stesso esibizionista e totalmente disinteressato allo spettatore, e che lo rende facile preda delle stroncature di mezzo mondo.
black swan non fa eccezione, ed è lo specchio perfetto di the wrestler, la cui riuscita è tutto merito di mickey rourke certo, come no.
#38
Inviato 19 febbraio 2011 - 14:16
è esattamente ciò che ai miei occhi lo rende ammirevole, è implacabile al tempo stesso esibizionista e totalmente disinteressato allo spettatore, e che lo rende facile preda delle stroncature di mezzo mondo.
Si, ma Aronofsky non è certamente un regista scomodo o coraggioso. Ripeto, i suoi mi sembrano dei trucchetti triti e ritriti. Anche quelli di "Black Swan" appartengono a campionari già visti molte volte.
Essendo la sagra della ricostruzione a tavolino ("facciamo un bignamino della sgradevolezza psicomasochista della protagonista") non riesce nemmeno a essere sgradevole.
#39
Inviato 19 febbraio 2011 - 14:22
Mi è piaciuto tantissimo comunque.
:-*
Ondarock forever
#40
Inviato 19 febbraio 2011 - 20:37
Io l'ho visto come uno spudorato pendant della Pianista.
La carnalità, la repressione, il conflitto materno, l'ombra della carriera...
Poi la metamorfosi... partendo dal presupposto che mi sembra una mezza castronerìa che un individuo mette a fuoco e superi le proprie crisi di identità grazie/a-causa-di una "prova" un "lavoro", un "balletto" in questo caso, il risultato, alla fine di questo percorso, è la liberazione; la catarsi in questo caso.
La catarsi talmente profonda che i segni della metamorfosi sono sempre visibili per tutto il film (la letterale pelle d'oca).
Poi la tragica fine si ricollega direttamente al finale di The Wrestler e, in qualche modo, a tutta la sua passata filmografia con il tragico esito nel finale (ps: non ho ancora visto però The Fountain).
Solo che Rourke si prendeva a pugni e si martoriava per non vedere se stesso, o almeno per ricondurlo nella vivissima ombra del proprio passato; la Portman asporta letteralmente se stessa. E la scissione dei due cigni è vanificata in quanto il bianco concerne il nero, e viceversa.
Andando più sulle cazzatine: stupendo Cassell, praticamente divino (ma quanto è grosso ? aveva delle mani enormi !!!). Pezzo di fica stratosferico Mila Kunis.
Make-up meravigliosi
http://rateyourmusic...ceLORDofSILENCE
http://www.anobii.com/people/moro/
http://www.lastfm.it...r/BlackiceLORD/
la mamma dei sottogeneri del metal è sempre incinta
Che poi Hitler è un personaggio così black metal... esteticamente impossibile non restarne colpiti. Stalin è più death-grindcore. Mussolini garage-punk, Mao invece è doom.
#41
Inviato 19 febbraio 2011 - 21:25
Meglio, cercherò di vederlo senza condizionamenti!
#42
Inviato 19 febbraio 2011 - 21:36
#43
Inviato 19 febbraio 2011 - 22:36
Sono molto curioso. Si parla di un gran finale:
http://www.filmforli...film.php?id=694
ecco il finale è abbastanza scontato... non scontatissimo...
diciamo che, come in The Wrestler, cominci ad avere la vaga impressione di come finirà...
http://rateyourmusic...ceLORDofSILENCE
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la mamma dei sottogeneri del metal è sempre incinta
Che poi Hitler è un personaggio così black metal... esteticamente impossibile non restarne colpiti. Stalin è più death-grindcore. Mussolini garage-punk, Mao invece è doom.
#44
Inviato 19 febbraio 2011 - 22:53
#45
Inviato 19 febbraio 2011 - 22:56
Aronofsky non mi era piaciuto in The Wrestler, film che ho sempre trovato rozzo e freddo, mentre qui, davvero, mi ha incantato.
Freddo? : Io avrei detto tutto il contrario con quel Rourke li.
#46
Inviato 19 febbraio 2011 - 23:06
Scarpette Rosse? Lasciamo perdere.
Ma anche the company del bistrattato Altman è di gran lunga superioe ed è una lezione di cinema;
#47
Inviato 20 febbraio 2011 - 00:34
Mi sfugge però il senso dell'operazione che finisce per essere solo un viaggio a senso unico nella mente deformata e allucinata di un'eroina alla fine appena abbozzata. La Portman è perfetta in un tour de force senza dubbio spossante, ma non emerge mai un vero personaggio, e non è chiaro se il tutto voglia essere una metafora della follia del mito del successo o cos'altro. Troppe cose sembrano infilate a casaccio (la parentesi lesbo), le simbologie talmente palesi da essere chiare anche ai bimbi dell'asilo (il bianco Nina, il nero Lily, gli specchi), e gli svacchi horror sono francamente troppi ed eccessivi.
Insomma, senza il rigore stilistico e la presenza-simbolo di Rourke (che considero quasi il co-autore di "The Wrestler") Aronofsky è libero di abbandonarsi agli eccessi di "Requiem for a Dream", e la maniera con cui si accanisce sulla Portman è egualmente gratuita. Non nego però il fascino morboso di certe sequenze (la trasformazione in cigno, alcuni spaventi nella seconda parte), la bravura tecnica nel riprendere i balletti (piani sequenza in cui la macchina da presa è "cancellata" dagli specchi in cui dovrebbe essere riflessa), lo spaventoso, direi Lynchiano, sound design e le musiche di Clint Mansell, ma la sensazione generale è quella di un film confuso.
#48
Inviato 20 febbraio 2011 - 00:44
Resta da capire come mai sia stata presa in considerazione dai premi, quando solitamente interpretazioni di una certa tipologia (vedi Laura Dern in INLAND EMPIRE) non sono mai state prese in considerazione.
non saprei, e non credevo sarebbe successo, ma a sorpresa "Black Swan" ha letteralmente sbancato i botteghini americani (e non a quanto pare) incassando solo in patria oltre 100 milioni di dollari (e questo PRIMA delle nomination agli Oscar).
#49
Inviato 20 febbraio 2011 - 00:50
Come film invece ho ottime sensazioni, qua ci sono molti anti-aronofskyani e proprio dai loro commenti negativi deduco che potrebbe essere l'ennesimo capolavoro
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
#50
Inviato 20 febbraio 2011 - 10:17
Non per nulla c'è il lago dei cigni, una quantità infinita di specchi (il balletto è un'arte allo specchio) che sono moltiplicazione e frantumazione, e una incalcolabile bolgia di doppi veri o presunti (nina-beth, nina-lily, nina-madre, nina-nina). La poetica del corpo è fondamentale, anoressia, bulimia, autoferimenti, frigidità in cui il sesso/passione sono colpa e negazione del futuro (vedi la mamma), quasi il peccato originale, ogni avvenimento è una tacca sul corpo della protagonista che non riesce a ricomporre una dualità identitaria (o una molteplicità) se non soffocandone una parte, uccidendosi quindi per liberarsi (ma poi sarà morta sul serio?)
La sceneggiatura dunque ci mette un po' tutto, alcune cose sono scontate, ma le ancora appunto a un vissuto corporeo tanto da trovare comunque uno spiraglio di identificazione, di leggibilità per tutti.
Però l'operazione è abbastanza approssimativa in altre parti, non mi è piaciuto nulla nulla il personaggio di Cassel, poco magnetico e, diciamolo, anche poco importante in tutta la storia: fra nina e il suo direttore non c'è comunicazione, passione, sfida, non vogliono la stessa cosa, non bruciano dello stesso male, non si capsicono proprio. E come è debole lui è debole tutto il mondo del balletto, efficace a mio parere solo nelle poche scene di studio, non si respira l'arte da nessuna parte e nessuna passione artistica. Insomma se lo avesse ambientato in un altro scenario sarebbe stato lo stesso. Cassel vive in un mondo in bianco e nero, il suo ufficio e la sua casa sono dominati dai due colori, ma tutto ciò rimane lì, perchè è qui che fallisce il film.
Non ho amato le scene di ballo, meglio la Portnam, fragile al punto giusto.
Ora come donna direi pure che la soluzione alla cosa è un bel pasto completo da 5 portate minimo
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