sono stato un convinto estimatore di hereditary. dal mio punto di vista riusciva a bilanciare bene la componente "film d'arte" con la componente "film horror", anzi semmai sbilanciando più sulla seconda, al contrario di tanti altri esponenti del filone "art horror". dopo le lodi e il successo (anche se resta più bravo a compiacere i critici che a far divertire il pubblico), aster deve essersi sentito pronto per un secondo film in cui finalmente farla fuori dal vasino , conscio di avere una qualche forma di immunità tacita ed invisibile dalla comunità critica e cinefila. non è proprio andata così perché il film ha diviso e ha fatto discutere, come si può vedere anche dalla discussione in questo topic
il punto è che, caro ari, non hai centrato la tazza neanche con lo spruzzino iniziale! sei proprio un cattivo bambino, lo sai? se hereditary si muoveva ancora all'interno dei codici dell'horror "tradizionale", con questo film aster ha deciso di giocare in tutt'altro campionato, il campionato dei vari lars von trier, bergman, kubrick e polanski. un bel circolo di stronzi, insomma
il risultato è un pachidermico e pretenzioso film d'arte pieno di simboli, bizzarrie, oscure metafore, con ogni tanto qualche shock visivo che cerca di risvegliare dal torpore il malcapitato spettatore
ma tutto ciò non mi fa perdere le speranze in aster. già il fatto che sia arrivato alla fine dei 140 minuti è una piccola grande vittoria per lui (mi illudo che gliene freghi qualcosa
). rimango convinto che sia veramente un grande regista. il talento è cristallino e lo si vede dalla messinscena, dalle idee di fotografia. mi resta da capire se sia un sincero amante dell'horror o meno, e se siano l'equivalente di un clickbait per horror fan, le citazioni di non aprite quella porta, una tortura scenografica stile-saw (anche se vediamo solo il post) e persino - involontario o meno, io preferisco pensare legga anche lui il topic essere nicolas cage - un richiamo al remake di the wicker man con nic cage…
il problema di aster è che in questo film assomiglia troppo ai suoi protagonisti: millennials borghesi che fanno cultural studies e viaggiano per l'europa per mesi per scrivere una tesi (tutto finanziato dal papi provo ad immaginare…), ma poi finiscono per diventare carne da macello perché sono troppo boriosi per fare l'unica cosa di buon senso: capire quando è ora di scappare!