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Midsommar - Il Villaggio Dei Dannati (Aster, 2019)


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74 replies to this topic

#1 hexen

    the nameless uncarved user

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Inviato 08 luglio 2019 - 18:36

ma nessuno qui è a cazzo duro per midsommar?


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#2 Giuseppe Bergman

    Masturbatore

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Inviato 08 luglio 2019 - 19:16

Ovvero?


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" Chi lo sa veramente? Chi può qui dichiarare

da dove è stata prodotta, da dove viene la creazione?

Dalla creazione di questo universo gli Dei vennero successivamente:
chi allora sa da dove ciò è sorto? "


#3 100000

    Enciclopedista

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Inviato 08 luglio 2019 - 19:28

Il nuovo film di Aster, io aspetto che esca al cinema per andare a vederlo con pajjo (tieniti libero per settembre).
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#4 Tom

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Inviato 08 luglio 2019 - 19:44

Queso post fb di Nanni Cobretti mi ha parecchio smontato:

"Mi è piaciuto molto Hereditary, ma puzzava di strike del dilettante. Puntualmente Ari Aster se la sente caldissima, torna con un film che dura due ore e un mese, conferma il suo gusto morboso per il lato quotidiano della morte (la sua fissa più interessante), ma tutto il resto di questo Midsommar è la sbrodolata a tensione zero di chi si crede Kubrick e non è nemmeno Shyamalan. Però come catalogone di riti pagani non è male."


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#5 hexen

    the nameless uncarved user

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Inviato 08 luglio 2019 - 20:15

non mi lascerò smontare da cobretti (pur essendo quasi sempre d'accordo con lui sull'horror) ma effettivamente haxan cloak all'ost mi puzzava di infighettamento ulteriore dopo la stetsonata precedente. 

 

Però come catalogone di riti pagani non è male

 

già così sarebbe un successo ma con me il bastardo gioca in casa, mi fomenterei anche con un plagione scrauso di wicker man. 

 

sarà dura aspettare il 25 : (


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#6 ucca

    CRM

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Inviato 17 luglio 2019 - 10:07

Mi è piaciuto molto Hereditary, ma puzzava di strike del dilettante

 

 

Un film con una regia del genere, una fotografia straordinaria non ha nulla di dilettantesco. Semmai è il commento da cialtrone.

Anche a me ha ricordato subito The Wicker man questo nuovo, infatti non vedo l'ora di vederlo. 


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#7 Central Perk

    Il fu Chanandler Bong

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Inviato 26 luglio 2019 - 11:11

Visto ieri Midsommar.

 

Oh, chiamatelo cialtrone, autocompiaciuto, fighetto, megalomane e quello che vi pare. Io però ho notato tante tante idee registiche e visive in questo film, come raramente mi è capitato di vedere negli ultimi tempi. Qualche buco c'è e in certi momenti il film si piace così tanto da diventare quasi comico, però secondo me il lavoro è molto interessante e la tensione c'è. Un paio di scene ti restano veramente in testa e confermano il talento di Aster, altro che "strike del dilettante". Preferisco sempre qualcuno che rischia davvero, spratutto nell'horror, dove ormai basta uno zoom indietro e un sottofondo di droni per gridare al cinema d'autore. Rispetto ad Hereditary manca una Toni Collette e forse la storia si sfilaccia leggermente strada facendo. Esteticamente però è bellissimo, tanto che in certi momenti sembrava (per assurdo) di guardare un film di Wes Anderson. Si nota tra l'altro già uno stile molto personale da parte di Aster e alcuni temi ricorrenti, cosa che per un regista al secondo film è difficilissima. 

 

 

Già soltanto il tema dei riti pagani scandinavi rende questa pellicola molto più interessante della maggior parte dei film acclamati in diversi festival degli ultimi anni.

 

Promosso in pieno.

 

 

Ah, non è un horror.


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#8 ucca

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Inviato 26 luglio 2019 - 11:26

"strike del dilettante"

 

 

ma infatti uno che usa questa frase per denigrare un regista che ha una mano d'oro (per usare un'espressione tennistica) andrebbe gettato subito tra le fiamme della geenna.

Sono molto curioso di vedere questo film, in hereditary avevo notato una capacità di rischiare rarissima per un regista attuale, e un uso molto saggio invece dei riferimenti nobili (li Rosemary Baby qui The Wicker man).


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#9 Tom

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Inviato 27 luglio 2019 - 07:43

Ucca, vediamo di piantarla eh.

Non che mi interessi difendere Cobretti e il suo punto di vista, ma dare il la a certi discorsi anche solo riportando qualcosa mi sta sulle palle.


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#10 Edgewalker

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Inviato 27 luglio 2019 - 11:37

Cose che terrei: atmosfera idilliaca nonostante le efferatezze su schermo, scelte di luce e regia anche se paracule, paganesimo scandinavo, doppia lettura su ipocrita tolleranza culturale americana alla quale preferire quasi la barbarie hippie vichinga, buon umorismo che tradisce un futuro lontano dai generi truculenti per il regista.

Cose di cui farei volentieri a meno: gore e trip da acidi telefonatissimi, turisti americani che sembrano già scandinavi [persino il nero], stoccatina filo femmini$ta alla fine sul troncare le relazioni tossiche.

 

Insomma, pure carino, ma poteva essere meglio. Wicker Man è ancora intoccato.


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#11 ucca

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Inviato 27 luglio 2019 - 13:04

Ucca, vediamo di piantarla eh.
Non che mi interessi difendere Cobretti e il suo punto di vista, ma dare il la a certi discorsi anche solo riportando qualcosa mi sta sulle palle.

e allora non lo difendere che il resto della frase da te riportata è ancora più sciatto e presuntuoso. Questa gente commenta l'arte come un derby tra Milan e Inter.
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#12 Tom

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Inviato 27 luglio 2019 - 15:41

Ma 'orca miseria, "lo strike del dilettante" e' UN MODO DI DIRE, semplice sinonimo di "esordio fortunato", prenderlo alla lettera e insisterci facendo gli offesi e' una gran pirlata. E anche prendendolo alla lettera ha comunque un suo fondamento, dato che di esordi fulminanti poi seguiti da carriere deludenti l'arte e' piena, e il cinema non fa certo eccezione, anzi.

 

Cobretti quello che dice, giusto o sbagliato che sia, lo dice dopo aver visto il film. Dargli del cialtrone senza aver visto ancora il film: ecco la vera cialtronata. Renditi conto che a lui Hereditary e' piaciuto e te stai qui a fare cagnara perche'... boh, perche'?

 

E poi scusa eh, ma vien da dirti davvero "da che pulpito". Manco fossi un utente che in genere misura toni e parole. Quando non ti piace un film in genere reagisci che sembra il regista di turno ti abbia tenuto fermo mentre il resto del cast ti sodomizzava. Solo rimanendo in questo topic, vedi le tue sparate a pagina 1.


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#13 ucca

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Inviato 27 luglio 2019 - 17:44

Che c'entra io può. E comunque va bene. Ora sto tizio lo cerco e gli meno. Basta chiacchiere
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#14 Tom

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Inviato 28 luglio 2019 - 09:43

E pensa se poi Midsommar non ti piace.  asd

 

Intanto si potrebbe riaprire un mio vecchio tormentone, quello de "impicca un titolista italiano per migliore la specie", dato che mi accorgo che da noi il film e' stato distribuito come: Midsommar - Il villaggio dei dannati. Ma io non so...

Che gia' quel "Le radici del male" aggiunto a Hereditary era da badilate nei denti


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#15 Spiritchaser

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Inviato 29 luglio 2019 - 08:41

Come Hereditary, film-cazzatona curatissimo con vari punti di interesse (tra cui la luce del giorno che non passa mai, il senso di comunità parossistico del villaggio immaginario di Harga ritratto con un registro grottesco e quasi comico più che horror - l'horror viene relegato al prologo) che rendono difficile schifarlo; è bello da vedere e tutto, ma l'effetto cazzatona rimane.
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#16 Fox la testa parlante

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Inviato 29 luglio 2019 - 08:49

In attesa della recensione ufficiale di Ondacinema, tanto vale iniziare a scannarsi con metodo in un thread vocato, anziché disperdere preziose polemiche in quello dedicato al film precedente.

 

MIDS_Murals_3.0.png

 

Il mio sintetico punto di vista:

 

Pro: Il regista conferma di avere una buona mano, e un efficace senso dell'inquadratura sia sotto l'aspetto della geometria e della composizione, sia con riguardo alla padronanza della profondità di campo. Sul piano narrativo la pellicola risulta più coerente (o, volendo, più noiosa asd) di Hereditary, rinunciando quasi completamente agli elementi jumpscare a favore di un più monolitico registro grottesco, comunque inquietante ma più estraneo all'ortodossia del genere horror.

 

Meglio ancora: Aster dimostra di avere una sorta di poetica, o quantomeno un'attenzione a una serie di temi che già costituivano il nucleo essenziale della sua opera precedente. Una poetica tutto sommato originale, fondata su una sfiducia radicale nei rapporti interpersonali che sfocia in un cinismo sadico e ghignante: la famiglia, come in Hereditary, è più una maledizione che perpetua le sue tare di generazione in generazione che un rifugio sicuro; le relazioni tra i personaggi sono circostanziali e ipocrite, radicate in un'ansia di soddisfare solo i propri bisogni appena dissimulata. Per approdare a un barlume di empatia e senso di comunità alla protagonista non resta alternativa se non quella di rivolgersi a una sanguinaria setta di pagani cultori del Sole: è evidente che da qualche parte la contemporaneità ha fallito se questo è l'approdo asd.

 

Contro: Dopo un prologo drammatico ed efficace, il film inizia a scricchiolare piuttosto pesantemente sul piano narrativo, richiedendo massicce dosi di sospensione dell'incredulità. Il punto di svolta è con ogni probabilità il primo shock gore della pellicola (e tra l'altro, non saprei dire perché, ho trovato l'insistenza sui dettagli splatter un po' più forzata e meno funzionale rispetto a quanto avveniva nell'opera d'esordio). Da lì in poi i protagonisti iniziano a indulgere in tutti i cliché dei personaggi di film horror stupidi che fanno cose incredibilmente stupide. Aggiungiamoci una certa fastidiosa sciatteria anche sul piano visivo nelle sequenze delle allucinazioni e la cazzatona è servita.

 

Sequenza da antologia: Il ballo per decidere chi sarà la Regina di Maggio (anche se io al posto del regista mi sarei risparmiato le sovrimpressioni).

 

Giudizio finale: Non male ma il film precedente mi era piaciuto di più.

 

(Lascio con fiducia agli amministratori il lavoro di taglio e cucito per riportare qui quanto scritto nel thread di Hereditary)

 

(Ah, ho anche cannato l'anno perché è lunedì mattina, bisognerebbe correggere pure quello asd)


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#17 Spiritchaser

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Inviato 29 luglio 2019 - 09:58

La recensione c'è http://www.ondacinem...ei-dannati.html

Il fatto che Ari Aster abbia citato Bergman come ispirazione per questo film mi fa pensare un po' peggio di lui, comunque.
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#18 ucca

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Inviato 29 luglio 2019 - 10:53

La recensione mi sembra molto interessante, non vedo l'ora di vederlo. Sul paragone con il primo, io raramente ho visto un debutto cosi folgorante, cosi maturo. Quindi che ci sia un calo è credo inevitabile, ma spero che sia comunque un film interessante e che confermi alcune cose che ho visto che mi hanno davvero stupito, cioè la resa artistica della messa in scena e la cura dei personaggi. 


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#19 Spiritchaser

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Inviato 29 luglio 2019 - 10:55

La cura dei personaggi non la ritroverai, mi sa.
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#20 hexen

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Inviato 29 luglio 2019 - 17:49

Come Hereditary, film-cazzatona

 

è bello da vedere e tutto, ma l'effetto cazzatona rimane.

 

scusami, ma perché cazzatona? cosa intendi?

 

stoccatina filo femmini$ta alla fine sul troncare le relazioni tossiche.

 

ma dove, dai?  asd che sia un post break-up movie fondamentalmente siamo d'accordo (e sono le parole di Aster in ogni caso), ma questo filofemminismo che vedete dappertutto no

 

---

 

intanto mi sentirei di dire che i primi 15 minuti sono un capo, sul resto devo ancora farmi un'idea precisa però:

 

"Mi è piaciuto molto Hereditary, ma puzzava di strike del dilettante. Puntualmente Ari Aster se la sente caldissima, torna con un film che dura due ore e un mese, conferma il suo gusto morboso per il lato quotidiano della morte (la sua fissa più interessante), ma tutto il resto di questo Midsommar è la sbrodolata a tensione zero di chi si crede Kubrick e non è nemmeno Shyamalan. Però come catalogone di riti pagani non è male."

 

 

sono d'accordo con la frase boldata - se ho capito a cosa si riferisce - ma il resto è fuori fuoco; non è il director's cut quindi dura anche meno del dovuto e questa patina arty o queste ambizioni autoriali che lamentano tutti io come non le ho viste in questo non le ho viste in hereditary, si tende un po' a sovrastimare questo aspetto quando in realtà io vedo soprattutto due splendidi film di genere. poi a paragonarlo a shyamalan la cui ultima sortita nell'horror è quella roba imbarazzante di the visit  asd

 

vedetelo, dai

 

  :monk:  :monk:  :monk:

 

edit: fa anche molto ridere in alcuni punti, come diceva pancakes, alla faccia della palla kubrickiana


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#21 Spiritchaser

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Inviato 29 luglio 2019 - 18:20

 

Come Hereditary, film-cazzatona

 

è bello da vedere e tutto, ma l'effetto cazzatona rimane.

 

scusami, ma perché cazzatona? cosa intendi?

 

stoccatina filo femmini$ta alla fine sul troncare le relazioni tossiche.

 

ma dove, dai?  asd che sia un post break-up movie fondamentalmente siamo d'accordo (e sono le parole di Aster in ogni caso), ma questo filofemminismo che vedete dappertutto no

 

---

 

intanto mi sentirei di dire che i primi 15 minuti sono un capo, sul resto devo ancora farmi un'idea precisa però:

 

"Mi è piaciuto molto Hereditary, ma puzzava di strike del dilettante. Puntualmente Ari Aster se la sente caldissima, torna con un film che dura due ore e un mese, conferma il suo gusto morboso per il lato quotidiano della morte (la sua fissa più interessante), ma tutto il resto di questo Midsommar è la sbrodolata a tensione zero di chi si crede Kubrick e non è nemmeno Shyamalan. Però come catalogone di riti pagani non è male."

 

 

sono d'accordo con la frase boldata - se ho capito a cosa si riferisce - ma il resto è fuori fuoco; non è il director's cut quindi dura anche meno del dovuto e questa patina arty o queste ambizioni autoriali che lamentano tutti io come non le ho viste in questo non le ho viste in hereditary, si tende un po' a sovrastimare questo aspetto quando in realtà io vedo soprattutto due splendidi film di genere. poi a paragonarlo a shyamalan la cui ultima sortita nell'horror è quella roba imbarazzante di the visit  asd

 

vedetelo, dai

 

  :monk:  :monk:  :monk:

 

 

Perché le premesse narrative lo configurano come un film-cazzatona: il villaggio dei dannati è un sottotitolo fastidioso ma non le tradisce. Turisti americani arrivano in un villaggio esotico all'apparenza idilliaco - seguono sparizioni e ammazzamenti creativi. Nelle mani di Aster viene fuori un film migliore delle proprie premesse, esattamente per un'ambizione arty/autoriale che tu non riscontri (la fotografia, la ricercatezza registica, l'innesto abbastanza macchinale di un secondo livello di lettura sull'orrore di certe dinamiche famigliari); ma se lasci inalterata l'idea centrale e la metti nelle mani di un altro regista meno abile e ambizioso, ne vien fuori l'ennesima cagata horror dozzinale. 


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#22 hexen

    the nameless uncarved user

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Inviato 29 luglio 2019 - 19:17

Perché le premesse narrative lo configurano come un film-cazzatona: il villaggio dei dannati è un sottotitolo fastidioso ma non le tradisce. Turisti americani arrivano in un villaggio esotico all'apparenza idilliaco - seguono sparizioni e ammazzamenti creativi. 

 

ma sono premesse archetipiche, tant'è che nel fotogramma iniziale è riassunto l'intero film, sappiamo fin dall'inizio come andrà a finire. 

anche le premesse di shining, per dire, si rifanno a un archetipo (famiglia x va in posto y per passare le vacanze/lavoro/commentare le pietre miliari di or - succede un casino), valgono più delle premesse di midsommar, valgono di meno, valgono uguale? 

 

dire che è un film-cazzatona a causa delle sue premesse narrative equivale a "in questo libro si parla di una casa infestata quindi a priori è una merda, vediamo se possiamo redimerlo riflettendo sulla condizione umana la famiglia borghese il sorriso della madre - però una merda a priori forse lo resta, peccato".

 

un'ambizione arty/autoriale che tu non riscontri (la fotografia, la ricercatezza registica, l'innesto abbastanza macchinale di un secondo livello di lettura sull'orrore di certe dinamiche famigliari)

 

ma una buona fotografia e una discreta regia sono elementi di proprietà degli autori? non ci vedo chissà che sperimentazione formale nei film di aster, anzi non ce la vedo proprio, al limite l'ambizione di fare due film ben girati, più specificatamente horror il primo e una fairy tale con venature orrorifiche il secondo.

gli altri piani di lettura sono sacrosanti ma in entrambi i suoi film non li ho percepiti come innesti, sono possibilità interpretative organiche alla situazione/storia di partenza, tutto ha perfettamente senso anche se non rifletti sull'argomento barboso x. 

 

ma se lasci inalterata l'idea centrale e la metti nelle mani di un altro regista meno abile e ambizioso, ne vien fuori l'ennesima cagata horror dozzinale. 

 

o magari ne verrebbe comunque fuori un discreto folk horror che non inventa nulla, se poi gli horror sono normalmente delle cagate dozzinali che devono essere redente dai Grandi Temi e dalla ricerca formale è un altro discorso con cui non sono d'accordo


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#23 ucca

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Inviato 29 luglio 2019 - 19:38

Stavo pensando che shining parla di uno che fa il custode di un albergo e impazzisce. Bella cazzata. Nelle mani di Jerry cala sarebbe stato il nuovo chicken park
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#24 Spiritchaser

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Inviato 29 luglio 2019 - 21:04

"dire che è un film-cazzatona a causa delle sue premesse narrative equivale a "in questo libro si parla di una casa infestata quindi a priori è una merda, vediamo se possiamo redimerlo riflettendo sulla condizione umana la famiglia borghese il sorriso della madre - però una merda a priori forse lo resta, peccato"."

 

Appunto: le sue premesse narrative. Hai preso la definizione di "film-cazzatona" come un "fa cagare": a parte che ho scritto che ha tanti punti di interesse, è una semplice constatazione di come il piano letterale della narrazione, che non è un puro espediente ed è preponderante, sia fondamentalmente (e consciamente) una cazzata: in Midsommer c'è davvero un villaggio di svedesi dediti al suicidio e all'omicidio rituali che ingannano i turisti per farli accoppiare con le figliole, assicurarsi prole sana e poi ucciderli; i personaggi bidimensionali agiscono in modo stupido, proprio come in una cazzatona horror che si rispetti. Non sono archetipi, sono stereotipi di genere; ripeto, usati in modo conscio e con effetto grottesco più che horror (e anche lì c'è uno scarto autoriale). Non c'entra nulla la redenzione; tra un racconto a caso di Stephen King sulla casa infestata e Casa tomada di Cortazar la differenza che passa non è la redenzione (col suo carico morale) di un archetipo di genere.

 

"ma una buona fotografia e una discreta regia sono elementi di proprietà degli autori? non ci vedo chissà che sperimentazione formale nei film di aster, anzi non ce la vedo proprio, al limite l'ambizione di fare due film ben girati, più specificatamente horror il primo e una fairy tale con venature orrorifiche il secondo.

 

Invece la ricerca stilistica e il virtuosismo tecnico relativo (ma poi ho citato anche una ricorrenza di "temi") sono proprio segnali di autorialità; nei due film di Aster - mo' lo difendo io - non c'è solo buona fotografia e discreta regia, c'è una ricerca estetica peculiare al regista - il che non vuol dire per forza sperimentalismo (anche se secondo me ce n'è traccia), c'è un controllo autoriale evidente. 

 

"o magari ne verrebbe comunque fuori un discreto folk horror che non inventa nulla, se poi gli horror sono normalmente delle cagate dozzinali che devono essere redente dai Grandi Temi e dalla ricerca formale è un altro discorso con cui non sono d'accordo"

 

Discorso di sopra sulla redenzione, idem sui Grandi Temi. Sì può dire che c'è una differenza tra uno come Aster e un mestierante qualunque di Hollywood che mette la sua professionalità al servizio dei produttori e del botteghino? Oppure è troppo snob? Che dal secondo caso possa venir fuori un discreto (o anche ottimo) film di genere è irrilevante (e sarebbe l'eccezione).


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#25 Spiritchaser

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Inviato 29 luglio 2019 - 21:10

Stavo pensando che shining parla di uno che fa il custode di un albergo e impazzisce. Bella cazzata. Nelle mani di Jerry cala sarebbe stato il nuovo chicken park

 

Esempio che non c'entra nulla (in che modo un custode d'albergo che impazzisce dovrebbe essere una cazzata?) ma torna utile: non è un caso che il film non sia piaciuto a Stephen King; Kubrik è un'autore e ha fatto la propria opera, non la riduzione (ma nemmeno la redenzione) di quella di King.


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#26 Fox la testa parlante

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Inviato 29 luglio 2019 - 22:25

Fa ridere il fatto che senza leggere il commento di spirtchaser io stesso sia approdato al termine CAZZATONA. Qualche forma di verità inconscia collettiva ci sarà in tutto questo.
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#27 Spiritchaser

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Inviato 29 luglio 2019 - 22:54

Ma poi anche tu hai evidenziato i pro, quindi non è un giudizio sommario.

 

Tagliandola con l'accetta: il film di genere usa le specificità narrative del genere come fine a cui asservire tutto il progetto artistico: l'horror ti deve far paura; la commedia ti deve far ridere; etc; insomma, deve essere prevedibile e deve vendere. Il film d'autore o non è interessato alle specificità di genere, o le usa come mezzo: di una ricerca estetica, di una provocazione, di un qualche progetto narrativo, filosofico o nonsoché che tende a trascendere il genere per il quale passa e che è per lo più riconducibile a una coerenza autoriale. Aster per ora lo metterei sicuramente nell'ultima categoria, soprattutto col secondo film (nel primo rimangono in modo più evidente parti di horror per l'horror). Kubrick pure, anche se rispetto a registi come Aster che partono dal genere lui fa il percorso inverso, dall'autorialità ai generi (forse è anche qui che c'è lo spazio di parlare di cazzatona nei film di Aster)


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#28 hexen

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Inviato 30 luglio 2019 - 01:29

Hai preso la definizione di "film-cazzatona" come un "fa cagare": a parte che ho scritto che ha tanti punti di interesse, è una semplice constatazione di come il piano letterale della narrazione, che non è un puro espediente ed è preponderante, sia fondamentalmente (e consciamente) una cazzata: in Midsommer c'è davvero un villaggio di svedesi dediti al suicidio e all'omicidio rituali che ingannano i turisti per farli accoppiare con le figliole, assicurarsi prole sana e poi ucciderli; i personaggi bidimensionali agiscono in modo stupido, proprio come in una cazzatona horror che si rispetti. Non sono archetipi, sono stereotipi di genere

 

(in che modo un custode d'albergo che impazzisce dovrebbe essere una cazzata?

 

giuro che non capisco il salto logico che fai per affermare che la prima premessa sia una cazzata e la seconda no; dici per la verosimiglianza delle due situazioni? è ridicolo pensare che esista un villaggio di svedesi dediti al suicidio/omicidio rituali eccetera, molto più credibile invece la follia di un padre di famiglia scatenata dall'influenza soprannaturale di un albergo in cui il figlio scopre di avere un potere telepatico e divinatorio chiamato Luccicanza? c'è più soprannaturale in cinque minuti di shining che in tutto midsommar, quindi se non può essere la verosimiglianza la differenza non riesco a capire quale sia.

 

tra un racconto a caso di Stephen King sulla casa infestata e Casa tomada di Cortazar la differenza che passa non è la redenzione (col suo carico morale) di un archetipo di genere.

 

al netto delle chiare differenze stilistiche non capisco neanche qui quale sarebbe la differenza principale, leggendo anche quello che scrivi riferendoti allo shining di King e a quello di Kubrick sembri voler suggerire che Cortazar è un autore mentre King no, che è una tesi un po' bizzarra 

 

Sì può dire che c'è una differenza tra uno come Aster e un mestierante qualunque di Hollywood che mette la sua professionalità al servizio dei produttori e del botteghino? Oppure è troppo snob? Che dal secondo caso possa venir fuori un discreto (o anche ottimo) film di genere è irrilevante (e sarebbe l'eccezione).

 

il film di genere usa le specificità narrative del genere come fine a cui asservire tutto il progetto artistico: l'horror ti deve far paura; la commedia ti deve far ridere; etc; insomma, deve essere prevedibile e deve vendere. Il film d'autore o non è interessato alle specificità di genere, o le usa come mezzo: di una ricerca estetica, di una provocazione, di un qualche progetto narrativo, filosofico o nonsoché che tende a trascendere il genere per il quale passa e che è per lo più riconducibile a una coerenza autoriale.

 

 

non riesco a essere d'accordo, ci vedo la retorica per cui il genere debba essere trasceso e la dicotomia genere-commerciale e film d'autore-arte che nel 2019 è posticcia e innaturale.

credo che qualsiasi genere possa essere casa di qualsiasi storia/ossessione di qualsiasi regista e non essere etichettato a priori come una cazzata solo perché usa una premessa narrativa tradizionale del genere di appartenenza.

prima dicevo soltanto che la patina arty nei film di aster viene un po' sovrastimata, considerato il rispetto con cui si approccia al genere: i suoi sono prima di tutto film horror più che roba arthouse 


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#29 pooneil

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Inviato 30 luglio 2019 - 06:38

Stavo pensando che shining parla di uno che fa il custode di un albergo e impazzisce. Bella cazzata. Nelle mani di Jerry cala sarebbe stato il nuovo chicken park

 

meglio Renato Pozzetto, dato che è lui il nostro artista più capace di coinvogliare lo spaesamento e la sottomissione dell'uomo moderno di fronte al bizzarro e grave meccanicismo dell'esistenza (lo vedrei bene diretto dai fratelli Cohen, o anche da un solo fratello dei due).

 

cmq non si capisce di quale film parliate, di quello del topic o di quello nuovo? nel secondo caso, spostare i messaggi, orsù


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#30 Connacht

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Inviato 30 luglio 2019 - 07:00

Ma perché per l'edizione italiana hanno aggiunto il sottotitolo "il villaggio dei dannati", che mi pare di capire non c'entri molto?


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#31 Spiritchaser

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Inviato 30 luglio 2019 - 09:49

"giuro che non capisco il salto logico che fai per affermare che la prima premessa sia una cazzata e la seconda no; dici per la verosimiglianza delle due situazioni? è ridicolo pensare che esista un villaggio di svedesi dediti al suicidio/omicidio rituali eccetera, molto più credibile invece la follia di un padre di famiglia scatenata dall'influenza soprannaturale di un albergo in cui il figlio scopre di avere un potere telepatico e divinatorio chiamato Luccicanza? c'è più soprannaturale in cinque minuti di shining che in tutto midsommar, quindi se non può essere la verosimiglianza la differenza non riesco a capire quale sia."

 

Mi sono impelagato in distinzioni un po' ad cazzum? È molto più credibile la follia omicida di un padre di famiglia, punto; gli elementi soprannaturali, la luccicanza etc. non sono molto diversi dalla mano del fantasma di Catherine che afferra Lockwood in Cime tempestose o dai fantasmi di Henry James; l'Overlook Hotel è come il pianeta Solaris o le rocce di Hanging Rock: il soprannaturale non è da intendersi a un livello puramente letterale ma come manifestazione, come sintomo di qualcosa di profondamente umano, persino come allucinazione (visto che in questi casi nulla è davvero spiegato). Suppongo che la differenza stia lì: su quanto l'inverosimile stia su un piano preponderantemente letterale e narrativo, o quanto sia sullo sfondo della narrazione come sintomo, come rimando a qualcos'altro di inspiegato/inspiegabile; nel caso di Midsommer (e Hereditary) è tutto spiegato e si esaurisce su un piano letterale: devi credere in quello che vedi perché quello che vedi è vero di per sé, tutto quel can can è frutto di una logica "malvagia" (un membro del culto fa abboccare dei turisti etc. etc.).

 

"al netto delle chiare differenze stilistiche non capisco neanche qui quale sarebbe la differenza principale, leggendo anche quello che scrivi riferendoti allo shining di King e a quello di Kubrick sembri voler suggerire che Cortazar è un autore mentre King no, che è una tesi un po' bizzarra"

 

Infatti ho detto che genere e autorialità possono convivere; ovviamente anche King è autore, anche se nei suoi libri il genere è molto spesso più un fine che un mezzo. Sulla differenza tra un 1408 di King e Casa tomada di Cortazar credo che valga in maniera massima quello che ho scritto sopra; le due storie si muovono su piani diversi, in una il soprannaturale è la narrazione, nell'altra lo sfondo che rimanda a qualcos'altro. 

 

"non riesco a essere d'accordo, ci vedo la retorica per cui il genere debba essere trasceso e la dicotomia genere-commerciale e film d'autore-arte che nel 2019 è posticcia e innaturale."

 

Non è che deve essere trasceso per forza, è che c'è una differenza tra quando succede e quando no (una differenza che comincia, facciamo, tra Stephen King e JK Rowling senza arrivare a Cortazar). Non è che siccome mi piace un film di genere non vedo più che è diverso da un film d'autore o le gradazioni in mezzo; sono differenze tutt'altro che posticce e innaturali, ma molto concrete e insite nel processo di produzione di un film (anche nel 2019). 

 

"credo che qualsiasi genere possa essere casa di qualsiasi storia/ossessione di qualsiasi regista e non essere etichettato a priori come una cazzata solo perché usa una premessa narrativa tradizionale del genere di appartenenza.

prima dicevo soltanto che la patina arty nei film di aster viene un po'sovrastimata, considerato il rispetto con cui si approccia al genere: i suoi sono prima di tutto film horror più che roba arthouse"

 

Infatti ho messo Aster lì, a cavallo tra la premessa di genere e il controllo personale del regista. Può darsi che la patina arty venga sovrastimata; io ci vedo una volontà di superare alcuni fini "impersonali" dell'horror per concentrarsi su una ricerca stilistica autoriale.


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#32 Spiritchaser

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Inviato 30 luglio 2019 - 09:50

Comunque non mi ero accorto ma:

 

Vi leggerò attentamente per capire cosa mi sia sfuggito, ma per me, turista del genere e pieno di fisime quanto volete, è una cazzatona. Confezionata abbastanza bene, coi suoi momenti "colpo" o "impressione", ma una cazzatona senza senso o magia oltre quella dichiarata.
E la deformità come McGuffin mi convince poco poco

 

Tre indizi fanno una prova  asd


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#33 ucca

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Inviato 30 luglio 2019 - 10:01

In Midsommer c'è davvero un villaggio di svedesi dediti al suicidio e all'omicidio rituali che ingannano i turisti per farli accoppiare con le figliole, assicurarsi prole sana e poi ucciderli; i personaggi bidimensionali agiscono in modo stupido, proprio come in una cazzatona horror che si rispetti. Non sono archetipi, sono stereotipi di genere

 

 

Una cosa è il soggetto, una cosa è lo svolgimento. Comunque ho capito quello che vuoi dire, stasera vado a vederlo e ti dico


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#34 John Trent

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Inviato 30 luglio 2019 - 10:36

Sì ma scrivete nel topic di Midsommar! Forum allo sbando cazzo!
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#35 Fox la testa parlante

    Mr. Alphabet says

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Inviato 30 luglio 2019 - 12:32

Bella domanda. Al posto dei distributori italiani io avrei optato per un più attraente Midsommar: la polizia non può sparare.


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#36 hexen

    the nameless uncarved user

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Inviato 30 luglio 2019 - 13:47

spostato, possiamo continuare a scannarci qui  :monk:

 

È molto più credibile la follia omicida di un padre di famiglia, punto; 

 

ok ma in modo totalmente arbitrario  asd

 

il soprannaturale non è da intendersi a un livello puramente letterale ma come manifestazione, come sintomo di qualcosa di profondamente umano, persino come allucinazione (visto che in questi casi nulla è davvero spiegato). Suppongo che la differenza stia lì: su quanto l'inverosimile stia su un piano preponderantemente letterale e narrativo, o quanto sia sullo sfondo della narrazione come sintomo, come rimando a qualcos'altro di inspiegato/inspiegabile;

 

credo che le ragioni del nostro diverbio stiano soprattutto qui: non credo che il soprannaturale debba necessariamente essere metafora/simbolo/sintomo di altro ma possa essere degno di interesse di per sé e reale all'interno dei confini dell'opera di riferimento.

 

nel caso di Midsommer (e Hereditary) è tutto spiegato e si esaurisce su un piano letterale: devi credere in quello che vedi perché quello che vedi è vero di per sé, tutto quel can can è frutto di una logica "malvagia" (un membro del culto fa abboccare dei turisti etc. etc.).

 

per me la forza di questi due film (ma più che altro di hereditary) sta proprio qui, si rifugge la linea di fuga arty del simbolo e della metafora e si prende sul serio il piano letterale della narrazione: Paimon esiste davvero, non è una scusa per parlare di altro, in hereditary il soprannaturale è reale e influenza ogni cosa che succede, non c'è spazio per allucinazioni o simbologie vaghe.

con questo non dico quindi che non ci sia modo di trovare altre chiavi di lettura, anzi, mi sembrano molteplici per entrambi i film.

 

in Midsommar - a differenza di hereditary - questo aspetto è molto meno presente però: non c'è traccia di soprannaturale per tutto il film e le visioni e la psichedelia distorta di cui è infettato il film sono più che altro frutto delle sostanze psicotrope di cui fanno abuso un po' tutti. 

per me è fondamentalmente un film meno riuscito di hereditary proprio perché è un po' un film a tema fin dall'inizio, quel break up movie che dicevo prima: la minaccia del metaforone è dietro l'angolo per tutto il film e i personaggi sono archetipi da punire come in uno slasher (il più riconoscibile, fin dall'inizio, Mark il Fool):

 

Spoiler

 

 


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#37 Central Perk

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Inviato 30 luglio 2019 - 15:18

*
POPOLARE

I titoli italiani esatti sarebbero: 

 

Hereditary - Lo Strike del Dilettante

Midsommar - La cazzatona 


  • 13

#38 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 30 luglio 2019 - 15:26

spostato, possiamo continuare a scannarci qui  :monk:

 

È molto più credibile la follia omicida di un padre di famiglia, punto; 

 

ok ma in modo totalmente arbitrario  asd

 

il soprannaturale non è da intendersi a un livello puramente letterale ma come manifestazione, come sintomo di qualcosa di profondamente umano, persino come allucinazione (visto che in questi casi nulla è davvero spiegato). Suppongo che la differenza stia lì: su quanto l'inverosimile stia su un piano preponderantemente letterale e narrativo, o quanto sia sullo sfondo della narrazione come sintomo, come rimando a qualcos'altro di inspiegato/inspiegabile;

 

credo che le ragioni del nostro diverbio stiano soprattutto qui: non credo che il soprannaturale debba necessariamente essere metafora/simbolo/sintomo di altro ma possa essere degno di interesse di per sé e reale all'interno dei confini dell'opera di riferimento.

 

 

 

 

 

Io non penso che il soprannaturale (o come nel caso di Midsommar, l'implausibile) debba per forza cadere nella metafora o nella simbologia forzata per essere più di se stesso (per questo ho parlato di manifestazione e sintomo); vero anche che può essere comunque degnissimo di interesse anche così, ma non riesco a non mettere su piani diversi un film che si esaurisce nella spiegazione della propria vicenda "incredibile" e un film che non scioglie gli elementi irrazionali sul piano della vicenda o che semplicemente li relega a sfondo o orizzonte "ulteriore" - e quindi non da spiegare - di una vicenda del tutto credibile.

Poi a me il film è pure piaciuto, eh.


  • 0

#39 PDeVo

    Classic Rocker

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Inviato 30 luglio 2019 - 21:59

A Vicenza nemmeno un cinema lo dava in questi giorni, ho dovuto fare un'oretta di macchina e andare in un multisala a SAN GIOVANNI LUPATOTO a Verona. 10 euro un biglietto questi infami veronesi, se siete dei dintorni andateci perché è così in decadenza quel posto che mette i brividi, credo abbia aumentato la mia inquietudine durante la visione del film. Per commenti su Midsommar invece aspetto di metabolizzarlo bene, i momenti comici sono comunque ben riusciti, non ricordo chi lo avesse scritto ma confermo
  • 0

#40 selva

    mainstream Star

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Inviato 31 luglio 2019 - 08:13

Per me, al contrario di quello che leggo in giro, un passo avanti rispetto l'esordio. 

Midsommar è il giusto compromesso tra l'arty (visuale) e l'entertainment (l'archetipo), a questo Aster aggiunge picchi di situazioni grottesche e overacting sfacciato/ironico. Mi riferisco ovviamente alle smorfie accentuate di Florence Pugh (ma anche Toni Colette in Hereditary) di un parossismo che smonta l'intera messa in scena. 

In sostanza il film è una fiaba, bisognerebbe smontarla per metterne in risalto la sua portata allegorica. Abbiamo tre maschi americani:

Mark, l'idiota del gruppo. Ha paura degli insetti, si perde il rito iniziatico dei festeggiamenti, piscia sull'albero degli avi, vuole estromettere Dani dalla prima inquadratura

Josh, il sapientone. Quello che cita i santoni suchi, ha sempre in mano un libro, un bloc-notes o lo smartphone per scattare fotografie.

Richard, il peggiore di tutti. La merda umana per eccellenza, incapace di empatizzare col prossimo, finanche con la fidanzata. E' un pigro, rozzo, ignorante individualista americano. Ruba l'idea della tesi al secchione Josh, è totalmente chiuso nel culto della sua personalità da non riuscire a porre rimedio alle fragilità della compagna..

Midsommar è la storia di un amore in frantumi (3 anni e mezzo o 4?), di una redenzione che transita attraverso la cruna del dolore e della sofferenza, senza jumpscare, senza spiegoni.  

  


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#41 Gonzo

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Inviato 31 luglio 2019 - 08:18

Comunque il discorso di metaforizzazione/allegoria l'avete preso un po' al contrario. Al 90% sono fenomeni di interpretazione piuttosto che "regole" costruttive dell'opera d'arte. Almeno nei film che valgono qualcosa. (Personalmente trovo l'allegoria esplicita uno degli espedienti espressivi più pedestri, ma magari è solo una mia fissazione)

Emblematico è per esempio il caso de La Notte dei Morti Viventi, in ogni dizionario critico è posto come esempio di horror politico mentre Romero ha sempre sostenuto che l'attore protagonista era stato scelto per le sue abilità piuttosto che per il colore della pelle.

Ah, il film non l'ho visto.
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the best ever death metal band out of Denton
never settled on a name.
but the top three contenders, after weeks of debate,
were Satan's Fingers, and the Killers, and the Hospital Bombers.


#42 ucca

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Inviato 01 agosto 2019 - 00:35

Visto stasera e non mi ha convinto. La debolezza principale è la freddezza. Tutti i personaggi sono purtroppo mere macchiette e banalizzano la storia della comunità e i suoi riti. Alla fine spiega pure il motivo della carneficina ma boh, è tutto un po' superficiale ecco. Ci sono tutti i temi affrontati già in the wicker man solo che li era tutto fatto molto meglio. Più suggestivo, più credibile, più carisma dei personaggi, più tensione, l'unica cosa che mancava là era l'inutile violenza. Salvo la tecnica, cioè regia e fotografia entrambe molto belle
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#43 MilleLire

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Inviato 01 agosto 2019 - 09:49

Seconda prova di questo regista che mi attira tantissimo ma non mi convince mai a fondo. Il suo tocco talentuoso si apprezza in molte trovate sceniche, ad esempio la scelta di rappresentare la paura e la tensione dietro il velo apparentemente disincantato e leggero della comunità hippie. L’orrore perennemente accecato dalla luce del solstizio scandinavo è una scelta coraggiosa e non banale; lo studio dei costumi riesce a segnalare in ogni inquadratura gli elementi “fuori posto”: la cena che precede l’atto di inseminazione vede il solo protagonista vestito di scuro come un corpo estraneo alla comunità che si isola sbigottito e alienato dal suo trip personale.
Tanti sono temi ricorrenti che lo legano all’esordio, dalla presenza inquietante ma marginale dell’elemento deforme all’incoronamento finale inconsapevole e disorientato del(la) protagonista.
Ma lo sviluppo narrativo e lo studio dei personaggi dopo un ottimo prologo che farebbe presagire diversamente si perdono in un eccesso di autoreferenzialità dell’artista. Caratteristiche dei ragazzi troppo stereotipate e cadute di tensione scaturite da attese troppo lunghe macchiano una pellicola perfetta dal punto di vista prettamente visuale. Peccato
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#44 Spiritchaser

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Inviato 01 agosto 2019 - 10:14

'sto The Wicker Man comunque non l'ho mai visto, me lo scarico.
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#45 ucca

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Inviato 01 agosto 2019 - 10:14

Si assolutamente d'accordo, ma secondo me è proprio la scelta di questo gruppo di ragazzi a non funzionare, è come se riportasse giù nella banalità un film che avrebbe altre pretese ecco
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#46 Claudio

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Inviato 02 agosto 2019 - 11:22

Ma perché per l'edizione italiana hanno aggiunto il sottotitolo "il villaggio dei dannati", che mi pare di capire non c'entri molto?

 

Non c'entra proprio un cazzo, a dirla tutta (non è un villaggio e non sono dannati).

 

Visto ieri in un cinema minuscolo anche se uscito da poco, mi sa che sarà un bel flop commerciale. Peccato perché Aster è davvero un talento notevole e ha confezionato un altro film molto interessante, un "non-horror" in cui il sole e i paesaggi bucolici idilliaci sostituiscono i soliti cliché opposti dell'orrore (il buio, la pioggia, le tenebre etc.).

La comune hippie bucolica svedese è in effetti una delle trovate horror più spiazzanti e convincenti degli ultimi anni.

Non convince al 100% (è vero che c'è una certa freddezza complessiva e i personaggi sono un po' tagliati con l'accetta), ma averne di registi così ispirati e capaci di osare.


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#47 Connacht

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Inviato 02 agosto 2019 - 11:58

 

Ma perché per l'edizione italiana hanno aggiunto il sottotitolo "il villaggio dei dannati", che mi pare di capire non c'entri molto?

 

Non c'entra proprio un cazzo, a dirla tutta (non è un villaggio e non sono dannati).

 

Eh lo so, la classica italica tradizione di inventarsi nomi, sottotitoli se non titoli veri e propri e addirittura dialoghi perché si ritiene che il pubblico non sarebbe in grado di cogliere qualcosa o perché si ritiene di avere l'estro di migliorare l'originale con aggiunte o modifiche che si addirebbero di più.

Certo adesso stiamo messi meglio rispetto a 20 anni fa (quando Eternal Sunshine of the Spotless Mind diventava l'insensato Se mi lasci ti cancello), periodo in cui comunque si stava meglio rispetto a 40 anni fa (quando Rio Grande diventava per qualche motivo Rio Bravo inducendo la ridicola situazione in cui il vero Rio Bravo doveva diventare Un dollaro d'onore per evitare omonimie), ma ogni tanto qualche strascico ce lo dobbiamo sorbire lo stesso.


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#48 William Blake

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Inviato 02 agosto 2019 - 14:37

Per me, al contrario di quello che leggo in giro, un passo avanti rispetto l'esordio.
Midsommar è il giusto compromesso tra l'arty (visuale) e l'entertainment (l'archetipo), a questo Aster aggiunge picchi di situazioni grottesche e overacting sfacciato/ironico. Mi riferisco ovviamente alle smorfie accentuate di Florence Pugh (ma anche Toni Colette in Hereditary) di un parossismo che smonta l'intera messa in scena.
In sostanza il film è una fiaba, bisognerebbe smontarla per metterne in risalto la sua portata allegorica. Abbiamo tre maschi americani:
Mark, l'idiota del gruppo. Ha paura degli insetti, si perde il rito iniziatico dei festeggiamenti, piscia sull'albero degli avi, vuole estromettere Dani dalla prima inquadratura
Josh, il sapientone. Quello che cita i santoni suchi, ha sempre in mano un libro, un bloc-notes o lo smartphone per scattare fotografie.
Richard, il peggiore di tutti. La merda umana per eccellenza, incapace di empatizzare col prossimo, finanche con la fidanzata. E' un pigro, rozzo, ignorante individualista americano. Ruba l'idea della tesi al secchione Josh, è totalmente chiuso nel culto della sua personalità da non riuscire a porre rimedio alle fragilità della compagna..
Midsommar è la storia di un amore in frantumi (3 anni e mezzo o 4?), di una redenzione che transita attraverso la cruna del dolore e della sofferenza, senza jumpscare, senza spiegoni.

Quoto anche le virgole. Aggiungo come Aster proponga un pessimismo totale nei confronti delle relazioni umani/sociali.

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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#49 Spiritchaser

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Inviato 02 agosto 2019 - 15:25

Boh, io non ci trovo né portata allegorica né spazi per un'interpretazione non comandata dall'autore; sia il break-up movie che il folk horror si muovono su piani apertamente letterali, non c'è né una codificazione allegorica (che può piacere o no ma se c'è c'è) né riserve di significato lasciate alla libera interpretazione. Il che va benissimo eh, soprattutto quando c'è comunque una ricchezza di chiavi di lettura e il film è bello da vedere, ma è tutto bello alla luce del sole e spiegato (pure senza spiegoni), l'improbabile è lasciato alla sospensione dell'incredulità, non ha altri ruoli.
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#50 William Blake

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Inviato 02 agosto 2019 - 16:41

A me pare un po' una contraddizione dire che il film si apre a tante chiavi di lettura ma non lascia spazio all'interpretazione. È un film volutamente ambiguo, dall'inizio alla fine. Voluto dall'autore sicuramente, ma chi lo doveva decidere?
Sono d'accordo che non ci sia una rigida codificazione allegorica: in questo senso è letterale, benché non manchino i simboli...


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