Joey, per quanto riguarda l'esempio di Real Tv, io parto sempre dal presupposto che sia tutto vero, come viene dichiarato dagli autori del programma (e penso che effettivamente lo sia, per quel poco che ho visto). Se invece non lo fosse, e quindi fossimo "ingannati", cosa cambierebbe in sostanza?
Non cambierebbe niente. E' proprio questo il punto: programmi come real tv, dimostrano che certe rezioni (di piacere, di meraviglia, di compassione, o di tutte queste cose insieme) sono indipendenti dalla effettiva veridicità o meno della cosa. E' proprio quello che ho sostenuto finora...
Tra l'occhio umano e l'occhio fotografico ci sono parecchie differenze, se non altro la percezione della terza dimensione
... che però avviene a livello cerebrale, mentre il meccanismo dell'occhio in sé è simile.
Non sappiamo com'è la nostra vista al di fuori del cervello. I colori, per esempio, appartengono alla vista o al cervello? Se non avessimo una mente linguistica, possibilmente vedremmo la reatà molto diversamente anche a livello di percezione sensoriale. La fotografia è un prodotto dell'uomo; si basa sulla prospettiva e su alcuni codici di rappresentazione che sono stati considerati da molti come relativi (basti pensare a Panofsky). In sostanza, la fotografia è anche un segno, un prodotto culturale. Se non sappiamo com'è la nostra vista al di fuori della mente, come facciamo a sapere com'è la fotografia? Ogni fotografia è a sua volta guardata dalla nostra vista e compresa con la nostra mente. Una mente diversa, pur avendo un occhio simile all'occhio fotografico, non capisce la fotografia. Per un cane, tra la foto del padrone e il padrone non c'è alcuna analogia. In sostanza: non è vero che il prodotto dell'occhio fotografico è simile a quello dell'occhio umano. L'occhio fotografico è un prodotto della mente umana.
Joey, in realtà tutto questo discorso non si può affrontare generalizzando troppo. Ognuno vive le immagini di violenza a modo suo e ha le sue reazioni, ci sono troppe variabili (età , cultura, carattere, ambiente, esperienza, tanto per citarne qualcuna) che fanno in modo che non si possa gettare tutto in un unico calderone. Per questo, riallacciandomi al discorso iniziale, non trovo che anche il solo fatto di prendere visione di un filmato con immagini violente (vere o presunte tali) possa portarmi a fare considerazioni di questo tipo:
Insomma, il paradosso della nostra epoca è che possibilmente amiamo la violenza più di un uomo antico, ma non ne rendiamo conto: da un lato, ci teniamo la coscienza pulita con il pacifismo e la non-violenza; dall'altro lato, nascondiamo il nostro "bisogno" di violenza dietro la bandiere dell'arte o dell'informazione: esaltiamo e diffondiamo la violenza spacciandola persino per "cultura". Vorrei quindi concludere con questa provocazione: se tutto questo è il prezzo da pagare per una società che condanna la guerra e la pena di morte, allora preferirei una società che esaltasse la guerra e la pena di morte. Forse, a conti fatti, sarebbe una società più sana.
Le mie sono considerazioni molto generali e, a dire il vero, maturate nel corso di parecchio tempo. Avrei potuto fare lo stesso discorso in riferimento a tanti altri argomenti a tante altre problematiche (per esempio, il fenomeno del tifo violento). Magari mi sbaglierò, ma a me sembra che si tratti di un problema generale che si possa identificare in quanto tale.
Lukas: quoto solo alcune tue singole frasi, quelle più pertinenti, perchè non intendo trasformare questa discussione in un off-topic eccessivo (e peraltro altre cose che hai scritto c'entrano poco con quello che ho scritto io, e mi sembrano solo una specie di sfoggio di erudizione):
Oggi chiunque distingue una banconota falsa da una reale secondo codici, e vuoi farmi credere che non c'è un metodo per distinguere una foto analogica da quella digitale?
Scusa, ma dove avrei mai scritto questo? Mi fai pensare che parli di cose completamente diverse da quelle di cui ho parlato io. Non ho nemmeno detto che, in assoluto, non si possa riconoscere una foto manipolata da una originale. Ho detto, semmai, che non è una cosa a portata di tutti e non è una cosa che tutti vogliono fare. Ma il punto è anche che la fotografia digitale ha la manipolazione connaturata nel suo DNA, poichè non è una vera "impronta".
Come dici la fotografia analogica ha il supporto del negativo (ma se questo viene a mancara? perchè ridursi a cercare solo nel proprio ambito? Si aprono i portoni e si cerca mediante altre vie...le chiamano indagini), quella digitale ha il supporto del pixel, la gamma cromatica è inferiore, è facilmente manipolabile e quindi è esponenzialmente inaffidabile.
Appunto, finalmente! La fotografia digitale "è facilmente manipolabile e quindi è esponenzialmente inaffidabile". E' esattamente quello che scrivo da 3-4 post a questa parte. La mancanza di una prova fisica, di una matrice, è fondamentale. Non esiste il concetto di "originale", perchè di un file si può ottenere un numero infinito di repliche. Mi sembra una differenza non di poco.
Le prove fisiche esistono per questo genere di foto e sono i PC, cambiano i mezzi di comunicazione cambiano le vie di analisi e ciò mi pare ovvio.
Con i PC, c'è sempre un modo di camuffare qualunque cosa. E peraltro una foto digitale si può in parte "camuffare" già in fase di ripresa, con tutti quegli effettini delle macchine digitali. Come fai quindi a riconoscere la manipolazione, nella misura in cui il file originale (concetto peraltro improprio) è già frutto di una manipolazione?
Che le immagini camuffate aumentino esponenzialmente non interessa a nessuno.
Forse non interessa a te, per chi si occupa di semiotica e di comunicazione è un problema fondamentale.
Io ringrazio Photoshop ogni giorno perchè mi aiuta con i JPG in 1 modo fenomenale, bisogna vedere se queste immagini sono usate per scopi leciti o meno, questo è quello che importa. Il fattore umano deve essere sempre considerato.
Anche io ringrazio Photoshop, non ho mai detto che sono contrario alle manipolazioni (specie a fini artistici). Ma sono del parere che la fotografia digitale non sia un'evoluzione della fotografia tradizione, ma piuttosto una tecnica nuova e con presupposti diversi.