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* * * * - 10 Voti

Il film che ho visto (prima di postare leggere le regole in prima pagina)


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5798 replies to this topic

#2801 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 12 febbraio 2015 - 09:16

non mi stuzzica molto , e su RYM è stato bastonato parecchio ashd


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Ja196z8.jpg

superstereo!

*lastfm*

 

 


#2802 Tom

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Inviato 12 febbraio 2015 - 09:36

Ma ovvio che è una puttanatona col botto, via.
Cine è un cine-penitente aggiornato agli anni 10, invece che con i film ungheresi sottotitolati in svedese si autoflagella con 'sta roba. asd
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#2803 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 12 febbraio 2015 - 10:28

Ma ovvio che è una puttanatona col botto, via.
Cine è un cine-penitente aggiornato agli anni 10, invece che con i film ungheresi sottotitolati in svedese si autoflagella con 'sta roba. asd

 
non capisco perché passa questa immagine di me nel forum asd

okay che mi diverto a fare un po' di sovrastruttura sulle cazzatone, ma io davvero non è che guardo questi film per riprendermi dalle maratone di heimat che ho fatto quando ero un cinefilo duro e puro. a parte che li ho sempre visti questi tipi di film. ma davvero non vedo cosa ci sia di così scandaloso. boh il cinema non è mica solo: o arte, o morte
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#2804 Tom

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Inviato 12 febbraio 2015 - 11:36

Ovviamente si scherza.
Che poi ne guardo anch'io e ne ho guardate di boiatone. Un paio di anni fa mi ero messo in testa di vedere TUTTI i film mai prodotti sulla guerra del Vietnam (un centinaio di titoli, per la cronaca): "ho visto cose che voi umani..." ashd
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#2805 coby

    Classic Rocker

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Inviato 12 febbraio 2015 - 11:47

i film mai prodotti sulla guerra del Vietnam

 

lo so sono un cane, ho scoperto il grandissimo Hamburger Hill da pochissimo.

Dai fa il listone.


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incantato da simon tout court


#2806 Tom

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Inviato 12 febbraio 2015 - 13:10

Di "Hamburger Hill" ho avuto per anni il poster appeso in camera. Visto che attorno ai 15 - 16 anni ero una specie di neo-hippie avevo riempito quel cielo rosso di testi di canzoni pacifiste. ashd

 

A70-3089.jpg
 

La listona prima o poi la pubblico in un topic apposito, perché ci sono un bel po' di gioiellini che nessuno conosce e che meritano un commento.


  • 1

#2807 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 12 febbraio 2015 - 13:17

Un paio di anni fa mi ero messo in testa di vedere TUTTI i film mai prodotti sulla guerra del Vietnam


ma valgono anche i film sui reduci del vietnam, o quello lo consideri un sottogenere a sè? ti prego dimmi che hai visto anche APOCALYPSE DOMANI ! asd
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#2808 Melquíades

    aspirante indie

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Inviato 12 febbraio 2015 - 13:18

 

 

La listona prima o poi la pubblico in un topic apposito, perché ci sono un bel po' di gioiellini che nessuno conosce e che meritano un commento.

D'altronde si può dire che sia la guerra che più ha dato materiale per il cinema, no?


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#2809 Tom

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Inviato 12 febbraio 2015 - 13:40

*
POPOLARE

 

Un paio di anni fa mi ero messo in testa di vedere TUTTI i film mai prodotti sulla guerra del Vietnam


ma valgono anche i film sui reduci del vietnam, o quello lo consideri un sottogenere a sè? ti prego dimmi che hai visto anche APOCALYPSE DOMANI ! asd

 

 

Sì alcuni anche di quelli sui reduci, non tutti ovviamente, almeno quelli in cui la presenza della guerra era parte della narrazione, non solo un generico espediente narrativo.

"Apocalypse domani"? Sembra un film di Michael Mann in confronto ad altra roba che ho visto.

Un titolo su tutti, Координаты смерти, sì un film sovietico dell'85 nato in risposta ai film americani: nella prima mezz'ora di film si vedono solo soldati americani che girano per il Vietnam sghignazzando e massacrando chiunque.

Poi tipo ho visto film girati veramente in Vietnam da vietnamiti, ovviamente senza sottotitoli né niente, dato che credo di essere l'unico occidentale ad averli visti negli ultimi trent'anni.

Ovviamente attorno al 50esimo film mi è sorta la domanda: "ma che cazzo sto guardando?" e ho smesso.

Però ora scrivendone mi è tornata la voglia di riprendere. :fear:


  • 16

#2810 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 12 febbraio 2015 - 13:52

Poi tipo ho visto film girati veramente in Vietnam da vietnamiti, ovviamente senza sottotitoli né niente, dato che credo di essere l'unico occidentale ad averli visti negli ultimi trent'anni.

 
non avevo capito che ti eri spinto a questi livelli di dramma, pensavo ti fossi limitato a roba occidentale asd
  • 0

#2811 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 12 febbraio 2015 - 13:53

Sei un folle Tom :rotfl:

 

dovresti finire nel thred Idoli  di default. asd


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Ja196z8.jpg

superstereo!

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#2812 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 12 febbraio 2015 - 18:15

Prime visioni, boyz.

 

Manpower - Fulminati (Raoul Walsh, 1941)

Anno di produzione, regia e cast (per dire: Marlene, Edward G. robinson e un insopportabile, as usual, George Raft) ti danno già sicurezza; poi parte 'sto due ore di film che è una trovata continua, con caratteristi presi dalla meglio Broadway, gag e dramma, stunt e giocolerie varie. Hank (Robinson) è responsabile di una squadra di "scala-pali", quella sorta di eroi che si arrampicavano su pali e tralicci dell'alta tensione nelle noti di bufere e tempeste. Di carattere collerico, è assistito amorevolmente da un moralista (necessario in quegli anni) che di fronte a una bomba a orologeria come la Dietrich si rincagna nel collo per tenere testa a un destino-variante del professor Kunrath (che non è lui, a quei tempi era un belloccio di Hollywood, di estetica proletaria ma i tempi erano quelli).

Tra Raft e Robinson non correva buon sangue e la collera ha fatto bene al film che, come detto, si svolge tra una serie continua di gag, slang strettissimo, acrobazie e lotte nella pioggia a cento metri dalla dura terra.

Grandissimo regista

8/10


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#2813 Jack DiSpade

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Inviato 22 febbraio 2015 - 10:51

"Wall-e", Andrew Stanton, 2008

 

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Visto ieri con la nipotina, che ne è entusiasta :) . Ne avevo sentito un gran parlare bene all'epoca, francamente mi ha un po' deluso. Bella la parte muta che crea un'atmosfera surreale e poetica, dopo perde molto fascino man mano che narrativizza. Storia originale e strizzate d'occhio alla grande fantascienza lo rendono un prodotto superiore alla media, ma rimane impiastricciato di melassa dysneiana. Realizzazione tecnica ottima come sempre, ma la scelta di mettere in scena robot e omini michelin è già di per sé un po' facilona.


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#2814 Jack DiSpade

    Critico proto-punk

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Inviato 24 febbraio 2015 - 14:12

"Timelapse", Bradley King,  2014

 

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Film fantascientifico indipendente dove tre coinquilini trovano una macchina capace di scattare foto nel futuro. clima asfittico e azione serrata per questo film girato quasi esclusivamente tra le quattro mura di un appartamento. I mezzi limitati si vedono, ma tutto sommato riescono a confezionare una pelligola godibile, focalizzata sui dialoghi. La storia si sviluppa come una lenta spirale di azioni efferate che inghiotte i protagonisti facendoli sprofondare sempre più nella perdizione. Si accena, come ormai consueto, a qualche timida dinamica antropologica, sovrastata però da un triangolo amoroso che instaura una tensione costante tra i protagonisti. Andando avanti con la pellicola, aumentano gli elementi thriller e i misteri, che verrano risolti con vari plot twist finali. Regia abbastanza anonima che evita di strafare, pervenendo ad un film privo di sbavature, ma anche privo di guizzi.


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#2815 Kerzhakov91

    Born too late

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Inviato 01 marzo 2015 - 01:44

Original_movie_poster_for_the_film_Macke

 

 

Mi rivolgo a Tom e a tutti gli altri appassionati di cinema western: che ne pensate del film del 1963 L'oro di Mackenna?

Non ha una buonissima fama e tendenzialmente gode di pessime recensioni, ma a me - al netto dell'assurdo finale  :-X (tipico comunque anche di diverse storie di Tex o Zagor alle prese con civiltà scomparse e mondi perduti) - è piaciuto, e neanche poco  :cool2:

 

Sicuramente è uno dei film più atipici e per certi versi strani del genere, io lo definirei quasi allucinato, diverse sequenze lo sono, la stessa regia lo è, oltre che l'improbabile finale. Eppure a mio avviso conserva un misterioso fascino, dovuto in parte senz'altro dalla straordinaria ambientazione. Ciò che ho apprezzato maggiormente è quell'effetto straniante che si ha durante la visione, il selvaggio west viene mostrato quasi come se fosse un paesaggio lunare...

 

L'andamento è (esageratamente?) lento, una lentezza che tuttavia non mi ha dato alcun fastidio, anzi - del resto, sono un nolittiano di ferro  ;D - ma che non è stata del tutto sfruttata per approfondire i protagonisti. 

 

Il cast è di prim'ordine, anche se la maggior parte degli attori (Eli Wallach compreso) si limitano a una breve comparsa, per poi essere sterminati, un po' dai soldati e un po' dagli indiani. Curioso come siano stati introdotti una ventina di personaggi e poi fatti morire tutti subito dopo  :P

 

Un po' sottotono Gregory Peck, molto buona invece la prova di Omar Sharif, nei panni di una simpatica canaglia (oddio, simpatica fino a un certo punto, dato che parliamo di un pluriomicida avaro e senza scrupoli). Molto carina la svedese Camilla Sparv, ma non lascia il segno, a differenza invece di Julie Newar, indiana muta, sfregiata e psicopatica, che a un certo punto si concede un bel bagnetto... completamente nuda  :shifty:

 

Tragicomica la canzone (la versione in italiano, intendo) presente all'inizio e alla fine del film  ashd Fastidiosa l'insolita voce fuori campo. Queste le due cose più irritanti, per quanto mi riguarda.

 

In definitiva, però, lo promuovo  :trollface:


  • 3
Firma-Damon-2005.jpg

 

 


#2816 Tom

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Inviato 01 marzo 2015 - 13:16

Mi rivolgo a Tom e a tutti gli altri appassionati di cinema western: che ne pensate del film del 1963 L'oro di Mackenna?

 
Direi che la pensiamo allo stesso identico modo ;)
  • 1

#2817 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 01 marzo 2015 - 15:03

the drop (2014) di michael r. roskam

 

220px-The_Drop_Poster.jpg

 

crime drama brooklyn-iano scritto da dennis lehane che a sua volta adatta una sua storia (breve). è uno di quei film in cui contano di più l'atmosfera e i personaggi, rispetto alla storia. anzi il plot è proprio il punto debole del film, tra cliché e spunti narrativi lasciati in sospeso. la tensione è tutta generata dai personaggi e dalle loro interazioni, e non poteva essere diversamente dal momento che metti davanti alla telecamera attori come tom hardy e james gandolfini. questo film verrà ricordato per essere stato l'ultimo girato dall'attore italoamericano, ma l'interpretazione memorabile è quella di tom hardy. sono davvero incredibili le sue capacità di mimetismo, la duttilità del suo metodo che gli permette in pratica di interpretare qualsiasi personaggio. a questo giro sfodera un impressionante accento di brooklyn, lui che è nato a londra, e si cala nei panni di questo barista enigmatico e solitario svelandone a poco a poco i lati nascosti

 

come dicevo la trama è poco più di un pretesto: gandolfini e hardy sono due cugini che gestiscono un bar per conto della mafia cecena che utilizza il locale come "money drop". sono due losers e due loners, ma in modo differente: marv (gandolfini) è un ex piccolo boss del quartiere, ex strozzino che oggi non possiede più neanche il proprio bar e vive con la sorella una vita che odia e che lo porta a rimpiangere frustrato il proprio passato; bob (hardy) è conosciuto come il barista silenzioso, solitario, senza donne nè amici, nessuno lo tiene granché in considerazione ma anch'egli ha un passato da piccolo criminale che non lo rende di certo migliore degli altri, va tutti i giorni in chiesa da vent'anni senza mai fare la comunione, e la sua vita sembra svoltare quando trova un cucciolo di pitbull ferito nel bidone della spazzatura di una ragazza (noomi rapace)

 

chi frequenta un minimo il genere può già benissimo capire di che tipo di film si tratta. non c'è davvero nulla di nuovo, ma il film funziona nel descrive un clima amorale generale in un brooklyn che sembra lo stesso dei film degli anni 70 (certi luoghi devono essere cambiati davvero poco). il mondo criminale, sia "piccolo" che "grande", viene descritto senza edulcorare, idealizzare, ma anzi viene mostrato come un luogo "freddo" e di morte dove non esistono amicizie o legami. è sicuramente un film sconsolato che soltanto nel finale si apre alla speranza, forse anche alla redenzione (tematiche cattoliche sono abbastanza centrali nelle opere di lehane). il belga roskam al suo primo film americano dirige con mano sicura, ma in un film del genere le stars sono per forza di cose gli attori e i dialoghi, non di certo la regia


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#2818 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 28 marzo 2015 - 15:10

La fuga di Logan (M. Anderson, 1976)

 

un classico della sci-fi del quale si discute un reboot da almeno 20 anni ed è ancora in alto mare.
2274 post-apocalittico + teoria malthusiana (con cui non ti sbagli mai), fino ai 30 anni te la godi poi c'è il carousel, cerimonia di trapasso e promessa rigenerazione in un nuovo organismo. Qualcuno però non ci sta.

Non si può non volere bene a un film così, senza mezzi tecnici (è il 76) e senza i grandi budget di Kubrick o le profondità metafisiche di tarkovskji. Ricorda il Fleischer di Soylent Green (l'indicibile svelato è lo stesso) e anche l'Alpha Blue di Gerard damiano (sì, un porno).

Miss Capelli d'oro Farrah Fawcett fa la particina di una stupidina ma lord Peter Ustinov nel finale si prende la scena col suo nobiliare accento inglese, i suoi braccini corti e mobilissimi e si diverte a mettersi in mostra come un animale raro nello zoo dove tutti fanno oooh.

Molto umorismo anche involontario ma sempre e comunque 7


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#2819 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 30 marzo 2015 - 14:32

Io sono un evaso (Mervyn Le Roy, 1932)

 

Occhio, questo è un capolavoro. In diretta con gli anni tristissimi del dopo '29, un sergente decorato sul fronte francese (Paul Muni) torna a casa col sano proposito di "evadere" dal trantran quotidiano che gli si ripresenta come niente fosse successo nel frattempo. Lascia l'impiego sicuro e la giovinetta sciapa che gli era stata promessa per dedicarsi alle costruzioni (in guerra faceva parte del Genio).

Scarpinata l'America in lungo e in largo assaggia la dura pietra di quegli anni bui finché si ritrova a doverla spaccare come galeotto per una rapina rocambolesca. Riuscirà a rifarsi una vita e un nome rispettabile ma resterà sempre un evaso, ai margini della "società".

Film e interpretazione di Paul Muni di altissimo livello, il film sintetizza il meglio di quel realismo anni '30 e la ferocia di per esempio Fritz Lang nei suoi primi due film americani.

Pessimista in un contesto storico già pessimista di suo (cfr Steinbeck e il film che ne fece John Ford), è un sorvolo intelligente sui pregi e difetti della società americana, allo stesso tempo benigna coi self-made man ma rancorosa quando si mettono a nudo alcuni discutibili suoi meccanismi (il bagno penale, in questo caso).

Filmato in quel b/n più bianco che nero (il che acutizza una certa angoscia, come fosse un incubo soffice e scivoloso), l'ultima sequenza, quella in cui Muni è inghiottito nel nero della dissolvenza e pronuncia l'ultima frase che risulta memorabile, è già storia del cinema. Pietra Miliare.

9


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#2820 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 31 marzo 2015 - 07:04

Il giorno della vendetta (John Sturges, 1959)

In un West non più selvaggio, Kirk Doiglas è sposato con una indiana e fa lo sceriffo in un paesino pacifico. Poco lontano, il suo vecchio amico Antony Quinn è un residuo del passato, padrone e signore di tutto. Il figlio scemo però mette il pacifico contro il selvaggio e l'ira del pacifico sarà tremenda.

Western post-frontiera con tanto di ferrovia e telefoni in cui gli antichi duelli, cecchini, cavalli imbizzarriti recitano quasi snervati in un mezzogiorno di fuoco che sono le 9 di sera quando, puntuale, arriva il treno che si porta tutto via.

Classico, 7,5


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#2821 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 28 aprile 2015 - 07:29

Il fischio al naso (UGO TOGNAZZI, 1967)

 

Non ci metti molto ad accorgerti che il pretesto è nientemeno che "Sette piani", quello straordinario racconto dell'angoscia di Dino Buzzati (oggi il premio Strega magari lo vince una di cui non ricordo neanche il nome). Chiaramente, il confronto è abbastanza impietoso perché, come la carneade e varia umanità dedita alla scrittura non sanno, tutti dediti alla fotografia dei sentimenti e alla messa in azione e relazione dei personaggi, il racconto di Buzzati è letteratura nella misura in cui quel che non dice supera di gran lunga quel che tira fuori. Però c'è Tognazzi e allora non si tratta solo di essere indulgenti verso un Attore (di cui non stiamo a contare i Donatelli e Birignai che ha vinto, non sono quelli che ne fanno la differenza) ma REGALIAMO (qui signori si fa l'arte) l'attenzione che nei meccanismi di azione/relazione possiamo anche perdere di vista tanto è come quei stupidi cani che tornano sempre a casa, anche se nessuno li ama per davvero.
Quando al terzo piano incrocia MARCO FERRERI, un cinefilo mai cinofilo qualunque non può che trattenere il fiato e lasciare i pop corn a rimestarsi nel bicchiere di carta anche perché il buon dottor Inzerna (Tognazzi) è un industriale della carta appunto nella cui azienda tecnologia e ricerca non è una formula vuota che non significa una beneamata ma esperimenti, test, otto cervelloni e una pinup col reggiseno e mutande di kleenex il cui scopo e libidine è che ne rimanga vestita nonostante gli attacchi e non nuda per poi farsi una pippa nei bagni aziendali.

A differenza del racconto (che è un 10 e stop), nel film il calvario coinvolge anche la sua amante che è poi la sua donna e che essendo la donna di uno come Tognazzi non è una isterica nè una piaciona nè una stupida ma una Venere con tanto di difetto di venere che sarà la sua condanna.

I suoi teatrini con il signor Ugo che prova a spiegare le cose con la sua naturale prolissità (4 parole invece di tre) e lei impaziente lo sintetizza e lui si incazza è forse la più bella manifestazione di amore mai vista sullo schermo.

Voto: una serie svariata di dieci.

Citazione: non ce lo meritiamo uno come Tognazzi.


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#2822 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 28 aprile 2015 - 08:35

Questo l'ho visto un secolo fa, ma il finale senza speranza è di quelli che non si dimenticano soprattutto perché per tutto il film si attende la reazione di Tognazzi e la risata liberatoria che puntualmente NON arriva.

Penso che in pochi siano riusciti a raccontare la disperazione, il fallimento e la mediocrità come riusciva a farlo il grande Ugo

Subito dopo bisognerebbe guardare il "Prof.Dott. Guido Tersilli" girato l'anno successivo da Salce con Sordi, la fine dell'uno e l'inizio dell'altro, quella che si dice la perfetta quadratura del cerchio.


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#2823 Tom

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Inviato 28 aprile 2015 - 13:00

Io lo vidi che purtroppo ricordavo troppo bene il racconto di Buzzati (e a distanza di anni il ricordo non si è affatto allentato) e pur con tutta la buona volontà che Tognazzi ci mette sia come attore che come regista il confronto fu impietoso. Dove il racconto è un incubo surreale / fin-troppo-reale di geometrica crudeltà e dalle risonanze mostruose, il film diluisce, allenta, sbrodola, soprattutto è troppo concreto, troppo poco allucinato. Anche la modifica del meccanismo di base (nel racconto i piani vanno a scendere nel film a salire) finisce per risultare controproducente. E onestamente metto in dubbio anche il Tognazzi attore, cioè grandissimo come sempre, ma è come se nel suo "Processo" ci si fosse messo Orson Welles ad interpretare Josef K: troppo ingombrante, troppa personalità.

 

Poi, per carità, "avercene" oggi film italiani "medi" come questo.


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#2824 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 28 aprile 2015 - 13:12

Non sono molto d'accordo sul parallelo Tognazzi-Welles sinceramente.

Nonostante vengano ricordate maggiormente le sue performance istrioniche mi sembra Ugo nostro abbia dimostrato ampiamente di saper interpretare egregiamente anche l'italiano medio(cre), anzi sono forse le sue interpretazioni più sentite e sofferte.

Welles nella sua genialità raramente si allontanava dai suoi ruoli bigger the life.


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#2825 Tom

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Inviato 28 aprile 2015 - 13:38

Ma sì infatti è un paragone volutamente esagerato, il primo esempio di regista - attore legato ad un film tratto da un'opera letteraria famosa con somiglianze all'opera di Buzzati che mi è venuto in mente.

Certo che Tognazzi era un attore molto diverso da Welles, molto più duttile e trasformabile, ma era pur sempre uno dei senatori della commedia all'italiana, comunque già solo il suo faccione risultava un ingombro, il personaggio non diventa mai "il" malato in cui tutti ci possiamo identificare, ma resta sempre Tognazzi che fa splendidamente il malato. Non so, forse, bastonandolo a dovere perché non tirasse fuori i suoi soliti tic, l'unico dei senatori che avrei visto bene in quel ruolo è Manfredi. Ma il meglio sarebbe stato qualche caratterista senza troppa personalità, magari un Riccardo Cucciola. Va beh, parlo per parlare...


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#2826 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 28 aprile 2015 - 13:48

Io il racconto non l'ho letto e anche il film l'ho visto una vita fa ma Tognazzi mi sembra funzionasse alla grande.

Va beh poi su Manfredi mesi fa ho litigato con mezzo forum, per me era forse il migliore del gruppo (e scusate se è poco), sicuramente il più curioso, preparato e consapevole.


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#2827 Tom

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Inviato 07 maggio 2015 - 16:22

kumiko1.jpg
 
1996: esce "Fargo" dei Coen, che dice di essere ispirato a fatti realmente accaduti. Ma non è vero.
 
2001: nei pressi di un laghetto ghiacciato in Minnesota vicino a Fargo viene rinvenuto il cadavere di una donna giapponese, si dice finita lì nell'assurdo tentativo di recuperare i soldi nascosti dal personaggio di Steve Buscemi in una scena del film. Ma non è vero.
 
2013: altri due fratelli, David e Nathan Zellner, scrivono e dirigono Kumiko, the Treasure Hunter, che si ispira ai fatti del 2001 ormai diventati leggenda urbana, rimanendo fedeli alla leggenda urbana. 
 
E' quindi una storia molto anni 10 di un viaggio verso il nulla, con quello stile minimale e fotografico che ormai è una cifra stilistica di un certo peso nel cinema indipendente di questi anni. Con una felpa rossa Kumiko è una specie di capuccetto rosso, poi con una coperta rubata in un motel si trasforma in una figura da teatro kabuki. Riuscitissimo il passaggio da un Giappone claustrofobico fatto solo da ambienti piccoli e affollati ad un'America innevata da favola fatta di spazi immensi, ma vuoti e congelati. Nel suo vagare Kumiko incontra quasi solo personaggi comprensivi e disponibili, ma ormai è troppo malata di solitudine per potersi salvare. O per condannarsi ad una vita comunque mediocre.
Ci sono momenti divertenti (un poliziotto americano che pensa di poter parlare alla giapponese Kumiko chiedendo aiuto ad una cinese asd) e momenti toccanti (da tristezza immane il parallelo tra Kumiko e il suo coniglio, esseri totalmente soli in un mondo totalmente indifferente), vincono i momenti stranianti. 
 
kumiko2.jpg
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#2828 debaser

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Inviato 12 maggio 2015 - 09:33

Ho visto "Triangle", che qualcuno mi aveva consigliato..

Spoiler


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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#2829 debaser

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Inviato 25 maggio 2015 - 09:02

Ex Machina
 
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Di nuovo su AI e, in ultima analisi, singolarità; dilemmi etici affrontati in modo intelligente e con una conclusione inevitabile (ex post) ma soddisfacente. Ho apprezzato Oscar Isaac, qua prototipo del bro-entrepreneur rampante: barba, vodka, paleo, fitness e coding.
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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
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#2830 piersa

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Inviato 25 maggio 2015 - 09:13

Insomma un hipster de merda
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#2831 tiresia

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Inviato 25 maggio 2015 - 09:21

The Match Andrey Malyukov 2012

 

Film bruttino bruttino per confezione e sceneggiatura. Sarebbe la versione più vera della storia a cui si ispirò Fuga per la vittoria, ossia la partita fra tedeschi e una selezione di prigionieri la cui ossatura era formata dalla Dinamo Kiev pre bellica.

Tutto gira intorno ad una storia d’amore quadrangolata fra una bella donna, il portiere della Dinamo, un professore, un giocatore della Lokomotiv, a questo punto non so neppure se sia un escamotage ideato per il film, infatti la storia più vera non lo è neppure così tanto; gli accadimenti sicuri storicamente sono tre: un ufficiale tedesco scende negli spogliatoi per convincere la squadra avversaria a non umiliarli; il sesto goal che non fu sprezzantemente segnato dagli avversari dei tedeschi, prima della partita finale se ne giocò una in cui i tedeschi persero.

Ebbene, nessuno di questi 3 accadimenti è narrato nel film. Mah!

 

 

 

La grande seduzione 2003 Jean-François Pouliot

 

Commediola piacevole in cui molti luoghi comuni vengono shakerati almeno con una dose di humor. Un piccolo villaggio di pescatori ha perso tutto, ossia la pesca e vive di sussidi e di emigrazione; per ottenere l’insediamento di una fabbrica sul loro terreno hanno bisogno di un medico, si attrezzano per mentire e affascinare un giovane medico casualmente costretto a risiedere per un mese da loro, non guardando in faccia a nessuna possibile bugia e mistificazione.


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#2832 neuro

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Inviato 25 maggio 2015 - 15:46

Insomma un hipster de merda


Esatto.
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#2833 debaser

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Inviato 25 maggio 2015 - 15:54

hmmm insomma, un po' sì, ma forse più un dan bilzerian con molto più cervello.


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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
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#2834 Jack DiSpade

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Inviato 28 maggio 2015 - 06:17

ex machina piacque anche a me, ma non ricordo na mazza apparte la cybergnocca


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#2835 100000

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Inviato 04 giugno 2015 - 17:55

Ex Machina
 

 

Visto e speravo un po' meglio, ma dopo i primi dieci minuti (fra hipsteria e Il Test Di Turing) temevo peggio.

Alla fine è un buon thriller, l'atmosfera c'è (anche se mi aspettavo un po' di più dal geniaccio), la femme fatale anche.

Per me dilemmi etici un po' meno, o quantomeno roba già vista/sentita e affrontata anche un po' meglio (poi per carità anche mille volte peggio).


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#2836 neuro

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Inviato 05 giugno 2015 - 18:08

Concordo
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#2837 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 07 giugno 2015 - 02:55

2 Days in Paris (Julie Delpy,2007)

 

220px-Two_days_in_paris.jpg

 

La Delpy per la sua opera prima prende spunto dagli insegnamenti di Prima dell'alba/Prima del Tramonto è mette in scena una commedia romantica sulle nevrosi amorose e la difficoltà nel comunicare veramente.Personaggio importante la Parigi del titolo volutamente spogliata da tutti luoghi comuni sull'essere la città dell'amore ("Non siamo a Parigi, siamo all'Inferno!") che fa deflagrare il rapporto all'apparenza perfetto tra lei francese e dal passato libertino e lui americano progressista a parole ma conservatore e puritano nell'animo. Tra genitori ex-sessantottini,artisti depravati,attivisti anti-fast food dai tratti magici e dialoghi un po' ammiccanti ma ben riusciti viene fuori un delicato e sincero racconto sui complessi rapporti umani.

 

" - Abbiamo avuto giusto un flirt, credo di avergli fatto un pompino, niente di che...

- Davvero un pompino per te e niente di che?
 - Oh, scusami! No, voglio dire che non è un granché rispetto a quel che succede nel mondo: c’è George Bush, c’è la guerra in Iraq, c’è l'influenza aviaria, e poi ci sono i pompini. Che vuoi che sia a confronto, capisci?
- Certo. Senz’altro. Bel paragone! Brava!
- È un fatto secondario, non credi?
- Veramente, io non lo trovo un fatto secondario parlando del più vasto schema politico delle cose. Infondo, se ci pensi, dopotutto è stato proprio un pompino a distruggere l’Ultima chance dell’America di avere una sana democrazia!"

  • 1

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#2838 yannireb

    pivello

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Inviato 07 giugno 2015 - 06:17

E' arrivata mia figlia...

di Anna Muyalert (regia e sceneggiatura)

Brasile 2015...

 

Un film splendido, premiato a Berlino e al sundance il festival che preferisco almeno a giudicare dai film che da li' spuntano fuori, il mondo e' cambiato da un pezzo e il Brasile adesso con le sue contraddizionio è diventato un paese sempre piu' benestante e cosi' cominciano i cambiamenti sociali e con esso gli scontri e le contraddizioni, di questo parla questo film, pacato ma profondo nei contenuti... come sempre nel periodo estivo escono fuori dei film inosservati che son o le chicche migliori dell'anno...


  • 0

#2839 Unison

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Inviato 07 giugno 2015 - 09:30

Threads - Mick Jackson (1984 / Inghilterra)

 

220px-Threadsmoviecover.jpg

 

Uno dei film più sgradevoli e angoscianti che abbia visto, è una sorta di documentario (ma non troppo alla fine) sulle possibili conseguenze di una guerra nucleare, molto bello (poi non è che sia molto da dire)


  • 1

“Looking forward is only an imagination of your brain.

It’s what you want to imaginate.

I can honestly say what I think now, ‘cause I’m in the time now, is what I can tell you.

So, giving you a story of the future is just an imagination.”


#2840 debaser

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Inviato 11 giugno 2015 - 17:23

che (non) ho visto

 

Kamikazen, ultima notte a Milano

 

com'è? fanno una rassegna di film "milanesi" vicino a casa mia, il primo è questo


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#2841 100000

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Inviato 15 giugno 2015 - 08:03

Victoria_%282015_film%29_POSTER.jpg

 

Ieri ho visto Victoria al cinema, dopo averlo "perso" alla Berlinale di quest´anno.

Film a metá fra il generazionale, sugli immigrati di Berlino e le gang di amici "true Berliners" (vedi anche Als wir träumten, sempre dalla selezione ufficiale della Berlinale 2015), e il noir con tanto di rapina alla banca. Il film è proprio spaccato a metá fra questi due eventi/mood, ma ho un sacco di considerazioni da fare (che non c´entrano troppo con la trama).

 

Prima di tutto: 2h20 girate in un unico (vero) piano sequenza, tutto di notte, in non so quante location (si parte da una disco, ci si torna, si finisce in un hotel, passando per tetti di condomini, bar, rapine in banca, garage sotterranei, taxi e quant´altro), all´aperto e al chiuso, con non so quanti attori e situazioni coinvolte, finale adrenalinico compreso (prendi questo Bridman!). 2h20 che passano velocissime, in effetti, specie da quando il film prende una certa piega.

Poi:

1) Bravi tutti gli attori protagonisti, ma soprattutto Victoria, immigrata spagnola che lavora per 2 lire (anzi, 4€/h) in un bar del Mitte, e Sonne, il (quasi) bravo ragazzo della gang di amici (nonché l´attore che faceva lo schizzato in Die Welle).

2) Bella la scena della prova della rapina, io l´ho letta anche un po´ meta-meta (che siamo sempre nel 2015) per le prove che sicuramente avranno dovuto fare di questo mastodontico piano sequenza (premiato a Berlino con l´orso d´argento).

3) Bella la colonna sonora di Nils Frahm (grazie al..).

4) Il regista ha lavorato (come attore, era il ragazzo in bicicletta) in Lola Rennt, e secondo me si vede.

5) La considerazione più personale:

 

Quello che mi ha colpito di più alla fine non è tanto (solo) il piano sequenza, quanto il fatto che la maggior parte del film sia recitato in inglese, da attori non madrelingua (per niente madrelingua) inglesi, diegeticamente parlando: lei non sa il tedesco. Questo, sommato alla spontaneitá/improvvisazione dovuta ai motivi tecnici, fa sì che il realismo della messa in scena (soprattutto nella prima parte) sia estremo. Ed è un attimo (per me, immigrato in Germania) rivedermi nelle frasi spezzate, le incomprensioni, gli accenni, le battute spontanee/venute male. È molto particolare anche la recitazione, quando ad esempio la nostra Victoria si trova costretta a dire frasi in una lingua non sua anche in momenti drammatici, e diventa tutto molto goffo e reale. Concreto. Non me ne frega niente del realismo al cinema in generale, ma qui avviene in maniera talmente spontanea, che mi ha lasciato straniato e coinvolto al tempo stesso.

Aggiungo un´altra cosa da immigrato, non so quanto voluta ma per me riuscitissima: Victoria è a Berlino da 3 mesi, non sa il tedesco, non ha amici. Non è una brutta ragazza (normale, carina, ventiqualcosa), ma non riesce neanche ad approcciare i gelidi baristi crucchi. Quando questi True Berliners (ci tengono a ribadirlo) senza nome, la coinvolgono, la fanno divertire, spontaneamente, lei non esita a mettersi in mano loro, a raccontare la propria vita al tipo di turno (che sta provando a broccolarla, ma anche lei non aspetta altro), e poi non esita neanche troppo a farsi coinvolgere in qualcosa di (molto) oltre a rubare due birre nello Spätkauf di turno. E lo ribadisce più volte: lo farò lo farò, farà di tutto per i suoi amici, anche se li ha conosciuti solo (letteralmente) un´ora prima. (ora non pensate a un´ammucchiata)

 

Unica pecca che rovina tutto il realismo: non esiste una spagnola al mondo che sappia cosí bene l´inglese.


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#2842 William Wilson

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Inviato 15 giugno 2015 - 11:35

Victoria_%282015_film%29_POSTER.jpg

 

 

10000, mi hai fatto venire una voglia matta di vederlo...  :popcorn:


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#2843 100000

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Inviato 15 giugno 2015 - 12:37

Mi fa piacere.  :)

Non ho neanche esagerato con le lodi (in realtà mi è piaciuto, ma nessun capolavoro), però come si dice "molto interessante".


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#2844 William Wilson

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Inviato 15 giugno 2015 - 12:39

Poi vedo che a Berlino ha ricevuto un premio, e che su Imdb, a livello di valutazioni degli utenti, finora si difende...

Anche se non è un capolavoro, il concetto di per sé è interessante. Ma chissà se e quando lo vedremo in Italia.


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#2845 100000

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Inviato 15 giugno 2015 - 12:50

Non so, io l´ho visto in lingua originale, e consiglio assolutamente di vederlo cosí. Anche perchè non saprei come potrebbero doppiarlo, visto che il 90% del film è in una lingua non stentata ma evidentemente non madrelingua degli attori. La restante parte in tedesco è quasi accessoria e con due sottotitoli ce la si cava bene (io ce l´ho fatta senza, quindi ho detto tutto).


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#2846 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 22 giugno 2015 - 16:17

Behind the Green Door (Mitchell Bros, 1972)

 

Caposaldo della golden age of porn, insieme a Gola profonda e The devil in miss Jones, è l'anomalo del gruppo poiché non ha il lato comico della gola profonda né quello catto-drammatico di Miss Jones. Nasce da un racconto anonimo che è un po' una delle leggende metropolitane della Grande Mela, ragazze rapite e più o meno violentate (con un livello partecipativo che presuppone ma non mostra usa di lisergici) nel mentre la buona e ottima borghesia assiste e poi si butta in una sfrenata orgia dove cojo cojo.

Marylin Chambers, volto angelico e metà della fortuna del film, è appunto rapita in un lungo prologo no-sex da due foschi individui che sono i fratelli Mitchell, insider dell'industria semi-sotterranea (e mafiosa) dei loop porno, filmati di pochi minuti che circolavano illegalmente (Linda Lovelace ne girò uno con un riottoso e poco convinto pastore tedesco). Introdotta in un salone signorile di cui si ricorderà Kubrick in EWS (lui non lo citò mai ma per quel film visionò "molti film porno") è prima snervata da un gruppetto di slinguatrici prima dell'arrivo dello stallone nero (prima scena di sesso interrazziale di cui c'è traccia) e dal coinvolgimento di tutti gli astanti tra cui spicca una cicciona la cui ricerca delle "grazie" costituisce una vera e propria caccia al tesoro.

Se Kubrick si ispirerà a questo film di sicuro questo film si è ispirato alla "lisergia" di Odissea con una lunghissima sequenza in strobo e in negativo/virato che invece del viaggio interstellare rappresenta una eiaculazione.

Aspetto notevole del film è l'assenza dei dialoghi subito dopo la sequenza no-sex, moltiplicata anche dall'introduzione di un mimo e che rinuncia financo a quegli isterici e falsissimi gridolini di piacere che sono soltanto il mestiere delle pornostar.

Vintage e a modo suo storia del cinema. 9


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#2847 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 28 giugno 2015 - 19:17

Pioggia nera (Imamura Shohei, 1989)

 

Maestro riconosciuto, insieme a Oshima, della Nouvelle Vague made in Japan, nel 1989 affronta la questione dell'agosto 1945 sia nella diretta storica del tragico avvenimento sia nel dopo, la vita dei sopravvissuti, scampati al dissolvimento ma colpiti dalla "pioggia nera" che fu l'acquazzone che venne giù subito dopo.

Una coppia adulta e senza figli si mette in fuga da Hiroshima insieme alla nipote. Dal 1951 essi sono dei sopravvissuti, guardati anche con un certo fastidio dai "sani" che si dividono tra quelli che vorrebbero tanto dimenticare e loro sono lì con le loro ulcere e fastidi e quelli che li stigmatizzano come fannulloni che approfittano del loro status per non lavorare.

Bella e in età di marito, la nipote è a sua volta vittima delle dicerie di quelli che la considerano una morta che cammina e i pretendenti che pretendono i certificati di sana e robusta costituzione fisica. L'unica persona con cui sta bene è un milite dei reparti di assalto la cui tara consiste nell'attaccare tutti i veicoli a motore immaginando che siano carro-armati. 

Il tempo che passa è scandita da una vita frugale e contadina e dai funerali che decimano i sopravvissuti la cui unica speranza sembra essere scrutare il cielo cercando di scorgere un arcobaleno.

Già assistente di Ozu (e mentore di Miike Takashi), il cinema di Imamura è totalmente new-wave nel senso di continua ricerca di trovate, inserti, comicità nel dramma: equamente, è un film che fa ridere almeno quanto piangere.

Fotografato in un nettissimo b/n per meglio affrontare l'immediato post-bomba, crudo anche più del capolavoro di Resnais, è ammirevole la scuola di Ozu nelle lunghe sequenze in casa, nella gestualità del quotidiano, ritualizzata e profusa di senso metafisico, e nella costruzione eroica del personaggio della vergine sacrificale.

La danza della carpa gigante è una scena di fortissimo impatto in cui il registro drammatico/comico è portato al suo massimo grado.

Quando Kurosawa fece lo stesso film, quello con Richard Gere, non gli venne altrettanto bene.

Benissimo, quasi Miliare

8


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#2848 Onironaut

    La vita o si vive o si scrive.

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Inviato 29 giugno 2015 - 17:50

41R1VB7R1TL._SS500_.jpg

 

Con un ritardo vergognoso ho finalmente avuto modo di vedere l’esordio col botto dei Coen.

La storia è delle più classiche ma puntellata di colpi di scena grandiosi e, a posteriori, coerente con la visione del mondo che i fratelli meglio svilupperanno nelle opere successive.

Il Texas, l'afa durante il giorno, l'inquietudine nella notte, una storia di corna e la richiesta di un omicidio. Cosa chiedere di più a un (neo-)noir?

Si respira un’aria pesantissima, incredibilmente opprimente in questo piccolo grande film, in cui fa da padrone un fatalismo irresistibile.

Ogni cosa, dai volti degli attori sudati agli squallidi pub e alle stanze di motel, sino ai vari dettagli di alcuni oggetti inquadrati a più riprese, trasmettono l’impressione di un’umanità che non può essere salvata, che forse non vuole esserlo, destinata a nascere, crescere e morire nel lerciume più totale.

Grandioso, 8,5.


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#2849 piersa

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Inviato 02 luglio 2015 - 09:08

Flags of our Fathers

Letters from Jiwo Jima

 

Dittico del mai poco osannato Clint che in collaborazione con Spielberg ricostruisce l'attacco americano al "sacro territorio" del Giappone per mezzo di una sua inculatissima isola.

L'idea è riportare i due punti di vista ma solo strettamente della cinepresa sicché una buona parte delle Letters è il controcampo assente in Flags. Non manca la figura del giapponese migliore dei suoi simili, amante dei cavalli, bon vivant e chiaramente, segretamente, contrario alla guerra e alla politica imperiale del suo paese.

Curioso l'assalto alla spiaggia che memore di quello del soldato Ryan in cui nulla ci fu risparmiato, è invece di tutt'altro tipo pur non trasmettendo né ansia né attesa (stati d'animo che il buon Clint non ha mai esperito nella sua teoria totalmente espansionista).

Letters è, tra i due, il più politico, ed interpola le famose lettere spedite da e per questo buco di culo d'isola e da cui traspare che alla fin fine siamo tutti good guys, salvo le circostanze.

Chi ne esce malissimo è il cane, in quanto animale. Se quello americano si scava una buca per farsi un giretto e ritornare entro lo steccato della comoda villetta a schiera americana, quello di Tokyo è condannato a morte, graziato per mano di un good guy e alla fine ucciso perché, inopinatamente, continua ad abbaiare attirando l'attenzione del superiore che, quello no, non è un good guy.

 

Non buoni


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#2850 Onironaut

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Inviato 07 luglio 2015 - 23:14

(Spero mi perdonerete per aver postato la stessa cosa in 2 topic diversi... Se non si può fare cancello da uno dei due)

 

Scarface-1.jpg

 

Ho da pochissimo visto lo Scarface originale e sono rimasto delusissimo.

Hawks è un regista grandioso e ce lo dimostra dalla prima all'ultima inquadratura e Paul Muni è altamente espressivo e (abbastanza) iconico ma il vero problema è la sceneggiatura.

Siamo d'accordo sul fatto che ogni opera vada contestualizzata alla propria epoca ma questo "Scarface" è inficiato da talmente tante tonnellate di ingenuità, caratterizzazioni fatte con l'accetta e comicità involontaria (e non, ma anche quella voluta non mi è garbata più di tanto) che non posso passarci sopra. 

Sfido chiunque a non storcere il naso di fronte a certi snodi della trama o alla strana "maturazione" di un certo personaggio (sto parlando della sorella di Tony)...

Probabilmente la grande delusione deriva dal mio continuo raffronto col geniale remake di De Palma (qualcosa che sconsiglio di fare a chiunque si avvicini a questo film per la prima volta) : qui la storia dell'ascesa e caduta del gangster spietato è priva di qualsiavoglia epos, normalizzata, e a peggiorare il tutto concorrono i dialoghi banali e didascalici, affidati naturalmente a personaggi che più stereotipati non si può...

Insomma, non fosse per l'interpretazione di Muni (che comunque scompare a fianco di Al Pacino, ahia, il confronto di nuovo!) e per alcune sequenze azzeccate (la prima esecuzione, l'introduzione badass di Tony, le sparatorie girate in esterni...), un film da dimenticare.

Sarò stato anche eccessivo ma non riesco ad accettare che questo film sia stato diretto dallo stesso regista di un capolavoro quale The Big Sleep...

Aspetto critiche a iosa   :rolleyes:     


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