Secondo me il cristianesimo di fatto fu un processo "impositivo", almeno dal punto di vista psicologico: i padri della chiesa usarono gli strumenti del terrorismo psicologico, e li continuarono ad usare in tutti i secoli seguenti. E' soltanto grazie alle ??minacce? (e alle promesse) che la Chiesa ha mantenuto il suo potere fino ad oggi. Il paganesimo non disponeva di strumenti adeguati contro l'avanzare del cristianesimo e, in un momento di crisi delle coscienze, molte persone non avevano alternativa dal cedere alle minacce-promesse apocalittiche dei cristiani. In realtà, secondo me, proprio le fasce sociali più basse hanno sempre mantenuto un certo scetticismo nei confronti del cristianesimo e dei preti. Lo dimostra anche il fatto che ancora oggi certe feste religiose locali sono feste pagane sotto mentite spoglie (ovvero, celebrano valori terreni).Allora: se i fatti fossero stati quali tu li descrivi apparirebbe chiaro un processo impositivo, che mai avvenne, gli alti funzionari di religione cristiana furono piuttosto rari, gli imperatori dichiaratamente cristiani prima di costantino presumibilmente nessuno, se si eccettua, forse, filippo l'arabo, che è detto cristiano da fonti tarde e probabilmente inesatte. Invece fu massiccia l'adesione delle fasce sociali più basse alla nuova religione cristiana, tanto da portare poi, nel corso del III secolo, ma forse già alla fine del II, tale credo ad essere numericamente prevalente.
Le persecuzioni cristiane scatenate nel III secolo dagli imperatori dell'anarchia militare furono il chiaro segno di un tentativo dei vertici di reprimere un processo spontaneo fortissimo, in cui, ovvio l'opera evangelica di molte figure ebbe un ruolo fondamentale, senza che però questa si configurasse come una sorta di presa dei centri di potere gramsciana ante-litteram.
Io la continuità la vedo più che altro tra i culti misterici e il cristianesimo primitivo, ovvero quello che poi fu combattuto dalla Chiesa stessa (e che lasciò tracce in alcuni testi gnostici, come il Vangelo di Tommaso, che la Chiesa tentò di disperdere). Secondo me il vero corpo estraneo fu il dio Jahvè, alieno al pantheon greco-romano.allora: ho detto che i culti mitraici sono l'antesignano del cristianesimo; i culti misterici sono invece il simbolo di una concezione religiosa individuale che presuppone una rivelazione, volendo con ciò dire che il cristianesimo non fu una sorta di organismo alieno che si impianto in un corpo estraneo.
Parliamo però di culti che si diffusero sopratutto nel tardo impero, e non nell'età fiorente della cultura romana. In ogni caso, non credo si possa dire che c'era l'idea di un dio "trascendente", come quello cristiano.Poi i culti dionisiaci presupponevano eccome un idea di aldilà: basta pensare a come tale forma religiosa venne recepita dalle popolazioni italiche a contatto con le colonie italiote, ad esempio le tombe dipinte pestane (quella del tuffatore per dirne una) sono un chiarissimo manifesto religioso in tal senso, e tale è rilevato da molti che si occupano di ciò (pontrandolfo, cerchiai ecc...).
Vero, ma in fondo la sostanza non cambia. E' come se tu dicessi: il cristianesimo non nasce dal nulla, ma si pone in continuità con la "crisi" della cultura greco-romana. D'accordo, ma allora ne dobbiamo concludere che il cristianesimo interpretò benissimo quella crisi, e che fu proprio la religione della crisi.In ultimo dire che il cristianesimo si oppose alla visione "classica" del mondo è un filo scolastico: esatto a grandi linee, ma molto meno netto di quanto si può pensare, vista la progressiva tendenza, già leggibile nel corso del periodo ellenistico, ad una concezione maggiormente trascendente della vita umana, più attenta agli afflati spirituali dei singoli.