Faccio il primo liceo al Classico e mi sono introdotto da poco nel mondo della filosofia. Ho studiato fino ad ora i presofisti (es. Parmenide, Eraclito, Anassimandro ecc...), i primi sofisti (Protagora e Gorgia) e Socrate, ma voglio cominciare a studiarla un pochino per conto mio, perchè la filosofia è forse con la musica il mio interesse principale.
Da vero e proprio suicida, ho voluto fare un salto da gigante e addentrarmi in Nietzche, lo sto studiando a grandi linee, e ho l'intenzione di comprarmi un paio delle sue opere ("Ecce Homo", "L'Anticristo" che sono più vicine al mio pensiero), ma non so se mi manchi qualche base.
Inoltre, proprio perchè ho molte perplessità sulla metafisica in quanto è molto distante da me, voglio un paio di consigli su cosa possa aprirmi anche a questa (in bene e in male), tenendo conto che Aristotele lo dovrei studiare nel giro di un mese a scuola.
Ah, ho anche letto Voltaire, "Candido" per essere precisi, e devo rileggerlo perchè ero un po' incosciente e "troppo adolescente" (lo sono ancora adesso, per fortuna!) quando l'ho letto (mi fu assegnato a dicembre del quinto Ginnasio, e se capii qualcosa, capii poco, difatti ricordo poco o nulla di quel libro).
Perciò, se volete, consigliatemi qualcosa da leggere, chi tenere meno e più in considerazione.
ciao,
in generale ti sconsiglio, in filosofia, di cominciare da delle « opere » o degli « autori ». La filosofia la si legge a partire della propria interrogazione personale, delle questioni specifiche che ti poni, e che ti portano a voler approfondire maggiormente certi temi piuttosto che altri.
Tuttavia, esistono una certa serie di opere « iniziatiche » che hanno un certo potere di aprire la propria capacità di riflessione. Su tutte, l'Apologia di Socrate è ancora ad oggi tra le più efficaci per introdursi a una certa modalità di vita e di pensiero.
Tra i moderni e i contemporanei, Nietzsche resta il più accessibile e probabilmente quello che apre la maggior parte di questioni a cui ci si potrebbe interessare, in particolare in Italia (da ricordare che l'autore ha vissuto una larga parte della sua vita sulle coste tra Nizza e Genova). Consiglierei di cominciare da una raccolta d'aforismi come la « Gaia Scienza » o « Al di là del bene e del male », che hanno il pregio di poter essere letti solo a partire dei punti che t'interessano, senza dover sfogliare il libro dalla prima all'ultima pagina.
Comunque la frase singola raramente è chiara, viceversa da distante il sistema è quasi limpido, tuttavia se unisci le due cose andando a fondo saltano fuori molte confusioni che nel proseguo della lettura (della critica della ragion pura) ingarbugliano il cervello. Tipo: dove capperi sta la causalità in Kant? Appartiene o no all'intelletto? E perché non c'è nella logica trascendentale? Boh...
Problemi risolvibili semplicemente con una scrittura più cristallina.
Precisione OT : la difficoltà dell'approccio a Kant è dovuta più che altro al fatto che l'autore cominciasse evidentemente a scrivere prima di avere la formulazione del problema ben chiara di fronte a sé. Per questo motivo si possono trovare le risposte a un quesito anche 200 pagine dopo che si aveva comnciato a porlo ; a fortiori le sue ultime opere sono il punto di arrivo delle prime.
Questo approccio rivela una forte compulsione onanistica, per la quale è quantomeno divertente che abbiano potuto essere le opere dei suoi successori idealisti a ricevere talvolta il carattere di « fantasticherie ».