Ho iniziato a tagliar corto Stella perché quello che avevo da dire l'ho già detto chiaramente e devo lavorare, non credere di mettermi in difficoltà con i tuoi discorsi reazionari, quando poi ti nascondi dietro ai tuoi amici gay e al fatto che anche loro la pensano come te sulle checche sei il massimo, anche io ho amici gay che la pensano come te, e allora? Chi se ne frega? Li capisco molto meglio di un etero che si lamenta perché comunque loro si sentono maggiormente toccati dagli stereotipi sugli omosessuali. Ma questo non toglie il fatto che il modo in cui la pensano alcuni non limita in nessun modo la liberà di altri di vivere come meglio credono, finché non violano le leggi.
Trovo inoltre molto presuntuoso questo confuso tentativo di dimostrare senza successo che se non ci fosse il gay pride e la sua immagine gaia e frivola le cose andrebbero meglio per i gay. Sembra che alcuni di voi si sentano investiti della responsabilità di migliorare le condizioni di vita dei gay e pensino di riuscirci stando qua a moralizzare in astratto. In realtà ognuno di noi può fare la sua piccola parte limitandosi a vivere onestamente e a rispettare il prossimo e la sua libertà finché non diventa lesiva della libertà degli altri.
Adesso non risponderò più ai tuoi interventi perché non li trovo affatto stimolanti e ho altro da fare. Con Lippa abbiamo trovato un punto di incontro anche se la pensiamo diversamente, con lei sono più educata semplicemente perché lei lo è più di te. Anzi magari non è neanche maleducazione la tua, è che hai un modo di porti che sembra che tu ti senta superiore e credo che invece dovresti darti una ridimensionata. Mi rendo conto di essere un po' aggressiva ma sei stato tu a intervenire a gamba tesa contro di me nel tuo primo intervento in cui prendevi l'abbaglio sulla mia compassione cristiana, e non credo di poterci passare sopra. 
Per intenderci, non è che me ne freghi molto di discutere con una persona o con l'altra, ma se uno deve prendersela sul personale solo perché un suo intervento è stato associato (provocatoriamente) ad una certa fazione allora è meglio lasciar perdere. Se hai problemi con il cristianesimo ti chiedo per favore di risolverli con te stessa, non con me.
Pare sia una chimera credere che, ogni tanto, si possano controbattere le ragioni con le ragioni..
Tra l'altro non mi sento superiore proprio a un cazzo di nessuno, né a un gay né ad un eterosessuale, né tantomeno a te. Non penso di avere proprio nessun presupposto per sentirmi superiore. Al massimo ho avuto il culo di scoprire e di interessarmi ad alcuni modi di vedere e operare nel mondo di maggiore efficacia rispetto ai metodi più diffusi nel nostro paese.
Ma se l'universo mondo gay fosse fatto di sole checche isteriche (non mi azzardo a scindere questo binomio per paura di offendere il senso comune), queste checche (isteriche) non avrebbero "diritto ad alcun diritto"?
E per cosa poi? Per il fatto di essere checca? Oppure isterica? O entrambe le cose?
Conosco uomini e donne (checca è tertium genus*) isterici che hanno gli stessi diritti degli altri.
Son domande viziose. In una società di checche isteriche, probabilmente le checche isteriche sarebbero ben accette (del resto, non so dove viviate voi, ma qui dove sono io questi individui mi paiono tutt'altro che poco diffusi..).
Quello che sia io che le persone gay di cui parliamo troviamo fastidioso nel loro atteggiamento è la loro semplicioneria, come se per essere gay tu debba automaticamente parlare con la voce di Solange con le s fischianti, farti tagli di capelli stravaganti, vestirti attillato e muoverti come un'indossatrice di Gianni Versace. E' una forma di conformismo e di omologazione esattamente come "la massa belante, bigotta e stupida" contro cui le lotte pro-gay si scagliano, come i metallari che portano tutti i capelli lunghi e le magliette nere, come i sedicenni con i capelli unti di gel e la maglietta Guru con il fiore.
Sono solo dei prodotti che vendono di più.
E se potessi, in ragione di ciò, li priveresti di diritti civili?
Proprio no. Sarebbe il loro gioco. Ma forse proverei ad indicargli altre possibilità di vita, che gli garantiscano una possibilità di scelta un po' più vasta e autonoma, e che cavolo. E' questo, del resto, a cui dovrebbero servire educazione e formazione..
Guarda, quello che vuoi.
Però dire che un omosessuale deve scendere a patti e cercare di capire l'omofobia è folle. Se uno ti schifa tu lo mandi affanculo... e giustamente.
Giustamente un par di cazzi, se permetti. Questo è proprio il ragionamento da bambini di cui parlavo: mi ha fatto un torto, quindi mi sento in diritto di vendicarmi per tutto quello che ho subito per pareggiare i conti. L'altra persona poi a sua volta, sentendosi offesa, si sentirà in diritto di riattaccare l'altro per vendicare il male subito, e via di seguito all'infinito. Dimmi te se questo modo di procedere ti pare produttivo e degno di persone mature. Se Gandhi, per dire, avesse ragionato in questo modo, penso che l'idea che abbiamo ora di "diritti umani" sarebbe solo un miraggio.
Cosa c'e' di intollerante nel gay pride? Che "meccanismo di violenza" utilizzarebbe?
La prima violenza assoluta è l'imposizione delle proprie ragioni sugli altri, senza che questi l'abbiano richiesto, e fregandosene di qualsiasi loro richiesta specifica. E' una violenza forse necessaria per aprire i dibattiti repressi dalle forze sociali, ma è sempre e comunque violenza. Anche se non lo fanno con le pallottole, l'idea resta quella di colpire, di provocare, di ferire la gente nel loro sguardo e nelle loro teste.
Ora, abbiamo visto quanto paga sbraitare in politica: i lamentatori per eccellenza (aka la nostra vecchia sinistra) sono stati sbattuti fuori a calci dal Parlamento, e oltre il 35% della popolazione ha sostenuto della gente che l'unica cosa che sa fare è perlopiù dire frasi a casaccio, senza connessione logica l'una con l'altra, ma con il tono arrogante e saccente di chi ha guadagnato un po' di potere temporale e si sente in diritto di sbattertelo in faccia. Ciascuno dei due quando arriva al governo fa di tutto per cancellare ogni legge scritta dall'altro, magari con leggi che vanno ancora a proprio vantaggio. Ti pare normale di continuare così all'infinito?
Ma poi scusa, prima dici di sostenere l'ampiamento dei loro diritti... poi adesso che devono capire che van bene le leggi che ci sono e che (in pratica) possono farsi i cazzi loro - in privato si capisce - senza rompere troppo i coglioni...
Tutti questi frizzi e lazzi li hai aggiunti tu per tue deduzioni personali, nei miei post precedenti non c'è scritto nulla di questo. Ho espresso l'idea, mi pare molto semplice, che se la tua intenzione è di convivere assieme ad un determinato individuo o gruppo d'individui, l'unica richiesta fondamentale è di accettare di condividere
almeno una parte della loro cultura, a maggior ragione se è quella comunemente vigente.
Se vuoi vivere in Italia, la condizione fondamentale è conoscere o almeno impegnarsi ad imparare le basi della lingua italiana; se invece ti rifiuti di impararlo ed entri in tutti i bar parlando la tua lingua madre, tipo i tedeschi che entrano in un bar in villeggiatura e senza spiccicare una parola in italiano pretendono di essere riveriti e compresi, allora potresti sospettare che anche le persone più benevolenti del mondo si sentano un po' prese per il culo da questi signorotti.
Ti fa cagare l'Italia? Ti fa schifo come si gestiscono le cose, non sopporti la gente che parla quella determinata lingua? Bene, nessuno ti obbliga a restare, puoi anche cambiare paese; ma se resti e pretendi di poter vivere secondo le tue voglie personali, senza accettare la minima modificazione della tua persona, allora mi dispiace, ma della convivenza con gli altri esseri umani temo tu non abbia nemmeno il principio.
Io trovo sorprendente la non corrispondenza tra la pressione mediatica e sociale in direzione di una sessualità ambigua e l'accettazione ancora scarsa dei prodotti di questa pressione.
Beh, nulla di enormemente eclatante. La verità è che, nella nostra società , le persone normali sono un eccezione..