Quanto al mettersi da parte la cosa è anche più comica, insomma non esiste da nessuna parte il concetto che uno che ha voglia ed energia di fare qualcosa debba per qualche strano motivo non farlo perchè non è più giovane. Ma appunto, è la dimostrazione esatta di quello che dicevo sulla nostra cultura che non accetta la vecchiaia
be', non sempre è così.
tanti non lasciano il lavoro perché sono avidi (sia di soldi che di potere), molti non mollano perché nel corso della loro vita non hanno saputo crearsi degli interessi e dopo una settimana a casa a oziare farebbero un bel pompino alla canna della pistola e tirerebbero il grilletto, quasi tutti hanno una moglie che una volta pensionati gli trifolerebbe i coglioni 24/7 e allora preferiscono continuare ad andare in azienda...
aloha.
ok, questo ci sta, ma come ci sta pure il giovane vecchio dentro con idee da reazionario e ce ne sono tantissimi, l'importante è non generalizzare e pensare che l'età di per sè voglia dire qualcosa
e invece no, ci sono tanti casi in cui si può tranquillamente fare una piccola forzatura e dire che i vecchi sono una sfiga, prendi il caso di alti dirigenti che vanno in pensione coperti di denaro e rientrano in azienda da consulenti il giorno dopo, prendi il caso di gente come D'Alema o Fassino o la moglie di questo che passano qualcosa come quattro/cinque legislature in Parlamento, prendi il caso di Ornella Vanoni - se non l'hai capito è affar solo tuo ma è il perfetto esempio citato nel "mio delirio" - che arrivando candidamente dal mondo della musica (grande esperienza e preparazione politica) decide, alla veneranda età di 76 anni, di voler fare il consiglere comunale.
la ragione di questa longevità assurda e non giustificata dai risultati ottenuti nel 99% dei casi "tipici" sta nel fatto che un vecchio è motivo di stabilità, serve a mantenere lo status quo, è garanzia di continuità e freno al cambiamento.
Se poi il vecchio ha 200 scheletri nell'armadio, caso ultratipico nel panorama italiano, questo panorama desolante ne esce ulteriormente rafforzato perché il vecchio continurà ad essere tenuto per le palle da chi decide mentre uno nuovo e magari molto più giovane e arrembande sarebbe un'incognita assoluta.
quando vedo i nomi dei grandi manager italiani, sempre gli stessi, che fanno il giro delle banche, poi delle assicurazioni, poi delle autorità di garanzia e delle grandi aziende pubbliche, sinceramente, penso che spiegarsi la cosa con un "saranno bravissimi" sia estremamente riduttivo (altro che qualunquismo!). Sono solo funzionali al sistema, alla sopravvivenza dello stesso.
corollario a tutto ciò: più passa il tempo e meno barbogi in sella ci saranno perché quelli morti dalla tomba non riescono a presiedere un CdA, quindi concentrazione del potere sempre più nelle mani di meno persone.
Che alla fine si sentono immortali e si comportano come fossero divinità, disponendo quasi della vita e della morte di altri uomini...
un (sano) ricambio generazionale è, oggettivamente, un metodo per evitare tante storture e inoltre, chi veramente se lo merita, troverà sempre il modo di andare avanti a lavorare fino a 108 anni, l'italia è il paese delle eccezioni.