Chi ti parla paloz è uno che in gioventù si era innamorato di Bell, e la sognava, e la notte si disperava perché era un umano mentre lei solo un cartone: e questo ti dice tutto, conferma la tua chiosa finale, gli occhi dei fanciulli arrivano dove agli artisti è impedito arrivare.
Il film però rimane bruttino in tutte e due le versioni, io mi sono visto anche quella precedente di recente.
I personaggi sono stilizzati in maniera a volte goffa (vedi la bella e la bestia che inciampano nelle proporzioni), si mostrano senza fantasia (vedi il lumiere che è poi un calco del granchio della sirenetta, vedi la teiera che nel segno è lo stereotipo degli stereotipi, vedi il compare di Gastone che pare disegnato seguendo i luoghi comuni del personaggio imbecille cattivo dal ruolo comico: basso, naso a pomodoro, sguardo da scemo, denti chissà dove e in fine il nulla: colore omogeneo ovunque che potremmo identificare col deserto... quanta banalità! Non vi è estro! Non vi è quella cura del pensiero e quell'attenzione nell'immaginare dei personaggi originali. Un Brontolo ti rimane dentro, è un prodotto partorito con un caratteristico segno che rimane impresso e ti chiedi: esiste davvero? Qui invece si vede che è tutto un creare per confezionare e basta.
La storia procede come deve procedere, ma non ho trovato con che emozionarmi, le scene non sono sviluppate a dovere, sono povere e aride, quando finiscono mi lasciano freddo, e il fatto che ogni cosa sia prevedibile mi fa stare con la mente proiettato in avanti rispetto al film che va più lento provocandomi quindi noia. C'è qualche trovata simpatica, come la palla di neve gigante della bestia mentre gioca con la bella, ma è comunque troppo poco.
Il cattivo poi è davvero patetico! In genere tutta la cattiveria pecca del fatto di sentire il dovere di essere cattiva, perdendo in autenticità (e questo difetto molto comune nelle produzioni americane lo trovo insopportabile e intollerabile).
Le musiche sono la parte più stressante e tormentante del film, una vera tortura cinese!
Però mi piacciono i fondoscena, sono diversi dai disegni, hanno la cura, la luce e la brillantezza di un quadro d'arte; seppure nel loro anonimato riescono a dare una profondità non indifferente nella loro funzione di sfondi. A parte lo sfondo della sala da ballo che è computerizzato (allora sembrava chissà che cosa), oggi piange tutto il suo essere obsoleto, ma credo che questo sia un limite da imputare alla sola tecnica adoperata.
Messaggio modificato da Euripidello il 03 gennaio 2012 - 11:14