Per ciò che mi riguarda, considero questo album un capolavoro imprescindibile per chiunque voglia entrare nel mondo del rock.
Si comincia con "Sunday Moning" Ballata Dolce ballata che lascia tuttavia l' amaro in bocca, "polistirolo melodico" l' ha definita qualcuno. A proposito, un mio amico l' aveva come suoneria sul cellulare, titolo "enel song"


Tastiere di Cale ribattute follemente su un incessante re maj in primo piano per un altro capolavoro ??acido?, l?? ottima ??I??m Waiting for the man?, capolavoro reediano che narra di uno straccione che, appunto, sta aspettando l?? uomo che gli venderà la droga.
Andando avanti troviamo l' interessante Femme Fatale, in cui subito "sbattiamo" contro la splendida voce austera e chiaroscurale di Nico, Chanteuse tedesca pupilla di Andy Warhol. Ottima la versione cantata da Cale nella reunion dei Velvet Underground del 94.
Troviamo poi uno dei tre capisaldi dell' album, la reediana "Venus in Furs", in cui per la prima volta volta si sentono le punzecchiature dell' archetto sulla fantastica e sperimentale viola di John Cale. Ottima anche in questo caso la rilettura nel caso della reunion.
Arriva, poi, Il capolavoro di Nico, con l' eroica "All Tomorrow's parties", in cui la voce potente e maestose della grandissima si fa portavoce di una disperata Cenerentola, per poi precipitare in un delirio imperato da "stracci del giovedì" e da "pagliacci della domenica".
Un capolavoro dopo l' altro. Un leggero riff di chitarra annuncia l' intro di un brano epocale, la reediana Heroin, riletta in più e più occasione, come nel Rock'n' roll animal tour e nel già citato "velvet redux" tour.
I don't know just where I'm going
But I'm gonna try for the kingdom if I can
'Cause it makes me feel like I'm a man
When I put a spike into my vein
Then I tell you things aren't quite the same
When I'm rushing on my run
And I feel just like Jesus' son
And I guess that I just don't know
And I guess that I just don't know
incedere incessate e claustrofobico del ritmo, intervallato a sprazzi dalle dissonanti note di viola di Cale hanno reso, giustamente, celeberrimo questo brano che, insieme a "White LIght White Heat" è il mio preferito dei brani dei VU interpretati da Reed.
Ecco, ??I??ll be your mirror? è senza dubbio un pezzo insolito per chi, come me, ha spulciato la discografia solista di Nico. Leggero, dolce. Non ha la cupezza tremebonda e claustrofobia di un Marble Index o di un Camera Oscura (che più che dischi sembrano messe nere). Ottima canzone comunque.
Nelle ultime due canzoni si apre quella che è la fase ??sperimentale? di VU&N, Tha Black Angel death??s song e European son. Nella Prima un Cale che la fa da padrone costruisce un tappeto sonoro dissonante composto da archi folli e visionari. La seconda è una vera e propria Acid Rock song, la buona risposta d?? oltreoceano alla floydiana Interstellar Overdrive.
Line-Up
* Lou Reed ?? voce, chitarra
* John Cale ?? viola elettrica, pianoforte, basso
* Sterling Morrison ?? chitarra, basso
* Maureen Tucker ?? percussioni
* Nico - voce