Tantissimo tempo fa anch'io mi sono imbarcato nella lettura del Libro dell'inquietudine ma non sono riuscito a leggerlo in maniera continuativa...
Forse è uno di quei libri fatti per essere aperti di tanto in tanto, al momento giusto, per lasciarsi travolgere dal suo nichilismo senza possibilità di uscita. Anche quando è in mezzo agli altri, anche quando è là fuori, Soares è sempre intimamente solo.
E' una lettura in progress sulla quale torno spesso e volentieri, ma non riesco ad andare oltre una manciata di pagine, sia per lo sconforto che quelle pagine esalano sia perchè l'ora tarda in cui mi avventuro nella lettura non è forse la più propizia (causa appennicamento...).
Ho da poco finito Lamento di Portnoy di Roth e mi è piaciuto un botto. Eccessivo, corrosivo, nevrotico, autodeprecatorio, Portnoy mi ha ricordato una versione più cinica e cattiva del solito personaggio del buon Woody Allen.
Da qualche giorno mentre ho iniziato Le anime morte di Gogol' e sono stato irrimediabilmente rapito.
L'equilibrio tra realismo e deformazione grottesca è ottenuto da Gogol' con una naturalezza che i più si sognano... Vedremo dove andrà a parare, ma al momento mi ha preso moltissimo e pare meritare l'appellativo di capolavoro.
A me piace pensarlo come uno di quei libri che ti accompagnano per un periodo, da consumare con lentezza.
Le anime morte, ti auguro una buona lettura, goditelo.