Premesso che la mia conoscenza in materia é assai ridotta: che la Legge non possa contemplare il caso per caso pare ovvio anche a me. Trovo invece meno ovvio e molto meno accettabile l'incapacità di vedere questo caso per caso da parte delle persone, e questo topic - fin dal titolo - ne é la riconferma.
Scusa, ma a me è sembrato di capire che tu saresti propenso ad una (in senso proprio) legittimazione, in linea di principio, dei rapporti sessuali tra bambini e adulti, quando, secondo me, è proprio in linea di principio (e per le ragioni dette nel mio precedente post) che una tale legittimazione è da scongiurare.
Poi ciascuno di noi rimane libero di valutare come meglio crede i singoli episodi (io, tendenzialmente, ci vedo un abominio) ma ritengo che anche solo pensare, in astratto, alla possibilità di una generale legittimazione degli atti di pedofilia (se preferisci, pederastia) sia pura follia.
Ecco, anche questo non lo sapevo. E' una soglia che non ritengo oltremodo garantistica come dici tu, ma (vedi esempio di cui sotto) realistica e sicuramente accettabile.
Se io avessi una figlia o un figlio, non avrei tutta questa fretta di spedirli tra le braccia di Eros a 14 anni. Ma, come ho detto, io privilegio un'ottica protezionistica. Punti di vista.
Questo é un punto molto interessante.
Considerato che di precoce non c'é solo il fatto di provare pulsioni sessuali ma anche lo sviluppo fisico, poniamo questo caso: tu vedi e ti senti attratto da una ragazza, questa ragazza ha 13 anni ma ne dimostra 16/17, e tu ovviamente hai davanti lei e non la sua carta d'identità. Questa ragazza ti fa delle avances. Secondo te questo é un caso improbabile? Secondo te - al di là della difficile regolamentabilità di un caso del genere - é giusto che un individuo debba pagare per essersi trovato in una situazione del genere?
Per me questo caso é tutto fuorché improbabile. E' anzi abbastanza comune.
Spero che adesso sia chiaro il motivo per cui pongo così tanto l'accento sulla questione-consensualità.
L'esempio si presta ad alcune obiezioni preliminari.
1) E' un caso particolare.
2) L'uomo corteggiato risponde al modello testosteronico che sin qui hai ripudiato. L'uomo da te descritto e, per tua stessa ammissione, assunto a prototipo delle tue affermazioni (pena il non capirti) vorrebbe conoscere questa tredicenne ed entrare nel suo meraviglioso mondo prima di copularci. A questo punto, e a meno che non sia un beota, ben difficilmente potrebbe sfuggirgli che, nonostante cotanta procacità, la lolita ha solo 13 anni. Del resto, se lei gli proponesse solo sesso, lui rifiuterebbe, deluso dalla sua immaturità (Ribadisco che stiamo parlando dell'unico tipo di uomo che dici di aver preso in considerazione finora). O forse, con questo esempio, avevi in mente il bruto testosteronico e ti preoccupi per lui?
3) Prima facevi notare che filìa in greco significa amore. Orbene, rilevo sommessamente che il suffisso "pedo-" deriva dal greco pàis-paidòs che significa, manco a dirlo, bambino; il pedofilo è, quindi, colui che è attratto dai bambini. Nell'esempio da te fatto la tredicenne "appare" già come una ragazza che ha terminato la pubertà. Proprio per questa caratteristica, potrebbe non più interessare ad un pedofilo che forse preferisce la diciasettenne che dimostra tredici anni. Ciò per dire che, a mio avviso, questo esempio non coglie nel segno perché i casi di pedofilia riguardano, per lo più, bambini che appaiono bambini e che attraggono le persone adulte proprio in ragione di questo loro aspetto. La tua tredicenne, invece, attrae l'adulto in ragione del suo aspetto da diciassettenne.
A questo punto vorrei sapere che cosa ne pensi degli adulti che provano attrazione per i bambini in quanto bambini. Persone da garantire nel loro sacrosanto diritto di esprimere questo tipo di sessualità? Oppure, semmai, bisognose di aiuto?
Da ultimo, ritengo giusto che il tizio che va con la tredicenne procace paghi, perché, come siamo io e tu a questo mondo, c'è pure lui e sa bene che se gli piacciono le persone assai giovani, c'è il rischio di incappare in una minore (di anni 14) e non vedo perché non gli si debbano chiedere accorgimenti, cautela e diligenza; oltretutto si rapporta con un essere umano e non con una bambola. Certo la via non può essere quella di responsabilizzare la tredicenne, precoce quanto vuoi ma pur sempre tredicenne, per deresponsabilizzare una persona adulta e vaccinata.
Dipende dal tipo di atto.
Scusa, Filippide, ma questa mi sembra ipocrisia. Una delle tante ipocrisìe legate a questo argomento che mi spingono a discuterne così a lungo qui e altrove.
Se tu ritenessi davvero il minore incapace così come tu stesso lo definisci, e non lo ritenessi tale (come supponevo) solo in questo preciso ambito, non avrei nulla da obiettare né contestare.
Brucaliffa prima parlava di strumentalizzazioni. Bene, non voglio scendere sul piano della dietrologìa ma questo deresponsabilizzare il minore in modo così mirato e circoscritto (unito al fatto che - in altri ambiti - non mi sembra di esser l'unico a rapportarsi a un minore prendendolo in buona fede, ritenendolo comunque - pur tenendo conto della sua più o meno limitata esperienza - una persona come me) quantomeno m'insospettisce.
Ohibò e perche mai?
Tu stesso in un precedente post ponevi l'accento sulla gradualità del processo di maturazione. Cosa ci trovi di così strano nel fatto che una persona che abbia la capacità di discernimento per scambiare caramelle, non ce l'abbia per compiere atti sessuali? Oppure ancora, se si ammette che una persona a 14 anni sia in grado di poter decidere della propria sfera sessuale, questo dovrebbe pure implicare che sia in grado di gestire un patrimonio?
Alla fine, la legge (e io ne condivido in pieno il criterio) fissa una soglia di età (18 anni) per il valido compimento della generalità degli atti ma si riserva di fissare ulteriori soglie speciali, più alte o più basse, in relazione a singole attività e in ragione della loro peculiarità. E' un criterio elastico che asseconda il grado di sviluppo della persona e a me sembra ragionevole.
Il fatto é che sacrificio del bisogno dell'adulto - per quel che mi riguarda - non é affatto sinonimo di, né giustifica la caccia alle streghe, la censura di Gentiloni e tutti gli assolutismi e doppiopesismi del caso.
Come ho già detto, il doppiopesismo si giustifica in relazione al fatto che, in questi casi, effettivamente sul piatto della bilancia va aggiunto un peso ulteriore, costituito dalla protezione dei minori, che è un valore etico e giuridico particolarmente incline a connotarsi in termini di esigenza di tutela assoluta. Le cacce alle streghe non piacciono neppure a me, ma questo non deve impedirmi di difendere un principio che per me è importante esattamente quanto lo è, per te, l'esprimere la propria affettività. Né vedo per quali motivi dovrei farne una difesa timida, quando le rivendicazioni di segno opposto timide non sono.
Sulla "censura" di Gentiloni dirò nel post di replica a Virginia (ormai in serata).
E, per piacere, data la questione, cerchiamo di adottare una buona volta un'ottica di tipo solidaristico e non di puro e cieco individualismo.
Non sono invece d'accordo col parlare d'individualismo, e - per lo stato di cose appena menzionato - trovo l'accusa di cecità piuttosto fuori luogo.
Guarda, io parlo di cieco individualismo solo perché vedo pervicace riluttanza, da parte di persone adulte, a compiere quel famoso passo indietro.
Non ci siamo capiti: per mia nonna é inaccettabile che un minore di 16/17 anni abbia rapporti sessuali, per te - mi pare di capire - lo é. Questo, fino a prova contraria, é relativizzare.
Non vedo dove stia la pietra dello scandalo nel ritenere che comunque vada fissato, chiaramente in via compromissoria, un momento dopo il quale sciogliere le briglie.
Il punto è che non si può relativizzare, in linea di principio, prima di tale momento.
Dico "in linea di principio" perché poi è normale che il caso singolo vada valutato con tutte le sue peculiarità.
Sarebbe a dire che non c'è d'avere cura solo di un corpo ma di una persona, del suo sviluppo, della sua serenità, della sua psiche.
Puoi sviluppare un pò meglio questo punto? La tredicenne di cui sopra, facendoti delle avances, in che modo metterebbe a repentaglio la sua psiche? Un qualsiasi minore che ti vuole bene in che modo, così facendo, metterebbe a repentaglio la sua serenità?
Ma non ti pare opportuno scindere le due cose? Io ci vedo una differenza enorme tra un bambino che mi vuole solo bene e un bambino che, oltre a volermi bene, mi desidera pure carnalmente; così come c'è differenza tra l'adulto che vuole solo bene a un bambino e quello che, incapace di scindere le due cose, oltre a volere bene al bambino (e sempre che davvero gliene voglia), lo desidera sessualmente. E ciò non perché io sia puritano ma perché l'altro è un bambino.
Questo in via generale.
Con riguardo alla tua tredicenne che mi facesse delle avances (io ho 29 anni)- a parte che rimedierebbe un sonoro due picche -, a mio avviso, andrebbe più aiutata che assecondata sulla base di un menefreghistico "tanto non c'è più nulla da pregiudicare".
Non so te, ma io non la troverei una cosa così normale o comunque tale da lasciarmi del tutto indifferente sul piano umano. Le farei notare che, se aspettasse qualche anno prima di fare sesso (specie con persone di molto più grandi), probabilmente non cambierebbe molto nella sua vita; mentre, farlo a quella età con gente già adulta, forse sì. Cercherei di trasmetterle un po' di buon senso che forse le manca (proprio perché ha solo 13 anni). Poi, per carità, magari mi prendo del bigotto ma rimango con la convinzione di essermi comportato da persona adulta e responsabile. E, come dicevo prima, non posso responsabilizzare lei (tredicenne) per deresponsabilizzare me stesso.
Non è il mio concetto di amore, bensì di quanti non sono capaci di rapportarsi ad un bambino se non portandoselo (anche) a letto.
1) "Pretese sentimentali" vorrei sapere che significa
Il ritenere possibile che un minore possa intrattenere con una persona molto più grande un rapporto fatto di gelosia, tira e molla, anche e non solo sesso etc.
Premesso che con 'sta meccanica e inevitabile commistione del piano sentimentale con quello sessuale stai continuando a parlare di uno stato di cose che per me non esiste, riguardo a questa impossibilità (pure includendovi, nel suo caso specifico, anche il sesso) la tredicenne del mio esempio avrebbe qualcosa da ridire.
P.S. Ma poi, sei così sicuro che un minore anche con meno di 13 anni non sappia cos'é / come gestire gelosia, possessività, tira e molla e quant'altro?
Alla tredicenne che avesse da ridire replicherei quello che ho detto a te poco sopra.
In soldoni, visto che prima hai fatto l'esempio della Mercedes (che ti piace ma non rubi), le obietterei che non si guida senza patente.
Io non sicuro al cento per cento di nulla. So solo che è evidente che un minore di tredici anni ha una personalità molto più fragile della mia che ne ho 29 (esclusi ovviamente i casi patologici).
E mi sembra ragionevole che tra il dovere scegliere, in generale, se mantenere i minori nel limbo dell'infanzia qualche anno in più (14 anni per i rapporti sessuali, pur con tutte le riserve che ho già espresso al riguardo) o catapultarli, a meno di tredici anni, nel purgatorio degli adulti, io scelga la prima.