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Le Minoranze Hanno Rovinato Il Cinema?


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237 replies to this topic

#101 PDeVo

    Classic Rocker

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Inviato 05 gennaio 2018 - 14:51

Proprio poco fa ho visto una sequenza di 2 minuti di Keri Russell che monta Matthew Rhys in un episodio di The Americans, sta tranquillo su quel fronte The Man


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#102 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 05 gennaio 2018 - 14:53

In tv però, al cinema già mostrare un culo sta diventando un problema :rolleyes:


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#103 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 05 gennaio 2018 - 14:55

In tv però, al cinema già mostrare un culo sta diventando un problema [artistico, ndr] :rolleyes:

553439_20140822_scartlett_johansson_unde


  • 0

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#104 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 05 gennaio 2018 - 14:56

In tv però, al cinema già mostrare un culo sta diventando un problema :rolleyes:

 


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#105 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 05 gennaio 2018 - 14:57

 

In tv però, al cinema già mostrare un culo sta diventando un problema [artistico, ndr] :rolleyes:

553439_20140822_scartlett_johansson_unde

 

 

comunque dipende sempre di cosa parliamo: "Under the Skin" non è che sia propriamente un film mainstream


  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#106 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:01

Si infatti inoltre la tempesta deve ovviamente ancora arrivare, sto parlando dei film in produzione ora e anche sul "latente bacchettonismo attuale" mi riferivo a una tendenza generale, non occorre che adesso mi postiate tutte le tette e i culi degli ultimi 10 anni asd


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#107 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:02

Hai ragione anche in questo caso WB, forse pure Nymph()maniac è più mainstream (e per quello), mentre 50 Sfumature per esserlo è tutto meno che un'accurata rappresentazione della sessualità sadomaso, ma mi chiedo in quanti film mainstream liberi del passato il culo abbia avuto un senso maggiore dell'opportunità pruriginosa di mettercelo.

Ditemelo ché me li guardo, a me Love piacque, come Adèle (e le smocciolate sui maccheroni valgono il triplo della ginnastica nuda)

 

Eh no, caro The Man, la psicologia inversa ha funzionato e adesso te li cucchi tutti, anche perché poi ci resta solo il rimpianto asd


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

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#108 Reynard

    No OGM

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:05

William Blake ha espresso alla perfezione le mie stesse riflessioni, dubbi e domande. 

(E per fortuna che ci ha pensato lui perché non mi riesce di postare nessun discorso coerente, dal tanto mi stanno rompendo le balle qui asd )


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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#109 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:06

 

 

Eh no, caro The Man, la psicologia inversa ha funzionato e adesso te li cucchi tutti, anche perché poi ci resta solo il rimpianto asd

 

Ma fate pure eh, subirò in silenzio :eyebrows:


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#110 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:12

Keri%20Russell%20-%20The%20Americans%20-

 

Disclaimer: I culi presenti nell'archivio non sono i loro

 


  • 1

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#111 markmus

    cui prodi

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:12

Diventa problematico, però, quando io-regista/sceneggiatore/artista devo realizzare un personaggio, una storyline necessariamente per sfruttare la questione razziale o un attore colored: e la costrizione ammazza la creatività, su questo ho pochi dubbi (il Codice Hays non costringeva a fare certe cose ma a NON mostrarle ed è da qui che i grandi autori dell'epoca hanno costruito una grammatica ellittica, ammiccante e allusiva, forse, ben più affascinante di tante cose sbattute in faccia). E penso che il problema stia qui, non nel cercare di non rimuovere più la diversità etnica (cosa che oggi apparirebbe grottesca, visto che la questione si è globalizzata e abbiamo registi turco-tedeschi, turco-italiani etc).

 

mettendo da parte le critiche "etiche" a posteriori (sex and the city, etc etc), che come te trovo disoneste e sembra che siamo tutti sulla stessa linea, mi soffermo sulla parte qui sopra, che mi sembra tocchi proprio il nocciolo della questione.

 

io sono d'accordo con elle quando si lamenta che questa e' una semplificazione eccessiva.

 

senza una spinta per la diversita' la situazione non sarebbe neutra: il modus operandi dell'industria cinematografica con le grandi produzioni e' sempre rivolto al guadagno facile e di conseguenza a minimizzare il rischio. questo ha sempre portato a scelte che sono state a tutti gli effetti discriminanti, tipo il nero che non e' protagonista perche' non si sa se l'audience sarebbe pronta alla novita' o le donne che vengono pagate meno perche' il nome che fa vendere e' quello del maschio (perche' e' quello con cui si va sul sicuro etc etc circolarmente). stiamo parlando del passato remoto? no, sono cose dell'altro ieri ed in alcuni casi dell'oggi, quindi non penso che la passivita' sia l'approccio piu' funzionale adesso come adesso.

 

non penso che questa battaglia culturale/politica stia tarpando le ali di nessuno. il cinema autoriale potra' continuare a raccontare le sue storie (non mi e' mai capitato di leggere neanche il peggior critico lamentarsi che non c'e' un cinese nella campagna rurale gallese di un film indie a budget zero o scemate cosi', e anche con produzioni d'autore piu' significative si criticherebbero solo scelte evidentemente biased) (o anche tutte le pippe che si deve fare un block buster per evitare che la gente fumi dando il cattivo esempio, mentre se fai cinema indie chi se ne frega), mentre le produzioni ad alto budget devono semplicemente pensarci due volte quando mettono insieme il casting / la story line e considerare se sono un po' troppo parziali (ed e' solo un elemento che dovranno tenere inconsiderazioni insieme a tutta una marea di altre limitazioni/dettami generalmente legate al dane' - "sicuro che lo vuoi girare la' il film? si' il romanzo era ambientato la' ma non e' che tira molto come localita'", per dirne una scema).

 

alla storia della gente che fa film pro-neri per avere piu' successo credo poco. cioe' ovviamente c'e' una "moda" (o agenda attuale), un po' come quella del fare i film sul vietnam negli anni settanta-ottanta, ma non collegherei questo discorso a quello sacrosanto di avere uno sguardo critico su considerazioni pregiudiziali che possono risultare in azioni discriminanti.

 

riguardo alla battaglia dei sessi degli ultimi post: abbiamo goduto per anni di in un cinema che al 90% ha rappresentato lo sguardo maschile, le sue paure, le sue fantasie. come sopra, non penso che avere adesso un po' piu' punti di vista #metoo sia necessariamente un male, anzi.

 

william, dici che hai pochi dubbi sul fatto che queste storyline aggiuntive ammazzino la creativita', ma hai parecchi esempi concreti da portare? secondo me succede solo quando il regista e' in balia degli eventi.


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#112 cool as kim deal

    Utente contro le bonus track

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:28

Insomma, il panorama cinematografico attuale è un insostenibile mix del peggio dell'ideologia destrorsa (il timore del colore, o del gender, nella scelta dei protagonisti) con il peggio dell'ipocrisia di sinistra (la rilettura ex post, il politically correct asfissiante)


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Adescatore equino dal 2005

#113 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:33

@LFT "Nymph()maniac" (come "Love" o "La vie d'Adele") sono innanzitutto opere di autori che lavorano in indipendenza o ai margini dell'industria del cinema e che quindi hanno ottenuto (per meriti reali o presunti) anche una certa libertà nel processo creativo: e di non secondaria importanza hai - guarda caso! - fatto tre nomi EUROPEI. E per questo producono film che utilizzano un linguaggio audiovisivo trasgressivo e in alcuni casi oltraggioso. Si possono fare altri nomi ovviamente e anche nei decenni passati c'erano autori che lavoravano sui medesimi codici (naturalmente in base ai paletti e alle possibilità della loro epoca). Penso che per The Man la questione sia più di percezione... certo che un thriller come "Basic Instict" oggi mi pare impensabile e le robe che flirtano col De Palma degli anni 80 oggi le fanno - guarda caso! bis - in Europa, così come lo stesso Verhoeven che per fare "Elle" ha esplicitamente detto che è dovuto andare in Francia perché negli Usa nessuno si prendeva i rischi di una storia in cui la donna vittima di violenza non voleva essere una vittima. Ma lasciando stare il sesso, basti pensare a Nolan che realizza un film bellico, "Dunkirk", con 100 milioni di dollari e ne incassa cinque volte tanto in tutto il mondo anche grazie al PG13 (clamorosa la scena in spiaggia: dopo un bombardamento che ammazza un sacco di soldati i corpi sono integri e non si vede una goccia di sangue), mentre Scorsese dopo venticinque anni riesce a realizzare il suo film su "Silence" ma deve andare a girarlo a Taiwan, ha metà del budget di Nolan e il visto censura è R: risultato incassa 23 milioni di dollari (che prima della vendita dei diritti tv, vendite home video etc equivarrebbe a un sonoro flop). E' ovvio che Nolan sia stato furbo ma è anche vero che quella scena di "Dunkirk" è assolutamente inverosimile. Al contrario, Scorsese non ha rinunciato alla sua visione cinematografica (perché probabilmente, se no, non avrebbe fatto il film) e, in un certo senso, ne ha pagato le conseguenze (tanto per dire, se non fosse intervenuto Netflix, non sarebbero nemmeno partite le riprese di "The Irishman"...).


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#114 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:39

Comunque la rilettura di Sex and the City (e ancora non ho capito se sia una cosa o meno, lo prendo per Girls?) su Vice riconosce proprio che certe cose erano abbastanza ok per quei tempi e augura(!) che la gente giovane di domenica recuperi dalla sbronza guardandolo ancora, così come lo stesso account che rifà le battute offensive/problematiche viene da fan ed è per fan.

Per fare un esempio. Per scherzare certa altra ipocrisia c'è Get Out :cool:

 

Vice è anche isso

 


Unless you're comfortable denying real people's pain and suffering, there is no way to experience Annie Hall as audiences 40, or even ten, years ago did. But erasing the film from the canon wouldn't help anyone, either. We can't pretend it's misogynistic or flat-out bad. Even former fans who've stopped seeing Allen's new movies, because the idea of putting money in his pocket makes us queasy, can't deny the impact his earlier work had on us.

The decision to keep revisiting Annie Hall isn't merely selfish, though. It also forces us to remember that the man facing a serious, long-standing child sexual assault accusation, the man who married his former partner's young daughter and the man who gave us one of cinema's most vital depictions of love and heartbreak are the same person. In that sense, Annie Hall is a work of art whose meaning has surpassed its creator's intentions. What was once an untarnished classic is now a record of an artist's failure to live up to his own worldview.

https://www.vice.com...l-actually-suck

 

 

 

 

 

 

@WB eh, lo so, ma queste sono leggi, regole o modi di fare opportunistici di un'industria che deve fare i soldi senza una ricetta, che viene via via desunta da meteorologi non sempre illuminati del clima politico e sociale?


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#115 Reynard

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:39

 

non penso che questa battaglia culturale/politica stia tarpando le ali di nessuno. il cinema autoriale potra' continuare a raccontare le sue storie (di solito si raccontano microstorie non mi e' mai capitato d leggere neanche il peggior critico lamentarsi che non c'e' un cinese nella campagna rurale gallese o scemate cosi'. o anche tutte le pippe che si deve fare un bloc buster per evitare che la gente non fumi per dare il cattivo esempio, mentre se fai cinema indie chi se ne frega), mentre le produzioni ad alto budget devono semplicemente pensarci due volte quando fanno il casting e considerare se sono un po' troppo parziali (ed e' solo un elemento che dovranno tenere inconsiderazioni insieme a tutta una marea di altre limitazioni/dettami generalmente legate a considerazioni economiche - "sicuro che lo vuoi girare la' il film? si' il romanzo era ambientato la' ma non e' che tira molto come localita'", per dirne una scema).

 

 

 

(Vediamo se stavolta ci riesco a non essere interrotto)

 

Secondo me le due posizioni andrebbero contestualizzate attentamente per coglierne l'effettiva portata. Quando Elle reagisce male alle lamentele sulle storyline fatte apposta per rappresentare la minoranza, lo fa in un contesto in cui:

- dette minoranze sono state escluse da sempre dalla rappresentazione artistica;

- ora finalmente hanno un posticino al sole;

- che è poco, è tardi, è spesso scritto male ed è spesso elargito per perbenismo e non per autentica convinzione, ma come dice il detto piuttosto che niente è meglio piuttosto;

- ed in tutto questo c'è gente che se ne prende a male e per motivi che nulla hanno a che fare con la libertà artistica;

- e quindi si tratta di una conquista labile e che molti vorrebbero spazzare via (e ancora, per motivi che nulla hanno di artistico);

- e anche se Man e gli altri che hanno scritto qui NON fanno parte della mala genìa di cui sopra, portano inconsapevolmente acqua al mulino di chi vorrebbe togliere una tale conquista.

 

D'ALTRA PARTE, chi come Man lamenta queste storyline ficcate a forza, lo fa in un contesto in cui:

- la qualità delle storie raccontate al cinema va calando;

- la problematicità di queste storie si va annullando,

- tutto sembra fatto per conciliare e con l'ottica di piacere al maggior numero di persone possibili;

- stereotipando tutto lo stereotipabile, tanto che c'è da chiedersi se le minoranze così rappresentate ricevano una rappresentazione adeguata.

 

Ora, contestualizzata in questo senso, più che un discorso pedagogia vs. arte mi sembrano due questioni etiche diverse ma non necessariamente divergenti. Da un lato la questione delle possibilità di accesso all'industria artistica/dell'intrattenimento (non solo accesso in termini di persone impiegate, ma anche accesso psicologico - disponibilità di 'spazi rappresentativi'), dall'altro la questione di ciò che viene rappresentato da detta industria e soprattutto la disponibilità a una rappresentazione non standardizzata.

E sia chiaro che non ho una formula facile per conciliare i due problemi, altrimenti sarei a Hollywood e non qui con voialtri.

Ma due cose vorrei dirle. Ad Elle: attenzione a non trasformare il 'piuttosto che niente è meglio piuttosto' in un programma massimo, giusto il non farsi togliere quel che si è raggiunto ma che si punti più in alto.

E a Man: prima di incacchiarti con Elle pensa al contesto: a lamentarsi della rappresentatività 'imposta', nelle condizioni attuali, qual è l'esito più probabile: che si ritorni a fare buone storie o che i maghi delle analisi del mercato, fiutando il vento e non capendo una minchia di cinema, 'vi accontentino' togliendo i neri e lasciando gli sceneggiatori capre? Anche a te, più ambizione nelle richieste.

 

Uff, ce l'ho fatta.


  • 5
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#116 Earl Bassett

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:43

@LFT "Nymph()maniac" (come "Love" o "La vie d'Adele") sono innanzitutto opere di autori che lavorano in indipendenza o ai margini dell'industria del cinema e che quindi hanno ottenuto (per meriti reali o presunti) anche una certa libertà nel processo creativo: e di non secondaria importanza hai - guarda caso! - fatto tre nomi EUROPEI. E per questo producono film che utilizzano un linguaggio audiovisivo trasgressivo e in alcuni casi oltraggioso. Si possono fare altri nomi ovviamente e anche nei decenni passati c'erano autori che lavoravano sui medesimi codici (naturalmente in base ai paletti e alle possibilità della loro epoca). Penso che per The Man la questione sia più di percezione... certo che un thriller come "Basic Instict" oggi mi pare impensabile e le robe che flirtano col De Palma degli anni 80 oggi le fanno - guarda caso! bis - in Europa, così come lo stesso Verhoeven che per fare "Elle" ha esplicitamente detto che è dovuto andare in Francia perché negli Usa nessuno si prendeva i rischi di una storia in cui la donna vittima di violenza non voleva essere una vittima. Ma lasciando stare il sesso, basti pensare a Nolan che realizza un film bellico, "Dunkirk", con 100 milioni di dollari e ne incassa cinque volte tanto in tutto il mondo anche grazie al PG13 (clamorosa la scena in spiaggia: dopo un bombardamento che ammazza un sacco di soldati i corpi sono integri e non si vede una goccia di sangue), mentre Scorsese dopo venticinque anni riesce a realizzare il suo film su "Silence" ma deve andare a girarlo a Taiwan, ha metà del budget di Nolan e il visto censura è R: risultato incassa 23 milioni di dollari (che prima della vendita dei diritti tv, vendite home video etc equivarrebbe a un sonoro flop). E' ovvio che Nolan sia stato furbo ma è anche vero che quella scena di "Dunkirk" è assolutamente inverosimile. Al contrario, Scorsese non ha rinunciato alla sua visione cinematografica (perché probabilmente, se no, non avrebbe fatto il film) e, in un certo senso, ne ha pagato le conseguenze (tanto per dire, se non fosse intervenuto Netflix, non sarebbero nemmeno partite le riprese di "The Irishman"...).

 

Basic Instinct e un autore come Verhoeven che un tempo lavorava nel mainstream sono proprio due esempi che mi erano venuti in mente ma per dire anche le pesanti allusioni sessuali del personaggio di Catwoman in Batman Returns di Burton sarebbero impensabili in un film superoistico moderno, basta vedere la totale assessualità del corrispettivo nolaniano interpretato da Anne Hathaway.

Su Dunkirk: quella del non sangue è una scelta che a tratti funziona ma molto molto discutibile, recentemente ho visto un documentario sulla prima guerra mondiale con ampio spazio alle mutilazioni subite dai soldati e la differenza con la guerra senza sangue del regista inglese saltava agli occhi e devo dire che un po' irritava pure.


  • 1

#117 Earl Bassett

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:48

 

 

non penso che questa battaglia culturale/politica stia tarpando le ali di nessuno. il cinema autoriale potra' continuare a raccontare le sue storie (di solito si raccontano microstorie non mi e' mai capitato d leggere neanche il peggior critico lamentarsi che non c'e' un cinese nella campagna rurale gallese o scemate cosi'. o anche tutte le pippe che si deve fare un bloc buster per evitare che la gente non fumi per dare il cattivo esempio, mentre se fai cinema indie chi se ne frega), mentre le produzioni ad alto budget devono semplicemente pensarci due volte quando fanno il casting e considerare se sono un po' troppo parziali (ed e' solo un elemento che dovranno tenere inconsiderazioni insieme a tutta una marea di altre limitazioni/dettami generalmente legate a considerazioni economiche - "sicuro che lo vuoi girare la' il film? si' il romanzo era ambientato la' ma non e' che tira molto come localita'", per dirne una scema).

 

 

 

(Vediamo se stavolta ci riesco a non essere interrotto)

 

Secondo me le due posizioni andrebbero contestualizzate attentamente per coglierne l'effettiva portata. Quando Elle reagisce male alle lamentele sulle storyline fatte apposta per rappresentare la minoranza, lo fa in un contesto in cui:

- dette minoranze sono state escluse da sempre dalla rappresentazione artistica;

- ora finalmente hanno un posticino al sole;

- che è poco, è tardi, è spesso scritto male ed è spesso elargito per perbenismo e non per autentica convinzione, ma come dice il detto piuttosto che niente è meglio piuttosto;

- ed in tutto questo c'è gente che se ne prende a male e per motivi che nulla hanno a che fare con la libertà artistica;

- e quindi si tratta di una conquista labile e che molti vorrebbero spazzare via (e ancora, per motivi che nulla hanno di artistico);

- e anche se Man e gli altri che hanno scritto qui NON fanno parte della mala genìa di cui sopra, portano inconsapevolmente acqua al mulino di chi vorrebbe togliere una tale conquista.

 

D'ALTRA PARTE, chi come Man lamenta queste storyline ficcate a forza, lo fa in un contesto in cui:

- la qualità delle storie raccontate al cinema va calando;

- la problematicità di queste storie si va annullando,

- tutto sembra fatto per conciliare e con l'ottica di piacere al maggior numero di persone possibili;

- stereotipando tutto lo stereotipabile, tanto che c'è da chiedersi se le minoranze così rappresentate ricevano una rappresentazione adeguata.

 

Ora, contestualizzata in questo senso, più che un discorso pedagogia vs. arte mi sembrano due questioni etiche diverse ma non necessariamente divergenti. Da un lato la questione delle possibilità di accesso all'industria artistica/dell'intrattenimento (non solo accesso in termini di persone impiegate, ma anche accesso psicologico - disponibilità di 'spazi rappresentativi'), dall'altro la questione di ciò che viene rappresentato da detta industria e soprattutto la disponibilità a una rappresentazione non standardizzata.

E sia chiaro che non ho una formula facile per conciliare i due problemi, altrimenti sarei a Hollywood e non qui con voialtri.

Ma due cose vorrei dirle. Ad Elle: attenzione a non trasformare il 'piuttosto che niente è meglio piuttosto' in un programma massimo, giusto il non farsi togliere quel che si è raggiunto ma che si punti più in alto.

E a Man: prima di incacchiarti con Elle pensa al contesto: a lamentarsi della rappresentatività 'imposta', nelle condizioni attuali, qual è l'esito più probabile: che si ritorni a fare buone storie o che i maghi delle analisi del mercato, fiutando il vento e non capendo una minchia di cinema, 'vi accontentino' togliendo i neri e lasciando gli sceneggiatori capre? Anche a te, più ambizione nelle richieste.

 

Uff, ce l'ho fatta.

 

 

Secondo me non hai ben capito la mia posizione ma una cosa è sicura: non mi sono assolutamente incacchiato con Elle ne con nessun altro, mi sembra anzi una discussione molto aperta e pacata oltre che interessante.


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#118 Matthew30

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:51

Grande Paulino, un olandese arrivato ad Hollywood e che non si è mai fatto troppi problemi a riempire i suoi film mainstream di sessualità e violenza esplicita.

 

OT: Flesh + Blood è stato un film importante non tanto nella sua filmografia (discreto), ma perché oltre a essere stato il suo primo film hollywoodiano ha anche ispirato Miura per Berserk


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#119 Guybrush Threepwood

    avvocato delle cause perse

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:55

 

Cmq Elle tu ce l hai tanto col razzismo Ma poi qua sei l unico a parlare e calcare sempre sul "voi Bianchi privilegiati (e anche un po' razzisti)" vs. resto del mondo.

 

@elle: per Fortuna allora CE ci sei tu a guidarci Con la Tua superioritä morale! :)

https://youtu.be/qnOdr1vW0pI

 

Torno a risponderti perché è importante, ma circoscrivo qui

Spoiler

 

 

Nessun rancore guarda, semplicemente ho l'impressione di non riuscire a comunicarti il mio pensiero come voglio, visto che di base secondo me non è che la pensiamo cosí diversamente, pur partendo magari da bias diversi come dici tu.

Ripeto che a me del fatto che Finn sia nero non me ne frega niente e non mi da nemmeno fastidio come personaggio.

Nè sono in alcun modo contrario al fatto che ci siano protagonisti/e donne/multietniche/transgender/vattelapesca, anzi ben venga.

Semplicemente mi sembra innegabile che oggi in molte produzioni ci sia questa necessitá di infilare per forza quote dappertutto (o badare ad altri elementi P.C. che trovo in molti casi ipocrita e irritante.

Esistono un sacco di film e serie che riescono a trattare il multiculturalismo della nostra realtá senza risultare forzati, vedi anche il piú volte citato Get Out che ho apprezzato molto. 

Quindi non è la negritudine di Finn il problema (che poi problema è una parola grossa, di certo non ci perdo il sonno), ma come in certi ambiti ci si senta in obbligo di mettere l'asiatico per il mercato cinese, il nero per far vedere che non siamo razzisti, la donna forte perché #MeToo e cosí via.

Poi tu mi ritirerai fuori che la rappresentanza delle minoranze è comunque da vedersi come positiva e io ripeteró che non è la rappresentanza delle minoranze in sè che mi turba (e che anzi appoggio), ma la modalitá e si ricomincia da capo.

 

Come peace&love! 

 

amicizia-1.png

 

Spoiler


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#120 markmus

    cui prodi

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Inviato 05 gennaio 2018 - 15:55

Ma lasciando stare il sesso, basti pensare a Nolan che realizza un film bellico, "Dunkirk", con 100 milioni di dollari e ne incassa cinque volte tanto in tutto il mondo anche grazie al PG13 (clamorosa la scena in spiaggia: dopo un bombardamento che ammazza un sacco di soldati i corpi sono integri e non si vede una goccia di sangue), mentre Scorsese dopo venticinque anni riesce a realizzare il suo film su "Silence" ma deve andare a girarlo a Taiwan, ha metà del budget di Nolan e il visto censura è R: risultato incassa 23 milioni di dollari (che prima della vendita dei diritti tv, vendite home video etc equivarrebbe a un sonoro flop). E' ovvio che Nolan sia stato furbo ma è anche vero che quella scena di "Dunkirk" è assolutamente inverosimile. Al contrario, Scorsese non ha rinunciato alla sua visione cinematografica (perché probabilmente, se no, non avrebbe fatto il film) e, in un certo senso, ne ha pagato le conseguenze (tanto per dire, se non fosse intervenuto Netflix, non sarebbero nemmeno partite le riprese di "The Irishman"...).

 

dunkirk per dire zero soldati di colore (qualcuno ci sara' pure stato in uk) e zero donne protagoniste, ma non mi sembra ci sia stata un'insurrezione ne' tantomeno boicottaggi (giustamente eh). cioe' qualcuno che grida alla strega si trovera' sempre, ma se si guardano ai canali ufficiali mi sembra che non 

 

quindi l'allarmismo mi sembra ingiustificato.

 

poi non ho capito come si sia passati dalle minoranze al sangue/sesso, che mi sembra un altro discorso. e anche li' controesempi se ne possono trovare, non mi pare che il cinema americano si sia fatto mancare molto in quest'ambito nell'ultimo decennio (solo che il sesso si sta distaccando dalla visione maschile e sta incorporando il punto di vista femminile, ma in generale, sta diventando piu' realista rispetto alle scene tipiche da film che alle persone normali non succedevano mai).


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#121 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:03

Soldati di colore non saprei ma probabilmente regimenti di indiani e pakistani dovrebbero effettivamente esserci stati, donne proprio no, comunque praticamente non ci sono neanche i francesi e quelli c'erano sicuramente asd


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#122 Reynard

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:05

 


 

Secondo me non hai ben capito la mia posizione ma una cosa è sicura: non mi sono assolutamente incacchiato con Elle ne con nessun altro, mi sembra anzi una discussione molto aperta e pacata oltre che interessante.

 

 

Può essere che non abbia ben capito, c'è tanta carne al fuoco e magari ho fatto confusione.

L'"incacchiato" era una battuta, eh!


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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#123 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:09

non dimenticatevi mai che F4 BASITO F5 SCONCERTATO funzionano sempre bene su qualunque colore e genere.


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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#124 Earl Bassett

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:11

 

 


 

Secondo me non hai ben capito la mia posizione ma una cosa è sicura: non mi sono assolutamente incacchiato con Elle ne con nessun altro, mi sembra anzi una discussione molto aperta e pacata oltre che interessante.

 

 

Può essere che non abbia ben capito, c'è tanta carne al fuoco e magari ho fatto confusione.

L'"incacchiato" era una battuta, eh!

 

 

Riassumo: non mi danno fastidio la quasi maggioranza dei temi alla base del politicamente corretto che anzi spesso condivido, mi da fastidio l'imposizione su un prodotto che dovrebbero essere anche artistico.

Più libertà è la soluzione, sia di rappresentazione che di accesso al sistema.


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#125 Reynard

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:16

 

 

 


 

Secondo me non hai ben capito la mia posizione ma una cosa è sicura: non mi sono assolutamente incacchiato con Elle ne con nessun altro, mi sembra anzi una discussione molto aperta e pacata oltre che interessante.

 

 

Può essere che non abbia ben capito, c'è tanta carne al fuoco e magari ho fatto confusione.

L'"incacchiato" era una battuta, eh!

 

 

Riassumo: non mi danno fastidio la quasi maggioranza dei temi alla base del politicamente corretto che anzi spesso condivido, mi da fastidio l'imposizione su un prodotto che dovrebbero essere anche artistico.

Più libertà è la soluzione, sia di rappresentazione che di accesso al sistema.

 

 

Ah ok, su questo non ho da ribattere.

 

Quel che dicevo era: in un contesto in cui il mondo (e l'internet) è pieno di razzisti per cui la soluzione è "meno neri", sei sicuro che quel che vuoi dire tu passi proprio come lo intendi tu? Che non venga strumentalizzato? Ecco, è una considerazione marginale rispetto alla discussione principale, ma secondo me chiederselo male non fa.


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#126 Earl Bassett

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:25

Però c'è anche il problema opposto: che posizioni assolutamente di buon senso nel clima un po' isterico attuale e con l'aiuto fondamentale di internet vengano stravolte e indicate come razziste/sessiste/violente e chi più ne ha più ne metta.

Nervi saldi e lingua diritta è l'unica soluzione, anche se son abbastanza sicuro che la marea ci travolgerà comunque tutti quanti.


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#127 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:37

Questo secondo me è il problema principale del cinema hollywoodiano (ma anche italiano) contemporaneo: rincorrere i gusti (spesso di merda) delle masse.


Da qui si potrebbe partire con un interessante spin-off di questa discussione: sono le masse che hanno gusti di merda (e quindi i produttori furbescamente le assecondano propinandogli merda sempre più merdosa) oppure è tanto cinema sempre più di merda ad aver anestetizzato lobotomizzato completamente il pubblico?
Io ho sempre propeso per la seconda ipotesi, ma ultimamente vedendo gente di 30-40-50 anni in fregola per l’ultimo film di supereroi o le 50 sfumature di sta minchia sto rivalutando alla grande la prima  asd


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#128 Reynard

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:41

"Le maggioranze hanno rovinato il cinema?" asd


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#129 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:47

 

Questo secondo me è il problema principale del cinema hollywoodiano (ma anche italiano) contemporaneo: rincorrere i gusti (spesso di merda) delle masse.


Da qui si potrebbe partire con un interessante spin-off di questa discussione: sono le masse che hanno gusti di merda (e quindi i produttori furbescamente le assecondano propinandogli merda sempre più merdosa) oppure è tanto cinema sempre più di merda ad aver anestetizzato lobotomizzato completamente il pubblico?
Io ho sempre propeso per la seconda ipotesi, ma ultimamente vedendo gente di 30-40-50 anni in fregola per l’ultimo film di supereroi o le 50 sfumature di sta minchia sto rivalutando alla grande la prima  asd

 

 


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#130 William Blake

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:49

 

Diventa problematico, però, quando io-regista/sceneggiatore/artista devo realizzare un personaggio, una storyline necessariamente per sfruttare la questione razziale o un attore colored: e la costrizione ammazza la creatività, su questo ho pochi dubbi (il Codice Hays non costringeva a fare certe cose ma a NON mostrarle ed è da qui che i grandi autori dell'epoca hanno costruito una grammatica ellittica, ammiccante e allusiva, forse, ben più affascinante di tante cose sbattute in faccia). E penso che il problema stia qui, non nel cercare di non rimuovere più la diversità etnica (cosa che oggi apparirebbe grottesca, visto che la questione si è globalizzata e abbiamo registi turco-tedeschi, turco-italiani etc).

 

mettendo da parte le critiche "etiche" a posteriori (sex and the city, etc etc), che come te trovo disoneste e sembra che siamo tutti sulla stessa linea, mi soffermo sulla parte qui sopra, che mi sembra tocchi proprio il nocciolo della questione.

 

io sono d'accordo con elle quando si lamenta che questa e' una semplificazione eccessiva.

 

senza una spinta per la diversita' la situazione non sarebbe neutra: il modus operandi dell'industria cinematografica con le grandi produzioni e' sempre rivolto al guadagno facile e di conseguenza a minimizzare il rischio. questo ha sempre portato a scelte che sono state a tutti gli effetti discriminanti, tipo il nero che non e' protagonista perche' non si sa se l'audience sarebbe pronta alla novita' o le donne che vengono pagate meno perche' il nome che fa vendere e' quello del maschio (perche' e' quello con cui si va sul sicuro etc etc circolarmente). stiamo parlando del passato remoto? no, sono cose dell'altro ieri ed in alcuni casi dell'oggi, quindi non penso che la passivita' sia l'approccio piu' funzionale adesso come adesso.

 

non penso che questa battaglia culturale/politica stia tarpando le ali di nessuno. il cinema autoriale potra' continuare a raccontare le sue storie (non mi e' mai capitato di leggere neanche il peggior critico lamentarsi che non c'e' un cinese nella campagna rurale gallese di un film indie a budget zero o scemate cosi', e anche con produzioni d'autore piu' significative si criticherebbe solo scelte evidentemente biased) (o anche tutte le pippe che si deve fare un bloc buster per evitare che la gente non fumi per dare il cattivo esempio, mentre se fai cinema indie chi se ne frega), mentre le produzioni ad alto budget devono semplicemente pensarci due volte quando mettono insieme il casting / la story line e considerare se sono un po' troppo parziali (ed e' solo un elemento che dovranno tenere inconsiderazioni insieme a tutta una marea di altre limitazioni/dettami generalmente legate al dane' - "sicuro che lo vuoi girare la' il film? si' il romanzo era ambientato la' ma non e' che tira molto come localita'", per dirne una scema).

 

alla storia della gente che fa film pro-neri per avere piu' successo credo poco. cioe' ovviamente c'e' una "moda" (o agenda attuale), un po' come quella del fare i film sul vietnam negli anni settanta-ottanta, ma non collegherei questo discorso a quello sacrosanto di avere uno sguardo critico su considerazioni pregiudiziali che possono risultare in azioni discriminanti.

 

riguardo alla battaglia dei sessi degli ultimi post: abbiamo goduto per anni di in un cinema che al 90% ha rappresentato lo sguardo maschile, le sue paure, le sue fantasie. come sopra, non penso che avere adesso un po' piu' punti di vista #metoo sia necessariamente un male, anzi.

 

william, dici che hai pochi dubbi sul fatto che queste storyline aggiuntive ammazzino la creativita', ma hai parecchi esempi concreti da portare? secondo me succede solo quando il regista e' in balia degli eventi.

 

 

 infatti ho scritto che diventa problematico quando. io non so se il "quando" è già in atto o è in divenire perché non vivo né lavoro a Hollywood: però che la conseguenza delle imposizioni, dei paletti sia un prosciugamento e una sterilizzazione della creatività mi pare abbastanza logico. attenzione che non è che servano regole scritte, basta la paura di essere tacciato di 'qualcosa' affinché l'artista si autocensuri. è un clima culturale che cambia: chiedetelo a quelli "in odore di comunismo" negli anni 50. che poi le cose cambino solo di facciata, in apparenza, e non in profondità è un altro discorso ed è forse la conseguenza peggiore... poi ben vengano più registi di colore, più registi donne e tutto quanto (anche iniziando dalle "quote"): purché offrano un punto di vista davvero personale e non il punto di vista che l'industria chiede loro di avere. ad esempio, si è fatto l'esempio McQueen che è un regista di talento e ha una formazione da (video)artista contemporaneo, alludendo alla possibilità che, dopo aver avuto successo con film sui bianchi, adesso che ne ha la possibilità sta facendo film sui neri. ma instillo il dubbio: è più intimo, oltre indipendente e autonomo, "Hunger" oppure "12 anni schiavo"? una lettura critica della questione irlandese (McQueen è inglese) o l'epopea dell'ingiustizia schiavista fatta a Hollywood e per Hollywood (guarda caso nel suo film più stilisticamente convenzionale)? alla fine, sicuramente, entrambe. ma non vorrei che ci fosse l'uguaglianza regista nero = deve parlare dei neri, regista donna = film femministi (la Bigelow per anni accusata di fare film troppo maschi, finché non si è capito che era proprio i film che voleva fare) etc.

 

 

 

@WB eh, lo so, ma queste sono leggi, regole o modi di fare opportunistici di un'industria che deve fare i soldi senza una ricetta, che viene via via desunta da meteorologi non sempre illuminati del clima politico e sociale?

 

 

naturalmente la seconda. che però si appoggia proprio al clima politico-sociale che, di conseguenza, riprende la rappresentazione come specchio della contemporaneità e ha (ri)cominciato a giudicare solo in termini di etica, moralità, correttezza della rappresentazione. e quindi, ancora, io-artistica mi limito, mi autocensuro perché essere bollato come scorretto, immorale, criminale significa finire con le palle in bocca e non poter lavorare. è forse un caso che dopo il caso di Louis Ck fior fior di giornalisti e critici americani abbiano scritto degli articoli revisionisti sull'opera di Louis (gli stessi che l'avevano inserito tra i comici migliori del mondo e la sua serie tv tra le più importanti dei 2000, peraltro)? in cui si diceva che avrebbero dovuto capirlo prima che CK fosse un porco e quasi si scusavano. per me questo è incredibile sia se lo si pensi davvero, sia se, invece, sia frutto dell'aria che tira, per cui ci si sente immediatamente e pubblicamente in dovere di prendere le distanze dal mostro di turno, per timore di essere travolti dalla valanga di merda che ne seguirà... e questo appiattimento, questa paura di stare fuori dal coro per me è un problema.


  • 1
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#131 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 05 gennaio 2018 - 16:52

Cristallino2 :nod:


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#132 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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  • Location...riverrun

Inviato 05 gennaio 2018 - 17:18


e questo appiattimento, questa paura di stare fuori dal coro per me è un problema.

 

Parto da qui e rispondo con una cosa magari scontata ma non una frase fatta senza significato: nel 2018 esistono troppe voci perché si possa essere fuori dal coro, bisogna piuttosto capire in che coro si stia cantando.

 

Cambiare idea è tutt'altro che penoso e magari le revisioni, come giudizi dopo visioni successive, sono sincere, però ti dico parlando per me che l'opera di LCK rimane quella (e sì, guardandola è difficile stupirsi di quanto facesse, il che non significa fosse prevedibile o appunto debba entrare nel giudizio).

Hai visto l'articolo di Vice che ho postato? Quella mi è parsa una revisione coscientemente fallita e l'attestazione cosciente che un uomo forse abbastanza di merda se non addirittura gravemente criminale sia stato anche un autore efficace e attento verso un personaggio ed il lato autobiografico che vi girava attorno. E quindi la voce che riconosce ciò non canta nel coro pericoloso di cui leggo avvertimenti qui, per esempio (e altre voci invece lo faranno, certo).

 

L'uguaglianza regista, autore nero=parli dei neri e simili sono proprio al primissimo livello di tesi/antitesi, sbilanciamento/feedback, per questo parlavo di ingenuità a Ronald Regaz, di Popper e Adorno (che non ho mica letto ma che quasi un secolo dopo dovevo analizzare in un tema del liceo) e così via.

Reynard ha spiegato molto bene perché mi incaponisco e mi infastidisco per inezie, ogni volta che voi dite "tutti", "solo", "sempre" per intendere "una certa quantità che fa un certo rumore con una certa frequenza su certi temi", creando un coro unico e rischiando di accordarvi a un altro che, ci assicuriamo (me lo assicurate voi e vi assicuro io che vi credo), non è il vostro.

E da qui mille distinguo (anche solo la differenza fra creare surplus di personaggi e vicende per incastrare persone diverse, versus assegnare a persone diverse personaggi e vicende disponibili).

 

Poi su un altro punto non riesco a cogliere se ci sia un consenso o meno, ma il pubblico è responsabile e in che misura di quello che il cinema offre? Con responsabile non intendo che abbia un effetto, ma che lo abbia voluto.

Insomma, se io esigessi diversità e il cinema mi rispondesse con film meno belli, meno coraggiosi, etc per incapacità di gestire la cosa, io (io pubblico) dovrei cambiare le mie esigenze in tema di diversità per rivedere soddisfatte quelle su bellezza, coraggio, provocazione etc.?

Secondo me no, per principio e perché io-pubblico non esisto e non si possono applicare i concetti di responsabilità d'azione a soggetti plurali di dimensioni pari a quelli moderni. Secondo me no e mi devo lamentare, sempre del risultato e non del principio, dei giocatori e non del gioco, se il gioco lo sto "proponendo" io. Ma c'è un'asimmetria enorme perché non solo io-pubblico non esisto, ma non propongo una mazza, posso solo reagire a proposte.

Un po' più di potere d'influenza lo avrebbero i critici (o insomma chi dirige il discorso collettivo) e infatti WB a loro si rivolge su LCK.

Ma qui le regole problematiche, e alla fine mi pare siamo d'accordo, non sono quelle della giustizia sociale, o della political correctness, etc, e non son più nemmeno solo quelle del capitalismo, bensì quelle di un gioco complicatissimo di agenti diversi di cui bisogna parlare nel topic Terapia Di Gruppo: La Contemporaneità.


  • 5

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#133 Matthew30

    Classic Rocker

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Inviato 05 gennaio 2018 - 17:36

Piccola introduzione sul cinema americano secondo Marco Ferreri:

 

 

Hanno preso tutti lezioni da noi. Non sono soffici, non sono aerei.


  • 0

#134 pasquale

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Inviato 08 gennaio 2018 - 19:03

Per la gioia di Cinemaniaco ed altri, ecco a voi lo spinoff sulla Lirica.

 

http://www.corriere....l?refresh_ce-cp

 

In pratica, hanno ribaltato il finale della Carmen perché veicolava un messaggio a favore del femminicidio. Purtroppo l'arma con cui la donna si vendicava dell'aggressione del maschio si è, ahinoi, inceppata, e addio messaggio educativo. Qui sotto il lungimirante commento del sindaco di Firenze

 

Allega file  Nardella T.jpg   139,79K   2 Numero di downloads

 


  • 0

#135 lazlotoz

    Enciclopedista

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Inviato 08 gennaio 2018 - 19:29

Il commento di "Boskov" su twitter  asd


  • 0

#136 Max Stirner

    Scaruffiano

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  • LocationAci Trezza(CT)

Inviato 09 gennaio 2018 - 10:51

ma le minoranze han rovinato anche il forum, tipo quel rumeno appena uscito di galera di mick wall asd

http://forum.ondaroc...bers/?p=2326085


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"Ho abituato i miei occhi al sangue." Georg Büchner


"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"

#137 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 10 gennaio 2018 - 09:51

Vive la France

http://www.repubblic...rci_-186158566/


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#138 Guybrush Threepwood

    avvocato delle cause perse

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  • Locationromagnolo in teutonia

Inviato 10 gennaio 2018 - 11:01

Amen!
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#139 markmus

    cui prodi

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Inviato 10 gennaio 2018 - 11:34

 

non si smentiscono mai queste donne... aveva gia' previsto tutto elio in #tns.

 

Vorrei palparti le tette 
Porco! 
Mai ti toccherei neanche con un fiore
Finocchio! 
 
(si scherza eh)
 
ps unrelated col cinema, quindi andrebbe nel topic generalista, ma c'e' un fil rouge:
 
hanno dato del razzista a chi ha fatto la campagna pubblicitaria e adesso ci sono quelli che danno del razzista a chi ha dato del razzista.

  • 0

#140 pooneil

    Enciclopedista

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Inviato 10 gennaio 2018 - 11:36

vecchia trapanabile!


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#141 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 10 gennaio 2018 - 11:52

Vive la France
http://www.repubblic...rci_-186158566/


la francia si conferma il paese culturalmente più avanzato. per citare woody allen - che mai come in questo periodo mi è stato così simpatico :



è una notizia più da hollywood babilonia , ma al di là di ciò mi viene da fare una riflessione che si può collegare anche al topic in cui ci troviamo

il politicamente corretto è un prodotto della cultura liberal americana, che poi è stato acquisito ed assorbito dal mainstream che si sa, non ha colore politico. la riflessione che mi viene da fare è questa: negli anni 60 e 70, la cultura liberal era sinonimo di libertario, persino di eversione , perché le forze conservatrici ed autoritarie erano proprio questo, la destra di nixon non era la destra liberale che poi avrà maggior successo da reagan in poi, era una destra tradizionale e tradizionalista, un nemico ben chiaro

negli anni 90 la cultura liberal americana è salita al potere e si è messo in moto una vera e propria trasformazione culturale e persino antropologica della figura del liberal. è diventata per l'appunto un sistema di potere con due grossi alfieri ai propri lati: politicamente corretto e globalizzazione. diventando sistema di potere - culturale, sociale, economico - non è diventata qualcosa di tanto diverso dai sistemi di potere che l'hanno preceduta. riassorbiti i conflitti, ha espresso esattamente le stesse coordinate culturali dell'america dall'inizio dei tempi: il puritanesimo è solo uno di questi

oggi arriviamo al paradosso che il concetto culturale di liberal è stato completamente svuotato, nel momento in cui si leggono cose come che nel 2020 i papabili candidati alla presidenza degli usa per il partito democratico sarebbero esponenti del mondo mediatico, cinematografico, economico come bob iger, george clooney o oprah winfrey, si arriva ad un totale cortocircuito distopico, per cui davvero ormai parlare di politica è come parlare di un sistema morto e sepolto nello scorso secolo, per cui non c'è davvero nessuna differenza tra una proposta politica e l'altra (di là abbiamo il presentatore di un reality), è lo stesso moloch mediatico e markettaro che ci rincoglionisce , su cui non abbiamo nessun potere, nessuna scelta

insomma gli americani hanno completamente perso ogni contatto con la realtà. in europa ancora resiste un minimo di presa sulle cose, ma in un mondo globalizzato e dominato dall'interconnettività dei social diventa sempre più difficile fare opposizione allo strapotere culturale di una potenza (fuori controllo) come gli stati uniti
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#142 ucca

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Inviato 10 gennaio 2018 - 11:56

Beh, posso metterti ottocentocinquantamila più?

 

Ti cito sul sito della band, poi dimmi come ti chiami davvero!


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Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#143 Tom

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Inviato 10 gennaio 2018 - 12:57


negli anni 90 la cultura liberal americana è salita al potere e si è messo in moto una vera e propria trasformazione culturale e persino antropologica della figura del liberal.

 

 

Uhm.

 

La stretta puritana c'era gia' stata con Reagan, quindi fin dai primi anni 80. Ad esempio, ne parlano Landis e Carpenter nella famosa intervista a tre con Cronenberg piu' volte postata nel forum. Ma e' del tutto evidente che negli anni 80 ci fu un'involuzione spaventosa rispetto alla liberta' dei 70 per quanto riguarda il sesso e la sua rappresentazione.

Anche per quanto riguarda la violenza fu durante la presidenza di Bush Senior che le viti iniziarono a stringersi. In genere il film che viene considerato l'opera limite che segno' un indignato "non plus ultra" nella rappresentazione della violenza mainstream e' "Atto di forza": 1990.

 

Lo so che adesso va di moda dare la colpa di tutti mali ai radical chic e al maledetto '68, ma al liberalismo clintoniano dei 90 si puo' imputare al limite di aver appunto ipocritamente e definitivamente integrato il puritanesimo conservatore gia' esisente nel polticamente corretto, non di aver innescato un processo gia' in atto da anni.

Bill Hicks vomitava contro l'ipocrisia del politicamente corretto gia' nei suoi spettacoli di fine 80.

 

Ogni tanto diamo anche ai reazionari il merito di qualche involuzione reazionaria della societa', poveretti: mai un riconoscimento.


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#144 Earl Bassett

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Inviato 10 gennaio 2018 - 13:40

Penso che il discorso di Cine puntasse in una diversa direzione però, cioe come la parte liberal del paese una volta preso culturalmente il potere sia finita, attraverso tutte le regolette del politicamente corretto, per creare una morale altrettanto stringente e asfissiante di quella che aspirava a combattere.
Gli anticorpi che diventano parte della malattia che si erano preposti di combattere.
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#145 cinemaniaco

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Inviato 10 gennaio 2018 - 13:41

la destra ha sempre fatto la destra, non vedo lo "scandalo". tuttavia è un dato di fatto storico che la destra di reagan e bush sr sia stata una destra diversa da quella di nixon, da quella repubblicana tradizionale. infatti la "rivoluzione conservatrice" promessa da reagan si è trasformata più in una rivoluzione liberale e liberista, e con il liberismo sfrenato si è portato dentro alla società quegli agenti patogeni che hanno eroso alle fondamenta la società tradizionale (che invece stava a cuore all'elettore repubblicano nixoniano). sull'altra sponda dell'atlantico, è stata assai più conservatrice - in materia di valori - la thatcher, omologa europea di reagan

il punto è che è la sinistra che ha smesso di essere la sinistra, una volta al potere. tony blair, bill clinton... alla fine mi dai ragione su questo, vedi?

il liberal anni 90 è uno yuppie post-reaganiano con qualche dilemma morale in più e qualche causa umanitaria in più in cui versare guadagni non tassabili. un perfetto conformista. un portavoce del nuovo conformismo: politicamente corretto e globalizzazione

dove sono finiti gli anni 60? io dei tanto discussi anni 60 metto in luce solo il cumulo di promesse vane e non mantenute. le persone vogliono solo fare soldi, essere in una posizione di potere e scopare. come dargli torto ashd
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#146 ucca

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Inviato 10 gennaio 2018 - 13:42

ad esempio la storia delle violenze/abusi sulle donne è rapidamente diventata una caccia alle streghe senza quartiere con gente condannata a prescindere.


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#147 Earl Bassett

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Inviato 10 gennaio 2018 - 14:08

la destra ha sempre fatto la destra, non vedo lo "scandalo". tuttavia è un dato di fatto storico che la destra di reagan e bush sr sia stata una destra diversa da quella di nixon, da quella repubblicana tradizionale. infatti la "rivoluzione conservatrice" promessa da reagan si è trasformata più in una rivoluzione liberale e liberista, e con il liberismo sfrenato si è portato dentro alla società quegli agenti patogeni che hanno eroso alle fondamenta la società tradizionale (che invece stava a cuore all'elettore repubblicano nixoniano). sull'altra sponda dell'atlantico, è stata assai più conservatrice - in materia di valori - la thatcher, omologa europea di reagan

il punto è che è la sinistra che ha smesso di essere la sinistra, una volta al potere. tony blair, bill clinton... alla fine mi dai ragione su questo, vedi?

il liberal anni 90 è uno yuppie post-reaganiano con qualche dilemma morale in più e qualche causa umanitaria in più in cui versare guadagni non tassabili. un perfetto conformista. un portavoce del nuovo conformismo: politicamente corretto e globalizzazione

dove sono finiti gli anni 60? io dei tanto discussi anni 60 metto in luce solo il cumulo di promesse vane e non mantenute. le persone vogliono solo fare soldi, essere in una posizione di potere e scopare. come dargli torto ashd

 

Però gli ideali anni 60 al cinema ci hanno portato un decennio e più di grandi film, anticonformisti nel vero senso della parola, cioè scomodi, rischiosi, non pacificati.

Direi che da cinefili possiamo essere grati anche solo per quello.

Per poco ma ha funzionato.


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#148 Earl Bassett

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Inviato 10 gennaio 2018 - 14:18

Comunque a conti fatti in questi anni 2000 si sono fondati assieme 3 diversi e pericolosi moralismi

- il moralismo reazionario americano classico, quello nixoniano e conservatore per intenderci

- l'edonismo reaganiano col suo mito del successo e dei soldi

- il politacamente corretto della nuova sinistra col suo vacuo perbenismo e la sua paura di offendere chiunque.

Risultato:

 

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#149 cinemaniaco

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Inviato 10 gennaio 2018 - 14:19

Però gli ideali anni 60 al cinema ci hanno portato un decennio e più di grandi film, anticonformisti nel vero senso della parola, cioè scomodi, rischiosi, non pacificati.
Direi che da cinefili possiamo essere grati anche solo per quello.
Per poco ma ha funzionato.


la generazione dei baby-boomer per il cinema americano, ma non solo, è stata sicuramente la più florida e memorabile. ma non so quanto c'entri la politica
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#150 Earl Bassett

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Inviato 10 gennaio 2018 - 14:20

Forse la politica in senso stretto no, ma certamente lo spirito dell'epoca, quel ribellismo iniziato a metà anni 50 ed esploso poi a fine 60, direi proprio di si.


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