Ogni volta che prendo un + da elefantiño, la mia giornata si rinvigorisce di senso.

Diego Fusaro - Philosofo
#101
Inviato 26 giugno 2017 - 18:13
miamusica
______________
And if I have some kind of need / Maybe the thing I need is the thing I've got
And if I look inside of me / I find the thing that can't be took or bought
Anytime you’re gonna grow, you’re gonna lose something. You’re losing what you’re hanging onto to keep safe. You’re losing habits that you’re comfortable with, you’re losing familiarity.
#102
Inviato 26 giugno 2017 - 18:15
non c'è nulla di più rivoluzionario, oggi, che evitare questa minchia di locuzione ad inizio della frase; e meno male che lui rifugge la neolingua contemporanea.
Per cosa dovrebbe mai ridere Fusaro? Al massimo può dire "Mi fa ridere -pausetta- comeee..." per sbeffeggiare qualche bifolco.
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#103
Inviato 26 giugno 2017 - 18:16
non c'è nulla di più rivoluzionario, oggi, che evitare questa minchia di locuzione ad inizio della frase; e meno male che lui rifugge la neolingua contemporanea.
Mi viene in mente un utente di OR che lo fa spesso
Rodotà beato te che sei morto
A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
#104
Inviato 26 giugno 2017 - 18:17
Io comunque i suoi video me li sparo sempre. É un coglione assoluto ma adoro la roboticitá classica del suo parlato.
Fusaro é per la mia sete di italiano quello che era per me Joe Satriani quand imparavo 'a ghidara elecceca.
miamusica
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And if I have some kind of need / Maybe the thing I need is the thing I've got
And if I look inside of me / I find the thing that can't be took or bought
Anytime you’re gonna grow, you’re gonna lose something. You’re losing what you’re hanging onto to keep safe. You’re losing habits that you’re comfortable with, you’re losing familiarity.
#105
Inviato 26 giugno 2017 - 18:20
Quindi anche tu dici "spagnuoli" (che forse non si usa più dai tempi del Tommaseo) e Nova York?
#106
Inviato 26 giugno 2017 - 18:21
No, ma t'assicuro che dico di ben pejjo. - ovviamente non nel suo stile.
Comunque vah, questo ha passato l'intera esistenza a leggere libri di filosofia. Questa cosa gli ha fottuto il cuore e lo ha privato delle emozioni, nevertheless un minimo di vocabolario l'ha guadagnato.
miamusica
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And if I have some kind of need / Maybe the thing I need is the thing I've got
And if I look inside of me / I find the thing that can't be took or bought
Anytime you’re gonna grow, you’re gonna lose something. You’re losing what you’re hanging onto to keep safe. You’re losing habits that you’re comfortable with, you’re losing familiarity.
#107
Inviato 05 luglio 2017 - 09:52
Da minuto 6:30 in poi Fusaro si fa prendere proprio apertamente e trivialmente per il culo ma continua come nulla fosse, senza cambiare tono o registro nemmeno per un secondo, con una tenacia commovente. Lo sto rivalutando tantissimo come personaggio. Se anche stesse trollando o facendo un esperimento sociale, in cui quelli ad essere presi per il culo sono gli ascoltatori, certe invenzioni tipo "squadrismo erotico" valgono il tempo perso.
#108
Inviato 05 luglio 2017 - 10:13
Come sempre indovinatissimo il titolo del video, manca solo SILENZIA scritto in maiuscolo.
Ecco, vedo poi che proviene dal suo canale, dove pare vengano pubblicati una cosa come due o tre video al giorno. Questo, tra internet, televisione, radio, è in pratica onnipresente, e ha pure il coraggio di farsi passare per l'intellettuale scomodo ed emarginato.
A questo punto mi auguro, soprattutto per lui, che non sia serio, anche se tutto mi fa pensare il contrario.
#109
Inviato 05 luglio 2017 - 10:14
Godimento autistico
Squadrismo erotico
#110
Inviato 05 luglio 2017 - 10:15
Cruciani é un ignorante burino coglione che non sa fare e dire nulla, un idiota di tale livello che al confronto Fusaro é Nelson Mandela.
miamusica
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#111
Inviato 05 luglio 2017 - 10:21
Interessante dialogo tra due narcisisti patologici.
Almeno Fusarone ha trovato un modo più originale di Cruciani per sfogare e mostrare tutto il suo ego (la guerra dei personaggi: filosofo/intellettuale bello e impossibile vs. provocatore caciarone ignorante).
#113
Inviato 05 luglio 2017 - 14:15
Cruciani é un ignorante burino coglione che non sa fare e dire nulla, un idiota di tale livello che al confronto Fusaro é Nelson Mandela.
In generale concordo. Qua con Fusaro però per me la cosa funziona e riescono a farne uscire bene il ridicolo.
#114
Inviato 05 luglio 2017 - 15:06
Non so, Cruciani gli tira fuori la cazzata che non si capisce mai cosa direbbe Fusaro, perché "parla difficile".
...Ma dove? Parla "bene", non é che parli "difficile". Non usa parole irriconducibili all'italiano standard e non disegna concetti autistici complessi/articolati á la Enrico Ghezzi --> dice le solite cose in politichese, insomma, spruzzate della sobrietá donatagli da una vita passata a leggere tomi gialli di roba vetusta. Se Cruciani non sa parlare italiano o risultare un minimo intelligente senza utilizzare il suo cazzo di romanesco, é una questione negativa personale che appartiene solo a Cruciani.
Fusaro probabilmente non ha mai riso in vita sua, forse non ha mai pianto, non é umano. É un uomo distrutto a cui non frega nulla di quanto lo sfotti, e forse il suo non-rendersene-conto é misura del suo menefreghismo.
Cruciani invece appartiene ancora al mondo degli umani che sanno interagire e socializzare e forse - forse - provare emozioni, e in quanto ancora "umano" fa ancora piú schifo, perché avrebbe la responsabilitá di dispensare umanitá.
Ma dispensa solo smegma e teratomi.
miamusica
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And if I have some kind of need / Maybe the thing I need is the thing I've got
And if I look inside of me / I find the thing that can't be took or bought
Anytime you’re gonna grow, you’re gonna lose something. You’re losing what you’re hanging onto to keep safe. You’re losing habits that you’re comfortable with, you’re losing familiarity.
#115
Inviato 05 luglio 2017 - 15:21
argomento (Fusaro) che meriterà di essere meglio dibattuto, al netto delle battute che circolano tra gli agit-prop della misera politica nazionale.
Personalmente lo conosco poco e lo seguo men di meno ma, nelle sue linee-guida è totalmente ortodosso al suo maestro che invece conosco (-evo purtroppo, rip) molto benino (Costanzo Preve) e che di certo gli avrà già perdonato alcuni dei suoi più superficiali stati dell'essere (giovane e bello e mediatico per esempio).
Ne riparleremo
#116
Inviato 05 luglio 2017 - 17:17
Cruciani ogni anno in spiaggia a Sabaudia cerca il mio saluto, il mio riconoscimento. Lo fa di proposito. L'avrò scritto diverse volte anche qui. Scendiamo nel medesimo tratto di spiaggia. Un tratto isolato. E mi fissa come un coglione ad ogni passeggiata, ogni volta che ci troviamo ad una distanza inferiore ai due metri comincia a guardarmi dritto negli occhi aspettando che lo riconosca. Ma non sa che sono iscritto qui da dodici anni e dunque già solo per questo sono un essere infinitamente superiore. Non lo immagina, il ragazzo.
Certo tra lui e Fusaro, per quanto opinabile il secondo, non c'è paragone. Siamo dinanzi a uno pseudo pariolino cazzaro del giro di Chiambretti e un professore di filosofia comunque munito di una certa cultura. Piaccia o no, ma è così. Certo che la freddezza di Fusaro è quasi aliena. Questo va da sé.
"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)
"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)
La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).
#117
Inviato 05 luglio 2017 - 17:21
beh, vuvu, magari però sa che qui ha dei fan sfegatatissimi... (però che tristezza che qui dobbiamo cagare CRUCIANI)
#118
Inviato 05 luglio 2017 - 17:23
beh, vuvu, magari però sa che qui ha dei fan sfegatatissimi... (però che tristezza che qui dobbiamo cagare CRUCIANI)
Addirittura. Allora la prossima volta mi fermo, senza salutare, e gli dico soltanto "Aò, lo sai che sul forum de ondarocche ce stanno degli utenti che te conoscono e te stimano pure. Ecco, vedi de farti salutà da loro!"
"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)
"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)
La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).
#120
Inviato 05 luglio 2017 - 19:00
A me è piaciuto molto l'articolo che ha scritto (Fusaro, ovviamente, non Cruciani) su Villaggio nel suo blog.
Paolo Villaggio, il mio ricordo del Marx genovese
Non lo nascondo. Per me Villaggio è stato un gigante. Oserei dire un mito. La saga di Fantozzi è un capolavoro filosofico. Si tratta della lotta di classe marxiana pensata senza redenzione, dall’antichità al futuro (si veda “Superfantozzi“). Villaggio è stato un genio: ha pensato con Marx, oltre Marx. Portandolo all’altezza dei tempi. È questa la vicenda narrata nel finale di quel capolavoro tragicomico che è il film di Paolo Villaggio, Fantozzi (1975), tratto dall’omonimo libro del 1971. Se letto al di là del primo e più immediato livello comico, il film e, con esso, la saga che ne è seguita mette criticamente a nudo l’unidimensionalità e le contraddizioni dell’esistenza del lavoratore del capitalismo avanzato. In particolare, il finale del primo episodio della saga adombra nitidamente l’integrazione del proletariato nella logica del nuovo ordine dominante, con annesso addomesticamento dello spirito oppositivo e disgregazione della coscienza antagonista.
Allorché il protagonista Fantozzi, paradigma dello sfruttamento subito in silenzio, inizia a frequentare sul posto di lavoro “il compagno Folagra”, noto comunista in lotta contro il sistema padronale, la sua prospettiva muta radicalmente. Mediante le discussioni serrate con il nuovo interlocutore e la lettura serale dei classici del pensiero marxista, Fantozzi viene acquisendo coscienza del conflitto e della relazione niente affatto neutra che lega i datori di lavoro ai lavoratori. Prende gradualmente congedo dalla falsa rappresentazione ideologica con cui il Signore occulta il conflitto come fondamento del rapporto: “Per vent’anni – esclama Fantozzi, dopo aver letto Marx – mi hanno fatto credere che loro mi facevano lavorare solo perché sono buoni”.
Dopo aver compiuto un gesto vandalico ai danni della ditta presso la quale lavora, Fantozzi è convocato dal “megadirettore galattico in persona”, emblema del potere assoluto, autarchico e impalpabile del capitale, del quale si vociferava fosse soltanto “un’entità astratta”, priva di identità umana. Al cospetto del megadirettore, Fantozzi espone la prospettiva conflittuale del Servo in cerca dell’emancipazione e del riconoscimento mediante il conflitto: egli articola apertamente la lotta incomponibile che separa “i padroni, gli sfruttatori” da quelli che non esita a connotare come “gli schiavi, i morti di fame”.
Il megadirettore, però, rovescia le grammatiche: nega il conflitto e disegna uno scenario pacificato, in cui in luogo dell’antagonismo tra Servo e Signore si dà una relazione paritetica tra collaboratori cooperanti in vista dello stesso obiettivo e sulla base della medesima visione del mondo. Quelli che per Fantozzi sono “padroni”, “sfruttatori” e “morti di fame”, dal punto di vista ideologico del megadirettore figurano invece, in maniera neutra, come “datori di lavoro”, “benestanti” e “classe meno abbiente”.
Il film si conclude con la scena dell’“acquario degli impiegati”, il paradisiaco luogo riservato, mediante una sorta di beatificazione lavorativa, ai subordinati che hanno svolto con maggiore dedizione e fedeltà il loro lavoro. A quel punto Fantozzi, rapito dalla visione estastica dell’acquario e dalla possibilità di farne parte, abbandona la coscienza oppositiva e si allinea con le posizioni del megadirettore. Rinuncia alla lotta contro il sistema, perché ammaliato dalla prospettiva di trarne anch’egli benefici individuali: abbandona il progetto di un’emancipazione sociale mediante il superamento della situazione oggettivamente ingiusta per aderire a quello del proprio successo individuale nell’accettazione della contraddizione. La vittoria del Signore è mediata dall’integrazione economicistica del Servo nel suo progetto, vuoi anche dall’assimilazione, da parte dei dominati, della prospettiva ideologica dei dominanti.
Il megadirettore permette a Fantozzi l’ingresso nell’agognato paradiso dei lavoratori rivolgendogli le seguenti emblematiche parole: “Mi raccomando: sia sempre rispettoso e fedele”. In queste scene è narrata, con un registro a cavaliere tra il tragico e il comico, la disgregazione storica del proletariato come classe in sé e per sé e il suo transito dal sogno di una cosa marxiano al sogno delle cose mercatistico. L’economicizzazione del conflitto segna, ancora una volta, la necessaria premessa per la riconversione del Servo in docile cultore delle sue stesse catene, in soggetto addomesticato che sogna l’ingresso nell’acquario degli impiegati e non più il rovesciamento dell’ordine ingiusto della società classista. E’ il nostro presente. Grazie Paolo Villaggio per avercelo descritto magnificamente.
#121
Inviato 05 luglio 2017 - 19:05

E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...
... adesso
e la sua voce il grido di un uccello
sconosciuto,
3Jane che rispondeva con una canzone, tre
note, alte e pure.
Un vero nome.
#122
Inviato 05 luglio 2017 - 19:53
Sulla stessa linea della lettera di Berlusconi, tutti che vogliono appropriarsi di Villaggio; era grillino, lavorava per mediaset, ex-rifondazione, proto-fascista, trash, intellettuale.
Siamo dalle parti di Carmelo Bene, forse l'uniche parole sensate l'ha dette addirittura Grillo.
Cruciani ogni anno in spiaggia a Sabaudia cerca il mio saluto, il mio riconoscimento.
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
#123
Inviato 05 luglio 2017 - 21:38
Sì, su Villaggio in questi giorni anche i Wu Ming hanno azzeccato l'articolo - che sono altri che in quanto a risate si situano più o meno dalle parti di Fusaro.
http://www.wumingfou...17/07/potemkin/
Tra l'altro, cadendo clamorosamente sui fondamentali.
Lì si scrive che Folagra non partecipa al cineforum aziendale; per forza: Folagra è nel primo film, la scena del cineforum è nel secondo.
Manco le basi, oh.
Poi in realtà su qualche punto sono pure d'accordo con i Wu Ming, a parte qualche fisiologica risata.
#124
Inviato 06 luglio 2017 - 09:59
A me è piaciuto molto l'articolo che ha scritto (Fusaro, ovviamente, non Cruciani) su Villaggio nel suo blog.
Paolo Villaggio, il mio ricordo del Marx genovese
Non lo nascondo. Per me Villaggio è stato un gigante. Oserei dire un mito. La saga di Fantozzi è un capolavoro filosofico. Si tratta della lotta di classe marxiana pensata senza redenzione, dall’antichità al futuro (si veda “Superfantozzi“). Villaggio è stato un genio: ha pensato con Marx, oltre Marx. Portandolo all’altezza dei tempi. È questa la vicenda narrata nel finale di quel capolavoro tragicomico che è il film di Paolo Villaggio, Fantozzi (1975), tratto dall’omonimo libro del 1971. Se letto al di là del primo e più immediato livello comico, il film e, con esso, la saga che ne è seguita mette criticamente a nudo l’unidimensionalità e le contraddizioni dell’esistenza del lavoratore del capitalismo avanzato. In particolare, il finale del primo episodio della saga adombra nitidamente l’integrazione del proletariato nella logica del nuovo ordine dominante, con annesso addomesticamento dello spirito oppositivo e disgregazione della coscienza antagonista.
Allorché il protagonista Fantozzi, paradigma dello sfruttamento subito in silenzio, inizia a frequentare sul posto di lavoro “il compagno Folagra”, noto comunista in lotta contro il sistema padronale, la sua prospettiva muta radicalmente. Mediante le discussioni serrate con il nuovo interlocutore e la lettura serale dei classici del pensiero marxista, Fantozzi viene acquisendo coscienza del conflitto e della relazione niente affatto neutra che lega i datori di lavoro ai lavoratori. Prende gradualmente congedo dalla falsa rappresentazione ideologica con cui il Signore occulta il conflitto come fondamento del rapporto: “Per vent’anni – esclama Fantozzi, dopo aver letto Marx – mi hanno fatto credere che loro mi facevano lavorare solo perché sono buoni”.
Dopo aver compiuto un gesto vandalico ai danni della ditta presso la quale lavora, Fantozzi è convocato dal “megadirettore galattico in persona”, emblema del potere assoluto, autarchico e impalpabile del capitale, del quale si vociferava fosse soltanto “un’entità astratta”, priva di identità umana. Al cospetto del megadirettore, Fantozzi espone la prospettiva conflittuale del Servo in cerca dell’emancipazione e del riconoscimento mediante il conflitto: egli articola apertamente la lotta incomponibile che separa “i padroni, gli sfruttatori” da quelli che non esita a connotare come “gli schiavi, i morti di fame”.
Il megadirettore, però, rovescia le grammatiche: nega il conflitto e disegna uno scenario pacificato, in cui in luogo dell’antagonismo tra Servo e Signore si dà una relazione paritetica tra collaboratori cooperanti in vista dello stesso obiettivo e sulla base della medesima visione del mondo. Quelli che per Fantozzi sono “padroni”, “sfruttatori” e “morti di fame”, dal punto di vista ideologico del megadirettore figurano invece, in maniera neutra, come “datori di lavoro”, “benestanti” e “classe meno abbiente”.
Il film si conclude con la scena dell’“acquario degli impiegati”, il paradisiaco luogo riservato, mediante una sorta di beatificazione lavorativa, ai subordinati che hanno svolto con maggiore dedizione e fedeltà il loro lavoro. A quel punto Fantozzi, rapito dalla visione estastica dell’acquario e dalla possibilità di farne parte, abbandona la coscienza oppositiva e si allinea con le posizioni del megadirettore. Rinuncia alla lotta contro il sistema, perché ammaliato dalla prospettiva di trarne anch’egli benefici individuali: abbandona il progetto di un’emancipazione sociale mediante il superamento della situazione oggettivamente ingiusta per aderire a quello del proprio successo individuale nell’accettazione della contraddizione. La vittoria del Signore è mediata dall’integrazione economicistica del Servo nel suo progetto, vuoi anche dall’assimilazione, da parte dei dominati, della prospettiva ideologica dei dominanti.
Il megadirettore permette a Fantozzi l’ingresso nell’agognato paradiso dei lavoratori rivolgendogli le seguenti emblematiche parole: “Mi raccomando: sia sempre rispettoso e fedele”. In queste scene è narrata, con un registro a cavaliere tra il tragico e il comico, la disgregazione storica del proletariato come classe in sé e per sé e il suo transito dal sogno di una cosa marxiano al sogno delle cose mercatistico. L’economicizzazione del conflitto segna, ancora una volta, la necessaria premessa per la riconversione del Servo in docile cultore delle sue stesse catene, in soggetto addomesticato che sogna l’ingresso nell’acquario degli impiegati e non più il rovesciamento dell’ordine ingiusto della società classista. E’ il nostro presente. Grazie Paolo Villaggio per avercelo descritto magnificamente.
Gesù... abbattetelo.
#125
Inviato 06 luglio 2017 - 10:56
Un uomo va dal dottore. È depresso. Dice che la vita gli sembra dura e crudele. Che si sente solo, deriso da un mondo dominato dal monoteismo di mercato, dal capitale più sproletarizzante che lo vuole mero computo dell’utile nella pluralità nomade di un villaggio globale teledipendente.
Il dottore dice: "La cura è semplice. In città c'è il grande Diego Fusaro. Vallo a vedere e ti tirerà su".
L'uomo scoppia in lacrime. "Ma dottore", dice, "Diego Fusaro sono io".
Buona questa. Desovranizzazione post-ideologista. Tutti ridono.
Sipario.
#126
Inviato 08 luglio 2017 - 08:30
A me è piaciuto molto l'articolo che ha scritto (Fusaro, ovviamente, non Cruciani) su Villaggio nel suo blog.
Paolo Villaggio, il mio ricordo del Marx genovese
Non lo nascondo. Per me Villaggio è stato un gigante. Oserei dire un mito. La saga di Fantozzi è un capolavoro filosofico. Si tratta della lotta di classe marxiana pensata senza redenzione, dall’antichità al futuro (si veda “Superfantozzi“). Villaggio è stato un genio: ha pensato con Marx, oltre Marx. Portandolo all’altezza dei tempi. È questa la vicenda narrata nel finale di quel capolavoro tragicomico che è il film di Paolo Villaggio, Fantozzi (1975), tratto dall’omonimo libro del 1971. Se letto al di là del primo e più immediato livello comico, il film e, con esso, la saga che ne è seguita mette criticamente a nudo l’unidimensionalità e le contraddizioni dell’esistenza del lavoratore del capitalismo avanzato. In particolare, il finale del primo episodio della saga adombra nitidamente l’integrazione del proletariato nella logica del nuovo ordine dominante, con annesso addomesticamento dello spirito oppositivo e disgregazione della coscienza antagonista.
Allorché il protagonista Fantozzi, paradigma dello sfruttamento subito in silenzio, inizia a frequentare sul posto di lavoro “il compagno Folagra”, noto comunista in lotta contro il sistema padronale, la sua prospettiva muta radicalmente. Mediante le discussioni serrate con il nuovo interlocutore e la lettura serale dei classici del pensiero marxista, Fantozzi viene acquisendo coscienza del conflitto e della relazione niente affatto neutra che lega i datori di lavoro ai lavoratori. Prende gradualmente congedo dalla falsa rappresentazione ideologica con cui il Signore occulta il conflitto come fondamento del rapporto: “Per vent’anni – esclama Fantozzi, dopo aver letto Marx – mi hanno fatto credere che loro mi facevano lavorare solo perché sono buoni”.
Dopo aver compiuto un gesto vandalico ai danni della ditta presso la quale lavora, Fantozzi è convocato dal “megadirettore galattico in persona”, emblema del potere assoluto, autarchico e impalpabile del capitale, del quale si vociferava fosse soltanto “un’entità astratta”, priva di identità umana. Al cospetto del megadirettore, Fantozzi espone la prospettiva conflittuale del Servo in cerca dell’emancipazione e del riconoscimento mediante il conflitto: egli articola apertamente la lotta incomponibile che separa “i padroni, gli sfruttatori” da quelli che non esita a connotare come “gli schiavi, i morti di fame”.
Il megadirettore, però, rovescia le grammatiche: nega il conflitto e disegna uno scenario pacificato, in cui in luogo dell’antagonismo tra Servo e Signore si dà una relazione paritetica tra collaboratori cooperanti in vista dello stesso obiettivo e sulla base della medesima visione del mondo. Quelli che per Fantozzi sono “padroni”, “sfruttatori” e “morti di fame”, dal punto di vista ideologico del megadirettore figurano invece, in maniera neutra, come “datori di lavoro”, “benestanti” e “classe meno abbiente”.
Il film si conclude con la scena dell’“acquario degli impiegati”, il paradisiaco luogo riservato, mediante una sorta di beatificazione lavorativa, ai subordinati che hanno svolto con maggiore dedizione e fedeltà il loro lavoro. A quel punto Fantozzi, rapito dalla visione estastica dell’acquario e dalla possibilità di farne parte, abbandona la coscienza oppositiva e si allinea con le posizioni del megadirettore. Rinuncia alla lotta contro il sistema, perché ammaliato dalla prospettiva di trarne anch’egli benefici individuali: abbandona il progetto di un’emancipazione sociale mediante il superamento della situazione oggettivamente ingiusta per aderire a quello del proprio successo individuale nell’accettazione della contraddizione. La vittoria del Signore è mediata dall’integrazione economicistica del Servo nel suo progetto, vuoi anche dall’assimilazione, da parte dei dominati, della prospettiva ideologica dei dominanti.
Il megadirettore permette a Fantozzi l’ingresso nell’agognato paradiso dei lavoratori rivolgendogli le seguenti emblematiche parole: “Mi raccomando: sia sempre rispettoso e fedele”. In queste scene è narrata, con un registro a cavaliere tra il tragico e il comico, la disgregazione storica del proletariato come classe in sé e per sé e il suo transito dal sogno di una cosa marxiano al sogno delle cose mercatistico. L’economicizzazione del conflitto segna, ancora una volta, la necessaria premessa per la riconversione del Servo in docile cultore delle sue stesse catene, in soggetto addomesticato che sogna l’ingresso nell’acquario degli impiegati e non più il rovesciamento dell’ordine ingiusto della società classista. E’ il nostro presente. Grazie Paolo Villaggio per avercelo descritto magnificamente.
Gesù... abbattetelo.
Per altro questa lettura, la più banale, è proprio la presa per il culo di villaggio ai marxisti
#127
Inviato 08 luglio 2017 - 18:23
Sì, su Villaggio in questi giorni anche i Wu Ming hanno azzeccato l'articolo - che sono altri che in quanto a risate si situano più o meno dalle parti di Fusaro.
http://www.wumingfou...17/07/potemkin/
Mah, articolo delirante secondo me
#128
Guest_Michele Murolo_*
Inviato 08 luglio 2017 - 18:32
Ammazza che pesantume di articolo
#130
Inviato 09 luglio 2017 - 12:42
#132
Inviato 09 luglio 2017 - 13:51
#135
Inviato 09 luglio 2017 - 16:56
#136
Inviato 09 luglio 2017 - 17:20
A me l'articolo dei Wu Ming è piaciuto.
Neanch'io l'ho trovato così pessimo.
#137
Inviato 09 luglio 2017 - 17:34
#138
Guest_Michele Murolo_*
Inviato 09 luglio 2017 - 19:41
Ma dai questi non hanno capito un beneamato cazzo. Basta vedere cosa scrivono di Folagra(il personaggio) "l'unico personaggio positivo della saga".
In realtà come mi ha spiegato Folagra(l'utente), il Folagra personaggio non è un qualcuno che "dice a Fantozzi qualcosa di vero sulla sua condizione" ma proprio l'esatto contrario: è un qualcuno che ripetendo a sproposito vecchi ritornelli circuisce il povero Fantozzi. La grandezza di Villaggio è aver capito gli imbrogli di un certo marxismo, che armava e poi si ritirava.
Potrà magari non essere l'interpretazione giusta ma di sicuro è molto meglio quella di Folagra(l'utente) che quella di questo mongoloide di Wu Ming 1, che ignoro anche chi sia.
Un danno culturale c'è stato. Sì, danno culturale.
Uno che scrive una cosa del genere, in ricordo di un comico è uno che una risata non l'ha mai fatta in vita sua e a cui consiglierei di andare da un analista molto bravo al più presto. Che poi chi l'avrebbe prodotto questo immane danno culturale? Non il povero Villaggio, che da molto tempo non lo stimavamo più [come se a qualcuno fregasse un cazzo se i Wu-Ming rispettassero Paolo Villaggio, cioè PAOLO VILLAGGIO, non il loro vicino di casa]. Forse i poveri deficienti che hanno ripetuto la battuta a sfinimento? Rete 4 che mandava i film di Villaggio senza spiegare che non si era più nel contesto del 1976?
Altro che Plan di Corones per ammirare l'alba e cercare di capire il senso delle battute di Siberia. Qui ci vuole il K2 o l'Everest per capirci qualcosa.
#139
Inviato 09 luglio 2017 - 19:55
Ma che è questo nervosismo?
Sul compagno Folagra la penso anch'io come il nostro Folagra, ma lì è ovvio che sia l'inclinazione politica personale a incidere.
Che il "danno culturale" (espressione infelice? non importa) ci sia stato è indubbio, anche senza a tutti i costi voler cercare un colpevole. Wu Ming non colpevolizza Villaggio ma, lo spiega bene nell'articolo (ed è questo che ho apprezzato), il cambiamento del contesto che ha reso meno leggibili le sfumature di quell'ironia. Il significato che hanno assunto quei 92 minuti di applausi è oramai, di fatto, quello illustrato da Wu Ming, in cui il senso originale è quantomeno travisato.
#140
Guest_Michele Murolo_*
Inviato 09 luglio 2017 - 20:02
Come si possa colpevolizzare un cambiamento di contesto mi sfugge...
Che ci sia stato un cambiamento di contesto nessuno lo mette in dubbio(e sinceramente non ci voleva un Wu-Ming a spiegar/celo/melo).
Che cambiamenti di contesto aprano/chiudano/modifichino l'interpretazione di un testo fa parte del destino di un testo. Lo ha spiegato molto bene questo signore
Che visto quanto sono post-moderni i Wu-Ming dovrebbero leggere un po' di più
#142
Guest_Michele Murolo_*
Inviato 09 luglio 2017 - 20:33
Ma si Solaris, c'hairaggione...
E' inutile che stiamo qui a pettinare le giraffe.
Grazie Wu Ming, da ora in poi prenderò un po' più seriamente la vita, capendo finalmente l'immane danno culturale che una società dello spettacolo ha fatto di un film che "mostra la fratellanza nella rivolta e a volte fa sarcasmo sul potere ma mai ironia sulla rivolta stessa".
Grazie invece Villagio per aver ironizzato sull'unica cosa su cui si doveva ironizzare: la rivolta.
#143
Inviato 09 luglio 2017 - 20:38
Mick mentre facevo l'Erasmus a Aix En Provence back in 2008, arrivó in paese uno dei Wu Ming - non ricordo quale, forse il 2, quello con cat woman e il pinguino - a fare una lecture in italiano in 'sta libreria.
A fine lecture l'ho preso in disparte dieci minuti, provai a impezzarlo con Wallace e Derrida guardandolo negli occhi nelle gambe nelle braccia nel pacco nei piedi nei denti.
____________
Il finale della storia scrivilo pure tu.
[l'articolo di wuming una merda ovviamente//gente completamente priva di ironia]
miamusica
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And if I have some kind of need / Maybe the thing I need is the thing I've got
And if I look inside of me / I find the thing that can't be took or bought
Anytime you’re gonna grow, you’re gonna lose something. You’re losing what you’re hanging onto to keep safe. You’re losing habits that you’re comfortable with, you’re losing familiarity.
#144
Inviato 09 luglio 2017 - 20:43
Continuo a non essere d'accordo, anzi di danni collaterali a mio avviso ce ne sono stati anche altri, e individuarli non significa non saper ridere coi suoi film.
A me in particolare il trattamento riservato a moglie e figlia/scimmia dà davvero noia e imbarazzo nel riguardarli, specie quando il livello critico verso lo stesso Fantozzi (che si permette quegli atteggiamenti in quanto meschino egli stesso) non viene colto e chiunque si sente in diritto di rincarare e giustificato nella propria irrisione dell'altro.
Per l'ironia non servono i Wu Ming, basta guardarsi il materiale originale, ma non capisco questo astio per approfondimenti specifici anche seriosi.
#145
Inviato 09 luglio 2017 - 20:55
Qui si continuano a [pettinare le giraffe] e mungere i cobra.
Qualsiasi concetto-parola sfugge alla propria origine e diventa storia dei propri effetti. Anche la Corazzata - su cui tra l'altro ho fatto il mio unico Referat in tedesco all'Uni a Berlino :-(
Anche del nazismo noi non abbiamo la stessa idea del tizio deportato ad ausviz; anzi guarda da quando é uscito Inglorious Basterds, Hitler mi é piú simpatico. É colpa di Tarantino? Ni, non ne farei una questione di colpa. É giusto che le parole e le storie vadano in aporia.
O cosa dovrei dire io di Rambo? Dovrei attribuire a Stallone la colpa per aver oscurato - con la sua eco hollywoodiana trash - il valore del film, che per quanto mi riguarda é assoluto e di una semesi ben piú deep della storiella del cazzo dove uno ammazza tutti?
Cioé: di cosa stiamo parlando? É la vita, kristo(h).
I Wu Ming é gente che é depressa forte, io speriamo che se la cavano valá, chiss' faccien fuozza.
miamusica
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#146
Inviato 09 luglio 2017 - 21:22
Tra l'altro la scenetta della corazzata cagata pazzesca é una roba che Villaggio faceva in Tv da molti anni prima di Fantozzi, e senza usare Maria Riccardelli e Folagra e tutta la messa in scena del film.
La battuta era solamente volta a sputare sopra qualcosa di accademicamente riconosciuto. Il fatto che Villaggio abbia scelto la Corazzata, é incidentale. Moretti se avesse fatto il boom con Io Sono Un Autarchico, avrebbe contribuito a smerdare l'immagine (e che immagine!) di Lina Wertmueller e di un suo film in particolare.
Probabilmente era un inside joke delle cene di Villaggio coi suoi compari a Milano, negli anni in cui la Corazzata era il film migliore della storia. Una battuta che ripeteva giá da anni, quando finí per metterla sul film. Quindi, tra l'altro, de-layata e dis-torta dal suo stesso autore nel suo farsi.
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Folagra in Fantozzi fa solo la parte del coglione. Appena apre bocca non la smette piú di parlare e le sue parole vengono fuori automatizzate e veloci col preciso fine di ridicolizzarlo - il fatto che a noi stia piú simpatico questo barbuto comunista idealista del megadirettore galattico non é rilevante. Non mi pare che nei film di Fantozzi esistano personaggi positivi - o sono scemi o spietati o esauriti o brutti come la morte. Folagra va tra gli esauriti.
miamusica
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#147
Inviato 09 luglio 2017 - 21:41
Lo so che è offtopic ed è un post antipatico che non dovrei scrivere, ma sono 5 anni che mi sorprendo sempre della stessa cosa.
Non mi capacito di come nel forum di ondarock ci sia una così scarsa tendenza a sinistra. Tendenza che uno si aspetterebbe da appassionati di arti varie e indagatori di musica di nicchia. E invece questo forum è sempre stato un trionfo di centrismo, moderazione, perbenismo e anche fighettismo (si veda la centralità di certe discussioni sullo stile di abbigliamento) e un continuo e costante sputare veleno - con un tono tra il sarcastico, quando va bene, e il violento - su tutto ciò che sia un filo troppo a sinistra. A partire dal noto concetto di sinistrelli di Lassigue fino ad arrivare a un giovane cattolico credente (cioè, un giovane ragazzo colto che nel 2017 crede in dio e va a messa, cioè ma ci rendiamo conto? ma è ondarock o CL?) che vomita merda (mongoloide? l'ho letto sul serio?) su un collettivo marxista che lotta e si fa il culo sul territorio (fisico, in prima linea, e culturale) da 25 anni.
E non venitemi a dire che questo accade perché i wu ming hanno poca ironia o perché cannano sul personaggio di Folagra, c'è a monte il rigetto viscerale per la loro posizione politica, per cui è tutto un fare le pulci e fissare punte di dita invece di lune.
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
#148
Inviato 09 luglio 2017 - 21:46
miamusica
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#149
Inviato 09 luglio 2017 - 21:56
Lo so che è offtopic ed è un post antipatico che non dovrei scrivere, ma sono 5 anni che mi sorprendo sempre della stessa cosa.
Non mi capacito di come nel forum di ondarock ci sia una così scarsa tendenza a sinistra. Tendenza che uno si aspetterebbe da appassionati di arti varie e indagatori di musica di nicchia. E invece questo forum è sempre stato un trionfo di centrismo, moderazione, perbenismo e anche fighettismo (si veda la centralità di certe discussioni sullo stile di abbigliamento) e un continuo e costante sputare veleno - con un tono tra il sarcastico, quando va bene, e il violento - su tutto ciò che sia un filo troppo a sinistra
È lo zeitgeist. E semplice moda per parecchi utenti. Che ci vuoi fare, passerà.
Rodotà beato te che sei morto
A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
#150
Inviato 09 luglio 2017 - 22:05
credevo nella Rosa nel Pugno
ora non credo in nulla
Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
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