Renzi sarà anche un coglione ma ha seguito una strategia concordata a livello europeo (che sia vincente o meno è un altro paio di maniche). Non a caso TUTTE le dichiarazioni di leader europei sono riassumibili in "Se la GB lascia l'UE, è per sempre". Come a dire che non ci sono compromessi possibili per il rientro in qualche forma.
Esatto. Si sono mostrati ancora una volta ridicoli nel loro insieme, i leader europei. Prima accettano un negoziato con concessioni particolari alla GB, su punti cardine della piattaforma europea: libertá di circolazione delle persone e paritá totale di diritti a fronte della cittadinanza europea (nei fatti rimasta largamente inattuata).
Poi a giochi fatti, fingono di alzare la voce lasciando gli inglesi al loro destino.
Il problema sta a monte, in questa differenziazione di regole tra paesi, e l'assenza di una minima strategia politica.
Un pachiderma da rifondare con logiche opposte. E purtroppo vincerá il Remain, quando il leave sarebbe stato il primo passo concreto per vedere questo palazzo di cristallo infrangersi.
Momento, ché la questione è complicata.
1) che alla Gran Bretagna sia stato concesso tutto, troppo in questi anni e anzi dal 1973 in poi, è fuori discussione. Fosse stato un paese meno rilevante sul piano politico ed economico, non si sarebbe permesso nemmeno la metà di quello che Londra ha fatto dai tempi dell'ingresso a oggi. E siamo d'accordo.
2) che però oggi l'unica strategia sia evitare di entrare nel merito e rendere la popolazione interessata consapevole che non si tratta solo di un altro "strappetto" ma di un passo definitivo, non lo trovo così sbagliato e anzi mi pare una tattica obbligata
3) che l'edificio vada parecchio ripensato, non c'è il minimo dubbio. Ma che la "rifondazione" debba passare da una sconfitta epocale come il referendum britannico mi pare discutibile, perché avrebbe forti ripercussioni negative in termini di fiducia proprio nella "corregibilità" dell'intera struttura e rafforzerebbe una prassi di out-out non sostenibile nel lungo periodo.