Il paesaggio/territorio/ambiente italiano è stato modificato in toto dall’uomo nel corso dei secoli. Ad es. il secondo lago italiano non esiste più perché nel 19° secolo il proprietario del terreno in cui ricadeva decise che voleva farci delle coltivazioni e letteralmente prosciugò tutto.
Ciononostante per motivi vari (clima, rotte migratorie e conformazione geoorografica ,ecc) la biodiversità italiana è grande. Abusivismo edilizio, caccia e bracconaggio, inquinamento di tutti i tipi sono i maggiori pericoli e spesso le sanzioni sono risibili. Comunque qualcosa di buono è stato fatto.
Tutto sbagliato. Partiamo dalle basi, il che significa spiegare (spero di riuscire in 2 parole) perchè la cultura ambientalista in Italia, e non solo, fa acqua da tutte le parti:
Il paesaggio/territorio/ambiente italiano è stato modificato in toto dall’uomo nel corso dei secoli. Ad es. il secondo lago italiano non esiste più perché nel 19° secolo il proprietario del terreno in cui ricadeva decise che voleva farci delle coltivazioni e letteralmente prosciugò tutto.
Ok, verissimo, ma
Ciononostante va sostituito con anche per questo motivo, oltre all'orografia, latitudine, geologia, rotte migratorie quant'altro, l'Italia è il primo paese europeo per quanto riguarda la biodiversità. Il secondo se si considera la Turchia, ma l'Anatolia (territorio pazzesco da questo punto di vista) è considerata geograficamente Asia.
Abusivismo edilizio: problema enorme per quanto riguarda l'abbruttimento del paesaggio, problema minore per la natura, capace di riappropiarsi dei propri spazi in men che non si dica. C'è più natura in una qualunque periferia degradata che in un qualsiasi bel paesaggio agricolo super curato.
Caccia e bracconaggio: in passato sono stati due grossi problemi, attualmente non lo sono o lo sono in misura molto minore rispetto a 30-50-100 anni fa. La fauna terrestre non risente attualmente di problemi di prelievo sia legale che coatto. Altro discorso quella marina, fortemente minacciata dalla pesca professionale legale e illegale (prelievo eccessivo in questo caso). Ci sarebbero discorsi locali legati alla fauna delle acque dolci ma per il momento è meglio sorvolare, restiamo sul generale.
Inquinamento di tutti i tipi: è un ginepraio, cerchiamo un attimo di diversificare. I più gravi attualmente sono l'inquinamento da pesticidi, diserbanti e fitofarmaci in genere, e l'inquinamento delle falde acquifere, conseguenza sia del primo sia di altre cause inquinanti, localmente molto importanti come lo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi. Altro discorso a parte (molto complesso) riguarda l'inquinamento industriale e atmosferico.
Un punto va ribadito: la colonizzazione dell'Italia (e dell'Europa in genere) da parte dell'uomo in epoche molto antiche ha, di fatto, favorito la biodiversità animale e vegetale. La riduzione delle coperture boschive, il lavoro millenario dell'uomo nelle pianure agricole e in collina non ha fatto altro che favorire tantissime specie che trovano il loro collocamento essenzialmente in habitat di transizione.
È quando tutte queste attività sono diventate tese essenzialmente all'iperproduttività che la situazione è cominciata a peggiorare, grosso modo dagli anni '50 del secolo scorso, fino a giungere alla situazione (abbastanza drammatica)
attuale.
Questa grosso modo sarebbe la base da cui partire. Tenete presente, quando si parla di ambiente, che una delle più grosse cazzate che sono passate è che l'equazione natura = bosco = piantiamo alberi. Questo è vero nelle foreste pluviali delle zone equatoriali, ma è fuorviante nell'ambiente europeo di tipo temperato.