Nel 2013 abbiamo avuto: 1 Centrosinistra, 2 Centrodestra, 3 M5S. Sarebbe stato un ballottaggio tra Bersani e Berlusconi. Ma ok, non si fa il ballottaggio, che fa schifo ed esisterebbe solo in Italia. Metti avessimo avuto 1 Centrodestra, 2 M5S, 3 Centrosinistra. Cosa si fa? Coalizione tra centrodestra e centrosinistra con Berlusconi in posizione forte e il PD a perdere tutti i voti residui? Si torna alle elezioni ad infinitum finché non vince il PD? Perché ti fa paura la parola ballottaggio associata a Salvini e 5S? Togli il ballottaggio e loro sono sempre lì, se pigliano i voti, non spariscono. Piuttosto preoccupiamoci del perché prendono voti, non di come trovare impossibili artefatti elettorali per estrometterli; andiamo alle cause e non ai sintomi.
Sul fatto di preoccuparsi del perchè prendono voti, prima di tutto, non posso che ovviamente concordare. Se Salvini prende il 51% ghe n'è minga di bal. Anche se noi qui stiamo parlando di come strutturare le regole del gioco democratico ai fini, sostanzialmente, di provare a trovare un equilibrio tra molti aspetti, di cui discuterei come performa l'Italicum rispetto ad altri sistemi con delle mauriziomoschiane pagelle:
1.governabilità: voto 10. Garantita, blndatissima, niente da dire
2.alternanza: voto 10. No alle larghe intese quasi certo direi
3.rappresentatività: voto 6. L'abnorme premio di maggioranza la distorce, e il premio alla lista forza ad un voto "utile".
4. responsabilità del Governo verso il Parlamento: voto 4. Un PdC politicamente forte come Renzi o fortissimo come Berlusconi influisce molto sulla composizione delle liste. La maggioranza è così comoda e il suo potere è così elevato che ci si rivede tra 5 anni. Salvo ovviamente, probabile litigiosità interna al partito di maggioranza. Ma sulla scheda c'è scritto il nome del premier, che quindi non ha la possibilità di sciogliere le Camere, ma ha comunque quella, molto impropria, di giocarsi la carta de "il mio successore non è eletto dal popolo".
5 responsabilità dei Parlamentari verso L'elettorato: voto 4. Collegi abbastanza ampi, la competizione elettorale è incentrata tutta su di lui, sul leader. La qualità dei rappresentanti a livello locale conta poco.
6 argine alla possibile ascesa al potere di un partito populista: voto 3. Il sindaco d'Italia potrebbe diventare Di Maio con un partito al 25% dei consensi, poco organizzato è strutturato nel Paese. Se poi Di Maio prende il 65% come Virginia, giù il cappello, ma è un altro discorso.
Con un sistema (semi)presidenziale e collegi uninominali tipo America o Francia, direi:
1. Voto 8 (c'è sempre la possibilità di un parlamento di colore diverso)
2. Voto 10
3. Voto boh ( non ho capito bene come funziona il sistema francese, in cui mi sembra convivano numerosi partiti)
4. Voto 4: il Presidente lo eleggi e se ne sta in carica (anche se c'è una differenza tra sistema presidenziale e semi)
5. Voto 8: con i collegi uninominali gli eletti devono rispondere al proprio territorio, non solo al proprio leader
6. Voto 4: la personalizzazione estrema e il rapporto diretto "candidato/elettori" favorisce l'ascesa di leader estremisti e populisti (vedi Trump, ma anche Cruz). Forse è arrivato il momento di rivalutare il ruolo dei Partiti come camera di compensazione contro possibili derive populiste e affanculo anche le primarie, aveva ragione Pasu.
Sul sistema inglese:
1. Voto 8: hai una buona probabilità di governo monocolore, ma ovviamente anche in questo caso devi rispondere al tuo partito, perchè non sei premier in quanto "eletto per 5 anni" ma in quanto segretario. Dici "eh ma tanto se poi il partito è personale..", ma io ti rispondo: sì, peró il potere di un leader di un partito personale puó essere temperato, vedi il punto 6
2. Voto 8: coalizioni anche tra partiti antagonisti sono molto disincentivare ma possono rendersi indispensabili se i partiti antisistema riescono a superare la soglia che li rende competitivi a livello di colegio
3. Voto 4. Con il 49% dei voti in ogni collegio, non hai neanche un seggio
4. Voto 8: è un sistema parlamentare funzionante. Chi sbaglia paga anche durante la legislatura
5. Voto 8: vedi sopra
6. Voto 8: Farage 35% dei voti, 3 seggi. Bene così: o ti presenti con gente seria nei collegi, o non basta avere un demagogo che fa il buffone in TV.
Con la Riforma la legge elettorale c'entra: in senso tecnico, perchè sono due leggi che insieme determinano le regole fondamentali del sistema politico anche se, per giusti motivi, la seconda ha tempi di approvazione più brevi (tra l'altro l'abuso del cambiamento della legge elettorale per fini tattici forse meritava un argine perfino costituzioale, la butto lì).
E poi sono collegate evidentemente da un disegno politico, che è quello renziano, che si puó anche legittimamente voler boicottare.
Poi forse io voteró SÌ perchè, appunto, ritengo la Riforma presa a sè come migliorativa, e non voglio boicottare il progetto renziano per sostituirlo con quello lettiano prima, e casaleggiano poi. E posso perfino capire che non sia ora il momento di affrontare alla radice tutto l'impianto dell' Italicum, frutto tra l'altro di un compromesso parlamentare delicatissimo, e anche per questo così contorto. Peró almeno all'interno del Pd spero che un dibattito un po' più approfondito su queste questioni sia messo in agenda, perchè la piosizione ufficiale del partito dovrebbe guardare un po' oltre questo Referendum e non appiattirsi su un accrocvhio di legge frutto di un compromesso con politacanti farabutti e faccendieri.