I Bijelo Dugme grazie al cavolo che sembrano prog sbagliato: non suonavano prog, erano una band hard rock!
Sarebbe come lamentarsi che i Boston suonassero prog sbagliato: non ne suonavano proprio, ne erano al massimo influenzati di traverso.
I primi SBB erano estremamente acerbi sì, ma semplicemente perché ancora dovevano trovare la propria strada. Non mi pare che Yes e Genesis siano partiti con capolavori del prog. Sui tardi SBB che hai da ridire a livello stilistico? E se perdoni la jam di stampo jazzistico ai tedeschi, non capisco perché per i polacchi non debba andare.
Sui Solaris dici che ti vanno bene perché il disco potrebbe essere occidentale: spero tu non sia serio. Nel 1984 chi avrebbe mai prodotto quella roba in occidente? Prog strumentale con synth pomposissimi e orchestra? Non conosco un solo disco occidentale che somigli al debutto dei Solaris.
Poi citi il prog spagnolo, quello francese ecc. ma da quanto mi risulta nessuno di questi ha rispettato i canoni del prog anglofono. In quei casi però è tutto ok, perché sì, c'è la musica andalusa di mezzo. Toccherà poi capire perché il folk spagnolo possa contaminare il loro prog e andare ideologicamente bene, mentre se è il folk polacco a contaminare, delitto delitto.
Non capisco assolutamente dove tu voglia arrivare. Mi attribuisci tesi caricaturali ("il folk spagnolo può contaminare il prog spagnolo, se invece è quello polacco delitto" e altre cose così), attacchi gli esempi insinuando che io abbia "qualcosa da ridire" a loro riguardo - quando il discorso è tutto un altro e dovrebbe pure portare acqua al tuo mulino.
I singoli esempi contano come il due di picche, il discorso che faccio è che avvicinarsi a musiche frutto di contesti culturali lontani dal nostro è difficile perché è facile essere tratti in inganno e scambiare per merda e piattume roba che invece semplicemente non si fa inscatolare nelle stesse scatole di quella a cui si è abituati.
Al di là del fatto che i Solaris davvero sono facilmente digeribili e stilisticamente "credibili" in un contesto prog europeo (richiedono meno "cambiamento di prospettiva" loro di gente come i Carnascialia, i Jan Dukes de Grey o i Thirsty Moon - e non facciamone una questione di date perché in tutta Europa UK incluso durante i primi anni Ottanta c'era gente che faceva ancora prog senza essere "neoprog", il fatto che non sia ricordata deve far credere che non sia esistita), vedo di riprendere il tuo controesempio dei Bjelo Dugme per esporre più chiaramente un punto chiave che ho cercato a quanto pare vanamente di evidenziare prima.
Tu dici "fanno hard-rock, dire che sbagliati come band prog è come dire che i Boston sono sbagliati quando fanno AOR e non prog". Eh, è esattamente questo il punto. Se io non sapessi dell'esistenza dell'AOR e sentissi - scusami se cambio band ma l'esempio mi pare più calzante - i Kansas di "Leftoverture", direi che è tutto sbagliato e non hanno capito una minchia. E commetterei un errore, perché cercherei di metterli in una scatola che non è davvero appropriata per la loro musica; pretenderei di valutarla secondo categorie che solo in parte gli si applicano e sì, qualcosa dell'analisi che ne farei funzionerebbe, ma altri aspetti sarebbero totalmente fuori fuoco. I Bjelo Dugme del primo disco sono pieni di elementi prog, ma non sono una band prog, sono pieni di elementi hard-rock ma non mi paiono onestamente analizzabili in modo corretto neppure piazzandoli in quella scatola lì: esattamente come i Kansas non sono una band prog strictu sensu e non sono una band hard-rock pura e semplice.
Che cosa voglio dimostrare? Assolutamente non che "se i Kansas mischiano hard-rock e prog va bene, mentre se lo fa un gruppo iugoslavo è un delitto". Voglio dimostrare una cosa che sai benissimo e non capisco davvero perché ora neghi: che le categorie che noi abbiamo forgiato per il contesto musicale anglosassone non si esportano in maniera naturale agli altri contesti culturali, e la loro risistemazione richiede un lavoro di comprensione delle dinamiche musicali, sociali e culturali dei paesi oggetto di esame. Lavoro che in alcuni casi (es. States, o nel mio caso Francia) è reso soggettivamente più semplice dalla pervasività e prossimità culturale, dalla facile superabilità delle barriere linguistiche e magari dalla familiarità con qualche elemento musicale ricorrente; in altri casi è invece reso progressivamente più difficile (es. Spagna, Germania, Polonia) dalla presenza di fattori storici, linguistici, culturali alieni.
Niente che non possa essere superato con qualche ricerca (estremizzando, oserei dire che nessuno mi impedisce di imparare il polacco), ma bisogna averci la voglia, che nel mio caso è più facile venga per una cultura che mi affascina di per sé o di cui conosco qualcosa capace di incuriosirmi piuttosto che per una di cui - vedi Polonia - non conosco una mazza (Chopin - Lem - Copernico - Giovanni Paolo Secondo - il Trattato Molotov-Ribbentrop - la zuppa di barbabietole: questo so della Polonia, sostanzialmente).
Questo mica significa che io mi crogioli nella mia ignoranza, anzi mi piace esplorare nuove cose: lo faccio però nell'ordine che preferisco e partendo da quelle per cui per prime scopro una curiosità e con cui per prime osservo dei punti di contatto. Altrimenti finisco come quel tale che si ascoltava le discografie complete di artisti scelti in ordine alfabetico, per puro spirito enciclopedico e non per effettivo interesse, sintonia, fascinazione.