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Respiro Internazionale De Che?


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122 replies to this topic

#1 slothrop

    Enciclopedista

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Inviato 12 dicembre 2014 - 11:44

A giudicare dalla battle italiana, pare che un vecchio criterio come il "respito internazionale di un brano di una band italiana" aka la mitica "esportabilità" sia considerato ancora un valore. Tralasciando il fatto che trattandosi di una battle storica può aver senso anche considerare criteri storicizzati come questo (aka le polemiche sulla battle facciamole nel thread apposito, please), apro questa discussione per capire quanto e come ci si basa ancora sull'esportabilità nel giocare una canzone o un progetto musicale.
A mio parere il concetto è ormai vetusto come pochi, pur restando il termine "esportabile" utilizzabile in senso meramente descrittivo, per qualificare un suono di taglio genericamente internazionale, buono per le radio di tutto il mondo. Dico che il concetto è sorpassato a causa dell'evoluzione di uno scenario che oggi più che mai va in cerca di espressioni peculiari e localistiche. Vedi ad esempio il successo della battle non anglofona su questo forum, vedi il successo di dischi che hanno poco a che vedere con il linguaggio rock classico. Roba come war on drugs, horrors e altre cose indubitabilmente rock che van forte nelle playlist 2014 penso rappresentino più una sacca di resistenza al cambiamento (che polarizza le preferenze su pochi nomi, nuovi ma dal linguaggio certamente legato al rock classico, stessa cosa degli Sleaford Mods su blow up) che non un trend in futuro sviluppo. E' sempre più frequente vedere esibirsi in contesti indie musicisti dalla forte connotazione etnica (quest'anno in un locale a vocazione americana e internazionale come il bronson son venuti diversi africani, dai tinariwen a bombino, oltre a un festival pieno di musicisti macedoni e dell'este europeo), poi c'è la visibilità in grande crescita di un'etichetta come la sublime frequencies che una decina d'anni fa era nicchia totale (lo so perchè la conoscevo), abbiamo una conoscenza clamorosa dell'underground storico e talvolta pure attuale di paesi ignoti, che vanno dalla colombia alla corea, poi ci sono alcune delle derive sviluppatesi dall'hypnagogic-pop e dall'elettronica più basica, penso ad esempio a Fatima Al Qadiri, che hanno avuto notevoli riscontri indie e producono un suono non così lontano dall'epoca della fourth world music, che guarda caso fu all'incirca coeva allo sviluppo della prima world-music dei peter gabriel and so on. Penso poi alla tantissima musica che va forte sempre in ambito indie e che si basa su ritmiche tutt'altro che quadrate e dalle vaghe assonanze tribali o comunque poliritmiche (da neneh cherry a fka twigs, senza contare la crescita di visibilità dell'hipster-jazz dei gruppi di mats gustaffson etc...).
Non si tratta di mere espressioni etniche, intendiamoci, ma di operazioni fortemenete contaminate e non poco concettuali, nelle quali comunque qualche elemento di straniante alterità roots, molto poco occidentale e standard, ce lo trovi sempre, anche sbattuto in faccia.
Direi che da un lato si cercano in modo inesausto e sempre più velleitario contaminazioni nuove e originali e che dall'altro questo rappresenti una forma di fuga dalla forza accentratrice che per anni il mainstream occidentale-anglosassone ha esercitato. Sono forme di compromesso, perchè poi per paradosso quasi ogni cosa oggi potrebbe, almeno in teoria, avere una spendibilità internazionale, ma il punto è che quella dell'internazionalità non mi sembra più una ricerca, un obiettivo (a meno che uno non voglia fare soldi facili assecondando vecchie logiche mercantili prima che si esauriscano del tutto), ma quasi un dato storico acquisito e sempre meno importante, quasi quasi un po' fastidioso.

Alla fine, come effetto paradossale, penso possa tornare di moda il rock classico (non gli horrors, pià roba tipo ryan adams, ma vedi anche un mainstream come nutini) proprio perchè espressione in qualche modo "etnica", storicizzata e in quanto tale pulsante vita vera ma per forza di cosa condannata alla nicchia (se non altro rispetto ai fasti passati) dove poi ogni genere si sta rintanando.


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#2 pooneil

    Enciclopedista

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Inviato 12 dicembre 2014 - 12:08

In riferimento all'ultimo paragrafo, penso che ormai (e finalmente), più che un ritorno al rock classico, la musica rock, avendo esaurito e trasceso la propria funzione di rottura con le precedenti tradizioni musicali, sia diventata tradizione anch'essa.

D'altronde non si può innovare all'infinito, essendo la curva non esponenziale ma asintotica, ma questo ci permette di rilassarci e goderci la più fica forma di comunicazione inventata dall'umanità: immediata ma profonda e capace di unire alta e bassa cultura.


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#3 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 12 dicembre 2014 - 13:19

hai ragione Slop

il successo dei Corvi sul pezzo di Nada è ancora scandalosamente nei ricordi di chi si aspetta qualcosa di italiano e di originale

ma sul forum il sensazionalismo del "suona come se fossero inglesi" surclassa ogni schema interpretativo

Anche le orchestrazioni sanremesi anni 80 non hanno nulla da invidiare alla aulica intellettualità mittleuropea di Battiato direttore

c'è sotto un mestiere infinito e tantissime sfumature

io nella battle mi aspetterei un Reitano, un Ranieri e che so pure la prima Pausini

roba che fa emozionare, roba nostra, robba terrona soprattutto


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Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#4 Barto

    Fissato con le melodie

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  • LocationMilano

Inviato 12 dicembre 2014 - 13:32

Da un'intervista a Edda apparsa online proprio ieri

Uno dei dilemmi storici del rock italiano riguarda la possibilità di poter ottenere visibilità all’estero, ti poni il problema? è veramente solo la lingua l’ostacolo che impedisce alla nostra musica di varcare i confini nazionali o secondo te c’è dell’altro?
Ma perché dobbiamo varcare l’oceano, a noi che cazzo ce ne frega? Preoccupiamoci se mai di fare della bella musica se ne siamo capaci, visto che la lingua bella per cantare ce l’abbiamo noi più di loro. È che loro suonano della gran musica noi non sempre, ma gli artisti magnifici ce li abbiamo anche noi, solo che all’estero non se ne rendono conto perché non sono intelligenti e sensibili al bello come lo siamo noi. Mi dispiace dirlo ma per certe cose italian rules nonostante tutto e sa Dio perché.

http://www.molamola....usica-italiana/
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"Io l'ho sempre detto che quelli che scrivono per Ondarock devono avere una vita di merda come pochi"

#5 veryc

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Inviato 12 dicembre 2014 - 13:33

Il titolo è bellissimo.

Non ho capito, l'esportabilità non può essere misurata col successo all'estero ?


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Ha già fatto tutto Black Mirror

 


#6 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 12 dicembre 2014 - 13:35

*
POPOLARE

A giudicare dalla battle italiana, pare che un vecchio criterio come il "respito internazionale di un brano di una band italiana" aka la mitica "esportabilità" sia considerato ancora un valore. 

Il topic lo apprezzo e ti rispondo seriamente, ma lasciamo stare la battle, è un gioco e in quanto tale metà di quello che scriviamo lì sono scemenze, o meglio la base dei pensieri magari ci rispecchia ma poi la ingigantiamo esponenzialmente a nostro vantaggio o a svantaggio dell'avversario. 

 

Dunque il tuo discorso per me è vero sì e no. Ancora una volta torna a farsi strada la mia impressione di sempre sull'argomento: la localizzazione di cui parli ci va bene, a seconda dei casi, soltanto nella sua versione stereotipata che ci è stata inculcata dal monopolio culturale anglofono. Da cui una lunga serie di etichette rigide che non c'è verso di scalfire.

 

1. L'africano per noi deve fare uga baluga, suonare le percussioni e essere estremamente ritmico: quindi bene Bombino e bene Tinariwen. Se prova a fare pop è fuori dai giochi. 

 

2. I francesi vanno bene ma vanno meglio se cantano in inglese e possono essere scambiati per prodotti americani (Phoenix e Daft Punk).

 

3. Gli spagnoli non esistono, però Paco De Lucia era un grandissimo chitarrista (di cui non si è mai ascoltato nulla ovviamente, però era un grandissimo chitarrista). 

 

4. Gli argentini non esistono, però Astor Piazzolla era un genio (di cui conosciamo un disco a dir tanto, però era un genio).

 

5. I tedeschi vanno bene quando fanno kraut-rock o quando comunque fanno robe sperimentali dalle parti di EBM/industrial.

C'è però tutta un'ala di rock tedesco cantato in tedesco e da loro estremamente popolare, che noi ignoriamo totalmente.

Quanti di voi hanno mai ascoltato City, Ton Steine Scherben o Udo Lindenberg? E' tutta gente che da loro surclassa di gran lunga quelli che noi crediamo essere i santoni del loro rock, di cui abbiamo una visione distortissima.

 

6. Pure i giapponesi devono fare noise o comunque avant-rock estremamente filo-occidentale per interessarci.

Oppure fare un disco come quello di Ishibashi, che è pop però va bene perché c'è il santone americano alle sue spalle, Jim O'Rourke in persona, ma se non era per lui avrei voluto vedere quanto interesse avrebbe scatenato qui nel forum.

Perché a memoria non ricordo che nessuno si sia mai filato dischi pop-rock giapponesi fino a oggi, e parlo di gente che conta molto di più di Ishibashi, che in Giappone è del tutto irrilevante (venderà mille copie a disco).

 

 

Per farvi capire quanto siano assurde queste posizioni, è come se uno straniero pensasse che chi conta davvero in Italia siano Starfuckers, Massimo Volume e Uzeda, e non avesse la più pallida idea di nomi come Battisti, Bennato o Pino Daniele.

 

 

Insomma puoi fare la musica più orecchiabile di questo mondo ma non conta niente se non rientra in ciò che l'Impero ha stabilito. Se sei provincia devi da mori'.

 

Parli di grande successo per la battle non anglofona Sloth, a me è invece sembrato un grande insuccesso. Partecipazione molto viva, questo sì, ma quanti dopo la battle si sono aperti davvero alla musica non anglofona? Se dico quasi nessuno non penso di esagerare. La verità è che di sentire qualcuno che canti in polacco o in spagnolo non ve ne frega niente.

 

Concludo ribadendo che io nello specifico ho utilizzato il termine "esportabile" in maniera furbetta, come anche JapZero del resto, perché appunto in un contesto di competizione, ma in realtà esportabile è soltanto un termine caratterizzante, come può esserlo "distorto", "acustico" o "ritmico".

Specifico che fino a qualche anno fa non la pensavo così, ma l'esplorazione (l'esplorazione vera però, non quella secondo gli stilemi sopra elencati) delle varie scene internazionali ha cambiato la mia visione delle cose.


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#7 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 12 dicembre 2014 - 13:55

bravo gozzy, l'hai sistemato, soprattutto con questo discorso, tsk
 

6. Pure i giapponesi devono fare noise o comunque avant-rock estremamente filo-occidentale per interessarci.
Oppure fare un disco come quello di Ishibashi, che è pop però va bene perché c'è il santone americano alle sue spalle, Jim O'Rourke in persona, ma se non era per lui avrei voluto vedere quanto interesse avrebbe scatenato qui nel forum.
Perché a memoria non ricordo che nessuno si sia mai filato dischi pop-rock giapponesi fino a oggi, e parlo di gente che conta molto di più di Ishibashi, che in Giappone è del tutto irrilevante (venderà mille copie a disco).


come al solito è stato tutto filtrato e distorto dagli indie; come già fatto col passato

metto un + a te e un bel - a lui
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#8 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 12 dicembre 2014 - 14:03

ma non volevo "sistemarlo" ashd il thread in sé è bello e interessante come tutti quelli di Sloth, però ecco ritengo che lui abbia una visione un po' troppo romantica della cosa, io invece sono nettamente più cinico e disilluso. 


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#9 slothrop

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Inviato 12 dicembre 2014 - 14:26

x terry: io ho comunque votato i Corvi a quel giro lì, :P , ad ogni modo in linea generale concordo con te.

 

Il discorso di Edda mi sembra comunque diverso da quel che dico io, lui ne fa proprio un fatto di "valorizzare l'italiano", che è cosa buona e giusta, però qui il discorso vorrebbe essere più generale e soprattutto più di cronaca di quel che sta succedendo più che di presa di posizione sul problema.

Dopo leggo anche gozer e ovviamente la battle è un mero pretesto, perchè ho visto che lì si tirava in ballo la faccenda dell'esportabilità. Certo, lo si fa per giocare e magari lo si fa a proposito di epoche nelle quali il problema esisteva, è solo un pretesto.


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#10 maladiez

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Inviato 12 dicembre 2014 - 14:27

Avevo aperto un thread simile tempo addietro dal titolo "Italiani da esportazione", la cosa era partita dal fatto che gruppi come i Sigur ros, siano diventati delle star internazionali cantando in una lingua (l'islandese ) non certo immediata e fruibile. Quanto scritto da Gozer rispecchia in modo quasi inquietante il modo in cui noi italiani ci rapportiamo agli stranieri mediante preconcetti e luoghi comuni, questo non fa  una piega. Ma gli stranieri come ci guardano? Anche loro si aspettano che noi suonassimo solo tarantelle? No perche' a conti fatti Arbore e l'orchestra italiana o Bocelli sono gli unici o quasi che ti possono riempire un Madison square garden per quello che ne so! Io sono un sostenitore di quelli che la maggior colpa ricada sulle nostre etichette discografiche, di come non vi siano piu' produttori capaci di guardare lontano e di operare un vero e proprio rinnovamento, a cominciare dall'abolizione del festival di Sanremo che oramai si trascina sempre piu' stancamente! Io pian piano mi sto aprendo ad altri linguaggi musicali, come gruppi polacchi e soprattutto Russi, ma non disdegno le lingue scandinave e Latino-americane, ma forse nel mio caso mi "salva" un personale amore per le lingue straniere in genere, al momento solo verso quelle estremo-asiatiche ho ancora delle resistenze, forse perche' le sento troppo lontane non so, pero' , parlo nel mio caso, bisogna fare uno sforzo cosciente ed avere una buona dose di curiosita' per arrivare ad apprezzare "altra" musica che altrimenti continueremo sempre a snobbare.


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"Chi vuol brillare, si metta in ombra"

 

 

Alice: "Quanto tempo è per sempre?"

Bianconiglio: " A volte solo un secondo"


#11 Gozer

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Inviato 12 dicembre 2014 - 14:39

Avevo aperto un thread simile tempo addietro dal titolo "Italiani da esportazione", la cosa era partita dal fatto che gruppi come i Sigur ros, siano diventati delle star internazionali cantando in una lingua (l'islandese ) non certo immediata e fruibile. Quanto scritto da Gozer rispecchia in modo quasi inquietante il modo in cui noi italiani ci rapportiamo agli stranieri mediante preconcetti e luoghi comuni, questo non fa  una piega. Ma gli stranieri come ci guardano? Anche loro si aspettano che noi suonassimo solo tarantelle? No perche' a conti fatti Arbore e l'orchestra italiana o Bocelli sono gli unici o quasi che ti possono riempire un Madison square garden per quello che ne so! 

 

Qui però non si sta parlando di come ci vede lo straniero generalista, il discorso di Sloth riguardava il pubblico più attento, tant'è vero che ha citato i festival indipendenti e questo forum come esempi.

 

Per quanto riguarda il suddetto pubblico credo che l'Italia sia in sostanza la terra del rock progressivo, mentre si ignora tutto ciò che è venuto dalla new wave in avanti, tutto ciò che è venuto prima e quasi tutti i nostri più grandi cantautori.

 

Di Battisti ha un certo culto "Anima latina", ma nient'altro all'infuori di quello. Di Battiato è nettamente più famosa la fase sperimentale che non quella pop. De Andrè è abbastanza rinomato in generale. E temo che l'elenco finisca qui. 


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#12 veryc

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Inviato 12 dicembre 2014 - 14:45

Per farvi capire quanto siano assurde queste posizioni, è come se uno straniero pensasse che chi conta davvero in Italia siano Starfuckers, Massimo Volume e Uzeda, e non avesse la più pallida idea di nomi come Battisti, Bennato o Pino Daniele.

 

Dai però questo va un attimo contestualizzato.

I primi tre hanno poco da spartire coi secondi tre, soprattutto a livello di pubblico. E questo già fa tanto. Quello indie (o comunque rock alternative) mi sembra più incline a conoscere gruppi stranieri.

Piuttosto sostituisci al primo terzetto Pausini, Albano, Zucchero che ne hanno provate tante per cercare di essere più famosi all'estero


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#13 Giubbo

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Inviato 12 dicembre 2014 - 14:46

 

A giudicare dalla battle italiana, pare che un vecchio criterio come il "respito internazionale di un brano di una band italiana" aka la mitica "esportabilità" sia considerato ancora un valore. 

 

Oppure fare un disco come quello di Ishibashi, che è pop però va bene perché c'è il santone americano alle sue spalle, Jim O'Rourke in persona, ma se non era per lui avrei voluto vedere quanto interesse avrebbe scatenato qui nel forum.

 

 

ma io manco lo sapevo dai... sai che mi frega a me di Jim O'Rourke, che per me ha fatto solo un bel disco e basta...

 

o forse come "santone" intendevi slothrop? allora in questo caso hai ragione.


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#14 Moreno Saporito

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Inviato 12 dicembre 2014 - 14:54

Piuttosto sostituisci al primo terzetto Pausini, Albano, Zucchero che ne hanno provate tante per cercare di essere più famosi all'estero


ma sono famosi, no?
non hanno venduto in Germania, in Sudamerica, in Russia e blah blah blah?
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#15 maladiez

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Inviato 12 dicembre 2014 - 14:56

Quello dei festival indipendenti potrebbe essere ancora un ottimo veicolo per la conoscenza e la propaganda. Riguardo all' Italia dico " ma è possibile che ci ricordino solo per il prog?" Insomma, quell'epoca si è conclusa da un pezzo! E se il problema non fosse tanto la lingua ma il nostro proprio modo di fare musica?
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"Chi vuol brillare, si metta in ombra"

 

 

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#16 Gozer

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:00

Dai però questo va un attimo contestualizzato.

I primi tre hanno poco da spartire coi secondi tre, soprattutto a livello di pubblico. E questo già fa tanto. Quello indie (o comunque rock alternative) mi sembra più incline a conoscere gruppi stranieri.

Piuttosto sostituisci al primo terzetto Pausini, Albano, Zucchero che ne hanno provate tante per cercare di essere più famosi all'estero

 

No che non lo sostituisco, l'avete letto il discorso iniziale di Sloth?

Perché da come parlate mi sembra di no. Cosa c'entrano Pausini, Albano e Zucchero? Sarebbe come citare Las Ketchup, Ricky Martin o gli Iglesias per dimostrare che non si hanno pregiudizi nei confronti della musica in spagnolo. 

 

Si stava parlando del pubblico più accorto, di cosa ascolta la gente che segue la musica. Dal primo post del thread: "abbiamo una conoscenza clamorosa dell'underground storico", "Blow Up", "in contesti indie musicisti dalla forte connotazione etnica", "battle non anglofona su questo forum", ecc. ecc.

 

Vi sembra che si stesse parlando di esportabilità presso il popoletto? A me no. Si parlava di essere appetibili all'estero a un pubblico scafato e dentro al mondo della musica. Non ritirate fuori Bocelli per cortesia.

 

 

 

ma io manco lo sapevo dai... sai che mi frega a me di Jim O'Rourke, che per me ha fatto solo un bel disco e basta...

o forse come "santone" intendevi slothrop? allora in questo caso hai ragione.

 

Certo in questo caso specifico conta anche Slothrop, che pure non me ne voglia, ha una visione abbastanza unilaterale della musica giapponese.

 

Quanto a "io manco lo sapevo", a me di "io" non frega niente. "Io" in questi discorsi andrebbe bandito, perché si sta parlando dell'apprezzamento generale del pubblico alternativo nei confronti di x e y. E il tuo "io" non fa il pubblico, il pubblico lo fanno miriadi di "io", che formano un "noi" o meglio ancora un "loro". E quei "loro" sono convinti che per il rock giapponese i Boredoms abbiano contato più dei Luna Sea. Anzi i Luna Sea manco sanno chi siano.

Che è appunto come dire che in Italia... e si torna al paragone di sopra.


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#17 Moreno Saporito

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:05

dai ha ragione gozzy come sempre, la prospettiva è la solita, è miope come analisi

(ma chi sono i Luna Sea?)
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#18 Giubbo

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:07

 

Dai però questo va un attimo contestualizzato.

I primi tre hanno poco da spartire coi secondi tre, soprattutto a livello di pubblico. E questo già fa tanto. Quello indie (o comunque rock alternative) mi sembra più incline a conoscere gruppi stranieri.

Piuttosto sostituisci al primo terzetto Pausini, Albano, Zucchero che ne hanno provate tante per cercare di essere più famosi all'estero

 

No che non lo sostituisco, l'avete letto il discorso iniziale di Sloth?

Perché da come parlate mi sembra di no. Cosa c'entrano Pausini, Albano e Zucchero? Sarebbe come citare Las Ketchup, Ricky Martin o gli Iglesias per dimostrare che non si hanno pregiudizi nei confronti della musica in spagnolo. 

 

Si stava parlando del pubblico più accorto, di cosa ascolta la gente che segue la musica. Dal primo post del thread: "abbiamo una conoscenza clamorosa dell'underground storico", "Blow Up", "in contesti indie musicisti dalla forte connotazione etnica", "battle non anglofona su questo forum", ecc. ecc.

 

Vi sembra che si stesse parlando di esportabilità presso il popoletto? A me no. Si parlava di essere appetibili all'estero a un pubblico scafato e dentro al mondo della musica. Non ritirate fuori Bocelli per cortesia.

 

 

 

ma io manco lo sapevo dai... sai che mi frega a me di Jim O'Rourke, che per me ha fatto solo un bel disco e basta...

o forse come "santone" intendevi slothrop? allora in questo caso hai ragione.

 

Certo in questo caso specifico conta anche Slothrop, che pure non me ne voglia, ha una visione abbastanza unilaterale della musica giapponese.

 

Quanto a "io manco lo sapevo", a me di "io" non frega niente. "Io" in questi discorsi andrebbe bandito, perché si sta parlando dell'apprezzamento generale del pubblico alternativo nei confronti di x e y. E il tuo "io" non fa il pubblico, il pubblico lo fanno miriadi di "io", che formano un "noi" o meglio ancora un "loro". E quei "loro" sono convinti che per il rock giapponese i Boredoms abbiano contato più dei Luna Sea. Anzi i Luna Sea manco sanno chi siano.

Che è appunto come dire che in Italia... e si torna al paragone di sopra.

 

beh, nel caso della Ishibashi io, Slot e pochi altri (siamo in 5 forse in tutto il forum) siamo gli unici che l'hanno ascoltata e apprezzata (l'avevi detti tu stesso in un commento, dicevi "tanto ve la cagate solo tu, Sloth e pochi altri"), quindi in questo caso l'"io" è importante eccome visto che è una larga parte dell'audience che ha ricevuto. se allarghiamo lo spettro a "tutti i Paesi Occidentali" non mi pare che Eiko abbia ricevuto grandi attenzioni, quindi O'Rourke O'non O'Rourke la visibilità non mi pare sia stata esplosiva.

tra l'altro ho letto sull'articolo di Blow Up scritto da Sloth che O'Rourke c'era anche nei suoi precedenti, e quindi come ti spieghi che prima non fosse stata minimamente considerata?

è proprio dura ammettere che è un disco bellissimo eh? (soprattutto quando il disco probabilmente non lo si ha ascoltato).


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#19 bosforo

    ¬`¬`

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:11

Da un'intervista a Edda apparsa online proprio ieri

Uno dei dilemmi storici del rock italiano riguarda la possibilità di poter ottenere visibilità all’estero, ti poni il problema? è veramente solo la lingua l’ostacolo che impedisce alla nostra musica di varcare i confini nazionali o secondo te c’è dell’altro?
Ma perché dobbiamo varcare l’oceano, a noi che cazzo ce ne frega? Preoccupiamoci se mai di fare della bella musica se ne siamo capaci, visto che la lingua bella per cantare ce l’abbiamo noi più di loro. È che loro suonano della gran musica noi non sempre, ma gli artisti magnifici ce li abbiamo anche noi, solo che all’estero non se ne rendono conto perché non sono intelligenti e sensibili al bello come lo siamo noi. Mi dispiace dirlo ma per certe cose italian rules nonostante tutto e sa Dio perché.

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Questa risposta potrebbero metterla come intestazione se mai facessero una specie di Guida Galattica alla Mediocrità e al Provincialismo.


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#20 Gozer

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:12

beh, nel caso della Ishibashi io, Slot e pochi altri (siamo in 5 forse in tutto il forum) siamo gli unici che l'hanno ascoltata e apprezzata, quindi in questo caso l'"io" è importante eccome visto che è una larga parte dell'audience che ha ricevuto. se allarghiamo lo spettro a "tutti i Paesi Occidentali" non mi pare che Eiko abbia ricevuto grandi attenzioni, quindi O'Rourke O'non O'Rourke la visibilità non mi pare sia stata esplosiva.

 

Beh, in questo forum ha una thread che da solo ha raccolto più risposte rispetto a quello di qualsiasi altro artista giapponese che io ricordi, almeno in tempi recenti. Lo stesso forum che su una roba così probabilmente ci riderebbe sopra: https://www.youtube....H1wAnyQ&t=0m18s


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#21 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:14

io non ricordo altri thread aperti su artisti giapponesi "contemporanei" però...

 

Ricordo male?


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A chemistry of commotion and style

#22 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:17

io non ricordo altri thread aperti su artisti giapponesi "contemporanei" però...
 
Ricordo male?




Tenniscoats, Xinlisupreme, ecc.

la provenienza è quella insultata asd da gozzy (a me piacciono eh, gli Xinli sono immensi)
  • 0

 


#23 Giubbo

    Classic Rocker

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:18

 

io non ricordo altri thread aperti su artisti giapponesi "contemporanei" però...
 
Ricordo male?




Tenniscoats, Xinlisupreme, ecc.

 

altre meraviglie della natura...


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#24 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:19

ah ok, sì, si vede che ho proprio la memoria brasata asd


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#25 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:20

altre meraviglie della natura...


sì, anche a me piacciono ma il discorso che fa gozzy è: gli Xinlisupreme a lassigue piacciono perché è un po' l'idea che ha lui di musica, in generale non rappresentano il Giappone se non per alcuni aspetti minimi, sono molto influenzati dal solito mio immaginario di riferimento (che sia Francia, Giappone o USA)


ecco forse io esco dai confini solo per l'Italia, a me ad esempio Mia Martini piace tantissimo (poi non capisco come mai abbiate parlato di lei negli '80 quando il meglio è nei '70)
  • 0

 


#26 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:32

nel nuovo BlowUP c'è Tujiko Noriko in copertina (di solito se ne occupa Bertoni, è così anche questa volta), pure per lei i paragoni che si fanno sono sempre quelli, è una sorta di Bjork con innesti glitch e basi IDM, a me piace molto (al contrario di quella zoccola di Bjork) ma immagino che non sia la tipica cantautice Jappo (i testi comunque sono quasi tutti in Jappo eh)

qua per me potrebbe piacere molti (immagino che già sia conosciuta perché c'è da un pezzo)
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#27 Giubbo

    Classic Rocker

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:38

nel nuovo BlowUP c'è Tujiko Noriko in copertina (di solito se ne occupa Bertoni, è così anche questa volta), pure per lei i paragoni che si fanno sono sempre quelli, è una sorta di Bjork con innesti glitch e basi IDM, a me piace molto (al contrario di quella zoccola di Bjork) ma immagino che non sia la tipica cantautice Jappo (i testi comunque sono quasi tutti in Jappo eh)

qua per me potrebbe piacere molti (immagino che già sia conosciuta perché c'è da un pezzo)

 

il nuovo della Noriko a me piace molto, non l'ho messo in classifica perchè non ho ancora capito quanto.

 

i vecchi della Noriko invece non mi piacevano molto, mi sembravano (quelli si, ma solo quelli!) imitare modelli di cantautorato glitch etereo e fiabesco tipico dell'Occidente. questo album nuovo invece si allontana parecchio da quel modello.


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#28 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:38

io non ricordo altri thread aperti su artisti giapponesi "contemporanei" però...
 
Ricordo male?




Tenniscoats, Xinlisupreme, ecc.

altre meraviglie della natura...


con chi hanno fatto lo split i Tenniscoats?
con i Pastels, una storica band indie, e secondo me non sono così lontani come modo di intendere la musica che tutto mi pare tranne che giapponese come tradizione
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#29 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:40

 
il nuovo della Noriko a me piace molto, non l'ho messo in classifica perchè non ho ancora capito quanto.
 
i vecchi della Noriko invece non mi piacevano molto, mi sembravano (quelli si, ma solo quelli!) imitare modelli di cantautorato glitch etereo e fiabesco tipico dell'Occidente. questo album nuovo invece si allontana parecchio da quel modello.


vabbeh Giubbo, non conosco il nuovo ma comunque su un certo tipo di pubblico ha fatto colpo già in passato, ora è finita in copertina ma è celebrata da molto tempo in certi ambienti
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#30 Gozer

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:41

io non ricordo altri thread aperti su artisti giapponesi "contemporanei" però...

 

Beh, questo va a ulteriore suffragio della mia teoria. :D

 


altre meraviglie della natura... di Blow Up


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#31 Moreno Saporito

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:41

che dolce <3 !
speriamo sia brava a cucinare

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#32 Trespassive-aggressive

    Strawberry Switchblade

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:41

asd


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#33 slothrop

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:45

 

Dunque il tuo discorso per me è vero sì e no. Ancora una volta torna a farsi strada la mia impressione di sempre sull'argomento: la localizzazione di cui parli ci va bene, a seconda dei casi, soltanto nella sua versione stereotipata che ci è stata inculcata dal monopolio culturale anglofono. Da cui una lunga serie di etichette rigide che non c'è verso di scalfire.
 

 

intervento bello ma secondo me un po' off-topic, perchè comunque è piuttosto naturale che si va in cerca di nicchie localistiche per effetto delle possibilità aperte dal mercato (come da tesi del mio thread) ci si rivolga a immagini che in qualche modo accontentano la voglia di etno-folk dell'ascoltatore, a discapito di un suono pop standard - questi sì del tutto modellato sul modello anglo-americano - che oggi acchiappa meno perchè davvero non è più fresco.

 

Poi gli esempi che fai tu sono tutti azzeccati per un verso o per un altro (è chiaro che in Germania i Can sono poco più famosi di quanto non lo siano in Italia; è chiaro che la musica tradizionale argentina VERA è quella pre-piazzolla, non quella di piazzolla e così via; è verissima la storia del japanoise, etc...), insomma è chiaro che sulla nostra percezione di cosa sia "il suono del [inserire nome a caso di Paese poco rock-centrico]" influiscono tanti fattori, per lo pià distorsivi.

Al tempo stesso le ragioni per le quali le musiche contemporanee-commerciali dei vari Paesi (spesso, tra l'altro, influenzatissime dai modelli anglofoni) non ci interessano sono altrettanto chiare: perchè a loro volta queste musiche non comunicano lo stesso vissuto e lo stesso esotismo di quando il mondo era una cosa folk, popolare, rispetto a quando tutto quanto si è mescolato nel mondo pop. Un mondo che oggi è talmente connesso che il mercato (accentrante per sua natura, perchè le voglie dei consumatori vanno prima stimolate e poi accontentate) oggi fatica a controllare e veicolare i gusti dei consumatori.

E' indubbio che alla base di questo meccanismo ci siano anche ignoranza e pigrizia mentale, ma io non ne facevo una questione di meriti, solo un tentativo di prendere atto di una situazione e spiegarla.

Poi il caso di sublime frequencies è comunque particolare perchè l'etichetta documenta la contaminzione "reale" tra le musiche di strada cambogiane, la loro tradizione musicale orale, e i suoni delle radio che trasmettono l'euro-dance o altra paccottiglia occidentale di bassa lega. I due mondi non vengono fusi insieme col beneplacito del santone intellettuale e paternalista occidentale, il peter gabriel di turno, ma nascono spontaneamente per la strada e sono brutte e sporche. La novità è che 10 anni fa sublime frequencies era ultranicchia per spostati, invece oggi ha un potenziale cool ovviamente non di massa ma è riuscita a creare piccoli fenomeni del tutto inediti come omar souleyman.


  • 0

#34 Giubbo

    Classic Rocker

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:52

 

 

Dunque il tuo discorso per me è vero sì e no. Ancora una volta torna a farsi strada la mia impressione di sempre sull'argomento: la localizzazione di cui parli ci va bene, a seconda dei casi, soltanto nella sua versione stereotipata che ci è stata inculcata dal monopolio culturale anglofono. Da cui una lunga serie di etichette rigide che non c'è verso di scalfire.
 

 

 

 

ma è riuscita a creare piccoli fenomeni del tutto inediti come omar souleyman.

 

 

che ovviamente per Goz sarà il male supremo perchè ora pubblicizzato anche in occidente negli ambienti hipster... il discorso è sempre lo stesso: il come viene accolto non c'entra nulla con la musica in sè, c'entra solo con il tipo di tam tam che è stato fatto.

 

quindi se ora è diventato l'idolo degli hipster, devi prendetela con i suoi manager, non certo con la sua musica.


  • 1

#35 hexen

    the nameless uncarved user

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:53

Gozer condivido quasi in toto il tuo discorso articolato in punti però sulla Ishibashi secondo me esageri. Come dice anche Giubbo, l'apprezzamento non è che sia stato così massiccio da poter giustificare una generalizzazione di questa portata. Quà sul forum ha generato soltanto due paginette di discussione e una rete di ascolti creata dal passaparola. Personalmente (come credo anche per gli altri che hanno apprezzato il disco sul forum) sono lungi dall'affermare che Car and Freezer è un ottimo disco proveniente dalla sterile scena pop giapponese. Non conosco in maniera approfondita quella scena per poter dire una cosa del genere, semplicemente mi è piaciuto per vari motivi che sarebbe inutile elencare quì, ma che nulla hanno a che fare con la provenienza geografica (avrebbe potuto cantare in vietnamita o in islandese per quanto mi riguarda e avrei comunque apprezzato). Poi di O' Rourke figurati cosa ci importi.
Per il resto, credo che comprendere appieno una scena musicale di un altro paese sia una cosa quasi impossibile da fare in toto. Si dovrebbe conoscere tutto un apparato socio-culturale da cui noi siamo per forza di cose estranei. Quindi tutto finisce per essere irrimediabilmente filtrato. Quella serie di luoghi comuni che hai elencato sono cose di cui mi rendo conto e con cui vado d'accordo (soprattutto per la questione africana. Artisti che vengono trattati come fenomeni da baraccone). Però secondo me generalizzi un po'. Magari l'indie debosciato che ascolta solo musica anglofona avrà questi dogmi (e quindi per darsi toni da completista ostenterà ascolti non-anglofoni parziali). Ma secondo me, l'appassionato di musica che fà particolare attenzione alla musica proveniente dal Giappone (per esempio), riesce a stabilire la giusta proporzione fra Boredoms e Luna Sea. Poi la questione qualitativa è personale. Per dire, io magari posso riconoscere che per l'ambiente musicale di massa italiano la Bertè ha un peso differente rispetto ai Massimo Volume, poi se io preferisco l'uno o l'altro sono cazzi miei. Se ho frainteso qualcosa del tuo discorso dimmelo
  • 1

il mistico è soltanto la valvola di sfogo dei tuoi incubi peggiori oggi realizzati

 


#36 Giubbo

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:54

 

io non ricordo altri thread aperti su artisti giapponesi "contemporanei" però...

 

Beh, questo va a ulteriore suffragio della mia teoria. :D

 


altre meraviglie della natura... di Blow Up

 

 

ma da quando in qua i Xinlisupreme sono fomentati da Blow Up? io credevo fossero un santino solo di lassi.

 

dai scherzo, è solo che sta storia di "chi pubblicizza chi" è un po noiosa. da qualche parte uno dovrà pure guardare, o per caso i dischi ti cascano dal cielo nel tuo lettore / PC?


  • 1

#37 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 12 dicembre 2014 - 15:57

ma da quando in qua i Xinlisupreme sono fomentati da Blow Up? io credevo fossero un santino solo di lassi.


leggo solo BlowUp io, sono un indie con la I maiuscola

e poi il forum (cioè voi)

e degli amici che mi suggeriscono alcuni dischi, o magari i concerti ecco (a volte scopro i gruppi direttamente live)
  • 0

 


#38 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:00

dai scherzo, è solo che sta storia di "chi pubblicizza chi" è un po noiosa. da qualche parte uno dovrà pure guardare, o per caso i dischi ti cascano dal cielo nel tuo lettore / PC?

 

No, non mi cascano dal cielo, ma quando un disco nel suo contesto filato da quattro gatti, viene qui spacciato come la salvezza e il più grande disco del suo contesto, mentre i dischi che in quel contesto contano davvero qualcosa, qui vengono totalmente ignorati... beh, due domandine me le faccio.

 

Non è che non possa accadere per il singolo titolo e non è che Ishibashi non possa aver prodotto un capolavoro. E' che accade in maniera sistematica, e questo mi suggerisce che la critica occidentale che osserva il Giappone lo fa in maniera che è "malata" alla base. Così come quando guarda all'Africa, al Sud America e a qualsiasi altro posto in cui non si canti in inglese.


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#39 slothrop

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:01

comunque sì, ha ragione goz, non ha un gran senso citare bocelli perchè i fenomeni di cui parlo in apertura non hanno nulla, o quasi nulla, a che vedere con lo scenario più mainstream. In realtà in alcune pop-star americane ci sono delle bizzarrie ritmico-produttive mica da poco (si veda in particolare nicki minaj) che una volta sarebbero state squalificanti per il mercato grosso.

 

Se poi cercate un giudizio di merito su quale musica valga la pena ascoltare e quale no posta la questione di partenza beh, il difficile sta in un equilibrio molto sottile con il cartolinismo. Ribadisco che la battaglia di gozer pro-le-musiche-che-vanno-DAVVERO-in-quei-Paesi è una battaglia legittima e anche nobile, ma il mercato, anche quello mid-stream degli indie, deve produrre OGGI musica nuova e le suggestioni le va a cercare là dove sono molto evidenti, cioè nelle musiche folk minoritarie, non nelle musiche pop minoritarie. Questo a prescindere dai meriti. Poi c'è il problema della musica troppo velleitaria (le operazioni della Fatima Al Qadiri non mi convincono del tutto concettualmente, mi sembrano comunque non così nuove; le stramberie di fka twigs cedono già al secondo ascolto, si rivelano un accrocchio fatto di ansia per il nuovismo ma figlio anche della frettolosa estemporaneità degli ascolti di quest'epoca, secondo me, eh) o della musica troppo cartolinesca, nel senso di troppo finta, poco viscerale. Insomma è veramente difficile fare cose belle che siano anche "avanti" oggi come oggi.

 

 

PS sulla Ishibashi, solo perchè conosco bene la materia. Personalmente la scoprii nel 2010 cercando cose su Seiichi Yamamoto (che aveva collaborato al suo disco del 2008). Poi è uscita la prima collaborazione do O'Rourke di cui (credo) fui l'unico a parlare. L'anno dopo uscì un altro disco, che ebbe maggiore visibilità perchè drag city lo distribuì in occidente. Il nuovo di quest'anno pure lui è stato distribuito ma solo in novembre, Vassilios su ondarock ne ha scritto (bene) prima, credo avesse letto me ma in ogni caso parliamo di una cosa ancora piuttosto circoscritta. In patria siamo sull'indie secondo me, le mille copie le supera senz'altro vista l'etichetta ma non so se superi le 10.000, ecco, se le supera è perchè in Giappone il download non ha mai davvero attecchito e il mercato funziona proprio diversamente. Di statisticamente rilevante sulla Ishibashi c'è che quelli che l'hanno piazzata in playlist, l'anno fatto tutti in piani molto alti (poi non so quanti l'abbiano sentita e lasciata fuori dalla playlist perchè proprio non piaciuta, ovviamente questo non posso saperlo).


  • 0

#40 Moreno Saporito

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:04

(le operazioni della Fatima Al Qadiri non mi convincono del tutto concettualmente, mi sembrano comunque non così nuove;


slot non è una questione di nuovo o meno, lei è kuwaitiana di origine ma del suo popolo non è rappresentativa per nulla eh (e pure il suo disco mi piace molto)
  • 1

 


#41 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:09

 (poi non so quanti l'abbiano sentita e lasciata fuori dalla playlist perchè proprio non piaciuta, ovviamente questo non posso saperlo).

 

Eccone uno :)


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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#42 slothrop

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:23

 

(le operazioni della Fatima Al Qadiri non mi convincono del tutto concettualmente, mi sembrano comunque non così nuove;


slot non è una questione di nuovo o meno, lei è kuwaitiana di origine ma del suo popolo non è rappresentativa per nulla eh (e pure il suo disco mi piace molto)

 

 

Ma figurati se è rappresentativa di qualcosa di etnico. Semmai è rappresentativa dello "stato delle cose" (ecco, l'ho detto), dove ci sono un sacco di elementi etnici, talvolta ostentatamente etnici, immersi però in un quadro di pop elettronico indistinto.


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#43 il mistico

    proxima centauri

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:26


io nella battle mi aspetterei un Reitano, un Ranieri e che so pure la prima Pausini

roba che fa emozionare

 

:mellow:


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#44 Moreno Saporito

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:27

Ma figurati se è rappresentativa di qualcosa di etnico. Semmai è rappresentativa dello "stato delle cose" (ecco, l'ho detto), dove ci sono un sacco di elementi etnici, talvolta ostentatamente etnici, immersi però in un quadro di pop elettronico indistinto.


ma lo "stato delle cose" in che ambiente Slot?
è una roba abbastanza di nicchia eh, a volte mi pare che non riusciate a vedere oltre il vostro naso

quanto ha venduto Fatima AL Q?
e ripeto, è uno dei miei dischi dell'anno (vabbeh che ascolto per il 90% roba vecchia), mi piace molto (le darei anche 2 colpi)
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#45 Moreno Saporito

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:33

questo discorso vale anche per tutte le rielaborazioni del passato

le etichette che si lanciano in questi discorsi posso essere associate a uno stile forse solo all'inizio, poi diventa tutto abbastanza standardizzato modellandosi sui canoni di ora (e anche qua non per forza il risultato deve essere brutto); un esempio è la Sacred Bones il cui filo conduttore non è la wave o il synthpop ma la maniera in cui questi generi vengono trattati, che è sempre la stessa
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#46 Gozer

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:36

Slothrop:  Se poi cercate un giudizio di merito su quale musica valga la pena ascoltare e quale no posta la questione di partenza beh, il difficile sta in un equilibrio molto sottile con il cartolinismo. Ribadisco che la battaglia di gozer pro-le-musiche-che-vanno-DAVVERO-in-quei-Paesi è una battaglia legittima e anche nobile, ma il mercato, anche quello mid-stream degli indie, deve produrre OGGI musica nuova e le suggestioni le va a cercare là dove sono molto evidenti, cioè nelle musiche folk minoritarie, non nelle musiche pop minoritarie. Questo a prescindere dai meriti.

Ma le va a cercare nel folk a causa dell'impostazione sbagliata che sto dicendo. E' una roba che ci è stata inculcata praticamente da sempre, anche se nessuno l'ha mai detta apertamente, è proprio un atteggiamento che ormai abbiamo istintivo. 

 

Più o meno: "culture inferiori"="valore tribalistico/antropologico della loro musica più primitiva"="risate e voltarsi dall'altra parte se provano a fare roba evoluta".

Con l'eccezione, ma solo per i paesi che riescono a generare gente che l'inglese lo pronuncia bene come Francia e Germania, che quella roba evoluta sia praticamente indistinguibile da quella angloamericana, in quel caso, e solo in quel caso, può andare.

 

 

 

In patria siamo sull'indie secondo me, le mille copie le supera senz'altro vista l'etichetta ma non so se superi le 10.000, ecco, se le supera è perchè in Giappone il download non ha mai davvero attecchito e il mercato funziona proprio diversamente. Di statisticamente rilevante sulla Ishibashi c'è che quelli che l'hanno piazzata in playlist, l'anno fatto tutti in piani molto alti (poi non so quanti l'abbiano sentita e lasciata fuori dalla playlist perchè proprio non piaciuta, ovviamente questo non posso saperlo).

Guarda, a quanto ho visto dal sito Oricon non è mai entrata nella top-100 settimanale. Fatico a capire come possa arrivare 10mila copie con risultati così scarsi (con un migliaio di copie ci entri fra i primi cento della settimana, se lei non ci riesce vuol dire che è sotto quella cifra). Poi magari vende parecchie copie ai concerti, questo non lo so.

 

 

 

Al tempo stesso le ragioni per le quali le musiche contemporanee-commerciali dei vari Paesi (spesso, tra l'altro, influenzatissime dai modelli anglofoni) non ci interessano sono altrettanto chiare: perchè a loro volta queste musiche non comunicano lo stesso vissuto e lo stesso esotismo di quando il mondo era una cosa folk, popolare, rispetto a quando tutto quanto si è mescolato nel mondo pop. Un mondo che oggi è talmente connesso che il mercato (accentrante per sua natura, perchè le voglie dei consumatori vanno prima stimolate e poi accontentate) oggi fatica a controllare e veicolare i gusti dei consumatori.

E' indubbio che alla base di questo meccanismo ci siano anche ignoranza e pigrizia mentale, ma io non ne facevo una questione di meriti, solo un tentativo di prendere atto di una situazione e spiegarla.

E' ovvio che sia pigrizia mentale Sloth, perché se è la "diversità" che si va cercando, anche un disco con arrangiamenti post-punk classici ma cantato in polacco e con un senso melodico del tutto loro, rappresenta una diversità bella grossa. E posto che in realtà il post-punk polacco è molto diverso da quello anglofono, essendo derivato, pensa un po', dal prog anziché dal punk. 

Questo è solo uno dei mille esempi curiosi che potrei fare. In Argentina c'era una band come i Soda Stereo che pretendeva che lo shoegaze fosse mainstream e lo trattava come tale, con risultati che sono estremamente distanti da quelli di qualsiasi disco shoegaze inglese in cui possiate imbattervi. 

 

Quindi sì, la diversità e l'esotico sono rintracciabili anche quando quella gente utilizza linguaggi nati nei paesi anglofoni, perché (al netto degli imitatori mediocri, che però esistono anche in GB e USA) li filtrerà secondo la propria sensibilità.

Qualche giorno fa nella battle parlavamo di "Gommalacca". Mi pare evidente che quel disco fosse influenzato da diverse robine che andavano succedendo in GB e negli USA in quel periodo, ma sfido io a trovare un artista inglese o americano che avrebbe potuto generare quel disco. Nessuno avrebbe potuto, quel disco è stato possibile perché c'era quel determinato musicista italiano inserito nel suo contesto italiano. 

 

Tanto quanto un classico del folk napoletano come la "Tammuriata nera", che a sua volta nel finale era inframezzata con un classico del country americano come "Pistol Packin' Mama" di Al Dexter, però nessuno lo sa e quindi si crede che sia la autentica musica folk napoletana. Invece era un ibrido anche quella, esattamente come la musica di Franco. O esattamente come lo shoegaze argentino. 

 

 

Quindi Giubbo e Not, lo so che non sono Slothrop e qui non siamo su Blow Up, ma venitemi a dire che questa roba non vi piace: https://www.youtube....h?v=NuB1v85kexk


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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:44

a causa dell'impostazione sbagliata che sto dicendo.


vabbeh perché "sbagliata"?
da pigri può andarmi bene ma non esiste giusto o sbagliato
poi è un discorso che si può estendere a tutto, a Milano è pieno di ristoranti stranieri ma quanti rappresentano davvero la cucina del loro paese?

c'è sempre un discorso di rielaborazione secondo il gusto italiano/europeo (vabbeh forse non è il paragone giusto ma ho fame asd)
  • 1

 


#48 Gozer

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:47

vabbeh perché "sbagliata"?

da pigri può andarmi bene ma non esiste giusto o sbagliato

 

Ho scritto sbagliata perché a mio avviso vi preclude una marea di musica meravigliosa.

 

Nove volte su dieci molto più bella e molto più originale della poca che rimediate dai paesi in questione seguendo l'impostazione in questione.

 

Però capisco la tua obiezione, quindi puoi sostituire "sbagliata" con "distorta", "illusoria" o ancora - e più neutro di così non riesco - "non realistica".


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RYM ___ i contenuti

"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#49 veryc

    E i ramo' ?

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:49

 

Dai però questo va un attimo contestualizzato.

I primi tre hanno poco da spartire coi secondi tre, soprattutto a livello di pubblico. E questo già fa tanto. Quello indie (o comunque rock alternative) mi sembra più incline a conoscere gruppi stranieri.

Piuttosto sostituisci al primo terzetto Pausini, Albano, Zucchero che ne hanno provate tante per cercare di essere più famosi all'estero

 

No che non lo sostituisco, l'avete letto il discorso iniziale di Sloth?

Perché da come parlate mi sembra di no. Cosa c'entrano Pausini, Albano e Zucchero? Sarebbe come citare Las Ketchup, Ricky Martin o gli Iglesias per dimostrare che non si hanno pregiudizi nei confronti della musica in spagnolo. 

 

Si stava parlando del pubblico più accorto, di cosa ascolta la gente che segue la musica. Dal primo post del thread: "abbiamo una conoscenza clamorosa dell'underground storico", "Blow Up", "in contesti indie musicisti dalla forte connotazione etnica", "battle non anglofona su questo forum", ecc. ecc.

 

Vi sembra che si stesse parlando di esportabilità presso il popoletto? A me no. Si parlava di essere appetibili all'estero a un pubblico scafato e dentro al mondo della musica. Non ritirate fuori Bocelli per cortesia.

 

Il fatto è che avevi citato tre artisti (battisti-bennato-pino daniele) che non identificavo molto col pubblico scafato/Blow Up/contesti indie, perciò tante valeva prendere 3 artisti mainstream.

In generale mi sembra che non capiti mai che quello che diventa famoso in un paese (sempre a livello undergound) sia poi automaticamente famoso all'estero. Anzi.

 

Poi se di ogni paese è famoso all'estero solo un determinato genere o determinati gruppi è l'hipsterismo dilagante e anche perchè non tutti gli ascoltatori hanno davvero così tanto tempo da dedicare per tutti i paesi stranieri.


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Ha già fatto tutto Black Mirror

 


#50 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 12 dicembre 2014 - 16:50

"non realistica".[/size]


sì ma io me ne rendo conto, non mi frega neanche molto nel senso che già così ho tanta musica da ascoltare, e comunque in diversi generi

poi è anche una questione di tempo e di voglia
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