Mi ritiro nel mio eremo per parlare un po' della Roma, che nel thread giustamente si seguirà il Napoli, l'Inter, il derby domani, ecc. ecc. E' un pippone enorme, per cui buona fortuna a chi intraprende la lettura.
Parto dal principio e lo dico subito: a me il 3-2 nello scontro diretto con la Juve preoccupava molto, perchè la Roma aveva dimostrato solidità, capacità di ribaltare la partita, velocità e i nuovi pare avessero ingranato. La Juve ha segnato due rigori con due sbandate di Maicon e la collaborazione di Pjanic, Iturbe aveva segnato a Torino e pure col CSKA, la differenza stava nel fattore campo e nel tiro della madonna di Bonucci, cioè poca roba.
Il meccanismo si è rotto poco dopo, con i risultati che tutti sappiamo, che se non sono troppo gravi (2° posto, nessuna sconfitta) mostrano comunque un'involuzione. Volevo mettere un po' d'ordine a tutta la faccenda, con qualche pensiero mio e qualche ipotesi generale su come stanno andando le cose, le cause, gli effetti, le colpe (vi avviso subito: per me Sabatini ha sempre fatto schifo, ma cercherò di non tenerne conto).
1) Destro è stata la prima cartina tornasole dei problemi della Roma.
Per me lo si vede abbastanza chiaramente dai numeri, cioè 13 gol l'anno scorso giocando pochino (1 gol ogni 94 minuti), e prima parte di questa stagione più o meno gli stessi risultati (4 gol prima di novembre, poi solo uno a Palermo, a problemi già evidenti). Non ho mai nascosto che per me la questione del centravanti che gioca per la squadra sta avendo un'importanza spropositata, rispetto alla semplice variante tattica che è, ma le critiche sono piovute a Destro principalmente per questo motivo (e anche al Milan vedo che cominciano). Per carità, che il limite ci sia è vero, ma ciò non toglie che se la squadra gira Destro può fare 13 gol giocando meno di mezzo campionato. Sono lontano dal ritenere Destro un grande giocatore, ma il rendimento drasticamente calato secondo me è il primo effetto che le cose sono cambiate.
2) Cos'è cambiato? L'asse della Roma
Se Brera parlava di asse centrale (portiere-difensore centrale-mediano-centravanti), giustamente dopo 40 anni la Roma ne propone una variante. Il gioco della Roma l'anno scorso contava sull'asse Benatia-Strootman/Nainggolan-Pjanic/Totti-Gervinho. Squadra che "vince" non si cambia e più o meno la base è la stessa anche quest'anno, con però il drammatico calo delle prestazioni della difesa (la coppia Manolas-Astori/Yanga Mbiwa non vale assolutamente quella di Benatia-Castan, con il secondo me beneficiava molto dal primo, da anni uno dei difensori migliori del campionato), la mancanza di ricambi per Nainggolan, il crollo nelle prestazioni di Pjanic e dei gol segnati da Gervinho (2, erano 9 l'anno scorso).
Togliendo velocità, imprevedibilità, solidità (non dimentichiamo cos'è diventato De Rossi) il 4-3-3 della Roma diventa uno schieramento scolastico, abbastanza lento e perfettamente leggibile, come appunto il gioco di Keita, in cui l'inventiva è lasciata a Totti che, per quanto non discutibile come giocatore, non può rappresentare il centro della squadra. Quale sia il problema dei giocatori non è dato sapere, se sia fisico (e quindi colpa del preparatore laziale), se sia psicologico, è roba che lascio a chi ci è dentro. La possibilità però di cambiare sistema, schemi è però responsabilità netta dell'allenatore e dopo due mesi ci si poteva pure pensare.
3) I ricambi
Con Iturbe è probabile che Garcia e Sabatini cercassero la versione tecnica di Gervinho, da mettere dall'altra parte. La possibilità che il giocatore fatichi, dalla provinciale allo scudetto, c'è sempre ed era uno dei miei dubbi nel caso l'avesse preso la Juve. A me il giocatore non dispiace, e non è detto che non si svegli tra qualche mese come ha fatto Ljajic. I problemi sono nel resto del campo: preso un giocatore d'equilibrio come Keita, sostituito come possibile Benatia con Manolas, il resto è peggiorativo: Astori e Yanga Mbiwa sono difensori pericolosi, il primo più del secondo, i terzini greci sono appunto due terzini greci con tutto ciò che comporta e Cole è uno dei casi in cui la vecchiaia arriva tutta di botto. Il problema del ricambio e della rosa diventa quando le riserve diventano titolari, ed è appunto il caso della difesa (con la variante Florenzi, perversione di Garcia questa, depotenziato in un ruolo non suo in cui può fare quanto Padoin), che infatti ha perso sicurezza e se concede poco è anche e soprattutto per la manovra molto lenta.
4) L'Europa
Non sono affatto sicuro che l'Europa si paghi la domenica dopo le partite. Può certamente capitare, specialmente in scontri con squadre buone che hanno pure tutta la settimana per prepararti l'inculata, ma gli effetti si vedono anche più lontano (pensiamo alla Juve spompata del 2° anno di Conte che chiuse con il 3-6-1, o ai campionati vinti da Ancelotti). Romanticamente, si può pensare che il giocattolo si sia rotto dopo i 7 gol del Bayern, ma già un mese dopo la Roma ne ha rifilate comunque 4 alla sbandante difesa dell'Inter, senza però poi riuscire a ripetersi (e non è che ci siano state difese coi controcazzi, il Verona va in difficoltà con molto poco, così come la Lazio pure se fa partita a sè). Di sicuro, per me l'eliminazione e come è avvenuta non ha aiutato.
5) Lo scudetto, l'ambiente, la disfatta
Se non sono parte di quella fetta di pubblico che gode tantissimo ogni volta che la Roma pareggia, pensando alle lamentele di Garcia, posso però vedere che c'è la tendenza a voler buttare via tutto per un secondo posto. La Roma in questo momento mi sembra come un centravanti alla Gomez, che non segna per mesi e poi fatica a buttarla dentro a porta vuota, in cui il primo problema che poteva essere tattico, di uomini, diventa ossessione. Se fosse così (e io penso che basti domenica prossima per il rilancio), ci vorrebbe anche poco per rimettersi in carreggiata.
6) E il Napoli?
Per me no, e lo si vede principalmente a centrocampo. Di certo, il Napoli può trovare soluzioni impreviste in qualsiasi momento, cosa che la Roma ha stentato a fare anche l'anno scorso (i pareggi vennero anche nell'autunno 2013), ma questo non rappresenta una nessuna novità e anzi, è praticamente come riescono meglio a fare risultato (non a caso hanno preso un giocatore da colpo come Gabbiadini). E' una questione di equilibrio: la Roma ha dei problemi ma non subisce troppi gol, fatica a perdere (5 sconfitte, il Napoli), si può migliorare, il Napoli non credo.
7) I giovani, il futuro, Sabatini
Sulla quantità di giocatori che Sabatini pesca in lungo in largo io sono molto scettico: prima di tutto per un semplice confronto con le annate del Palermo, che trovava sì i Pastore ma anche i Santiago Garcia e altra gente improponibile. E' una strategia come un'altra, che si basa prima di tutto sulla quantità, mi pare che per già l'allenatore abbia forti dubbi su chi gli viene portato, come dimostra il minutaggio scarsissimo di Sanabria, Paredes, Ucan, Golubovic e gente varia. C'è pure il rischio di trovarne uno discreto, prestarlo e farselo riscattare: magari è una buona operazione economica, ma la Roma squadra c'ha guadagnato pochino. Lo stesso vale per tutto il campionato: prende il giovane, farlo crescere e cederlo per farci i gran soldi (e magari comprare altri giovani) per me è una politica di necessità, non di qualità.
Sui nuovi non conosco Doumbia (ma sul suo acquisto come "centravanti per la squadra" vedasi il primo punto), ma Ibarbo mi pare un altro mezzo Gervinho, perfino più caotico, uno che mi pare possa stare in panchina dappertutto (può cambiare sicuramente una partita) ma che possa ben poco cambiare le cose.