Non riesco a togliermi dalla testa Biden che mangia un gelato mentre afferma distratto e con una certa nonchanalce, che il cessate il fuoco arriverà presto. Molto presto.
Lecca il cono lentamente, se lo gusta come farebbe un bambino al Parco dopo la messa della Domenica.
Biden e il suo gelato, e la domanda dei cronisti che chiedono di sapere che cosa ne sarà della popolazione di civili palestinesi in fuga. A loro non è rimasto niente, in fondo.
E quel gelato. Leccato con placida serenità. Come se non stesse succedendo nulla.
Qualche giorno dopo la sua dichiarazione, l'amministrazione Biden dice che arriveranno anche degli aiuti umanitari per la popolazione palestinese. E così avviene. Dal cielo piovono aiuti umanitari. Proprio dagli Stati Uniti. E mentre osservo la gente - i bambini soprattutto - lanciarsi in quella corsa disperata verso il mare mosso, mi domando che sapore abbia avuto quel gelato leccato da Biden, e se il suo gusto e la sua bontà siano abbastanza buoni da fargli dimenticare per un attimo che: lanciare aiuti umanitari dopo aver pompato miliardi nelle casse dello Stato Israeliano affinché potesse finanziare un'aggressione militare che ha causato la morte di oltre 30.000 civili in 5 mesi, è una scena che nel suo senso politico dovrebbe tormentarci per i prossimi 40 anni. E se possibile, anche oltre. In quella che è stata chiamata tante volte. Impropriamente "guerra", bisogna ristabilire dei termini che ci diano una dimensione reale del peso specifico di ogni vita persa dall'inizio dell'attacco ai civili palestinesi. E "guerra", amici miei, non restituisce dignità a nessuna persona che in questo momento viene tirata fuori dalle macerie. Non esistono le guerre contro le bambine e i bambini. Nè le guerre contro i disarmati, gli anziani e i disabili. Ecco perché è necessario domandarci che cosa ci chiedono di difendere ciecamente, quando gli allarmi su quel mondo barbaro e ostile che sta a Oriente e che minaccia i valori d'Occidente, si insinua come una serpe nelle nostre case e ci chiede ferocia, intransigenza, crudeltà. Per il bene della Patria. E al costo di uccidere, attaccare, mordere e sbranare chi cerca ed esige un luogo dove rifugiarsi, come è giusto che sia. Ma noi non ne parliamo. O meglio lo facciamo, ma male. E possiamo avere il privilegio di non ascoltare o di non ragionare come si deve, perché non corriamo su quelle spiagge, scalzi a sfidare le onde del mare gelido per accaparrarci del cibo e strapparlo magari dalle mani del nostro vicino. Noi siamo qui. E loro lì. Noi qui. Loro li. Mentre gli Stati Uniti che hanno votato contro il cessate il fuoco, lanciano cibo dal cielo, lasciando ad Israele la libertà di fare di un popolo, ciò che desidera.
L'Occidente lecca il gelato, mentre decide se la guerra finirà oppure no.