Vidi in tv, ed era il Palarock, Festival di Sanremo 1987, condotto con mano sicura da Carlo Massarini, gli Smiths che piroettavano su "Ask", brano che continua a far parte dei ricordi del mio primo, tragico anno di scuole superiori, risolto bene in zona Cesarini, ma basta il primo accordo e sono di nuovo lì, a sudare freddo.
Gli Smiths erano ovunque e non mi piacevano granché. Poi, quasi dieci anni dopo, in auto, dalle parti della stazione Tiburtina, notte inoltrata, un amico inserisce nel lettore "Southpaw Grammar", dopo cinque minuti storce la bocca, ma il primo brano, "The Teachers are afraid... ", ne dura quasi 12, non lo degno di risposta, o forse sì, ma sono in trance e divento un simpatizzante di Morrissey e anche degli Smiths, o quasi.
Nel corso degli anni, scopro che "Southpaw" non è quasi mai citato, fino a qualche tempo fa non era neanche presente su Spotify, veniva (viene?) bypassato senza ritegno. Io continuo ad ascoltarlo con immutato gaudio: l'opening track è una cavalcata glam orchestrale lunghissima, la coda quasi omonima è un'altra esperienza trionfale nella quale Morrissey sparisce dopo quattro minuti.
Poi ci sono due anthem da urlo, quali "Boy Racer" e, soprattutto, "Dagenham Dave". E che dire di "The Operation" che parte con un solo di batteria?! È ovvio che all'epoca Stefano fosse strafatto di anfetamina e super depresso.
C'è anche la descrizione del lettore che incontra lo scrittore, che poi sarebbero entrambi lui stesso.
Produzione testosteronica, grande verve, belle canzoni, citiamolo!