Mestieri In Via Di Estinzione: Il Giornalismo
#1
Inviato 30 agosto 2014 - 10:19
A me, ad esempio, pare non improbabile un futuro che vede al centro il solito duopolio Corriere-Repubblica, seppur "dimagrito", circondato da una galassia di giornali locali, con il progressivo cedimento di tutte le testate intermedie, che già ora sono quelle più in affanno. Non credo di svelare misteri se vi racconto che Il Messaggero a Roma, ormai, ha numeri minimi e continua a vivere nel circolo vizioso "tagli-prepensionamenti-assunzioni zero", col risultato che, di fatto, a un paio di generazioni è stato precluso l'ingresso in redazione, soprattutto in ruoli dirigenziali (a parte il mio ex-direttore e pochi altri).
Sul fronte digitale, invece, ho l'impressione che stiamo attraversando un'epoca che altrove è stata vissuta almeno 10-15 anni fa, quindi sarebbe interessante ad esempio conoscere qualche testimonianza diretta di chi vive in paesi che viaggiano avanti (Usa, Uk, Germania), per capire quanto stiamo indietro e cosa ci aspetta nei prossimi anni.
E poi: è irreversibile anche lo scadimento della qualità dell'informazione (processo degli ultimi vent'anni), o grazie a internet e al digitale in genere si può sognare un'inversione di tendenza? Domanda alla quale si oppone un'altra, terribile realtà dell'informazione italiana: i siti dei quotidiani pensano quasi solo ai numeri e hanno capito che il trash è l'unica via per ottenerli, almeno nel breve periodo.
#2
Inviato 30 agosto 2014 - 10:39
Così come il telegiornale istituzionale (quello delle 13 o delle 20).
Anche senza internet per sapere quello che avviene in tempo reale basta accendere Rainews, tgcom, cnn, bbc, bloomberg tv.
Quindi io comprerei un giornale (non ne compro mai) se fosse un settimanale di VERO e serio APPROFONDIMENTO culturale.
Cioè una versione meno politicizzata e tettoculista di panorama/espresso se esistesse o volendo essere più precisi comprerei una ipotetica edizione italiana di The economist.
Proprio da quando ho letto le prime volte The economist (che non parla solo di economia ma soprattutto di politica) che ho capito che dei giornali italiani non me ne faccio niente.
Limes ecco mi piace, una edizione "light" ed espressa (a cadenza settimanale e non bimestrale) lo comprerei.
#3
Inviato 30 agosto 2014 - 10:41
Purtroppo so anche che è a rischio fallimento.
Gli altri quotidiani online (o versioni online di giornali cartacei) li considero di livello ampiamente inferiore, articoli poco interessanti e banali, sono oramai buoni solo per le news, o per leggere articoli di approfondimento che non approfondiscono nulla, ma semplicemente fanno propaganda di una certa linea editoriale.
Il Post comunque mi sembra uno dei meno peggio.
I quotidiani cartacei, non li considero neanche più, leggo solo ogni tanto al bar la gazzetta dello sport.
Io se voglio sentire le notizie mentre ceno metto sempre un canale all news.Così come il telegiornale istituzionale (quello delle 13 o delle 20).
in nineteen sixty-three
Ogni vita ha peso e dimenticanza calcolabili
"What kind of music do you usually have here?"
"Oh, we got both kinds. We got Country, and Western."
#4
Inviato 30 agosto 2014 - 11:33
L'intervento di Tonysuper per me è nosense
Quanta fluidità c'è nel meccanismo attraverso il quale le persone in Italia si informano? Poco. Internet ha cambiato qualcosa in tal senso? Abbastanza. In pratica i consumi mediali, relativamente al livello informativo, tendono ad essere piuttosto standardizzati aka
[a] i giovani [15/35] si "informano" su internet / non comprano giornali
[b] i più vecchi [40+] standardizzano la loro maniera di informarsi
Due dati importanti, uno scontato: i nativi digitali sono quelli nati negli anni 90. L'altro: la diffusione dell'adsl in Italia [dal 2005 in maniera più capillare] ad ora raggiunge solamente poco più del 50% della popolazione.
Quindi perché si vendono meno giornali? C'entra qualcosa internet? Per me qualcosa c'entra ma non così tanto, visto quanto sopra. Le ragioni principali sono: il boom delle free press [lette infatti da persone che non hanno grosse necessità informative se non quelle di prendere bocconi di tutto, zero approfondimento], la congiuntura economica e il male che affligge storicamente il giornalismo italiano: la centralità della politica [non un caso che il precipitare delle tirature coincida con tutta quella roba chiamata antipolitica].
Scrivo qualche punto scollegato, magari può fungere da spunto di riflessione
+ Repubblica faceva di tiratura 700k la domenica, ora forse ne fa 450k. Le persone non sono più disposte a pagare per leggere le stesse cose, in un mercato saturo e che offre sempre le solite informazioni.
+ Quando il contenuto migliore [sono serio] e più visitato di Repubblica.it è la colonna di destra, io mi farei due domandine
+ L'unico esperimento di successo del mercato imprenditoriale legato al giornalismo è stato purtroppo Il Fatto Quotidiano
In conclusione. Per me ci sarebbe da fare un discorso di ampio respiro sulla qualità dell'informazione e su che tipo di richiesta viene posta in essere. A mio modo di vedere il mercato del giornalismo in Italia, per come è ora, non ha necessità di essere "riformato" per un semplice motivo: non fotte a nessuno.
#5
Inviato 30 agosto 2014 - 11:39
#6
Inviato 30 agosto 2014 - 11:45
Le ragioni principali sono: il boom delle free press [lette infatti da persone che non hanno grosse necessità informative se non quelle di prendere bocconi di tutto, zero approfondimento], la congiuntura economica e il male che affligge storicamente il giornalismo italiano: la centralità della politica [non un caso che il precipitare delle tirature coincida con tutta quella roba chiamata antipolitica].
Le free press, che sono state effettivamente uno dei media di successo a inizio decennio Zero, attraversano un momento durissimo. Non a caso ha chiuso City, il free press del Corriere, più molti altri minori. Ed è inutile dirti che la situazione di Leggo e Metro, i due principali concorrenti attuali, è molto critica: la crisi ha inciso brutalmente sulla pubblicità, che è l'unica fonte di queste testate, e gli effetti li puoi facilmente immaginare (a Metro sono in solidarietà e hanno tagliato l'inimmaginabile, noi a Leggo abbiamo chiuso sei redazioni e usciamo ormai solo a Roma e Milano). Oltre tutto, la diffusione dei free press è stata drasticamente tagliata anche per tiratura e distribuzione: ormai è quasi proibitivo riuscire a leggerne uno se non prendi la metro e in un orario tra le 7 e le 8.30.
Insomma, non credo che sia la concorrenza dei free press, ormai, a danneggiare i quotidiani a pagamento. Ho qualche dubbio che sia anche l'eccessiva autoreferenzialità politica (anche se indubbiamente è un fattore che ha inciso in questi anni). Per me internet invece pesa tanto, ma non solo dal punto di vista dell'informazione classica: anche un social media come Facebook, per dire, per me ha sottratto tante attenzioni dedicate ai giornali. E ti dirò di più: fa concorrenza persino alla free press, perché in metro ho l'impressione ormai che sono più quelli che smanettano col cellulare di quelli che si leggono avidamente Leggo o Metro.
#7
Inviato 30 agosto 2014 - 11:52
perché in metro ho l'impressione ormai che sono più quelli che smanettano col cellulare di quelli che si leggono avidamente Leggo o Metro.
Questo è banale quanto verissimo: quando non avevo smartphone e/o kindle mi leggevo 3 o 4 giornaletti freepress al giorno, tutto quello che c'era me lo ciucciavo.
Una volta (5+ anni fa) andavano a ruba, c'erano i tizi che li distribuivano ovunque.
Adesso quasi non saprei dire se esistono ancora*. E non vedo nessuno che li legge.
*(ancora le gabbiette nelle metro ci sono, spesso vuote: una volta era perché finivano subito)
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#8
Inviato 30 agosto 2014 - 11:58
Ma "Il Fatto" è stato davvero tutto sto successo imprenditoriale? (Tu ne saprai senz'altro più di me, avendoci lavorato)
Conosco una ragazza che ci lavora. Me ne ha parlato molto vagamente, ma online credo vada bene (e mi diceva che le analisi sui contenuti che tirano di più sono impetose), mentre su carta non faccia una sega.
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#10
Inviato 30 agosto 2014 - 12:03
Ma "Il Fatto" è stato davvero tutto sto successo imprenditoriale? (Tu ne saprai senz'altro più di me, avendoci lavorato)
Per me è un successo per due motivi fondamentali:
1. ha settato una qualità informativa differente. non ho detto migliore o peggio, ma appunto differente. personalmente è un giornale che non leggerei mai. la differenziazione dell'informazione mi pare il problema più grosso. e il fatto ha risposto ad un buco di mercato evidente.
2. un giornale che, nel giro di quattro anni, fa 50k copie [in flessione] ma 400k visitatori unici giornalieri sul sito [+ quotazione in borsa, ma forse qui interviene Ortodosso e mi dice che non c'entra un cazzo] e soprattutto l'essere elevati a interlocutori del dibattito culturale [dio che sto dicendo] per me significano successo.
Conosco una ragazza che ci lavora. Me ne ha parlato molto vagamente, ma online credo vada bene (e mi diceva che le analisi sui contenuti che tirano di più sono impetose), su carta non fa una sega.
Esatto. curiosità, chi è la topina?
...
Vero, ma la crisi delle free press mi è iniziata a partire dal 2010 mi pare di poter dire. Io setterei l'annaspare dei quotidiani ben prima, a partire dal 2004-2005. In quel buco lì, per me è fuori di dubbio che le free press abbiano contribuito.
#11
Inviato 30 agosto 2014 - 12:06
Conosco una ragazza che ci lavora. Me ne ha parlato molto vagamente, ma online credo vada bene (e mi diceva che le analisi sui contenuti che tirano di più sono impetose), su carta non fa una sega.
Esatto. curiosità, chi è la topina?
Non credo tu la conosca: redazione Milano, ha cominciato pochi mesi fa e non fa la giornalista (fa roba "tecnica" -- più o meno).
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#12
Inviato 30 agosto 2014 - 12:14
Mai comprato giornali cartacei, salvo raramente La Stampa( viaggi in aereo robe così).
Per il resto spesso parto da link pubblicati sul forum.
Giornali gratis: ho una posizione che ammetto essere paranoica es anche un po' ridicola: ho smpre visto la gratuità come la possibilità di diffondere una linea(politica ad esempio) molto capillarmente grazie appunto alla distribuzione ed al fatto che con la scusa che è gratis tutti leggono. Qua a Milano ad esempio ce n'era uno, non ricordo più come si chiama, abbastanza tendente a destra
#13
Inviato 30 agosto 2014 - 12:44
e i vecchi che li compran nel frattempo stan morendo
"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"
#14
Inviato 30 agosto 2014 - 12:45
#15
Inviato 30 agosto 2014 - 12:47
insomma l'online è fuffa
"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"
#16
Inviato 30 agosto 2014 - 13:03
#17
Inviato 30 agosto 2014 - 13:35
Non credo tu la conosca: redazione Milano, ha cominciato pochi mesi fa e non fa la giornalista (fa roba "tecnica" -- più o meno).
Esatto. curiosità, chi è la topina?
Conosco una ragazza che ci lavora. Me ne ha parlato molto vagamente, ma online credo vada bene (e mi diceva che le analisi sui contenuti che tirano di più sono impetose), su carta non fa una sega.
A proposito di FattoQuotidiano,it, in redazione ora a Milano c'è anche un nostro ex, nonché mio compagno di scrivania fino a qualche mese fa: http://ext.ilfattoqu...x.html#pasciuti Per caso l'hai conosciuto, Alberto?
Giornali gratis: ho una posizione che ammetto essere paranoica es anche un po' ridicola: ho smpre visto la gratuità come la possibilità di diffondere una linea(politica ad esempio) molto capillarmente grazie appunto alla distribuzione ed al fatto che con la scusa che è gratis tutti leggono. Qua a Milano ad esempio ce n'era uno, non ricordo più come si chiama, abbastanza tendente a destra
Pensa che Leggo ha la paranoia opposta: evitare qualsiasi esposizione politica. Paranoia proseguita con tre direttori diversi, molto diversi
In realtà per sua natura un giornale free press deve puntare al pubblico più ampio, sia di lettori che di inserzionisti, quindi connotarsi troppo politicamente può essere rischioso: almeno questa era l'idea di base, poi non sono affatto convinto che sia giusta.
Quanto all'online-fuffa, dal punto di vista economico sono pienamente d'accordo: il gruppo in cui lavoro dovrebbe essere teoricamente il quarto nazionale, ha buoni numeri (soprattutto Leggo e il Messaggero) in termini di traffico/visite, ma le entrate pubblicitarie sono ancora meno di un quinto di quelle che arrivano dalla carta.
#19
Inviato 30 agosto 2014 - 13:44
Leggo Lercio.
Non è del tutto una battuta.
No che non lo è... (ma stenderei un velo pietoso onde evitare di farmi licenziare). Quello che tengo sempre a ribadire è che giornale cartaceo e sito sono entità completamente autonome e differenti. E mi fermo qua
Resta il fatto che nonostante numeri realmente clamorosi, non sono mai riusciti a far decollare la pubblicità online. Fatto che parzialmente mi consola in ottica OndaRock: noi almeno non abbiamo una concessionaria con venti impiegati che lavorano ogni giorno solo a questo.
#20
Inviato 30 agosto 2014 - 13:58
Altro argomento: data per buona la crisi dei quotidiani, mi piacerebbe conoscere la situazione dei settimanali generalisti. Qualcuno compra ancora Espresso e Panorama?
#21
Inviato 30 agosto 2014 - 13:59
L'impressione è che non sia un modello sostenibile: tempo fa ne parlavano anche loro di come riescono a pagare ben poco i collaboratori, con proposte di stage assai poco allettanti economicamente, e gran parte dei contenuti più corposi costituiti da traduzioni probabilmente lecite da un punto di vista giuridico, ma anche indice di debolezza redazionale.
Però sono oramai anni che vanno avanti, e come loro anche tutti gli altri che tentano di sopravvivere con la pubblicità online, sembra un castello che può crollare da un momento all'altro, ma finché sta in piedi rimango a fruirne. Tra l'altro senza alcuna remora morale li consulto sfruttando adblock plus e guardandomeli nella versione epurata dalla pubblicità.
Corriere e repubblica pressoché ignorati per eccessiva bruttezza formale e contenutistica, e specie online sono fuori dal tempo.
Devo dire che negli anni, tranne qualche exploit di tanto in tanto nei periodi caldi (di cui a posteriori rimpiango una debolezza da parte mia nell'avergli dedicato pensieri ed energie), il mio interesse per l'attualità politica è venuto abbastanza meno, forse per disillusione, forse perché ci si rende conto che nei propri problemi reali e quotidiani influisce in modo davvero indiretto (almeno questo è il mio caso per ora) ed è invece per molte persone solo un'occasione per definirsi in opposizione a qualcosa e di sentirsi partecipi di una scena a più ampio respiro. Trovo anche stancante e sterile il clima da emergenza continua (che personalmente sento dall'età della ragione, facciamola coincidere con l'11/9 se vogliamo).
#22
Inviato 30 agosto 2014 - 14:27
- redazioni troppo ampie per le vendite attuali > taglio dei redattori
- meno redattori > quasi solo lavoro di macchina (impaginazione, titolazione, rapporti con collaboratori etc. etc.)
- tagli anche al budget dei collaboratori > questi ultimi si limiteranno a proporre cose "cotte e mangiate" senza spendersi troppo in ricerche, inchieste, telefonate varie etc. etc.
- stop alle assunzioni > il corpo redazionale dei grossi quotidiani è composto prevalentemente da over 50, assai poco disposti a mettersi in gioco/rinnovarsi/confrontarsi con i giornalisti più giovani, che peraltro sono ormai quasi solo collaboratori e in redazione non ci mettono piede.
E sul web:
- scarsi introiti pubblicitari > redazioni piccolissime
- i pochi redattori buttano solo dentro la roba per fare numeri > la qualità scade
- i collaboratori lavorano quasi gratis e possono al massimo scopiazzare qualcosa googlando in giro.
#23
Inviato 30 agosto 2014 - 14:30
esce 3 volte a settimana ma lo compro due di solito
per il prezzo insulto ovviamente sempre il mio amico che ci scrive (una firma storica dell'ippica anche sulla Gazzetta ecc., quando l'ippica funzionava)
hanno ora fatto la versione online a pagamento, indovinate come è?
una scansione di quella cartacea, quindi non vengono utilizzate minimamente le possibilità della rete
però cagare col giornale o segnarci sopra i cavalli da giocare a penna non ha eguali, insostituibile
#24
Inviato 30 agosto 2014 - 15:10
una concessionaria con venti impiegati che lavorano ogni giorno solo a questo.
LOL
ma il fqtotalmenteindipendentenonvogliamoisoldipubblicisticazzi come va?
"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"
#25
Inviato 30 agosto 2014 - 15:19
ma il fqtotalmenteindipendentenonvogliamoisoldipubblicisticazzi come va?
A che ti riferisci?
#26
Inviato 30 agosto 2014 - 15:21
"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"
#27
Inviato 30 agosto 2014 - 15:22
Su Internazionale ho letto articoli bellissimi su direttive Ue e conseguenze sul mercato( per dirne una, sulla qualità della carne commercializzabile in UE) o sull'Ebola pubblicati in Gemania o Uk, da noi c'è ancora un giornalismo di approfondimento così dettagliato e "sul pezzo" che travalichi la politica interna o il reportage dal fronte di turno?
Esemplificando forse troppo: i nostri giornalisti sono di qualità?
Chiedo senza polemica preventiva
#28
Inviato 30 agosto 2014 - 15:25
Esemplificando forse troppo: i nostri giornalisti sono di qualità?
Per me ce ne sarebbero tanti di qualità, anche nei posti più impensati, e tanti potrebbero diventarlo, ma non verranno mai ammessi in alcun giornale. Il problema è il tipo di mansioni che ormai i giornalisti sono costretti a svolgere nelle redazioni e la carenza di "ricambio" generazionale, più che la qualità in sé (che pure, in generale, non è esaltante).
#29
Inviato 30 agosto 2014 - 15:46
"Dal 1969 costa poco e dice tutto. Noi siamo Cronaca Vera."
Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
#30
Inviato 30 agosto 2014 - 19:15
+ L'unico esperimento di successo del mercato imprenditoriale legato al giornalismo è stato purtroppo Il Fatto Quotidiano
Cartaceo non vende moltissimo, online invece funziona (purtroppo). Magari intendevi proprio questo.
-------------
Sul topic.
Provate a scaricare la APP di Corriere e Repubblica. Poi quella di ElPais. E ditemi.
#31
Inviato 30 agosto 2014 - 20:46
Credo che il problema sia che i quotidiani italiani (e parlo dei principali) sono riempiti per il 90% di telecronache di palazzo spacciate per informazione, con le telefonate confidenzali al segretario e il telefono senza fili della buvette scambiati per scoop. Mai un approfondimento basato su un'analisi approfondita, se non rarissimamente, e i costanti fondi autoreferenziali di qualche cariatide che non c'ha mai capito un cazzo di niente.
Ed è il motivo per cui una schifezza incommentabile come il FQ ha avuto così successo: la direzione ha messo davanti a tutto la propria visione del mondo (quella di un mazzo di radical chic manettari ottusi, integralisti e decadenti ma pur sempre una visione riconoscibile) emergendo dalla piattezza sepolcrale di tutti gli altri.
#33
Inviato 30 agosto 2014 - 22:49
Sul fronte digitale, invece, ho l'impressione che stiamo attraversando un'epoca che altrove è stata vissuta almeno 10-15 anni fa, quindi sarebbe interessante ad esempio conoscere qualche testimonianza diretta di chi vive in paesi che viaggiano avanti (Usa, Uk, Germania), per capire quanto stiamo indietro e cosa ci aspetta nei prossimi anni.
La stampa cartacea è in costante declino anche in UK in quanto a vendite/circolazione. I giornali più venduti sono quelli come il Sun perché ha i titoli tipo "MADRE DEGENERATA SI DIVERTE AD ABORTIRE A PIACERE" + tre topless in copertina.
I giornali britannici (anche quelli "seri") sono merda allo stato puro come contenuti, ma al confronto di quanto leggo dei giornali italiani (un articolo di ogni tanto quando vedo un titolo curioso su fb) fanno comunque una gran figura. Se non altro sono scritti meglio e mentono sapendo di mentire, essendo assolutamente allineati e in piena malafede, non perché scopiazzano a destra o sono redatti da stagisti schiavi che non fanno il minimo fact checking.
Le versioni online dei giornali britannici sono qualcosa che penso non esista in Italia. Mi sono ascoltato album appena usciti o in uscita per una settimana dallo streaming del Guardian, ho visto documentari sull'Independent, ecc. Sarà che la cultura che mi interessa è più di massa qui, ma sul Corriere non trovi lo streaming di Glastonbury, al massimo un articolo su Vasco che parla di Renzi.
Altra cosa, i giornali britannici hanno (a volte immeritatamente) una certa autorevolezza nel pilotare i gusti dei lettori. ad es. se la tua bancarella dove fai le caldarroste è nella "top 10 of street food vendors in Portogruaro Carole", puoi stare certo che un sacco di gente partirà con alte aspettative sulle tue caldarroste. Se quel cagacazzi di Jay Rayner ti stronca il ristorante appena aperto a Londra, un sacco di gente non lo consiglierà, perché Jay Rayner dice che fa cagare; viceversa se lo incensa sai che avrai un sacco di gente con soldi che vorrà un tavolo, ecc. Stessa cosa coi viaggi all'estero, ecc.
Tutto questo non me lo immagino proprio da Repubblica.
#34
Inviato 30 agosto 2014 - 22:54
#35
Inviato 31 agosto 2014 - 08:23
Esemplificando forse troppo: i nostri giornalisti sono di qualità?
E' una domanda alla quale è impossibile rispondere perché non ci sono proprio le condizioni materiali per cui noi possiamo risalire a dei nomi di riferimento come giornalisti di qualità. Io mi chiedo anche solo come facciate a farvi questa domanda.
Statisticamente parlando, non lo so.
#36
Inviato 31 agosto 2014 - 09:31
Il problema dello scarso rendimento delle testate online non è la sovrabbondanza di informazione "di qualità" per cui non si ha tempo di leggerle tutte (le tue 30 fonti selezionate, per dire) –la persona normale se va bene ne legge una–, ma un misto fra il disinteresse alla qualità e lo scoglio mentale di dover pagare qualcosa che fino a ieri hai avuto gratis (non a caso ci tentano su smartphone, dove l'acquisto di app è accettato e dove sembra qualcosa di più del puro sito – lì però colpisce comunque l'altro fattore). Se metti il Corriere a pagamento, il 90% passa ad altro, qualsiasi altra cosa, e non importa la qualità.
La domanda sui giornalisti validi da noi era fatta a insider che frequentano le redazioni, e secondo me il motivo per cui non si può fare nomi, più che per la mancanza delle firme, è che neanche avrebbero l'occasione di fare giornalismo di qualità, non è una mansione richiesta nell'ottica di contenimento costi e fruttare di più.
#37
Inviato 31 agosto 2014 - 09:43
Secondo me l'hai presa tutta dalla parte sbagliata.
Il problema dello scarso rendimento delle testate online non è la sovrabbondanza di informazione "di qualità" per cui non si ha tempo di leggerle tutte (le tue 30 fonti selezionate, per dire) –la persona normale se va bene ne legge una–, ma un misto fra il disinteresse alla qualità e lo scoglio mentale di dover pagare qualcosa che fino a ieri hai avuto gratis (non a caso ci tentano su smartphone, dove l'acquisto di app è accettato e dove sembra qualcosa di più del puro sito – lì però colpisce comunque l'altro fattore). Se metti il Corriere a pagamento, il 90% passa ad altro, qualsiasi altra cosa, e non importa la qualità.
La domanda sui giornalisti validi da noi era fatta a insider che frequentano le redazioni, e secondo me il motivo per cui non si può fare nomi, più che per la mancanza delle firme, è che neanche avrebbero l'occasione di fare giornalismo di qualità, non è una mansione richiesta nell'ottica di contenimento costi e fruttare di più.
Non mi sembrano argomentazioni contrarie a quello che dico io, l'abitudine ad avere qualcosa gratis è data anche dalla varietà delle fonti, se i quotidiani nazionali fossero le uniche fonti di qualità di riferimento il passaggio da gratis a pagamento non sarebbe così difficile. Allo stesso tempo confermi che non si riescono a far nomi di grandi firme e la tua motivazione mi trova in parte d'accordo, posto che è inutile individuare LA Causa, è uno scenario in cui è difficile scindere singoli rapporti causa-effetto.
Statisticamente parlando, non lo so.
#38
Inviato 31 agosto 2014 - 09:52
#39
Inviato 31 agosto 2014 - 09:53
A pensarci meglio Repubblica l'avrò aperto due volte in un anno e solo perché c'erano link sui social network, nel mio immaginario sta allo stesso posto de IlGiornale e del FattoQuotidiano. Il Corriere lo metto un po' più su, le sezioni di notizie non da prima pagina a volte hanno cose interessanti sepolte dalle tonnellate di pasta scotta delle news da urlo e prima pagina. E' in ogni caso una fonte per la quale non pagherei perché lo schema di aggiornamento che ho lo penalizza: le breaking news e super scoop sono ben coperti per chi frequenza il web con costanza, gli approfondimenti sono meglio trattati nei magazine o blog tematici.
Statisticamente parlando, non lo so.
#40
Inviato 31 agosto 2014 - 10:20
La domanda sui giornalisti validi da noi era fatta a insider che frequentano le redazioni, e secondo me il motivo per cui non si può fare nomi, più che per la mancanza delle firme, è che neanche avrebbero l'occasione di fare giornalismo di qualità, non è una mansione richiesta nell'ottica di contenimento costi e fruttare di più.
E' esattamente così. Diciamo che chi ci prova lo fa più per iniziativa e orgoglio personale che per una richiesta reale. Gli editori attuali credo che mettano la "qualità" al 12°-13° posto tra le loro priorità (a essere buoni).
Comunque, la mia impressione è che i quotidiani debbano ormai scegliere tra queste due opzioni: diventare buoni settimanali d'approfondimento (con la consapevolezza di rivolgersi ormai al pubblico ristretto e selezionato di questi ultimi); tentare di fare davvero a pugni per avere news e scoop esclusivi (ma non sembra proprio questo il clima). La via intermedia - il mantenimento della struttura classica dei giornali generalisti attuali - mi pare ormai perdente: nessuno ha più interesse a comprare il Corriere dello Sport per leggersi della trattativa di mercato che ha seguito il giorno prima su calciomercato.com o sul blog di Di Marzio, con tutte le stesse notizie (ho fatto appositamente un esempio terra terra, ma il concetto credo sia questo anche ad alti livelli).
#41
Inviato 01 settembre 2014 - 09:50
I Free Press sarebbero stati un ottimo modello ma oggi butta male, nel loro caso soprattutto a causa della crisi economica generale che rende inaffidabili e scarse le sponsorizzazioni (aka la pubblicità, a cui un free press si affida al 100%).
Lo scadimento qualitativo generale e l'esclusione di intere generazioni dai ruoli decisionali è un fatto.
Nel locale la situazione è solo leggermente diversa: ormai proliferano da alcuni anni siti-contenitore che non sono altro che ammassamenti di copia-incolla dei comunicati che girano. La cosa si riverbera sui giornali in maniera pesante: se non vuoi prendere buchi il tuo lavoro è al 90% desk, smazzarti centinaia di mail al giorno (anche nel locale, ve lo garantisco) e impaginarle diventando pazzo per trovare un posto a tutto. L'alternativa è prendere dei buchi. Se però stai dietro a tutto non hai ne lo spazio ne il tempo per fare approfondimento (e certo non hai i soldi per pagare i collaboratori che dovrebbero farlo, dico che dovrebero i collaboratori perchè un redattore che fa desk 10 ore al giorno è sclerotizzato, avrà pure l'esperienza ma non può avere il tempo di approfondire). Se non fai approfondimento chi ti potrà leggere quando, tra qualche anno, si esauriranno anche i lettori storici, quelli fidelizzati alla carta?
Come fanno all'estero? Beh, io ho un'amica che si è fiondata lì, ha fatto un corso di giornalismo, s'è imparata l'inglese e oggi collabora con una costola del Guardian. E' sempre stata brava ma mai straordinaria, a mio modo di vedere (cioè, scrive bene, ne ha una gran voglia ma per lo meno quando lavorava con me aveva anche delle ingenuità e dei vuoti che mi stupivano). Per di più in inglese, è brava ma per sua stessa ammissione "so bene che non scriverò mai bene come in italiano". Oggi guadagna tipo 400 euro per un podcast di 3-4 minuti (totalmente impensabile in Italia). Non è che navighi nell'oro, perchè comunque gli articoli devono farteli pubblicare e a Londra la vita costa cara. Però ce la fa e fa quello che voleva fare "da grande" (totalmente impossibile in Italia). Tornando alla domanda, perchè introitano di più all'estero e quindi possono pagare seriamente i collaboratori? Per me è molto semplice, perchè un sito scritto in inglese ha un bacino potenziale di lettori di CENTO volte maggiore rispetto all'italiano o alle altre lingue poco diffuse. Per me sta davvero tutto qui, è la spiegazione più semplice e nessuno ne parla mai.
#42
Inviato 07 settembre 2014 - 19:36
Non li compro mai, ma li leggo gratis online (20 voti [52.63%])
Li compro raramente, ma li leggo gratis online (12 voti [31.58%])
Non li compro mai e non li leggo neanche gratis online (4 voti [10.53%])
Acquisto un quotidiano al giorno (1 voti [2.63%])
Ne acquisto anche più di uno (o un quotidiano + un settimanale) (1 voti [2.63%])
Sono abbonato a un quotidiano online (0 voti [0.00%]
#43
Inviato 08 settembre 2014 - 16:37
Non compro comunque neanche i settimanali, ma a casa mia li comprano e leggo spesso L'Internazionale in forma cartacea: lo trovo molto utile come raccolta di informazioni (ovviamente ha una linea editoriale e quindi la selezione delle sorgenti può essere opinabile).
Questo grafico mi lascia molto perplesso:
Non il fatto che anche la pubblicità online sia a picco, ma il fatto che il costo della pubblicità online potesse essere, in partenza, lo stesso della pubblicità su carta.
Il web riduce drasticamente i costi rimuovendo i materiali, la stampa, la distribuzione, il recupero degli invenduti etc. di conseguenza il fatto che la linea rossa si separi dalla linea blu e non si origini in un punto differente mi lascia perplesso:
- possibile che all'inizio le aziende non avessero valutato il costo ridotto nelle offerte di acquisto dello spazio sul giornale?
Nell'intervento iniziale di khonnor si cita poi la diffusione dell'ADSL ma ha dimenticato di conteggiare la copertura della telefonia 3G che è sicuramente più vasta della copertura ADSL, oltre ad essere in mobilità, adatto a tutti coloro che il giornale lo sfogliavano in viaggio. La diffusione dell'High Speed e la nascita del mercato degli smartphones rispetto al periodo in cui la navigazione su Edge con bassi bitrate e pagine non standardizzate per la navigazione da terminale mobile disincentivavano l'uso del telefonino come strumento di lettura dei giornali hanno cambiato molto la disponibilità di accesso alle notizie, ma come detto da Claudio hanno portato anche alla nascita di "alternative" alla lettura annoiata di un free-press in metro. I social possono ancora essere uno strumento di diffusione del singolo articolo, ma i giochini sono decisamente un nemico invincibile.
Inoltre penso che siano cambiati i contenuti ed il pubblico (senza cercare cause etc)
La qualità dei contenuti: la semi-battuta su Lercio si applica a tanti giornali la cui scadente qualità e affidabilità disincentiva quelli che vogliono davvero avere accesso a delle informazioni.
La qualità del pubblico è mediamente peggiorata con l'avvento di internet perché si è espansa, ma in modo illusorio. Prima c'era chi comprava e chi non comprava. Chi investiva il suo denaro in un giornale lo faceva perché realmente interessato a leggere le notizie*, ora di gente che si ritiene informata diffondendo i link di "voxnews" su facebook ce n'è davvero tanta (oltre a gente che legge solo il titolo e non il contenuto di un articolo online spesso in disaccordo col titolo stesso).
*Bisogna anche considerare che i giornali si ritagliavano un pubblico con la linea editoriale. Quale percentuale della tiratura de l'Unità (per esempio) veniva da gente di destra? Allora ovvio che una certa quota di popolazione si affida al giornale online, (anche se si tratta di uno di bufale ) , perché si adatta al suo habitat culturale ed è ovvio che giornali di stampo politico ormai datato si estinguano perché non hanno più quel lettore-elettore che li riteneva un riferimento.
#44
Inviato 30 aprile 2015 - 17:59
Il congedo di De Bortoli dal Corriere della Sera: http://video.corrier...22-fe8a05b45a01
Molti hanno apprezzato, qualcuno si è perfino commosso, a me, in fondo in fondo, ha fatto tornare un po' di voglia di far parte di questa categoria. Anche se dubito che sia stato sincero fino in fondo, specie sulla parte riguardante la libertà dai condizionamenti dell'editore. Fa piacere comunque sentir dire a un direttore "gli errori sono solo miei". Ad avercene...
Voi che idea vi siete fatti dell'era De Bortoli al Corriere della Sera (1997-2003; 2009-2015)?
#45
Inviato 01 maggio 2015 - 12:19
Il congedo di De Bortoli dal Corriere della Sera: http://video.corrier...22-fe8a05b45a01
Molti hanno apprezzato, qualcuno si è perfino commosso, a me, in fondo in fondo, ha fatto tornare un po' di voglia di far parte di questa categoria. Anche se dubito che sia stato sincero fino in fondo, specie sulla parte riguardante la libertà dai condizionamenti dell'editore. Fa piacere comunque sentir dire a un direttore "gli errori sono solo miei". Ad avercene...
Voi che idea vi siete fatti dell'era De Bortoli al Corriere della Sera (1997-2003; 2009-2015)?
ma che tipo di cambio direttore è? à la Di Bella-Folli?o più normale?
#46
Inviato 25 ottobre 2015 - 11:29
#47
Inviato 10 novembre 2015 - 14:16
Per esempio, uno pensa che nelle redazioni gli Spettacoli siano in mano a gente giovane, al passo con le nuove tendenze, sempre in costante aggiornamento. Invece l'età media dei capiservizio e delle prime firme è 65 anni. Oggi, alla conferenza di Battiato, il buon Francuzzo era quasi più giovane dei suoi intervistatori. Non a caso, le domande più competenti e interessanti gliel'ha fatte un 25enne, presumibilmente free lance precario. Questo è il sistema. E il fatto che i quotidiani oggi non vengano più letti dagli under 30 è solo una delle conseguenze (in compenso questi attempati notabili del giornalismo hanno un ego e un'autoreferenzialità che fanno spavento!).
#48
Inviato 10 novembre 2015 - 17:55
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#49
Inviato 10 novembre 2015 - 19:36
Le interviste di repubblica spettacoli sono imbarazzanti. Ho anche insultato apertamente un tizio che aveva parlato con Stephen O'Malley senza sapere manco chi fosse, in pratica.
Al Messaggero, per dirti, i due factotum degli Spettacoli sommano quasi 120 anni in due, difficile che sappiano anche solo chi sia O'Malley, considerato anche che i collaboratori più giovani in quella redazione sono praticamente interdetti. Ormai passa quasi per un giovane uno come Castaldo, con i suoi orrendi baffi e le sue 65 primavere. Ma ai direttori (e soprattutto agli editori) sta bene così.
#50
Inviato 15 novembre 2015 - 11:00
http://www.ilfattoqu...mikaze/2220691/
Nelle ultime ore è girata una falsa immagine di un presunto attentatore di Parigi che si sarebbe fatto una foto prima degli attentati: in Italia l’hanno pubblicata il Fatto, Ansa, e il Giornale tra gli altri. Racconta il Giornale che “A riportare la notizia Andrea Casadio per il Fatto Quotidiano. Il giornalista, raggiunto telefonicamente da SkyTg 24, ha raccontato di esser riuscito ad ottenere la foto grazie a suoi contatti, francesi e inglesi, che hanno abbandonato il Vecchio Continente e che ora si trovano nello Stato islamico”.
Ma molte fonti hanno rivelato che la foto è una bufala. Buzzfeed spiega che l’immagine – che mostra Veerender Jubbal, un famoso critico di videogiochi – è stata modificata e non è quindi vera. In realtà è una normalissima immagine di Jubbal che si è fatto una foto nel suo bagno, poi modificata con l’aggiunta, tra le altre cose, di un giubbotto esplosivo e del Corano al posto di quello che in realtà era un iPad. Il copricapo indossato da Jubbal è usato dai Sikh, non dai musulmani.
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