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L'angolo Dei Titoli Emotivi Di Repubblica.it


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386 replies to this topic

#1 corrigan

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Inviato 13 giugno 2021 - 16:25

*
POPOLARE

13/06/2021

 

Quei nostri figli fragili che corrono senza sosta non sono eroi immortali

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Maturità, come gestire l’ansia. Lavenia: "Non studiate la notte prima degli esami"

Il made in Italy sulla luna

Botticelli è diventato influencer


  • 18

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#2 gwoemul

    GwoemulGPT

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Inviato 13 giugno 2021 - 20:04

Tutti fantastici, non so perché ma Il made in Italy sulla luna mi ha fatto ribaltare più degli altri


  • 0

#3 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 13 giugno 2021 - 20:32

ricordiamoci sempre che:

il video INDIGNA

la reazione è SOCIAL

la piccola xy EMOZIONA


  • 2

"Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Gargamella."


#4 corrigan

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Inviato 14 giugno 2021 - 09:08

a posteriori mi sono un po' pentito, avrei dovuto giostrare un po' l'ordine dei titoli per creare una narrazione più coerente asd.


  • 0

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#5 Fox la testa parlante

    Mr. Alphabet says

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Inviato 14 giugno 2021 - 10:01

Praticamente uno spin-off della pagina Concita racconta il Mondo


  • 0

"Give me all your money just to cover you
Cover you in honey"

 

(Don't be afraid

There's no marmalade)


#6 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 15 giugno 2021 - 09:10

anche oggi, tantissima roba:

 

Dallo Space Rider al turismo tra le stelle: così la Puglia diventerà l'hub spaziale europeo

 

La travel blogger Valentina Miozzo: "Il mio lockdown tra i ghiacci: qui sono libera dal Covid"

 

Il destino di Elon Musk era già scritto nel libro di uno scienziato del 1952

 

Il fascino della divisa, non solo militare, colpisce ancora. Dalla salopette alla sahariana, il vintage che piace

 

La 'last dance' di Löw: "Ma non ho il tempo di essere triste"


  • 4

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#7 atlas

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Inviato 16 giugno 2021 - 06:08

5-A338-AF3-2180-4233-AF14-D3942674172-B.

13-C0-C9-CC-689-C-4-D4-A-80-F8-53-BB6478

quest’ultimo da viscidi veri
  • 2

il faut se radicaliser. 


#8 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 16 giugno 2021 - 08:04

Maturità al via. A Roma gli studenti del Tasso cantano "Notte prima degli esami" per scacciare la paura

 

 

titolo più repubblica di sempre?


  • 3

"Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Gargamella."


#9 corrigan

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Inviato 16 giugno 2021 - 08:50

*
POPOLARE

Maturità al via. A Roma gli studenti del Tasso cantano "Notte prima degli esami" per scacciare la paura

 

 

titolo più repubblica di sempre?

ottimo, ma ti devo correggere. ad oggi il titolo di Repubblica più Repubblica di sempre è La stretta di Parigi: chiuse le brasserie amate da Sartre del 6 ottobre 2020, che cattura perfettamente l'orizzonte mentale e culturale della professoressa delle superiori che vota PD ed effettivamente va una volta ogni 3-4 anni in vacanza a Parigi con i soldi del marito professionista a visitare una certa brasserie perché ha letto da qualche parte che ci andava Sartre. 


  • 18

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#10 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 18 giugno 2021 - 15:28

Io e la mia moto abbiamo fatto più dosi di un hub.

 

Spoiler

 

è vero che non si infila appieno nel filone saudade-progressista del topic, ma dovete ammettere che ha una metrica micidiale, si mette in tasca le barre di mezzo panorama hip-hop nostrano


  • 1

#11 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 18 giugno 2021 - 15:47

edit: ho scritto una cazzata. La seconda è del Corsera. Ma merita comunque.

 

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Fuoriclasse assoluti.


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#12 Garga Charrua

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Inviato 20 giugno 2021 - 09:20

Elodie e Myss Keta: "In fuga per la vittoria sulle orme di Totti in nome del girl power"
 
 
inarrivabile questo.

  • 6

"Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Gargamella."


#13 Syddharta

    Classic Rocker

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Inviato 20 giugno 2021 - 09:36

ricordiamoci sempre che:
il video INDIGNA
la reazione è SOCIAL
la piccola xy EMOZIONA


È TUTTA DA RIDERE
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M.

 


#14 corrigan

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Inviato 20 giugno 2021 - 09:59

 

Elodie e Myss Keta: "In fuga per la vittoria sulle orme di Totti in nome del girl power"
 
 
inarrivabile questo.

 

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  • 0

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#15 gwoemul

    GwoemulGPT

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Inviato 20 giugno 2021 - 20:30

Andrea Delogu con l'astrofisica Branchesi: la straordinaria scoperta astronomica nata da una notifica sullo smartphone


  • 0

#16 LM

    Sono un uomo non sono un fake.

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Inviato 20 giugno 2021 - 21:10

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Quasi metà squadra!


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#17 Sandor

    Enciclopedista

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Inviato 21 giugno 2021 - 10:14

Turista si spoglia e si tuffa nuda nella fontana di piazza Colonna

con censura,vergogna.

 

Mara Venier scoppia in lacrime: "Grazie a tutti, questo è il mio posto"

 

Forse Rep tv meriterebbe un topic a se .


  • 0

#18 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 21 giugno 2021 - 10:49

Turista si spoglia e si tuffa nuda nella fontana di piazza Colonna

con censura,vergogna.

 

per una volta che potevano offrire un grande servizio all'umanità.


  • 1

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#19 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 25 giugno 2021 - 15:20

Tanta bella roba anche oggi, come sempre. Un argomento torna insistentemente. Vai a capire perchè.

 

 

Vitiligine: mai così cool. Moda e bellezza dalla parte della skin positivity

 

Vince i 100 metri e si qualifica alle Olimpiadi: l'atleta continua a correre per abbracciare la nonna

 

Addio a Benigno Aquino: l'ultimo della "dinasty" delle Filippine

 

Levante: "L'arte della gioia, da Goliarda Sapienza alle mie donne fuori dagli schemi"

 

Winnie Harlow e Kasia Smutniak: quando la vitiligine è un segno distintivo

 

Nino D'Angelo, Jorit gli dedica un murale: "Quando portavo Lucio Dalla nelle periferie di Napoli"

 

A lezione di trucco con Damiano dei Maneskin: un tutorial per realizzare il suo smokey-eye

 

Gianrico Carofiglio: “Penelope sono io. E sto tornando”

 

Il Paese che c'è e quello che verrà: le ragazze e i ragazzi dell'Italia di domani. Il confronto con la generazione del futuro

 

Vitiligine, il decalogo per l'estate

 

 

 


  • 3

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#20 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 25 giugno 2021 - 15:26

La skin positivity


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... sei solo chiacchiere e Baraghini 

 


#21 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 25 giugno 2021 - 15:33

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Super lavoro oggi


  • 0

... sei solo chiacchiere e Baraghini 

 


#22 corrigan

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Inviato 25 giugno 2021 - 16:45

 

Nino D'Angelo, Jorit gli dedica un murale: "Quando portavo Lucio Dalla nelle periferie di Napoli"

 

il titolo alla pseudo-Gianni Minà dei poverissimi (e un ovvio insulto a Minà) è forse il template più abusato dal sito/giornale,


  • 1

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#23 atlas

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Inviato 26 giugno 2021 - 07:09

La barca autonoma che doveva attraversare l'Atlantico e che non ha capito il pericolo che correva

 

O.O


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il faut se radicaliser. 


#24 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 26 giugno 2021 - 13:08

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Da due giorni in home page e in costante ascesa, ora si trova accanto alla prima notizia (che ovviamente riguarda la variante Delta, in attesa che gli azzurri si decidano a inginocchiarsi)


  • 2

... sei solo chiacchiere e Baraghini 

 


#25 il nostro caro angelo

    Anello di Saturno

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Inviato 27 giugno 2021 - 11:04

Scuola Holden, quattro aspiranti scrittori e un giardino: così dalla magia di Ninfa nascono le storie


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#26 corrigan

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Inviato 27 giugno 2021 - 12:24

Craving, che cos'è la voglia irrefrenabile di mangiare che ci fa ingrassare

Mi spiace le parole italiane erano finite, ci possiamo inventare i termini in inglese.


  • 3

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#27 Ganzfeld

    In un certo senso

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Inviato 27 giugno 2021 - 17:03

Craving, che cos'è la voglia irrefrenabile di mangiare che ci fa ingrassare

Mi spiace le parole italiane erano finite, ci possiamo inventare i termini in inglese.

Beh, dai, è uno di quei termini tecnici che in italiano diventa intraducibile o comunque rende molto di meno e che quindi si usa nella sua forma non tradotta. Fra l'altro non è un'invenzione giornalistica visto che è una parola che veniva già usata in ambito accademico.


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#28 atlas

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Inviato 27 giugno 2021 - 18:41

sempre tradotto con “famazza”.
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il faut se radicaliser. 


#29 pooneil

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Inviato 27 giugno 2021 - 18:57

"sbrano" per me, ove c'è la sottocategoria "fame chimica"


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#30 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 28 giugno 2021 - 11:15

Nel centro Sardegna, "cravare" significa abbuffarsi senza ritegno alcuno


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#31 Mr telefax

    dendrite

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Inviato 28 giugno 2021 - 11:47

mmh nì. cravare, perlomeno più giù (scrivo da Cagliari), sta a significare infilare a forza qualcosa/qualcuno (solitamente nel ventre della propria madre)


  • 0
I personaggi e i fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce

#32 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 28 giugno 2021 - 12:00

mmh nì. cravare, perlomeno più giù (scrivo da Cagliari), sta a significare infilare a forza qualcosa/qualcuno (solitamente nel ventre della propria madre)


Blackwater, a tal proposito riguardati Dirottamento su Fonni, nello specifico la scena in cui il casteddaio fraternizza col (dirottatore) fonnese asd . Lì il verbo "cravai" è usato nel senso spiegato da Dendrite.
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L'amour physique
Est sans issue

#33 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 28 giugno 2021 - 22:34

Sono originario di Nuoro, ho assistito, più volte basito, a spuntini con "zente cravande che macca"


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... sei solo chiacchiere e Baraghini 

 


#34 corrigan

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Inviato 30 giugno 2021 - 04:00

IL CASO

Chiara Gualzetti uccisa dall'amico: quel ragazzo un po’ bullo con la rabbia dentro e l’ossessione per Lucifero in tv

dal nostro inviato Rosario di Raimondo


  • 5

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
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#35 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 30 giugno 2021 - 08:59

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"il virus si è trasmesso da una persona all'altra senza bisogno che si toccassero. E' bastato che condividessero la stessa aria. Fino a tal punto è alto il rischio di contagio".


  • 1

... sei solo chiacchiere e Baraghini 

 


#36 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 30 giugno 2021 - 09:00

Intanto, in estate...

 

Schermata-2021-06-30-alle-10-34-52.png


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... sei solo chiacchiere e Baraghini 

 


#37 Garga Charrua

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Inviato 30 giugno 2021 - 10:50

Infornata di oggi:

 

Chiara uccisa dall'amico, quel ragazzo un po’ bullo con la rabbia dentro e l’ossessione per Lucifero in tv

 

Un finale inedito nella favola Mbappé. Il pallone d'oro diventa una zucca

 

Il giorno in cui i robot Boston Dynamics possono ballare come una boyband è arrivato

 

 

 

Ma soprattutto vorrei che risaltasse questo commento della mediocrissima Elena Stancanelli. Tutto quello che abbiamo visto finora in questo thread condensato in un unico articolo. A modo suo, un capolavoro:

 

 

 

Via le mascherine, c'è felicità ma non entusiasmo: la pandemia si è presa curiosità e intraprendenza

 

 

Non mi ricordo: in ascensore la mascherina va messa o no? Cosa dicono le nuove regole? Io me la metto. Anche perché il mio ascensore è minuscolo e l'unico distanziamento possibile è quello psicologico: io guardo il soffitto tu guardi a terra e non ci parliamo. Ma i corpi si appiccicano, comunque. Figuriamoci col Covid. In questi mesi ci sono salita rigorosamente da sola ma comunque un po' guardinga. Immaginavo che in quei pochissimi centimetri quadrati di aria rappresa albergasse giorno e notte il maledetto virus. Nonostante la mascherina cercavo comunque di trattenere il fiato fin quando le porte non si riaprivano. Non solo io. Sono mesi ormai che in ascensore si va più volentieri da soli, persino in quelli enormi, quelli con su scritto "massimo quindici persone". Quindici persone gomito a gomito in uno spazio angusto e senza finestre: nessuno di noi riesce più immaginare una cosa simile senza sentire un brivido lungo la schiena. Anche stavolta prendo dunque l'ascensore con la mascherina pur essendo ormai una 'veccia muchacha immunizada'. Metti che nel mio palazzo c'è qualcuno appena arrivato da Londra, o da Ibiza, e ha appena alitato dentro il mio ascensore la stramaledetta Delta...
 
Per strada sembra tutto come prima. Roma non è certo la capitale della legalità, e da giorni, complice il caldo, le mascherine passavano dal mento alla fronte, dal gomito alla tasca senza passare quasi mai per il naso e la bocca. Come antichi cavalieri, incrociandoci a muso scoperto cedevamo il passo, allargavamo le traiettorie sul marciapiede. Qualcuno si copriva furtiva, per poi scappucciarsi pochi metri più avanti. Ma oggi è diverso, oggi è consentito. E, scopro avviandomi verso il centro storico, quasi tutti ne approfittano. Vedo sorrisi, rossetti, vedo i maschi con la barba recuperare il loro fascino (diciamolo: i barbuti, con soddisfazione di noi tutte stufe di vederli pavoneggiarsi, sono stati i più penalizzati esteticamente dalle mascherine), vedo gente felice, ma non vedo quell'entusiasmo che mi aspettavo. L'entusiasmo per il mondo, per gli altri, per le strade in cui correre e cantare è un po' sfumato in generale. La pandemia si è presa curiosità e intraprendenza.
Quelli che si aspettavano il boom di divorzi sono rimasti delusi: la paura ci ha stretto alle persone amate, e tamponate. Quelle famose tavolate, ora consentite, rischiano di rimanere vuote. Abbiamo imparato a stare in pochi, e distanziati. I vaccini ci hanno ridato coraggio, ma il desiderio è un'altra cosa.  Nessuno si tiene per mano, baci non ne vedo, l'ostilità scatta come una molla per qualsiasi sciocchezza. Oggi, come da qualche mese, per strada bisogna rigar dritti: come sgarri c'è qualcuno che ti insulta, riversa sul tuo errore la frustrazione e la rabbia. Vien voglia di gridare che si chiama pandemia apposta, perché siamo tutti vittime allo stesso modo. Ma poi a gridare chissà quante goccioline si liberano e c'è sempre la stramaledetta Delta, e poi proprio oggi che siamo senza mascherine... Non tutti però. I pubblici ufficiali, i corazzieri dritti e immobili davanti al Quirinale, le guardie del milite ignoto, i vigili urbani che pattugliano le strade, i carabinieri con gli occhiali da sole sono costretti a indossarla ancora. Abbasso lo sguardo incrociandoli, temo che la mia faccia sfrontatamente smascherata li infastidisca. Fa caldo, lo capisco, ma io posso scegliere e ho scelto di annusare a pieni polmoni tutta la puzza di spazzatura che questa città offre, ovunque e  a qualsiasi ora. Gli autisti dell'Ama non la indossano e neanche tutti quei dipendenti del Comune in tuta da lavoro che a contarli con uno si immaginerebbe un gioiello di città, linda e ordinata. La indossano gli autisti degli autobus e i commessi dei negozi, la portano sul mento i camerieri che aspettano i clienti nei ristoranti all'aperto e chi gira in bicicletta. Una donna abbronzata, avrà circa settant'anni, ne indossa due, una sull'altra. Forse l'ha sempre fatto dall'inizio della pandemia, o forse esprime in questo modo il suo disaccordo a questa troppo revoca delle costrizioni.
 
Qualcuno avrebbe preferito che rimanessimo in casa più a lungo, che ci tenessimo ancora distanti, in generale che respirassimo un po' meno in spazi comuni. Vedo uomini e donne disinvolti e altri invece cauti. Ma non è solo il contagio. Vedo per strada uomini e donne stranieri, non turisti ma probabili lavoratori, per niente spavaldi e con le mascherine indosso. Ne vedo così tanti che mi chiedo se non abbiano paura di noi. Come volessero tenersi un passo più indietro, evitare ogni rischio, perché lo pagherebbero più caro. O forse, peggio ancora, non hanno avuto accesso ai vaccini per questioni di cittadinanza, o residenza, o anche solo per l'impaccio di non conoscere bene la lingua e le regole. Nel giorno dello smascheramento loro si comportano come se niente fosse cambiato. Per solidarietà me la rimetto anch'io, ma me la strappo appena attraverso la villa Borghese, torrida e lurida come il resto della città, ma ascosa e poco frequentata. Qui vedo finalmente ragazzini limonare, infilarsi le mani nei vestiti, rotolare sui prati. Respiro: c'è vita. Vorrei fermarmi a chiedere a quelle coppie se sono in una relazione occasionale o consolidata, se c'è di mezzo un tampone o l'eccitazione ha spazzato via remore e timori. Ma poi penso ai panda allo zoo, che si distraggono e gli passa la voglia, e tiro dritto. Continuate, non fate caso a me, continuate, mi raccomando.

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"Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Gargamella."


#38 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 30 giugno 2021 - 14:48

Qui vedo finalmente ragazzini limonare, infilarsi le mani nei vestiti, rotolare sui prati

 

 

Ci sarebbero gli estremi per una denuncia (dannata guardona)

 

Repubblica.it, con la compiacenza della sua pagina Facebook, in media pubblica giornalmente non meno di 15 articoli dedicati al virus e all'importanza delle mascherine, le quali, come si sa (cerrtoooo!!!) sono fabbricate dalla FCA...

 

C'è anche da dire che l'editoria generalista sta soffocando, con o senza protezione, e ha bisogno di pubblico, da raccattare in qualsiasi modo, soprattutto facendo leva sulle armi della retorica (solo nella giornata di oggi, Hearst ha mandato via 106 dipendenti, 60 dei quali giornalisti)


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#39 gwoemul

    GwoemulGPT

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Inviato 03 luglio 2021 - 08:33

Italia, Nazionale sintesi perfetta delle due anime che sono in noi

 

Fin troppo prevedibile. Se vinciamo la prossima aspetto il titolo sul riscatto del paese dopo la pandemia


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#40 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 09 luglio 2021 - 00:37

Gioite tutti, è iniziata quella cazzatona di Repubblica delle Idee, o meglio la Festa Nazionale dell'Angolo dei Titoli Emotivi di Repubblica.

 

Si parte già in grande stile, con un poker clamoroso:

 

 

Michela Murgia e Chiara Valerio: "Le istruzioni della lavastoviglie per capire il nostro mondo"
 
L'omaggio di Natalia Aspesi a Kubrick: "Il suo Barry Lyndon emana bellezza, e ne abbiamo tanto bisogno"
 
Maurizio Molinari e Jonathan Safran Foer: Il nostro millennio dall'11 settembre al contagio
 
Bianchi: "Niente obbligo di vaccino per gli insegnanti. Mi batto per il ritorno in presenza, ma il Cts ci dica quali sono gli scenari". Il siparietto con gli studenti: "Non sono Harry Potter"
 

 


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#41 redeifiordi

    Roadie

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Inviato 09 luglio 2021 - 09:53

Crossover Titoli emozionali/mestieri in via di estinzione/calcio/problemi gravi del primo mondo. La vetta assoluta di Repubblia, anno di grazia 2014.

 

La festa tragica del Paese umiliato "Perché? Perché?"

 

RIO DE JANEIRO

COSÌ no. Così no. Così è una violenza feroce e crudele che infierisce su un corpo, una squadra, un Paese steso a terra in lacrime, al buio nella pioggia, rannicchiato sotto i colpi. Perché non si fermano? chiede un tifoso olandese alla sua ragazza, il bambino che piange a sua madre, Dilma a sua figlia, perché non la smettono, come possono. Non la smettono. Sono il popolo che non smette. Non la smettono. Due, tre, quattro, cinque gol in sette minuti. Legnate su un corpo inerme, come se non avessero visto non avessero capito che era già tutto finito, di là non c'era più nessuno: giocano da soli, segnano e segnano ancora, come sotto l'effetto di una droga. Non è una vittoria, è una carneficina. Non è una sconfitta, è un'umiliazione senza precedenti nella storia, senza spiegazioni possibili persino, senza titolo e senza parole.

Se n'è andato, il Brasile orfano del suo eroe fragile, dalla sua anima di farfalla, è svanito sotto il primo colpo: via la testa, via le gambe, via il cuore. Via tutto. Ha deciso che non giocava, non ha giocato più. Non ha giocato mai, è tornato a casa dopo il primo gol. A letto, sotto le coperte, al buio. Ha lasciato, la Seleçao, il Paese intero a piangere una vergogna senza nome, una disfatta senza paragoni possibili. Scolorano le parole di Obdulio Varela rese immortali da Osvaldo Soriano: se avessi visto prima il dolore di questo popolo non so se sarei stato capace di vincere. I bambini allo stadio di Belo Horizonte piangono a dirotto inquadrati senza pietà dalle telecamere del mondo intero, un dolore che non basterà la vita a dimenticare, ammutoliscono migliaia e migliaia di persone sulla spiaggia di Copacabana, tornano a casa i tifosi con le facce dipinte, sciamano lungo i viali che non è ancora finito il primo tempo. Troppo, così è troppo, così no. Non pensano alla vecchiaia di Filipao, i tedeschi, un tramonto triste e senza onore, non pensano che questo è il Brasile, accidenti, è pur sempre il Brasile.

Tace Zico, muto davanti a un maxischermo. Tacciono Romario nella sua casa piena di figli, Pelè che ogni minuto sorride insensato nelle pubblicità del break, comprate una macchina, bevete una bibita. Ammutolisce Dilma nel suo soggiorno di Brasilia, che dovrà dare la Coppa a qualcuno che non sarà il Brasile, domenica, ma una disfatta come questa non è solo un gesto sportivo è una Caporetto del paese intero, della sua scommessa, della politica che sfida le economie egemoni nel mondo e come dice Gilberto Gil che è stato ministro con Lula «Dilma ci prova ma non basta». Ora certo non basterà a risparmiarle uno scherno di cui certo non porta colpe ma che le si attacca addosso come una seconda pelle: il Mondiale ha il suo volto, il suo sorriso duro di donna sola e ruvida, la sua salita solitaria. Vince Merkel, contro Dilma. In campo e fuori, nel mondo.

Ma non così. Sei, e poi sette gol, come uno scherzo osceno e cattivo. Perché il Brasile era già debole, era una squadra nervosa e leggera, una squadra fragile. Sapeva di poter perdere, sapeva dall'inizio che sarebbe arrivato il momento, certo, sottotraccia lo ha sempre saputo. L'assenza di Neymar e Thiago Silva, negli ultimi tre giorni, erano stati l'alibi: senza di loro sarà difficile, bisogna cominciare a pensare che la sconfitta è possibile. Dicevano tutti: ora perdere non sarà una tragedia. Sarà comprensibile, sarà giustificato. Vero, ma se avessero perso. Non hanno perso, hanno rinunciato a scendere in campo. Altro che vincere per Neymar, altro che esultare in suo nome. Se ne sono andati. Gli argentini che a migliaia invadono Rio al terzo gol si avvolgono di bandiere verdeoro, una cosa mai vista: sentono il peccato di superbia, sentono che non va bene così, non si può infierire. La hubris, sarà punita, vedrete, nella ripresa. Lo stadio fischia i giocatori, quando escono alla fine del primo tempo. Fischia i suoi eroi fantasma, svaniti al primo minuto sotto il primo colpo, fischia la protervia degli altri. Però poi il gioco vuole che non si smetta, la partita non si può dare vinta né è giusto – per chi vince – fare come se non ci fosse più gioco. Qualcuno dice: fa bene la Germania a giocare ancora, sarebbe ancora più umiliante se smettesse di farlo.

I bimbi piangono, intanto, tutti. Le luci nelle case si spengono, la gente se ne va, i telefoni non funzionano più. Sette a zero è una cosa mai vista, nella storia del Mondiale, nella storia del Brasile. Non può finire così, con una distruzione di massa, non deve. Ed è adesso, alla fine, che la disperazione, la desolazione all'improvviso si trasforma in orgoglio. La tragedia, in uno scatto di reni sorprendente, inatteso. Cominciano tutti a gridare Brasil, Brasil. Sei la nostra patria, sei lo stesso il nostro eroe, Brasil. Segna Oscar. Il paese fa scoppiare i suoi petardi dalle finestre, piange e prega. Si inginocchiano in spiaggia i tifosi, si inginocchiano in campo i giocatori. Thiago Silva entra in campo e abbraccia gli altri, prega David Luiz in ginocchio, si stringono in cerchio attorno a Filipao. Portano scritto Forza Neymar sul cappello. Lo stadio fischia la Germania che esulta. Spiegare l'inspiegabile è impossibile, dice Julio Cesar uscendo dal campo. L'inspiegabile, l'indicibile. Il buco nero nella storia. Forza Neymar, forza Brasile, urlano dalle finestre i tifosi del Paese intero. Nessuno avrebbe meritato questo, neppure la peggiore delle squadre al mondo e tu non eri la peggiore. Semplicemente a giocare questa partita non sei venuta. Il tempo, un giorno, dirà forse perché. Che tipo di punizione sia stata, e per cosa. Perché così inaccettabile, perché tanta violenza chiede David Luiz tra i singhiozzi. Una maledizione indecifrabile. Il capitano, in diretta, piange a dirotto. Guarda la telecamera, gli occhi rossi e gonfi, ripete solo questo: perché?


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#42 Jet

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Inviato 09 luglio 2021 - 10:38


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#43 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 13 luglio 2021 - 12:35

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Pensate ai brividi sulla schiena di ogni redattore di Repubblica.it, agli spintoni "Io, Iooooo.... "


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#44 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 13 luglio 2021 - 13:31

Crossover Titoli emozionali/mestieri in via di estinzione/calcio/problemi gravi del primo mondo. La vetta assoluta di Repubblia, anno di grazia 2014.

 

La festa tragica del Paese umiliato "Perché? Perché?"

 

RIO DE JANEIRO

COSÌ no. Così no. Così è una violenza feroce e crudele che infierisce su un corpo, una squadra, un Paese steso a terra in lacrime, al buio nella pioggia, rannicchiato sotto i colpi. Perché non si fermano? chiede un tifoso olandese alla sua ragazza, il bambino che piange a sua madre, Dilma a sua figlia, perché non la smettono, come possono. Non la smettono. Sono il popolo che non smette. Non la smettono. Due, tre, quattro, cinque gol in sette minuti. Legnate su un corpo inerme, come se non avessero visto non avessero capito che era già tutto finito, di là non c'era più nessuno: giocano da soli, segnano e segnano ancora, come sotto l'effetto di una droga. Non è una vittoria, è una carneficina. Non è una sconfitta, è un'umiliazione senza precedenti nella storia, senza spiegazioni possibili persino, senza titolo e senza parole.

Se n'è andato, il Brasile orfano del suo eroe fragile, dalla sua anima di farfalla, è svanito sotto il primo colpo: via la testa, via le gambe, via il cuore. Via tutto. Ha deciso che non giocava, non ha giocato più. Non ha giocato mai, è tornato a casa dopo il primo gol. A letto, sotto le coperte, al buio. Ha lasciato, la Seleçao, il Paese intero a piangere una vergogna senza nome, una disfatta senza paragoni possibili. Scolorano le parole di Obdulio Varela rese immortali da Osvaldo Soriano: se avessi visto prima il dolore di questo popolo non so se sarei stato capace di vincere. I bambini allo stadio di Belo Horizonte piangono a dirotto inquadrati senza pietà dalle telecamere del mondo intero, un dolore che non basterà la vita a dimenticare, ammutoliscono migliaia e migliaia di persone sulla spiaggia di Copacabana, tornano a casa i tifosi con le facce dipinte, sciamano lungo i viali che non è ancora finito il primo tempo. Troppo, così è troppo, così no. Non pensano alla vecchiaia di Filipao, i tedeschi, un tramonto triste e senza onore, non pensano che questo è il Brasile, accidenti, è pur sempre il Brasile.

Tace Zico, muto davanti a un maxischermo. Tacciono Romario nella sua casa piena di figli, Pelè che ogni minuto sorride insensato nelle pubblicità del break, comprate una macchina, bevete una bibita. Ammutolisce Dilma nel suo soggiorno di Brasilia, che dovrà dare la Coppa a qualcuno che non sarà il Brasile, domenica, ma una disfatta come questa non è solo un gesto sportivo è una Caporetto del paese intero, della sua scommessa, della politica che sfida le economie egemoni nel mondo e come dice Gilberto Gil che è stato ministro con Lula «Dilma ci prova ma non basta». Ora certo non basterà a risparmiarle uno scherno di cui certo non porta colpe ma che le si attacca addosso come una seconda pelle: il Mondiale ha il suo volto, il suo sorriso duro di donna sola e ruvida, la sua salita solitaria. Vince Merkel, contro Dilma. In campo e fuori, nel mondo.

Ma non così. Sei, e poi sette gol, come uno scherzo osceno e cattivo. Perché il Brasile era già debole, era una squadra nervosa e leggera, una squadra fragile. Sapeva di poter perdere, sapeva dall'inizio che sarebbe arrivato il momento, certo, sottotraccia lo ha sempre saputo. L'assenza di Neymar e Thiago Silva, negli ultimi tre giorni, erano stati l'alibi: senza di loro sarà difficile, bisogna cominciare a pensare che la sconfitta è possibile. Dicevano tutti: ora perdere non sarà una tragedia. Sarà comprensibile, sarà giustificato. Vero, ma se avessero perso. Non hanno perso, hanno rinunciato a scendere in campo. Altro che vincere per Neymar, altro che esultare in suo nome. Se ne sono andati. Gli argentini che a migliaia invadono Rio al terzo gol si avvolgono di bandiere verdeoro, una cosa mai vista: sentono il peccato di superbia, sentono che non va bene così, non si può infierire. La hubris, sarà punita, vedrete, nella ripresa. Lo stadio fischia i giocatori, quando escono alla fine del primo tempo. Fischia i suoi eroi fantasma, svaniti al primo minuto sotto il primo colpo, fischia la protervia degli altri. Però poi il gioco vuole che non si smetta, la partita non si può dare vinta né è giusto – per chi vince – fare come se non ci fosse più gioco. Qualcuno dice: fa bene la Germania a giocare ancora, sarebbe ancora più umiliante se smettesse di farlo.

I bimbi piangono, intanto, tutti. Le luci nelle case si spengono, la gente se ne va, i telefoni non funzionano più. Sette a zero è una cosa mai vista, nella storia del Mondiale, nella storia del Brasile. Non può finire così, con una distruzione di massa, non deve. Ed è adesso, alla fine, che la disperazione, la desolazione all'improvviso si trasforma in orgoglio. La tragedia, in uno scatto di reni sorprendente, inatteso. Cominciano tutti a gridare Brasil, Brasil. Sei la nostra patria, sei lo stesso il nostro eroe, Brasil. Segna Oscar. Il paese fa scoppiare i suoi petardi dalle finestre, piange e prega. Si inginocchiano in spiaggia i tifosi, si inginocchiano in campo i giocatori. Thiago Silva entra in campo e abbraccia gli altri, prega David Luiz in ginocchio, si stringono in cerchio attorno a Filipao. Portano scritto Forza Neymar sul cappello. Lo stadio fischia la Germania che esulta. Spiegare l'inspiegabile è impossibile, dice Julio Cesar uscendo dal campo. L'inspiegabile, l'indicibile. Il buco nero nella storia. Forza Neymar, forza Brasile, urlano dalle finestre i tifosi del Paese intero. Nessuno avrebbe meritato questo, neppure la peggiore delle squadre al mondo e tu non eri la peggiore. Semplicemente a giocare questa partita non sei venuta. Il tempo, un giorno, dirà forse perché. Che tipo di punizione sia stata, e per cosa. Perché così inaccettabile, perché tanta violenza chiede David Luiz tra i singhiozzi. Una maledizione indecifrabile. Il capitano, in diretta, piange a dirotto. Guarda la telecamera, gli occhi rossi e gonfi, ripete solo questo: perché?

E' la cosa più orribile che ho letto in vita mia.


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#45 Sandor

    Enciclopedista

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Inviato 13 luglio 2021 - 16:44

Cibernetico? No, il futuro è il cibo etico
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#46 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 14 luglio 2021 - 13:14

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Partito un po' in sordina questa mattina, ma poi assurto velocemente a titolo principale. Piccolo e inatteso moto di coscienza finale e aggiunta della parentesi


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#47 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 14 luglio 2021 - 13:17

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La festa tragica del Paese umiliato "Perché? Perché?"

 

RIO DE JANEIRO

COSÌ no. Così no. Così è una violenza feroce e crudele che infierisce su un corpo, una squadra, un Paese steso a terra in lacrime, al buio nella pioggia, rannicchiato sotto i colpi. Perché non si fermano? chiede un tifoso olandese alla sua ragazza, il bambino che piange a sua madre, Dilma a sua figlia, perché non la smettono, come possono. Non la smettono. Sono il popolo che non smette. Non la smettono. Due, tre, quattro, cinque gol in sette minuti. Legnate su un corpo inerme, come se non avessero visto non avessero capito che era già tutto finito, di là non c'era più nessuno: giocano da soli, segnano e segnano ancora, come sotto l'effetto di una droga. Non è una vittoria, è una carneficina. Non è una sconfitta, è un'umiliazione senza precedenti nella storia, senza spiegazioni possibili persino, senza titolo e senza parole.

Se n'è andato, il Brasile orfano del suo eroe fragile, dalla sua anima di farfalla, è svanito sotto il primo colpo: via la testa, via le gambe, via il cuore. Via tutto. Ha deciso che non giocava, non ha giocato più. Non ha giocato mai, è tornato a casa dopo il primo gol. A letto, sotto le coperte, al buio. Ha lasciato, la Seleçao, il Paese intero a piangere una vergogna senza nome, una disfatta senza paragoni possibili. Scolorano le parole di Obdulio Varela rese immortali da Osvaldo Soriano: se avessi visto prima il dolore di questo popolo non so se sarei stato capace di vincere. I bambini allo stadio di Belo Horizonte piangono a dirotto inquadrati senza pietà dalle telecamere del mondo intero, un dolore che non basterà la vita a dimenticare, ammutoliscono migliaia e migliaia di persone sulla spiaggia di Copacabana, tornano a casa i tifosi con le facce dipinte, sciamano lungo i viali che non è ancora finito il primo tempo. Troppo, così è troppo, così no. Non pensano alla vecchiaia di Filipao, i tedeschi, un tramonto triste e senza onore, non pensano che questo è il Brasile, accidenti, è pur sempre il Brasile.

Tace Zico, muto davanti a un maxischermo. Tacciono Romario nella sua casa piena di figli, Pelè che ogni minuto sorride insensato nelle pubblicità del break, comprate una macchina, bevete una bibita. Ammutolisce Dilma nel suo soggiorno di Brasilia, che dovrà dare la Coppa a qualcuno che non sarà il Brasile, domenica, ma una disfatta come questa non è solo un gesto sportivo è una Caporetto del paese intero, della sua scommessa, della politica che sfida le economie egemoni nel mondo e come dice Gilberto Gil che è stato ministro con Lula «Dilma ci prova ma non basta». Ora certo non basterà a risparmiarle uno scherno di cui certo non porta colpe ma che le si attacca addosso come una seconda pelle: il Mondiale ha il suo volto, il suo sorriso duro di donna sola e ruvida, la sua salita solitaria. Vince Merkel, contro Dilma. In campo e fuori, nel mondo.

Ma non così. Sei, e poi sette gol, come uno scherzo osceno e cattivo. Perché il Brasile era già debole, era una squadra nervosa e leggera, una squadra fragile. Sapeva di poter perdere, sapeva dall'inizio che sarebbe arrivato il momento, certo, sottotraccia lo ha sempre saputo. L'assenza di Neymar e Thiago Silva, negli ultimi tre giorni, erano stati l'alibi: senza di loro sarà difficile, bisogna cominciare a pensare che la sconfitta è possibile. Dicevano tutti: ora perdere non sarà una tragedia. Sarà comprensibile, sarà giustificato. Vero, ma se avessero perso. Non hanno perso, hanno rinunciato a scendere in campo. Altro che vincere per Neymar, altro che esultare in suo nome. Se ne sono andati. Gli argentini che a migliaia invadono Rio al terzo gol si avvolgono di bandiere verdeoro, una cosa mai vista: sentono il peccato di superbia, sentono che non va bene così, non si può infierire. La hubris, sarà punita, vedrete, nella ripresa. Lo stadio fischia i giocatori, quando escono alla fine del primo tempo. Fischia i suoi eroi fantasma, svaniti al primo minuto sotto il primo colpo, fischia la protervia degli altri. Però poi il gioco vuole che non si smetta, la partita non si può dare vinta né è giusto – per chi vince – fare come se non ci fosse più gioco. Qualcuno dice: fa bene la Germania a giocare ancora, sarebbe ancora più umiliante se smettesse di farlo.

I bimbi piangono, intanto, tutti. Le luci nelle case si spengono, la gente se ne va, i telefoni non funzionano più. Sette a zero è una cosa mai vista, nella storia del Mondiale, nella storia del Brasile. Non può finire così, con una distruzione di massa, non deve. Ed è adesso, alla fine, che la disperazione, la desolazione all'improvviso si trasforma in orgoglio. La tragedia, in uno scatto di reni sorprendente, inatteso. Cominciano tutti a gridare Brasil, Brasil. Sei la nostra patria, sei lo stesso il nostro eroe, Brasil. Segna Oscar. Il paese fa scoppiare i suoi petardi dalle finestre, piange e prega. Si inginocchiano in spiaggia i tifosi, si inginocchiano in campo i giocatori. Thiago Silva entra in campo e abbraccia gli altri, prega David Luiz in ginocchio, si stringono in cerchio attorno a Filipao. Portano scritto Forza Neymar sul cappello. Lo stadio fischia la Germania che esulta. Spiegare l'inspiegabile è impossibile, dice Julio Cesar uscendo dal campo. L'inspiegabile, l'indicibile. Il buco nero nella storia. Forza Neymar, forza Brasile, urlano dalle finestre i tifosi del Paese intero. Nessuno avrebbe meritato questo, neppure la peggiore delle squadre al mondo e tu non eri la peggiore. Semplicemente a giocare questa partita non sei venuta. Il tempo, un giorno, dirà forse perché. Che tipo di punizione sia stata, e per cosa. Perché così inaccettabile, perché tanta violenza chiede David Luiz tra i singhiozzi. Una maledizione indecifrabile. Il capitano, in diretta, piange a dirotto. Guarda la telecamera, gli occhi rossi e gonfi, ripete solo questo: perché?

 

Grazie, finalmente ho capito l'origine della meravigliosa pagina Concita racconta il Mondo


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#48 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 16 luglio 2021 - 12:54

Schermata-2021-07-16-alle-14-26-09.png

 

Schermata-2021-07-16-alle-14-26-41.png

 

È uscita?

 

Macché, parato!!!


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#49 blackwater

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Inviato 18 luglio 2021 - 13:55

Il Corriere della Sera corre ai ripari.

 

Schermata-2021-07-18-alle-15-26-35.png

 

 

Inizia la rincorsa?


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#50 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 19 luglio 2021 - 10:38

Partita!

 

 

Schermata-2021-07-19-alle-12-12-56.png


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