il disco mi piace più delle aspettative.
conoscerai sicuramente tutti i loro dischi passati.
No, tutti no. Ne conosco di più rispetto a quelli che conosco in media per singola band di questo ambito.
In estrema sintesi la mia opione ancora figlia di un ascolto incompleto, e meno immersivo di quello che dovrebbe, è che il disco sia più che buono, ma che getti - e qui vengo condizionato anche dall'hype giornalistico, ma non penso che il condizionamento sia un abbaglio - dicevo che getti una luce inquietante e retrospettiva su tutta l'elettronica di questi ultimi anni.
La musica elettronica per sua natura è percorsa da lampi di esaltazione (del pubblico del settore e della cosiddetta critica*) e come dicevo vive in un'interessante dialettica fra l'evoluzione fulminea e l'obsolescenza precoce.
Io credo che gli Autechre siano gli unici maestri del settore che tengono banco con una certa continuità da una ventina d'anni senza che nessuno, in questo mondo severo che è quello dell'elettronica, ne abbia messo in discussione il magistero e la spinta in avanti (Aphex è stato dimenticato per una vita e molti lo danno per bollito da un pezzo; i Daft Punk in definitiva sono troppo pop per questo mondo qui; i Pan Sonic son rimastri troppo legati a un approccio ultra-rigoroso; i Kraftwerk esaltiamoci quanto ci pare ma lo sappiamo tutti che son vecchi; i Basic Channell forse non hanno mai davvero raggiunto uno status paragonabile a quelli appena detti o forse sono sempre un pelino troppo "dance" rispetto all'ecumenismo elettronico degli altri giganti; il resto è roba che mediamente dura poco e passa in fretta).
In sostanza, gli Autechre sono dei maestri e sono dei grandi musicisti. Non cercano in modo maniacale l'invenzione di un nuovo suono, rielaborano suoni vecchi e comunque molto già sentiti (non so se lavorino di suono generato o elaborando sorgenti, ma in questo caso credo siano ben poche), sono dei minimalisti in termini di immaginario ossessivo ma anche di inventario sonico. Ergo, se sono bravi è perchè hanno del "manico", lavorano essenzialmente su forme, tempi e architetture, come voi avete scritto.
E questo disco qui è il disco di due musicisti che hanno un gran manico, ma anzichè suonare nell'ambito estetico del jazz lo fanno nell'elettronica, con modelli di "interplay" che non sono quelli del jazz ma delle "circuiterie al silicio" (passatemi la metafora, con la quale peraltro credo concorderete).
Riescono a rendere abbastanza sciroppabile un mastodonte simile perchè hanno manico, perchè da bravi minimalisti sanno quali suoni possono catturare l'ascolto e mantenerlo vigile pur nel martellamento, mentre da bravi improvvisatori (su schema) sanno andare avanti per minuti e minuti lavorando di fino sulle variazioni delle forme.
Io questo lo chiamo: "Due ottimi musicisti che fanno un ottimo disco".
L'unica "eccezionalità" che vedo - e qui vengo all'hype - è che questo disco sia stato prodotto in un ambito che mediamente coltiva altri "valori musicali", come appunto il mondo dell'elettronica più o meno trendy del presente (e di conseguenza non produce dischi che si avvicinino anche solo a questo livello "musicale") e che per di più la cosa sia stata fatta da due "vecchi" (ma questo, l'avrete capito, a me stupisce ben poco; anzi, è proprio la cosa che mi stupisce meno di tutte).
Spero di essermi spiegato, perchè credo di essere molto meno polemico di quel che viene ultimamente percepito. Ho semplicemente una mia visione delle cose - certamente non da insider e forse pure sbagliata -, ma che a me sembra lucida, semplice, pragmatica e tutt'altro che irrispettosa nei confronti del disco.
* in linea teorica il mondo della musica elettronica è tutt'altro che sprovveduto e incolto, perchè i poli estremi di chi "abita" questo cosmo musicale sono i dj e i compositori colti. Da una parte hai dei personaggi che compensano alcuni limiti musicali in senso classico con una enorme conoscenza discografica e anche con una sensibilità mediamente molto sviluppata per determinate caratteristiche della musica (sennò non riusciresti a far ballare la gente e a stare sul pezzo); dall'altra parte sei al massimo, o quasi al massimo, dell'intelighenzia accademia. Lo specifico perchè non mi si accusi di pregiudizio sulla cultura nel mondo della musica elettronica, che penso sia decisamente più alta che bassa.