La prima volta che ho sentito "Shades Of Deep Purple" sono rimasto folgorato:nonostante non sia certo un capolavoro,sono molto affezionato a questo album.
Conosco bene l'album. E'stato uno dei primi che ho acquistato. "Mandrake Root" è un brano a suo modo sottovalutato,uno dei miei preferiti del disco d'esordio.
Sto ascoltando da cinque ore (ma non in loop) SPARKLE IN THE RAIN dei SIMPLE MINDS, e ti posso assicurare se arrivi a raggiungere questi livelli di alcionica euforia puoi tranquillamente trasformare una crosticina carsica in un diamante grezzo. Questi ragazzi li ho amati all'inizio, quando erano ancora drogati e seguiti da qualche centro di salute sperimentale di una, allora, Londra assolutamente libera e vicina a Mao.
La violenza delle chitarre mi è rimasta impressa e posso sicuramente dire che questa potenza oltre a sentirla, l'ho figurata: uno squarcio-lampo in un cielo azzurro tenero.
Quando il post punk ha fagocitato qualsiasi cosa che non fosse post punk, fu una sorta di caduta, una scivolata perché oltre al post punk nasceva il metal che avrebbe demolito a sua volta la spina dorsale del post punk. Non si può scrivere una storia musicale, ma stratificazioni, diagrammi e cercare di sovrapporli, marcarli, evidenziarne le differenze: la cronologia non basta, il giornalismo e lo storicismo musicale non bastano più. Serve quella cosa che appare inspiegabile alle persone terrene, ma che in realtà è un substrato dell'Io, ovvero l'intuizione. Se vi interessa andate a rileggervi le pagine più specifiche di HUSSERL.
Sono stati scritti alcuni libri di fenomenologia applicata alla musica, soprattutto XENAKIS, questi invece sono più proletari ed avranno trovato qualche stupefacente che sa scrivere su NME per elogiarli come si deve, magari mentre cerca l'ultimo sigaro della giornata, fatalmente nascosto nella piaga che è la piaga del suo giaccone invernale.
Se non sbaglio hanno anche pubblicato un album chiamato MACHINE HEAD, credo che un titolo simile abbia risonanze con la robotica, con la antropologia filosofica per essere esatti o con la droga, o forse ma dubito, con la psicoanalisi di Jung (che nonostante le apparenze, non era giapponese ma svizzero come il Raffaello del tennis mondiale, il sublime-sublimato ROGER FEDERE.
Se hai un impianto stereo di altissimo pregio e metti su i cd, molto probabilmente munendoti di un paio di cuffie tedesche, sentirai gli Angeli che si sono stufati di osservare la bruttezza alogena per scendere in questo mondo per renderlo ancora più confuso, ipnotico eppure stereofonicamente cristallino e cartesiano alla massima potenza.
Potenza nell'accezione di Aristotele, Cartesio e il silenzio che precede e oltrepassa la Musica, una serie di problematiche di tipo nuovamente fenomenologico, le teorie sull'immagine e quell'antipatico di WEBER sono tematiche che potrebbero benissimo essere sviluppate drammaticamente parlando della sostanza DEEP PURPLE per non parlare del mio amato DILTHEY...
Per il momento chiudo, devo brindare alla sesta ora di SPARKLE IN THE RAIN un disco che amo moltissimo.